Chiudi Schede informative per il paziente Artriti della spalla Capsulite adesiva Lesioni della cuffia dei rotatori Instabilità e lussazione articolare Chiudi Vi sono tre articolazioni nella spalla: • la clavicola con la punta della spalla (Acromion) articolazione detta Acromio-clavicolare. • L’omero con la spalla nella sua cavità, articolazione detta “gleno-omerale” e • la “sterno-clavicolare”. Le prime due possono andare incontro a patologie artritiche, sia di natura autoimmune, come l’artrite reumatoide, sia di natura degerativa, come l’artrosi. Sintomi In entrambi i casi, i sintomi sono principalmente il dolore, l’infiammazione, la perdita di funzionalità nei movimenti. Se ad essere colpita è l’articolazione gleno-omerale il dolore si manifesta nella parte posteriore della spalla. Mentre se è colpita l’articolazione acromio-clavicolare, il dolore compare sul davanti. In ambedue i casi i movimenti vanno incontro a limitazioni più o meno gravi. Nel caso di artrite reumatoide i sintomi, compresa la rigidità, saranno particolarmente accentuati, dopo il riposo notturno. Mentre in caso di artrosi peggiorano dopo un periodo di affaticamento. Diagnosi Compito principale sarà proprio quello di distinguere tra queste due patologie, e anche escludere altre condizioni patologiche delle spalla. Occorreranno la storia clinica, un esame fisico, gli esami specifici del sangue per l’artrite reumatoide, i raggi X. Va ricordato che è raro che l’artrite reumatoide si manifesti in un sola spalla e in nessun’altra articolazione. Artriti della spalla Terapie La terapia dell’artrosi è normalmente conservativa. Sono suggeriti il riposo, l’uso controllato della spalla, l’impiego di farmaci antinfiammatori, antidolorifici, cortisonici nei casi più gravi. Normalmente questi procedimenti sono sufficienti per mantenere una qualità della vita accettabile. La terapia dell’artrite reumatoide prevede oltre all’impiego di farmaci per il controllo del dolore, farmaci specifici. Questi ultimi sono molecole che riducono l’attività autoimmune o che combattono le sostanze infiammatorie, sono i cosiddetti DMARD, (che significa: farmaci antireumatici che modificano la malattia) che agiscono sui meccanismi tipici dell’artrite reumatoide. Questa famiglia farmacologia ha cambiato l’evoluzione della patologia. Consigli utili Non è possibile prevenire l’artrite reumatoide o l’artrosi della spalla. La prima è una malattia autoimmune che si mette in moto indipendentemente da cause ambientali o dai modi di utilizzo delle articolazioni. È tuttavia importantissimo fare una diagnosi precoce. Controllare l’artrite reumatoide oggi è possibile con i farmaci citati sopra purchè sia diagnosticata per tempo. Particolarmente attente dovranno essere le persone nella cui famiglia la malattia è presente. Con l’artrosi si convive aiutandosi con la fisioterapia, con una buona attività di esercizi concordati con il fisioterapista. La capsulite adesiva è una condizione dolorosa della spalla, dovuta a rigidità, assottigliamento, indurimento e rinsecchimento della capsula articolare. (La capsula è un rivestimento cartilagineo delle ossa articolari della spalla). La capsula diventa appunto come fosse congelata e al suo interno diminuisce la perfusione ematica, la circolazione di liquidi, la temperatura e l’elasticità. Normalmente, in condizioni di riposo, il paziente non avverte forte dolore ma appena si ricercano i normali movimenti del braccio, il dolore si manifesta in modo più o meno evidente, in funzione di quanto più ampio è lo spostamento impresso al braccio. È una patologia che raramente si manifesta prima dei 40/50 anni, più facilmente nelle donne. È più frequente nei diabetici, in persone con ipo/ipertiroidismo e malattia di Parkinson. Le cause reali della capsulite adesiva sono del tutto sconosciute, per cui si parla di malattia idiopatica. È tuttavia abbastanza accertato che un lungo periodo di inattività del braccio, (per esempio: un periodo di allattamento) può essere strettamente collegato all’insorgenza del problema capsulite. Diagnosi Richiede una certa attenzione, in quanto può essere confusa con altre affezioni della spalla. Anche le indagini strumentali come i RX possono non evidenziare nulla di particolare . La risonanza magnetica può invece documentare l’alterata particolare morfologia della capsula. Capsulite adesiva (spalla congelata) Terapia In molti casi, anche se dopo un periodo molto lungo, la capsula si “scongela” da sola e il paziente riprende la funzionalità piena del braccio. In altri casi è necessario un programma anche intenso di fisioterapia. In questo caso il fisioterapista eserciterà un movimento forzato del braccio, per costringere l’articolazione, e quindi la capsula, a lavorare. È doloroso ma in questo modo la capsula torna gradualmente a riperfondersi di liquidi, recupera la sua elasticità e la sua normalità. In questo caso i tempi di guarigione che possono essere anche di 3 / 4 mesi sono comunque molto inferiori a quelli della guarigione spontanea. Infine, nelle forme resistenti, è utilizzabile la chirurgia per via artroscopica. Con questa procedura il chirurgo riesce, con piccole incisioni sulla cartilagine, a riattivare e “scongelare” la capsula. Consigli Se vi è stata diagnostica la capsulite adesiva, non rinunciate ad iniziare immediatamente un trattamento fisioterapico. È sicuramente la soluzione migliore anche se all’inizio può sembrare scoraggiante per i lenti o nulli progressi e per il dolore provato nelle sedute. Potrà accadere che lo “sblocco” avvenga di colpo, quando non ci si spera più e di colpo il braccio torna normale. Anche alcuni trattamenti osteopatici se accompagnati sempre da fisioterapia possono essere utili. Chiudi La spalla è l’articolazione più complessa del nostro organismo. Vi lavorano 3 ossa (scapola, omero, clavicola) collegate tra loro da muscoli, tendini e legamenti; sono attive ben tre articolazioni. Tutto in funzione di un ampio range di movimenti delle braccia. Uno dei problemi che possono manifestarsi è costituito da processi infiammatori che investono uno di questi tendini (denominato sovraspinoso) e la cosiddetta “Borsa “ sub-acromiale, un piccolo sacco sieroso di rivestimento dell’articolazione scapolo- clavicolare che ne consente la fluidità del movimento. Tali problemi vengono anche chiamati patologie della “cuffia dei rotatori”. Quest’ultima è l’insieme dei tendini che avvolgono la testa dell’omero. Il sovraspinoso è uno di essi. Se questa è la situazione, il problema che può manifestarsi è il seguente: il sovraspinoso tende a confliggere con l’acromion (la punta della scapola), in particolare se quest’ultima è piuttosto uncinata. Questa azione di contrasto tra il tendine e l’osso genera infiammazione, dolore e perdita di funzionalità. Questa condizione si trasmette alla borsa subacromiale. Si forma una borsite peggiorando ancor più il quadro dei sintomi. Questa complessa ma diffusa patologia è chiamata patologia della cuffia dei rotatori o sindrome da “impigment” sub-acromiale. Cause Le cause di questa sindrome sono normalmente due: costituzionale: per cui se si ha questo acromion con forma uncinata è facile che il tendine vi confligga ripetutamente sportiva: un uso violento e ripetuto dell’articolazione scapolo-omerale può favorire lo sfregamento del tendine e la sua infiammazione, che si estende poi anche alla borsa Problemi dei tendini della cuffia dei rotatori Diagnosi La diagnosi si fa con un attento esame della storia clinica e la valutazione dei sintomi . Le indagini strumentali utili sono l’ecografia e, nei casi più gravi, la risonanza magnetica. Terapia Trattamento iniziale: se siamo di fronte ad un impigment o ad una sofferenza della cuffia dei rotatori e /o a una borsite in fase iniziale, il primo trattamento terapeutico è il riposo, con somministrazione di farmaci antinfiammatori e un ciclo di fisiochinesi-terapia che hanno lo scopo di diminuire l’infiammazione e di ristabilire un buon bilanciamento muscolare. Qualche volta possono essere prescritte infiltrazioni di cortisone, ma solo nei casi più resistenti. Trattamento chirurgico: quando ci troviamo di fronte ad un acromion uncinato, alla presenza di osteofiti nello spazio sub-acromiale o lesioni importanti della cuffia dei rotatori, si pone l’indicazione chirurgica in artroscopia, che ha un significato sia diagnostico che terapeutico. Consigli Non è possibile fare molta prevenzione se si ha l’acromion della scapola con questo sperone un po’ ricurvo che danneggia il tendine. In questi casi è bene contattare il medico e adottare un periodo di riposo e un trattamento farmacologico, appena si manifesta il dolore, evitando così che la patologia peggiori. È importante preservare il più possibile l’integrità del tendine. Va ricordato inoltre che l’aria condizionata può aver effetti negativi su questa sindrome. Se la causa è un’attività sportiva, come il lancio del giavellotto, il baseball o il tennis, o comunque un impegno violento del braccio in estensione, bisogna sospendere queste azioni. Chiudi Nella spalla lavorano ben 3 articolazioni che permettono un vastissimo range di movimenti del braccio. Quando si fa riferimento all’instabilità, lussazione o dislocazione della spalla si intende una patologia dell’articolazione gleno-omerale, ovvero l’articolazione posta tra la testa dell’omero e il glenoide, la cavità di accettazione della scapola. La lussazione della spalla non è altro che la fuoriuscita della testa dell’omero del glenoide, che può essere totale o parziale, nel qual caso si parla di sublussazione; la fuoriuscita dell’omero è normalmente anteriore ma non è esclusa la dislocazione posteriore: l’uscita anteriore è determinata da una spinta del braccio all’indietro. Instabilità e lussazione articolare Cause I traumi sono una motivazione importante, ma anche alcune attività sportive che richiedono uno sforzo violento della spalla, come il lancio del giavellotto e il baseball, possono favorire queste patologie. Esistono poi cause che possiamo dire costituzionali: per esempio può succedere che il genoide, cioè la cavità di accettazione della testa omerale, sia in qualche misura incompleto, cioè la cavità, nelle sue punte estreme, sia interrotta precocemente (cosa che rende più agevole l’uscita dell’osso). Un altro difetto congenito può essere la lassità dei legamenti che collegano le due ossa. Un legamento lasso non riesce a trattenere l’omero nella sua sede naturale perché tende ad allungarsi facilmente. La lassità dei legamenti può essere anche acquisita, sia per traumi che per attività professionali o sportive che sollecitano fortemente l’articolazione. Sintomi Quando una spalla va incontro a dislocazione, i sintomi principali sono il dolore e la perdita di funzionalità dei movimenti. In modo meccanico, dopo trazione eseguita da un medico esperto, il braccio ritroverà la sua giusta collocazione. Terapie Il trattamento della lussazione cronica della spalla è naturalmente solo di tipo chirurgico. E’ bene precisare che questo intervento si effettua solo quando la dislocazione è continua ed avviene per semplici movimenti del braccio. Per contro, in questi casi, l’omero rientra facilmente nella sua sede. Si utilizza la chirurgia, quindi, quando l’instabilità della spalla è conclamata e incide sulla qualità della vita dei pazienti. Gli interventi sono finalizzati a realizzare degli ancoraggi artificiali tra omero e genoide oppure a ricostruire gli spigoli della cavità che hanno perso, o non hanno mai avuto, una corretta angolatura. La chirurgia può anche essere rivolta ai legamenti nel caso in cui questi abbiano perduto la loro capacità di resistenza o siano logori e strappati. La riabilitazione dopo l’intervento è piuttosto veloce e comprende esercizi di rieducazione graduale, basati su tutti i tipi di movimento del braccio.