AUSER Liguria
Intervento Claudio REGAZZONI
Presidente Auser Liguria
Genova, 5 marzo 2007
“Voglia di restare in gioco.
Proposta per una Conferenza Regionale
sull’invecchiamento attivo”
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Da diversi anni, come SPI e AUSER, stiamo lavorando per arrivare a definire insieme alle
Istituzioni e alle forze sociali un diverso approccio culturale, politico e sociale sui temi della
condizione anziana.
I processi demografici in atto nel nostro territorio ci consegnano una regione il cui processo di
invecchiamento anticipa di 25 anni lo scenario del nostro paese.
In questo senso è possibile e auspicabile che a livello istituzionale si assumano questi
processi in atto in Liguria come un laboratorio sociale per sperimentare-verificare politiche,
progetti, servizi innovativi tesi, attraverso una rilettura dei bisogni della popolazione che
invecchia, a ridefinire servizi, occasioni, opportunità per rendere esigibili diritti, rafforzare i
rapporti relazionali, ricostruire coesione e inclusione sociale.
Una condivisione istituzionale (Governo, Regione, Comuni e ASL) di questi processi è
determinante e diventerebbe motore per il coinvolgimento della società, del Forum del Terzo
Settore, del Sindacato, del mondo scientifico e accademico.
Insieme questi soggetti possono far uscire la discussione sui temi dell’invecchiamento dalla
logica emergenziale e di declino sociale in cui oggi è relegata.
Siamo in presenza di un processo di invecchiamento irreversibile che non ha precedenti nella
storia dell’umanità e che coinvolge individui e famiglie.
In tal senso è necessario far crescere una consapevolezza pubblica che l’allungamento della
vita è una conquista dell’uomo e della società civile, è in sostanza un risultato dello sviluppo
della società e della medicina da valorizzare.
Affrontare questo tema sulla difensiva o come un processo negativo sarebbe un tragico errore
per la prospettiva della nostra società, in quanto invecchiare rappresenta un valore sociale.
Forse è necessario un impegno comune per :
- ri-concettualizzare il termine di vecchiaia
- ri-disegnare la società e il vivere nelle nostre città: tempi, modi di vita, lavoro, sicurezza,
infrastrutture e saperi, attività civiche intese come cittadinanza attiva, responsabile e
solidale
- ri-costruire un patto intergenerazionale
Su questi temi ci sono in Liguria le condizioni e le competenze professionali, accademiche,
culturali, sociali agite con sensibilità umana che permettono di innovare strategie, processi,
progetti, organizzazione per promuovere un buon invecchiamento della popolazione.
L’esperienza che abbiamo maturato come AUSER e le diverse indicazioni che emergono da
nostre ricerche e dalle ricerche in generale sugli anziani ci fanno dire che la strada per
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concretizzare risultati di cambiamento su questi temi non è semplice, ma tutti gli indicatori
sociali ci dicono che è urgente aprire una discussione per ri-definire una prospettiva di
benessere sociale delle persone che invecchiano.
Dalle ricerche fatte tra gli anziani ricompresi nella fascia di età tra i 65 e gli oltre 80 anni
emerge un’idea di vecchiaia come una grande negatività, una sofferenza, una paura, un
percorso di solitudine e tante altre cose non positive.
Su queste considerazioni è necessario riflettere ancora di più in quanto sono espresse da
persone che già stanno vivendo la vecchiaia ma la negano.
Perché queste contraddizioni? Perché questo voler nascondere a se stessi la propria
condizione? Ci sono tante cause.
Forse è giunto il momento che ognuno di noi e tutti insieme ci si organizzi per contrastare,
modificare i tanti pregiudizi e stereotipi che questa società ha costruito nei confronti della
vecchiaia, riassumibili, come ebbe a dirci il Prof. Antonio Guerci durante uno dei cinque
Seminari dello SPI sull’invecchiamento, in quattro punti:
- la vecchiaia è una malattia
- i vecchi sono tutti uguali
- i vecchi si chiudono in se stessi, ma non sono più capaci di cambiare
- i vecchi sono un peso per la società.
Questi stereotipi vanno sconfitti!
Insieme pensiamo sia giusto e possibile promuovere una cultura, una politica,
un’organizzazione sociale che offra occasioni, opportunità, sostegni per invecchiare bene,
convinti che invecchiare è vivere.
Per questi motivi ri-concettualizzare l’idea di vecchiaia non è “un lusso culturale, una fuga dai
problemi quotidiani, un parlare d’altro”, ma la condizione urgente e indispensabile per costruire
e promuovere un invecchiamento attivo.
Tutto ciò richiede un impegno progettuale complessivo della politica, orientato su progetti e
azioni secondo precisi obiettivi quali:
- ri-definire le regole del mercato del lavoro e della previdenza favorendo:
o la permanenza al lavoro, la trasmissione dei saperi, il pensionamento graduale;
- la promozione e incentivazione delle attività di volontariato civile degli anziani e il
riconoscimento del loro valore sociale attraverso crediti sociali a cui dare un valore
economico contenuto defiscalizzato:
o rispetto alle proposte che verranno avanzate nella relazione su questo aspetto
del volontariato civile è possibile ipotizzare alcune sperimentazioni partendo da
ciò che già oggi fanno gli anziani attraverso l’impegno nei musei,
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nell’accompagnamento scolastico dei bambini, nei parchi, nell’aiuto a domicilio,
nelle attività culturali, nella socialità, nella famiglia
- ri-valorizzare l’apprendimento continuo come percorsi di arricchimento delle proprie
risorse vitali, delle conoscenze di ognuno, di accompagnamento dal lavoro al
pensionamento, di accesso alle attività culturali e di tempo libero:
o anche su questi aspetti il mondo del volontariato e dell’associazionismo sta
compiendo diverse sperimentazioni gestite insieme agli Enti Locali.
Si tratta, su questi temi, di ridefinire azioni, attività attraverso una rilettura della
legislazione regionale riguardante la formazione, le attività culturali, il turismo, il tempo
libero, ecc.
- ri-definire il contesto urbano, abitativo, ristrutturando spazi di vita pubblici e privati, in
modo da favorire il mantenimento dell’autonomia individuale e la socializzazione:
o progettare nuove tipologie di abitazioni aggregate,. Facilitando la permanenza
dell’anziano nel proprio ambiente di vita domestico
- ristrutturare la rete dei trasporti in modo da favorire la mobilità urbana con particolare
attenzione alle barriere architettoniche di accesso
- riordino del sistema sanitario, potenziando la prevenzione, promuovendo corretti stili di
vita, l’educazione alla salute e il ruolo, in queste attività, del medico di medicina
generale
- riordino del sistema di assistenza sociale in una logica di integrazione socio-sanitaria:
accesso integrato, Centri Diurni, Case Famiglia, Buon Vicinato, domiciliarità, RSP, RSA,
ecc.
Su queste basi si può ricostruire un nuovo patto intergenerazionale dove vi sia la riconoscibilità
e la garanzia della dignità umana di ognuno come costruzione di una qualità umana
complessa all’interno della quale sono in gioco le prospettive di tutte le generazioni.
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Su questo terreno, insieme alla costruzione del processo per l’invecchiamento attivo, vanno
confrontati altri tre aspetti:
a. la questione delle parità tra sessi, non solo intesa come pari opportunità lavorativa ma
come uguale ripartizione nella coppia delle responsabilità per l’assistenza e la cura
b. la questione della crescita dei giovani come persone, il che vuol dire:
- diritto alla propria autonomia
- formazione, sapere, lavoro, previdenza
- diritto alla propria famiglia e alla potenziale maternità
c. la questione dei migranti come capacità di accoglienza, di relazione, di riconoscimento
di diritti, di contaminazione delle diverse culture come valorizzazione della
multiculturalità
In sostanza riteniamo sia possibile pensare ad una Conferenza Regionale promossa dalle
istituzioni che rifletta, insieme alla società civile organizzata, sulle sfide derivanti
dall’invecchiamento della popolazione.
A tal fine la relazione che verrà fatta dal professor Alessandro Montebugnoli vuole essere un
contributo all’apertura di questa discussione.
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