Progetto def-Cds interclasse LM1- LM88

Progettazione del Cds – Laurea magistrale interclasse LM-1 e LM-88
“Esperto con competenze socioantropologiche per la sicurezza e l’integrazione”
Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione
Università degli studi di Perugia
1. Motivazioni per la progettazione/attivazione del corso di studio - laurea magistrale interclasse “Esperto con competenze socioantropologiche per la sicurezza e
l’integrazione” LM-1 e LM-88
L’attivazione di un nuovo Corso di studio - laurea magistrale interclasse “Esperto con competenze socioantropologiche per la sicurezza e l’integrazione” LM-1 e LM-88 è motivata dalla rilevazione di alcune criticità relative al Corso di laurea magistrale in “Ricerca sociale per la sicurezza interna ed esterna” LM-88 le cui iscrizioni hanno registrato una significativa e costante flessione
in anni recenti. Tali motivazioni riguardano essenzialmente due fattori:
1. Il corso è stato orientato in forma esclusiva sui temi della sicurezza in diretta linea di continuità con il Corso di laurea triennale in “Scienze per l’investigazione e la sicurezza”, situato a Narni.
2. Gli studenti laureati al suddetto corso hanno riscontrato numerose difficoltà, particolarmente avvertite dai numerosi studenti lavoratori fuori sede iscritti a Narni,
che sono in primo luogo legate alla mancanza di collegamenti diretti di trasporto
verso Perugia e al mancato riconoscimento di questo percorso formativo
nell’accesso ad alcuni concorsi del settore sicurezza.
Da queste considerazioni è parso utile ampliare l’offerta formativa del corso, rivolgendosi
anche a studenti interessati alle tematiche sociologiche e antropologiche nel loro complesso,
attraverso il coinvolgimento di sociologi e antropologi in un progetto didattico comune. La
scelta è resa possibile dalla recente istituzione del nuovo Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione con nuove esigenze di razionalizzazione delle risorse scientifiche, didattiche e organizzative, insieme al delinearsi di nuove opportunità nella ridefinizione dell’offerta formativa con un progetto integrato e interdisciplinare. Va ricordato al riguardo che la realizzazione di un progetto di formazione e professionalizzazione di taglio
interdisciplinare è in linea con le direttrici per lo sviluppo della ricerca del Nuovo Programma dell’unione Europea per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione, che invita esplicitamente (“Terzo Pilastro - Affrontare le sfide sociali”) a costruire sinergie fra le diverse discipline nel campo delle scienze umane.
In questo quadro, il CdS magistrale “Esperto con competenze socioantropologiche per la sicurezza e
l’integrazione” delinea una specifica area di competenza e professionalizzazione per figure
con competenze avanzate di carattere socio-antropologico implementate da conoscenze
1
in ambito storico, filosofico, politologico e del diritto, tese alla comprensione del mondo
contemporaneo.
Il CdS prepara figure professionali in grado di operare con funzioni di responsabilità in
strutture e contesti in cui si affrontino aspetti centrali di situazioni sociali complesse e in
rapido mutamento: convivenza interculturale, migrazioni e processi d’integrazione e di relazioni transnazionali, cittadinanza e diritti, cooperazione e sviluppo, salvaguardia e valorizzazione dei patrimoni culturali, risorse ambientali e contesti urbani, forme di famiglia e trasformazioni sociali, dialogo interreligioso.
La progettazione del CdS si è fondata anche sulla constatazione che negli atenei della regione Umbria non esiste altro Corso di studio della medesima classe LM-88, fatta eccezione
per quello in Ricerca sociale per la sicurezza interna ed esterna di cui si propone qui la soppressione. Manca inoltre un Corso di studio LM-1 per la formazione specialistica nelle discipline
demoetnoantropologiche.
Un’analisi degli esiti occupazionali dei laureati nelle classi LM-1 e LM-88, nelle regioni limitrofe (Lazio e Toscana) a quella in cui dovrebbe sorgere il nuovo CdS in base ai dati Alma
Laurea, mostra una significativa e positiva correlazione tra il titolo di laurea magistrale LM1 e LM-88 e la condizione occupazionale.
Anno
Laurea
Sede
Percentuale occupazione
2010
LM1
Siena
66,70%
2011
LM1
Siena
83,30%
2012
LM1
Siena
100%
2010
LM1
Roma
53,80%
2011
LM1
Roma
60%
2012
LM1
Roma
50%
2010
LM88
Firenze
85,70%
2011
LM88
Firenze
45,50%
2012
LM88
Firenze
83,30%
2010
LM88
Roma
82,80%
2011
LM88
Roma
77,80%
2012
LM88
Roma
84%
Va inoltre rilevato che l’attuale configurazione del Corso di studio “Ricerca sociale per la sicurezza interna ed esterna”, che si propone di eliminare e sostituire con il presente CdS interclasse, vede una cospicua presenza di studenti lavoratori. In particolare studenti che hanno già
una collocazione lavorativa nel comparto sicurezza.
Peraltro, il profilo professionale dei laureati del CdS proposto in questo progetto rinvia ad
una figura di esperto socio-antropologo, che può avere un adeguato e compiuto riconosci-
2
mento in diversi ambiti del lavoro sociale, delle politiche pubbliche e dei servizi per la integrazione e la sicurezza sociale, in modo più efficace di quanto non sia sinora avvenuto.
In questo momento, nell’Università degli studi di Perugia non esistono corsi di studio in
grado di formare figure professionali di questo tipo o vicine a quella obiettivo del corso,
anche se appartenenti ad altra classe per quanto riguarda sia la laurea LM-1 che LM-88. La
classe più vicina a LM-88, vale a dire LM-87, è infatti finalizzata esclusivamente alla formazione di un profilo professionale specifico, quello degli assistenti sociali, che non costituisce
una finalità del presente corso.
Il potenziale della nuova offerta formativa si sviluppa con la formazione interdisciplinare e
l’allargamento delle aree di competenze e intervento del precedente CdS di cui l’attuale
progetto di interclasse costituisce una trasformazione e una ridefinizione.
2. Analisi della domanda di formazione
Per definire la domanda di formazione e favorire l’accompagnamento al lavoro, nella fase
di preparazione del corso di laurea magistrale “Esperto con competenze socioantropologiche per la
sicurezza e l’integrazione” LM-1 e LM-88, approfondendo il percorso già avviato nel Corso di
Studio Ricerca sociale per la sicurezza interna ed esterna, si sono aperte consultazioni con varie
organizzazioni rappresentative a livello locale della produzione, servizi, professioni. Si sono
inoltre potenziati i già esistenti accordi di tirocinio, in un ambito variegato di settori, instaurando un dialogo positivo con enti pubblici e aziende private.
Nello specifico per la LM-88, il giorno 10 dicembre 2013 presso la sede di Perugia, il Comitato Coordinatore intercorso ha deciso di ampliare le convenzioni con enti e istituzioni, per
arricchire l’offerta professionalizzante, ma soprattutto in vista del potenziamento del CdS
magistrale. Per tale ragione il giorno 18 dicembre 2013, presso la Facoltà di Scienze della
Formazione, nella sede di Narni, si è organizzato un incontro tra la Coordinatrice del CdS
Magistrale e i referenti della commissione paritetica per stabilire le modalità di attuazione
delle consultazioni. Si è così proceduto ad avviare trattative sia con il Ministero dell’Interno
nella persona del dott. Ferlizzi sia con l’Istat, nelle persone del dott. Mancini e del dott.
Zamaro. Inoltre, le consultazioni sono avvenute anche con i responsabili di Yourfuture,
associazione che favorisce l'incontro tra il mondo del lavoro e il mondo della formazione,
ispirandosi ai principi della solidarietà e dell’equità sociale, e che si propone, di superare il
gap tra il mondo giovanile e le Istituzioni. L’Associazione – che collabora anche con
l’Università di Roma Torvergata – intende sviluppare, in particolare nei giovani, quelle
competenze trasversali utili all’inserimento nella vita sociale, al fine di contribuire al progresso della società civile. La consultazione ha avuto esito positivo nel coinvolgimento delle
parti sociali in fase di ridisegno e monitoraggio dei profili professionali per il progetto di
rafforzamento del corso di laurea magistrale. In seguito, seguendo le indicazioni d’indirizzo
delineatesi nell’incontro tra le parti istituzionali, gli enti locali ed esponenti
dell’associazionismo e delle realtà economiche, si è provveduto a contattare tutti i restanti
3
enti con i quali esistono convenzioni, per confermare gli accordi presi in precedenza riguardo ai tirocini e conseguentemente migliorare il rapporto del CdS magistrale con dette
realtà per favorire ed accrescere la professionalizzazione e l’accompagnamento al lavoro
degli studenti. Si ricorda che gli enti e le istituzioni che hanno confermato il loro interesse a
mantenere le convezioni stipulate anche in vista di un ampliamento delle aree di interesse
dell’intercorso di laurea sono: Corpi di Polizia Municipale (Orvieto, Bevagna, Perugia, Città
di Castello); Case Circondariali (Spoleto, Viterbo, Lecce, Paola e altre); Tribunali (Pinerolo,
Rieti); Aeroporti (Salerno, Trapani); Capitanerie di Porto e Autorità portuali; USL e ASL
(Perugia, Terni, Brindisi e altre); Croce Rossa Italiana; Comuni di Narni, Perugia, Veglie,
Foiano, Stimigliano e altri, Comunità per minori e associazioni sociali e culturali.
Per quel che concerne i potenziali sbocchi occupazionali dei laureati della classe LM-88 il
CdS Magistrale Ricerca sociale per la sicurezza interna ed esterna si era preoccupato di organizzare
seminari, iniziative e incontri sul destino professionale dei laureati nel settore sicurezza/investigazione/criminologia, in collaborazione con i Corsi di laurea magistrali in Scienze
criminologiche per l’investigazione e la sicurezza dell’Università di Bologna (sede Forlì), in
Scienze della criminalità e tecnologie per la sicurezza dell’Università Cattolica di Milano e
con il Corso di laurea triennale di Sociologia organizzativa e gestionale dell’Università della
Tuscia di Viterbo, con la presenza di rappresentanti delle istituzioni interessate al tema e dei
principali settori in cui possano esserci sbocchi lavorativi. Inoltre si cita la collaborazione
costante con il centro di ricerca CIAPHS (Centre Interdisciplinaire des Processus Humains
et Sociaux) sotto la direzione del prof. Jean-Yves Dartiguenave,Ali Ait Abdelmalek,
dell’Université Rennes 2 – Haute Bretagne (UFR – Sciences Humaines). Tali iniziative costituiscono un importante momento di raccordo nazionale ed internazionale con il mondo
della ricerca e della professionalità con funzioni di tutoraggio ed orientamento per gli studenti.
Riguardo ai potenziali sbocchi occupazionali dei laureati della classe LM-1 il giorno 27 dicembre 2013 presso la sala delle riunioni del Dipartimento Uomo e Territorio nella sede di
palazzo Stocchi è stato convocato un incontro con le istituzioni pubbliche regionali e comunali, organizzazioni sindacali, del Terzo settore e Organizzazioni non governative, Fondazioni ed Onlus, gruppi privati. In particolare sono intervenuti: la Regione dell’Umbria, il
Comune di Perugia e altri comuni umbri, oltre a organizzazioni non governative come CIDIS Onlus, Alisei Coop, per quel che riguarda le politiche e i servizi nel campo delle migrazioni; la Regione dell’Umbria, la Direzione regionale per i beni culturali dell’Umbria, la
Scuola di specializzazione in beni demoetnoantropologici della Università degli studi di Perugia, la Fondazione Lungarotti, per quanto concerne la tutela, conservazione e promozione dei beni culturali; lo SPI CGIL regionale e la lega delle cooperative, per la marginalità
sociale e le politiche del lavoro e di inclusione sociale; la Fondazione Angelo Celli per una
cultura della salute con particolare riferimento per l’antropologia medica e le politiche di
salute pubblica. Sono state interpellate inoltre le associazioni scientifiche nazionali degli antropologi culturali in uno specifico incontro con i docenti della sezione antropologica del
Dipartimento Uomo e Territorio il giorno 28 dicembre 2013: Associazione nazionale universitaria degli antropologi culturali (ANUAC), Società italiana per la museografia e i beni
4
demoetnoantropologici (SIMBDEA), Società italiana di antropologia medica (SIAM). I
presidenti di due di queste associazioni, ANUAC e SIAM, rispettivamente Cristina Papa e
Tullio Seppilli, sono già stati o sono attualmente docenti della Università degli studi di Perugia e garantiscono un’adeguata rappresentatività a livelli regionale e nazionale.
Nella progettazione del CdS interclasse è stato acquisito in forma scritta anche il contributo della Associazione dei Giovani Avvocati (AIGA) la quale ha sottoposto all’attenzione le
urgenti necessità occupazionali rappresentate dal mercato dei professionisti operanti a supporto delle attività legali.
Si precisa che non ci sono studi di settore adeguatamente rappresentati a livello regionale e
per tale ragione si è già iniziato con il CdS magistrale a lavorare per accrescere il confronto
nazionale e internazionale con le associazioni e le università impegnate nei settori della sicurezza e dell’integrazione sociale, in modo da potenziare e valorizzare le politiche formative e per migliorare la capacità professionale dei laureati nel trasferire le proprie competenze
in contesti lavorativi europei ed extraeuropei. In quest’ottica, il gruppo ha individuato come
cogente una strategia volta a migliorare le collaborazioni istituzionali con enti governativi
e/o istituzioni di ricerca e associazioni di settore, nazionali e internazionali, per la definizione di workshop, stage e percorsi di ricerca comune. A tal fine la presenza del CRISU Centro di Ricerca in Sicurezza Umana, che fa capo al CdS Triennale e Magistrale, e che lavora nel settore di studio, non può che rappresentare una ricchezza per il nuovo corso interclasse. Si ricorda anche uno studio interdisciplinare, condotto da alcuni componenti del
centro di ricerca, in cui è stato coniugato l’approccio sociologico con quello penalistico e
criminologico. La pubblicazione a cura di Maria Caterina Federici, Sabina Curti e Daniela
Falcinelli che espone i risultati di tale studio si intitola: La sicurezza umana: un paradigma sociologico, Franco Angeli, Milano 2013. Con riferimento ai temi centrali del corso magistrale, è
stata affrontata “la sicurezza umana come fatto sociale”, anche in vista di un approfondito
studio di settore che ancora non ha trovato una precisa collocazione, trattandosi di un ambito trasversale ai temi sociali, antropologici, giuridici e filosofici.
Per quel che concerne gli studi di settore in area LM-1, non sono disponili studi aggiornati
a livello regionale, mentre a livello internazionale è disponibile uno studio della Comisión de
Profesionalización de la Antropología (CPA) fondata in Spagna nel 2007 e un altro studio Estudio
preliminar título de grado en antropología social y cultural (febbraio 2005) che è stato elaborato dall’
agenzia spagnola ANECA (Agencia nacional de evaluacion de la calidad y acreditacion), on
line nel sito ANUAC, che rappresenta una situazione presumibilmente molto vicina a quella italiana.
In riferimento alle modalità e ai tempi delle consultazioni, si sottolinea che, nel corso del
recente Convegno annuale ANUAC tenutosi a Torino il 7-9 novembre 2013, si sono discusse le prospettive professionali degli antropologi con un confronto europeo comparato
tra Italia, Francia e Spagna. Infine si è costituito in quella stessa occasione un gruppo per la
elaborazione dello statuto di una associazione professionale degli antropologi in ottemperanza alla legge del 2012 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”. Ai fini
della progettazione del presente CdS, si è inoltre utilizzato il contributo che proviene dalle
5
attività delle Società scientifiche del settore e da organizzazioni di giovani professionisti a
vario titolo impegnati nel lavoro di antropologo al di fuori delle istituzioni accademiche.
Per quanto riguarda ANUAC e SIAM le consultazioni sono state prolungate e costanti. Ne
è emersa l’urgenza di specifiche formazioni universitarie che tengano conto della necessità
di coniugare la formazione specificamente riguardante la ricerca scientifica con quella relativa alla sua dimensione applicativa e all’uso sociale della conoscenza, oltre alla necessità di
una migliore definizione in Italia di specifici profili professionali antropologici.
Nei campi della sicurezza e dell’integrazione le competenze antropologiche possono garantire conoscenze di grande rilevanza. In quello della sicurezza, esse contribuiscono
all’elaborazione di buone pratiche capaci di superare la logica delle urgenze securitarie e di
sviluppare gli interventi tenendo in considerazione le più ampie dimensioni sociali, ambientali e umanitarie ed elaborando risposte sistemiche sia ai bisogni sociali sia alla necessità di
efficienza nella previsione e gestione del rischio. In quello dell’integrazione, i saperi antropologici sui processi migratori e sulle istituzioni totali – fra cui ad esempio il carcere – si
traducono in competenze utili nella programmazione amministrativa urbana, nella mediazione culturale e sanitaria fra migranti, residenti e istituzioni; nella prevenzione dei comportamenti a rischio, sia nel campo delle catastrofi sia nel campo della sicurezza delle città.
Le competenze sociologiche, oggetto di riflessione e valutazione anche nelle consultazioni,
garantiscono nei settori specifici della sicurezza, dell’integrazione e della ricerca sociale una
preparazione specifica ed aderente alle esigenze dei futuri professionisti. I numerosi accordi
di tirocinio, che spaziano in un ambito variegato di settori, sono stati proficui anche per instaurare un dialogo sicuramente positivo, sia con gli enti pubblici, sia con le aziende private
coinvolte, permettendo così agli studenti di svolgere un’esperienza che li avvicina al mondo
del lavoro anche in un momento così delicato com’è quello della attuale congiuntura economica. Le consultazioni hanno permesso inoltre di evidenziare un alto potenziale
d’inserimento lavorativo per figure professionali competenti nelle aree delle politiche di
coesione, sicurezza e integrazione sociale, tutela del patrimonio culturale, mediazione socioculturale nel campo dei servizi socio-sanitari, dei diritti, della cittadinanza e della migrazione. Si tratta di ambiti di lavoro socioantropologico che possono essere adeguatamente
affrontati dal profilo professionale di “Esperto con competenze socioantropologiche per la sicurezza e
l’integrazione”. Tale profilo appare oggi indispensabile soprattutto se si considerano le specifiche articolazioni fra amministrazioni pubbliche, privato sociale e organizzazioni non governative nella cooperazione decentrata e nelle politiche di sviluppo nazionale e internazionale.
Nel progetto di CdS è stata prevista una verifica dei risultati sia dei tirocini sia del successivo ingresso degli studenti nel mondo del lavoro, monitorando gli sbocchi professionali e
gli obiettivi fornmativi previsti dal corso stesso. Il monitoraggio avverrà in itinere mantenendo viva la collaborazione con gli enti consultati che saranno invitati a partecipare a seminari di studio, workshop e convegni sui temi di interesse. In particolare si prevede
l’istituzione di tavoli di consultazione periodica con i rappresentanti dei seguenti enti: la Direzione regionale per i beni culturali dell’Umbria, la Scuola di specializzazione in beni de-
6
moetnoantropologici della Università degli studi di Perugia, le organizzazioni sindacali, la
Lega delle cooperative, la Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute. Inoltre si
prevede di istaurare occasioni di consultazione con le istituzioni e i soggetti territoriali –
Regione, Comuni, comunità per minori e famiglie, associazionismo sociale e culturale – che
operano nell’ambito dell’integrazione e della mediazione per realizzare attività di ricerca e
progettazione, su scala non solo regionale ma anche nazionale ed internazionale.
3. Analisi dei profili di competenza e dei risultati di apprendimento attesi
Nella progettazione del CdS interclasse, si è partiti dalla realtà del CdS magistrale in “Ricerca
sociale per la sicurezza interna ed esterna”, per quanto attiene il settore LM-88, mentre per quanto riguarda la classe LM-1 si è tenuto conto di un’indagine tra gli associati delle varie associazioni scientifiche e società di antropologi professionisti per determinare profili e specifiche competenze professionali svolta dal gruppo di lavoro ANUAC - AISEA per la elaborazione dello statuto di una associazione professionale degli antropologi. Più in generale, negli ultimi anni l’uso sociale delle scienze demoetnoantropologiche, anche in chiave di applicazione e finalizzazione della ricerca, ha mostrato la necessità di una definizione sempre più
marcata della professione di antropologo per le politiche d’integrazione socio-culturale, di
cooperazione e inclusione sociale, di consulenza culturale in campo giuridico e sanitario.
Dalle indagini ISFOL relative alla classe professionale “Specialisti in scienze sociali”, nel
periodo 2011-2016 si prevede una variazione occupazionale di circa 2,2%, valore al di sopra
della crescita occupazionale media nel periodo (-0.2%). Lo stock di occupazione dovrebbe
aumentare di circa 1.679 unità. La domanda totale di lavoro dovrebbe ammontare a circa
17.525 assunzioni, di cui 15.846 per sostituzione di lavoratori in uscita e 1.679 per nuove
assunzioni, con una stabilizzazione per gli specialisti in scienze sociologiche e antropologiche (dati aggiornati al settembre 2013: http://professionioccupazione.isfol.it/).
Secondo la Nomenclatura e classificazione delle Unità Professionali dell’Istat 2011, il profilo della
laurea interclasse si inserisce nel quadro delle (2) Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata
specializzazione, tra gli (2.5.3.2) Specialisti in scienze sociologiche e antropologiche, configurandosi
come una combinazione di (2.5.3.2.1) Esperti nello studio, nella gestione e nel controllo dei fenomeni
sociali e di (2.5.3.2.2) Antropologi. Il corso prepara inoltre all’insegnamento nello specifico di
(2.6.3.2.6) Professori di scienze giuridiche, economiche e sociali nella scuola secondaria superiore e di
(2.6.3.3.1) Professori di discipline umanistiche nella scuola secondaria inferiore e alla professione di
(2.5.4.5.3) Curatori e conservatori di musei, in quanto il CdS dà accesso in modo esclusivo alla
Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici che peraltro è stata istituita ormai
da sei anni dall’Università degli studi di Perugia.
Tra gli sbocchi professionali del CdS si segnalano inoltre: compiti di responsabilità e consulenza nella direzione di enti di ricerca, istituti demoscopici, istituti per indagini di mercato
[Sociologi (2.5.3.2.1); Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private (2.5.1.2.0)]; funzioni
di responsabilità progettuale, di supervisione e coordinamento, nonché di conduzione
7
dell’attività in autonomia nell’ambito della ricerca sociale [Sociologi (2.5.3.2.1)] funzioni di
conoscenza specialistica nel campo dell’intervento sociale, con particolare riferimento alla
progettazione, alla supervisione, alla conduzione e alla valutazione delle politiche sociali
svolte sia in ambito pubblico sia privato (ONG, fondazioni, associazioni di rappresentanza
degli interessi), sia a livello locale sia in contesto internazionale [Specialisti della gestione nella
Pubblica Amministrazione (2.5.1.1.1); Specialisti del controllo nella Pubblica Amministrazione
(2.5.1.1.2); Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private (2.5.1.2.0)]; esperti di relazioni pubbliche, di relazioni interne e di comunicazione in organizzazioni complesse pubbliche e private (enti locali, amministrazioni centrali e periferiche dello stato, ONG operanti in
contesto nazionale e/o internazionale, associazioni di rappresentanza degli interessi, fondazioni, aziende).
La presenza di antropologi in Italia anche in istituzioni a carattere sanitario costituisce una
realtà in via di consolidamento come emerge dalla presenza lavorativa di antropologi impiegati in istituzioni pubbliche quali l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, che hanno corrispondenza internazionale con la Organizzazione mondiale della Sanità.
Per quanto riguarda il profilo professionale relativo alla tutela del patrimonio culturale, va
inoltre ricordato che l’approvazione parlamentare delle modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio ha definito in modo chiaro ed esclusivo che gli interventi di tutela, valorizzazione e fruizione dei beni culturali antropologici debbano essere assicurati da demoetnoantropologi in possesso dei pertinenti requisiti formativi. Il ruolo professionale
dell’esperto antropologo in Italia è stato infatti recentemente riconosciuto nella proposta di
legge Madia e altri, Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio [di cui al decreto legislativo
22 gennaio 2004 n. 42 in materia di professionisti dei beni culturali e istituzione di elenchi
nazionali dei suddetti professionisti], approvata dalla Camera dei deputati il 15 gennaio
2014. Il testo prevede che gli interventi operativi di tutela, protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali siano affidati alla responsabilità di professionisti tra
i quali i demoetnoantropologi specializzati nelle singole tipologie di beni culturali .
Tra gli sbocchi occupazionali favoriti dal conseguimento del titolo di studio del CdS qui
proposto figurano quelli relativi all’ambito della mediazione civile obbligatoria. La mediazione civile costituisce condizione di procedibilità per la domanda giudiziale esperita in
un’ampia gamma di materie del contenzioso civilistico. Il settore presenta forti profili di
espansione e il CdS si propone di dotare i propri laureati delle competenze indispensabili
per affrontare il percorso formativo necessario all’acquisizione del titolo legale di mediatore
civile.
Il conseguimento del titolo del CdS consente dunque diversi sbocchi professionali, alcuni
dei quali si sono definiti in ragione dei rapidi mutamenti socioculturali contemporanei, che
producono sempre nuove sfide a livello della comprensione e dell’ intervento all’ interno di
sistemi sempre più globalizzati. Infatti le figure professionali che il CdS interclasse intende
formare riguardano esperti dotati di competenze specifiche volte all’analisi e alla gestione
professionale di ambiti settoriali che hanno assunto negli anni recenti una notevole rilevan-
8
za: non solo gli operatori della sicurezza, ma anche gli operatori della cooperazione internazionale, della mediazione culturale, della tutela del patrimonio culturale e antropologico, gli
operatori che intervengono sulle sofferenze sociali e per la mediazione in chiave di comunicazione fra le differenze culturali, sulle politiche migratorie e nelle politiche di coesione,
salute pubblica, welfare e rimozione degli ostacoli verso la piena realizzazione dei diritti
umani e il superamento delle disuguaglianze.
Attorno a questi profili, è stato elaborato un piano formativo per la progressiva acquisizione delle competenze specifiche e integrate ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti.
I curricula dei corsi di laurea magistrale della classe comprendono infatti:
- attività finalizzate all’acquisizione di conoscenze di alto livello nei vari campi
dell’antropologia culturale, dell’etnologia e della demologia e dell’analisi dei processi
di mutamento dei sistemi culturali, connettendo i vari saperi specialistici all’interno
di un sistema coerente di conoscenze teoriche;
-attività finalizzate all’acquisizione di conoscenze di alto livello nel campo della sociologia e dell’ analisi e interpretazione dei fenomeni sociali, con particolare riferimento alle società complesse e al funzionamento dei contesti organizzativi.
-attività finalizzate all’acquisizione di competenze metodologiche specialistiche relative al rilevamento, al trattamento, alla lettura e all’interpretazione dei dati pertinenti
l’analisi sociale
- attività dedicate all’acquisizione di conoscenze intermedie nei campi delle discipline affini, nelle scienze storico-filosofiche, giuridico-politologiche e psicologicopedagogiche;
- almeno una quota di attività formative caratterizzate dall’acquisizione di conoscenze avanzate per la predisposizione e conduzione di progetti nel campo della
salvaguardia e valorizzazione dei beni etnoantropologici e in quello della comunicazione interculturale nei servizi, nella scuola e nella produzione;
- attività esterne come tirocini formativi presso enti o istituti di ricerca, amministrazioni pubbliche, istituzioni in relazione a obiettivi specifici, nonché soggiorni di
studio presso altre università italiane ed europee, anche nel quadro di accordi internazionali.
Come già esposto nel paragrafo 2, il processo di revisione del Corso di Studio Ricerca sociale
per la sicurezza interna ed esterna si è focalizzato su quanto emerso nelle precedenti consultazioni, con rielaborazioni degli esiti nei mesi successivi, anche attraverso riunioni con le
Parti Sociali più direttamente coinvolte. Dalla sintesi delle consultazioni con le organizzazioni rappresentative a livello locale è stato fatto il punto della situazione, presentando il
progetto della proposta formativa dell’interclasse, soffermandosi sulle specificità delle nuove istituzioni, degli accorpamenti di corso effettuati, dei risultati di apprendimento attesi e
delle diverse competenze spendibili nel mercato del lavoro non solo locale. Negli incontri,
9
le organizzazioni, gli enti e le istituzioni in rapporto con il CdS magistrale, prima attraverso
una serie di collaborazioni attive da tempo, ed ora nell’ottica dell’interclasse, sono stati interpellati anche in merito a funzioni e competenze, volte al potenziamento del corso e soprattutto al miglioramento del profilo professionale degli studenti e al monitoraggio dei
profili professionali per i singoli percorsi formativi. Ciò ha comportato un confronto vivo,
che si manterrà anche nel futuro per assicurare un maggiore scambio tra università e mondo del lavoro. Per raggiungere tali obiettivi, il percorso della classe LM-88 comprende attività dedicate all’acquisizione di conoscenze professionalizzanti nei campi della teoria sociologica e dei metodi e delle tecniche, standard e non standard, propri delle scienze sociali;
prevede inoltre l’acquisizione di conoscenze avanzate negli ambiti applicativi, per un uso
critico delle fonti, per l’acquisizione della capacità di organizzare, gestire e interpretare dati
raccolti con metodi qualitativi e quantitativi. Sviluppa infine la modellizzazione e l’analisi
comparata dei fenomeni sociali, economici e culturali, oltre alla capacità di interpretarli in
ottica multidisciplinare e interdisciplinare.
Nella fase di progettazione del CdS sono state consultate parallelamente , come indicato in
precedenza, diverse istituzioni e associazioni dell’area delle discipline demoetnoantropologiche. In particolare, in merito alle funzioni e alle competenze che caratterizzano ciascuna
figura professionale sono stati utili i pareri di alcune associazioni di antropologi quali
ANUAC, SIAM e SIAA.
La Società Italiana di Antropologia Applicata (SIAA) nel dicembre 2013 ha tenuto il suo
primo Congresso Nazionale nel quale ha segnalato l’urgenza di nuovi profili professionali
di esperto antropologo, in ragione di nuove domande lavorative emergenti nel mercato
contemporaneo del lavoro. La SIAA ha contribuito a definire la molteplicità dei profili di
applicazione delle scienze antropologiche in rapporto agli sbocchi professionali. In particolare ha evidenziato la necessità di formare profili professionali di consulenti ed esperti con
competenze socioantropologiche per la sicurezza e l’integrazione in vari settori: dalle politiche di sicurezza urbana, sociale e sanitaria, alle procedure di asilo per i rifugiati, dai conflitti
culturali in ambito legale e giuridico, alla questione della comunicazione interculturale negli
uffici pubblici. La SIAM ha dal canto suo sottolineato l’urgenza di specifica formazione per
esperti socio-antropologi nel settore dell’assistenza, della mediazione fra diverse figure di
operatori sanitari, in rapporto al paziente immigrato ma anche in ragione delle programmazioni dei piani sociosanitari per l’assistenza agli anziani e la gestione delle malattie croniche,
per le quali la competenza socioantropologica nella misurazione, valutazione e implementazione del cosiddetto “capitale sociale” è di fondamentale importanza. Nella maggioranza
dei casi si tratta di formare figure professionali in grado di lavorare all’applicazione di approcci e metodi antropologici nella pratica degli interventi di sostegno sociale e terapeutico,
in particolare nel settore della salute collettiva e nei progetti di sviluppo sanitario nazionale
e internazionale. Sul piano internazionale è inoltre apparso fondamentale formare esperti
capaci di agire nella cooperazione internazionale e nella gestione di vulnerabilità, rischio e
resilienza in occasione di catastrofi. In Italia, ad esempio, il caso del terremoto all’Aquila
del 2009 ha evidenziato quale criticità primaria nella gestione della catastrofe l’assenza di
consulenza socioantropologica preventiva: recentemente una consulenza antropologica ex
10
post ha contribuito al riconoscimento di specifiche responsabilità penali dei rappresentanti
istituzionali, determinatesi proprio per l’assenza in itinere del coinvolgimento di personale
qualificato quale esperto socio-antropologo nella valutazione di problemi con evidenti risvolti legali e giuridici.
Il relazione a queste sollecitazioni il percorso della classe LM-1 comprende attività dedicate
all’acquisizione di conoscenze professionalizzanti nei campi della teoria antropologica e dei
metodi e delle tecniche, propri della ricerca demoetnoantropologica; prevede inoltre
l’acquisizione di conoscenze avanzate negli ambiti applicativi relativi a specifiche tematiche
da quelle patrimoniali a quelle relative alle migrazioni e al contatto interculturale e interreligioso, quelle relative ai progetti di cooperazione internazionale e alle diverse forme socioculturali di rappresentare ed esperire il corpo, la salute e la malattia. Favorisce inoltre l’ acquisizione delle teorie e metodologie delle discipline affini.
Infine nel CdS sono presenti elementi con forte prossimità rispetto a istanze e fabbisogni
professionali che scaturiscono dal mondo delle imprese, delle società di consulenza, delle
organizzazioni internazionali, degli enti del privato sociale, delle istituzioni, nonché uno
stretto raccordo dei contenuti proposti con la produzione scientifica internazionale, e in
particolare con gli studi manageriali, criminologici e della comunicazione.
Le competenze che vengono sviluppate dagli studenti nel percorso formativo sono sottoposte a un costante aggiornamento scientifico e applicativo in ragione della rapidità dei mutamenti socio-culturali nella definizione dei profili professionali. A tal fine ci si avvarrà di
una periodica consultazione con le organizzazioni di settore e le istituzioni pubbliche.
I risultati di apprendimento attesi non sono stati confrontati con quelli di CdS internazionali poiché si tratta di un Intercorso e non sono disponibili indicazioni con analoghe caratteristiche interdisciplinari, ma solo interlocutori scientifici negli ambiti specifici dei singoli
settori disciplinari di riferimento delle classi di laurea magistrale LM-1 e LM-88. La progettazione didattica e la definizione dei risultati di apprendimento attesi sono state realizzate
avvalendosi del confronto con networks specializzati di carattere nazionale e internazionale
per i singoli settori.
Per l’area sociologica, oltre alla collaborazione con i C.d.L. magistrali in Scienze criminologiche
per l’investigazione e la sicurezza dell’Università di Bologna (sede Forlì), in Scienze della criminalità
e tecnologie per la sicurezza dell’Università Cattolica di Milano, si è realizzata una proficua collaborazione con il centro di ricerca CIAPHS (Centre Interdisciplinaire des Processus Humains et Sociaux) sotto la direzione del prof. Ali Ait Abdelmalek, della Université Rennes 2
– Haute Bretagne (UFR – Sciences Humaines). Sulla base di un accordo programmatico è
nata anche la sezione italiana del CIAPHS (Centro Interdisciplinare d’Analisi dei Processi
Uman i e Sociali), presieduta dal 21 novembre 2012 ad oggi dalla prof.ssa Maria Caterina
Federici. Il CIAPHS Italia in collaborazione con il CRISU (Centro di Ricerca in Sicurezza
Umana) ha promosso e coordinato importanti progetti di ricerca negli ambiti sulla genesi
storica dell’integrazione sociale, la determinazione di modelli sociali per la sicurezza e la definizione di modelli teorici e applicativi per la coesione sociale.
11
Per l’area antropologica, le costanti e prolungate consultazioni con l’ANUAC e la SIAM,
come già descritto al punto 2, hanno permesso di delineare il nuovo quadro di riferimento
in cui si sono collocati gli obiettivi di apprendimento coerenti con gli specifici profili professionali antropologici in Italia. Tali profili professionali e gli senari in cui dovranno in futuro essere adeguatamente inseriti sono stati discussi a livello europeo con esponenti della
Comisión de Profesionalización de la Antropología (CPA) spagnola, che su questi temi rappresenta
dal 2007 certamente un punto di riferimento internazionale.
In merito ai descrittori di Dublino 1 e 2, i risultati di apprendimento attesi trovano riscontro nelle attività formative programmate, poiché le due classi di laurea LM-1 e LM-88 hanno individuato e tenuto conto di tutti gli indicatori necessari per il raggiungimento di tali
obiettivi formativi. Per i dettagli dell’offerta formativa si può vedere quanto indicato nella
scheda SUA. Con riferimento alle programmate attività formative per ottenere specifici risultati di apprendimento, va ricordato che l’acquisizione di conoscenze specifiche e avanzate nell’ambito delle discipline demoetnoantropologiche e della ricerca sociale si fonda su
attività didattiche in grado di coniugare la componente teorica alla dimensione pratica. Saranno pertanto erogati moduli d’insegnamento in cui teoria e metodologia sono pienamente integrate in una costante messa in opera delle conoscenze trasmesse.
CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE (knowledge and understanding). Si prevedono
momenti di analisi critica interdisciplinare e partecipata volti alla comprensione di fenomeni
socioculturali complessi, in primo luogo caratterizzati da processi di produzione, conservazione e trasmissione culturale.
La capacità di attingere una conoscenza sociale e culturale sempre contestuale e relazionale,
nonché dotata di livelli profondi di storicità, è fondamentale ai fini della comprensione dei
fenomeni sociali.
Una particolare sinergia didattica riguarda l’elicitazione di capacità e strumenti per la produzione, gestione e interpretazione di messaggi comunicativi e per l’organizzazione di sistemi informativi relativamente alle tematiche socioantropologiche (per i cui dettagli si rimanda alla scheda SUA). Tale competenza sarà ottenuta coniugando ai tradizionali moduli
didattici tecnici e teorici sui processi di comunicazione una più approfondita capacità scientifica e sperimentale di ricerca, volta all’esplorazione delle pratiche comunicative nella dimensione simbolica e pragmatica della vita sociale quotidiana.
A tal fine la didattica finalizzata allo sviluppo di conoscenza critica e di capacità teoriche e
analitico-interpretative dei fenomeni sociali che costituiscono oggetto d’interesse del CdS,
si rivolgerà in particolare alla costruzione di una specifica attività professionale che assume
un ruolo strategico nella programmazione delle attività formative: la capacità di realizzare
progetti, sia di ricerca sia d’intervento, nei campi privilegiati della sicurezza sociale e della
integrazione.
CAPACITÀ DI APPLICARE CONOSCENZA E COMPRENSIONE (applying knowledge and understanding). Le scienze sociologiche e antropologiche che costituiscono la sinergia strategica del
CdS hanno il vantaggio di condividere una metodologia di ricerca socioculturale. Si tratta
12
del metodo antropologico-sociale della etnografia, ovvero della osservazione partecipante.
Tale metodologia consente ai laureati di padroneggiare strumenti scientifici in grado di
combinare efficacemente procedure di analisi e tecniche di intervento e partecipazione ai
processi indagati, in dialogo con tutti gli attori sociali.
Come già sottolineato nel punto precedente, il carattere operativo e di applicazione
nell’ambito socioantropologico è fondamentale e costitutivo già sul piano epistemologico,
pertanto esso opera nella didattica in maniera tale che i laureati possano sviluppare non soltanto conoscenza e comprensione critica dei fenomeni, ma anche una consapevole capacità
di agire sulla rete causale che li determina.
Attraverso contenuti e procedure didattiche che integrano dimensione cognitiva e dimensione performativa, le attività formative del CdS forniscono strumenti di metodo ed elaborazione critica in grado di equilibrare i dati empirici con le acquisizioni teoriche più aggiornate nel dibattito scientifico.
I seminari didattici che coinvolgano in chiave dialogica e collaborativa rappresentanti di
istituzioni pubbliche e imprese private della città di Perugia e della Regione Umbria più
sensibili ad elaborare e a realizzare progetti, saranno ispirati a principi di autonomia ed originalità, e destinati alla immaginazione e concretizzazione di nuovi modelli di sicurezza e
forme di integrazione in diversi ambienti sociali: dalla famiglia alla scuola, dalla città al contesto nazionale e internazionale, dall’industria ai flussi turistici, comprendendo e valutando
le criticità, attuando strategie e sistemi di conoscenze e pratiche originali e mirati per i diversi contesti sociali locali.
A tal fine si svilupperanno modelli di didattica finalizzata alla acquisizione di diverse capacità:
− lavori di gruppo interdisciplinari e aperti al dialogo istituzionale, ai fini della acquisizione delle capacità di collaborazione e partecipazione nel quadro di progetti complessi;
− didattica finalizzata alla elaborazione di progetti di ricerca ad alto grado di autonomia e competenza, anche attraverso partecipazione a missioni di ricerca
− seminari specifici volti a fornire gli strumenti necessari per interventi a carattere socioantropologico nelle istituzioni pubbliche e in dialogo con soggetti privati, al fine
di applicare la conoscenza socioantropologica alle problematiche connesse alla interculturalità e alla mediazione culturale, ai fenomeni migratori, alle dinamiche istituzionali che coinvolgono la popolazione in situazioni di interazione e di conflitto o
di catastrofe;
− laboratori di progettazione ed elaborazione di materiali informativi e comunicativi
su tematiche antropologiche nei settori del turismo, delle istituzioni museali,
dell’industria culturale, delle comunicazioni di massa e dello spettacolo;
13
− tecniche di individuazione e predisposizione di strumenti e percorsi di documentazione e informazione rispetto agli usi sociali ed educativi delle tematiche socioantropologiche nelle politiche di sicurezza sociale e di welfare.
Conoscenze e capacità saranno acquisite con la partecipazione a lezioni frontali e interattive, esercitazioni di gruppo, laboratori, seminari, e attraverso le ore di studio individuale,
come previsto dalle attività formative attivate. La verifica del raggiungimento dei risultati di
apprendimento avverrà principalmente attraverso prove d’esame (esami orali e/o scritti,
test, esposizioni orali); possono inoltre essere previste prove di verifica intermedie (esami
orali e/o scritti, test, esposizioni orali).
AUTONOMIA DI GIUDIZIO (making judgements). Come si evince dal punto relativo alla applicazione della conoscenza e dell’apprendimento, l’acquisizione di un’autonoma capacità di
valutazione è l’obiettivo primario che corrisponde alla programmazione didattica delle
esperienze formative a carattere applicato. Il CdS, stante la integrazione descritta delle attività formative, favorisce dunque nei laureati l’acquisizione di un principio di responsabilità
plurima: scientifica, metodologica ed etica.
I laureati sapranno pertanto integrare le proprie conoscenze attraverso la ricerca sociale e la
rielaborazione dei dati raccolti allo scopo di prevedere le situazioni problematiche e studiare le possibili soluzioni. Sapranno inoltre gestire situazioni complesse legate prevalentemente ai rischi e alle situazioni di crisi nei diversi contesti sociali; in tale ambito saranno in grado di valutare le conseguenze politiche e sanitarie sulle pratiche di salute dei cittadini. Sapranno formulare giudizi, valutare strategie e predisporre interventi nella piena consapevolezza delle azioni messe in campo, con senso di responsabilità e nel pieno rispetto
dell’utenza alla quale gli interventi sono destinati. Acquisiranno capacità di valutare le dinamiche istituzionali, che coinvolgono la popolazione in situazioni di interazione e di conflitto in relazione a molteplici contesti da quelli urbani a quelli di singole organizzazioni e
istituzioni; per questo saranno inseriti in percorsi concordati con le istituzioni cittadine, regionali nazionali e internazionali preposte alla sicurezza, al fine di offrire opportunità di riflessione, valutazione e intervento rispetto a fenomeni di rischio, controllo sociale ed integrazione sociale.
ABILITÀ COMUNICATIVE (communication skills). I laureati saranno particolarmente preparati
alla corretta, chiara ed efficace comunicazione. Saranno in grado di utilizzare fluentemente,
in forma scritta e orale (competenza linguistica almeno di livello B2), almeno una lingua
dell’Unione Europea oltre l’italiano, con competenze specifiche nei lessici disciplinari
dell’ambito socio-antropologico. Dovranno essere in grado di esporre in maniera lineare,
senza ambiguità ed incertezze, le riflessioni, le strategie e le conclusioni delle loro indagini.
Dovranno inoltre saper divulgare una “cultura della sicurezza” e dell’integrazione alle fasce
più a rischio specie nella marginalità e nella devianza. Sapranno comunicare in forma scritta, a livello scientifico e divulgativo, e predisporre piani operativi. Sapranno ascoltare, comprendere e comunicare in contesti interculturali. Acquisiranno infine capacità di utilizzo
delle tecnologie informatiche. Queste abilità saranno messe alla prova nei seminari e nel
14
coinvolgimento attivo degli studenti nel corso delle lezioni, oltre che nella discussione della
tesi in cui sono sollecitate forme di presentazione informatizzate.
CAPACITÀ DI APPRENDIMENTO (learning skills). I laureati del CdS, nell’ambito della loro professionalità, con le conoscenze interdisciplinari che acquisiscono dovranno avere una spiccata capacità di apprendimento, rispetto ai diversi contesti internazionali e al continuo e rapido mutamento sociale, con un impatto specifico sulla variabilità degli scenari di rischio in
ambiti locali e globali. Sapranno elaborare progetti di ricerca e partecipare, con un rilevante
grado di autonomia e competenza, a gruppi di ricerca in ambito nazionale ed internazionale; sapranno fornire elementi di conoscenza e di intervento di carattere socio-antropologico
alle istituzioni pubbliche e a soggetti privati nelle problematiche connesse alla interculturalità e alla mediazione culturale, ai fenomeni migratori, alle dinamiche istituzionali che coinvolgono la popolazione in situazioni di interazione e di conflitto. Abilità che saranno verificate nel corso dei seminari, discussione di testi e nel coinvolgimento attivo degli studenti
nel corso delle lezioni.
Per ottenere tali risultati, le sinergie didattiche co-disciplinari e le strategie sperimentali sopra descritte di lavoro in gruppo aperto alle presenze istituzionali sono particolarmente efficaci, in quanto puntano alla incorporazione da parte dei laureati di strumenti destinati alla
misurazione e alla valutazione critica, nonché alla previsione del gradiente dinamico e della
profondità storica dei processi di mutamento nelle società complesse.
4. L’esperienza dello studente
Per assicurare la massima congruenza e coerenza tra gli obiettivi formativi previsti dal CdS
e i singoli insegnamenti impartiti da ogni docente, all’inizio di ogni anno accademico, il
coordinatore/presidente del CdS prenderà visione dei contenuti e delle modalità didattiche
circa ogni insegnamento del primo e del secondo anno. Nello specifico, in una delle riunioni di comitato, nell’ottica dell’interdisciplinarietà e del dialogo tra le discipline, il coordinatore/presidente del CdS inviterà i docenti a confrontarsi sugli aspetti scientifici e didattici
circa i contenuti dei vari insegnamenti.
L’andamento del CdS verrà monitorato attraverso riunioni mensili dell’Interclasse cui
prenderanno parte, oltre ai docenti del CdS, anche i rappresentanti degli studenti affinché
possa aver luogo un confronto dialogico su eventuali problematiche rilevate. Poiché gran
parte dei docenti impegnati nel CdS afferiscono allo stesso dipartimento, per garantire un
adeguato svolgimento delle attività didattiche, sarà inoltre istituita una segreteria didattica
presso la quale gli studenti del CdS potranno ricevere tutte le indicazioni su orari delle lezioni, contenuti degli insegnamenti, seminari, tirocini, laboratori, ecc.
L’obiettivo dei docenti dell’Interclasse sarà quello di favorire l’accelerazione della conclusione del percorso di studio attraverso diverse strategie tra le quali l’accompagnamento allo
studio attraverso la figura del tutor che verifichi le cause dei ritardi e/o di dispersione e
supporti lo studente nel percorso residuo, predisponendo laddove possibile itinerari didat-
15
tici utili al superamento degli esami, tenendo conto che la eventuale criticità legata al numero di studenti fuori corso può anche essere connessa all’elevato numero di studenti lavoratori.
S’intende inoltre verificare in sede la corrispondenza del carico didattico con i CFU assegnati ad ogni esame e intervenire per ricalibrare il numero degli appelli nelle sessioni di
esame, rendendo stabili ed ordinarie 3 sedute per sessione alla fine di ogni semestre, mantenendo quelle autunnali. Lo studente lavoratore potrà usufruire di un programma personalizzato che non dovrà comportare un aumento del carico didattico previsto per lo studente
ordinario. Verranno monitorati gli esami sostenuti, in collaborazione con la Ripartizione
Didattica, per verificare e valutare l’efficacia degli interventi e se del caso apportare modifiche. Inoltre si ritiene utile potenziare l’orientamento nella scelta dell’argomento e del docente relatore per la discussione della tesi di laurea.
Nei tempi e nei modi indicati dall’ateneo, i docenti dell’Intercorso predisporranno le adeguate procedure per svolgere le prove di valutazione dei loro insegnamenti. Per verificare le
conoscenze in entrata degli studenti sui campi disciplinari principali è prevista una prova di
ingresso (test a risposta multipla). Eventuali carenze in uno dei suddetti ambiti disciplinari
verranno recuperate con corsi intensivi da parte del docente titolare dell’insegnamento,
prima dell’inizio delle lezioni.
Nell’intento di razionalizzare e riorganizzare gli spazi all’interno del dipartimento (apertura
delle sale dipartimentali come sale studio e laboratorio, prolungamento orario apertura di
tutte le biblioteche dell’area umanistica), si individuerà un’aula da adibire alle attività di laboratorio nel campo della ricerca sociologica e antropologica sui temi della sicurezza e dell’
integrazione, per sviluppare anche progetti scientifici in collaborazione con altre università
del panorama europeo e internazionale. Sarà inoltre sottoposto a verifica e aggiustamento il
carico didattico semestrale e trimestrale, per distribuire in maniera omogenea gli insegnamenti nel corso dell’anno accademico, considerando anche i periodi di laboratorio e stage.
Si ritiene importante anche il miglioramento della funzione di segreteria didattica per facilitare la relazione tra gli studenti e l’istituzione universitaria e per l’espletamento di tutte le
procedure burocratiche e gli altri compiti assegnati.
16