SETTIMANA 29e30-2012 v8:Layout 1 17/07/2012 14.35 Pagina 12 vita ecclesiale SPAGNA: UN ARTICOLATO DOCUMENTO DEI VESCOVI La verità dell’amore e della sessualità I l 25 luglio 1968 Paolo VI pub- blicava la lettera enciclica Humanae vitae. Avvicinandosi il 50° anniversario, già numerose sono le iniziative in programma, come il seminario internazionale (Roma, 20-21 settembre 2012), promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sul matrimonio e la famiglia, sul tema “Una sola carne: il linguaggio del corpo e dell’unione coniugale”. Un titolo che richiama da vicino il discorso di Benedetto XVI il 13 maggio 2011: «Prima della caduta, i corpi di Adamo ed Eva appaiono in perfetta armonia. C’è un linguaggio insito in loro che non sono essi ad aver creato, un eros radicato nella loro natura che li invita ad accogliersi l’un l’altro dalle mani del Creatore, in modo da potersi donare reciprocamente». Nel frattempo, tra le conferenze episcopali, è stata quella spagnola a pubblicare nel mese di luglio un documento organico sul tema “La verità dell’amore umano. Orientamenti sull’amore coniugale, l’ideologia di genere e la legislazione familiare”, prendendo spunto anche dal 7° Incontro mondiale delle famiglie e dalla presenza al governo del popolare Rajoy dopo il socialista Zapatero. Approvato il 26 aprile dall’Assemblea plenaria dei vescovi e poi dalla Commissione permanente in giugno, il corposo documento – 145 articoli e 139 citazioni – è stato illustrato dal segretario della Conferenza episcopale spagnola, Juan Antonio Martìnez Camino, il 4 luglio, vigilia dell’apertura della campagna di mobilitazione Aborto zero avviata dal Movimento prolife per ricordare all’attuale premier, Mariano Rajoy, il suo impegno elettorale in favore della vita e della maternità. Il 5 luglio ricorreva, infatti, il secondo anniversario dell’attuale legge in vigore sull’aborto che ne ha sancito la depenalizzazione per motivi legati alla salute della madre o del bambino. «Un documento ricco, per la riflessione e lo studio, destinato ad accompagnare la pastorale familiare, giovanile e la catechesi» l’ha definito il vescovo ausiliare di Madrid che non è mai sceso in polemica con il mondo politico o culturale. «Non siamo qui per combattere, ma per annunciare la Buona Notizia, per tutti», nonostante nell’Introduzione si legga che «la legislazione spagnola ha portato ad una svalutazione della famiglia e ad una cultura che, senza eufemismi, potrebbe essere descritta come una cultura di morte». Se diversi sono i motivi di speranza (la valutazione positiva dell’istituzione famiglia e il suo ruolo ancora importante nella società, la testimonianza di tanti coniugi, l’aumento dell’obiezione di coscienza del personale sanitario, la creazione di reti sociali a sostegno della maternità…), tante le ombre a livello sociale: aborti, fallimenti coniugali, sfruttamento dei più deboli, uso dei contraccettivi, rapporti prematrimoniali, prostituzione, violenza, pornografia, uso e dipendenza di alcol e droghe, internet e gioco d’azzardo. Un messaggio di speranza A partire da 1Gv 4,16, i vescovi USA: vescovi e legge ingiusta settimana 22 luglio 2012 | n° 29-30 P resentare nella stessa pagina 12 due documenti degli episcopati spagnoli e statunitensi può sembrare un accostamento occasionale. In realtà i testi segneranno in profondità l’evoluzione di quelle Chiese locali e influenzeranno il clima complessivo della Chiesa in Occidente. Sono assai diversi per argomento (l’amore nel caso spagnolo; la libertà religiosa in quello statunitense), per riferimenti locali (l’opposizione teologico-culturale alla teoria di genere, nel primo caso; la questione istituzionale e politica nel secondo), per forme argomentative (di carattere teologico il primo; di taglio civile e pastorale il secondo). E tuttavia la sfida sembra essere comune: i temi morali diventano temi pubblici decisivi. In qualche maniera, le tradizionali questioni della dottrina sociale sono fagocitate e assorbite dalla discussione sulla disciplina pubblica della morale personale, legata alla bioetica. In tutti e due i casi la polemica politica è rilevante: più attenuata nel caso spagnolo (il governo socialista di Za- patero non è più al potere; ma non manca la sollecitazione all’attuale premier, Mariano Rajoy, per la correzione delle leggi approvate, in particolare sull’aborto), assai più esplicita nel caso americano (il confronto pro o contro Obama è entrato nel vivo). La nostra prima, più cara libertà: è il titolo scelto dagli americani (il testo su Regno-doc. 9,2012,297; porta la data del 12 aprile). Oggi essa è in questione. Ne ricordano alcuni casi. Due sono a livello federale. Il primo riguarda la riforma sanitaria di Obama che allarga la protezione ai milioni di americani che ne erano privi; in essa si fa obbligo alle «istituzioni religiose a consentire e a finanziare la diffusione di un prodotto (relativo alla contraccezione, alla sterilizzazione e all’aborto) contrario ai loro insegnamenti morali». Il secondo attiene alla discriminazione contro i servizi umanitari cattolici che sono chiamati a fornire o a indicare agli utenti «servizi di contraccezione e aborto in violazione del magistero cattolico». Gli altri sono casi locali: leggi restrittive sull’immigrazione, condizionamenti nella gestione delle parrocchie, mancati riconoscimenti ad associazioni cattoliche studentesche, estromissioni delle agenzie cattoliche da quelle riconosciute per le adozioni e gli affidi, discriminazioni per le piccole comunità ecclesiali. L’argomentazione parte dal rilievo primario che la libertà religiosa ha nella Costituzione americana, dalla dimensione pubblica e collettiva del suo esercizio, dalla difesa che i cattolici americani ne hanno fatto anche dentro la Chiesa cattolica: in qualche maniera, la soluzione sulla libertà religiosa adottata dal Vaticano II porta il loro segno. «È questo il nostro patrimonio di americani, la nostra libertà più cara. È la prima delle libertà, in quanto, se non siamo liberi nella nostra coscienza e nella nostra pratica della religione, risultano fragili anche tutte le altre libertà». Attraverso citazioni dei padri fondatori, dei primi presidenti e dei testi recenti della Corte su- prema o di figure come Martin Luther King si giunge a teorizzare – elemento assai esposto per il contesto americano – la disobbedienza alla legge ingiusta. «Fa riflettere vedere il nostro governo promulgare una legge ingiusta. Non si può obbedire a una legge ingiusta. Di fronte a una legge ingiusta, non si può trovare un compromesso, soprattutto ricorrendo a un linguaggio equivoco e a prassi ingannevoli. Se oggi intravedono la prospettiva di leggi ingiuste, allora i cattolici, in America, in uno spirito di solidarietà con gli altri concittadini, devono avere il coraggio di non obbedire a tali leggi. Nessun americano lo desidera, e nessun cattolico lo vorrebbe, ma se dovesse ricadere sulle nostre spalle, dobbiamo farlo per dovere di cittadinanza e per obbligo di fede». «Una legge ingiusta “non è affatto una legge”, non può essere rispettata e, pertanto, non occorre andare in soccorso della coscienza: quello che si vuole è che venga abrogata». Consapevoli di poter essere schiacciati su una lunga stagione SETTIMANA 29e30-2012 v8:Layout 1 17/07/2012 14.35 Pagina 13 tempo (27). E più avanti si afferma come «la dimensione sociale e istituzionale appartenga alla stessa natura del matrimonio» (85-96). di appartenenza non affidabile ai “valori americani”, i vescovi sottolineano: «Noi cattolici sappiamo che la nostra storia ha ombre anche nel campo della libertà religiosa, per tutte le volte che, ad esempio, non abbiamo esteso anche ad altri, il dovuto rispetto di questa prima libertà. Eppure, il magistero della Chiesa è inequivocabile in materia di libertà religiosa». Il compito del confronto e del conflitto è delegato al laicato nelle forme della resistenza e del rifiuto. «Noi vescovi cerchiamo di portare la luce del Vangelo nella nostra vita pubblica, ma il lavoro politico è proprio di cattolici laici impegnati e coraggiosi. Li esortiamo a impegnarsi e ad organizzarsi nell’insistere affinché in quanto cattolici e in quanto americani non dobbiamo essere costretti a scegliere tra queste due identità. Vi è un bisogno urgente che i fedeli laici, in collaborazione con i cristiani, con gli ebrei e gli appartenenti ad altre fedi, facciano comprendere ai nostri rappresentanti eletti l’importanza di tutelare in modo permanente la libertà religiosa in una società libera». Il centro mediatore, prudentemente “liberal”, coerentemente conciliare della Chiesa americana è sottoposto a erosione sistematica. A favore di una polarizzazione crescente che parte dalle appartenenze politiche, ma che si allarga alle sensibilità teologiche, alle radici etniche e di genere. Non casualmente il testo fa riferimento al tema del martirio che è sì riferito ad altri contesti mondiali, ma non in maniera esclusiva: «Il nostro obbligo in patria è di difendere con forza la libertà religiosa, ma non possiamo dimenticare la situazione ben più grave in cui versano i credenti in una religione, in maggioranza cristiani, nel resto del pianeta. L’era del martirio non è ancora tramontata». L’americanismo che nella tradizione novecentesca rappresentava l’assimilazione nella forma cattolica dei valori americani, in cui il contesto storico-civile era avvertito come «diverso ma ospitale», si esprime oggi come «coscienza americana» che avverte il contesto storico-civile come «nemico». Una condizione di «Chiesa in una società ostile» che trova facili consensi in molti ambienti ecclesiali ben al di là degli USA. Il rifiuto dell’amore Peccato ed egoismo si oppongono alla realtà dell’amore e ne contraddicono la verità (36). Due gli scogli da evitare: da una parte, lo spiritualismo che vede nel corpo un ostacolo e, dall’altra una visione narcisistica, ed egoistica della sessualità, dove il corpo è manipolabile per ogni forma di piacere, predendo, in tal modo, la ricchezza e il significato della sessualità e della differenza sessuale (37). Dissociando la corporeità dalla spiritualità della persona, l’ideologia di «genere» – derivata da un forte dualismo antropologico – si presenta come una teoria scientifica devastante. Secondo tale visione, l’essere umano nasce sessualmente neutro e l’opzione sessuale dipende dalla libera scelta dell’individuo, dall’educazione che riceve e dal contesto culturale che lo circonda (54-65). Vengono poi citati i cambiamenti di pensiero a livello sociale, fino allo svuotamento di significato di certi termini. Basti pensare come il concetto di «matrimonio» dal punto di vista legislativo abbia finito con l’inglobare realtà estranee; o alla sostituzione di «marito e moglie» con il più generico «partner»; o il termine «ge- Lorenzo Prezzi nitori» preferito a «padre e madre» (109), per non parlare di altre espressioni come «divorcio exprés» o la «pillola del giorno dopo» (58-60). «Gli spagnoli – è stato detto in conferenza stampa – hanno perduto il diritto di riconoscersi come sposo e sposa, sono solo coniugi». Su questi temi i vescovi ricordano altresì la loro opposizione al progetto Educazione alla cittadinanza previsto dalla legge che depenalizza l’aborto (102). «La mancanza di un sostegno al matrimonio e alla famiglia è dovuta in gran parte a queste ideologie che incidono sulle scelte di politica familiare» (66). La privatizzazione dell’amore ridotto a puro sentimento romantico, senza implicazioni sociali, misconoscendo i frutti dell’amore coniugale e della famiglia recati alla società, costituisce un grave danno: la famiglia è un «vero capitale sociale difficilmente calcolabile in termini economici» commentava mons. Martìnez Camino. «Dietro la presunta neutralità di queste teorie esistono drammi personali che la Chiesa conosce bene. Tuttavia dobbiamo tener viva la speranza. La verità e la bellezza dell’amore sono in grado di superare ogni difficoltà, per quanto gravi possano essere» (77) e qui si riafferma l’accoglienza degli omosessuali. Un rinnovato impegno I rapporti interpersonali superano la logica dell’utilitarismo: istituzioni come il matrimonio e la famiglia sono indispensabili per raggiungere il bene comune in una società e la promozione della dignità di ogni persona e della donna in particolare (100104). «Riconoscere la differenza tra diverse realtà [matrimonio e unioni diverse ndr] è questione di giustizia», si afferma in riferimento alla legge del 1° luglio 2005 (107- 111). Il documento include un forte richiamo all’impegno dei cattolici – famiglia, parrocchia e scuola – con un appello ai politici ad «assumersi le proprie responsabilità, al di là di ogni disciplina di partito» (113). In questo momento di crisi e precarietà la difficoltà di formare nuove famiglie diventa un ostacolo alla felicità della persona e al futuro della società. Numerose sono le indicazioni pastorali per un rinnovato annuncio sull’amore umano «verso una cultura del matrimonio e della famiglia». Tra le proposte: la promozione della realtà del matrimonio perché «chiamati ad annunciare la buona notizia sul matrimonio e la famiglia per tutta l’umanità (126), l’educazione affettivo sessuale, la preparazione remota, prossima e immediata al matrimonio… «La migliore risposta all’ideologia di genere e alla crisi del matrimonio è la nuova evangelizzazione» (133), ma anche la promozione di politiche familiari adeguate «per costruire la casa e la città» (137-139). Maria Teresa Pontara Pederiva FRANCESCO SCANZIANI I luoghi dell’amore Lectio bibliche per coppie e gruppi di spiritualità familiare Anno C V era e propria ‘lectio coniugale’ in schede, il sussidio mette a tema le tonalità degli affetti e i diversi linguaggi dell’amore. Si rivolge anzitutto ai due, che vivono ogni giorno le fatiche e le gioie dello stare insieme. Elaborato e sperimentato da un gruppo di famiglie della diocesi di Milano, è basato sul Vangelo di Luca, che accompagna la liturgia dell’anno C. «SPIRITUALITÀ CONIUGALE» EDB pp. 112 - € 9,00 '&%$#"!%%$$$$""% %$$$$""% '&%$#"!% $$$$%$$ $$$$%$$ settimana 22 luglio 2012 | n° 29-30 ricordano che esiste un Amore che precede l’amore umano che da esso prende origine (n. 9). L’amore non è solo sentimento: imparare ad amare è prima di tutto accogliere e rispondere al dono ricevuto. Creati per amore, siamo destinati ad amare. L’amore è più del desiderio: è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano (Familiaris consortio n. 11), come la logica del dono è insita nell’amore. Ma i vescovi sottolineano anche che «la verità dell’amore è inscritta nel linguaggio del nostro corpo», la parte visibile della persona e un modo costitutivo di essere: maschio e femmina. La sessualità è inseparabile dalla persona (1723). L’amore coniugale fra un uomo e una donna è «impegnato» (nel testo «comprometido», in inglese si direbbe committed). La loro alleanza è una relazione anche morale, sociale e legale per via della volontà di condividere progetti per la vita. Sia nella Gaudium et spes che nell’Humanae vitae si riafferma che la fedeltà è un valore indissociabile dall’amore, così come l’esclusività, l’indissolubilità, la fecondità (25-35), e ciò va ben oltre la semplice coabitazione o convivenza. L’unità nella «carne» si riferisce alla totalità della reciproca complementarietà (corpo, carattere, cuore, intelligenza, volontà, anima) per dar vita ad una «comunità di amore» che dura nel 13