SETTIMANA n. 4/03 - Edizioni Dehoniane

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vita ecclesiale
SPAGNA: UN ARTICOLATO DOCUMENTO DEI VESCOVI
La verità dell’amore
e della sessualità
I l 25 luglio 1968 Paolo VI pub-
blicava la lettera enciclica Humanae vitae. Avvicinandosi il 50° anniversario, già numerose sono le
iniziative in programma, come il
seminario internazionale (Roma,
20-21 settembre 2012), promosso
dal Pontificio Istituto Giovanni
Paolo II per gli Studi sul matrimonio e la famiglia, sul tema
“Una sola carne: il linguaggio del
corpo e dell’unione coniugale”.
Un titolo che richiama da vicino
il discorso di Benedetto XVI il 13
maggio 2011: «Prima della caduta, i corpi di Adamo ed Eva appaiono in perfetta armonia. C’è
un linguaggio insito in loro che
non sono essi ad aver creato, un
eros radicato nella loro natura che
li invita ad accogliersi l’un l’altro
dalle mani del Creatore, in modo
da potersi donare reciprocamente».
Nel frattempo, tra le conferenze episcopali, è stata quella
spagnola a pubblicare nel mese di
luglio un documento organico sul
tema “La verità dell’amore
umano. Orientamenti sull’amore
coniugale, l’ideologia di genere e
la legislazione familiare”, prendendo spunto anche dal 7° Incontro mondiale delle famiglie e dalla
presenza al governo del popolare
Rajoy dopo il socialista Zapatero.
Approvato il 26 aprile dall’Assemblea plenaria dei vescovi e poi
dalla Commissione permanente
in giugno, il corposo documento
– 145 articoli e 139 citazioni – è
stato illustrato dal segretario della
Conferenza episcopale spagnola,
Juan Antonio Martìnez Camino, il 4
luglio, vigilia dell’apertura della
campagna di mobilitazione Aborto
zero avviata dal
Movimento prolife per ricordare
all’attuale premier,
Mariano Rajoy, il
suo impegno elettorale in favore della vita e della
maternità. Il 5 luglio ricorreva, infatti, il secondo anniversario dell’attuale legge in vigore sull’aborto che ne ha sancito la depenalizzazione per motivi legati
alla salute della madre o del bambino.
«Un documento ricco, per la riflessione e lo studio, destinato ad
accompagnare la pastorale familiare, giovanile e la catechesi» l’ha
definito il vescovo ausiliare di
Madrid che non è mai sceso in polemica con il mondo politico o
culturale. «Non siamo qui per
combattere, ma per annunciare la
Buona Notizia, per tutti», nonostante nell’Introduzione si legga
che «la legislazione spagnola ha
portato ad una svalutazione della
famiglia e ad una cultura che,
senza eufemismi, potrebbe essere
descritta come una cultura di
morte». Se diversi sono i motivi
di speranza (la valutazione positiva dell’istituzione famiglia e il
suo ruolo ancora importante nella
società, la testimonianza di tanti
coniugi, l’aumento dell’obiezione
di coscienza del personale sanitario, la creazione di reti sociali a sostegno della maternità…), tante le
ombre a livello sociale: aborti, fallimenti coniugali, sfruttamento
dei più deboli, uso dei contraccettivi, rapporti prematrimoniali,
prostituzione, violenza, pornografia, uso e dipendenza di alcol
e droghe, internet e gioco d’azzardo.
Un messaggio di speranza
A partire da 1Gv 4,16, i vescovi
USA: vescovi e legge ingiusta
settimana 22 luglio 2012 | n° 29-30
P resentare nella stessa pagina
12
due documenti degli episcopati
spagnoli e statunitensi può sembrare un accostamento occasionale. In realtà i testi segneranno
in profondità l’evoluzione di
quelle Chiese locali e influenzeranno il clima complessivo della
Chiesa in Occidente. Sono assai
diversi per argomento (l’amore
nel caso spagnolo; la libertà religiosa in quello statunitense), per
riferimenti locali (l’opposizione
teologico-culturale alla teoria di
genere, nel primo caso; la questione istituzionale e politica nel
secondo), per forme argomentative (di carattere teologico il
primo; di taglio civile e pastorale
il secondo). E tuttavia la sfida
sembra essere comune: i temi morali diventano temi pubblici decisivi. In qualche maniera, le tradizionali questioni della dottrina sociale sono fagocitate e assorbite
dalla discussione sulla disciplina
pubblica della morale personale,
legata alla bioetica. In tutti e due i
casi la polemica politica è rilevante: più attenuata nel caso spagnolo (il governo socialista di Za-
patero non è più al potere; ma non
manca la sollecitazione all’attuale
premier, Mariano Rajoy, per la
correzione delle leggi approvate,
in particolare sull’aborto), assai
più esplicita nel caso americano (il
confronto pro o contro Obama è
entrato nel vivo).
La nostra prima, più cara libertà: è il titolo scelto dagli americani (il testo su Regno-doc.
9,2012,297; porta la data del 12
aprile). Oggi essa è in questione.
Ne ricordano alcuni casi. Due
sono a livello federale. Il primo riguarda la riforma sanitaria di
Obama che allarga la protezione
ai milioni di americani che ne
erano privi; in essa si fa obbligo
alle «istituzioni religiose a consentire e a finanziare la diffusione
di un prodotto (relativo alla contraccezione, alla sterilizzazione e
all’aborto) contrario ai loro insegnamenti morali». Il secondo attiene alla discriminazione contro
i servizi umanitari cattolici che
sono chiamati a fornire o a indicare agli utenti «servizi di contraccezione e aborto in violazione
del magistero cattolico». Gli altri
sono casi locali: leggi restrittive
sull’immigrazione, condizionamenti nella gestione delle parrocchie, mancati riconoscimenti ad
associazioni cattoliche studentesche, estromissioni delle agenzie
cattoliche da quelle riconosciute
per le adozioni e gli affidi, discriminazioni per le piccole comunità
ecclesiali.
L’argomentazione parte dal rilievo primario che la libertà religiosa ha nella Costituzione americana, dalla dimensione pubblica e
collettiva del suo esercizio, dalla
difesa che i cattolici americani ne
hanno fatto anche dentro la
Chiesa cattolica: in qualche maniera, la soluzione sulla libertà religiosa adottata dal Vaticano II
porta il loro segno. «È questo il
nostro patrimonio di americani, la
nostra libertà più cara. È la prima
delle libertà, in quanto, se non
siamo liberi nella nostra coscienza
e nella nostra pratica della religione, risultano fragili anche tutte
le altre libertà».
Attraverso citazioni dei padri
fondatori, dei primi presidenti e
dei testi recenti della Corte su-
prema o di figure come Martin
Luther King si giunge a teorizzare
– elemento assai esposto per il
contesto americano – la disobbedienza alla legge ingiusta. «Fa riflettere vedere il nostro governo
promulgare una legge ingiusta.
Non si può obbedire a una legge
ingiusta. Di fronte a una legge ingiusta, non si può trovare un compromesso, soprattutto ricorrendo
a un linguaggio equivoco e a
prassi ingannevoli. Se oggi intravedono la prospettiva di leggi ingiuste, allora i cattolici, in America, in uno spirito di solidarietà
con gli altri concittadini, devono
avere il coraggio di non obbedire
a tali leggi. Nessun americano lo
desidera, e nessun cattolico lo vorrebbe, ma se dovesse ricadere
sulle nostre spalle, dobbiamo farlo
per dovere di cittadinanza e per
obbligo di fede». «Una legge ingiusta “non è affatto una legge”,
non può essere rispettata e, pertanto, non occorre andare in soccorso della coscienza: quello che
si vuole è che venga abrogata».
Consapevoli di poter essere
schiacciati su una lunga stagione
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tempo (27). E più avanti si afferma come «la dimensione sociale e istituzionale appartenga
alla stessa natura del matrimonio» (85-96).
di appartenenza non affidabile ai
“valori americani”, i vescovi sottolineano: «Noi cattolici sappiamo
che la nostra storia ha ombre anche nel campo della libertà religiosa, per tutte le volte che, ad
esempio, non abbiamo esteso anche ad altri, il dovuto rispetto di
questa prima libertà. Eppure, il
magistero della Chiesa è inequivocabile in materia di libertà religiosa». Il compito del confronto e
del conflitto è delegato al laicato
nelle forme della resistenza e del
rifiuto. «Noi vescovi cerchiamo di
portare la luce del Vangelo nella
nostra vita pubblica, ma il lavoro
politico è proprio di cattolici laici
impegnati e coraggiosi. Li esortiamo a impegnarsi e ad organizzarsi nell’insistere affinché in
quanto cattolici e in quanto americani non dobbiamo essere costretti a scegliere tra queste due
identità. Vi è un bisogno urgente
che i fedeli laici, in collaborazione
con i cristiani, con gli ebrei e gli
appartenenti ad altre fedi, facciano comprendere ai nostri rappresentanti eletti l’importanza di
tutelare in modo permanente la libertà religiosa in una società libera».
Il centro mediatore, prudentemente “liberal”, coerentemente
conciliare della Chiesa americana
è sottoposto a erosione sistematica. A favore di una polarizzazione crescente che parte dalle appartenenze politiche, ma che si allarga alle sensibilità teologiche,
alle radici etniche e di genere.
Non casualmente il testo fa riferimento al tema del martirio che è
sì riferito ad altri contesti mondiali, ma non in maniera esclusiva: «Il nostro obbligo in patria è
di difendere con forza la libertà
religiosa, ma non possiamo dimenticare la situazione ben più
grave in cui versano i credenti in
una religione, in maggioranza cristiani, nel resto del pianeta. L’era
del martirio non è ancora tramontata».
L’americanismo che nella tradizione novecentesca rappresentava l’assimilazione nella forma
cattolica dei valori americani, in
cui il contesto storico-civile era avvertito come «diverso ma ospitale», si esprime oggi come «coscienza americana» che avverte il
contesto storico-civile come «nemico». Una condizione di «Chiesa in una società ostile» che trova
facili consensi in molti ambienti
ecclesiali ben al di là degli USA.
Il rifiuto dell’amore
Peccato ed egoismo si oppongono alla realtà dell’amore e ne
contraddicono la verità (36).
Due gli scogli da evitare: da
una parte, lo spiritualismo che
vede nel corpo un ostacolo e, dall’altra una visione narcisistica, ed
egoistica della sessualità, dove il
corpo è manipolabile per ogni
forma di piacere, predendo, in tal
modo, la ricchezza e il significato
della sessualità e della differenza
sessuale (37). Dissociando la corporeità dalla spiritualità della persona, l’ideologia di «genere» – derivata da un forte dualismo antropologico – si presenta come
una teoria scientifica devastante.
Secondo tale visione, l’essere
umano nasce sessualmente neutro e l’opzione sessuale dipende
dalla libera scelta dell’individuo,
dall’educazione che riceve e dal
contesto culturale che lo circonda
(54-65).
Vengono poi citati i cambiamenti di pensiero a livello sociale,
fino allo svuotamento di significato di certi termini. Basti pensare
come il concetto di «matrimonio»
dal punto di vista legislativo abbia finito con l’inglobare realtà
estranee; o alla sostituzione di
«marito e moglie» con il più generico «partner»; o il termine «ge-
Lorenzo Prezzi
nitori» preferito a «padre e madre» (109), per non parlare di altre espressioni come «divorcio exprés» o la «pillola del giorno
dopo» (58-60). «Gli spagnoli – è
stato detto in conferenza stampa
– hanno perduto il diritto di riconoscersi come sposo e sposa, sono
solo coniugi».
Su questi temi i vescovi ricordano altresì la loro opposizione al
progetto Educazione alla cittadinanza previsto dalla legge che depenalizza l’aborto (102).
«La mancanza di un sostegno
al matrimonio e alla famiglia è dovuta in gran parte a queste ideologie che incidono sulle scelte di
politica familiare» (66). La privatizzazione dell’amore ridotto a
puro sentimento romantico,
senza implicazioni sociali, misconoscendo i frutti dell’amore coniugale e della famiglia recati alla
società, costituisce un grave
danno: la famiglia è un «vero capitale sociale difficilmente calcolabile in termini economici» commentava mons. Martìnez Camino.
«Dietro la presunta neutralità
di queste teorie esistono drammi
personali che la Chiesa conosce
bene. Tuttavia dobbiamo tener
viva la speranza. La verità e la bellezza dell’amore sono in grado di
superare ogni difficoltà, per
quanto gravi possano essere» (77)
e qui si riafferma l’accoglienza degli omosessuali.
Un rinnovato impegno
I rapporti interpersonali superano la logica dell’utilitarismo:
istituzioni come il matrimonio e
la famiglia sono indispensabili
per raggiungere il bene comune
in una società e la promozione
della dignità di ogni persona e
della donna in particolare (100104).
«Riconoscere la differenza tra
diverse realtà [matrimonio e
unioni diverse ndr] è questione di
giustizia», si afferma in riferimento alla legge del 1° luglio 2005
(107- 111).
Il documento include un forte
richiamo all’impegno dei cattolici
– famiglia, parrocchia e scuola –
con un appello ai politici ad «assumersi le proprie responsabilità,
al di là di ogni disciplina di partito» (113). In questo momento di
crisi e precarietà la difficoltà di
formare nuove famiglie diventa
un ostacolo alla felicità della persona e al futuro della società. Numerose sono le indicazioni pastorali per un rinnovato annuncio
sull’amore umano «verso una cultura del matrimonio e della famiglia». Tra le proposte: la promozione della realtà del matrimonio
perché «chiamati ad annunciare
la buona notizia sul matrimonio
e la famiglia per tutta l’umanità
(126), l’educazione affettivo sessuale, la preparazione remota,
prossima e immediata al matrimonio…
«La migliore risposta all’ideologia di genere e alla crisi del matrimonio è la nuova evangelizzazione» (133), ma anche la promozione di politiche familiari adeguate «per costruire la casa e la
città» (137-139).
Maria Teresa Pontara Pederiva
FRANCESCO SCANZIANI
I luoghi
dell’amore
Lectio bibliche per coppie e gruppi di spiritualità familiare
Anno C
V
era e propria ‘lectio coniugale’ in schede, il
sussidio mette a tema le tonalità degli affetti
e i diversi linguaggi dell’amore. Si rivolge anzitutto
ai due, che vivono ogni giorno le fatiche e le gioie
dello stare insieme. Elaborato e sperimentato da
un gruppo di famiglie della diocesi di Milano, è
basato sul Vangelo di Luca, che accompagna la
liturgia dell’anno C.
«SPIRITUALITÀ CONIUGALE»
EDB
pp. 112 - € 9,00
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settimana 22 luglio 2012 | n° 29-30
ricordano che esiste un Amore
che precede l’amore umano che
da esso prende origine (n. 9).
L’amore non è solo sentimento:
imparare ad amare è prima di
tutto accogliere e rispondere al
dono ricevuto. Creati per amore,
siamo destinati ad amare.
L’amore è più del desiderio: è la
fondamentale e nativa vocazione
di ogni essere umano (Familiaris
consortio n. 11), come la logica del
dono è insita nell’amore. Ma i vescovi sottolineano anche che «la
verità dell’amore è inscritta nel
linguaggio del nostro corpo», la
parte visibile della persona e un
modo costitutivo di essere: maschio e femmina. La sessualità è
inseparabile dalla persona (1723).
L’amore coniugale fra un
uomo e una donna è «impegnato» (nel testo «comprometido», in inglese si direbbe committed). La loro alleanza è una relazione anche morale, sociale e legale per via della volontà di condividere progetti per la vita. Sia
nella Gaudium et spes che
nell’Humanae vitae si riafferma
che la fedeltà è un valore indissociabile dall’amore, così come
l’esclusività, l’indissolubilità, la fecondità (25-35), e ciò va ben oltre
la semplice coabitazione o convivenza. L’unità nella «carne» si riferisce alla totalità della reciproca
complementarietà (corpo, carattere, cuore, intelligenza, volontà,
anima) per dar vita ad una «comunità di amore» che dura nel
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