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Il Prelievo di midollo osseo
Il midollo osseo può essere prelevato per scopi diagnostici o per scopi terapeutici (donazione per trapianto).
In entrambi i casi il prelievo viene eseguito mediante agoaspirato generalmente dalle ossa del bacino e in particolare
dalle creste iliache (v. fig. 5 e 6). Nel primo caso la spina iliaca posteriore superiore viene localizzata e l’area
cutanea sovrastante viene pulita e disinfettata con una soluzione antisettica. Si pratica anestesia locale dell’area
prescelta mediante infiltrazione fino al periostio di 10 ml di anestetico (xilocaina 2% o altro prodotto analogo). Dopo 5
minuti circa si infigge l’ago da aspirato midollare nella cresta iliaca fino a penetrare nella cavità midollare. Si estrae
dall’ago il mandrino, si inserisce una siringa di vetro o di plastica monouso da 10 ml contenente 0,2 ml di eparina
(1000 unità/ml) e si aspirano pochi ml di midollo osseo (frustoli di midollo con sangue sinusoidale) ritirando indietro con
forza lo stantuffo della siringa. Il prelievo generalmente è molto rapido e provoca dolore locale moderato che scompare
rapidamente. Nel secondo caso, il procedimento è molto simile ma la quantità di midollo da prelevare è molto maggiore
(fino a 500-1000 ml, e
guarda l'immagine nelle sue dimensioni reali
Fig.5 - Le spine iliache postero-superiori, indicate dalle frecce, e le creste iliache sono le sedi in cui si pratica
comunemente il prelievo del midollo osseo per trapianto. guarda l'immagine nelle sue dimensioni reali Fig.6 - Prelievo del
midollo osseo dalla spina iliaca postero-superiore sinistra, con il donatore in decubito prono. Di solito due medici
lavorano ai due lati del donatore e prelevano simultaneamente il midollo osseo dalle due spineiliache posterosuperiori.anche di più, a seconda del peso corporeo del donatore e del paziente). Per ottenere sospensioni midollari
ricche in cellule staminali e progenitori emopoietici, bisogna prelevare pochi ml di midollo con ogni agoaspirato,
evitandone una diluizione eccessiva e inutile col sangue periferico. Perciò si devono praticare numerose punture e
aspirazioni in punti diversi delle creste iliache. Ciò impone per il donatore un’anestesia generale o spinale al
momento della donazione, un predeposito di sangue autologo una-due settimane prima (verrà reinfuso al termine del
prelievo del midollo osseo), e una serie di
Tab.2 - Indagini preliminari da eseguire sul donatore di midollo osseo, prima della
donazione
1. Visita medica con anamnesi e esame obiettivo;
2. Esame emocromocitometrico completo, con formula leucocitaria e conteggio piastrine;
3. Esami ematochimici: azotemia, glicemia, creatininemia, bilirubinemia totale e frazionata, transaminasi, γGT,
fosfatasi alcalina, protidemia totale e elettroforesi della sieroproteine, colinesterasi, elettroliti sierici (Na, K, Cl,Ca e Mg),
dosaggio delle IgG, IgA, IgM, sideremia e ferritinemia;
4. VES e titolo anti-streptolisine;
5. Test della coagulazione: PT, PTT, fibrinogenemia, proteina C e anti-trombina III;
6. Virologia: anticorpi anti-HVS, HVZ, EBV, HBsAg, HCV;
7. Toxotest e sierodiagnosi per tifo, paratifo A e B, e brucellosi;
8. Diagnosi sierologica e molecolare di HIV1 e 2, e CMV;
9. Esame urine;
10. Test allergologici per anestetici;
11. Valutazione anestesiologica;
12. Valutazione cardiologica con ECG e Eco CG;
13. Radiografia del torace
14. Ecografia addome.
esami preliminari volti ad accertare le sue condizioni di salute, in modo da escludere rischi significativi sia per il paziente
che riceverà il midollo (infezioni, neoplasie), sia per lo stesso donatore (vedi tabella 2).
Il prelievo di midollo osseo per trapianto dura mediamente 30-45 minuti e non comporta danni o menomazioni al
donatore, quando le procedure previste e i criteri di esclusione sono rispettati (v.tabella 3). Questo dimostra
l’esperienza di alcune centinaia di migliaia di prelievi per TMO effettuati nel mondo. Solo un indolenzimento
modesto
Tab.3 - Principali criteri di esclusione dalla donazione di midollo osseo
1. Comportamenti a rischio di infezioni trasmissibili con l’infusione di midollo e derivati del sangue:
• assunzione di droghe;
• agopuntura, tatuaggi, piercing;
• rapporti omosessuali promiscui;
• rapporti sessuali con sconosciuti;
• trasfusioni ricevute fino a 5 anni prima;
2. Presenza di epatite o ittero;
3. Presenza di malattire veneree;
4. Positività per: Test della sifilide (TPHA o VDRL);
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Test dell’A.I.D.S. (HIV1 e 2);
Test dell’epatite B (HBsAg);
Test dell’epatite C (anti-HCV);
5. Rapporti sessuali con persone incluse in quest’elenco;
6. Tutte le altre condizioni di esclusione elencate nella legge 4 maggio 1990 n. 107 e relativi decreti attuativi.
e di breve durata nella sede del prelievo, il rischio estremamente raro legato all’anestesia generale (1:10.000), e il
fastidio di due giorni di ricovero in ospedale, sono da considerare.
La quantità di midollo da prelevare per un TMO, è calcolata come numero di cellule nucleate per kg di peso del paziente.
Per un trapianto autologo ne sono sufficienti 2,0 x 108/kg di peso del ricevente. Per un trapianto allogenico da donatore
familiare HLA-identico occorrono almeno 3,0x108 cellule nucleate/kg di peso del ricevente.
Infine, per un TMO da donatore non familiare, o non del tutto HLA identico, o in caso di manipolazione del midollo
(rimozione dei linfociti T o dei globuli rossi o del plasma) occorre un numero maggiore di cellule nucleate/kg.
Il midollo prelevato si ricostruisce nel donatore in 7-10 giorni spontaneamente. Dopo il prelievo; il midollo osseo viene
filtrato per rimuovere eventuali microcoaguli, piccoli frammenti ossei, ed altre possibili impurità, e viene quindi raccolto in
apposite sacche di plastica simili a quelle trasfusionali. L’incompatibilità ABO tra donatore e ricevente non è un
impedimento al TMO. Tuttavia, poiché la sospensione di midollo da infondere contiene grandi quantità di globuli rossi, se
l’incompatibilità tra paziente e donatore è del tipo paziente O/donatore A, B o AB, oppure paziente A/donatore B o
AB, o pazienti B/donatore A o AB, si procede alla rimozione dei globuli rossi dalla sospensione di midollo prima di
infonderla nel paziente, onde evitare una pericolosa emolisi.
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