LEZIONE 11 – IL SANGUE (SECONDA PARTE) OBIETTIVI • Descrivere struttura e funzione del tessuto emopoietico. • Descrivere il meccanismo della genesi delle emazie. • Descrivere struttura e metabolismo dell’emoglobina. • Illustrare i gruppi sanguigni. IL SANGUE IL MIDOLLO OSSEO • Nel midollo osseo vi sono cellule staminali ( emocitoblasti) che differenziandosi danno origine ai progenitori degli elementi figurati del sangue. • Dagli emocitoblasti originano: cellule staminali mieloidi, che differenziandosi danno origine ai globuli rossi e a diversi tipi di globuli bianchi; cellule staminali linfoidi, che differenziandosi danno origine ai linfociti. ERITROPOIESI Dalle cellule staminali mieloidi, si differenzia la serie dei progenitori dei globuli rossi attraverso un complesso sistema di maturazione e proliferazione delle cellule: da proeritroblasto a vari stadi di maturazione dell’eritroblasto, la cellula espelle il nucleo e, sottoforma di reticolocita, entra nel torrente sanguigno, perdendo in breve anche gli organuli che al microscopio ottico conferiscono al citoplasma l’aspetto reticolato da cui trae il nome, e diviene eritrocita. L’attività di eritropoiesi dipende da ormoni (eritropoietina, tiroxina, androgeni, ormone somatotropo) e dalla presenza di aminoacidi, ferro e vitamine (B6, B12 e acido folico). EMOGLOBINA • L’emoglobina costituisce il 95% delle proteine intracellulari del globulo rosso (ciascun globulo rosso contiene circa 280 milioni di molecole di emoglobina) (il contenuto di emoglobina del sangue intero è espresso in grammi per 100 ml di sangue: 14-18 nel maschio e 12-16 nella femmina). • L’emoglobina è il composto responsabile della capacità del globulo rosso di trasportare gas. • La molecola di emoglobina è formata da quattro sub unità proteiche globulari in coppia, simili alla mioglobina presente in alcune fibre muscolari, ciascuna delle quali contiene una molecola di eme, pigmento di natura complessa che lega uno ione ferro. • Ciascun eme lega lo ione ferro in modo che esso possa interagire con una molecola di ossigeno e formare ossiemoglobina con un legame reversibile ( in questo modo ciascun globulo rosso può veicolare più di un miliardo di molecole di ossigeno e il sangue è rosso vivo). • Quando i livelli di ossigeno nel plasma sono bassi (capillari periferici vicino a tessuti e cellule) l’emoglobina cede ossigeno e lega anidride carbonica (carbaminoemoglobina) e il sangue è rosso scuro. • Quando tali livelli sono all’opposto (capillari polmonari) l’emoglobina cede anidride carbonica e lega ossigeno. • Con l’invecchiamento dovuto alla sua impossibilità a rinnovarsi, il globulo rosso viene demolito dalle cellule fagocitiche site in fegato, milza e midollo osseo, con il recupero ed il riutilizzo delle varie componenti dell’emoglobina. • Le proteine globulari vengono riutilizzate come fonte di aminoacidi. • L’unità eme, privata del ferro, viene riconvertita a biliverdina e alla successiva bilirubina, che verranno escrete dal fegato con la bile e vanno a costituire i pigmenti di urina e di feci. • Il ferro viene liberato nel sangue e si lega alla transferrina, che lo veicola al midollo osseo per essere riutilizzato (fabbisogno giornaliero di 26 mg). GRUPPI SANGUIGNI I gruppi sanguigni rappresentano diversi tipi di sangue, distinti in base alla presenza o meno, sul globulo rosso, di determinate sostanze (antigeni di superficie; almeno 50 tipi) dette agglutinogeni, capaci di scatenare una risposta immunitaria, cioè un meccanismo di difesa, quando vengano a contatto con il plasma di un altro organismo, che li riconosce come estranei mediante anticorpi plasmatici detti agglutinine. Le agglutinine sono capaci di distruggere in vitro e in vivo i globuli rossi contenenti antigeni di gruppo diverso tramite una reazione di aggregazione detta agglutinazione. I primi gruppi sanguigni identificati sono quelli del sistema noto come sistema AB0 (A, B, Zero), in base agli studi di Landsteiner, che dimostrarono che i globuli rossi umani contengono due antigeni chiamati A e B. Ciascun globulo rosso può contenere: l'antigene A (gruppo A) oppure quello B (gruppo B) oppure entrambi (gruppo AB) oppure nessuno (gruppo Zero). Il plasma sanguigno degli individui di gruppo A contiene l'agglutinina beta (anti-B) capace di distruggere i globuli rossi del sangue dei gruppi B e AB. Il plasma sanguigno degli individui di gruppo B contiene l'agglutinina alfa (anti-A) capace di distruggere i globuli rossi dei gruppi A e AB. Nel plasma sanguigno degli individui di gruppo 0 sono presenti entrambe le agglutinine. Nel plasma sanguigno degli individui di gruppo AB non è presente alcuna agglutinina. FATTORE RH Nel 1941 Landsteiner e Wiener misero in evidenza nei globuli rossi di una scimmia, Macacus Rhesus, e successivamente in quelli umani, un nuovo antigene che chiamarono fattore Rh (che in realtà consta di tre distinte frazioni Rh0, Rh', Rh") capace di determinare la comparsa di agglutinine specifiche nel sangue di altri individui. Come per gli antigeni del sistema AB0, la presenza o l'assenza del fattore Rh è ereditaria ed in base ad essa la popolazione viene suddivisa in due gruppi: Rh+ in cui è presente e Rh- in cui manca. Il fattore Rh ha importanti riflessi in medicina. Un eventuale feto Rh+ avente madre Rh- e padre Rh+, provoca nel sangue della madre la comparsa di anticorpi capaci di agglutinare le emazie Rh+. Si parla di incompatibilità materno-fetale che si verifica in genere al secondo parto o nei successivi. Questa incompatibilità provoca la malattia emolitica del neonato che nel passato aveva gravissime conseguenze. Le attuali terapie consentono di evitare ai neonati ogni rischio. Infine, nel caso di eventuale trasfusione sanguigna, la compatibilità del fattore Rh segue un andamento analogo a quello del sistema AB0 poiché il ricevente non deve sviluppare anticorpi contro il donatore. Nei limiti del possibile, nella pratica clinica, al ricevente viene trasfuso sangue di gruppo identico al suo.