Il Novecento in Francia e in URSS
In Francia
In Francia si costituisce, attorno agli anni venti, un gruppo di musicisti decisi ad opporsi
all'impressionismo di Debussy. E' il cosiddetto Gruppo dei Sei, formato da Arthur Honegger (18921955), Darius Milhaud (1892-1974), Francis Poulenc (1899-1863), Georges Auric (1899-1983),
Germaine Tailleferre (1892-1983), Louis Durey (1888-1979).
Il Gruppo non ha però un programma unitario e ben presto i suoi componenti si disperdono in
percorsi diversi. Tra i sei Honegger è quello che incontra maggiore popolarità. Compositore e
direttore d'orchestra, nel 1923 compone Pacific 231, un pezzo sinfonico ispirato alla partenza di una
locomotiva.
Dopo il Gruppo dei Sei, si crea in Francia una nuova avanguardia, detta la “Jeune France”, la
Giovane Francia. Ne fanno parte, tra gli altri, André Jolivet (1905-1974) e Olivier Messiaen (19081992). Quest'ultimo studia e classifica con scrupolosa attenzione il canto degli uccelli. Pierre
Boulez, suo allievo, diverrà uno dei maggiori esponenti della musica francese contemporanea.
In URSS
Dall'Unione Sovietica arrivano importanti contributi alla musica del Novecento. I maggiori
esponenti sono:
Sergej Rachmaninov (1873-1943), compositore, direttore d'orchestra e pianista di livello
internazionale. Scrive le opere Paganini e Francesca da Rimini; lieder, sinfonie, il poema sinfonico
L'isola dei morti. Il suo nome è però legato soprattuto ai meravigliosi quattro concerti per pianoforte
e orchestra.
Alexandr Skrjabin (1872-1915) è compositore e pianista. Si spinge nel linguaggio musicale
d'avanguardia: appassionato di esoterismo, elabora strane corrispondenze tra suoni e colori. Propone
uno accordo particolare, detto “accordo mistico”, formato dalla sovrapposizione di suoni a distanza
di quarta. Scrive il Poema dell'estasi e il Poema divino per orchestra, molte composizioni per
pianoforte, diverse sonate per pianoforte, tra cui la Messa bianca e la Messa nera.
Dimitri Shostakovic (1906-1975) è uno dei maggiori sinfonisti del Novecento: scrive ben 15
sinfonie, tra le quali molto eseguita è la settima, detta “Leningrado”. Oltre a composizioni ispirate
alle melodie popolari, che nel periodo della rivoluzione assumono anche un significato politico,
Shostakovic scrive brani in puro stile jazz. Compone le opere Il naso, Katerina Ismailova, l'operetta
Mosca, alcuni balletti, concerti, il poema sinfonico Ottobre e molta musica da camera.
Sergej Prokofiev (1891-1953) studia composizione al Conservatorio di San Pietroburgo con
Nicolai Rimski-Korsakov. Si distingue subito per la scrittura ritmicamente incisiva, fatta di timbri
audaci, di forti contrasti sonori. La sua produzione comprende 8 opere (tra cui L’amore delle tre
melarance, Il Giocatore, tratta dall’opera omonima di Dostoevskij, Guerra e Pace, da Tolstoj),
musica per film (Aleksandr Nevskij di Eisenštein), 9 balletti (Romeo e Giulietta, Cenerentola), 7
sinfonie (tra cui la Sinfonia Classica), concerti, lieder, musica da camera e il gustosissimo Pierino e
il lupo (1936), una fiaba musicale nata con l’intento di far conoscere ai bambini gli strumenti
dell’orchestra.
Igor Stravinsky (1882-1971) è forse il più grande compositore del Novecento. Attraversa stili
differenti e ne anticipa molti. Allievo di Rimski-Korsakov, si forma nella migliore tradizione
musicale russa. E' un artista aperto a stimoli diversi: all'impressionismo, alla politonalità,
all'atonalità, al jazz. Per questo la sua musica si rinnova costantemente, attraversando vere e proprie
“stagioni” stilistiche. L'incontro con il celebre coreografo Sergej Djaghilev lo stimola a comporre
musiche per il balletto: L'uccello di fuoco (1909), Petrushka (1911-12), La sagra della primavera
(1913), composizioni ritenute tra i suoi massimi capolavori. A queste vanno aggiunte Pulcinella e
L'histoire du soldat.