scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone

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Discografia
Prossimi concerti
Widerkehr
O. Zoboli/Pan Classics
Schneeman - Giacometti /Channell
H. Jadin
J.C.Pennettier - HM/Musique d'abord
Martedì 8 novembre 2011
TRIO ATOS
Annette von Hehn violino
Stefan Heinemeyer violoncello
Thomas Hoppe pianoforte
Joseph Haydn/Wolfgang Rihm/Ludwig van Beethoven
Schumann
Pierlot - Hubeau
Schellenberger - Koenen
Goossens - Moore
Dombrecht - Immerseel Accent
Giovedì 24 novembre 2011
LAURA BORTOLOTTO violino
MATTEO ANDRI pianoforte
Ludwig van Beethoven/Arvo Pärt/Stefano Maria Torchio/Edvard
Grieg
C.V. Alkan
Smith - Emi
Venerdì 2 dicembre 2011/’900&oltre
JAN MICHIELS pianoforte
Ein Musikalisches Opfer
Ricercar... caminar
di Jan Michiels
Saint-Saëns
Goritzky - Requejo Claves
Nash Ensemble
Teatro Comunale
di Monfalcone
Musica 2011-2012
Programma
Jacques Widerkehr (1759-1823)
Sonate pour hautbois et piano
Allegro - Menuetto - Adagio sans lenteur - Allegro
Hyacinthe Jadin (1776-1800)
Sonate pour piano op. 4 n. 3 en ut dièse mineur
Allegro moderato - Adagio - Rondeau allegretto
Robert Schumann (1810 – 1856)
Drei Romanzen op. 94
Nicht schnell - Einfach, innig - Nicht schnell
***
Louis-Emmanuel Jadin (1768-1853)
Nocturne pour hautbois et piano n. 1 en la mineur Maestoso - Andantino
Charles-Valentin Alkan (1813-1888)
Nocturne pour piano en si majeur op. 22
PATRICK BEAUGIRAUD oboe
LAMIA BENSMAIL pianoforte
Comune di Monfalcone
Servizio Attività Culturali, Educative e Sportive
Programma
UN SECOLO DI MUSICA PER OBOE
Camille Saint-Saëns (1835-1921)
Sonate pour hautbois et piano
Andantino - Allegretto - Molto allegro
Il concerto è realizzato
In coproduzione con
in collaborazione con
con il contributo di
Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDirezione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
in collaborazione con
Fazioli Pianoforti
Il giornale della musica
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Direttore artistico
Filippo Juvarra
Dirigente del Servizio
Giovanna D’Agostini
Informazioni
[email protected]
www.teatromonfalcone.it
Stampa a cura di
Il Palazzetto Bru Zane - Centre de musique
romantique française ha come vocazione di
favorire la riscoperta del patrimonio musicale
francese del grande Ottocento (1780-1920),
offrendogli quell’irradiamento che merita e che
ancora gli fa difetto.
Ospitato a Venezia in un palazzo del 1695
appositamente restaurato a tal fine, il Palazzetto Bru
Zane - Centre de musique romantique française è
una realizzazione della Fondation Bru. Coniugando
ambizione artistica ed esigenza scientifica, il Centre
rispecchia lo spirito umanistico che guida le azioni
di questa fondazione.
Ricerca ed editoria, programmazione e diffusione
di concerti in ambito internazionale, sostegno alla
registrazione discografica, queste le principali attività
del Palazzetto Bru Zane, il quale ha aperto le sue
porte nel 2009.
Venerdì 28 ottobre 2011 ore 20.45
PATRICK BEAUGIRAUD oboe
LAMIA BENSMAIL pianoforte
UN SECOLO DI MUSICA PER OBOE
Gli interpreti
Patrick Beaugiraud ha studiato oboe con César Ognibène, Jacques
Chambon, Maurice Bourgues e Heinz Holliger. Oltre a suonare l’oboe
moderno, interpreta il repertorio barocco, classico e romantico sui
strumenti d’epoca nell’ambito delle migliori formazioni: La Petite Bande,
Le Concert d’Astrée, il Ricercar Consort, il Bach Collegium Japan, Il
Complesso Barocco, Pulcinella, il Dunedin Consort, Europa Galante, La
Grande Écurie et La Chambre du Roy, l’Ensemble Baroque de Limoges,
Gli Angeli, Les Sybarites, Café Zimmermann ecc. lo richiedono per
numerosi concerti, tournées (Europa, Cina, Giappone, Nord e Sud
America) e registrazioni. Tra le altre cose, ha registrato i Concerti per
oboe di Bach, musica da camera di Couperin, il Quartetto con oboe di
Mozart, la Sinfonia concertante di Haydn. Come solista, si esibisce con
Ann Sophie von Otter, Natalie Dessay, Emmanuelle Haïm,
SigiswaldKuijken, Christophe Coin e Andreas Scholl. Insegna oboe
barocco al Conservatoire national supérieur de musique di Lione.
Nata nel 1978 a Orano in Algeria, Lamia Bensmail intraprende gli studi
musicali al Conservatoire national de région di Tolosa, dove riceve il
primo premio di pianoforte, musica da camera e analisi musicale. Dopo
un ciclo di perfezionamento con il pianista Thierry Huillet, prosegue gli
studi al Conservatorio reale superiore di Madrid, nella classe di Ana
Guijarro. Nel 2002 intraprende la sua formazione nell’ambito degli
strumenti storici presso il Département de musique ancienne di Tolosa
con Yasuko Bouvard, che la inizia al fortepiano; in parallelo, Lamia
Bensmail segue una formazione didattica presso il Centre d’études
supérieures musicales di Tolosa. Prosegue la sua formazione presso il
dipartimento di musica antica dell’ESMUC (Scuola superiore di musica
di Catalogna) a Barcellona, dove studia con Arthur Schoonderwoerd
(fortepiano), Lorenzo Coppola, Bruno Cocset (musica da camera) e
Eduard Martinez (basso continuo). Ha ricevuto anche i consigli di Paul
Badura-Skoda, Jos van Immerseel, Claire Chevallier, Melvyn Tan.
Stabilitasi attualmente a Barcellona, divide il proprio tempo tra l’attività
didattica e la musica da camera, in particolare il lied. Si è esibita in
numerosi festival e rassegne concertistiche in Francia, Belgio e Spagna:
Festival delle musiche iberiche, Estate di Anversa, Auditori de Girona,
Festival de Cadaqués, Fondazione la Caixa di Barcellona, Madrid o
Palma di Maiorca.
Note al programma
L’oboe nell’Ottocento
Nel corso dei primi decenni dell’Ottocento l’oboe conosce un certo
numero di migliorie tecniche: otto nuove chiavi e dei doppi fori offrono
nuove possibilità di esecuzione agli strumentisti. Quello è anche il
periodo in cui l’oboe si stabilizza all’interno delle orchestre: appare
contemporaneamente nella nomenclatura delle sinfonie viennesi o
francesi e in quella delle opere. Sotto l’impulso del Conservatorio di
Parigi e di grandi solisti come Henri Brod (1799-1839) lo strumento,
istituzionalizzato, diventa imprescindibile, ma la sua presenza nelle sale da
concerto come strumento solista rimane eccezionale negli anni tra la
Rivoluzione e la Terza Repubblica (d’Indy, Saint-Saëns, Franck). La
concorrenza del clarinetto spiega in parte questa disaffezione; l’apparente
difficoltà di emissione del suono, letta sul volto dell’interprete, appanna
anche la soddisfazione dello spettatore nell’ascoltare uno strumento che
reputa “ingrato”. L’apparizione del quintetto a fiati (Reicha) offre
nondimeno all’oboe un campo di sperimentazione lungo l’intero secolo.
Jacques Widerkehr (1759-1823)
Nato a Strasburgo, Widerkehr è stato, secondo alcune fonti, allievo di Franz
Xaver Richter. Più verosimilmente, ha seguito l’insegnamento di
Dumouchau a Strasburgo per il violoncello prima di giungere a Parigi nel
1783. Suona allora regolarmente nei concerti della Loge olympique e del
Concert spirituel [...]. Durante la Rivoluzione e il Consolato il suo nome
appare di frequente nei programmi accanto a quelli di Devienne, Eler o
Gebauer. Le parti soliste della dozzina di sinfonie concertanti di cui è autore
sono scritte anzitutto per strumenti a fiato (clarinetto, flauto, oboe, fagotto o
corno) e sono destinate ai primi musicisti di Parigi. Le partiture che ci sono
pervenute attestano una scrittura accurata, melodiosa e leggera, propugnata
con passione dai giornali dell’epoca [...]. A lui si devono anche due sinfonie
per grande orchestra, vari pezzi di musica da camera (sonate e notturni per
fortepiano, duo concertanti, quartetti e quintetti per archi, trii per fiati) e
opere vocali che vanno dalla romanza alle arie rivoluzionarie (uno Chant de
guerre e un’Ode sur l’enfance).
Sonata per oboe e pianoforte in mi minore
Composti intorno al 1794 e pubblicati da Érard nel 1817, i Trois Duos pour
piano et violon ou hautbois di Widerkehr figurano come eccezioni nel
panorama poco prolifico del repertorio per oboe di quel periodo. Il primo di
essi, il duo in mi minore, si distingue per una costruzione in quattro parti
(laddove la sonata classica ne contiene generalmente solo tre): due allegri
(in forma sonata) incorniciano un minuetto e quindi un movimento lento
(di forma ABA).
Hyacinthe Jadin (1776-1800)
[...] Fratello minore di Louis- Emmanuel Jadin, pianista e compositore,
prolifico autore di opéras-comiques (1768-1853) [...]. Si dedicò prestissimo al
pianoforte [...] e nel 1789 interpreta uno dei suoi primi concerti al Concert
Spirituel, intraprendendo una duplice carriera di concertista e di compositore.
Due anni dopo, lo ritroviamo secondo accompagnatore del théâtre de
Monsieur, ribattezzato théâtre Feydeau nel 1791. Qui conquista a poco a poco
la notorietà poiché il suo talento suscita l’ammirazione generale, in particolare
durante la stagione 1796-1797. Al culmine della gloria, porta a termine un
imponente corpus di sonate, concerti, trii e quartetti per archi. Nominato
professore di pianoforte al Conservatorio di Parigi fin dalla sua istituzione nel
1795, conservò tale incarico fino alla morte prematura, a ventiquattro anni.
Hyacinthe Jadin è innegabilmente una delle figure più originali e più
visionarie della musica francese all’epoca del primo romanticismo [...] e
incarna con il suo stile una sensibilità tipicamente francese.
Sonata per pianoforte op. 4 n. 3 in do diesis minore
Composte intorno al 1790 e pubblicate nel 1795 (anno della fondazione del
Conservatorio di Parigi e della nomina di Hyacinthe Jadin a docente di
pianoforte), le tre sonate dell’opera 4 si situano al bivio delle grandi correnti
musicali europee: produzioni del periodo classico, sono ancora
profondamente radicate nella tradizione barocca (in particolare nei
movimenti lenti) e tuttavia prefigurano – per la loro meccanica – il tocco dei
virtuosi preromantici.
Robert Schumann (1810 – 1856): Drei Romanzen op. 94
Così come l’opera pianistica, prevalentemente concentrata entro il primo
decennio della produzione di Schumann, anche le musiche per strumenti a
fiato si collocano in un ambito ben circoscritto, confermando ulteriormente
la consuetudine del compositore nel procedere per filoni mutando organici
e generi, una volta esaurite le potenzialità espressive, salvo poi ritornarvi
saltuariamente. L’attenzione di Schumann per i fiati è notevolmente
limitata, sia nel tempo, sia nella quantità; infatti , ad eccezione di
Märchenerzählungen, per clarinetto, viola e pianoforte del 1853, tutte le
opere con fiati solisti vengono scritte nel 1849. Si tratta dell’Adagio e Allegro
per corno e pianoforte op. 70; i Phantasiestücke per clarinetto e pianoforte op.
73; il Konzertstücke per quattro corni e orchestra op. 86 e delle Drei
Romanzen op. 94 per oboe e pianoforte [...].
[Queste ultime sono, ndr] intimistiche, consone allo spirito dello Schumann
interiore [...], stese con estrema delicatezza. Sono tutte e tre concepite in un
tempo moderato e si qualificano come un raro esempio di musica romantica
per oboe, dove lo strumento viene esaltato nelle sue potenzialità liriche,
quasi ad imitazione della voce umana sia nelle inflessioni che nei toni. È
scontata l’allusione alle Tre romanze senza parole di Mendelssohn ( il cui
organico è esteso qui anche all’oboe), come quelle scritte su un’armonia
molto elaborata e mutevole, ma senza bruschi contrasti palesi, in un
semplice e introverso fluire.
Louis-Emmanuel Jadin (1768-1853)
[...] Jadin si fa conoscere fin dal 1784 in seguito alla pubblicazione delle
Sonates pour clavecin ou piano avec violon obligé. È il primo numero d’opera
di una produzione strumentale ricca di pezzi di vario genere per pianoforte,
partiture concertanti con orchestra, musica da camera o romanze. Guerre
ouverte, il suo primo opéra-comique, è composto nel 1788 in uno stile
italiano (si tratta di una “comédie mêlée d’ariettes”). Tra il 1789 e il 1792 Jadin
è clavicembalista al théâtre de Monsieur. Sempre nel 1792 è il primo
francese a comporre un’opera su testo italiano, Il signor di Pursognac. Ma
alcune delle sue quaranta opere coniugano lo stile italiano e quello francese,
come Le Coin du feu del 1793, mentre altre si collocano nella tradizione
francese, come Le Défi hasardeux del 1796. Nel 1792 Jadin si unisce alla
Guardia nazionale scrivendo inni patriottici destinati alle celebrazioni
rivoluzionarie. Nel 1796 diventa direttore d’orchestra al théâtre Molière e
docente al Conservatorio di Parigi. [...] Nei primi anni dell’Ottocento grande
è la sua fama di pianista accompagnatore. Jadin concluderà la propria
carriera come sovrintendente dei Pages de la musique du roi dal 1814 al
1830.
Notturno per oboe e pianoforte n. 1
Dedicati alla baronessa de la Bouillerie, i Notturni per oboe e pianoforte
furono concepiti da Jadin in collaborazione con Garnier, oboista della
Chapelle du Roi. Il primo inizia con patetico “Maestoso”, la cui espressiva
melodia è accompagnata da arpeggi che si espandono fino all’apparizione di
un dialogo tra l’oboe e la mano destra del pianoforte. Un episodio principale
porta a una scrittura virtuosistica, viene poi un “Andantino” dal tema gentile
che dà origine a cinque variazioni. Il Notturno si conclude con la ripresa del
“Maestoso” iniziale.
Charles-Valentin Alkan (1813-1888)
Iscritto al Conservatorio di Parigi già all’età di sette anni, Alkan studia
pianoforte con Zimmermann, armonia con Dourlen, organo con Benoist,
fino al 1834, mentre contemporaneamente compone e si esibisce in
pubblico. [...]Scrive la maggior parte della propria opera negli anni
Quaranta. La sua produzione, destinata soprattutto alla tastiera (pianoforte
o pianoforte a pedale), è estremamente virtuosistica e affronta numerosi
generi: studi, preludi, concerti di vari tipi, impromptus, sonate (citiamo
l’importante Grande Sonate “Les Quatre Âges”). La singolare fantasia di
Alkan affonda le proprie radici nella tradizione imitativa francese del
secolo precedente, ed è segnata anche dal classicismo viennese e dalla
figura di Bach, di cui il musicista è uno dei più attivi riscopritori in
Francia. Amico di Liszt e di Chopin (di cui è l’unico rivale), di Fétis (con
cui discute di questioni teoriche), di Lammenais, Hugo e Sand, Alkan
partecipa ai dibattiti estetici del proprio tempo, ma la sua austera
personalità rimane per tutti un enigma. [...]. Dopo aver investito molte
energie istituzioni musicali ebraiche, verso il 1873 riprende un’attività
pubblica organizzando i “Petits Concerts de musique classique”.
Notturno per pianoforte in si maggiore op. 22
Nel 1857 il musicografo Charles Poisot descriveva il primo Notturno di
Alkan in questi termini: “Scritto in maniera interessante, questo pezzo,
che non è privo di diesis e doppi diesis, non manca di sentimento”.
Composta nel 1844 e dedicato a Mademoiselle Elisa Poussielgue,
quest’opera contrasta con la scrittura di grande virtuosismo sviluppata
da Alkan nei suoi primi lavori. Essa gli consente di affrontare con molta
delicatezza un genere sviluppato da John Field e trasfigurato da Frédéric
Chopin.
Camille Saint-Saëns (1835-1921)
[...] Straordinariamente precoce, fece la sua prima apparizione in
concerto già nel 1846. Due anni dopo lo ritroviamo al Conservatorio nelle
classi di Benoist (organo) e poi di Halévy (composizione). Anche se fallì
due volte al concorso per il prix de Rome, il complesso della sua carriera
fu costellato da un’infinità di riconoscimenti e di nomine a vari incarichi
ufficiali, tra cui un’elezione all’Académie des beaux-arts nel 1878.
Virtuoso, titolare degli organi della Madeleine (1857-1877), impressionò i
suoi contemporanei. Compositore colto e fecondo, si adoperò per la
riabilitazione dei maestri del passato partecipando a edizioni di Gluck e
di Rameau. Eclettico, difese tanto Wagner quanto Schumann. Come
didatta ebbe tra i suoi allievi Gigout, Fauré o Messager. Come critico
firmò numerosi articoli che attestano uno spirito lucido e acuto, anche se
molto legato ai principi dell’accademismo. Fu questo stesso spirito,
indipendente e volitivo, a indurlo a fondare nel 1871 la Société nationale
de musique, e quindi a rassegnare le dimissioni nel 1886. Ammirato per
le sue opere orchestrali, pervase di un rigore assolutamente classico in
uno stile ardimentoso (cinque concerti per pianoforte, tre sinfonie,
l’ultima delle quali con organo, quattro poemi sinfonici, tra cui la celebre
Danse macabre), conobbe un successo internazionale grazie in
particolare alle opere Samson et Dalila (1877) e Henry VIII (1883).
Sonata per oboe e pianoforte op. 166
Dedicata a Louis Bas, oboista all’Opéra, questa Sonata è una delle tre, di
un luminoso e pacato classicismo, composte nel 1921 da un Saint-Saëns
ottantacinquenne. Mentre l’“Andantino” canta in una scrittura ispirata
all’epoca barocca, l’affascinante “Allegretto”, incorniciato da un
recitativo, distilla un carattere pastorale. La scrittura in forma di toccata,
la maliziosa vivacità del “Molto allegro” evocano Francis Poulenc, che
proprio allora cominciava a far parlare di sé, mentre Saint-Saëns salutava
e andava via.
I contributi musicologici dei programmi sono di Hélène Cao, Nathalie
Gendrot, Étienne Jardin, Charlotte Loriot, Nicolas Southon. Le traduzioni
sono di Paolo Vettore.
Il testo dedicato a Schumann è estratto da uno scritto di Francesco
Passadore.
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