Settembre
Musica
Torino Milano
Festival Internazionale
della Musica
04 _ 21 settembre 2013
Settima edizione
Torino
Piccolo Regio
Giacomo Puccini
Emmanuel Ceysson arpa
Lunedì 16.IX.2013
ore 17
Pierné
Tournier
La Presle
Renié
Fauré
Ceysson
MITO SettembreMusica Settima edizione
Un progetto di
Realizzato da
Con il sostegno di
I Partner del Festival
Partner Istituzionale
Sponsor
Media partner
Sponsor tecnici
Partner Istituzionale
Gabriel Pierné
(1863-1937)
Impromptu-Caprice op. 9
Marcel Lucien Tournier
(1879-1951)
Sonatine op. 30
Allegrement
Calme et expressif
Fievreusement
Jacques de La Presle
(1888-1969)
Le Jardin Mouillé
Henriette Renié
(1875-1956)
Ballade Fantastique d’après “Le cœur révélateur” d’Edgar Allan Poe
Gabriel Fauré
(1845-1924)
Une châtelaine en sa tour op. 110
Emmanuel Ceysson
(1984)
Paraphrase sur Carmen
Emmanuel Ceysson, arpa
In collaborazione con
Palazzotto Bru Zane
Centre de Musique Romantique Française
U
n recital per arpa sola è sempre un evento un po’ straordinario
nei cartelloni italiani più prestigiosi, per infinite ragioni molte
delle quali sono frutto di malintesi. È un luogo comune dire che
l’arpa manca di un repertorio importante (diciamo che da parte
dei grandi compositori del Settecento e dell’Ottocento l’arpa non
ha riscosso particolare interesse); che è uno strumento da salotto
(avete mai ascoltato la Sequenza n. 3 per arpa sola oppure Flou di
Petrassi o la Sonata n. 2 per flauto, viola e arpa di Debussy?); che
è uno strumento femminile o effeminato (i più grandi solisti del
passato erano tutti uomini!). Con tutte queste scuse un po’ semplicistiche si liquidano spesso proposte interessanti e di pari dignità
rispetto ad altri strumenti. Grazie quindi a MITO SettembreMusica
per aver portato a Torino uno dei più affermati giovani concertisti
mondiali.
Il programma è tutto incentrato sul ricco, accattivante e bellissimo
repertorio francese a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. È questo il periodo in cui l’arpa è stata definitivamente elevata al rango
degli altri strumenti, per l’interesse suscitato dal suo timbro
inconfondibile presso molti importanti compositori dell’epoca, e
grazie alle iniziative di personalità come quella di Carlos Salzedo.
Gabriel Pierné è stato organista, compositore e direttore d’orchestra. Per l’arpa ha scritto, oltre al brano in programma, due
composizioni per arpa e orchestra: il Konzertstück e la Fantaisie
Basque.
L’Impromptu-Caprice op. 9 appartiene al classico filone di musiche da salotto di cui il repertorio per arpa è particolarmente ricco.
Si apre con una fantasiosa cadenza che ci conduce al romantico ed
espressivo primo tema. Per introdurre la parte centrale del brano
Pierné ricorre ancora a due brevi cadenze sfruttando l’effetto
accattivante dei glissati con i suoni omologhi. Il secondo tema, in
totale contrasto con il primo, è ritmico, brillante e giocoso. Segue
un’altra transizione cadenzale che ci riporta al tema d’inizio, che
si presenta leggermente variato non tanto nella linea melodica
quanto nelle parti armoniche. Il finale virtuosistico richiama l’applauso, come è d’uso in questo genere di musiche.
Marcel Tournier rientra nella categoria degli arpisti concertisti/
compositori e didatti. Allievo di Hasselmans al Conservatorio
superiore di Parigi, ne prenderà la cattedra dal 1912 fino al 1948
e avrà tra gli allievi i migliori arpisti del secolo passato. Vincitore
del prestigioso Prix de Rome, è conosciuto nel mondo dell’arpa
per la sua importante carriera di didatta. Ha composto un ragguardevole numero di brani, tutti di carattere impressionistico,
la maggior parte dei quali celano, sotto l’aspetto musicale, una
sottile impronta didattica. Queste musiche sono di fondamentale
importanza per i giovani arpisti perché utilizzano una tecnica
capace di far emergere tutte le grandi qualità espressive dello
strumento e nel contempo sviluppano la gestualità propria e unica
dell’arpa. La Sonatine op. 30, in tre movimenti, è dai musicologi
maligni considerata una fedele copia della ben più nota Sonatine
di Ravel per pianoforte. Anche se in parte ciò può essere vero,
questo brano è una pietra miliare del nostro repertorio perché
associa magnificamente l’elemento virtuosistico a quello squisitamente espressivo. È un brano che fa risaltare al massimo la
gamma timbrica dello strumento, passando da sonorità focose a
pianissimi impercettibili, e consente all’esecutore di esprimere
tutta la propria musicalità.
Jacques de La Presle inizia a sei anni lo studio del pianoforte.
Consigliato dal direttore d’orchestra nonché amico di famiglia,
Paul Taffanel, prosegue i suoi studi musicali al Conservatorio
Superiore di Parigi. Nominato organista nella chiesa di St. Pierre
de Chaillot a Parigi, deve interrompere questa attività per lo scoppio della Grande Guerra. La passione per la musica però rimane
ben radicata in lui e grazie all’incontro di musicisti anch’essi
arruolati, fonda un’orchestra di circa 35 elementi (tra cui il compositore Caplet). Terminata la guerra riprende gli studi interrotti
di composizione e vince il Prix de Rome, città in cui soggiornerà
per alcuni anni prima del ritorno a Parigi dove l’attende la cattedra di composizione che terrà dal 1927 al 1958. Le Jardin Mouillé
è un lavoro del 1913. Nota in Italia a tutti gli arpisti in quanto
pezzo d’obbligo all’esame di diploma, la composizione è ispirata
a una lirica di Henri de Régnier ed è dedicata all’amico arpista
Marcel Grandjany. L’ispirazione letteraria conferisce alla musica
un carattere melanconico e intimo, carico di sfumature timbriche
date dall’uso sapiente di suoni armonici e di glissati sospirosi, ma
non mancano momenti di intenso calore sonoro. È un brano di
raro ascolto e per questo merita particolare attenzione.
Henriette Renié è per gli arpisti una figura di primissimo piano.
Oltre alla sua grande carriera solistica, è soprattutto ricordata per
l’attenzione alla didattica che ha segnato tutta la sua vita. La sua
Méthode pour la Harpe in due volumi rappresenta un indiscusso
compendio della tecnica tradizionale della grande scuola arpistica
francese. Ben radicato nella cultura musicale della fine dell’Ottocento, il metodo svela tutti i segreti necessari ad ottenere quello
che in gergo si chiama “suono francese”: un suono corposo, caldo,
legato, immediatamente riconoscibile dato che ha le sue radici in
una tradizione secolare. La sua opera ha attraversato il Novecento
senza farsi sfiorare dalle avanguardie musicali coeve. La Ballade
Fantastique appartiene al filone dei brani di virtuosismo trascendentale, spesso ricorrenti nei suoi lavori, che fanno da contraltare
a quelli scritti per arpisti debuttanti, ma non per questo di poco
spessore musicale.
Con Gabriel Fauré naturalmente siamo di fronte non a un arpista
compositore ma a un grande compositore tout court. Le sue opere
si distinguono per la finezza delle loro melodie e per l’equilibrio del linguaggio armonico. Ha composto due brani per l’arpa:
l’Impromptu op. 86 e Une châtelaine en sa tour op. 110 del 1918,
ispirato a una lirica di Verlaine. Ritengo questo brano (insieme alla
Sonate n. 2 per flauto viola e arpa e alle Danses di Debussy, e al
Settimino di Ravel) quello che salverei tra i primi cinque di tutto
il pur ricco repertorio arpistico! Difficile a causa di una pedaliera
che mette a dura prova la bravura dell’esecutore, contorto poiché
la sua scrittura non è propriamente arpistica ma piuttosto pianistica, insidioso per la pulizia del suono, è un brano di grande
fascino, timbricamente e strutturalmente perfetto (un semplice
ABA) che permette a ogni buon esecutore di esprimere al meglio le
proprie doti musicali. Sottolineo “a ogni buon esecutore” perché
questo brano è solo per musicisti estremamente raffinati e capaci
di suonare con il cuore, virtù che l’arpista del concerto di oggi
possiede in abbondanza. Il finale vi avvicinerà al Paradiso (quello
forse del meraviglioso suo Requiem?...).
Il brano che Emmanuel Ceysson ci presenta in veste di autore è
da collegarsi a quanto detto sui virtuosi/compositori. Come accade con altri strumenti (la chitarra ad esempio) è forte da parte di
alcuni virtuosi il desiderio di misurarsi con il nobile gesto creativo
della composizione, magari per smentire che un “practico” possa
essere esclusivamente un esecutore. Perfetta quindi la sua scelta
di terminare il concerto con un brano proprio, ispirato ai famosi
temi della Carmen.
Gabriella Bosio
Videoimpaginazione e stampa: ITALGRAFICA Novara
Emmanuel Ceysson, “l’enfant terrible” dell’arpa, sovverte con
forza e virtuosismo i cliché ai quali è associato il suo strumento.
Sostenuto da un entusiasmo comunicativo e da un’energia senza
limiti, le sue dita rivelano un’arpa scintillante in cui la poesia
rivaleggia con il temperamento.
Dal 2005 frequenta la scena musicale internazionale: Wigmore
Hall, Salle Gaveau, Carnegie Hall, Wiener Konzerthaus, Berliner
Philharmonie, dove si esibisce in recital, in concerto o in ensemble cameristici, ottenendo regolarmente l’elogio della stampa. Nel
2006 si affianca all’Orchestre de l’Opéra National di Parigi come
prima arpa, e da allora i suoi “assolo” sono stati frequentemente
notati dalla critica parigina.
La totale dedizione al suo strumento gli è valsa le più alte onorificenze internazionali: ha ottenuto la Medaglia d’oro e il Premio
di Interpretazione al Concorso Internazionale di Arpa degli Stati
Uniti nel 2004, un Primo Premio e 6 Premi Speciali alle audizioni
Young Concert Artists di New York nel 2006 e il Primo Premio
del prestigioso Concorso dell’ARD di Monaco di Baviera nel 2009,
diventando così il primo arpista a ottenere tre fra le maggiori consacrazioni internazionali. “Visiting Professor” alla Royal Academy
of Music di Londra dal 2005 al 2009 e docente all’Académie
Internationale d’Eté di Nizza dal 2010, tiene regolarmente masterclass in Francia e nel corso delle sue tournée all’estero.
Nel 2010 è candidato per la categoria “Révélations Soliste
Instrumentale” ai Victoires de la Musique Classique e nel 2011
riceve un Premio dall’Académie des Beaux-Arts de l’Institut de
France (Fondation Simone et Cino Del Duca) per la sua carriera.
Artista «Naïve» da gennaio 2012, sta preparando un album di fantasie d’opera come solista.
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