FORMAZIONE
E APPRENDISTATO
(1806-1821)
Dobbiamo in massima parte a Giovanni Simone
Mayr (Mendorf, Baviera, 1763 - Bergamo, 1845),
compositore e didatta di fama europea, se il genio di
Donizetti si è potuto esprimere al meglio.
Le Lezioni Caritatevoli di Musica, da lui fondate nel
1806 e germinate dallo spirito riformatore ed egualitario
dell’illuminismo e della massoneria di ispirazione
romantico-risorgimentale (Mayr, dalla documentazione
di polizia, ne risulta iscritto), sono di fatto il primo
conservatorio di musica dell’allora Regno d’Italia. Con
questi principi Mayr intende, oltre che dare un’istruzione
e quindi un futuro ai figli delle classi meno abbienti,
fornire di validi cantori professionisti la cappella
musicale della Basilica di S. Maria Maggiore, da lui
stesso diretta. Il regolamento della scuola prescriveva
infatti, quale ineluttabile condizione, il possedere una
“bella voce” adatta al coro di voci bianche per le
funzioni religiose che avevano luogo in basilica.
Donizetti fanciullo, quando nell’aprile 1806, accompagnato dal padre, chiede di esservi ammesso, non
possiede una gran bella voce, se la commissione
esaminatrice così lo giudica: Ha buon orecchio, la
voce non è particolare e sarebbe admissibile per
la prova de’ tre mesi.
Nel primo rapporto sull’andamento scolastico, datato
13 settembre 1806, Mayr, pur riconoscendo diligenza,
buona disposizione e progressi nella lettura musicale,
conferma che la voce è difettosa di gola. Passati i
tre mesi di prova, il maestro bavarese, che già intuisce
il talento del ragazzo, fa ogni sforzo per trattenerlo in
scuola, anche se in contrasto col regolamento da lui
stesso dettato: permette così al promettente allievo
di rimanere alle Lezioni Caritatevoli per ben nove
anni, sino all’ottobre 1815. Questo è infatti l’anno che
segna il primo distacco del giovane Donizetti dalla
città natale.
Dotato di propensione, talento e genio per la
composizione…: sono queste le parole utilizzate da
Mayr in una supplica alla Congregazione di Carità
per descrivere il talento del suo allievo, nell’intento di
ottenere per lui una borsa di studio che gli permetterà
il completamento degli studi a Bologna sotto la guida
del celebre Padre Mattei, la più solida e perfetta,
che vanta al giorno d’oggi l’Italia.
FONDAZIONE
BERGAMO
NELLA STORIA
ONLUS
MUSEO DONIZETTIANO
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E-mail: [email protected].
Padre Stanislao Mattei (1750-1825), frate minore,
prima allievo e poi successore del più famoso Padre
Giovan Battista Martini alla direzione del Liceo Filarmonico di Bologna, fu il più grande teorico e didatta
nell’Italia del suo tempo. Oltre a Donizetti fra i suoi
allievi d’eccezione figurano Giovanni Battista Velluti,
Giovanni Pacini, Francesco Morlacchi, Giovanni
Tadolini e, grande fra i grandi, Gioachino Rossini.
Sui metodi didattici di Mattei si ha qualche notizia
proprio da quest’ultimo, suo allievo tra il 1806 e il
1810: Padre Mattei con la penna in mano aveva
pochi uguali in abilità, ma d’altra parte era terribilmente taciturno; gli si doveva strappare dalla
bocca per forza ogni spiegazione verbale. Quando
chiedevo delle spiegazioni, mi rispondeva sempre:
è uso di scrivere così.
Donizetti lascia Bologna nel novembre 1817, facendo
ritorno a Bergamo dove rimane sino alla fine del
1821: ad attenderlo è un’attività di compositore
d’occasione, alla continua ricerca di scritture teatrali;
collabora intanto con Mayr in veste di compositore
di musica sacra e scrive, nel contempo, una gran
quantità di musica da camera (quartetti, musica per
pianoforte solo e a quattro mani, ecc.), eseguita nei
migliori salotti cittadini dove è introdotto dal suo
maestro.
Il bagaglio tecnico che Donizetti acquisisce grazie a
tanti anni di alacre studio con Mayr e con Padre
Mattei è sufficiente per permettergli di cimentarsi nel
genere musicale più ambito e redditizio per un musicista della sua epoca: il melodramma. Tale propensione era comunque già emersa durante gli anni di
studio a Bologna: risale infatti al settembre 1816 la
composizione della sua prima opera, Il Pigmalione,
atto unico per tenore e soprano su libretto di ignoto,
rimasta non rappresentata sino al 1960.
Il debutto teatrale di Donizetti avviene a Venezia,
Teatro San Luca, il 14 novembre 1818 con l’opera
Enrico di Borgogna. Pur trattandosi del lavoro di
un giovane esordiente, l’esito della
serata è soddisfacente: un articolo apparso sopra un giornale
dell’epoca giudica
l’opera regolare,
ragionata, ed
opportunamente
vivace e briosa
(Nuovo Osservatore Veneziano,
17 novembre
1818).
Immagine evocativa nella casa in Borgo Canale,
dove nacque Gaetano Donizetti
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