S ANNAZARO ED I FRATI SERVI DI MARIA Jacopo Sannazaro, oltre ad essere poeta ed amico dei re aragonesi, fu anche un uomo di profonda fede cristiana. Tanti sono gli elementi della sua vita che lo ricordano, in particolare la sua amicizia con i frati Servi di Maria. Un Ordine religioso questo sorto a Firenze nel 1233 per opera di sette mercanti della città che lasciarono ogni bene materiale per mettersi a servire i poveri e vivere in comunione fraterna. Sicuramente il primo contatto tra il Sannazaro ed i Servi avvenne nella zona dei Picentini (provincia di Salerno), luogo di origine di Tommasella Santomango, mamma del poeta; qui infatti il giovane Jacopo, assieme al fratello e alla mamma, visse per alcuni anni dopo la morte del papà. A Sieti di Giffoni Sei Casali i Servi di Maria avevano aperto, già dal 1430, un loro convento, divenuto nei secoli centro di studi per i giovani del luogo; qui, quasi certamente, il Sannazaro conobbe e frequentò fra Dionisio Laurerio, frate servo di Maria e poi cardinale; un uomo di grande cultura e fede con il quale il poeta intrattenne rapporti di amicizia fino alla fine della sua vita. Nel momento di decidere a chi destinare i suoi beni terreni il Sannazaro volle donare tutto quanto possedeva in Napoli all’Ordine dei Servi, nella persona di fra Dionisio Laurerio; così il poeta scrisse nel suo testamento del 25 dicembre 1529. Ai frati affidò il compito di erigere il suo monumentale sepolcro e di officiare la chiesa di santa Maria del Parto, da lui costruita. Per diversi secoli il convento dei Servi a Mergellina è stato centro di studi e di governo per l’Ordine. Nel 1809 con le soppressioni napoleoniche i frati furono allontanati da Napoli. Il convento è attualmente sede della Guardia di Finanza. I Servi di Maria furono richiamati ad officiare la chiesa solo nel 1971. Anche oggi, con diverse iniziative, i frati cercano di riproporre questo luogo, voluto e sorto per desiderio del poeta Sannazaro, come centro di fede e di cultura. Fra Attilio M. Carrella - osm