Ho letto con grande interesse le informazioni sulla proposta del Comitato Etico Unico, in particolare quanto scrivono Pani e Gilberto Corbellini e le osservazioni critiche dei prof Spagnolo e Mori che condivido pienamente. Il comitato unico nazionale risponde perfettamente alle esigenze di funzionalità di un organismo costruito sulla base delle indicazioni dell'industria farmaceutica che prevedono decisioni rapide e senza le "complicazioni" che derivano dai pareri di esperti indipendenti che giudicano sulla base di criteri etico-professionali come avviene oggi nella gran parte dei comitati etici. Per quanto riguarda Gilberto Corbellini, commentatore del sole 24 ore, giornale della confindustria, allego copia di una letttera da me inviata alla Repubblica e mai pubblicata. “La magistratura italiana è chiamata ad esprimersi su pratiche anticoncorrenziali sulla commercializzazione, in Italia, di Lucentis da parte di Novartis e di Avastin da parte di Roche, pratiche che hanno indotto molti pazienti a utilizzare il più costoso tra i due farmaci, entrambi efficaci nella terapia di una grave malattia oculare quale la maculopatia senile. Ieri su Repubblica in una strenua difesa, sotto il titolo “ma l’industria farmaceutica non è il male assoluto”, Gilberto Corbellini , storico della medicina, osserva giustamente che l’industria farmaceutica in assenza di adeguati finanziamenti statali, sostiene gli ingenti costi della ricerca per nuovi farmaci e ovviamente si preoccupa di ricavare un profitto dalla commercializzazione dei farmaci stessi. Dove è più difficile seguire lo storico della medicina è quando liquida come “paranoia anti-industriale” l’ipotesi di un cartello farmaceutico nella vicenda Avastin /Lucentis. Infatti se la magistratura dimostrerà, come è possibile (non certo), che si è trattato di una pratica anticoncorrenziale non sarà eticamente accettabile che la corruzione dello spirito serva a sanare la corruzione del corpo.” Sisto Luciani, Farmacologo Comitato Etico di Treviso e Belluno