V O L. 5 5 . S U P P L. 1 . N. 1 . M A R Z O XXVIII RIUNIONE AISG 2 0 1 3 Presidente: Prof. Federico M. Grignolo XXVIII RIUNIONE TORINO, 8 - 9 MARZO 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA TORINO 2013 ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LO STUDIO DEL GLAUCOMA Sezione Italiana della EUROPEAN GLAUCOMA SOCIETY STATUTO 1) È costituita, ai sensi dell’articolo 14 e seguenti del Codice Civile, una associazione denominata «Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma Sezione Italiana della European Glaucoma Society». Sede Durata - Oggetto 2) L’associazione ha sede in Torino, presso la Clinica Oculistica dell’Università. Il domicilio degli associati è ad ogni effetto presso la sede dell’associazione. 3) La durata dell’associazione è stabilita dalla data dell’atto costitutivo fino al trentun dicembre duemilacinquanta (31 dicembre 2050) e potrà essere prorogata per deliberazione dell’assemblea. 4) L’associazione è apolitica, aconfessionale, senza scopo di lucro, ed ha per oggetto: a) facilitare lo scambio di idee fra gli oculisti italiani in materia di studio del glaucoma; b) promuovere e contribuire al progresso delle scienze oftalmologiche, favorendo ogni iniziativa che miri all’incremento ed alla diffusione dello studio delle malattie glaucomatose, particolarmente mediante congressi e pubblicazioni scientifiche. Associati 5) Possono fare parte dell’associazione coloro che dedichino abitualmente la loro attività, in oftalmologia, allo studio del glaucoma, o che comunque diano il loro contributo allo sviluppo dell’associazione. 6) Gli associati si distinguono in associati fondatori, associati ordinari, associati onorari stranieri. a) Sono associati fondatori coloro che per particolari benemerenze nel campo dello studio e delle ricerche scientifiche sul glaucoma vengono chiamati a far parte dell’associazione. Essi si impegnano a versare una quota annua superiore a quella degli associati ordinari. b) Sono associati ordinari tutti coloro che accettano gli scopi dell’associazione attivamente operando nel campo della malattia glaucomatosa. Essi si impegna- IV no a versare una quota annua periodicamente determinata dal Consiglio Direttivo. c) Sono associati onorari stranieri quegli oculisti stranieri di chiara fama invitati a partecipare alle riunioni dell’associazione, o che porteranno in esse particolari contributi scientifici. 7) Per assumere la qualità di associato è necessario presentare al Consiglio Direttivo una domanda controfirmata da due membri del Consiglio Direttivo, accompagnata dal deposito della eventuale quota di iscrizione che verrà rimborsata in caso di mancato accoglimento della domanda da parte del consiglio Direttivo. L’impegno dell’associazione è annuale e si intenderà successivamente rinnovato di anno in anno ove non venga data comunicazione contraria almeno tre mesi prima della scadenza del termine. Patrimonio 8) II patrimonio dell’associazione è costi­tuito da: a) quote di versamento effettuate dagli associati per iscrizioni e rinnovazioni deter­minate annualmente dal Consiglio Direttivo; b) sovvenzioni e contributi di Enti Pub­blici e Privati; c) lasciti, elargizioni, donazioni; d) fondo di riserva ordinaria ed eventuali eccedenze devolute ad aumento del patrimo­nio. Organi dell’Associazione 9) Gli organi dell’associazione sono: a) l’Assemblea; b) il Presidente del Consiglio Direttivo; c) il Consiglio Direttivo; d) il Collegio dei Revisori dei Conti con funzioni anche di probiviri. Assemblea 10) le assemblee saranno ordinarie e straordinarie. Ad esse potranno partecipare solo gli associati al corrente col pagamento dei contributi. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 STATUTO 11) Le assemblee saranno convocate o­vunque dal Consiglio Direttivo almeno quin­dici giorni liberi prima di quello fissato per l’adunanza, mediante affissione nei locali del­la sede dell’associazione dell’avviso contenen­te la data, l’ora ed il luogo stabiliti, nonché l’Ordine del Giorno con le materie da tratta­re e ciò anche per la eventuale seconda con­vocazione. 12) L’assemblea ordinaria dovrà essere convocata almeno una volta all’anno entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio an­nuale, per l’approvazione del bilancio e la nomina alle cariche associative. L’assemblea in via straordinaria sarà in­vece convocata ogni qualvolta sarà necessario o quando ne facciano richiesta il dieci per cento degli associati aventi diritto di voto. 13) Le assemblee ordinarie deliberano in prima adunanza con la presenza almeno della metà degli associati e con il voto favorevole di tanti associati che in proprio o per delega rappresentino la maggioranza dei votanti. In seconda convocazione deliberano qua­lunque sia il numero degli intervenuti ed a maggioranza dei votanti. Per modificare l’atto costitutivo e lo sta­tuto occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati ed il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Per deliberare lo scioglimento dell’asso­ciazione e la devoluzione del patrimonio oc­corre il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati. 14) Le deliberazioni delle assemblee prese in conformità del presente statuto, della legge e dei regolamenti vincolano tutti gli associati anche se non intervenuti, astenuti o dissen­zienti. 15) Gli associati aventi diritto ad interve­nire alle assemblee potranno farsi rappresen­tare da altro associato con delega scritta; ciascun associato non potrà rappresentare più di due altri associati. 16) Le nomine alle cariche associative, se non avvengono per acclamazione, si effettua­no a votazione segreta. 17) Ogni associato ha diritto ad un voto. 18) Le assemblee saranno presiedute dal Presidente del Consiglio Direttivo o da per­sona eletta in assemblea. Il Presidente nominerà un segretario, non necessario ove intervenga un notaio. I verbali relativi saranno firmati dal Presidente e dal Segretario. 19) Il Presidente dovrà constatare la va­lidità delle deliberazioni e delle assemblee. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Presidente 20) Il Presidente è nominato dal Consi­glio Direttivo e ad esso spettano, oltre la firma sociale e la rappresentanza legale di fronte ai terzi ed in giudizio, tutti i poteri di ordinaria amministrazione. Consiglio Direttivo 21) L’associazione è amministrata da un Consiglio Direttivo composto da sette membri di cui sei eletti tra gli associati ed il settimo nella persona del rappresentante italiano della European Glaucoma Society. Del Consiglio Direttivo fa parte, in sovranumero, un eventuale Presidente Onorario nominato dal Consiglio Direttivo scelto fra gli Associati e che abbia eccezionali meriti in confronto dell’Associazione stessa. Il Presidente Onorario partecipa attivamente alle Riunione del Consiglio direttivo senza diritto di voto. Al Consiglio Direttivo sono conferiti tutti i poteri anche di straordinaria amministrazione. 22) II Consiglio sarà convocato dal Presidente, con lettera raccomandata spedita ai membri almeno cinque giorni liberi prima di quello fissato per l’adunanza, tutte le volte che si renderà opportuno e quando ne facciano richiesta almeno tre Consiglieri o il Collegio dei Revisori dei Conti. Il Consiglio può validamente deliberare con la presenza ed il voto favorevole di almeno tre dei suoi membri. Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta dei presenti; in caso di parità prevale il voto del Presidente. I membri del Consiglio durano in carica tre esercizi annuali e sono rieleggibili. 23) Il Consiglio potrà nominare, anche tra estranei, un segretario e un segretario economo ai fini di coadiuvare il Presidente nei compiti affidati. Collegio dei Revisori dei Conti 24) Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre membri effettivi e da due supplenti eletti anche fra i non associati, per la prima volta nell’atto costitutivo ed in seguito dall’assemblea. Essi durano in carica tre esercizi e sono rieleggibili. 25) Il Collegio dei Revisori dei Conti ha il controllo amministrativo dell’associazione ed ha pure il compito di effettuare periodici controlli di cassa e contabili ogni anno, nonché di verificare il saldo di cassa e bancario redigendone i relativi verbali. Ai revisori competono anche le funzioni di probiviri per la risoluzione delle eventuali controversie insorgibili tra gli associati e l’associazione. MINERVA OFTALMOLOGICA V STATUTO Bilancio Competenza giudiziaria 26) Gli esercizi si chiuderanno al trentun dicembre di ogni anno. Entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, il bilancio col conto profitti e perdite sarà presentato all’approvazione della assemblea, corredato dalla relazione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti. 28) Per tutte le controversie non composte dal Collegio dei Probiviri è competente il foro della sede dell’associazione. Disposizioni generali Scioglimento e liquidazione Regolamento 27) Sciogliendosi l’associazione e per qualsiasi causa ed in qualunque tempo, l’assemblea determinerà le modalità della liquidazione e nominerà uno o più liquidatori stabilendone i poteri e le retribuzioni. Gli eventuali utili risultanti saranno devoluti a giudizio dell’associazione ad enti o associazioni della stessa categoria che perseguano scopi analoghi. VI 29) Per tutto quanto qui non espressamente contemplato si rinvia alle disposizioni di legge. 30) Oltre che dalle norme contenute nel presente statuto l’associazione sarà disciplinata nel suo funzionamento da un regolamento interno, da emanarsi dal Consiglio Direttivo e diretto a perfezionare l’organizzazione ed a meglio realizzare gli scopi dell’associazione. Torino, lì 14 aprile 1984 MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 AISG - TORINO 8-9 MARZO 2013 REGOLAMENTO INTERNO Emanato dal Consiglio Direttivo (C.D.) e diretto a perfezionare l’organizzazione ed a meglio realizzare gli scopi dell’Associazione, unita­mente alla norme contenute nello Statuto del­l’Associazione stessa (Statuto A.I.S.G., Art.30). La quota annuale potrà essere variata in ogni momento dal C.D, e questa deliberazione avrà valore dall’anno successivo a quello in corso. L’associato moroso per un anno e l’associato che per tre anni consecutivi non abbia partecipato alla riunione annuale, verrà cancellato dall’Albo degli iscritti. Art. 1 Art. 4 L’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (A.I.S.G.), onde conseguire gli scopi enunciati dell’Art. 4 dello Statuto, organizzerà una riunione annuale in località ed epoche che verranno designate volta per volta dal (C.D.), attenendosi, per quanto possibile, ai giorni coincidenti con la fine della seconda settimana di Marzo. La data e la sede di detta Riunione verranno comunque comunicate agli associati con almeno due mesi di anticipo. Art. 2 L’ammissione degli Associati avviene su proposta di un Associato, da concretarsi in una lettera di presentazione controfirmata da due membri del C.D., e un curriculum Vitae del candidato medesimo, corredato da un elenco completo delle pubblicazioni. La richiesta verrà presentata al C.D. e da questo valutata per l’ammissione. Il Giudizio del C.D. è insindacabile, non essendo tenuto a giustificare la sua decisione, né a rendere nota la motivazione del provvedimento. Art. 3 La tassa di ammissione all’A.I.S.G. è pari alla quota associativa annuale fissata in Euro 40.00 per gli Associati Fondatori ed in Euro 30.00 per gli Associati Ordinari. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Tanto la tassa di ammissione che le quote associative annuali si pagano tramite versamento su di un c/c bancario, oppure direttamente alla Segreteria A.I.S.G. presso la Sede di Torino (c/o Clinica Oculistica dell’Università, Via Juvarra, 19, 10122 Torino) oppure alla Segreteria A.I.S.G., in sede congressuale. Art. 5 Sono attribuzioni degli Associati, oltre a quelle enunciate nello Statuto, il presentare comunicazioni alle riunioni annuali, e, ove invitati dal C.D., l’esposizione di relazioni con carattere monografico circa un particolare aspetto della fisiologia o patologia del Glaucoma. Art. 6 Viene istituita una lista di “Corrispondenti” allo scopo di accogliervi coloro che mostrino interesse agli scopi ed alle attività dell’Associazione. (Art. V dello Statuto). I corrispondenti non sono Associati, non partecipano alle Assemblee e non hanno diritto al voto. I corrispondenti verranno informati delle attività dell’Associazione e potranno partecipare ai lavori congressuali presentando anche contributi scientifici. Il C.D. si riserva di sospendere gli iscritti nella lista in ogni momento, senza alcuna giustificazione. MINERVA OFTALMOLOGICA VII ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LO STUDIO DEL GLAUCOMA ASSOCIATI FONDATORI Prof. AURICCHIO Prof. BAGOLINI Prof. BOLES CARENINI Prof. BONAVOLONTA’ Prof. BONOMI Prof. BUCCI Prof. CRISTINI Prof. D’ERMO Prof. ESENTE Prof. FREZZOTTI Prof. GASTALDI Prof. GRIGNOLO Prof. HEER Prof. MIGLIOR G. B. B. A. L. M. G. F. I. R. G.M. F.M. G. M. NAPOLI ROMA (dec’d) TORINO NAPOLI (dec’d) VERONA ROMA BOLOGNA (dec’d) ROMA (dec’d) FIRENZE (dec’d) SIENA (dec’d) TORINO TORINO TORINO MILANO Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. MORO ORZALESI PANNARALE PONTE QUARANTA ROSSI SCUDERI SCULLICA TIERI TITTARELLI VANNINI ZINGIRIAN WIRTH F. N. M.R. F. C.A. A. G. L. O. R. A. M. A. PADOVA MILANO ROMA (dec’d) PALERMO (dec’d) BRESCIA (dec’d) FERRARA dec’d) ROMA MESSINA CERVARO FR. (dec’d) ANCONA TORINO (dec’d) GENOVA (dec’d) PISA (dec’d) ASSOCIATI ORDINARI Dott. ALTAFINI Prof. ARRICO Prof. BALACCO GABRIELI Prof. BALESTRAZZI Prof. BAUCHIERO Dott. BERNARDI Dott. BOLES CARENINI Prof. BRANCATO Prof. BROGLIATTI Dott. BRUSINI Prof. CALABRIA Dott. CANTATORE Dott. CAPRIS Dott. CARAMELLO Prof. CARASSA Prof. CARELLA Prof. CARTA Dott. CELLINI Dott.. CENTOFANTI Prof. CIANCAGLINI Dott. CORALLO Dott. DE NATALE Dott. DI GIULIO Dott. DI STASO Dott. DORIGO Dott. FEA Prof. FERRERI Prof. FOSSARELLO Dott. FRANZONE Dott. FREZZOTTI Prof. GALASSI Prof.. GANDOLFI Prof. GIOVANNINI Dott. GIUFFRE’ Prof. IESTER Prof. LODATO Prof. MANNI Prof. MARCHINI VIII R. L. C. E. L. P. A. R. B. P. G. F. P. G. R. G. F. M. M. M. G. R. S. S. M.T A. G. M. M. P. F. S. A. I. M. G. G.L. G. VICENZA ROMA ROMA ROMA IVREA BOLZANO TORINO MILANO TORINO UDINE GENOVA BARI GENOVA CUNEO MILANO PIACENZA SASSARI BOLOGNA ROMA PESCARA GENOVA PADOVA ROMA L’AQUILA PADOVA TORINO MESSINA CAGLIARI TORINO SIENA FIRENZE PARMA ANCONA ROMA GENOVA PALERMO ROMA VERONA Dott. MARRAFFA Dott. MARTINI Prof. MASTROPASQUA Prof. MIGLIOR Dott. MONTANARI Prof MONTRONE Prof. NUZZI Dott. ODDONE Dott. PAOLI Dott. PARISI Prof. PECORI GIRALDI Dott. PERDICCHI Dott. PESCOSOLIDO Prof. QUARANTA Prof. RATIGLIA Prof. REIBALDI Prof. ROLANDO Dott. ROLLE Prof. ROSSETTI Dott. ROSSI Prof. ROSSI Dott. SALGARELLO Prof. SALVI Prof. SEBASTIANI Dott. SEMERARO Dott. SIBOUR Prof. SPINELLI Dott. STECCHI Dott. TANGA Dott. TAVERNITI Dott. TOSONI Prof. TRAVERSO Dott. TROIANO Prof. UVA Prof. VETRUGNO Prof. VIRNO Prof. VITALE BROVARONE MINERVA OFTALMOLOGICA M. E. F. S. P. F. R. F. D. V. J. A. N. L. R. A. M. T. L. G.C.M. P. T. G. A. F. G. D. G. L. L. C. C.E. P. M. M. M. F. VERONA BOLOGNA CHIETI MILANO MILANO BARI TORINO ROMA MONFALCONE ROMA ROMA TIVOLI ROMA BRESCIA MILANO CATANIA GENOVA TORINO MILANO CLUSONE BG. GENOVA ROMA FIRENZE FERRARA BRESCIA TORINO MILANO MILANO ROMA ROMA UDINE GENOVA MILANO CATANIA BARI ROMA TORINO Marzo 2013 AISG - BRESCIA 11-12 MARZO 2011 ASSOCIATI CORRISPONDENTI Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Prof. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Prof. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. Dott. ACTIS ADAMI BAGNIS BERARDI BERTUZZI CAMPANA CARIGNOLA CARLI CASI CENNAMO CILLINO COLOTTO CROCIANI DE GREGORIO DE PERON DORO FARONI FERRERI FERRERI FIGUS FONTANA GALIMI GAROFALO GASTALDI GIAMBENE GLORIALANZA GULLACE A. M.C. A. F. F. F. C. M. G. G. S. A. L, F. R. D. E. F. P. M. L. P. G. C. B. G. R. TORINO ALESSANDRIA GENOVA MACERATA AS0LA CUNEO ROSSANO CS. SCHIO AREZZO NAPOLI PALERMO ROMA AREZZO ROMA VARESE PADOVA MILANO REGGIO CALABRIA BARI PISA BOLOGNA CAGLIARI ROMA CUNEO FIRENZE ROMA REGGIO CALABRIA Dott. LAGANA’ Dott. LANZA Dott. LAURIA Dott. MILANESE Dott. MILANO Dott. MISEFARI Dott MOSCA Dott. NERI Dott. NUCCI Dott. PALMA Dott. PARRAVANO Dott. PROSDOCIMO Dott. RAIMONDI Dott. ROMANO Dott. ROSSI Dott. SACCA’ Dott. SCRIMIERI Prof. SCUDERI Dott. SIONI Dott. TADDEI MASIERI Dott. TALONI Dott. TEMPO Dott. TENERELLI Dott. TISO Dott. VALVO Dott. ZANINI E.M. M. G. C. G. W. M. P.G. C. E. M.C. G. R. S. A. S. F. G.L. M. L. M. E. F. C. G. M. REGGIO CALABRIA NAPOLI LATINA TORINO PAVIA REGGIO CALABRIA MILANO ANCONA ROMA FOGGIA ROMA CONEGLIANO FROSINONE TRAPANI MILANO GENOVA GENOVA ROMA FERRARA FERRARA ROMA TORINO BARI PAVIA TORINO BOLOGNA SOCI ONORARI Prof. ANDREANOS Prof. DANNHEIM Prof. DAVID Prof. DRAEGER Prof. GRACIA SANCHEZ Prof. GREHN Prof. GREVE Prof. GRUNWALD Prof. HARRIS Prof. HIGGINBOTHAM Prof. HITCHINGS Prof. KANDARAKIS Prof. KITAZAWA Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 D. F. R. J. J. F. E. J. A. E.J. R.A. A. J. GRECIA 2000 GERM,ANIA 1987 ISRAELE 1989 GERMANIA 1990 SPAGNA 1990 GERMANIA 2011 OLANDA 1989 STATI UNITI 1992 STATI UNITI 1999 STATI UNITI 1993 INGHILTERRA1996 GRECIA 2000 GIAPPONE 1995 Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. KRUPIN KUCHLE LANGHAM MARRE’ MELAMED PILLUNAT RINGVOLD RITCH SAMPAOLESI SCHUMANN SPAETH WILSON MINERVA OFTALMOLOGICA T. M. M. E. S. L.E. A. R. R. J.S. G.L. M.R. STATI UNITI GERMANIA STATI UNITI GERMANIA ISRAELE GERMANIA NORVEGIA STATI UNITI ARGENTINA STATI UNITI STATI UNITI STATI UNITI 1989 2002 1992 1989 1993 1992 1988 1995 2004 1993 19941998 2000 IX MINERVA OFTALMOLOGICA Vol. 55 Marzo 2013 Suppl. 1 al N. 1 XXVIII RIUNIONE TORINO 8-9 MARZO 2013 PROGRAMMA Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MINERVA OFTALMOLOGICA XI AISG - FIRENZE 8-9 MARZO 2013 VENERDÌ 8 MARZO 2013 POSTER Moderatori: L. Bauchiero - B. Brogliatti - M. Fioretto P01 Valutazione dell’elettroretinogramma da Pattern (PERG) durante il test dell’Ibopamina in pazienti ipertesi oculari I. Giuffrè - B. Falsini - M.A. Gari - E. Balestrazzi (Roma) P02 Glaucoma acuto: analisi dei dati epidemiologici e clinici relativi ai casi osservati negli ultimi 5 anni F. Monteu - A.G. Actis - T. Rolle (Torino) P03 Valutazione del danno strutturale in occhi con glaucoma ad angolo chiuso: studio mediante RTvue100 F. Monteu - A.G. Actis - T. Rolle (Torino) P04 Le relazioni morfo-funzionali tra lo spessore delle fibre nervose peripapillari e della regione maculare misurati con lo Spectral Domain OCT ed i difetti campimetrici misurati con la perimetria automatica standard, in pazienti glaucomatosi M. Michelessi - G.L. Manni (Roma) P05 Confronto tra l’analisi della testa del nervo ottico effettuata con l’oftalmoscopia laser confocale e con la tomografia a coerenza ottica spectral-domain nel glaucoma G. Roberti - F. Oddone - L. Tanga - M. Michelessi - P. Pasculli - M. Centofanti - G.L. Manni (Roma) P06 GDx-VCC e SD-OCT nella diagnosi di neuropatia ottica glaucomatosa G. Milano - M. Raimondi - S. Lanteri - S. Lombardo A.C. Verticchio - C. Cutolo - L. Bossolesi - G.C.M. Rossi (Pavia) P07 Confronto tra perimetria non convenzionale FDT-Matrix e HEP correlate al danno anatomico analizzato con GDx-VCC, OCT Sp e HRT 3 in pazienti glaucomatosi R. Morbio - S. Armando - M. Toscani - S. Quinternetto - F. Chemello - L.B. Della Porta - G. Marchini (Verona) P08 Valutazione con PERG ad emicampi del danno glaucomatoso localizzato M. Gari - T. Salgarello - A. Giudiceandrea - S. Rossi - B. Falsini (Roma) P09 Valutazione dell’efficacia e della tollerabilità del PROLID OFTA® in pazienti glaucomatosi in terapia con analoghi delle prostaglandine T. Rolle - R. Penna - L. Dallorto - A.G. Actis (Torino) P10 La riabilitazione visiva biofeedback nel Glaucoma D. Domanico - M. Salomone - G. Lauria - E. M. Vingolo (Roma - Terracina - Latina) P11 Fattori influenzanti la progressione del danno funzionale in un campione di 409 occhi glaucomatosi, calcolato con Glaucoma Damage Probability Trend D. Paoli (Gorizia) P12 Precisione ed accuratezza di un nuovo tonometro-pachimetro non a contatto dotato di sistema Scheimpfung ad alta velocità M. L. Salvetat - L. Grasso - M. Felletti - C. Tosoni - M. Zeppieri - P. Brusini (Udine) XII MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 AISG - FIRENZE 8-9 MARZO 2013 COMUNICAZIONI LIBERE Moderatori: P. Montanari - C. Panico C01 Glaucoma e cellule staminali: autoinnesto anteriore, posteriore o combinato? Aspetti sperimentali R. Nuzzi - E. Buschini - A. Actis (Torino) C02 Analisi con la Next Generation Sequencing per identificare nuove mutazioni in pazienti con JOAG sporadico P. Frezzotti - B. Popp - A. Eckici - I. Motolese - P. Mittica - E. Motelese - A. Reis - F. Pasutto (Siena Norimberga) C03 Fattori vascolari di rischio nel Glaucoma primario ad angolo aperto G. Stecchi - D. Spinelli (Milano) C04 Valore predittivo del test da carico idrico più buio nella diagnosi di glaucoma A. Boles Carenini - D. Rolle - G. Pognant - R. Nuzzi (Orbassano - Torino) C05 Confronto tra tonometro ICARE e tonometro di Goldmann in pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto e ipertensione oculare R. Morbio - E. Finardi - S. Armando - F. Chemello - S. Quinternetto - L.B. Della Porta - G. Marchini (Verona) C06 Valutazione di una nuova metodica tonometrica A. Fea - T. Rolle - F. Gallozzi - E. Grosso - F. M. Grignolo (Torino) COMUNICAZIONI LIBERE Moderatori: A. Boles Carenini - D. Dolcino - F. Sebastiani C07 Holter pressorio e monitoraggio continuo della IOP nelle 24 ore nel glaucoma a bassa pressione P. Brusini - C. Tosoni (Udine) C08 Sviluppo di glaucoma in soggetti affetti da ipertensione oculare valutata sia con campo visivo sia con HRT G. Delledonne - F. Bertuzzi - G. Esempio - S. Miglior (Monza) C09 Alterazioni del complesso delle cellule ganglionari e dello strato delle fibre nervose retiniche peripapillari valutate con SD-OCT in pazienti affetti da glaucoma ad angolo aperto con difetti localizzati del campo visivo A. Rossi - M. Mosca - R. Sala - R. Ratiglia (Milano) C10 Studio mediante FD-OCT dello strato delle fibre nervose retiniche e dello spessore maculare in familiari di pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto L. Dallorto - C. Briamonte - R. Penna - T. Rolle (Torino) C11 Valutazione della concordanza tra la Moorfield Regression Analysis (MRA), il Glaucoma Probability Score (GPS) dell’ HRT III e l’ ONH glaucoma analysis dell’ OCT i-Vue M. G. Mutolo - A. Perdicchi - M.Iester - D.Iacovello - A. Cutini - M. Balestrieri - L. Scuderi - M. T Contestabile - S. M. Recupero (Roma - Genova) C12 Ruolo del Bimatoprost 0.01% nella pratica clinica L. Tanga - G. L. Manni (Roma) Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MINERVA OFTALMOLOGICA XIII AISG - FIRENZE 8-9 MARZO 2013 C13 Ocular Surface Disease e glaucoma: come valutare l’impatto sulla qualità della vita G. C. M. Rossi - S. Lanteri - S. Lombardo - M. Raimondi - G. Milano - G. M. Pasinetti (Pavia) Corso: Problemi non risolti nella diagnosi di glaucoma Presidente: C. Bianchi Coordinatori: P. Brusini - M. Iester — Problemi relativi alla tonometria - G. L. Manni - L. Rossetti — Problemi relativi all’analisi della papilla e delle fibre nervose - E. Martini - S. Miglior — Problemi relativi all’esame del campo visivo - R. Altafini - A. Perdicchi Discussione Simposio: Glaucoom su neuroprotezione Direttore del corso - Moderatore: P. Frezzotti (Siena) — Neurodegenerazione (meccanismi patogenetici della morte cellulare). Meccanismi d’azione ed evidenze cliniche della Omotaurina sulla neurodegenerazione e neuroprotezione cerebrale - C. Blundo (Roma) — Il glaucoma come malattia neurodegenerativa. Affinità con la malattia di Alzheimer? T. Rolle (Torino) — La neuroprotezione nel glaucoma. Update su Brimonidina - R. De Natale (Monselice, PD) — Possibili attività neuroprotettive di nuove molecole naturali. - G. Scuderi (Roma) COMUNICAZIONI LIBERE Moderatori: G. Caramello - S. D’Amelio - F. Galassi C14 Valutazione della variazione degli indici perimetrici nel follow-up di pazienti glaucomatosi sottoposti a terapia orale con l’associazione di Forskolin, Rutina e Vitamine B1 e B2 I. Giuffrè (Roma) C15 KRONEK in pazienti con POAC in massima terapia medica tollerata (MTMT) M. Iester (Bari) per gruppo di Studio Kronek C16 Correlazione tra l’uso di analoghi delle prostaglandine e lo sviluppo di edema maculare cistoide dopo intervento di cataratta M. Figus - C. Posarelli - S. Lazzeri - con il MEPPA Study Group (P. Frezzotti - M. Iester - P. Fogagnolo F. Oddone - L. Marini M. Nardi) (Pisa - Siena - Genova - Milano - Roma) C17 Variazioni nel numero delle cellule endotelio corneale dopo Faco-ExPress vs terapia con combinazione fissa R. Altafini S. Morselli (Bassano del Grappa) C18 Efficacia e sicurezza della “safe trabeculectomy” a 6 anni S. Miglior - C. Riu - F. Mazzolani - E. Fumagalli - F. Bertuzzi (Monza) C19 Fattori prognostici per l’efficacia a lungo termine della sclerectomia profonda con T-FLUX NV O SKGel B. Giambene - F. Galassi (Firenze) C20 Trabeculectomia e sclerectomia profonda: considerazioni sulle cause di insuccesso L. Bauchiero - E. Tempo - C. Zampaglione - U. Mignone - L. Belli (Ivrea) C21 Canaloplastia: follow up su 36 occhi operati nel periodo dicembre 2008 - dicembre 2012 S. Gandolfi - N. Ungaro - F. Giacosa - M.G. Tardini - G. Bacchi (Parma) XIV MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 AISG - FIRENZE 8-9 MARZO 2013 C22 La canaloplastica con GlaucoLight Fiber (DORC) G. Marchini - P. Ceruti - M. Toscani - G. Vizzari - F. Bosello (Verona) C23 Valutazione dell’efficacia ipotonizzante del dispositivo endo-canalicolare Hydrus nel trattamento chirurgico del glaucoma ad angolo aperto S. Gandolfi - M. Giacomelli - M.G. TardinI - G. Bacchi - N. Ungaro (Parma) C24 Effetto dell’impianto dello shunt trabecolare Hydrus sulla conta delle cellule endoteliali: studio clinico doppio cieco randomizzato, controllato A. Fea - G. Consolandi - P. Cannizzo - G. Pignata - C. Lavia - F. Gallozzi - T. Rolle - F. M. Grignolo Corso sigla: La chirurgia del glaucoma attraverso i video Coordinatori: G. L. Laffi - M. Nardi — Ex-press - R. Altafini — Risoluzione di glaucoma refrattario secondario a neoformazioni cistiche iridociliari “escissione in blocco” - E. Balestrazzi - L. Mosca — Chirurgia vitreo retinica e glaucoma - L. Zeppa — Glaucoma e trapianto di cornea - M. Nardi — Trabeculectomia con adiuvanti (MMC o matrice collagene-GAG) in casi particolari S. Cillino, F. Di Pace, G. Cillino — Glaucoma congenito - G. Tassinari - G.L. Laffi Discussione Corso: C osa c’è di nuovo per la ricerca per la clinica e per i pazienti nella malattia glaucomatosa Presidente: M. Iester Coordinatori: M. Centofanti - G.L. Manni — Proteomica dell’umore acqueo nel glaucoma - S. Saccà — Biomarkers sistemici nella storia naturale del glaucoma - S. Gandolfi — Correlazioni morfo-funzionali in sede maculare nella malattia glaucomatosa F. Oddone — Una nuova visione della disabilità visiva dei pazienti glaucomatosi - M. Centofanti Discussione SABATO 9 MARZO 2013 COMUNICAZIONI LIBERE Moderatori: G. Anselmetti - T. Rolle - R. Samuelly C25 Efficacia della canaloplastica nel glaucoma pseudoesfoliativo a pressione elevata P. Brusini - C. Tosoni (Udine) C26 Impianto valvolare Ex-press nella gestione dell’ipertono oculare da olio di silicone F. Cantatore - N. Cardascia - P. Ferreri - F. Boscia - L. Sborgia - G. Alessio (Bari) C27 Risultati di una procedura “sutureless” con patch di pericardio per l’impianto della valvola di Ahmed L. Quaranta - I. Riva (Brescia) C28 Sclerectomia profonda. Vantaggi e limiti dopo 5 aa di follow-up G. Caramello - M. Leto - F. Campana (Cuneo) Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MINERVA OFTALMOLOGICA XV AISG - FIRENZE 8-9 MARZO 2013 Corso: Glaucoma. Trattamento medico: vecchi e nuovi approcci Presidente: F. M. Grignolo Moderatori: S. Miglior - L. Quaranta — Quando iniziare il trattamento - M. Uva — Come trattare il paziente glaucomatoso - M. Centofanti — Terapia medica massimale - A. Fea — Pressione oculare normalizzata e progressione del danno - I. Riva — Nuove prospettive per il trattamento medico - P. Frezzotti Discussione Corso: M a chi me lo ha fatto fare! Le complicanze che non avrei mai voluto avere dopo un intervento di glaucoma Presidente: A. Rapisarda Coordinatori: R. Carassa - G. Marchini — Possibili complicanze da traberculectomia - S. Gandolfi — Possibili complicanze da sclerectomia profonda - R. Carassa — Possibili complicanze da canaloplastica - P. Brusini — Possibili complicanze da impianto drenante - G. Marchini Discussione XVI MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 XXVIII RIUNIONE Torino 8-9 Marzo 2013 COMUNICAZIONI LIBERE MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):3-4 Glaucoma e cellule staminali: autoinnesto anteriore, posteriore o combinato? Aspetti sperimentali R. NUZZI 1, E. BUSCHINI 1, A. ACTIS 2 FINALITÀ DELLO STUDIO Negli ultimi anni alcuni Autori hanno esplorato il possibile ruolo delle cellule staminali nella terapia del glaucoma. Nella nostra esperienza abbiamo studiato gli effetti di “neuro-protezione” e “neuro-rigenerazione” in modelli murini utilizzando cellule staminali autologhe derivate da midollo osseo. Per ottenere un approccio terapeutico completo e agire sui danni che la malattia produce sia a livello della camera anteriore sia a livello retinico e/o della testa del nervo ottico, abbiamo testato due differenti vie di somministrazione, anteriore (mediante inoculo diretto in camera anteriore) e posteriore (intravitreale e trans/sub-sclerale iuxta papillare). MATERIALI E METODI Via anteriore Lo studio è stato condotto su 12 ratti adulti. L’ipertensione oculare è stata indotta periodicamente nell’occhio destro dei ratti tramite un’ago-cannula collegata ad un manometro introdotta nella camera anteriore dell’occhio. L’occhio sinistro di ogni ratto è stato usato come controllo. Tre animali sono stati sacrificati dopo 1 giorno dall’impianto, altri 3 a distanza di 7 giorni e gli ultimi 5 a 30 giorni dall’im- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 1Divisione Universitaria di Oculistica A.O.U. S.Luigi Gonzaga di Orbassano Università degli Studi di Torino, Torino 2Clinica Oculistica, Ospedale Oftalmico Università degli Studi di Torino , Torino pianto. Successivamente gli occhi sono stati sottoposti a un esame istologico e immunoistochimico. Via posteriore Cellule staminali mesenchimali sono state iniettate negli occhi di 4 ratti sani di 1 mese. Nell’occhio destro di tutti gli animali è stato eseguito un impianto sotto sclerale iuxta papillare. Nell’occhio sinistro si è proceduto a un impianto intravitreale con accesso posteriormente al limbus per evitare traumatismi corneali. I campioni sono stati successivamente sottoposti ad esame istologico e immunoistochimico. RISULTATI Via anteriore Dopo un giorno dall’impianto in tutti gli occhi trattati le cellule erano presenti nel tessuto trabecolare. A 7 giorni le cellule era- MINERVA OFTALMOLOGICA 3 NUZZI Glaucoma e cellule staminali no sopravvissute in due ratti su tre. A 30 giorni le cellule erano presenti in 4 ratti su 5. Un ratto è stato perso durante lo studio. Nessuna delle cellule ha presentato segni di differenziazione. Via posteriore Solo le cellule impiantate tramite iniezione intravitreale sono sopravvissute. La sopravvivenza cellulare si è dimostrata abbastanza elevata, calcolata tra 0,95-1,70% senza mostrare differenze a 14 e a 30 giorni dal trapianto. Le cellule si sono disposte nel corpo ciliare/processi ciliari e nell’iride, intorno alla papilla ottica, lungo il cristallino e sulla superficie della retina e qualche cellula è rimasta in sospensione nel vitreo. Quelle sulla retina si sono posizionate lungo lo strato delle cellule gangliari, mai in strati più interni; nella maggior parte dei casi si sono presentate in gruppi da 4 o 5 cellule disposte in fila, oppure come cellule singole. Diverso invece l’aspetto dei gruppi di cellule ritrovate sulla papilla ottica: più numerose e non ordinatamente allineate. 4 CONCLUSIONI I risultati dimostrano la possibilità di eseguire i diversi tipi di impianto, ottenendo la sopravvivenza delle cellule e la chemiotassi a livello del trabecolato, del corpo ciliare / processi ciliari, delle cellule ganglionari e della testa del nervo ottico. In queste sedi le cellule staminali potrebbero coadiuvare la riattivazione/rigenerazione degli elementi danneggiati dal glaucoma, sfruttando gli effetti di protezione/rigenerazione, in particolare a livello retinicoganglionare.L’approccio ottimale potrebbe avvalersi di entrambe le metodiche di impianto (anteriore e posteriore), così da massimizzare e complementare gli effetti. Inoltre una terza via- ulteriormente adiuvante- potrebbe essere considerata, ovvero la somministrazione endovena di cellule staminali, fattori di crescita o autoanticorpi per riattivare le cellule staminali intraretiniche quiescenti. In futuro, a completamento degli aspetti predittivi-eziopatogenetici-applicativi, andrà verificata sperimentalmente ed anatomicamente anche la plasticità cellulare, in particolare neuronale. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):5-6 Analisi con la Next Generation Sequencing per identificare nuove mutazioni in pazienti con JOAG sporadico P. FREZZOTTI 1, B. POPP 2, A. ECKICI 2, I. MOTOLESE 1 P. MITTICA 1, E. MOTELESE 1, A. REIS 2, F. PASUTTO 2 INTRODUZIONE 1Dipartimento L’etiologia genetica della forma giovanile del glaucoma primario ad angolo aperto è stata più volte riportata come autosomica dominante anche se spesso queste forme appaiono sporadiche e quindi legate ad una etiologia multifattoriale. Scopo di questo studio è l’identificazione di nuovi geni in casi sporadici di glaucoma giovanile attraverso la tecnologia Next Generation Sequencing (NGS) per meglio comprendere la patofisiologia della malattia glaucomatosa e poter sviluppare nuove strategie terapeutiche. MATERIALI E METODI Abbiamo coinvolto nello studio 30 pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto giovanile (insorgenza della malattia prima dei 40 anni, tipiche alterazioni glaucomatose a carico del nervo ottico e danni del campo visivo) con i rispettivi genitori sani. Tutti i candidati allo studio sono stati sottoposti ad esame biomicroscopico del segmento anteriore, misurazione della pressione intraoculare, con tonometro di Goldmann, analisi del nervo ottico con lente 90 D, valutazione del cup/disk ratio, e hanno effettuato esame del capo visivo (Humprhey 30-2, 24-2). L’analisi genetica è Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 di Chirurgia Sezione Oftalmologia Università degli Studi di Siena, Siena, Italia 2Istituto di Genetica Università degli Studi di Norimberga Norimberga, Germania stata eseguita utilizzando la tecnologia Next Generation Sequencing su 7 di questi pazienti e sui rispettivi genitori sani. RISULTATI I nostri risultati rilevano ad una prima analisi che ci sono più di 50 varianti per paziente che sono presenti in meno del 1% dei soggetti sani della poplazione e che sembrano non essere presenti nei genitori in base ad una prima analisi computerizzata. L’analisi di ciascuna variante con PCR sia nei pazienti affetti che nei genitori,rileva che queste varianti sono eredite in realtà da uno dei genitori e questo per un errore logaritmico del computer. Quindi siamo ancora studiando e non sappiamo se questo risultato è indice del fatto che il glaucoma non è una malattia sporadica e oppure è di tipo eridatario con una penetranza diversa a seconda delle diverse varianti (riportiamo anche una esempio di una variante CYP1B1) sia nel paziente che nel parente affetto. MINERVA OFTALMOLOGICA 5 FREZZOTTI Analisi con la Next Generation Sequencing CONCLUSIONI I risultati ottenuti, seppure iniziali, ci spingono ad allargare il campione esaminato in modo da poter meglio comprendere i geni coinvolti sia nell’eliminazione dell’umore acqueo che nel processo 6 apoptotico a carico delle cellule ganglionari retiniche. In questo modo attraverso una migliore comprensione dell’etiopatogenesi della patologia glaucomatosa si potrá offrire un diagnosi “pre clinica” piú specifica e migliorare l’efficienza terapeutica. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):7 Fattori vascolari di rischio nel glaucoma primario ad angolo aperto G. STECCHI, D. SPINELLI Finalità dello studio: valutare se e quanto i fattori vascolari, ritenuti fattori di rischio per il glaucoma primario ad angolo aperto (POAG), sono presenti in 2 popolazioni di 88 pazienti ciascuna, costituite rispettivamente da un 1)° gruppo di soggetti affetti da POAG e da un 2)° gruppo di soggetti “Controlli”. I 2 gruppi sono stati messi a confronto MATERIALI E METODI Sono stati presi in considerazione nel 1)° gruppo: 45 maschi e 43 femmine di età media 68,5 (range 45 - 92 anni) con un periodo di osservazione che va da un minimo di 3 ad un massimo di 40 anni e nel 2)° gruppo: 38 maschi e 50 femmine di età media 59,5 (range 32anni) con un periodo di osservazione che va da un minimo di 3 ad un massimo di 30 anni. I fattori vascolari considerati sono: Ipotensione arteriosa - Ipertensione arteriosa – Terapia antipertensiva sistemica la sera (considerata dopo le ore 15) – Diabete – Cardiopatia – Ansia, Depressione e Disturbi neuropsichici – Ipercolesterolemia e Iperlipidemia (considerata per valori >200) – Stenosi carotidea (per valori ≥40% rilevata attraverso l’Eco Color Doppler TSA). RISULTATI La maggior differenza fra i 2 gruppi viene osservata nel fattore Ipertensione arteriosa dove nel gruppo POAG compare in 61 casi (69,31%) e in quello “Controlli” in 31 (35,22%), Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Milano in corso di terapia antipertensiva sistemica la sera nel 1)° gruppo compare in 31 casi (35,22 %) e nel 2)° solo in 4 casi (4,54% ). A seguire il fattore più presente nel 1)° gruppo rispetto al 2)° è “Ansia, Depressione, Disturbi neuropsichici” 33 casi (37,5%) versus 13 (14,77%) -. Cardiopatia: 26 casi (29,54%) nel 1)° versus 12 ( 13,63% ) nel 2)° - Stenosi carotidea ≥ 40 % : 13 (14,77%) nel 1)° versus 3 (3,40%) nel 2)° - Diabete: 17 casi (19,31%) nel 1)° versus 9 (10,22 %) nel 2)° - Ipotensione arteriosa: 9 (10,22%) nel 1)° versus 5 (5,68%) nel 2)° Ipercolesterolemia: 15 (17,04%) nel 1)° versus 12 (13,63%) nel 2)°. Nel gruppo POAG è stato poi riscontrata OSAS sindrome ormai abbondantemente riconosciuta da molte scuole fattore di rischio per la malattia glaucomatosa, in 9 pazienti (10,22%) (su 88 casi). CONCLUSIONI Su uno stesso numero di pazienti nei 2 gruppi esaminati si può concordemente affermare che i fattori vascolari presi in considerazione sono maggiormente presenti nel gruppo di pazienti affetti da POAG e che queste alterazioni rappresentano quindi un importante fattore di rischio per il glaucoma primario ad angolo aperto, e vanno sempre ricercati e considerati. MINERVA OFTALMOLOGICA 7 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):8 Valore predittivo del test da carico idrico più buio nella diagnosi di glaucoma A. BOLES CARENINI, D. ROLLE, G. POGNANT, R. NUZZI SCOPO Divisione Universitaria di Oculistica AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) Il test da carico idrico più buio è da tempo uno degli accertamenti impiegati nel contesto del percorso diagnostico della patologia glaucomatosa. Abbiamo voluto valutare quale sia il valore predittivo di tale test in soggetti con pressione intra-oculare borderline. RISULTATI MATERIALI E METODI CONCLUSIONI Sono state valutate retrospettivamente le cartelle dei pazienti che, giunti all’osservazione dell’Ambulatorio Glaucomi per una pressione intra-oculare borderline, hanno eseguito un test da carico idrico più buio nel contesto degli accertamenti volti a confermare od escludere la diagnosi di glaucoma, tra il 1996 e il 2012. Quantunque siano stati nel tempo proposti e adottati nella comune pratica clinica esami via via sempre più sofisticati per aiutare il clinico nella diagnosi della patologia glaucomatosa, un esame semplice e poco costoso come il test da carico idrico più buio mantiene comunque una sua validità clinica. 8 Viene discusso il valore predittivo del test da carico idrico più buio nella diagnosi di glaucoma. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):9-10 Confronto tra tonometro ICARE e tonometro di Goldmann in pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto e ipertensione oculare semplice R. MORBIO, E. FINARDI, S. ARMANDO, F. CHEMELLO S. QUINTERNETTO, L.B. DELLA PORTA, G. MARCHINI SCOPO DELLO STUDIO Clinica Oculistica Dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione Università degli Studi di Verona, Verona Confrontare la pressione intraoculare (IOP) rilevata mediante tonometria a rimbalzo ICARE (RT) con la tonometria ad applanazione secondo Goldmann (GAT) in pazienti con glaucoma ad angolo aperto e ipertono oculare semplice in terapia. Inoltre valutare la correlazione tra i due strumenti in studio, in relazione ai diversi range di pachimetria(CCT) e di IOP. Rilevare inoltre la eventuale preferenza del paziente per uno dei due strumenti. analisi di correlazione è stato utilizzato il coefficiente di correlazione di Pearson, mentre la concordanza tra i due strumenti è stata valutata secondo il metodo di Bland-Altman. Ad ogni paziente è stato chiesto di esprimere la preferenza per uno dei due strumenti. MATERIALI E METODI RISULTATI I partecipanti sono stati selezionati presso il Centro Glaucomi della Clinica Oculistica di Verona. Abbiamo valutato 140 occhi, 118 di pazienti con GAA e 22 con OH. Tutti i pazienti erano in terapia. Ogni soggetto è stato sottoposto a visita oculistica completa, tonometria a rimbalzo ICARE, tonometria con GAT, CCT (pachimetria US), esame del campo visivo (perimetro automatizzato Humphrey). I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in base ai valori della GAT IOP , gruppo 1 (IOP 10÷15 mmHg n=74), gruppo 2 (IOP 16÷21 mmHg n=66). Per quanto riguarda il CCT, sono stati divisi in tre gruppi: gruppo A (CCT: < 520µ), gruppo B (CCT: 520÷560µ), gruppo C (CCT: >560µ). Per le Nei 140 occhi in studio, la media di tutte le tonometrie effettuate con GAT era di 15.01±2.88, la media delle misurazioni effettuate con ICARE era di 15.85±3.42. Il valore medio del CCT era di 546.89±33.51. La media delle differenze tra ICARE e Goldmann di tutte le misurazioni effettuate era di 0.84±2.36. Nel 12.86% dei casi ICARE ha sovrastimato il GAT oltre 3 mmHg. Nel 3.57% delle misurazioni ICARE ha sottostimato il GAT oltre i -3 mmHg. Il tonometro ICARE ha rilevato valori di IOP entro ±3 mmHg rispetto al GAT nel 83.57% dei casi ed entro ±1 mmHg nel 49.29%. Le due metodiche hanno mostrato globalmente una buona correlazione (r=0.73 , P<0.0001). Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MINERVA OFTALMOLOGICA 9 Morbio Confronto tra tonometro icare e tonometro Gruppo 1: la media del ∆ IOP tra ICARE e GAT era di 1.09±2.11. ICARE ha rilevato una IOP entro ±3 mmHg rispetto al GAT nel 85.14%. Gruppo 2: la media del ∆ IOP tra ICARE e GAT era 0.56±2.60 mmHg. ICARE ha stimato una IOP entro ±3 mmHg rispetto al GAT nel 81.82%. La correlazione era più bassa rispetto al gruppo precedente (r=0.43, P<0.0003). Gruppo A: la media del ∆ IOP tra ICARE e GAT era di -0.23±2.05. ICARE ha riportato una IOP entro ± 3mmHg rispetto al Goldmann nel 80% dei casi. Tra le due metodiche vi era una alta correlazione (r=0.76, P<0.0001). Gruppo B: la media del ∆ IOP ICARE VS GAT era 0.51±1.64 mmHg. ICARE ha stimato una IOP entro ±3 mmHg rispetto al GAT nel 94.34%. Tra i due tonometri vi era una alta correlazione (r=0.75, P<0.0001). Gruppo C: la media del ∆ IOP ICARE VS GAT era 1.72±2.76 mmHg. ICARE ha dato una IOP entro ± 3 mmHg rispetto al GAT nel 75.44%. La correlazione 10 tra i due strumenti è risultata essere moderata (r=0.66, P<0.0001). Il 58.57% dei pazienti ha espresso la propria preferenza per il tonometro ICARE, lo 0,06% ha preferito il tonometro di Goldmann ed il 41.37% non ha espresso una particolare preferenza per uno dei due strumenti. CONCLUSIONI La tonometria a rimbalzo è lievemente influenzata dalla IOP. Le misurazioni con ICARE risultano influenzate dal dato pachimetrico. Nel campione in esame ICARE ha avuto una buona correlazione con il tonometro di Goldmann. I valori pressori ottenuti con ICARE sono abbastanza concordanti con quelli ottenuti con il GAT. Non vi sono differenze significative per quanto riguarda la preferenza per uno dei due strumenti da parte dei pazienti. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):11 Valutazione di una nuova metodica tonometrica A. FEA, T. ROLLE, F. GALLOZZI, E. GROSSO, F. M. GRIGNOLO L’unico fattore di rischio modificabile per ridurre o evitare la progressione della neurotticopatia glaucomatosa è la pressione intraoculare. L’ Early Manifest Glaucoma Trial (EMGT), che si poneva l’obiettivo di valutare se il trattamento medico modificasse la progressione dei pazienti affetti da glaucoma in fase iniziale, ha evidenziato inequivocabilmente come una diminuzione della pressione intraoculare riduca l’entità della progressione del danno glaucomatoso. In termini quantitativi è emerso come alla riduzione del tono di 1 mmHg corrisponda una riduzione del rischio di deterioramento del campo visivo del 10%. . Risulta perciò evidente che una accurata misurazione della pressione intraoculare rappresenti un punto cruciale nella diagnosi e nella gestione del paziente glaucomatoso o con ipertensione oculare. Il presente lavoro è stato quello di valutare, in uno studio preliminare, la possibile corrispondenza della pressione intraoculare valutata mediante il tonometro secondo Goldmann, Pascal e BioResonator, misurare la correlazione tra spessore corneale e pressione rilevata con i tre tonometri e l’influenza dell’ordine delle misurazioni nella raccolta dei dati tonometrici, in uno stesso gruppo di soggetti. Sono stati studiati 200 occhi di 200 sog- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Dipartimento di Scienze Chirurgiche Clinica Oculistica Università degli Studi di Torino, Torino getti che presentavano almeno un pregresso episodio di ipertono oculare documentato. In ogni soggetto e’ stato selezionato un occhio secondo un criterio di randomizzazione specificato a priori. La pressione intraoculare è stata misurata impiegando i tre tonometri ordinati secondo un criterio di randomizzazione, con un intervallo tra una misura e la successiva di 4 minuti, eliminando le misurazioni con Q>3 nel caso della metodica DCT. Nei soggetti è stato inoltre misurato lo spessore corneale mediante metodica ad ultrasuoni e la curvatura corneale mediante oftalmometria.Sui dati ottenuti sperimentalmente, è stata infine effettuata l’analisi statistica valutando la distribuzione delle diverse variabili. L’analisi statistica delle tre metodiche tonometriche analizzate ha dimostrato una correlazione molto importante tra i tre strumenti (in tutti i casi si ottiene un p-value: <0,0001). Inoltre, le nuove metodiche sembrano sovrastimare la pressione oculare rispetto alle rilevazioni effettuate con il tonometro di Goldmann. MINERVA OFTALMOLOGICA 11 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):12 Holter pressorio e monitoraggio continuo della IOP nelle 24 ore nel glaucoma a bassa pressione P. BRUSINI, C. TOSONI OBIETTIVO Valutare le variazioni della pressione arteriosa (PA) e oculare (IOP) nell’arco delle 24 ore mediante l’impiego simultaneo di un holter pressorio e di un sensore telemetrico della IOP. MATERIALI E METODI Sono stati studiati 6 occhi di altrettanti pazienti affetti da glaucoma a bassa pressione con difetti perimetrici in progressione. Una lente a contatto in silicone con incluso un sistema micro-elettromeccanico (Sensimed Triggerfish®), in grado di misurare minime variazioni della curvatura corneale legate alle modificazioni della IOP, è stata applicata su un occhio di ogni paziente e lasciata in sede per 24 ore. Un’antenna collocata attorno all’occhio riceve per via telemetrica i dati che vengono poi trasmessi ad un apposito registratore e infine scaricati su di un PC, dove è possibile visualizzare i risultati. Contemporaneamente è stato applicato ai pazienti un holter pressorio in grado di monitorare la PA ogni 15’ (ogni 30’ durante la notte) per 24 ore. I due grafici sono stati 12 S.O.C. di Oculistica Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia, Udine correlati, ricercando la presenza di picchi di ipertensione oculare in orari in cui erano presenti dips pressori. RISULTATI Un significativo aumento di IOP rispetto ai valori di base è stato rilevato durante le ore notturne in tutti gli occhi esaminati. Contemporaneamente, significativi cali pressori sono stati riscontrati nella maggior parte dei soggetti studiati. CONCLUSIONI Il monitoraggio continuo della IOP, associato ad un holter pressorio, può fornire utili indicazioni in caso di glaucoma a bassa pressione, aiutando a comprendere la patogenesi del danno morfo-funzionale e la sua progressione. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):13 Sviluppo di glaucoma in soggetti affetti da ipertensione oculare valutata sia con campo visivo sia con HRT G. DELLEDONNE, F. BERTUZZI, G. ESEMPIO, S. MIGLIOR FINALITÀ DELLO STUDIO Clinica Oculistica, Policlinico di Monza Università degli Studi di Milano-Bicocca, Monza Valutare la progressione morfologica e funzionale in un gruppo di pazienti affetti da ipertensione oculare, analizzando la correlazione tra gli algoritmi diagnostici dell’Heidelberg Retina Tomograph III con i criteri di progressione funzionale del perimetro automatizzato Humphrey. MATERIALI E METODI 75 pazienti (133 occhi) affetti da ipertensione oculare sono stati seguiti clinicamente per 5 anni con valutazione oftalmica completa, perimetria computerizzata Humphrey Field Analyzer con programma SITA Standard 24-2 e con tomografia a scansione laser confocale mediante HRT-III. La progressione funzionale è stata valutata utilizzando il criterio clinico, la Glaucoma Progression Analysis, il Visual Field Index, mentre la progressione morfologica con la Moorfields Regression Analysis, il Glaucoma Probability Score e la Topographic Change Analysis. Utilizzando come riferimento i differenti criteri di analisi funzionale si sono ricavati i dati di sensibilità e specificità degli algoritmi diagnostici dell’HRT III, valutandone l’attendibilità statistica con Test esatto di Fisher. La correlazione tra analisi morfologica e analisi funzionale è stata valutata tramite Kappa di Cohen. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 RISULTATI Al variare del criterio funzionale utilizzato come riferimento, la MRA si è dimostrata essere uno strumento di analisi più specifico del GPS (Sp(MRA): 73-74%; Sp(GPS): 67-68%), ma con una sensibilità variabile in base al riferimento considerato (analisi 1: Sn(MRA) 33%<Sn(GPS) 42%; analisi 2: Sn(MRA)=Sn(GPS)=40%; analisi 3: Sn(MRA) 25%<Sn(GPS) 38%; analisi 4: Sn(MRA) 50%>Sn(GPS) 25%). La TCA è risultata superiore a MRA e GPS sia per sensibilità sia per specificità (analisi 1: Sn 58% Sp 86%; analisi2: Sn 80% Sp 84%; analisi 3: Sn 63% Sp 85%; analisi 4: Sn 75% Sp 84%) in modo statisticamente significativo (p<0,05), con una concordanza modesta con i parametri funzionali (0,2 < k < 0,4). CONCLUSIONI La TCA ha dimostrato di essere uno strumento diagnostico promettente da utilizzare in maniera integrata con gli strumenti di analisi funzionale per la valutazione dei soggetti con ipertensione oculare, a rischio. MINERVA OFTALMOLOGICA 13 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):14-5 Alterazioni del complesso delle cellule ganglionari e dello strato delle fibre nervose retiniche peripapillari valutate con SD-OCT in pazienti affetti da glaucoma ad angolo aperto con difetti localizzati del campo visivo A. ROSSI, M. MOSCA, R. SALA, R. RATIGLIA FINALITÀ DELLO STUDIO Valutare mediante SD-OCT la presenza di alterazioni del complesso delle cellule ganglionari e dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) peripapillari, nonchè la loro eventuale correlazione con la funzione visiva in occhi affetti da glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) con difetti localizzati del campo visivo. MATERIALI E METODI È stato eseguito uno studio prospettico controllato su 30 pazienti (30 occhi) affetti da POAG (18 M, 12 F, con età media di 66.1±11.96 anni) e 30 soggetti normali (30 occhi) (10 M, 20 F, con età media di 62.26±9.67 anni). Tutti i casi sono stati sottoposti a valutazione oftalmologica completa, perimetria automatica standard (Humphrey, prog. 30-2 SITA standard), tomografia a coerenza ottica con SD-OCT (Cirrus HD-OCT, SW Ver.6.0, Carl Zeiss Meditec, Inc.) con protocollo d’esame Optic Disc Cube 200x200 scan e protocollo d’analisi ONH and RNFL Analysis per lo studio dello spessore dello strato delle fibre nervose; per lo studio delle cellule ganglionari si sono utilizzati il protocollo d’esame Macular Cube 512x128 scan e il protocollo d’analisi Ganglion Cell Analysis. 14 Clinica Oculistica della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Nei POAG e nel gruppo di controllo sono stati comparati sia i valori di spessore del complesso delle cellule ganglionari nelle aree retiniche corrispondenti ai difetti perimetrici localizzati in un emicampo, sia le alterazioni di spessore del RNFL con quelli rilevati nell’emiretina omolaterale opposta perimetricamente indenne. L’analisi statistica è stata effettuata con il t-test di Student e l’eventuale relazione tra i parametri esaminati e MD e PSD è stata valutata con il coefficiente di correlazione di Pearson (r). RISULTATI È emersa una differenza statisticamente significativa (p=0,000) tra i valori di spessore delle cellule ganglionari totale medio e spessore totale medio dell’RNFL dei POAG rispetto ai controlli (58.5±10.82 μm vs 83.63±6.11 μm e 59.43±10.82 μm vs 93.06±8.01 μm rispettivamente). Nei POAG i valori medi di spessore delle cellule ganglionari e di spessore del RNFL rilevati nelle aree retiniche corrispondenti ai difetti perimetrici localizzati, sono risul- MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Alterazioni del complesso delle cellule ganglionar tati significativamente inferiori rispetto a quelli delle corrispondenti aree retiniche perimetricamente indenni (54.03±10.37 μm vs 63.1±13.3 μm, p=0.005; e 56.58±9.26 μm vs 62.21±14.56 μm, p=0.079 rispettivamente). I valori medi degli stessi parametri nei settori retinici perimetricamente indenni dei POAG e nei corrispondenti settori dei controlli, sono risultati significativamente differenti (spessore delle cellule ganglionari 63.1±13.3 μm vs 83.23±7.05 μm, p=0.000; spessore RNFL 62.21±14.56 μm vs 92.5±8.03 μm, p=0.000). Lo spessore delle cellule ganglionari totale medio è il parametro che ha mostrato un certo grado di correlazione sia con l’MD Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Rossi che con il PSD (r = 0.360 p=0.05 e r = -0.316 p=0.08 rispettivamente). CONCLUSIONI La perdita delle cellule ganglionari è all’origine del danno glaucomatoso ed è antecedente alla riduzione dello spessore del RNFL e del conseguente difetto perimetrico. Come emerge dal nostro studio, il nuovo protocollo d’analisi per il complesso delle cellule ganglionari del SD-OCT sembra essere un ulteriore strumento molto promettente per l’identificazione ed il monitoraggio dei pazienti glaucomatosi. MINERVA OFTALMOLOGICA 15 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):16-21 Studio mediante FD-OCT dello strato delle fibre nervose retiniche e dello spessore maculare in familiari di pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto L. DALLORTO, C. BRIAMONTE, R. PENNA, T. ROLLE INTRODUZIONE Il glaucoma è una neuropatia ottica irreversibile e progressiva che rappresenta la seconda causa di cecità al mondo 1 ed è caratterizzata dalla riduzione del numero di cellule ganglionari della retina. È stato ampiamente dimostrato che il glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) sia una patologia con predisposizione familiare 2, 3, 4. Alcuni studi condotti negli anni fra il 1970 e 1980 6-9 sul modello di trasmissione genetica del glaucoma non sono giunti a conclusioni univoche relativamente alla tipologia di ereditarietà coinvolta nella trasmissione della malattia, probabilmente a causa dei limiti metodologici con cui tali studi sono stati condotti, specie per quanto riguarda i criteri diagnostici della malattia5. Solo successivamente, con lo studio di popolazione condotto da Wolfs et al. 5 come parte del Rotterdam Study, si è messo in evidenza che il rischio di glaucoma durante la vita è del 22% nei parenti dei glaucomatosi, cioè quasi dieci volte maggiore rispetto ai controlli (2,3%). Ancora, Hulsman et al. 10 hanno stimato il rischio individuale di POAG proponendo l’uso di una scala numerica che prende in considerazione lo stadio della malattia, il numero di familiari affetti e il grado di parentela, l’età e il sesso; punteggi numerici 16 Dipartimento di Scienze Chirurgiche Clinica Oculistica Università degli Studi di Torino, Torino più elevati sono significativamente associati con un maggior rischio di POAG, indipendentemente dalla presenza di una pressione intraoculare (IOP) elevata. A riprova della predisposizione genetica del glaucoma, numerose pubblicazioni hanno evidenziato una maggiore concordanza per il glaucoma tra gemelli monozigoti rispetto ai gemelli dizigoti 11, 12. Poiché non è stata dimostrata un’unica modalità di trasmissione mendeliana classica (recessiva o dominante), né un unico gene responsabile della malattia, si ipotizza che il glaucoma abbia un’eziologia multifattoriale o complessa13. Pertanto sono chiamati in causa più geni che hanno un effetto additivo o moltiplicativo, in associazione ad altri fattori non genetici, il principale dei quali è l’ipertensione oculare 14, 15. Diversi studi epidemiologici riportano che una percentuale variabile tra il 13 e il 25% dei pazienti affetti da glaucoma ha una storia familiare positiva 4. In accordo con questi dati, uno studio condotto sulla popolazione cinese 16 ha evidenziato che il 21,49% dei 228 pazienti con POAG ha almeno un familiare affetto da glaucoma, per- MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Studio mediante fd-oct Dallorto centuale che sale al 60%, come mostrato dal Tasmania study 17. L’influenza del limitato rimescolamento genetico che comunemente caratterizza la popolazione delle isole può essere interpretato come un’ulteriore prova della base genetica del glaucoma. Con l’evoluzione delle tecniche molecolari sono stati identificati i geni associati alla malattia; il primo gene ad essere stato associato al glaucoma è stato il gene MYOC, situato nella regione q21-31 del cromosoma 1 che codifica per una proteina denominata Miocillina. Ad oggi più di 20 geni sono stati chiamati in causa nella trasmissione del glaucoma primario ad angolo aperto, il ruolo di alcuni di essi è stato ampiamente studiato ed è ormai assodato (MYOC, OPTN, WDR36), per altri invece sono necessari ulteriori studi 18. Le alterazioni del campo visivo e della testa del nervo ottico sulle quali comunemente viene posta la diagnosi di glaucoma sono più avanzate e tardive rispetto alla riduzione di spessore dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL: retinal nerve fiber layer) 19, 20, la quale, pertanto, deve essere preferita come strumento di diagnosi precoce della malattia, dal momento che la precocità della diagnosi correla positivamente con la prognosi sulla funzione visiva. Allo stato attuale delle conoscenze cliniche e fisiopatologiche, tre sono le principali metodiche con le quali è possibile procedere ad una misura riproducibile dello spessore del RNFL: la tomografia retinica di Heidelberg (HRT), il polarimetro a scansione laser (GDx) e la tomografia a coerenza ottica (OCT) 21-25. L’OCT è uno strumento diagnostico non invasivo, che utilizza l’interferometria ed una luce a bassa coerenza, vicino al range degli infrarossi, per ottenere immagini ad alta risoluzione della sezione trasversale dell’occhio. Vari studi 26-28 hanno valutato le capacità diagnostiche di OCT, HRT e GDx e le hanno confrontate, giungendo alla conclusione che l’OCT è sostanzialmente sovrapponibile alle altre due tecniche in quanto a specificità nella diagnosi del glaucoma, ma Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 è superiore in sensibilità e nel discriminare il danno precoce. Bowd et al. 29 hanno messo in evidenza una riduzione di spessore del settore inferiore delle RNFL peripapillari del 15% negli occhi ipertesi rispetto a quelli sani. L’RTVue 100 è un modello di Fourierdomain (o Spectral-domain) OCT dotato di maggior risoluzione e velocità di acquisizione delle immagini rispetto ai modelli di OCT Time-domain prima in commercio. Un vantaggio derivante dall’impiego dell’OCT RTVue è costituito dalla possibilità di valutare mediante il protocollo GCC lo spessore della macula occupato dalle cellule ganglionari retiniche, che, come ipotizzato per la prima volta da Zeimer et al.,30,31,32,33 può essere considerato un parametro diagnostico importante, dal momento che nella regione maculare sono contenute più della metà di tutte le cellule ganglionari retiniche, la cui perdita costituisce l’essenza della malattia glaucomatosa. In uno studio condotto da Tan et al. 35 è stato studiato l’attuale protocollo GCC dell’RTVue della Optovue. I risultati ottenuti dimostrano che tale protocollo ha un potere diagnostico significativamente maggiore del TD-OCT Macular Thickness e del FDOCT MM5 nel discriminare i soggetti sani dai pazienti glaucomatosi. Inoltre, il potere diagnostico dei parametri GCC risulta statisticamente non inferiore alla misurazione del RNFL peripapillare (ppRNFL), come dimostrato da un recente studio condotto da Rolle et al. 35 presso la Clinica Oculistica dell’Università di Torino. Moreno et al. 36 hanno comparato la capacità di discriminare un glaucoma precoce ricorrendo all’analisi dello spessore maculare interno (GCC) e delle fibre peripapillari: i risultati attribuiscono una capacità di identificare il glaucoma in stadio precoce lievemente maggiore alla scansione GCC. SCOPO DELLO STUDIO Lo scopo del presente studio è quello di individuare mediante l’OCT alterazioni quantitative precoci dello strato delle fibre MINERVA OFTALMOLOGICA 17 Dallorto Studio mediante fd-oct nervose retiniche e della regione maculare negli occhi, con pressione normale o elevata, di familiari di soggetti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto al fine di instaurare il prima possibile una terapia e di prevenire la progressione del danno. MATERIALI E METODI Abbiamo incluso nello studio 62 pazienti con familiarità positiva per glaucoma ad angolo aperto, per un totale di 124 occhi. Le caratteristiche demografiche dei pazienti arruolati sono riassunte nella Tabella I. La popolazione è tutta caucasica e l’età varia da 24 a 75 anni. Tutti i soggetti sono stati sottoposti ai seguenti accertamenti: valutazione dell’acuità visiva, misurazione della pressione intraoculare (mediante tonometro ad applanazione di Goldmann), esame oftalmoscopico, gonioscopia, pachimetria mediante ultrasuoni, perimetria automatizzata standardizzata mediante un Humphrey Field Analyzer, usando la strategia Swedish interactive threshold algorithm (SITA) standard con programma 24-2, FD-OCT (RTVue software, versione A4, 5,0,59, Optuve Inc, Fremont, CA). È stato effettuato l’intero Protocollo Glaucoma del FD-OCT RTVue, comprensivo delle scansioni GCC, RNFL, ONH, 3Ddisc. Tutte le scansioni sono state effettuale dallo stesso operatore, cui non erano note le informazioni cliniche del paziente. Le scansioni con artefatti di movimento e SSI (Signal Strength Index) <50 sono state escluse. Criteri di inclusione — soggetti di entrambi i sessi di età superiore ai 18 anni e inferiore ai 80 anni; — parenti di primo e secondo grado di soggetti affetti da POAG afferenti all’ambulatorio glaucomi della Clinica Oculistica dell’Università di Torino, diagnosticati sulla base di un’alterazione del campo visivo valutata con la scala HODAPP37 e della papilla ottica clinicamente o strumentalmente diagnosticata. 18 Tabella I.—Caratteristiche demografiche familiari Numero pazienti 62 Maschi/femmine 24/38 Numero occhi 122 Occhi con iop ≤21 mmhg 60 Occhi con iop >21 mmhg 62 Etá soggetti sani con IOP ≤21 mmHg (anni) 46,6±12,4 Etá soggetti con IOP >21 mmHg (anni) 56,63±10,37 MD in occhi con IOP ≤21 mmHg (dB) -0,45±1,44 MD in occhi con IOP >21 mmHg (dB) -1,84±1,46 I dati sono espressi come media ± DS. MD, mean deviation al CVC SITA 24-2 standard Criteri di esclusione — acuità visiva inferiore a 0,5; — difetto refrattivo sferico equivalente maggiore di +3 diottrie o inferiore a -6 diottrie; — presenza di alte patologie oculari; — precedenti interventi chirurgici oculari e trattamenti refrattivi; — patologie sistemiche che possano determinare alterazioni del campo visivo o del disco ottico (per es. diabete mellito o ipertensione arteriosa); — scarsa collaborazione all’esame clinico; RISULTATI Abbiamo confrontato i valori medi dei parametri papillari e maculari ottenuti con il FD-OCT valutando la significatività statistica dei dati mediante l’utilizzo del test statistico t-student (programma Comparison of Means del software MedCalc versione 12.4). Il livello critico per la significatività statistica per tutti i parametri è di 0.05. I valori dei familiari con IOP ≤ 21 mmHg sono stati confrontati con un campione di 52 occhi normali omogenei per età, sesso ed etnia (Tabella II). La Tabella III mostra la distribuzione statistica dei parametri maculari e papillari nei familiari con IOP > 21 mmHg e nei familiari con IOP ≤ 21 mmHg e il P-value di ogni parametro comparato con il t-test indipen- MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Studio mediante fd-oct Dallorto Tabella II. — Confronto delle medie tra familiari con IOP ≤ 21mmHg e controlli sani Parametri RNFL average thickness RNFL superior thickness RNFL inferior thickness GCC average thickness GCC superior thickness GCC inferior thickness FLV (Focal Loss Volume) GLV (Global Loss Volume) Familiari con IOP ≤21 mmHg (media±DS) Controlli (media±DS) Differenza 108,28±8,25 µm 105,59±9,82 µm 110,52±9,81 µm 94,04±6,24 µm 93,47±7,3 µm 94,45±6,03 µm 0,73±1,86% 5,08±4,4% 106,44±9,74 µm 105,95±11,95 µm 106,78±10,04 µm 97,035±5,84 µm 96,58±6,31 µm 97,3±5,99 µm 0,28±0,30% 3,02±3,137% -1,84 0,36 -3,74 -2,99 -3,11 -2,85 0,47% 2,06% 95% Ic -5,2 -3,72 -7,47 -5,27 -5,69 -5,11 -0,97 0,61 a a a a a a a a P-value 1,5 4,44 -0,01 -0,27 -0,54 -0,59 0,07 3,51 0,28 0,86 0,049 0,01 0,0184 0,0138 0,088 0,0058 Tabella III.—Confronto delle medie tra familiari con IOP >21 mmHg e familiari con IOP ≤21 mmHg Parametri RNFL average thickness RNFL superior thickness RNFL inferior thickness GCC average thickness GCC superior thickness GCC inferior thickness FLV GLV Familiari con IOP >21 mmHg (media±DS) Familiari con IOP ≤21 mmHg (media±DS) Differenza 95,7±12,9 µm 94,62±13,41 µm 97,44±14,5 µm 88,94±10,02 µm 89,83±12,02 µm 88,23±10,39 µm 2,89±3,64 % 10,84±8,03 % 108,28±8,25 µm 105,59±9,82 µm 110,52±9,81 µm 94,04±6,24 µm 93,47±7,3 µm 94,45±6,03 µm 0,73±1,86 % 5,08±4,4 % -12,58 µm -10,97 µm -13,1 µm -5,1 µm - 3,64 µm - 6,22 µm 2,16%4 5,76%4 95% IC -16,5 -15,2 -17,5 -8,1 -7,2 -9,3 1,12 3,4 a a a a a a a a -8,7 -6,7 -8,7 -2,1 -0,06 -3,16 3,2 8,1 P-value 0,0001 0,0001 0,0014 0,0014 0,0464 0,0001 0,0001 0,0001 Tabella IV.—Confronto delle medie tra familiari con IOP >21 mmHg e controlli sani Parametri RNFL average thickness RNFL superior thickness RNFL inferior thickness GCC average thickness GCC superior thickness GCC inferior thickness FLV GLV Familiari con IOP >21 mmHg (media±DS) Sani (Media±DS) Differenza 95,7±12,9 µm 94,62±13,41 µm 97,44±14,5 µm 88,94±10,02 µm 89,83±12,02 µm 88,23±10,39 µm 2,89±3,64% 10,84±8,03% 106,44±9,74 µm 105,95±11,95 µm 106,78±10,04 µm 97,035±5,84 µm 96,58±6,31 µm 97,3±5,99 µm 0,28±0,30% 3,02±3,137% -10,74 µm -11,33 µm -9,34 µm -8,09 µm - 6,75 µm - 9,07 µm 2,61% 7,82% dente. Nella Tabella IV il confronto è tra i familiari con IOP >21 mmHg e i soggetti sani senza familiarità. DISCUSSIONE Il ruolo dell’OCT e dello spessore delle fibre del nervo ottico e della regione macu- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 95% Ic -15,05 -16,1 -14,1 -11,2 -10,41 -12,3 1,6 5,48 a a a a a a a a -6,43 -6,6 -4,6 -4,9 -3,08 -5,84 3,6 10,17 P-value 0,0001 0,0001 0,0002 0,0001 0,0004 0,0001 0,0001 0,0001 lare nella diagnosi e gestione del glaucoma è ormai assodato. L’uso dell’OCT nella valutazione dello spessore del RNFL si è dimostrato riproducibile e affidabile, sia in occhi normali che glaucomatosi 38-39. Numerosi studi hanno provato che l’FD-OCT è capace di distinguere non solo i soggetti glaucomatosi da quelli normali 24,40, ma anche il danno precoce degli occhi con ipertono MINERVA OFTALMOLOGICA 19 Dallorto Studio mediante fd-oct oculare rispetto a quelli sani 41-42. Come mostrato dalle Tabelle III e IV, nel confronto tra familiari con ipertono e, rispettivamente, familiari con IOP ≤ 21 mmHg e soggetti sani, tutti i parametri sono risultati diversi in modo statisticamente significativo. Non esistono ad oggi in letteratura studi che abbiano analizzato lo spessore delle strato delle fibre nervose retiniche della regione papillare e maculare nello stesso gruppo di soggetti, familiari di primo e secondo grado di pazienti glaucomatosi. Il confronto dello spessore del RNFL nella regione papillari e maculare ottenuti con l’FD-OCT RTVue nei pazienti normali ed in quelli aventi come unico fattore di rischio aggiuntivo la familiarità positiva, ha rilevato differenze statisticamente significative nei valori di RNFL inferiore (P 0,049), GCC medio (P 0,01), GCC superiore (P 0,0184) e GCC inferiore (P 0,0138). Questi risultati sono in accordo con il lavoro di Moreno et al.36, che attribuisce alla scansione GCC una capacità superiore rispetto all’analisi del ppRNFL nell’identificare il glaucoma in stadio precoce. Lo studio di Kim et al. 43 è in linea con i nostri risultati, dimostrando come i valori di spessore del GCC predicano meglio il danno precoce rispetto ai valori di RNFL. Ciò può essere spiegato, in parte, con il fatto che il GCC è una misura più diretta dell’integrità delle cellule ganglionari retiniche, e per questo può essere considerato un buon indicatore del danno precoce. Ulteriori studi, di cui alcuni già in corso presso la Clinica Oculistica dell’Università di Torino, con maggior potenza statistica si rendono necessari per confermare le conclusioni del presente lavoro. BIBLIOGRAFIA 1. Cook C, Foster P. Epidemiology of glaucoma: what’s new? 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Staging functional damage in glaucoma: review of different classification methods. Surv Ophthalmol. 2007 Mar-Apr;52(2):156-79. 38. Garas A, Vargha P, Holló G. Reproducibility of retinal nerve fiber layer and macular thickness measurement with the RTVue-100 optical coherence tomograph. Ophthalmology. 2010 Apr;117(4):738-46. doi: 10.1016/j.ophtha.2009.08.039. Epub 2010 Jan 15. 39. Carpineto P, Ciancaglini M, Zuppardi E, Falconio G, Doronzo E, Mastropasqua L. Reliability of nerve fiber layer thickness measurements using optical coherence tomography in normal and glaucomatous eyes. Ophthalmology. 2003 Jan;110(1):190-5. 40. Guedes V, Schuman JS, Hertzmark E, Wollstein G, Correnti A, Mancini R, Lederer D, Voskanian S, Velazquez L, Pakter HM, Pedut-Kloizman T, Fujimoto JG, Mattox C. Optical coherence tomography measurement of macular and nerve fiber layer thickness in normal and glaucomatous human eyes. Ophthalmology. 2003 Jan;110(1):177-89. 41. Bowd C, Weinreb RN, Williams JM, Zangwill LM. 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RECUPERO 1 OBIETTIVO Valutazione della concordanza tra la Moorfield Regression Analysis (MRA), il Glaucoma Probability Score (GPS) dell’ HRT III e i valori dello spessore delle fibre nervose parapapillari forniti dall’OCT i-Vue in pazienti affetti da ipertono oculare e/o glaucoma. MATERIALI E METODI 39 pazienti (72 occhi) affetti da ipertono oculare e/o glaucoma cronico ad angolo aperto (POAG) allo stadio iniziale sono stati sottoposti a perimetria acromatica Octopus G1X, strategia dinamica per un totale 54 occhi con campo visivo (CV) normale e 18 con danni campimetrici iniziali. Tutti i pazienti hanno eseguito HRT III (MRA e GPS) ed OCT i-Vue per lo studio dello strato delle fibre nervose retiniche parapapillari (ONH protocol) ed è stato calcolato il grado di concordanza di normalità ed anormalità tra le diverse metodiche utilizzando il coefficiente Kappa di Cohen. La concordanza è stata calcolata in relazione all’entità del danno campimetrico considerando ciascun quadrante del nervo ottico singolarmente. RISULTATI Su tutti gli occhi analizzati, sia con campo visivo normale che alterato, la statistica κ ha 22 1Dipartimento di Oftalmologia II Facoltà di Medicina e Psicologia Università degli Studi “Sapienza”, Roma 2Dipartimento di Clinica Oculistica Ospedale S.Andrea Università degli Studi di Genova, Genova mostrato una buona correlazione nell’analisi globale (κ 0.5113) tra GPS e MRA. Questa risultava più significativa nei quadranti infero-temporale (κ 0.6186), infero-nasale (κ 0.5273) e supero-nasale (κ 0.5192). Il confronto tra I-Vue ed MRA ha evidenziato una buona correlazione nei quadranti supero-nasale (κ 0.6565) e nasale (κ 0.6277) seguita dai settori supero-temporale (κ 0.6025) ed infero-temporale (κ 0.5859). Infine il confronto tra i risultati ottenuti con OCT i-Vue e GPS ha evidenziato una debole significatività, presente solo nel quadrante supero-temporale (k 0.404). Negli occhi con CV normale una buona concordanza tra GPS e MRA era presente nei quadranti infero temporale (κ 0.5161), infero nasale (κ 0.5039) e supero nasale (κ 0.5085), tra I- Vue ed MRA nel quadrante supero-nasale (κ 0.8452) seguito dal nasale (κ 0.8433) mentre tra OCT i-Vue e GPS, la statistica κ non ha evidenziato un coefficiente di correlazione significativo in nessuno dei settori considerati. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Valutazione della concordanza tra la Moorfield Regression Analysis (MRA) Negli occhi con CV alterato era presente un coefficiente globale di correlazione tra GPS e MRA elevato (κ 0.7826), significativo in tutti i quadranti considerati (IT κ 0.7925, ST κ 0.56, IN κ 0.5263, SN κ 0.4762). Il confronto tra I-Vue ed MRA ha mostrato una moderata significatività solo nei quadranti infero-temporale(κ 0.5454) e superotemporale (κ 0.6071) mentre tra OCT i-Vue e GPS la statistica κ ha evidenziato una correlazione significativa solo nel quadrante infero-temporale (κ 0.5556). CONCLUSIONE L’analisi globale dei risultati ottenuti conferma che l’MRA si dimostra una metodica d’analisi efficace. Infatti in questo studio, dove la linea di contorno era tracciata da Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MUTOLO un esperto della metodica, l’MRA si correlava in maniera significativa con il GPS nella quasi totalità dei quadranti analizzati ed in misura comunque soddisfacente anche con l’OCT I–Vue. Le metodiche automatiche di analisi della papilla mediante GPS e delle fibre peripapillari con l’ONH protocol dell’ OCT I-Vue risultano, invece, poco correlate tra loro. Tale debolezza riguarda prevalentemente gli occhi con campo visivo normale, dove l’identificazione di un danno anatomico iniziale assume importanza clinica maggiore. È possibile che tale discordanza sia da associarsi al numero limitato di occhi considerati ma che comunque la loro utilità sia dimostrata dalla presenza di una concordanza significativa quando rapportate singolarmente alle metodiche manuali o semiautomatiche (MRA) di valutazione del nervo ottico. MINERVA OFTALMOLOGICA 23 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):24-6 Ruolo del Bimatoprost 0.01% nella pratica clinica L. TANGA 1, G. MANNI 1, 2, F. ODDONE 1, P. PASCULLI 2 M. FERRAZZA 1, F. BERARDO 1, M. CENTOFANTI 1, 2. Gruppo di lavoro: L. VARANO 3, G. BRICOLA 4 F. DE FEO 5, L. GUALDI 6, G. MANDELLI 7 M. MARINO 8, D. MONREALE 9, N. SANTORO 10, F. TENERELLI 11, P. VICO 12 OBIETTIVO Valutare l’efficacia del Bimatoprost 0.01% (somministrato una volta al giorno, alla sera) e il grado di iperemia congiuntivale dopo tre mesi di trattamento in pazienti con glaucoma o ipertensione oculare. MATERIALI E METODI Questo studio, retrospettivo multicentrico, è stato creato dal gruppo italiano AURORA. Infatti, fin dall’immissione in commercio del Bimatoprost 0.01% abbiamo usato una scala fotografica (scala di classificazione CORNEA AND CONTACT LENS RESEARCH UNIT - CCLRU) e la misurazione della pressione intraoculare (IOP), al fine di uniformare le nostre osservazioni riguardanti tale farmaco. Alla fine abbiamo deciso di raccogliere e analizzare i nostri dati. Sono stati raccolti i dati relativi a tre visite: giorno di inizio terapia con bimatoprost 0.01%, visita ad 1 mese ed a 3 mesi (± 10 giorni) di trattamento. Da ogni visita abbiamo raccolto i dati relativi a: farmaci ipotensivi oculari in uso, valori di IOP misurati con tonometro ad applanazione di Goldmann(GAT) e grading dell’’iperemia attraverso la scala fotografica (CCLRU). 24 1IRCCS-Fondazione GB Bietti, Roma, Università di Roma Tor Vergata, Roma 3Ospedale di Catanzaro, Catanzaro 4Oculistica ASL 3, Genova 5Ospedale di Alassio, Alassio 6Studio Oculistico Gualdi, Roma 7Clinica Città Studi-centro, Milano 8Casa di cura Città di Roma, Roma 9Ospedale Universitario, Palermo 10AOUC Careggi, Careggi 11Ospedale di Venere – Carbonara, Bari 12IRCSS Humanitas, Milano 2DSCMT Criteri di inclusione Sono stati inclusi i dati di pazienti con glaucoma o ipertensione oculare trattati con Bimatoprost 0.01% in monoterapia per almeno 3 mesi. Criteri di esclusione Sono stati esclusi i dati provenienti da pazienti di età inferiore ai 18 anni e con una carenza di dati tale da impedire la raccolta secondo protocollo. Analisi statistica L’analisi descrittiva è stata riassunta come media e deviazione standard per le variabili continue e come frequenze per le variabili categoriche. Le differenze di pressione intraoculare dal basale sono state espresse MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Ruolo del Bimatoprost 0.01% nella pratica clinica Tanga Figura 1.—Riduzione della IOP a tre mesi (%) confrontata con la IOP basale divisa per trattamento iniziale. Figura 2.—Grading dell’iperemia in percentuale. come variazioni assolute (IC±95%) e come variazioni relative (%). L’analisi della varianza per misure ripetute è stata utilizzata per testare le differenze della IOP in tutte le visite di controllo. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 RISULTATI Sono stati inclusi nello studio 218 occhi (un occhio per ognuno dei 218 pazienti). L’età media era 68,2 ± 10,2 (range 41- MINERVA OFTALMOLOGICA 25 Tanga Ruolo del Bimatoprost 0.01% nella pratica clinica Figura 3.—Percentuali dell’andamento dell’iperemia dopo 3 mesi di trattamento con Bimatoprost 0.01%. 93). I pazienti affetti da glaucoma erano il 74%. La IOP media alla visita basale era 18,83±3.39. La riduzione della IOP è risultata statisticamente significativa sia dopo un mese che dopo 3 mesi di trattamento con Bimatoprost 0.01%. La pressione intraoculare media dopo un mese di trattamento era 15,63 ± 2,57 (p <0,0001). La pressione intraoculare media dopo tre mesi di trattamento era 15,12 ± 2.17 (p <0,0001). Dividendo i pazienti sulla base del trattamento iniziale (alla visita basale) si sono evidenziate alcune differenze in termini di percentuale di riduzione della pressione intraoculare. La riduzione maggiore di IOP è stata osservata in pazienti 26 naive (-36, 55% dalla IOP basale). La riduzione inferiore della IOP è stata osservata invece nei pazienti trattati con travoprost. (-6, 64% da IOP con travoprost) (Figura 1). Valutando il grading dell’iperemia congiuntivale mediante l’uso della CCLRU è stata riscontrata dopo 3 mesi di trattamento assenza di iperemia nel 47% dei casi, iperemia lieve nel 42% dei casi, iperemia moderata nel 11% dei casi e nessuna caso di iperemia severa (Figura 2). Nel 81% dei pazienti non vi è stato alcun aumento dell’iperemia (56% nessun cambiamento; 25% riduzione dell’iperemia). Nel 19% dei pazienti si è verificato invece un aumento dell’iperemia (grado lievemoderato) (Figura 3). MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):27 Ocular Surface Disease e glaucoma: come valutare l’impatto sulla qualità della vita G. C. M. ROSSI, S. LANTERI, S. LOMBARDO, M. RAIMONDI, G. MILANO, G. M. PASINETTI SCOPO Registrare segni e sintomi di ocular surface disease (OSD) in pazienti trattati con ipotonizzanti oculari; valutare la correlazione tra segni e sintomi; identificare come fare diagnosi di OSD e come seguire l’andamento dell’OSD ed il suo impatto sulla qualità di vita del paziente. METODI Studio prospettico, osservazionele. Si sono arruolati pazienti con glaucoma ad angolo aperto ed ipertoni oculari consecutivi in terapia topica: i pazienti con codizioni sistemiche od oculari che potessero interferire con lo stato della superficie oculare sono stati esclusi. I pazienti arruolati sono stati sottoposti a visita oculistica completa comprensiva di valutazione del film lacrimale (tear film break up time (TF-BUT) e del fluorescein corneal staining (keratitis punctatae). Tutti hanno completato la versione italiana del NEI-VFQ 25 a del Glaucoma Symptom Scale (GSS). RISULTATI 233 pazienti hanno aderito allo studio. La cheratite punctata era presente in 70 (30%) Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Clinica Oculistica Università degli Studi di Pavia Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia occhi; TF-BUT era alterato in 67 (28.8%) pazienti: 97 pazienti (42.1%) presentavano OSD. I valori alterati erano genere-indipendente, la cheratite punctata era statisticamente correlata all’età (p=0.01) ed al numero di instillazioni al giorno (p=0.0007). Il TF-BUT era correlato al valore di IOP (p<0.0001). La scala ocular pain (OP) del NEI era statisticamente correlata al TF-BUT (p=0.017); il GSS era correlato sia al TF-BUT che alla punctatae keratitis (p<0.00001). CONCLUSIONI Molti pazienti presentano un’alterazione della superficie oculare ed una ocular surface disease correlata alla terapia e questo influenza la qualità di vita dei pazienti. L’impiego di combinazioni fisse per ridurre l’esposizione della superficie oculare ai farmaci e l’impiego di formulazioni senza BAK andrebbero incoraggiate per ridurre e contenere la comparsa o il peggioramento di questa patologia secondaria nei pazienti affetti da glaucoma. Il GSS ha dimostrato una buona correlazione con I segni e dovrebbe esser utilizzato di routine per valutare l’impatto dell’OSD sulla qualità di vita. MINERVA OFTALMOLOGICA 27 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):28 Valutazione della variazione degli indici perimetrici nel follow-up di pazienti glaucomatosi sottoposti a terapia orale con l’associazione di forskolin, rutina e vitamine B1 e B2 I. GIUFFRÈ FINALITÁ DELLO STUDIO Confrontare gli indici perimetrici, rilevati in almeno tre campi visivi successivi in pazienti esperti in campimetria, eseguiti ad almeno 6 mesi di distanza, dopo somministrazione orale di un’associazione di forskolin, rutina e vitamine B1 e B2, mediante uno studio monocentrico, prospettico, in aperto, con modalità caso-controllo. PAZIENTI E METODI Sono stati arruolati 20 pazienti (10M, 10F), di età media pari a 55.45 anni, range 40-67 anni, affetti da glaucoma ad angolo aperto di nuova diagnosi a cui è stato somministrata oralmente, una volta al di, una associazione di forskolin, rutina e vitamine B1 e B2. È stato reclutato un gruppo di controllo di eguale numero e con la medesima diagnosi, matchato dal punto di vista dell’età e dei valori pachimetrici. I pazienti di entrambi i gruppi sono stati sottoposti, dopo la visita di arruolamento, ad esami campimetrici mediante FDT 30-2 ed a controlli tonometrici ed oftalmologici per almeno 18 mesi dall’arruolamento. L’elaborazione statistica è stata effettuata mediante statistiche descrittive, analisi della varianza (ANOVA) e test di Wilcoxon. 28 Istituto di Oftalmologia Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Cattolica del S. Cuore di Roma, Roma RISULTATI I due gruppi sono risultati omogenei dal punto di vista dell’età (p=0.548) e dei valori pachimetrici (p=0.117). Già al controllo a 6 mesi si sono rilevate delle differenze statisticamente significative negli indici perimetrici tra i due gruppi (p<0.05) con il test di Wilcoxon, indipendentemente dal controllo tonometrico e dalla terapia ipotonizzante seguita, che era stata mantenuta invariata. CONCLUSIONI Se confermati da RCT piu’ estesi e con un follow-up maggiore, questi dati rappresentano una prima evidenza di un possibile effetto neuroprotettivo, PIO-indipendente, della associazione forskolin, rutina e vitamine B1 e B2 in somministrazione orale, in pieno accordo con i dati sperimentali di Osborne e collaboratori. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):29-30 KRONEK in pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) in massima terapia medica tollerata (MTMT) M. IESTER INTRODUZIONE Gruppo di Studio KRONEK, Bari Il controllo della pressione intraoculare (IOP) è ancora oggi l’unico approccio terapeutico disponibile per il trattamento del glaucoma primario ad angolo aperto (POAG). Tuttavia, alcuni pazienti non rispondono in modo adeguato alle terapie ipotonizzanti, e nonostante molteplici combinazioni di farmaci non riescono a raggiungere il loro obiettivo pressorio (Target Pressure). Il Forskolin è un composto naturale che ha già dimostrato l’efficacia in termini di riduzione della pressione intraoculare dopo applicazione topica. OBIETTIVO DELLO STUDIO Lo scopo di questo studio era valutare gli effetti sulla pressione intraoculare di un integratore alimentare contenente Forskolin e Rutina quando somministrato a pazienti con POAG in terapia medica massima tollerata (MTMT) ed inseriti in una lista d’attesa per un intervento chirurgico atto a diminuire ulteriormente la IOP. METODI Studio controllato in aperto. 97 pazienti (52 nel gruppo di trattamento e 45 nel gruppo di controllo) sono stati arruolati in 8 di- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 versi centri di glaucoma in Italia. Tutti i pazienti erano sotto MTMT e con valori di IOP sopra il loro obiettivo pressorio. Durante i 30 giorni prima dell’intervento chirurgico, ai pazienti trattati sono state prescritte 2 compresse al giorno (mattina e sera) di un integratore alimentare contenente Forskolin e Rutina, in aggiunta alla loro solita terapia farmacologica. I loro valori di IOP sono stati misurati a 3 punti di tempo durante il giorno, al momento dell’arruolamento (t0) e una volta a settimana (T1, T2,T3) fino al giorno dell’intervento chirurgico. I pazienti del gruppo di controllo hanno continuato solo con la loro abituale terapia ipotonizzante topica. RISULTATI Tutti i pazienti del gruppo trattato con l’associazione Forskolin e Rutina, indipendentemente dal tipo di terapia farmacologica che stavano assumendo, hanno mostrato una ulteriore diminuzione del 10% (P <0,01) della loro IOP, partendo dalla prima settimana dopo l’assunzione dell’integratore orale. Questa riduzione della IOP si è mantenuta fino all’ultima valutazione prima dell’intervento chirurgico. Tale riduzione della pressione intraoculare è risultata più MINERVA OFTALMOLOGICA 29 Vetrugno KRONEK in pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) evidente (15% del valore basale, p <0,01) nei soggetti con pressione più elevata (IOP ‡ 21mmHg) rispetto a quelli con valori di IOP bassi (IOP <21) (9%, p <0,01). Al contrario, nel gruppo di controllo i valori IOP sono rimasti stabili dall’inizio alla fine del periodo di osservazione, indipendentemente dai loro valori basali. 30 CONCLUSIONI Forskolin e Rutina somministrati come trattamento orale possono contribuire ad un miglior controllo e ad una ulteriore lieve riduzione della pressione intraoculare nei pazienti con scarsa risposta alla combinazione di più farmaci per via topica. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):31-2 Correlazione tra l’uso di analoghi delle prostaglandine e lo sviluppo di edema maculare cistoide dopo intervento di cataratta M. FIGUS 1, C. POSARELLI 1, S. LAZZERI 1 for the MEPPA STUDY GROUP 2 SCOPO 1Oftalmologia, Determinare il rischio di sviluppo di edema maculare dopo chirurgia della cataratta non complicata in pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto trattati con analoghi delle prostaglandine. MATERIALI E METODI In questo studio di coorte prospettico è stato misurato lo spessore foveale con tomografia a coerenza ottica prima e dopo intervento di facoemulsificazione di 62 pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto in terapia con analoghi delle prostaglandine, verso 61 controlli sani. Lo spessore foveale è stato misurato alla visita basale, e rispettivamente 1 settimana, 1 mese e 3 mesi dopo l’intervento. L’analisi dei dati è stata effettuata con il software GraphPad Prism Package. La differenza dello spessore foveale tra i due gruppi alla visita basale è stata calcolata con il t-test per campioni non appaiati, mentre il t-test per campioni appaiati è stato utilizzato per l’analisi dei dati nello stesso gruppo durante il follow-up. Il P-value è stato fissato a 0.05. Il campione è stato calcolato in modo da individuare cambiamenti nello spessore foveale dal periodo pre al periodo post-operatorio. È stato supposto un cambiamento di 20 micron (10% Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Dipartimento di Chirurgia, Università degli Studi di Pisa, Pisa 2P. Frezzotti (Università di Siena) M. Iester (Università di Genova) P. Fogagnolo (IRCCS Fondazione Bietti, Milano) F. Oddone (IRCCS Fondazione Bietti, Roma) L. Martini, M.Nardi (Università di Pisa) circa dello spessore foveale normale) quale indicatore di edema maculare subclinico. RISULTATI Alla visita basale lo spessore foveale medio era di 198.76 ± 5.38 mm nel gruppo di controlli sani e rispettivamente di 193.91±7.99 mm nel gruppo di pazienti in terapia con analoghi delle prostaglandine (P=0.62). Lo spessore foveale nel gruppo di controllo era pari a 197.05±5.74 mm (P=0.57), 204.05±5.60 mm (P=0.21) e 201.19±5.35 mm (P=0.43) rispettivamente 1 settimana, 1 mese e 3 mesi dopo l’intervento di cataratta. Nel gruppo in terapia con analoghi delle prostaglandine lo spessore foveale misurato era rispettivamente di 191.91±5.64 mm (P=0.71), 198.64±7.64 mm (P=0.43) e 218.36±21.13 mm (P=0.22) rispettivamente 1 settimana, 1 mese e 3 mesi dopo l’intervento di cataratta. Due pazienti (3,22%) nel gruppo in terapia con analoghi delle prosta- MINERVA OFTALMOLOGICA 31 Figus Correlazione tra l’uso di analoghi delle prostaglandine glandine hanno sviluppato edema maculare al 3 mese del follow-up (spessore foveale = 386 e 606 mm, rispettivamente). Nessuno tra i controlli ha sviluppato edema maculare clinicamente significativo. CONCLUSIONI In questo studio condotto con un followup di 3 mesi, in entrambi i gruppi non è 32 stato osservato un incremento significativo dello spessore foveale dopo chirurgia della cataratta. Nel 3% dei casi del gruppo in terapia con analoghi delle prostaglandine è stato osservato un edema maculare clinicamente significativo. Nonostante il ruolo eziopatogenetico delle prostaglandine quando la barriera emato-acqueo è interrotta, non sembra che la terapia con analoghi delle prostaglandine aumenti il rischio di edema maculare dopo chirurgia della cataratta. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):33-4 Variazioni nel numero delle cellule endotelio corneale dopo Faco-ExPress vs terapia con combinazione fissa R. ALTAFINI, S. MORSELLI SCOPO Valutare la perdita di cellule endoteliali dopo facoemulsificazione con impianto di ExPress in un occhio e terapia medica topica con associazione fissa nell’occhio controlaterale. cellule endoteliali tra i due truppi abbiamo utlizzato l’analisi della varianza (ANOVA). MATERIALI E METODI Venti occhi di dieci pazienti affetti da cataratta e glaucoma ad angolo aperto e trattati con latanoprost 0.005% e timololo 0.5% in associazione fissa sono stati sottoposti in un occhio a facoemulficazione con impianto IOL e impianto di ExPress (gruppo1) e a sola terapia farmacologica con latanoprost 0.005% e timololo 0.5% in associazione fissa nell’occhio controlaterale (gruppo 2). Non vi erano differenze significative tra i due gruppi per età, sesso, profondità della camera anteriore e lunghezza assile. Abbiamo eseguito una microscopia endoteliale non a contatto (Tomey 3000 tm) in tutti gli occhi dopo 1,3 e 6 mesi dopo la chirurgia. Abbiamo misurato nei due gruppi densita delle cellule endoteliali (CCD), coefficente di variazione del diametro (CV) e percentuale delle cellule esagonali (HEX) prima e dopo la chirurgia nel gruppo 1 e prima e durante il trattamento medico nel gruppo 2. Per valutare la differenza nelle Financial disclosure. — Gli autori non hanno alcun interesse commerciale nei materiali e nei metodi menzionati Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Struttura Semplice Dipartimentale “Gestione della Patologia Glaucomatosa” Centro di Riferimento Regionale per l’Otticopatia Glaucomatosa Ospedale S. Bassiano, Bassano del Grappa (VI) RISULTATI La media della densità delle cellule endoteliali (ECD) era di 2144 cells/mm2±267 (SD) nel gruppo 1 e di 2203±269 cells/mm2 nel gruppo 2 (P=.431). Dopo l’intervento la percentuale di perdita endoteliale era di 8.8% a 1 mese, 10.5% a 3 mesi e 12,6 % a 6 mesi nel gruppo 1 e 0,1% a 1 mese, 0,2% a 3 mesi e 0,25 % a 6 mesi nel gruppo 2. I cambiamenti nella densità delle cellule endoteliali era statisticamente significativa comparata con quella al baseline e quella dell’occhio controlare a tutti i mesi dello studio (P<.05). Nell’area superiore, sede di impianto dell’ExPress, evidenzia la maggiore percentuale di perdita di densità delle cellule endoteliali (18,5%) rispetto alla porzione central della cornea. La percentuale delle cellule endoteliale e il coefficente di variazione non evidenzia differenze statisticamente significative tra i due gruppi nel pre e post operatorio. MINERVA OFTALMOLOGICA 33 ALTAFINI Variazioni nel numero delle cellule endotelio corneale CONCLUSIONI Il nostro studio evidenzia una perdita significativa delle cellule endoteliali nel gruppo 1 mentre nel gruppo 2 non si eviden- 34 ziano alterazioni significative dopo sei mesi di terapia. Questi risultati suggeriscono che la perdita delle cellule endoteliali è strettamente collegata al trauma chirurgico e non alla terapia medica antiglaucomatosa. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):35-6 Efficacia e sicurezza della “safe trabeculectomy” a 6 anni S. MIGLIOR, C. RIU, F. MAZZOLANI, E. FUMAGALLI, F. BERTUZZI FINALITÀ DELLO STUDIO Clinica Oculistica del Policlinico di Monza Università Milano Bicocca, Milano La “safe trabeculectomy”, introdotta una decina d’anni fa rappresenta la piu’ avanzata espressione della trabeculectomia oggi. In questo studio riportiamo i risultati a breve e lungo termine di una coorte di tutti i pazienti operati presso la nostra struttura dal 2006 ad oggi. MATERIALI E METODI 77 pazienti (età media 66.4, DS 14.8) , per un totale di 93 occhi affetti da varie forme di glaucoma ad angolo aperto o ad angolo chiuso, operati dal gennaio 2006 al luglio 2012 sono stati inclusi nello studio. Tutti gli occhi sono stati sottoposti alla stesso intervento che prevede l’uso di mitomicina (0.3 mg x 3 min), sclerectomia con punch, iridectomia, chiusura del flap sclerale con 6 punti in nylon 10.0 e sutura congiuntivo corneale con 3 punti in nylon 10.0. Tutti i pazienti sono stati seguiti secondo lo stesso schema (2/settimana per le prime 3 settimane), a 1 mese, 2 mesi, ed ogni 4 mesi. Nel primo mese dopo l’intervento si ricorreva alla suturolisi laser ed all’iniezione sotto-congiuntivale di 5-Fu al bisogno. In caso di necessità durante il follow up si eseguiva “needling” della bozza con iniezione sotto-congiuntivale di 5Fu. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Sono stati raccolti dati sulla IOP, acuità visiva e complicanze post-operatorie. RISULTATI All’intervento, 56 occhi (60.2%) erano pseudofachici, 33 (35.5%) fachici e 4 (4.3%) afachici. La IOP al baseline, nei tre mesi precedenti l’intervento variava tra 12 e 60 mmHg (in terapia) per un valore medio di 25.6 (DS 9.5) mmHg. L’acuità visiva media pre-operatoria era di 0.59. Il follow-up è stato tra 4 mesi e 6 anni, per una media di 36 mesi. La IOP media ad 1 mese era 10.4, a 3 mesi 10.9, a 6 mesi 11, ad 1 anno 11.5, a 2 anni 11.9, a 3 anni 12.5, a 4 anni 13.3 mmHg. A 4 anni, il successo assoluto di “IOP < 18” era 81.9%, “IOP < 15” era 78.9%, “IOP < 12” era 62.4%. Il successo qualificato era rispettivamente 85%, 83.4% e 65.9%. Suturolisi è stata eseguita in 82 occhi (88.2%), needling in 25 occhi (27.2%). L’acuità visiva media a 1, 3 e 6 mesi è rimasta 0.59. Nessun intervento è stato gravato da complicanze intra-operatorie maggiori. Nel 1° mese 4 casi di transitorio ipotono (4.2%), 2 casi di ipotono con maculopatia (2.1%), 1 distacco di coroide (1.1%), 1 ipoema (1.1%). Catarat- MINERVA OFTALMOLOGICA 35 Miglior Efficacia e sicurezza della “safe trabeculectomy” a 6 anni ta è stata successivamente operata in 11 casi (33% dei fachici). CONCLUSIONI In questa coorte di 93 occhi consecutivi, operati con Safe Trabeculectomy, l’efficacia sulla pressione oculare è stata clinicamente significativa per tutto il follow up e la sicurezza nel primo mese dopo l’intervento 36 si è dimostrata estremamente elevata, paragonabile a quella ottenibile con procedure non perforanti o mini-invasive. La “safe trabeculectomy”, con una particolare attenzione operatoria ed una dedicata gestione post-operatoria permette di modulare in modo efficace, sicuro e clinicamente significativo il controllo della pressione dell’occhio permettendo di ottenere e mantenere valori di IOP particolarmente bassi con un profilo di sicurezza estremamente elevato. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):37 Fattori prognostici per l’efficacia a lungo termine della sclerectomia profonda con T-Flux NV o SKGel B. GIAMBENE, F. GALASSI FINALITÀ DELLO STUDIO Clinica Oculistica Università degli Studi di Firenze, Firenze Individuare i fattori determinanti l’efficacia a 5 anni della sclerectomia profonda nel glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) e pseudoesfoliativo (XFG). MATERIALI E METODI Sono stati inclusi 147 pazienti (occhi) con glaucoma non controllato con terapia medica (100 POAG, 47 XFG) sottoposti a sclerectomia profonda con impianto di T-Flux NV (n=50) o SKGel (n=97). Il parametro di efficacia è stato considerato la tensione oculare (IOP) finale. Sono stati valutati i seguenti possibili fattori prognostici: età, genere, tipo e durata del glaucoma, IOP preoperatoria, indici perimetrici Humphrey (mean deviation - MD e pattern standard deviation - PSD), anni cumulativi di terapia topica (numero di farmaci x durata del trattamento per ogni farmaco), tipo di impianto, esecuzione di goniopuntura YAG laser. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 RISULTATI La IOP finale è risultata inferiore negli occhi con XFG rispetto a quelli con POAG (11.96±0.24 vs 12.92±0.21 mmHg, p=0.0006) ed in quelli trattati con T-Flux NV invece che con SKGel (11.98±0.27 vs 12.94±0.20 mmHg, p=0.006). È stata trovata una correlazione inversa altamente significativa tra la IOP finale ed il numero di anni di terapia topica (r=0.325, p<0.001) e la durata del glaucoma (r=0.306, p<0.001). CONCLUSIONI I fattori che in questo lavoro sono risultati associati ad una maggiore efficacia della sclerectomia profonda in termini di riduzione della IOP a 5 anni sono: minore durata del glaucoma, minore numero di anni di terapia topica, diagnosi di XFG e impianto di T-Flux NV. MINERVA OFTALMOLOGICA 37 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):38-9 Trabeculectomia e sclerectomia profonda: considerazioni sulle cause di insuccesso L. BAUCHIERO, E. TEMPO, C. ZAMPAGLIONE, U. MIGNONE, L. BELLI FINALITÀ DELLO STUDIO S.C. Oculistica, Ospedale Civile di Ivrea (TO) Gli Autori intendono presentare, partendo dai propri risultati degli ultimi 7 anni, alcune considerazioni sulle cause di insuccesso delle due tecniche principali di chirurgia filtrante eseguite presso l’Ospedale di Ivrea. MATERIALI E METODI Sono stati considerati 100 primi interventi chirurgici per glaucoma eseguiti presso la S.C. Oculistica dell’Ospedale di Ivrea dal 2006 al 2012: 52 trabeculectomie (43 con mitomicina) e 48 sclerectomie profonde (15 con impianto). Per ciascun gruppo di intervento sono stati considerati i risultati sia complessivamente sia suddivisi per patologia trattata: in un sottogruppo il glaucoma primario ad angolo aperto scompensato e in un altro i glaucomi secondari (neovascolare, posttraumatico, post-chirurgico…). L’età media dei pazienti (60 M, 40 F, tutti di razza caucasica) era di 65,5 anni al momento dell’intervento. I dati tonometrici sono stati rilevati nel pre-operatorio e ad 1 settimana, 1 mese, 6 mesi ed 1 anno dall’intervento. La pressione intraoculare è stata sempre misurata di mattina con il tonometro ad applanazione di Goldmann. Il risultato pressorio post-operatorio è 38 stato utilizzato come criterio per la classificazione dei successi e degli insuccessi chirurgici (cut-off tonometrico a 21 mmHg G, sia senza terapia sia con mono- o multiterapia topica). È stata anche considerata la necessità nel periodo di follow-up di eseguire il massaggio bulbare, il needling (con o senza antimetaboliti), la revisione chirurgica della bozza filtrante o la goniopuntura YAG laser. RISULTATI E DISCUSSIONE I dati ottenuti (i risultati pressori e la percentuale di successo ed insuccesso nei vari gruppi di pazienti, suddivisi per patologia trattata e tipo di intervento eseguito) vengono discussi in sede congressuale. I casi ad alto rischio di insuccesso sono rappresentati da: glaucoma neovascolare, infiammatorio e giovanile; precedenti chirurgici sul bulbo (con incisione congiuntivale) e reinterventi; insuccesso della chirurgia filtrante nell’occhio adelfo; terapia medica topica di lunga data (per predisposizione alla formazione di bozza cistica). Le complicanze (più frequenti nella trabeculectomia) legate all’ipertono sono rappre- MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Trabeculectomia e sclerectomia profonda sentate da: occlusione interna della sclerostomia; suture allo sportello sclerale troppo strette; fibrosi sottocongiuntivale/episclerale; bozza cistica; blocco pupillare. Quelle legate all’ipotono: leakage congiuntivale; eccesso di filtrazione con ipo/atalamia e contatto corneolenticolare; distacco di coroide; maculopatia. CONCLUSIONI Gli Autori ritengono che in sede congressuale, oltre a riportare i casi di successo, sia Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Bauchiero altrettanto utile presentare i casi di insuccesso terapeutico ed analizzarne le possibili cause. Poiché l’insuccesso nella chirurgia filtrante è dovuto principalmente alla fibrosi congiuntivale o sottocongiuntivale, particolare attenzione dovrebbe essere rivolta: nel pre-operatorio, all’accurata selezione dei pazienti; in sede intra-operatoria, a minimizzare il trauma chirurgico nella zona di filtrazione e, nel periodo postoperatorio, ad un’efficace modulazione della terapia. MINERVA OFTALMOLOGICA 39 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):40-1 Canaloplastica: follow up su 36 occhi operati nel periodo dicembre 2008-dicembre 2012 S. A. GANDOLFI, N. UNGARO, F. GIACOSA, M. G. TARDINI, G. BACCHI SCOPO DEL LAVORO Descrivere i risultati di efficacia e sicurezza dell’intervento di canaloplastica Divisione di Oftalmologia Dipartimento Scienze BiomedicheBiotecnologiche e Traslazionali Università di Parma e U.O.C. Oculistica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Parma METODI Sono stati esaminate le cartelle di n = 36 occhi (36 pazienti) affetti da glaucoma (ad angolo aperto, primario o secondario a PEX-PDS) programmati , dal Dicembre 2008 al Dicembre 2012, per intervento di canaloplastica presso la nostra Clinica. Gli interventi di canaloplastica sono stati eseguiti con l’aiuto di micro catetere, fornito di illuminazione interna, attraverso il quale era possibile iniettare sostanza viscoelastica durante il tragitto endocanalicolare. Sono stati messi in tensione due/un fili/o di prolene 10.0 all’interno del canale di Schlemm. Il tensionamento del nodo era aggiustato in funzione della comparsa di micro pieghe della membrana di Descemet, con modesto scivomalento centripeto del prolene medesimo. Di ciascun paziente sono stati analizzati i seguenti dati: pressione intraoculare (IOP), acuità visiva, perimetria computerizzata acromatica. Sono state ricostruite curve di sopravvivenza in funzione dei seguenti parametri: (a) introduzione di terapia medica/re-intervento chirurgico antiglaucomatoso, (b) peggioramento di due linee sul tabellone ottotipico ETDRS, (c) peggiora- 40 mento del difetto perimetrico (giudizio soggettivo, osservatore singolo, N.U.). RISULTATI In 5 occhi l’intervento non è stato portato a termine (incompleto incannulamento del canale di Schlemm = 3, macroperforazione trabecolo-descemetica = 1, decubito del catetere in camera anteriore = 1). Un occhio ha manifestato una immediata ipotonia post-operatoria, conseguenza del passaggio non voluto del micro catetere nel tessuto circostante il canale di Schlemm , con conseguente disinserzione dello sperone sclerale a seguito del tensionamento del filo di prolene. Evidenze di filtrazione esterna sono state riportate in n = 5 occhi. Non si sono verificate complicanze gravi o tali da dover ricorrere, nell’immediato, ad ulteriore chirurgie. 2 occhi hanno mostrato un limitato sollevamento essudativo di coroide, risoltosi entro 5-7 giorni. In 7 occhi è stato riportato ipoema transitorio, con risoluzione spontanea. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Canaloplastica Gandolfi La prevalenza di occhi senza ulteriore terapia ipotonizzante (medica o chirurgica) è risultata la seguente: 90% (a 6 mesi di follow up, 30 occhi ancora in follow up), 73% (12 mesi, 30 occhi), 69% (18 mesi, 26 occhi), 50% (24 mesi, 24 occhi), 45% (30 mesi, 22 occhi), 42% (36 nesi, 19 occhi), 42% (42 mesi, 14 occhi), 40% (48 mesi, 5 occhi). In 4 occhi è stato necessario procedere ad un nuovo intervento chirurgico antiglaucomatoso (n=3 impianto drenante valvolare retro equatoriale, n = 1 trabeculectomia). 5 occhi sono stati sottoposti ad intervento non complicato di estrazione di cataratta (facoemulsificazione coassiale, incisione 2.4 – 2.2 mm, accesso in cornea chiara). Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 È stata re-introdotta la terapia ipotonizzante in 17 occhi (n = 14 per IOP giudicata fuori target, n = 3 casi per peggioramento del difetto perimetrico). 3/17 occhi presentavano assenza di segni di indentazione del filo di prolene sulla parete interna del canale di Schlemm, visibile a tecniche di imaging del segmento anteriore. CONCLUSIONI La canaloplastica si è, nel breve-medio termine, dimostrata moderatamente efficace nel controllare occhi affetti da glaucoma ad angolo aperto primario o secondario a PEX-PDS. MINERVA OFTALMOLOGICA 41 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):42 La canaloplastica con GlaucoLight Fiber (DORC) G. MARCHINI, P. CERUTI, M. TOSCANI, G. VIZZARI, F. BOSELLO OBIETTIVO Scopo dello studio è stato valutare l’efficacia e la sicurezza dell’intervento di canaloplastica eseguito con GlaucoLight Fiber (DORC). METODI Sono stati considerati 20 occhi affetti da glaucoma ad angolo aperto (20 pazienti, età media di 64±16 anni), di cui 12 occhi sottoposti al solo intervento di canaloplastica e 8 sottoposti ad intervento di facoemulsificazione con impianto di lente intraoculare (IOL) combinato a canaloplastica per vie separate. I dati relativi a pressione intraoculare (PIO), terapia antiglaucomatosa e complicanze sono stati raccolti nel postoperatorio a 1 giorno, 1 settimana, 1 mese e 3 mesi e confrontati con le condizioni preintervento. RISULTATI Il valore di PIO media preoperatoria è stato di 27,3±8,2 mmHg mentre i valori medi post-operatori sono stati rispettivamente di 11,8±4,4 mmHg il giorno dopo l’intervento, di 14,1±3,2 mmHg ad una settimana e di 16,8±4,4 mmHg ad un mese (p<0,01). Nei 42 Clinica Oculistica Dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione Università degli Studi di Verona, Verona, Italia 14 occhi con follow-up a 3 mesi la PIO media è risultata di 16,0±2,7 mmHg, valore che non si discosta in modo significativo dalla PIO media degli stessi occhi ad un mese di follow-up (17,6±4,8 mmHg; p>0,5). Rispetto al numero medio di farmaci in uso nel periodo preoperatorio (3,2±0,9) si è ottenuta una riduzione significativa già ad un mese di follow-up (0,9±1,0) (p<0,01). Intraoperatoriamente si sono verificati 4 casi di filtrazione esterna e 1 caso di ipoema. Tra le complicanze postoperatorie precoci si sono riscontrati 1 caso di ipotono e 1 di ipoema, mentre a 3 mesi non si sono verificate nuove complicanze. In tutti gli occhi è stato possibile eseguire una cateterizzazione completa dello Schlemm a 360°. CONCLUSIONI Lo studio ha rivelato un’adeguata sicurezza ed efficacia dell’intervento di canaloplastica eseguito con GlaucoLight Fiber (DORC). MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):43-4 Valutazione dell’efficacia ipotonizzante del dispositivo endo-canalicolare Hydrus nel trattamento chirurgico del glaucoma ad angolo aperto S. A. GANDOLFI 1, M. GIACOMELLI 2, M. G. TARDINI 1, G. BACCHI 2, N. UNGARO 2 INTRODUZIONE 1Università L’impianto Hydrus, prodotto dalla Ivantis Inc. è un dispositivo angolare che si propone come un’aggiunta o un’alternativa all’attuale terapia del glaucoma. L’impianto serve a mantenere pervio o a riaprire il canale di Schlemm e, attraverso l’apertura del trabecolato, a ripristinare la via naturale di deflusso dell’umor acqueo. Il dispositivo Hydrus ha dimostrato di essere efficace nel corso di studi pre-clinici e clinici, sia da solo che in associazione con l’intervento di chirurgia per la cataratta. OBIETTIVI Scopo dello studio è stato quello di valutare l’effetto ipotonizzante del dispositivo Hydrus da solo o associato all’intervento di cataratta, in pazienti con glaucoma ad angolo aperto. MATERIALI E METODI 19 pazienti per un totale di 22 occhi hanno ricevuto l’impianto Hydrus. In 8 occhi l’impianto è stato associato all’estrazione di cataratta, mentre nei restanti 14 l’impianto è stato effetuato come singola procedura. Tutti i pazienti hanno completato il followup a 1 mese; 14 pazienti (per un totale di Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 degli Studi di Parma, Parma Ospedaliera-Universitaria di Parma, Parma 2Azienda 17 occhi) hanno raggiunto il follow-up dei 3 mesi; 8 pazienti (per un totale di 10 occhi) hanno raggiunto un follow-up di 6 mesi. RISULTATI La pressione intraoculare (IOP) media pre-operatoria è risultata pari a 21.5 mmHg. La IOP si è ridotta in modo significativo rispetto al valore basale a 1 giorno, 1 mese e 3 mesi di follow-up, mentre ad una settimana la differenza non è risultata significativa (Tabella I). A 6 mesi i dati non sono stati analizzati per la numerosità ridotta del campione. Il numero di farmaci utilizzati dai pazienti si è ridotto in maniera significativa in tutti i punti del follow-up. A tre mesi è passato da 2,00 a 0.67 (p<0,01). Tabella I. Prima giornata 7 giorni 30 giorni 90 giorni IOP (mmHg) 14.4 20.05 16.9 15.73 p rispetto al valo- 0.00216 0.23972 0.00079 0.00023 re basale MINERVA OFTALMOLOGICA 43 GANDOLFI Valutazione dell’efficacia ipotonizzante del dispositivo endo-canalicolare hydrus Il visus espresso in LogMar è passato da 0,32 a 0,18 a tre mesi, senza variazioni significative nei vari punti di follow-up Non si sono verificati eventi avversi gravi durante la chirurgia o nel periodo postoperatorio. 44 CONCLUSIONI L’impianto Hydrus si è rivelato efficace nel ridurre la IOP e il numero di farmaci topici. La procedura si è rivelata sicura e priva di effetti collarali significativi. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):45 Effetto dell’impianto dello shunt trabecolare Hydrus sulla conta delle cellule endoteliali: studio clinico doppio cieco, randomizzato, controllato A. FEA, G. CONSOLANDI, P. CANNIZZO, G. PIGNATA C. LAVIA, F. GALLOZZI, T. ROLLE, F. M. GRIGNOLO OBIETTIVO Una delle complicanze più frequenti dell’impianto di drenaggi nella chirurgia del glaucoma è la perdita di cellule endoteliali: lo studio è volto alla valutazione dell’impatto dell’impianto di nuovi micro shunt trabecolari sulla conta endoteliale. METODI In studio clinico prospettico, doppio cieco, randomizzato e controllato, è stata eseguita la conta endoteliale preoperatoria e 3 mesi dopo chirurgia di pazienti sottoposti a chirurgia della cataratta (controlli) o a intervento combinato di facoemulsificazione e impianto di stent Hydrus (Ivantis) (casi); esclusi i pazienti con CD minore di 1500 o con guttae. L’esame è stato eseguito con un Konan Cellchek XL. Tutti gli interventi sono stati eseguiti dallo stesso chirurgo. RISULTATI Sono stati arruolati 24 pazienti, suddivisi con criterio di randomizzazione 2:1 (16 Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Dipartimento di Scienze Chirurgiche Clinica Oculistica Università degli Studi di Torino, Torino casi: 8 controlli). Casi e controlli hanno parametri preoperatori comparabili (CD: controlli: 2373±114 casi: 2495±80; SD: controlli: 145±16 casi: 163±11; CV: controlli: 33.4±2.7 casi: 39±1.9; SA: controlli: 53±3.3 casi:56±2.4). La percentuale di riduzione della CD nei due gruppi dopo chirurgia (casi: 16,6%±17.2; controlli: 12%±12.1) non presenta differenze significative (p=0.5). CONCLUSIONI La percentuale di riduzione di CD riscontrata nei due gruppi è comparabile ai dati riportati in letteratura. L’impianto di microstent Hydrus in associazione alla chirurgia della cataratta non comporta una significativa perdita di cellule endoteliali nel breve periodo. Sono necessari ulteriori studi a lungo termine. MINERVA OFTALMOLOGICA 45 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):46 Efficacia della canaloplastica nel glaucoma pseudoesfoliativo a pressione elevata P. BRUSINI, C. TOSONI OBIETTIVO S.O.C. di Oculistica Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia, Udine Valutare la sicurezza e l’efficacia a medio termine dell’intervento di canaloplastica in occhi affetti da glaucoma pseudoesfoliativo con pressione oculare (IOP) elevata. MATERIALI E METODI 24 pazienti con glaucoma pseudoesfoliativo in massima terapia medica tollerata e IOP ≥30 mm/Hg sono stati sottoposti ad intervento di canaloplastica in anestesia locale. L’età variava fra 49 e 78 anni (media 67,7). La definizione di successo era basata su 3 differenti criteri: IOP≤21 mm/Hg, ≤18 mm/Hg e ≤16 mm/Hg, con o senza terapia medica (“successo parziale” e “successo completo”, rispettivamente). Il follow-up varia da 6 a 42 mesi (media 22,4±10,3). RISULTATI La IOP pre-operatoria media era di 37,4 mmHg ±8,3, con 3,5 farmaci. A 1 anno dall’intervento (18 occhi) la IOP media era pari a 18,3 mmHg, con 0,7 farmaci, con un 46 successo parziale, in base ai criteri sopra descritti, ottenuto in 17 casi (94,4%), 14 casi (77,8%) e 10 casi (55,6%), rispettivamente. Il successo è stato completo in 12 casi (66,7%), 10 casi (55,6%) e 7 casi (38,9%), rispettivamente. Le complicanze più comuni sono state l’ipoema (26%), l’ipertono (15%, l’ipotono (5%) e il distacco della descemet (5%), risoltesi senza esiti negativi per la funzione. CONCLUSIONI La canaloplastica è un intervento sicuro ed efficace, perlomeno a medio termine, in occhi che presentano un glaucoma pseudoesfoliativo con pressione elevata. Considerando che la IOP post-operatoria media si attesta attorno ai 18 mm/Hg, l’indicazione alla canaloplastica dev’essere limitata a glaucomi con danno non troppo evoluto. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):47 Impianto valvolare Ex-press nella gestione dell’ipertono oculare da olio di silicone F. CANTATORE, N. CARDASCIA, P. FERRERI, F. BOSCIA, L. SBORGIA, G. ALESSIO SCOPO Valutare l’efficacia dell’impianto valvolare Ex-press (Alcon Laboratories, Inc. Fort Worth, Texas, USA) rispetto alla trabeculectomia nella gestione dell’ipertono oculare secondario a tamponamento con olio di silicone nella vitrectomia 23G. PAZIENTI E METODI Analisi di 14 pazienti consecutivi sottoposti a chirurgia filtrante per ipertono siliconico con applicazione di Mitomicina C intraoperatoria: 10 sottoposti a impianto valvolare di Ex-press, 4 a trabeculectomia. Il trattamento è stato classificato efficace quando la riduzione dell’ipertono non ha necessitato di ulteriori procedure. RISULTATI La riduzione dell’ipertono è stata di 10.3±9.7 mmHg (range -31 to 3), nel Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Dipartimento di Medicina di Base Neuroscienze e Organi di Senso Sezione di Oftalmologia Università degli Studi ”A. Moro”, Bari gruppo sottoposto a impianto di Ex-press, e di 15±5.2 mmHg (range -35 to -4) nel gruppo sottoposto a trabeculectomia. La riduzione percentuale della riduzione è stata del 42.3% nel gruppo sottoposto a trabeculetomia e del 35.9% nel gruppo sottoposto a impianto di Ex-press. La differenza fra i due gruppi non è significativa (p=0.49) CONCLUSIONI L’impianto valvolare di Ex-press è risultato efficace tanto quanto la trabecuclectomia nella riduzione dell’ipertono oculare secondario a tamponamento siliconico. MINERVA OFTALMOLOGICA 47 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):48-9 Risultati di una procedura “sutureless” con patch di pericardio per l’impianto della valvola di Ahmed L. QUARANTA, I. RIVA FINALITÀ DELLO STUDIO Valutare i risultati a lungo termine di una nuova tecnica chirurgica di copertura sutureless di un patch di pericardio bovino nel corso di intervneto di impianto di valvola di Ahmed (AGV) USVD “Centro per lo Studio del Glaucoma” Spedali Civili di Brescia, Brescia Cattedra di Malattie dell’Apparato Visivo Università degli Studi di Brescia, Brescia Tabella I. PAZIENTI E METODI Mean±SD Tutti i pazienti selezionati sono stati sottoposti ad intervento di impianto di AGV. La porzione anteriore del tubo valvolare è stato coperta da una membrana di collagene derivata da pericardio bovino trattato (Tutopatch®, Tutogen Medical GMbH, Neunkirken am Brand, Germany). Il lembo è stato posizionato e trattenuto in sede mediante l’applicazione di colla di fibrina (Tisseel fibrin glue ,Baxter AG, Vienna, Austria). Tutti i pazienti sono stati valutati per IOP e complicanze dopo 1 settimana e dopo 1, 3, 6, 12, 24 mesi dall’intervento chirurgico. E’ stato definito come successo una IOP <21 mm Hg in assenza di complicanze al termine del follow-up. RISULTATI Sono stati valutati 20 occhi di 20 pazienti consecutivi affetti da POAG refrattario a 48 Baseline IOP (mm Hg) Glaucoma medications 26.6±5.8 3.0±1.3 1 week post-op IOP (mm Hg) Glaucoma medications 8.2±1.4 0 1 month post-op IOP (mm Hg) Glaucoma medications 10.3±4.4 0.6±0.8 3 month post-op IOP (mm Hg) Glaucoma medications 11.4±3.8 1.4±1.6 6 month post-op IOP (mm Hg) Glaucoma medications 11.6±2.8 1.6±1.2 1 year post-op IOP (mm Hg) Glaucoma medications 12.3±4.2 1.8±1.3 2 year post-op IOP ( mm Hg) Glaucoma medications 13.6±4.2 1.8±1.3 MINERVA OFTALMOLOGICA Number of eyes 20 20 20 19 18 18 16 Marzo 2013 Risultati di una procedura “sutureless” con patch di pericardio chirurgia filtrante convenzionale ed in terapia medica massimale (età 64.8±7.8 anni; 12 maschi e 8 femmine). La Tabella I riporta i risultati della IOP nelle visite di controllo. In nessun caso sono state evidenziate erosioni o segni di esposizione del tubo valvolare nel periodo di follow-up Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Quaranta CONCLUSIONI I risultati della presente indagine evidenziano che la procedura descritta sembra essere sicura ed efficace nel prevenire complicanze e nel garantire un buona riduzione della IOP. MINERVA OFTALMOLOGICA 49 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):50 Sclerectomia profonda. Vantaggi e limiti dopo 5 anni di follow-up G. CARAMELLO, M. LETO, F. CAMPANA OBIETTIVO Ospedale “S. Croce e Carle”, Cuneo Valutare retrospettivamente i risultati e le complicanze intra e post operatorie della sclerectomia profonda in pazienti affetti da glaucoma ad angolo aperto. MATERIALI E METODI Questo studio include 110 occhi di 59 pazienti affetti da glaucoma ad angolo aperto primario o secondario non controllato. Sono stati esaminati la PIO, l’AV e le complicanze. Abbiamo considerato un successo completo una PIO <18 mmHg senza terapia, un successo parziale una PIO <18 mmHg con terapia ed un insuccesso una PIO >18 mmHg. RISULTATI A 60 mesi dalla chirurgia la IOP media era di 15,65±7,08 mmHg (preoperatoria di 50 25,98±18,22 mmHg; p=0,00003), l’acuità visiva media era di 0,69 (preoperatoria di 0,70; p=ns). Non ci sono state complicanze intraoperatorie significative. Abbiamo eseguito un needling con 5-FU in 25 pazienti, una goniopuntura in 10 pazienti ed una iridectomia secondo Charleux in 5 pazienti. Abbiamo ottenuto un successo completo nel 62,72% dei pazienti, un successo parziale nel 31,82% ed un insuccesso nel 5,46% dei pazienti. CONCLUSIONI La sclerectomia profonda è una chirurgia efficace con ridotte complicanze postoperatorie che permette il mantenimento a lungo termine di un buon controllo tonometrico. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 XXVIII RIUNIONE Torino 8-9 Marzo 2013 POSTER MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):53 Valutazione dell’elettroretinogramma da pattern (PERG) durante il test dell’ibopamina in pazienti ipertesi oculari I. GIUFFRÈ, B. FALSINI, M. A. GARI, E. BALESTRAZZI FINALITÀ DELLO STUDIO Valutare la variazione dell’ampiezza del PERG durante il test dell’ibopamina in pazienti ipertesi oculari. PAZIENTI E METODI 32 occhi (16 pazienti, 8 M ed 8 F), affetti da ipertensione oculare (età media 54.19 anni, range 22-76 anni) con PIO basale di 23 mmHg±2 mmHg hanno effettuato degli esami PERG ogni 5 minuti dal basale fino a 60 minuti dopo la somministrazione del test dell’ibopamina. L’elaborazione statistica è stata effettuata mediante statistiche descrittive e t test per dati appaiati. I risultati sono stati considerati con un livello di significatività p<0.05. RISULTATI Tutti i pazienti arruolati hanno terminato lo studio e nessun paziente ha avuto effetti Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Istituto Di Oftalmologia Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Cattolica del S. Cuore di Roma, Roma collaterali locali e/o sistemici dovuti al test dell’ibopamina. L’ampiezza del PERG non ha mostrato alcuna variazione statisticamente significativa durante il test dell’ibopamina. I risultati non erano statisticamente correlati con la positività al test dell’ibopamina (p=0.5). CONCLUSIONI Nella Letteratura internazionale, questa è la prima evidenza scientifica che il test dell’ibopamina non influenza la funzionalità delle cellule ganglionari retiniche (CGR), malgrado un transitorio e reversibile aumento della PIO. MINERVA OFTALMOLOGICA 53 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):54-6 Glaucoma acuto: analisi dei dati epidemiologici e clinici relativi ai casi osservati negli ultimi 5 anni F. MONTEU, A. G. ACTIS, T. ROLLE SCOPO DELLO STUDIO Il glaucoma acuto costituisce un’emergenza oculistica che causa una drammatica e dolorosa perdita della visione, dovuta ad improvvisa e totale chiusura dell’angolo irido corneale. Scopo del nostro studio retrospettivo effettuato su un gruppo di 83 pazienti ricoverati c/o la Clinica Oculistica dell’Università di Torino dal 2008 al 2012 per glaucoma acuto è valutare situazioni anatomiche, patologie oculari e/o generali concomitanti predisponenti, caratteristiche di manifestazione dell’attacco e gestione della terapia. MATERIALI E METODI Abbiamo valutato un gruppo di 83 pazienti, di cui 2 ricoverati due volte c/o la nostra Clinica, per un totale di 77 attacchi monolaterali e 8 bilaterali contemporanei. Abbiamo valutato i seguenti parametri: età, sesso, razza, familiarità, difetto refrattivo, sintomi e segni clinici, pressione intra-oculare prima del ricovero e dopo di esso, tempo in cui si è normalizzata la pressione, gonioscopia, campo visivo (MD; PSD), tempo trascorso dall’inizio dei sintomi all’accesso in PS, mese, anno e ora del giorno in cui si è svolto l’attacco, temperatura (dati ottenuti dal sito internet www.ilmeteo.it), patologie 54 Dipartimento di Scienze Chirurgiche Clinica Oculistica Università degli Studi di Torino, Torino oculari e generali e relative terapie concomitanti; trattamento medico; iridotomia/iridectomia; intervento chirurgico. RISULTATI Si è riscontrata un’età media di 63±11.76, con prevalenza del sesso femminile (65.47%). Nel nostro studio la popolazione era prevalentemente caucasica (99%). La acuità visiva al momento dell’attacco dell’occhio affetto era in media 0.27±0.29 decimi, per il controlaterale non affetto 0.38±0.30 decimi. La pressione intraoculare al momento dell’attacco dell’occhio affetto era 54.23±11.33mmHg(G), del controlaterale non affetto 15.43±4.51mmHg(G). Alla fine del ricovero la pressione dell’occhio colpito era 13.48±4.86 mmHg(G), del controlaterale 12.62±2.77mmHg(G). Per quanto riguarda la gonioscopia il quadro era per la totalità dei casi di angolo chiuso (grado 0-1 secondo Shaffer). L’esame obiettivo rivelava prevalentemente iperemia congiuntivale, edema corneale, iniezione pericheratica, CA di profondità ridotta, Tyndall positivo e pupilla in media midriasi fissa. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Glaucoma acuto MONTEU Il CVC ha evidenziato valori medi di MD dell’occhio affetto di –11.08±13.94 e PSD di 5.22±5.09. Per il contro laterale MD –6.14±5.24 e PSD 5.02±6.22. Il tempo trascorso dall’inizio dei sintomi all’accesso in PS è stato in media 2 ore e l’attacco si è verificato più frequentemente nei mesi di gennaio (13.3%), febbraio (15.7%) e novembre (12%) e fra le ore 22 e le 23 (7.2%), le 24 e l’1 (5%) e le 11 e le 12(8%), con una temperatura media di 6.55 ±8.22°C. Il tempo medio in cui si è normalizzata la pressione è stato 12.22±9 h. I sintomi di presentazione riferiti sono stati bruciore e sensazione di corpo estraneo(12%), calo del visus(44.6%), cefalea(33.73%), nausea e vomito(27.7%), bulbodinia (72.28%), visione di aloni colorati (6.02%), appannamento visivo(25.03%), lacrimazione (6.02%), fotofobia(4.8%). I segni di presentazione iperemia congiuntivale (91.7%), edema corneale (75.9%), CA bassa(100%), pupilla in media midriasi (70%), iride bombè(3.6%). Il 3.6% dei pazienti presentavano retinopatia diabetica nell’occhio affetto. Il 20.48% era in terapia per ipertensione arteriosa, il 3.6% era in terapia con ipolipemizzanti, il 4.8% con ipoglicemizzanti orali, il 2.4% con gastroprotettori, l’1.2% con antiaritmici, il 2.4% con anticoagulanti, il 2.4% con antiaggreganti, l’1.2% con antipsicotici (quetiapina), l’1.2% con antidepressivi (amitriptilina cloridrato), il 2.4% con ansiolitici, l’1.2% con antibiotici, il 3.6% con fans, l’1.2% in terapia con eutirox, il 2.4% con tamsulosina cloridrato, l’1.2% con antiepilettici, l’1.2% con antiparkinson, il 2.4% con antiasmatici, l’1.2% con insulina, l’1.2% con antiH2, l’1.2% con antiacidi. Il 6% riferiva di aver assunto aspirina al presentarsi della sintomatologia e di averne ricavato benefici. Il 13.25% dei pazienti presentava familiarità per glaucoma. Il trattamento medico consisteva nella somministrazione di inibitore dell’anidrasi carbonica (500mg) ev e in assenza di vomito per via orale, mannitolo1-2g/kg, pilocarpina2% 4 volte/die. E’ stata effettuata un’iridoclasia nell’occhio affetto nel 44.82% dei pazienti, 2 nel Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 12%, 3 nel 3.6%, 4 nell’1.3%. Un’iridoclasia nell’occhio controlaterale è stata effettuata nel 66.26% dei pazienti, 2 nel 3.6%. L’8.43% dei pazienti è stato sottoposto a iridectomia nell’occhio affetto, il 4.8% bilateralmente. Il 2.4% dei pazienti a trabeculectomia nell’occhio affetto. Il 16.87% a cataratta nell’occhio affetto entro 1 mese dal ricovero e il 2.4% entro 2mesi, l’1.2% a cataratta nell’occhio contro laterale entro 2 mesi. CONCLUSIONI Il glaucoma primario ad angolo chiuso è una della maggiori cause di cecità irreversibile in diverse parti del mondo 1-4. Questo studio evidenzia una prevalenza della patologia nel sesso femminile, rilevata anche già da Ramanjit nel 79.8% in una popolazione indiana 7, in quinta-sesta decade, e soprattutto una prevalenza dell’attacco nei mesi invernali e nelle ore serali meno luminose. Una prevalenza nel mese di novembre e nella stagione invernale era già stata osservata da Bojic et al. 8 e da Teikari et al [9]. JSM Lai et al [10] avevano valutato un aumento del rischio correlato all’età (incidenza del 58.7 su 100 000 abitanti l’anno oltre i 70 anni di età), al sesso femminile (rischio relativo del 3.8, IC95%) e la presenza in una popolazione di 72 casi presentatasi ad un ospedale di Hong Kong dal 1998 al 2000 di 17 pazienti (23.6%) con un’infezione del tratto respiratorio superiore prima dell’attacco e 25 (34.7%) che avevano assunto farmaci anti tosse. Era stata infine calcolata una correlazione statisticamente significativa fra i mesi di maggior frequenza per gli attacchi di PACG e i mesi con maggior frequenza di sindrome influenzale (Spearman’s rank correlation coefficient = -0.388; P=0.031). La chiusura d’angolo acuta è contraddistinta da un’apposizione della circonferenza iridotrabecolare che causa un rapido ed importante della pressione intraoculare, accompagnato da una sintomatologia caratteristica. La IOP è sempre elevata, con valori che possono arrivare a 70 mmHg. La gonioscopia rimane la tecnica standard per MINERVA OFTALMOLOGICA 55 MONTEU Glaucoma acuto identificare il contatto iridotrabecolare 5 ed è essenziale per valutare i pazienti affetti da glaucoma o quelli in cui ci sia un sospetto di malattia 2 3. L’obiettivo del trattamento del glaucoma primario ad angolo chiuso è quello di eliminare i meccanismi fisiopatologici sottostanti, riducendo così la IOP. Essenziale risulta un rapido riconoscimento della sintomatologia per permettere un tempestivo inizio della terapia. BIBLIOGRAFIA 1. He M, Foster PJ, Johnson GJ, et al. Angle-closure glaucoma in East Asian and European people. Differ������� ent diseases? Eye 20:3-12, 2006. 2. Bagnis A, Frascio P, Traverso C, Iester M, Glaucoma ad angolo chiuso:un coretto inquadramento diagnostico alla base di una terapia appropriata.Ottica fisiopatologica, 2011. 3. Friedman DS, Gazzard G, Min CB, et al. Age and sex variation in angle findings among normal Chinese 56 subjects: a comparison of UBM, Scheimpflug and gonioscopic assessment of the anterior chamber angle. J Glaucoma 17: 5-10, 2008. 4. Ng WS, Ang GS, Azuara-Blanco A. Primary angle closure glaucoma: a descriptive study in Scottish Caucasians. Clin Experiment Ophthalmol 36: 847855, 2008. 5. Spaeth GL, Aruajo S, Azuara A. Comparison of the configuration of the human anterior chamber angle, as determined by the Spaeth gonioscopic grading system and ultrasound biomicroscopy. Trans Am Acad Ophthalmol Soc 93: 337-347, 1995. 6. Ang LP, Ang LP. Current understanding of the treatment and outcome of acute primary angle-closure glaucoma: an Asian perspective. Ann Acad Med Singapore 37: 210-215, 2008. 7. Ramanjit Sihota An indian perspective on primary angle closure and glaucoma. Indian J Ophtalmol. 2011 january 59 s76-81. 8. Bojic L, Voijnikovic B, Karelovic D, Jukic Lesina T Acute angle closed glaucoma and meteorological factors in Split, Croatia. Coll. Antropol. 2001;25 Suppl. 105-9. 9. Teikari J, Raivio I, Nurminem N Incidence of acute glaucome in Finland from 1973 to 1982, Graefes Arch Clin Exp Ophtalmol1987,225:357-60. 10. JSM Lai, DTL Liu, CCY Tham, RTH Li e DSC Lam Epidemiology of acute primary angle closure glaucoma in the Hong Kong Chinese population: prospective study HKMJ 2001 7:118-23. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):57-9 Valutazione del danno strutturale in occhi con glaucoma ad angolo chiuso: studio mediante RTVue 100 F. MONTEU, A. G. ACTIS, T. ROLLE Il glaucoma acuto costituisce un’importante emergenza oculistica, che può condurre a perdita della visione. Priorità nella gestione della terapia sono risolvere l’attacco acuto abbassando la pressione intraoculare e salvaguardare l’occhio controlaterale. Solo se la terapia è tempestiva ed adeguata si potrà conseguire un buon mantenimento della funzione visiva. Scopo del nostro studio è stato quello di valutare il danno strutturale in occhi di pazienti affetti da glaucoma ad angolo chiuso mediante FD-OCT (RTVue 100) a livello dello strato delle fibre nervose retiniche, della macula e della papilla ottica. MATERIALI E METODI Sono stati inseriti nello studio 26 pazienti trattati per glaucoma acuto presso la Clinica Oculistica dell’Università di Torino negli ultimi 5 anni. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esame dello strato delle fibre nervose retiniche, dello spessore maculare e della papilla mediante FD OCT RTVue 100. L’età media della popolazione era di 60,76±10,89 anni, con prevalenza del sesso femminile (61.54%). Sono stati valutati i seguenti parametri: avg.GCC (ganglion cell complex), sup.GCC, inf.GCC, FLV% (focal loss volume), GLV% (global loss volume), avg.RNFL (retinal nerve fiber layer), sup.avg Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Clinica Oculistica Dipartimento di Scienze Chirurgiche Università degli Studi di Torino, Torino (superior hemisphere RNFL), inf.avg (inferior hemisphere RNFL), rim volume, nerve head volume, cup volume, optic disk area, cup/disk area ratio, horizontal C/D ratio, vertical C/D ratio, rim area, cup area. Sono stati confrontati: 1. occhio affetto e controlaterale non affetto per ognuno dei precedenti parametri. 2. occhio affetto dei pazienti che hanno effettuato l’accesso in pronto soccorso entro le 2 ore dall’insorgenza dei sintomi (16 pazienti, corrispondenti al 61.5%) ed occhio affetto dei pazienti che avevano tardato l’accesso in pronto soccorso e la diagnosi oltre le due ore di tempo (10 pazienti, corrispondenti al 38.5%), valutando per ognuno i precedenti parametri. Il confronto dei dati è stato valutato con il test t di Student. RISULTATI 1. I risultati ottenuti dal confronto dell’occhio affetto vs controlaterale non affetto sono illustrati nella Tabella I. È stata osservata una differenza statistica- MINERVA OFTALMOLOGICA 57 Monteu Valutazione del danno strutturale in occhi con glaucoma ad angolo chiuso Tabella I. avgGCC supGCC infGCC FLV% GLV% avgRFNL Sup avg Inf avg Rim volume Nerve head volume Cup volume Optic disk area Cup/disk area ratio Horizontal C/D ratio Vertical C/D ratio Rim area Cup area Tabella II. Occhio affetto Occhio controlaterale P 95.12±11.09 95.38±12.48 94.85±10.98 3.59±4.36 8.28±7.18 90.86±30.47 91.94±38.06 89.77±27.72 0.25±0.26 0.44±0.34 96.96±7.74 96.1±6.43 97.82±9.61 0.78±0.58 4.67±3.95 101.48±21.89 102±27.16 101±20.45 0.18±0.18 0.35±0.17 0.029 0.031 0.027 0.015 0.013 0.047 0.054 0.053 0.044 0.032 0.12±0.21 1.85±0.29 0.28±0.23 0.05±0.07 1.76±0.35 0.29±0.16 0.028 0.034 0.033 0.62±0.27 0.63±0.19 0.046 0.54±0.25 1.48±0.5 0.56±0.38 0.56±0.12 1.39±0.5 0.49±0.31 0.059 0.058 0.083 mente significativa per i parametri: avg.GCC 0.029, sup.GCC 0.031, inf.GCC 0.027, FLV% 0.015, GLV% 0.013, avg.RNFL 0.047, rim volume 0.044, nerve head volume 0.032, cup volume 0.028, optic disk area 0.034, cup/ disk area ratio 0.033, horizontal C/D ratio 0.046 (p<0.05). 2. I risultati ottenuti dal confronto dei parametri morfologici dell’occhio affetto dei pazienti che hanno effettuato l’accesso in pronto soccorso entro le 2 ore dall’insorgenza dei sintomi vs occhio affetto dei pazienti che avevano tardato l’accesso in pronto soccorso e la diagnosi oltre le due ore di tempo sono indicati nella Tabella II. E’ stata osservata una differenza statisticamente significativa statistica solo per i parametri relativi allo strato delle fibre nervose retiniche: sup.avg 0.049 ed inf.avg. 0.044 (p<0.05). CONCLUSIONI Nel glaucoma primario ad angolo chiuso la severità del danno arrecato al nervo ottico è generalmente proporzionale alla durata e ai valori dell’elevata pressione intraocu- 58 Occhio affetto Occhio affetto trattato nelle trattato dopo prime 2 ore le prime 2 ore avgGCC supGCC infGCC FLV% GLV% avgRNFL Sup avg Inf avg Rim volume Nerve head volume Cup volume Optic disk area Cup/disk area ratio Horizontal C/D ratio Vertical C/D ratio Rim area Cup area P 95.58±10.21 92.57±9.39 98.82±7.92 2.53±1.22 7.94±3.34 92.37±20.62 97.37±10.12 91.41±30.19 0.16±0.28 0.38±0.42 94.26±8.55 93.02±10.83 94.28±8.79 2.91±4.48 7.29±6.26 86.46±15.81 89.77±12.32 87.54±27.56 0.12±0.33 0.45±0.22 0.329 0.424 0.645 0.592 0.758 0.061 0.049 0.044 0.543 0.132 0.04±0.34 1.89±0.33 0.24±0.21 0.25±0.74 0.13±0.18 1.64±0.29 0.25±0.18 0.75±0.35 0.267 0.088 0.425 0.322 0.27±0.98 1.59±0.94 0.54±0.22 0.30±0.82 1.60±0.29 0.51±0.78 0.117 0.473 0.249 lare. È stato ipotizzato che i danni a carico del nervo ottico possano essere differenti in caso di glaucoma primario ad angolo chiuso e ad angolo aperto. Un’elevata IOP che perduri per un periodo di tempo limitato (es.: chiusura d’angolo acuta) potrebbe causare differenti alterazioni della papilla ottica e del campo visivo rispetto a livelli di IOP minori ma protratti per un periodo di tempo maggiore (es.: glaucoma cronico ad angolo chiuso o glaucoma primario ad angolo aperto). Ad oggi non esistono ancora dati definitivi a riguardo 4. Nel nostro studio è stata evidenziata la presenza di un danno anatomico conseguente all’attacco acuto (dal confronto con l’occhio controlaterale) in tutti i pazienti considerati (Tabella 1). E’ emersa una differenza statisticamente significativa solamente per i parametri sup.avg ed inf.avg tra i pazienti trattati entro le prime due ore e gli altri pazienti. Questo dato è comunque particolarmente interessante e merita di essere studiato con un campione di pazienti superiore. Diversi studi infatti hanno dimostrato come il danno glaucomatoso sia localizzato inizialmente a livello dello strato delle fibre superiore ed inferiore, temporalmente. Il parametro avgRNFL MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2010 Valutazione del danno strutturale in occhi con glaucoma ad angolo chiuso inoltre ha dimostrato in numerosi studi una capacità diagnostica ottimale 10-13. Le nuove tecniche OCT (compresa la valutazione del segmento anteriore) sono di sicura utilità nella valutazione del glaucoma 5-8. BIBLIOGRAFIA 1. Boland MV, Zhang L, Broman AT, et al. Comparison of optic nerve head topography and visual field in eyes with open-angle and angle-closure glaucoma. Ophthalmology115 :239-245, 2008. 2. Caprioli J, Sears M, Miller JM. Patterns of early visual field loss in open-angle glaucoma.Am J Ophthalmol 103: 512-517, 1987. 3. Bonomi L, Marraffa M, Marchini G, et al. Perimetric defects after a single acute angle closure glaucoma attack. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol 237: 908914, 1999. 4. Bagnis A, Frascio P, Traverso C, Iester M, Glaucoma ad angolo chiuso:un coretto inquadramento diagnostico alla base di una terapia appropriata.Ottica fisiopatologica,2011. 5. Nolan W. Anterior segment imaging: ultrasound biomicroscopy and anterior segment optical coherence tomography. Curr Opin Ophthalmol 19: 115-121, 2008. 6. Grewal DS, Brar GS, Jain R et al. Comparison of Sheimpflug imaging and spectral domain anterior seg- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Monteu ment optical coherence tomography for detection of narrow anterior chamber angles. Eye 2011;25:603-611. 7. Dinc UA, Oncel B, Gorgun E et al. Assessment of anterior chamber angle using Visante OCT, slit-lamp OCT,and Pentacam. Eur J Ophthalmol 2010;20:531537. 8. Yazici AT, Bozkurt E, Alagoz C et al. Central corneal thickness, anterior chamber depth, and pupil diameter measurements using Visante OCT, Orbscan, and Pentacam. J Refract Surg 2010;26:127-133. ����������������������������������������������� 9. Pierro L. OCT del nervo ottico, Medical Evidence,3-2012;61. 10. Huang JY, Pekmezci M, Mesiwala N. et al. Diagnostic power of optic disc morphology, peripapillary retinal nerve fiber layer thickness, and macular inner retinal layer thickness in glaucoma diagnosis with fourierdomain optical coherence tomography. J Glaucoma. 2011 Feb;20(2):87-94 11. Medeiros FA, Zangwill LM, Bowd C, et al. Evaluation of retinal nerve fiber layer, optic nerve head, and macular thickness measurements for glaucoma detection using opticalcoherence tomography. Am J Ophthalmol. 2005;139:44–55. 12. Quigley HA, Addicks EM, Green WR. Optic nerve damage in human glaucoma III. Quantitative correlation of nerve fiber loss and visual field defect in glaucoma, ischemic neuropathy, papilledema, and toxic neuropathy. Arch Ophthalmol. 1982;100:135–146. 13. Jonas JB, Gusek GC, Naumann GO. Optic disc morphometry in chronic primary open-angle glaucoma. II. Correlation of the intrapapillary morphometric data to visual field indices. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol. 1988;226:531–538. MINERVA OFTALMOLOGICA 59 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):60-2 Le relazioni morfo-funzionali tra lo spessore delle fibre nervose peripapillari e della regione maculare misurati con lo Spectral Domain OCT e i difetti campimetrici misurati con la perimetria automatica standard, in pazienti glaucomatosi M. MICHELESSI 2, M. CENTOFANTI 1, 2, F. ODDONE 1 L. TANGA 1, G. ROBERTI 1, P. PASCULLI 2, G.L. MANNI 1, 2 OBIETTIVO 2DSCMT Valutare le relazioni morfo funzionali tra lo spessore dello strato delle fibre nervose e della regione maculare misurati con lo Spectral Domain OCT (SD-OCT), e i difetti perimetrici misurati con la perimetria automatica standard, in soggetti glaucomatosi. 1IRCCG - Fondazione GB Bietti, Roma Università di Roma Tor Vergata, Roma MATERIALI E METODI Nello studio sono stati arruolati consecutivamente, 79 pazienti affetti da glaucoma. Figura 1. 60 MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Lo spessore delle fibre nervose peripapillari e i difetti campimetrici Figura 2. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a visita oculistica completa che nella stessa giornata comprendeva: anamnesi, esame dell’acuità visiva e relativa refrazione, tonometria Michelessi con tonometro ad applanazione di Goldmann, esame del fondo oculare con lente +90 Diottrie, perimetria automatica standard (24-2 SITA standard, Humphrey Field Analyzer; Carl Zeiss Meditec Inc., Dublin, CA, USA) e studio dello spessore dello strato delle fibre nervose (RNFL) peripapillari e dello spessore retinico maculare con lo Spectralis SD-OCT(Heidelberg Engineering, protocolli di scansione: RNFL e Analisi di asimmetria del polo posteriore). Il glaucoma è stato definito sulla base della presenza di un campo visivo danneggiato, definito da MD e PSD con p <5%, e GHT fuori dai limiti normali, a prescindere dall’aspetto del nervo ottico. Le correlazioni morfo funzonali (globali e settoriali) sono state valutate attraverso il “coefficiente di determinazione”, calcolato con un’analisi di regressione lineare con il metodo dei minimi quadrati. La sensibilità diffenziale luminosa del campo visivo è stata espressa e utilizzata per l’analisi sia in dB, che in scala 1/Lambert. Tabella I. — Relazione struttura funzone tra RNFL peripapillare e sensibilità al campo visivo (CV). Settore(CV) Globale Temporale Supero-temporale Infero-Temporale Nasale Supero-Nasale Infero-Nasale R2 (CV=dB) p R2 (CV=1/L) p 0,28 0,21 0,33 0,53 0,09 0,23 0,16 <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0032* <0,0001* <0,0001* 0,37 0,17 0,41 0,58 0,14 0,28 0,19 <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,001*0 <0,0001* <0,0001* Tabella II. — Relazione struttura funzone tra spessori retinici maculari e sensibilità al campo visivo (CV). Settore(CV) Globale Emisfero Superiore Emisfero Inferiore Supero-temporale Infero-Temporale Temporale Supero-Nasale Infero-Nasale Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 R2 (CV=dB) p R2 (CV=1/L) p 0,28 0,37 0,16 0,17 0,35 0,15 0,11 0,30 <0,0001* <0,0001* <0,001*0 <0,0001* <0,0001* <0,001*0 <0,0001* <0,0001* 0,36 0,41 0,20 0,24 0,42 0,25 0,15 0,27 <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* <0,0001* MINERVA OFTALMOLOGICA 61 Michelessi Lo spessore delle fibre nervose peripapillari e i difetti campimetrici Per l’RNFL peripapillare, l’analisi settoriale è stata basata sulla mappa strutturafunzione definita da Garway-Heath (Figura 1). Per gli spessori retinici maculari, i 64 quadrati di area 3° X 3°risultanti dall’analisi di asimmetria del polo posteriore sono stati suddivisi e raggruppati in cinque settori (Figura 2) e confrontati con le aree del campo visivo corrispondenti. RISULTATI Per le relazioni tra RNFL peripapillare e sensibilità luminosa del campo visivo, il coefficiente di determinazione varia tra 0,09 (settore nasale del campo visivo, scala in dB) e 0,53 (settore infero temporale del campo visivo, scala 1/L) (Tabella I). 62 Per le relazioni tra spessori retinici maculari e sensibilità luminosa del campo visivo, il coefficiente di determinazione varia tra 0,11(settore supero-nasale del campo visivo, scala in dB) e 0,42 (settore infero temporale del campo visivo, scala 1/L) (Tabella II). CONCLUSIONI Le relazioni struttura-funzione tra strato delle fibre nervose peripapillari e sensibilità retinica del campo visivo risultano moderate e simili a quelle tra sensibilità del campo visivo e spessori retinici nella regione del polo posteriore. Il settore Infero-temporale del campo visivo mostra l’associazione più forte con le modificazioni strutturali nelle corrispondenti aree retiniche. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):63-4 Confronto tra l’analisi della testa del nervo ottico effettuata con oftalmoscopia laser confocale e con tomografia a coerenza ottica spectral-domain nel glaucoma G. ROBERTI 1, F. ODDONE 1, L. TANGA 1, M. MICHELESSI 2 P. PASCULLI 2, M. CENTOFANTI 1, 2, G. MANNI 1, 2 OBIETTIVO 1IRCCS-Fondazione Confrontare l’accuratezza diagnostica dell’analisi della testa del nervo ottico ottenuta con due diversi strumenti, l’oftalmoscopia laser confocale e la tomografia a coerenza ottica spectral-domain e valutare l’agreement tra i due test. MATERIALI E METODI Quarantasei pazienti affetti da glaucoma e 58 soggetti sani sono stati sottoposti a visita oculistica completa, esame del campo visivo con perimetria automatica standard (Humphrey Field Analyzer, Carl Zeiss Meditec) e analisi della testa del nervo ottico con oftalmoscopia laser confocale Heidelberg Retina Tomograph 3 (HRT3, Heidelberg Engineering, GmbH) e tomografia a coerenza ottica spectral-domain RTVue-100 (Optovue Inc.). HRT3 e RTVue-100 sono stati eseguiti in ordine random e durante la stessa sessione di esami. Sono state calcolate le aree sotto la curva ROC (AUROC) per valutare l’accuratezza diagnostica dei parametri globali ( Rim Area, RA, rim volume, RV, cup volume, CV, cup area, CA, Cup/Disc ratio, C/Dr). I grafici di Bland-Altman sono stati usati per valutare l’agreement di tutti i parametri globali. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 GB Bietti, Roma 2DSCMT Università di Roma Tor Vergata, Roma L’analisi settoriale della testa del nervo ottico è stata considerata per determinare il settore con sensibilità più alta, usando le classificazioni normative dei due strumenti. L’agreement tra i settori è stato valutato con il K di Cohen. RISULTATI Per entrambi gli strumenti i parametri RA, RV e C/Dr hanno riportato una buona accuratezza diagnostica (per RTVue-100 AUROCs= 0.89;0.92;0.88 e per HRT3 AUROCs= 0.83;0.84:0.83), mentre il parametro CA una scarsa accuratezza diagnostica (per RTVue-100 AUROC=0.74, per HRT3 AUROC=0.76). Lo stesso risultato è stato ottenuto per il CV misurato con HRT3, mentre con RTVue-100 il risultato è stato più basso. Dai grafici di Bland-Altman, lo stesso parametro CV è risultato avere la maggiore differenza tra le medie dei due strumenti. MINERVA OFTALMOLOGICA 63 Roberti Confronto tra l’analisi della testa del nervo ottico Per l’analisi settoriale, con HRT3 il settore con più alta sensibilità è risultato l’infero temporale (IT, 80.43%), mentre con RTVue-100 il supero-temporale (ST, 76.1%). L’agreement è risultato scarso tra tutti i settori (ST k=0.43, supero-nasale k=0.23, infero-nasale k=0.21) e moderato per l’IT (k=0.41). 64 CONCLUSIONI L’analisi della testa del nervo ottico effettuata con sia con tecnologia CSLO che SD-OCT ha una buona accuratezza diagnostica che risulta essere moderatamente superiore con SD-OCT. Tuttavia lo scarso agreement nelle misurazioni e nei parametri diagnostici rende i due strumenti non intercambiabili nella pratica clinica. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):65 GDx-VCC e SD-OCT nella diagnosi di neuropatia ottica glaucomatosa G. MILANO, M. RAIMONDI, S. LANTERI, S. LOMBARDO A.C. VERTICCHIO, C. CUTOLO, L. BOSSOLESI, G.C.M. ROSSI SCOPO DELLO STUDIO Confrontare le misure di spessore dello strato delle fibre nervose (RNFL) con la polarimetria a scansione laser a compensazione corneale (GDx-VCC) e tomografia a coerenza ottica (iVue) con i risultati della perimetria automatizzata standard (SAP) in pazienti con sospetta neuropatia ottica glaucomatosa. MATERIALI E METODI 34 pazienti consecutivi (68 occhi) afferenti all’Ambulatorio Glaucoma della Clinica Oculistica dell’Università di Pavia, Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo e sospetti di glaucoma sulla base dei dati clinici. Sono stati sottoposti a valutazione specialistica e ad esame di RNFL con GDx-VCC e SD-OCT iVue e a SAP (24-2 SITA-Standard). GDx e iVue forniscono indicazione della qualità dell’immagine e misurano gli spessori di RNFL a distanza dalla testa del nervo ottico fornendo valutazioni medie e per settori. Le misure fornite dai due strumenti sono state correlate tra loro e con indici perimetrici calcolando il coefficiente di correlazione R. RISULTATI La correlazione tra parametri morfologici di RNFL e tra questi e gli indici perimetrici è Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Clinica Oculistica dell’Università Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia statisticamente significativa anche se il grado di correlazione risulta modesto o moderato. La qualità dell’immagine è equivalente tra i due metodi ma solo poco meno della metà degli esami effettuati sono di qualità ottimale con entrambi gli strumenti. Circa il 20% risulta ottimale solo con un dei due. L’uso di entrambi i metodi di analisi morfologica limita al 15% le immagini qualitativamente scadenti e non valutabili clinicamente. DISCUSSIONE L’analisi della morfometria del nervo ottico con strumenti diversi fornisce misure non completamente sovrapponibili anche se effettuate negli stessi soggetti. Anche la correlazione struttura/funzione non è ottimale. La diagnosi di glaucoma necessita sempre di dati strutturali e funzionali relativi al nervo ottico. Diversi esami strutturali possono comunque fornire misure clinicamente valutabili in un numero elevato di casi. MINERVA OFTALMOLOGICA 65 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):66-7 Confronto tra perimetria non convenzionale FDT-Matrix e HEP correlate al danno anatomico analizzato con GDx-VCC, OCT Sp e HRT 3 in pazienti glaucomatosi R. MORBIO, S. ARMANDO, M. TOSCANI, S. QUINTERNETTO F. CHEMELLO, L.B. DELLA PORTA, G. MARCHINI SCOPO DELLO STUDIO Questo studio si propone di valutare la relazione tra sensibilità retinica misurata con campo visivo non convenzionale FDTMatrix vs HEP correlata all’analisi morfometrica della papilla con GDx-VCC, OCT Sp e HRT 3. MATERIALI E METODO I partecipanti sono stati selezionati presso il Centro Glaucomi della Clinica Oculistica di Verona. Il campione era omogeneo per età (25÷75 aa), AV e pachimetria. La coorte di pazienti era costituita da 30 esposti (glaucoma ad angolo aperto GAA e ipertono oculare semplice OH) e 60 sani. Ogni paziente è stato sottoposto a visita oculistica completa, esame morfologico con GdxVCC, OCT Sp e HRT 3, esame funzionale con perimetria “non convenzionale” FDTMatrix e HEP e metodica W/W con Humphrey (HFA) programma 24-2 sita standard. Il test t è stato utilizzato per confrontare i due gruppi in studio (controllo, esposti: OH e GAA) i parametri forniti dalle diverse metodiche perimetriche e dai tre strumenti in studio. Curve ROC sono state calcolate per definire l’accuratezza diagnostica (sensibilità e specificità) di ogni strumento nel discriminare gli occhi sani da quelli con glaucoma e ipertono oculare semplici. 66 Clinica Oculistica Dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione Università degli Studi di Verona, Verona RISULTATI Nel gruppo esposti il 50% dei pazienti avevano un ipertono oculare semplice, il restante 50% GAA. Tutti i pazienti con GAA presentavano un danno iniziale al campo visivo Humphrey con MD<6. Per i parametri PSD e MD del campo visivo c’è stata una differenza statisticamente significativa nel caso controllo VS esposti. Per tutti i parametri del GDx, vi è stata una differenza statisticamente significativa nel confronto gruppo sani VS esposti. Le curve ROC hanno evidenziato che nel caso sani VS esposti il GDx è stato lo strumento che ha avuto migliore sensibilità e specificità diagnostica. Per l’HRT-3 tutti i parametri hanno dato significatività statistica nel caso controllo VS esposti. L’OCT-Spectralis ha fornito parametri con differenza statisticamente significativa nei due gruppi in studio tranne che per i settori superiori e inferiori. Le metodiche non convenzionali hanno presentato una sensibilità simile, con MD: 0.3dB ±2.13. In particolare hanno dimostrato di avere in entrambi i gruppi le stesse caratteristiche test-retest. La variazione del retest è stata minore nel gruppo di pazienti <50 aa e più alta per gli altri. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Confronto tra perimetria non convenzionale FDT-Matrix e HEP CONCLUSIONI La compliance del paziente e l’effetto apprendimento sono migliori in entrambi i gruppi per quanto riguarda HEP e FDT vs HFA probabilmente a causa delle dimensioni e/o contrasto dello stimolo. La capacità Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Morbio di discriminare pazienti sani da quelli con GAA e OH è superiore usando le metodiche non convenzionali rispetto a HFA. Inoltre vi è una buona correlazione tra struttura e funzione sia utilizzando GDx-VCC e FDTMatrix sia HRT3 e HEP nel gruppo degli esposti. MINERVA OFTALMOLOGICA 67 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):68 Valutazione con PERG ad emicampi del danno glaucomatoso localizzato M. GARI, T. SALGARELLO, A. GIUDICEANDREA, S. ROSSI, B. FALSINI OBIETTIVO Policlinico A. Gemelli Università del Sacro Cuore, Roma Valutare la sensibilità e la correlazione dell’elettoretinogramma da pattern (PERG) ad emicampi rispetto alla perimetria computerizzata ed al PERG a tutto campo in pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto e deficit perimetrico solo dell’emicampo superiore o inferiore. MATERIALI E METODI Sono stati arruolati 10 occhi di 15 pazienti (età media : 63±12 anni), dopo accurata selezione di pazienti consecutivamente visitati nell’ambulatorio di glaucoma del Policlinico Gemelli di Roma da novembre 2011 a luglio 2012. I criteri di inclusione prevedevano la presenza di un caratteristico danno glaucomatoso in un emicampo alla perimetria computerizzata, assenza di comorbilità neuroftalmologiche ed errori refrattivi > 3 diottrie. Tutti i pazienti erano sotto controllo tonometrico attraverso l’instillazione topica di farmaci ipotonizzanti. Il gruppo di controllo era composto da 15 soggetti, di età media di 52 anni. Tutti gli occhi sono stati sottoposti a perimetria statica computerizzata Humphrey 30-2, PERG ad emicampi, PERG a tutto campo, ed OCT delle fibre nervose. Sono stati messi a confronto i dati ottenuti dalle differenti metodiche nell’emicampo sano o malato, ed è stata confrontata la sensibilità 68 del PERG ad emicampo rispetto a quello a tutto campo. RISULTATI Nei pazienti l’emicampo perimetricamente danneggiato è risultato anormale per tutti gli strumenti rispetto ai relativi database normativi, e statisticamente (p<0.001) differente rispetto all’emicampo sano. In tale emicampo alterato si è riscontrata una tendenza non significativa all’associazione tra deficit perimetrico ed ampiezza del PERG ad emicampi o spessore del RNFL. In base al cut-off normativo, il PERG ad emicampi ha evidenziato una maggior percentuale di pazienti con marcato deficit funzionale nell’emicampo malato rispetto al PERG a tutto campo, e la presenza di un’alterazione funzionale in un sostanziale numero di occhi anche nell’emicampo perimetricamente sano. CONCLUSIONI Il PERG ad emicampi sembra essere uno strumento diagnostico non inferiore a quello a tutto campo. L’abilità ad identificare un deficit iniziale nell’emicampo perimetricamente sano potrebbe comportare una maggior precocità diagnostica. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 MINERVA OFTALMOL 2013;56(Suppl. 1 al N. 1):69-71 Valutazione dell’efficacia e della tollerabilità del prolid OFTA® in pazienti glaucomatosi in terapia con analoghi delle prostaglandine T. ROLLE, R. PENNA, L. DALLORTO, A. G. ACTIS INTRODUZIONE Dipartimento di Scienze Chirurgiche Clinica Oculistica Università degli Studi di Torino, Torino Gli analoghi delle prostaglandine, ipotonizzanti locali utilizzati nella terapia della patologia glaucomatosa, presentano come importante effetto collaterale l’iperpigmentazione dell’iride, delle ciglia, delle palpebre e della cute perioculare. Tale effetto risulta correlato all’effetto melanogenico delle prostaglandine stesse; pur non essendo rilevante dal punto di vista clinico, rappresenta una significativa fonte di disagio che può indurre il paziente ad una riduzione della compliance nonché all’interruzione della terapia. Studi dimostrano come l’incidenza dell’iperpigmentazione perioculare si attesti intorno al 10% dei pazienti in terapia con bimatoprost; a differenza della pigmentazione dell’iride, che è un cambiamento permanente, l’iperpigmentazione della cute è un fenomeno reversibile, e pare regredire nel giro di 3-12 mesi dalla sospensione non solo gli effetti dal punto di vista “estetico” ma anche le implicazioni in termini di sicurezza e di tollerabilità clinica. Prolid OFTA® è uno spray oculare che contiene vitamina A e vitamina E in sospensione nanotecnologica. È composto da liposomi di 50-500 nm, cioè da vescicole composte da un doppio strato fosfolipidico delimitante una soluzione acquosa centrale; grazie alla loro struttura i liposomi possono veicolare e rilasciare sia molecole idrofiliche che idrofobiche, integrando la componente lipidica della palpebra ed avendo un effetto emolliente e detergente che può ridurre l’imbrunimento palpebrale. Modalità di utilizzo: uno spruzzo per occhio tre volte al giorno a 10 cm di distanza e ad occhi chiusi. SCOPO DELLO STUDIO MATERIALI E METODI Lo scopo del nostro studio prospettico, osservazionale in singolo cieco risulta quello di determinare l’efficacia del Prolid Ofta® nel diminuire la pigmentazione delle palpebre e della cute perioculare indotta dagli analoghi delle prostaglandine, valutandone Abbiamo incluso nello studio 30 pazienti (11 maschi e 19 femmine) con iperpigmentazione perioculare, in terapia topica farmacologica esclusivamente con analoghi delle prostaglandine. L’età media tra gli uomini è risultata esse- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MINERVA OFTALMOLOGICA 69 Rolle Valutazione dell’efficacia e della tollerabilità del prolid ofta® re pari a 67,8 ± 9,58 anni, l’età media tra le donne pari a 69,1 ± 8,7 anni. I pazienti sono stati valutati al tempo 0 (T0), dopo 45 giorni dall’inizio della terapia con Prolid (T1) e dopo 90 giorni (T2). La valutazione clinica prevedeva i seguenti accertamenti: valutazione dell’acuità visiva, misurazione della pressione intraoculare (mediante tonometro ad applanazione di Goldman), esame oftalmoscopico, valutazione del grado dell’iperpigmentazione, compilazione del questionario OSDI (Ocular Surface Disease Index). Il grado dell’iperpigmentazione perioculare è stato valutato dall’ Operatore n.1 (AGA) con una scala arbitraria da 0 a 3: Grado 0: nessuna iperpigmentazione Grado 1: da lieve a modesta iperpigmentazione, evidente soprattutto nella palpebra inferiore Grado 2: moderata iperpigmentazione nella palpebra inferiore e superiore Grado 3: severa ed evidente iperpigmentazione nella palpebra inferiore e superiore e nella cute perioculare. L’operatore n.2 (TR), cui non era noto il grading assegnato prima dell’inizio della terapia, ha valutato la pigmentazione perioculare dopo 45 e 90 giorni di utilizzo di Prolid Ofta®. Al T2 i pazienti hanno inoltre compilato un questionario che indagava il loro grado di soddisfazione del risultato ottenuto (molto soddisfatto, soddisfatto, poco soddisfatto, per nulla soddisfatto). Criteri di inclusione —— Pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto —— Pressione intraoculare adeguatamente controllata —— Terapia esclusivamente con un derivato prostaglandinico topico (latanoprost, bimatoprost, travoprost o tafluprost) Criteri di esclusione —— Pazienti con altre patologie oculari o dermatologiche significative 70 —— Intolleranza al trattamento con il prodotto in studio —— Necessità di terapia chirurgica o laser per il glaucoma RISULTATI Abbiamo confrontato i valori medi di IOP, punteggio OSDI e grading di iperpigmentazione valutando la significatività statistica dei dati mediante l’utilizzo del test statistico t-student (Graph Pad Quick Calculator). Per quanto riguarda la pigmentazione, analizzando i dati in termini di differenza delle medie, notiamo una diminuzione media di 0,60 gradi dopo 45 giorni di terapia e di ulteriori 0,17 gradi dopo altri 45 giorni. In totale dopo 90 giorni di terapia con Prolid Ofta abbiamo riscontrato un decremento medio di 0,77 gradi, questo valore è statisticamente significativo (p < 0,0001). Il valore di OSDI è diminuito di 9,84 punti percentuali al T2 rispetto al T0 (p < 0,0001), a fronte di un buon compenso della IOP la cui differenza dopo 45 e 90 giorni non è statisticamente significativa. Il 99,7% dei pazienti, rispondendo al questionario, è risultato molto soddisfatto o soddisfatto del prodotto. CONCLUSIONI Lo studio dimostra una significativa riduzione dell’iperpigmentazione perioculare dopo l’uso di Prolid Ofta, un buon controllo della IOP e una riduzione della sintomatologia legata alle alterazioni della superficie oculare promosse dalla terapia topica antiglaucomatosa. La supplementazione della componente lipidica e le proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie delle vitamine A ed E conferiscono infatti al Prolid Ofta un effetto lubrificante, emolliente ed antiflogistico. La totalità dei pazienti (99,7%) ha espresso soddisfazione circa il risultato estetico ottenuto e ha dichiarato che continuerà ad usare il prodotto. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Valutazione dell’efficacia e della tollerabilità del prolid ofta® BIBLIOGRAFIA 1. Manali Doshi, Deepak P. Edward, Smajo Osmanovic. Clinical Course of Bimatoprost-Induced Periocular Skin Changes in Caucasians. Ophthalmology 2006;113:1961-1967. 2. Wand M, Ritch R, Isbey EK Jr, Zimmerman TJ. Latanoprost and periocular skin color changes. Arch Ophthalmol 2001;119:614-5. 3. Cracknell KP, Grierson I. Prostaglandin analogues in the anterior eye: their pressure lowering action and side effects. Exp Eye Res. 2009;88:786-91. Epub 2008 Oct 2. 4. Albert Alm , Ian Grierson , M. Bruce Shields. Side Effects Associated with Prostaglandin Analog Therapy. Survey of Ophthalmology, Volume 53, Issue 6, Supplement, November 2008, Pages S93–S105. 5. Centofanti M, Oddone F, Chimenti S, Tanga L, Citarella L, Manni G. Prevention of dermatologic side effects of bimatoprost 0.03% topical therapy. Am J Ophthalmol. 2006;142(6):1059-60 6. Galloway GD, Eke T, Broadway DC. Periocular cutane- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Rolle ous pigmentary changes associated with bimatoprost use. Arch Ophthalmol. 2005 Nov;123(11):1609-10. 7. Kapur R, Osmanovic S, Toyran S, Edward DP. Bimatoprost-induced periocular skin hyperpigmentation: histopathological study. Arch Ophthalmol. 2005 Nov;123(11):1541-6. 8. Martin Wand, MD; Robert Ritch, MD; Edward K. Isbey, Jr, MD; Thom J. Zimmerman, MD. Latanoprost and Periocular Skin Color Changes. Arch Ophthalmol. 2001;119(4):614-615. 9. Easthope SE, Perry CM. Topical bimatoprost: a review of its use in open-angle glaucoma and ocular hypertension. Drugs Aging. 2002;19(3):231-48 10. Kook MS, Lee K: Increased eyelid pigmentation associated with use of latanoprost. Am J Ophthalmol 129:804--6, 2000 11. Stjernschantz JW, Albert DM, Hu DN, et al. Mecha������ nism and clinical significance of prostaglandininduced iris pigmentation. Surv Ophthalmol 2002; 47(suppl):S162–75. 12. Sodhi PK, Verma L, Ratan SK. Increased periocular pigmentation with ocular hypotensive lipid use in African Americans. Am J Ophthalmol 2004;137:783. MINERVA OFTALMOLOGICA 71 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):72-3 La riabilitazione visiva biofeedback nel glaucoma D. DOMANICO 2, M. SALOMONE 1, G. LAURIA 2, E. M. VINGOLO 2 OBIETTIVO Valutare l’efficacia della riabilitazione visiva con Biofeedback Microperimetrico in pazienti con glaucoma, patologia che comporta un restringimento del campo visivo che pregiudica nei casi avanzati la capacità di lettura anche con l’ausilio di video ingranditori, nel dare un’esatta definizione del PRL (Preferred Retinal Locus). La Microperimetria permette di misurare esattamente la risposta retinica ad uno stimolo luminoso di un punto specifico e distinto di retina sotto diretto controllo oftalmoscopico. Inoltre il follow – up nel tempo permette di analizzare sempre lo stesso esatto punto grazie alla funzione di eye – tracking. METODI 8 pazienti (12 occhi) con glaucoma sono stati sottoposti al protocollo riabilitativo che consisteva di: questionario di 25 domande (NEI-VFQ-25); misurazione dell’acuità visiva per vicino e per lontano con tavole EDTRS; test della velocità di lettura (parole al minuto); Microperimetria e test di fissazione con Microperimetro MP-1 (NIDEK Technologies), 10 sessioni di allenamento, uno a settimana, con MP-1 Biofeedback, 10 minuti per ciascun occhio, pausa di 3 mesi, nuovo ciclo di 5 sessioni. Al termine della seduta riabilitativa, la microperimetria viene ripetuta con modalità 72 1Dipartimento di Scienze Oftalmologiche Università “La Sapienza” di Roma, Polo Pontino Ospedale Alfredo Fiorini, Terracina (LT), 2UOC Oftalmologia Ospedale “S. M. Goretti”, Latina follow-up (funzione di eye – tracking), test di fissazione, acuità visiva per vicino e per lontano e test della velocità di lettura. L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando lo Student t-test e valori di p<0.05 sono stati considerati statisticamente significativi. RISULTATI Al termine del protocollo riabilitativo 7 di 12 occhi hanno dimostrato un aumento della stabilità di fissazione da instabile a relativamente instabile con un cambiamento della localizzazione da prevalentemente eccentrica a debolmente centrale. In 5 occhi la stabilità di fissazione è passata da relativamente instabile a stabile con un cambiamento della localizzazione da debolmente centrale a predominante centrale. La sensibilità retinica media è cambiata da 7.43+8.28 dB a 8.33+9.04 dB (p<0.05); l’acuità visiva per vicino e per lontano e la velocità di lettura sono migliorati al termine del training riabilitativo con valori di p statisticamente significativi. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 La riabilitazione visiva biofeedback nel Glaucoma CONCLUSIONI I nostri risultati mostrano che la riabilitazione con Biofeedback Microperimetrico è Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Domanico un utile mezzo per migliorare la stabilità di fissazione dei pazienti glaucomatosi, per stabilizzare il PRL e per aumentare l’acuità visiva migliorando la qualità di vita dei pazienti. MINERVA OFTALMOLOGICA 73 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):74-5 Fattori influenzanti la progressione del danno funzionale in un campione di 409 occhi glaucomatosi, calcolato con Glaucoma Damage Probability Trend D. PAOLI OBIETTIVO Verificare in un campione di 223 pazienti glaucomatosi (409 occhi) l’influenza dei fattori: 1) Aspettativa di vita. 2) Tono. 3) Terapie (semplici o complesse) sulla progressione del difetto funzionale rapportato allo stadio del danno calcolato Glaucoma Damage Probability Trend di GMS© basato su GSS2 di Brusini. MATERIALI E METODI In un database con 4047 pazienti posto come criterio minimo casi con: almeno 3 anni di follow-up e almeno 6 campi visivi attendibili, abbiamo selezionato 223 Pazienti (409 occhi ), di età media 67 anni 3272 CV, in media 8 ciascuno e con follow-up da 3 ad 8 anni, si è valutato con l’algoritmo Glaucoma Damage Probability Trend in Glaucoma Management System© l’andamento della progressione del danno, suddivisa in: — difetto stabile (inf. 0,01 stadio GSS/ anno) — progressione standard (da 0,01 a 0,1 stadio GSS/anno) 74 Centro Glaucomi S.O.C. Oculistica Ospedale di Monfalcone Monfalcone, Gorizia — forte progressione (superiore a 0,1 stadio GSS/anno). RISULTATI Sono risultati stabili 142 occhi (35%), con progressione standard 186 occhi (45%) e con forte progressione 79 occhi (20%). I pazienti con aspettativa di vita lunga, hanno una percentuale di forte peggioramento inferiore al 10% mentre la progressione standard è maggiore (54%), negli altri due gruppi aspettativa di vita media e breve non sono significativi. In coloro che avevano un tono medio (somma di tutte le tonometrie di ciascun paziente, ovvero almeno 6 tonometrie in 3 anni ) più elevato (>21mmHg), la forte progressione è del 42%, mentre è del 19% nei toni inferiori a 21. 165 occhi erano in monoterapia (1 o 2 principi attivi), 244 con terapie complesse con (2 farmaci e 3 o 4 principi attivi), in tutti gli occhi la stabilità del difetto e la progressione standard non aveva differenze significative, mentre si rivelava più marcata nei pazienti con maggiori prescrizioni (24% contro il 14%). MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 Fattori influenzanti la progressione del danno funzionale Stabile Progressione standard Forte progressione 142 186 81 S P F stabili progressione standard forte progressione Paoli <0,01 >=0,01 <=0,1 >0,1 Figura 1. Figura 2. CONCLUSIONI La progressione più veloce era influenzata da tono mediamente più alto, presente in pazienti con terapie complesse ed in Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 età più avanzata. GDPT si è rivelato un algoritmo efficace nell’individuare i livelli di progressione e GMS un software veloce nel selezionare e confrontare le diverse categorie. MINERVA OFTALMOLOGICA 75 MINERVA OFTALMOL 2013;55(Suppl. 1 al N. 1):76 Precisione ed accuratezza di un nuovo tonometro-pachimetro non a contatto dotato di sistema Scheimpfung ad alta velocità M. L. SALVETAT, L. GRASSO, M. FELLETTI, C. TOSONI, M. ZEPPIERI, P. BRUSINI SCOPO DELLO STUDIO Valutare precisione ed accuratezza di un nuovo tonometro non a contatto dotato di un sistema Scheimpfung ad alta velocità per la valutazione dello spessore corneale centrale (CCT) e della deformabilità corneale (Oculus Corvis ST). METODI Sono stati considerati 172 soggetti, 81 controlli sani e 91 pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto (1 occhio per soggetto). I partecipanti sono stati sottoposti a tonometria con Corvis ST (3 misure) e con tonometro di Goldmann GAT (3 misure) in ordine casuale, e misura della CCT con pachimetria ad ultrasuoni. In 60 soggetti la valutazione con il Corvis ST è stata eseguita da 2 osservatori (3 misure per ciascuno) in ordine casuale. La ripetibilità del Corvis ST è stata valutata con il coefficiente di correlazione intraclasse (ICC). L’accordo tra tonometri è stato valutato con il metodo di Bland-Altman. La relazione tra pressione intraoculare (IOP) e CCT è stata studiata con l’analisi di regressione lineare. 76 S.O.C. di Oculistica Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia, Udine RISULTATI L’ICC intra- ed inter-osservatore del Corvis ST è risultata tra 0,91 e 0,99 per le misure di IOP e CCT, e tra 0,47 e 0,94 per i parametri di deformabilità corneale. La IOP media è stata 17,9±5,2 mm/Hg con GAT e 16,3±4,2 mm/Hg con Corvis ST (p=0,0001). La media delle differenze (GAT-Corvis ST) è risultata di 1,6±2,9 mm/Hg (Intervallo di Confidenza del 95%: -4,4/+7,4), crescente all’aumentare della IOP media (p=0,001). E’ presente una relazione diretta significativa tra IOP e CCT per entrambi i tonometri (p=0,042 per GAT e p=0,016 per Corvis ST). CONCLUSIONI La precisione del Corvis ST è risultata ottima per le misure di IOP e CCT, ed accettabile per i parametri di deformabilità corneale. L’accordo tra tonometri è risultato modesto, con una tendenza del Corvis ST a sottostimare il GAT, in particolare ai livelli di IOP maggiori. Entrambi i tonometri risultano influenzati dalla CCT. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 XXVII RIUNIONE Torino 8-9 Marzo 2013 CORSI CORSI CORSO Problemi non risolti nella diagnosi di glaucoma Coordinatori: P. Brusini - M. Iester Presidente: C. Bianchi 1) Problemi relativi alla tonometria (G. L. Manni - L. Rossetti) 1) — Che valore dare allo spessore della cornea e agli altri parametri corneali? 1) — Che importanza hanno le fluttuazioni della IOP nella gestione di un paziente glaucomatoso? 1) — Quanto sono precise le nostre misurazioni della IOP? 1) — A che punto siamo con il monitoraggio continuo della IOP nelle 24 ore? 2) Problemi relativi all’analisi della papilla e delle fibre nervose (E. Martini - S. Miglior) 1) — Quali metodiche è preferibile utilizzare per analizzare la papilla ottica e le fibre nervose? 1) — Come superare i problemi legati all’evoluzione della tecnologia? 1) — Come interpretare un esame in presenza di una miopia degenerativa? 1) — Che ruolo riveste la variabilità inter-individuale nello studio del danno strutturale? 3) Problemi relativi all’esame del campo visivo (R. Altafini - A. Perdicchi) 1) — Esistono tecniche più sensibili della SAP per la diagnosi precoce di glaucoma? 1) — È utile classificare la gravità del danno funzionale? 1) — Quali sono i migliori metodi per giudicare la progressione di un difetto del campo visivo? 1) — È possibile ridurre la soggettività dell’esame perimetrico? Problemi relativi alla tonometria G.L. Manni, L. Rossetti La misurazione del tono oculare (IOP) è tuttora fondamentale per la diagnosi e la gestione dei pazienti affetti da glaucoma. I valori di IOP, misurati con il tonometro di Goldmann e con altri strumenti più moderni, sono tuttavia dipendenti dallo spessore della cornea e da altri parametri corneali, che ne inficiano la precisione. Molte ricerche sono attualmente volte non solo alla definizione di questi fattori, ma anche alla valutazione dell’importanza delle fluttuazioni della IOP sulla progressione della malattia glaucomatosa. Un altro interessante argomento riguarda la possibilità di monitorare la IOP nelle 24 ore per mezzo di particolari sensori inseriti all’interno di lenti a contatto monouso, in grado di trasmettere i dati ad un registratore portatile. Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Problemi relativi all’analisi della papilla e delle fibre nervose E. Martini, S. Miglior Negli ultimi 20 anni sono stati introdotti sul mercato molti strumenti in grado di analizzare la papilla ottica, misurandone vari parametri, e lo strato delle fibre nervose. Spesso i dati ricavati da differenti metodiche non sono direttamente comparabili e questo può causare problemi interpretativi e gestionali di non facile soluzione. Anche l’evoluzione tecnica all’interno di uno stesso strumento può rendere difficile il confronto con gli esami precedenti. La variabilità inter-individuale e gli artefatti causati da alterazioni corio-retiniche di varia natura, soprattotto la miopia degenerativa, costituiscono problemi tuttora, almeno in buona parte, irrisolti. MINERVA OFTALMOLOGICA 79 CORSI Problemi relativi all’esame del campo visivo R. Altafini, A. Perdicchi La perimetria automatica standard (SAP) ha dimostrato una sensibilità insufficiente nell’evidenziare i primi difetti glaucomatosi. Per questo sono state ideate molte tecniche non convenzionali di esame del campo visivo, che tuttavia non hanno ancora del tutto dimostrato la loro reale superiorità rispetto alla metodica tradizionale. L’impiego di sistemi di classificazione del danno funzionale si 80 è ormai dimostrato indispensabile per una corretto inquadramento dei pazienti affetti da glaucoma, anche se non vi è completo accordo su quale utilizzare. Altri problemi ancora da risolvere riguardano l’impiego di metodi statistici di varia natura per la valutazione della progressione dei difetti perimetrici. Una sfida non ancora vinta è infine rappresentata dall’eliminazione della soggettività del paziente nell’esame del campo visivo. Vari studi hanno valutato la possibilità di una perimetria obiettiva, ma, a tutt’oggi, nessuna metodica è ancora entrata nella pratica clinica. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI CORSO SIGLA La chirurgia del glaucoma attraverso i video Coordinatori: G.L. Laffi - M. Nardi — Ex-press (R. Altafini) — Risoluzione di glaucoma refrattario secondario a neoformazionicistiche iridociliari: escissione in blocco (E. Balestrazzi) — Chirurgia vitreo retinica e glaucoma (L. Zeppa) — Glaucoma e trapianto di cornea (M. Nardi) — Trabeculectomia con adiuvanti (MMC o matrice collagene-GAG) in casi particolari (S. Cillino, F. Di Pace, G. Cillino, A. Casuccio) — Glaucoma congenito (G. Tassinari, G. L. Laffi) Ex-press filtrante miniinvasiva (MPGS) e può essere considerata una valida alternativa sia alla traR. Altafini beculectomia che alla chirurgia non peneL’impianto Ex-press™ è un impianto minia- trante (sclerectomia profonda, viscocanaloturizzato in acciaio, non valvolato, approvato stomia, canaloplastica), nei confronti della dalla Food and Drug Administration per uso quale presenta migliore efficacia a lungo oftalmico e compatibile con l’esecuzione di termine con una tecnica di esecuzione netRisonanza Magnetica Nucleare, che è stato tamente più facile 3, 4. Le indicazioni sono rappresentate dal ideato nell’intenzione di offrire una semplice ed efficace alternativa all’intervento di trabe- glaucoma primario ad angolo aperto, dal glaucoma pigmentario e da pseudoesfoliaculectomia. Dopo le prime esperienze in cui l’impianto tio, glaucoma dell’afachico, glaucoma seconveniva collocato direttamente sotto la con- dario ad uveite, glaucoma post-traumatico; giuntiva, la tecnica è stata modificata con controindicazioni relative sono il glaucoma l’impianto direttamente sotto un flap sclerale congenito e giovanile, glaucoma ad angolo in modo da creare un flusso controllato di stetto in pazienti pseudofachici mentre conumore acqueo dalla camera anteriore nello troindicazione assoluta è rappresentata dai pazienti fachici con angolo stretto. spazio sottocongiuntivale 1, 2. L’impianto può essere eseguito in anesteL’impianto Ex-press™ viene fornito premontato in un iniettore, ha una lunghezza di sia locale o topica, con l’utilizzo di antimecirca 2,5 mm con un diametro esterno di 0,4 taboliti ed è particolarmente indicato negli mm ed è disponibile con 2 diametri interni interventi combinati di cataratta e glaucoma di 50 μm o 200 μm (Modello P50 e P200) e (in cui si osserva una migliore efficacia ipoquesto permette di standardizzare l’interven- tensiva nel medio e lungo termine rispetto al to filtrante diversamente da quanto accade solo intervento filtrante). Negli studi comparativi non vengono rilenella trabeculectomia. Inoltre,ulteriore vantaggio, consiste nel fatto che non è neces- vate differenze statisticamente significative sario eseguire alcuna resezione di tessuto e tra l’impianto di Ex-press™ e trabeculectonè eseguire l’iridectomia, e questo permette mia con una minore incidenza di complicandi ridurre i fenomeni infiammatori intra e ze sia nel breve che nel lungo termine ed una migliore efficacia dell’intervento compost-operatori. In questo modo l’impianto di Ex-press™ binato 5-7. può essere definito come una vera chirurgia Le complicanze immediate postoperatoVol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 MINERVA OFTALMOLOGICA 81 CORSI rie sono rappresentate dall’ipotonia, ipo o atalamia, ipoema e distacco di coroide in misura percentualmente inferiore rispetto alla trabeculectomia in virtù della filtrazione “controllata” 8. Naturalmente essendo un intervento con filtrazione sottocongiuntivale deve essere seguito strettamente e attentamente nel tempo per la possibile perdita di efficacia legata alla cicatrizzazione della bozza. In conclusione l’Ex-press™ si propone come un intervento filtrante mininvasivo con sostanzialmente le stesse indicazioni della trabeculectomia, egualmente efficace ma con minori complicanze e quindi potenzialmente utilizzabile anche in quei pazienti (glaucomi molto avanzati, glaucomi secondari, reinterventi) in cui la trabeculectomia potrebbe essere un intervento ad elevato rischio. Bibliografia 1. Kaplan-Messas A, Traverso C, Glovinsky Y et al. The Ex-PRESS™ miniature glaucoma implant: intermediate results of a prospective multi-center study. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2001;42:S55. 2. Dahan E, Carmichael TR: Implantation of a miniature glaucoma device under a scleral flap. J Glaucoma 2005;14:98-102. 3. Watson PG, Jakeman C, Ozturk M et al. Complications of trabeculectomy (20 years follow-up). Eye 1990; 4:425-438. 4. Tan JC, Hitchings RA. Non-penetrating glaucoma surgery, the state of play. Br J Ophthalmol 2001; 85(2):234-237. 5. De Feo F, Bagnis A, Bricola G, Scotto R, Traverso CE. Efficacy and safety of a steel drainage device implanted under a scleral flap. Can J Ophthalmol 2009;44:457-62. 6. Kanner EM, Netland PA, Sarkisian SR Jr, Du H. Ex-PRESS miniature glaucoma device implanted under a scleral flap alone or combined with phacoemulsification cataract surgery. J Glaucoma. 2009;18:488-91. 7. Altafini R., Rappo G., Morselli S. Comparison between Phacoemulsification Combined with and without Ex-PRESS Implant under scleral flap in Open Angle Glaucoma, Winter ESCRS 2009. 8. ���������������������������������������������������� Maris PJG, Ishida K, Netland PK. Comparison of trabeculectomy with Ex-PRESS miniature glaucoma device implanted under a scleral flap. J Glaucoma 2007; 16(1):14-19. Risoluzione di glaucoma refrattario secondario a neoformazioni cistiche iridociliari: “escissione in blocco” E. Balestrazzi, L. Mosca Le cisti epiteliali della camera anteriore possono svilupparsi come complicanza di un trauma penetrante o di una chirurgia a bul82 bo aperto o come conseguenza dell’uso di farmaci miotici o possono essere congenite. Quando rimangono stabili, di piccole dimensioni ed asintomatiche, possono essere solo osservate nel tempo. Quando crescono, divenendo più voluminose vanno trattate chirurgicamente per prevenire o curare complicanze serie come occlusione pupillare, glaucoma secondario, iridociclite, scompenso corneale, riduzione o perdita della visione, dolore intrattabile. Le cisti per definizione rappresentano uno spazio rivestito da un epitelio. Le cisti iridee primarie o congenite non sono riconducibili ad un’eziologia nota, sono relativamente rare e non esistono in Letteratura serie di casi così numerose da poterne definire le caratteristiche cliniche e la storia naturale. Le cisti dell’epitelio anteriore coinvolgono la superficie anteriore dell’iride, interessando solo in casi rari lo stroma, l’angolo irido-corneale e la superficie posteriore della cornea. Le cisti dell’epitelio posteriore o pigmentato dell’iride hanno suscitato invece interesse a causa dell’aspetto clinico che può rassomigliare a quello dei melanomi iridei o ciliari. Sono stati descritti numerosi approcci chirurgici conservativi, come puntura ed aspirazione con e senza cauterizzazione, aspirazione e diatermia, aspirazione ed iridectomia, iniezione di agenti sclerosanti, elettrocauterizzazione e fotocoagulazione, viscodissezione, puntura e distruzione mediante sonde da endolaser delle cisti collassate ecc. Tali approcci sono praticabili in caso di cisti uniche e di dimensioni contenute, non essendo praticabili per cisti multiple e di dimensioni voluminose. Va ricordato comunque che è necessario asportare in toto le cisti, compresa tutta la parete epiteliale, ed evitare che eventuali residui possano riproliferare e riprendere a secernere, esitando in recidive anche più voluminose. È necessario quindi, nei casi di cisti multiple e con ampia diffusione all’interno della camera anteriore, procedere ad un’escissione chirurgica “in blocco” comprendente cornea, sclera, iride e corpo ciliare retrostante, insieme alle cisti con le loro pareti. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI Caso clinico Viene così presentato il caso di una ragazza di 17 anni, già sottoposta dieci anni prima (nel 2003) a “puntura” ed aspirazione delle cisti iridee in occhio destro, presentatasi alla Nostra osservazione nel Febbraio 2011 con un quadro di recidiva delle cisti iridee. La UCVA era paria a 7/10, con una BSCVA paria a 11/10 con -0.50 = -1.25 cil 10°; l’esame obiettivo mostrava la presenza di ampie cisti iridee un iniziale interessamento corneale da h10 ad h12; il tono endooculare (PIO) era pari a 16 mmHg. Al controllo del Luglio 2012 si apprezzava aumento di dimensioni delle cisti con estensione da h9 ad ore 1, con coinvolgimento del forame pupillare e iniziale edema cronico corneale nel settore di adesione con l’endotelio (Figura 1); la BSCVA era paria a 5/10 con -1 = -2 x10°; PIO pari a 22 mmHg. Nel novembre 2012 si apprezzava ulteriore aumento di volume delle cisti con aumento dell’edema corneale a settore e comparsa di glaucoma secondario (PIO pari a 36 mmHg). Al controllo ad un mese, la terapia topica instaurata con betabloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica e alfa agonisti mostrava una riduzione della PIO a 24mmHg; l’esame obiettivo evidenziava un aumento di volume delle cisti con estensione da h8 ad ore 1 (Figura 2); UCVA pari a 1/50 e BSCVA pari a 2/10 con -1 = -1.50 x10°. Quindi, considerata la giovane età della paziente, la presenza di glaucoma secondario e la progressione dell’aumento volumetrico delle cisti, si è ritenuto necessario pianificare un intervento chirurgico di asportazione in toto delle cisti iridee con i tessuti circostanti: iride, cornea, angolo irido-corneale, corpo ciliare. Intervento chirurgico: Il trattamento chirurgico di questa situazione patologica prevede un primo tempo chirurgico con escissione in blocco delle cisti iridee e delle strutture oculari circostanti (cornea, iride sana e sclera) con una ricostruzione della parete del bulbo mediante cheratoplastica tettonica. Il secondo tempo chirurgico, da effettuarsi dopo circa due anni dal primo intervento, prevede il ricentramento della cheratoplaVol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 Figura 1. — Evidenti cisti iridee coinvolgenti l’angolo camerulare, interessanti l’endotelio corneale con edema da ore 8 ad ore 11 e con decubito sul cristallino. Figura 2. — Evidente aumento di dimensioni della cisti ad ore 10-12 con ulteriore coinvolgimento del forame pupillare e con aumento dell’edema corneale. stica, questa volta a scopo ottico, associato all’intervento di cataratta e alla pupillo plastica o all’impianto di diaframma irideo artificiale. L’intervento chirurgico eseguito in dicembre 2012 ha presentato ulteriori difficoltà, vista l’ampiezza della lesione da asportare che superava le 3 ore, estendendosi da ore 9 ad ore 2. L’esame preoperatorio aveva rilevato che la porzione di neoformazione da ore 12 ad ore 2 non coinvolgeva l’endotelio corneale e l’angolo camerulare, mentre la porzione da ore 9 ad ore 12 interessava l’angolo camerulare e comprometteva l’endotelio corneale con edema cronico a piccole bolle. MINERVA OFTALMOLOGICA 83 CORSI Figura 3. — Postoperatorio ad una settimana. Lembo corneale trasparente, punti ben tesi, CA ampia, coloboma irideo da ore 8 ad ore 2, depositi pigmentari sulla cristalloide anteriore e sublussazione del cristallino nasalmente. Figura 4. — Postoperatorio a 1 mese. Lembo innestato trasparente in via di cicatrizzazione, punti ben tesi CA presnte, ridotta temporalmente, sublussazione nasale del cristallino, coloboma irideo da ore 8 ad ore 2. Per tale motivo, si è pensato di dividere l’asportazione delle ampie cisti iridee in due sezioni: la prima da ore 12 ad ore 2 preparando uno sportello sclerale base fornice, come normalmente effettuato nell’asportazione delle neoformazioni iridee o irido ciliari; la seconda da ore 8 ad ore 12 eseguendo una resezione a tutto spessore comprendente cornea, tessuto irideo e cistico e sclera epilesionale. della sclerotomia in Vicryl 7/0. Chiusura della congiuntiva in Vicryl 7/0 con ricreazione del limbus sclerocorneale. Iniezione sottotenoniana di Bentelan 4 mg. Medicazione con Oftaquix collirio e bendaggio oculare. Si invia materiale prelevato per esame istologico. Descrizione dell’intervento: Paracentesi di servizio a ore 5. Peritomia congiuntivale nel settore superiore e temporale. Diatermia del letto sclerale. Localizzazione e marcatura dei margini della neoformazione iridea che decubita sul cristallino,estendentesi da ore 8 ad ore 2. Creazione di sportello sclerale superficiale quadrangolare base fornice di 3x4 mm nel settore supero nasale. Vitrectomia centrale decompressiva via pars plana previa sclerotomia a 3.5 mm dal limbus nel settore infero-nasale. Apertura a livello del limbus da ore 12 a ore 2 ed asportazione in blocco della porzione della cisti iridea che decubita sul cristallino, iridectomia a toppa, chiusura dello sportello sclerale con 4 punti in Nylon 10.0. Escissione in blocco della restante parte della neoformazione iridea con annesso tassello sclerale di 3 mm da ore 8 ad ore 12. Apposizione di lembo corneale da donatore con 16 punti staccati in Nylon 10.0. Chiusura 84 Controllo postoperatorio a 7 giorni: Esame obiettivo OD: lembo corneale innestato trasparente, punti staccati ben tesi, cristallino in situ, lievemente lussato nasalmente, pupilla in media midriasi farmacologica, coloboma irideo da h7 ad h1 (Figura 3). PIO digitalmente buona; UCVA pari a 2/10; BSCVA pari a 5/10 con -1 = +4 x150°; Fondo oculare: Polo posteriore in ordine, retina in piano in tutti i settori, piccolo coagulo ematico endovitreale ad h6. Controllo postoperatorio a 1 mese: Esame obiettivo OD: Lembo trasparente, punti corneali ben tesi.CA ampia; coloboma irideo da h7 ad h1; cristallino sub lussato nasalmente con iniziale cataratta corticale (Figura 4); UCVA paria a 1/10; BSCVA paria a 5/10 con -1.50 = +3.50 x140°; PIO 12 mmHg. Fondo oculare: Polo posteriore nella norma. Retina in piano in tutti i settori. Conclusioni Il trattamento con asportazione in blocco è secondo noi l’intervento di elezione nei casi di cisti iridee evolutive. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI In un caso così complesso la pianificazione degli interventi da eseguire è di fondamentale importanza, così come la tempistica. Abbiamo pertanto scelto di eseguire l’intervento in due tempi: prima asportazione della neoformazione con cheratoplastica tettonica decentrata per il ripristino dell’integrità anatomica, poi ricentratura della cheratoplastica a scopo ottico, facoemulsificazione ed impianto di IOL cosmetica. Nel caso clinico presentato l’edema corneale, il coinvolgimento dell’angolo camerulare e il glaucoma secondario sviluppato sono stati completamente risolti con l’intervento effettuato. L’innesto di un lembo di cornea da donatore risulta una valida soluzione per la ricostruzione della parete asportata del bulbo oculare, permettendo di riparare lesioni bulbari anche di grossa entità (8-9 mm) con un tessuto molto resistente e facilmente integrabile. La ricostruzione tettonica dell’anatomia bulbare permetterà di pianificare con calma i successivi interventi a scopo ottico ed estetico (rientramento della cheratoplastica, facoemulsificazione della cataratta, impianto di IOL cosmetica o di diaframma irideo artificiale) potendo contare su un’importante solidità strutturale, evitando di eseguire fasi di intervento a cielo aperto e a bulbo collassato. Glaucoma e trapianto di cornea M. Nardi Glaucoma e trapianto di cornea sono molto spesso 2 problemi correlati ed interdipendenti. Si calcola che il 15% dei pazienti da sottoporre a trapianto abbia il glaucoma e che un 15% dei pazienti sottoposti a trapianto lo sviluppi successivamente. L’ipertono, le terapie antiglaucomatose, l’intervento e le eventuali complicanze sono tutti fattori che condizionano negativamente la sopravvivenza del lembo. In particolare gli interventi antiglaucomatosi non si associano bene alle cheratoplastiche: infatti mentre la cheratoplastica, per una maggiore possibilità di sopravvivenza necessita del mantenimento della compartimentalizzazione a Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 livello oculare, gli interventi antiglaucomatosi tendono sempre a decompartimentalizzare l’occhio, con conseguenze negative sulla sopravvivenza del lembo. Varie sono le problematiche che si possono presentare a seconda che il paziente si presenti per entrambe le patologie o sia stato già sottoposto ad intervento per una di esse. Nei pazienti con glaucoma e necessità di trapianto va trattato prima il glaucoma e solo dopo stabilizzata la pressione si procede al trapianto; da evitare l’intervento combinato per la maggior flogosi postoperatoria, che condizionerebbe negativamente la sopravvivenza del lembo. Nel caso di pazienti già operati di trapianto conviene scegliere l’intervento antiglaucomatoso meno decompartimentalizzante, in rapporto alla gravità del glaucoma. Nel caso di pazienti operati di glaucoma che devono effettuare un trapianto è opportuno, ogni volta che sia possibile, scegliere una cheratoplastica lamellare. Nonostante tutte queste precauzioni la sopravvivenza dei lembi trapiantati nei pazienti con glaucoma è sempre ridotta rispetto ai trapianti nei casi non complicati. Trabeculectomia con adiuvanti (matrice collagene-GAG e MMC) in casi particolari S. Cillino, F. Di Pace, G. Cillino, A. Casuccio Vengono presentati retrospettivamente 8 casi di glaucoma refrattario post-chirurgico o di fallimento tardivo della bozza, esaminati tra il novembre 2010 e l’agosto 2012 . In tutti i pazienti il tono era scompensato con terapia massimale (33,62 ± 5,1mm Hg). In tutti i casi è stata eseguita una nuova trabeculectomia in sede supero-nasale o superotemporale con impianto di Ologen® con o senza applicazione di mitomicina-C allo 0,2%. Il tono post-operatorio era in media ben controllato con o senza farmaci (19,5 ± 2,1 mm Hg) con follow-up medio di 18.6 mesi (range 6 – 26 mesi). Vengono presentati i video inerenti le modalità chirurgiche e le condizioni post-operatorie di 3 casi, nonché il video di un caso di insuccesso, con fistolizzazione da MMC, in cui si è successivamente impiantata una valvola di Ahmed. MINERVA OFTALMOLOGICA 85 CORSI Chirurgia del glaucoma congenito G. Tassinari, G.L. Laffi Per definizione il glaucoma congenito e’ presente alla nascita, tuttavia le sue manifestazioni cliniche talvolta possono essere evidenti e riconoscibili più tardivamente durante l’infanzia o l’adolescenza. La malattia si sviluppa per un disequilibrio della normale idrodinamica dell’umor acqueo che incontra elevate resistenze nell’attraversare le maglie del trabecolato sclero-corneale collassate o malformate con conseguente ristagno all’interno dell’occhio e aumento della pressione intraoculare. Nei primi 18 mesi di vita, quando il collagene corneale e sclerale risulta ancora elastico, una pressione intraoculare elevata può deformare la cornea, distendere la sclera e determinare un aumento complessivo delle dimensione oculari, con sviluppo di “buftalmo” segno caratteristico delle forme di glaucoma che si sviluppano in età perinatale e termine che indica la coesistenza di miopia assile e megalocornea con incremento complessivo di tutti i diametri oculari. La terapia medica di solito non risulta efficace e, comunque, non è sostenibile a lungo termine; mentre può avere un ruolo secondario come terapia aggiuntiva. La chirurgia costituisce la principale terapia del glaucoma congenito e la chirurgia angolare è spesso la prima da considerare per l’elevata percentuale di successo. Le altre chirurgie devono essere considerate se quella angolare è impraticabile o se vi siano evidenti anomalie gonioscopiche di filtrazione. L’occhio buftalmico può portare a severe complicazioni legate alla difficoltà di accesso in una piccola orbita, ad un’anatomia del limbus modificata, ad una sclera sottile con diminuita rigidità, ad una lente sub-lussata da zonule stirate e vitreo sineretico. La procedura di scelta ed il successo è legata al tipo di glaucoma, alle malattie oculari eventualmente associate, all’esperienza del chirurgo, alla trasparenza della cornea, al grado di danno del nervo ottico, alla razza, al numero di precedenti chirurgie ed alla situazione dell’altro occhio. Dal momento che i reinterventi sono frequenti, a causa della lunga aspettativa di vita del paziente, bisogna escogitare delle 86 strategie chirurgiche durature che possano mantenere la vista il più a lungo possibile. Scegliere la tecnica appropriata è di capitale importanza dal momento che il primo intervento ha la più alta percentuale di successo. I trattamenti chirurgici si possono dividere in: 1) Chirurgia dell’angolo 2) Chirurgia filtrante 3) Impianti drenanti 4) Ciclodistruzione Goniotomia Vantaggi — la diretta visualizzazione dell’angolo permette una precisa incisione — sicura e poco traumatica — non lede la congiuntiva e non pregiudica chirurgie successive — rapida — ripetibile — nessuna complicazione legata alla bozza Svantaggi — funziona principalmente per GPC (Glaucoma Primario Cronico) — non eseguibile se i dettagli dell’angolo non sono visualizzabili — necessita di un’esperienza chirurgica — richiede strumenti particolari — complicazioni possibili: trauma endoteliale, dell’angolo, della lente — dolore nei primi giorni se l’epitelio è stato tolto Trabeculotomia ab esterno Vantaggi — può essere utilizzata quando la cornea è opaca — alcuni tempi chirurgici sono simili alla trabeculectomia — la % di successo aumenta se associata alla trabeculectomia Svantaggi — danni alla congiuntiva possono ridurre il successo di chirurgie future — richiede strumenti dedicati come il trabeculotomo — il canale di Schlemm non si trova nel 4-20% dei casi — complicazioni più frequenti: Seidel, ipotonia, incarceramento dell’iride. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI Trabeculectomia Vantaggi — maggior familiarità verso questa tecnica — IOP post-operatoria modificabile con suture rilasciabili, antimetaboliti post-op — uso degli antimetaboliti Svantaggi — congiuntiva danneggiata rispetto alla goniotomia — maggior rischio rispetto alla chirurgia angolare soprattutto se si è usato MMC di ipotonia con effusione coroideale e di emorragie — maggior rischio di infezione — percentuale di successo inferiore se già operati o afachici Impianti drenanti Vantaggi — possibile anche quando le altre chirurgie sono fallite — efficacia del trattamento a lungo termine Svantaggi — elevato numero di complicanze, in particolare l’ipotonia — periodo di stabilizzazione della IOP più lungo Ciclodiodo Vantaggi — tecnica semplice — tempo chirurgico breve — pochissime complicanze — riabilitazione rapida Svantaggi — produce danno irreversibile ai corpi ciliari Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 — spesso da ripetere (50%) — IOP finale superiore agli impianti drenanti — spesso non elimina la terapia medica — forse riduce la % di successo di successive chirurgie Bibliografia 1. Laffi GL, Fontana L, Tassinari G. In: La malattia glaucomatosa” Edizioni SOI 2005 pag 595-604 2. Russel-Eggit IM, Rice NS, Jay B et al. Relapse following goniotomy for congenital glaucoma due to trabecular dysgenesis. Eye 1992;6:197-200 3. Bowman et al. Outcomes of Goniotomy for Primary Congenital Glaucoma in East Africa. AJO 2011 4. Akimoto M, Tanihara H, et al. ��������������������������� Surgical results of trabeculotomy ab externo for developmental glaucoma. Arch Ophthalmol 1994;112:1540-4. 5. Freedman S, McCormick K, Cox T. Mitomycin C-augmented trabeculectomy success with postoperative wound modulation in pediatric glaucoma. J AAPOS 1999;3:117-124 6. Mandal AK, Bhatia PG, Gothwal VK, et al. Safety and efficacy of simultaneous bilateral primary combined trabeculotomy-trabeculectomy for developmental glaucoma. Indian J Ophthalmol 2002;50:13-9. 7. Jones E, Clarke J, Khaw PT. Recent advances in trabeculectomy technique. Curr Opin Ophthalmol. 2005;16(2):107-13. 8. 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Long-term results of transcleral cyclophotocoagulation in refractory pediatric glaucoma patients. Ophthalmologica 2003;217:393-400. MINERVA OFTALMOLOGICA 87 CORSI CORSO Cosa c’è di nuovo per la ricerca per la clinica e per i pazienti nella malattia glaucomatosa Coordinatori: M. Centofanti, G. L. Manni Presidente: M. Iester — La proteomica dell’umore acqueo nel glaucoma (S. Saccà) — biomarkers sistemici nella storia naturale del glaucoma (Gandolfi S.) — Correlazioni morfo- funzionali in sede maculare nella malattia glaucomatosa (F. Oddone) — Una nuova visione della disabilità visiva dei pazienti glaucomatosi (M. Centofanti) — Discussione La proteomica dell’umore acqueo nel glaucoma S. C. Saccà La Proteomica è lo studio delle proteine, in particolare le loro strutture e funzioni. Le proteine sono parti vitali degli organismi viventi, in quanto sono i componenti principali delle vie metaboliche fisiologiche delle cellule. Il termine proteomica è stato coniato analogamente al termine genomica, lo studio dei geni mediante l’unione delle parole prote(ine) e (gen)oma. Il proteoma è dato dall’intero comparto delle proteine ed include le modifiche apportate da un organismo o sistema ad un particolare insieme di proteine. Questo varia con il tempo a seconda delle necessità, o sollecitazioni, cui va incontro una cellula od un organismo. E’ il caso del proteoma delle cellule nella via di deflusso trabecolare ove le cellule endoteliali (CE) sono soggette a stress ossidativo cronico. La Camera anteriore (AC) è un lume di un vaso costituito dalla cornea e dall’iride congiunti insieme mediante il Trabecolato (TM) (Figura 1). Anche se la superficie iridea non è coperta da endotelio questa lo era in epoca prenatale e comunque esistono altri distretti in cui circola il sangue senza che le pareti abbiano l’endotelio come nel fegato. Funzionalmente la AC si comporta come un vaso. La CA contiene l’UA. Il volume della CA è approssimativamente di 0,25 ml mentre il volume della camera posteriore è 0,26 ml. L’UA ha la funzione di garantire la trasparen88 za ottica, l’integrità delle strutture, la nutrizione in assenza di vasi sanguigni. Inoltre, questo liquido ha il compito di proteggere e fornire i nutrienti alla cornea, al cristallino ed al TM. Altre funzioni ascrivibili all’afflusso d’UA sono state meno chiaramente ed includono la distribuzione di antiossidanti, come l’ascorbato e la partecipazione alla risposta immune locale. L’UA contiene una concentrazione proteica di circa 1/100 di quella del siero che entra direttamente per diffusione attraverso la radice dell’iride. La composizione proteica dell’UA cambia drasticamente con le condizioni oculari ,ad es. in caso di infiammazione o glaucoma La relazione tra TM e proteine dell’UA in relazione alla patogenesi del POAG non è stata ancora valutata in modo esaustivo. Molte proteine espresse ad alti livelli in pazienti sani sono ridotte in pazienti con POAG, mentre altre proteine presenti a bassi livelli in soggetti normali sono incrementate in pazienti con POAG . Recentemente abbiamo scoperto sei classi di proteine specificatamente presenti nell’UA in pazienti glaucomatosi avanzati. La prima classe di proteine sono proteine mitocondriali implicate nella catena di trasporto degli elettroni, nel trasporto transmembrana, nella riparazione proteica e nel mantenimento dell’integrità mitocondriale. La seconda classe sono proteine implicate nell’induzione dell’apoptosi, attraverso la via intrinseca mitocondrio dipendente. La terza classe sono proteine cellulari che connettono le cellule , queste includono le MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI catenine,le placche proteiche giunzionali, le dineine e le caderine. La quarta classe include le proteine chinasi implicate nell’apoptosi, nell’attivazione e trasduzione del segnale. La proteina più espressa nell’UA del Glaucoma cronico ad angolo aperto è una chinasi la anchor protein 2 (PRKA). Questa proteina è espressa nelle CE e dai fibroblasti . Organizzazione AKAP mediata di chinasi e fosfatasi è particolarmente importante per la trasduzione di segnali al citoscheletro; è una proteina che coordina la via delle proteine Rho. La famiglia Rho costituisce piccole GTPasi che sono i principali trasmettitori di segnali da recettori di transmembrana che stimolano il filamento di actina. L’ actina del citoscheletro è fondamentale per una varietà di processi biologici essenziali in tutte le cellule eucariotiche, compresa la costituzione di forma delle cellule e la polarità, motilità e divisione cellulare. L’attivazione della PRKA ha dimostrato di regolare negativamente RHOA. Questi segnali influenzano le proprietà delle cellule fondamentali come la forma, il movimento e la divisione. PRKA 2 è altamente arricchito nei mitocondri (Wang et al. 2001). Questa proteina è una proteina correlata crescita delle cellule. La presenza di PRKA2 in AC è giustificata dalla disfunzione endoteliale che si verifica durante il corso del POAG. Da un punto di vista fisiopatologico si può credere che a seguito della diminuzione CE trabecolari che si verifica nel glaucoma, sia per il passare del tempo, sia per la disfunzione mitocondriale, questa proteina viene persa nell’UA dal citoplasma della CEe può agire come un segnale per le cellule sopravvissute o altri tessuti, in particolare determinando in cattivo funzionamento della motilità del trabecolato. La quinta classe è composta da proteine neuronali come l’optineurina o fattori di crescita e implicati nella differenziazione e la sopravvivenza neuronale e nella neurogenesi. A questo gruppo appartiene la seconda proteina più espressa nell’umore acqueo. La Nestina, una proteina filamentosa, che si pensava essere espresso esclusivamente dalle cellule progenitrici neurali nel cervello normale, e viene sostituita dalla espressione Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 di proteine specifiche per la attivazione della glia in cellule differenziate. Interessante notare che la nestina si esprime non solo negli organi del sistema nervoso, ma anche in altri organi e tessuti ad es. nella retina, nei Muscoli nel fegato e in altri. Inoltre,la Nestina è espressia nelle CEdei tessuti adulti e può essere utile come una proteina marker neovascolarizzazione. Anche questa proteina partecipa alla formazione del citoscheletro delle CEdi nuova formazione. la presenza di nestina nell’UA glaucomatoso, è probabilmente dovuta alla risposta delle CETM a seguito di una loro sofferenza cronica, infatti viene rilasciata al verificarsi di danno cellulare. Durante il glaucoma si verifica una disfunzione endoteliale del trabecolato interessante notare che durante il glaucoma questa proteina viene utilizzato successivamente per attivare la glia, diventando un preciso segnale molecolare alla retina, del nervo ottico e del sistema nervoso centrale. Infine, la sesta classe è concernente lo stress ossidativo ed include: ossido nitrico sintetasi, superossido dismutasi e la glutatione S-transferasi 1 microsomiale. Tutte queste proteine attestano che la composizione dell’ UA è correlata e riflette il meccanismo della patogenesi del glaucoma. Infatti, lo stress ossidativo è un meccanismo plausibile per lo sviluppo di glaucoma, manifestando i suoi effetti sulle CEdel TM (Izzotti et al., 2003) la cui disfunzione porta ad un aumento della pressione intraoculare. L’endotelio trabecolato è coinvolto nella modulazione la permeabilità della barriera endoteliale e il rilascio di endoteline e l’ossido nitrico. Nel UA ci sono molti fattori che hanno un ruolo protettivo per le cellule endoteliali, come il GSH, che protegge i tessuti del segmento anteriore da elevati livelli di H2O2. Purtroppo, il TM ha una suscettibilità molto alta al danno ossidativo e quindi l’aumento della concentrazione di NO, che si verificano in glaucoma che reagendo con anione superossido per formare perossinitrito è patogenetico. La sua produzione è equilibrata con le difese antiossidanti e sistemi di riparazione si trovano nei tessuti AC e nell’UA. Tuttavia, insieme, NO e perossinitrito in grado di sopprimere MINERVA OFTALMOLOGICA 89 CORSI Figura 1. — Immagine al miroscopio: a scansione (A) ed ottico (B) del trabecolato. Questo sistema cellulare complesso rappresenta un sistema di barriera per l’umore acqueo il cui passaggio dipende dalla sua integrità funzionale e dalle cellule endoteliali esposte in Camera anteriore (C) a contatto con l’acqueo. l’espressione di eNOS mediante l’attivazione di delle proteine RhoA e quindi causare una disfunzione vascolare.Non a caso è possibile trovare nell’UA del glaucoma tutti i marcatori dell’aterosclerosi. Inoltre, la miocilina, localizzata nelle cellule TM , ha diverse funzioni mediate attraverso Rho GTPasi e cAMP / PRKA2. In effetti, la miocilina, quando sovraespressa, induce una perdita di actina e inibisce l’adesione delle cellule TM alle proteine ECM, e ipoteca la coesione TM cellula-matrice inducendo danni al TM. Da quanto detto fin qui emerge come la presenza di queste proteine non solo sono potenziali biomarker per il Glaucoma ma anche e soprattutto sono dei veri indicatori di ciò che si verifica in corso di patogenesi del glaucoma. Correlazioni morfo-funzionali in sede maculare nella malattia glaucomatosa F. Oddone Far luce sulle relazioni esistenti tra misure di danno strutturale e funzionale nel glaucoma è il passo necessario da compiere sia per migliorare l’accuratezza della stadiazione e 90 della prognosi che per meglio comprendere la storia naturale della malattia stessa. L’insegnamento classico prevede che nel valutare un paziente glaucomatoso si ricerchi la concordanza tra alterazioni strutturali, al livello di testa del nervo ottico o fibre nervose retiniche, ed alterazioni funzionali studiate con la perimetria. Quando tale concordanza viene identificata (es. perdita della rima neuroretinica nei settori inferiori/scotoma arciforme nell’emicampo visivo superiore) l’oftalmologo si ritiene rassicurato sul fatto che ciò che ha davanti è sicuramente un glaucoma. Tuttavia è noto che molto spesso ci si trova davanti a discordanze che confondono l’interpretazione del quadro clinico rendendo difficile la diagnosi e di conseguenza l’approccio terapeutico. I nuovi strumenti di imaging hi-tech per lo studio quantitativo di papilla ottica e fibre nervose retiniche in vivo hanno fornito mezzi potenzialmente più accurati per studiare i danni morfologici, tuttavia le relazioni tra struttura e funzione continuano ad essere insoddisfacenti. Esistono diversi motivi alla base di tale discordanza ma possono essere raggruppati in quattro grandi categorie: la grande variabilità nella morfologia e nella funzione nella popolazione sana, la variabilità legata ai MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI metodi di misura oggi disponibili, problemi di scala nelle misure adottate e la variabilità morfologica e funzionale con cui la patologia può presentersi al suo esordio e progredire nel tempo. Un nuovo approccio potenzialmente in grado di superare alcuni di questi ostacoli è rappresentato dallo studio delle relazioni morfo-funzionali in sede maculare, ovvero dove la variabilità anatomica interindividuale è ridotta al minimo e dove la struttura è più strettamente correlata al numero di cellule ganglionari retiniche presenti. Tale approccio è stato reso possibile solo di recente grazie all’avvento dei nuovi spectral-domain OCT in grado di studiare e segmentare accuratemente la morfologia maculare ed i lavori preliminari condotti fin ora risultano promettenti. Una nuova visione della disabilità visiva del paziente glaucomatoso M. Centofanti La disabilità visiva viene generalmente quantificata da scale numeriche che ci indicano la gravità della malattia responsabile del quadro clinico. Questo approccio comporta una minore attenzione al significato della disabilità visiva per il paziente, in termini di conseguenti difficoltà e disagi nella vita quotidiana. Da una revisione di tutti i lavori sul glaucoma pubblicati nel ventennio 1989-2009, solo il 2.1% di quelli pubblicati nel 2009 si Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 sono occupati della qualità di vita dei pazienti affetti da questa malattia. Il metodo di gran lunga più diffuso è stato, ed è ancora, l’uso di questionari che forniscono direttamente il punto di vista del paziente e lo aiutano a porre maggiore attenzione alla sua condizione visiva. Tuttavia, questi risultati non sono misurabili e non hanno possibili risvolti clinici anche in termini di spesa sanitaria e assistenza. Lo sviluppo di nuove metodologie in grado di misurare e quindi quantificare la disabilità visiva e l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti glaucomatosi si rende per tanto necessaria. In questa direzione si muovono gli studi sulle ‘performance-based measures’: misurare direttamente la disabilità visiva sottoponendo il paziente a test che richiamano momenti di vita quotidiana in cui la ridotta funzionalità visiva può causare disagi importanti. Ecco allora che il paziente glaucomatoso non è soltanto il paziente con alterazioni del campo visivo, della percezione dei colori e della sensibilità al contrasto, ma anche come il paziente che non riconosce i volti, ha una ridotta velocità di lettura, deve compiere un maggior numero di movimenti oculari per trovare l’oggetto che cerca, deve sfruttare maggiormente la sensibilità somatosensoriale e meno la funzione visiva per mantenere l’equilibrio. Alla luce di questi risultati, la riabilitazione visiva e uno studio diverso del paziente, a partire dal campo visivo binoculare sono necessari per una corretta gestione del paziente glaucomatoso. MINERVA OFTALMOLOGICA 91 CORSI CORSO Glaucoma Trattamenti medico: vecchi e nuovi approcci Coordinatori: S. Miglior, L. Quaranta Presidente: F. M. Grignolo — Quando iniziare il trattamento (M. Uva) — Come trattare il paziente glaucomatoso (M. Centofanti) — Terapia medica massimale (A. Fea) — Pressione oculare normalizzata e progressione del danno (I. Riva) — Nuove prospettive per il trattamento medico (P. Frezzotti) Quando iniziare il trattamento M. G. Uva, M. Zagari, M. Toro, E. Bonacci Il trattamento del glaucoma cronico semplice, come recitano le Linee Guida dell’European Glaucoma Society 1 ha, in generale “l’obiettivo di conservare un grado di funzione visiva e di conseguente qualità di vita adeguati alle esigenze del singolo paziente, ad un costo sostenibile. Merita una grande attenzione il costo del trattamento in termini sia di convenienza ed effetti collaterali che di implicazioni economiche per il singolo e per la società. La qualità della vita è strettamente legata alla funzione visiva; generalmente i pazienti con danni causati dalla malattia iniziali o moderati mantengono una buona funzione visiva e risentono, quindi, di una modesta riduzione della qualità di vita”. E ancora “Il glaucoma è la principale causa di cecità in Europa2. Fattori di rischio primari per cecità dovuta al glaucoma sono la severità del danno al momento della diagnosi e l’aspettativa di vita3…Il trattamento, quindi, deve essere individualizzato sulla base della velocità del peggioramento.” Altri concetti, assolutamente condivisibili, sono espressi nel paragrafo dei Principi Generali di Trattamento dell’EGS: “Una percentuale tuttora notevole di pazienti affetti da glaucoma progressivo riceve una diagnosi tardiva. Scoprire e trattare i casi che rischiano una perdita funzionalmente significativa è da preferire al trattamento indiscriminato 92 di tutti i pazienti con il tono superiore alla media statistica. La velocità del peggioramento (RoP) in caso di POAG, il tipo di glaucoma più diffuso in Europa, varia molto nei diversi pazienti e può essere rapida o molto lenta. Questo aspetto rende indispensabile determinare la RoP nei pazienti con glaucoma manifesto…Abbassare aggressivamente la pressione intraoculare (PIO) è raccomandabile in molti pazienti con glaucoma avanzato e ragionevole aspettativa di vita4,5. I pazienti più anziani, con difetti lievi, valori di PIO relativamente bassi e concomitanti gravi problemi di salute dovrebbero essere preferenzialmente lasciati senza terapia e monitorati nel tempo. Quando le opzioni terapeutiche vengono discusse assieme al paziente, occorre tenere in considerazione sia il rispettivo stato di salute generale che le preferenze individuali. E’ inoltre importante assicurarsi che i pazienti siano in grado di seguire e continuare la terapia. La gestione individualizzata del glaucoma oltre ad offrire vantaggi per i pazienti è anche necessaria per una distribuzione ottimale delle risorse. Nei paesi occidentali 6,7 circa la metà dei pazienti con glaucoma manifesto non vengono diagnosticati.” Proprio sulla falsariga di questi concetti, calandoli nel contesto del mondo reale, ovvero della realtà quotidiana che ci troviamo ad affrontare nei nostri ambulatori, con risorse, almeno in questo periodo, sempre più limitate e con la tipologia talora “poco MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI europea” dei nostri pazienti, verrà sviluppata la relazione: Quando iniziare il trattamento. In generale, tranne rare eccezioni, il trattamento deve iniziare al momento della diagnosi di glaucoma primario ad angolo aperto (POAG). La diagnosi di glaucoma, in un determinato paziente, scaturisce dalla analisi della presenza o meno di vari fattori e dal peso che noi attribuiamo a questi fattori: le variazioni strutturali, le variazioni funzionali, i fattori di rischio, tra cui il più importante è la pressione intraoculare aumentata. Dando per scontata la semplicità (e, spesso la drammaticità) della diagnosi in caso di diagnosi tardiva di malattia conclamata con presenza di un danno anatomico e funzionale avanzati, in molti casi il problema è rappresentato dalla difficoltà di distinguere tra una situazione di ipertensione oculare non destinata ad evolvere in glaucoma significativo dal punto di vista clinico ed un glaucoma vero e proprio con probabile evoluzione verso una compromissione della funzione visiva e, conseguentemente, della qualità di vita del nostro paziente. Ricordiamo che la definizione di Ipertensione oculare per l’EGS comprende la presenza di IOP costantemente al di sopra di 21 mmHg, di un angolo irido corneale aperto alla gonioscopia, di papilla ottica e strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) normali, di un campo visivo normale, di una familiarità negativa e la mancanza di fattori di rischio. Dai vari studi di popolazione e dai trials randomizzati/controllati pubblicati in questi ultimi anni abbiamo ormai imparato quali sono i fattori di rischio predittivi per la conversione a glaucoma8 e, addirittura, disponiamo di modelli predittivi, ovvero di un vero e proprio risk calculator, anche sotto forma di gadget elettronico, per il rischio di sviluppo di POAG in individui con ipertensione oculare9. Ma è soprattutto ragionando con la nostra testa che, alla luce di queste conoscenze ormai acquisite, possiamo inquadrare il soggetto che abbiamo davanti ed inserirlo in una fascia di rischio e, quindi di necessità di trattamento (si/no e +/- energico). L’invito a ragionare con la nostra testa vale anche per quanto riguarda le tendenza attuale a demandare alle varie tecniche di Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 imaging la diagnosi della malattia10, dimenticandoci spesso che le valutazioni fatte su di un singolo esame non sono affidabili, che la ampia sovrapposizione del range di normalità e di valori patologici diminuisce la capacità diagnostica, che i database normativi sono solo indicatori di “probabilità” e non sono sufficientemente specifici per la diagnosi definitiva. Nella relazione verranno citati i più recenti articoli apparsi in letteratura sulla tematica della relazione struttura-funzione che spiegano perchè, in alcuni pazienti, assistiamo ad una vera e propria“dissociazione struttura-funzione”, ovvero in alcuni pazienti il danno strutturale precede il danno funzionale ma, in altri pazienti, succede il contrario11. Non va dimenticato, anche se in letteratura assistiamo ad una vera e propria pletora di articoli sulla diagnosi precoce, il dato riportato prima: che in una alta percentuale di casi la diagnosi viene fatta tardivamente e con danno glaucomatoso avanzato; e questo succede ovunque, in Gran Bretagna12,, in Nord America13, da noi in Italia14. Su questo problema occorrerebbe lavorare e concentrare gli sforzi, ”per non fare diventare inevitabile la cecità evitabile”15. Sperando che le tematiche del “case-finding” e della prevenzione, forse un po’ passate di moda, prima o dopo, meritino un po’ di spazio in più. Bibliografia 1. Terminologia e Linee Guida Per il Glaucoma 3a Edizione: Editrice Dogma S.r.l., Savona 2008. 2. Cedrone C, Nucci C, Scuderi G, Ricci F, Cerulli A, Culasso F: Prevalence of blindness and low vision in an Italian population: a comparison with other European studies. Eye. 2006 Jun; 20(6):661-7. 3. Martus P, Stroux A, Budde WM, Mardin CY, Korth M, Jonas JB: Predictive factors for progressive optic nerve damage in various types of chronic open angle glaucoma. Am J Ophthalmol. 2005 Jun; 139(6):999-1009. 4. The AGIS Investigators. The Advanced Glaucoma Intervention Study (AGIS): 7 The relationship between control of intraocular pressure and visual field deterioration. Am J Ophthalmol. 2000, Oct;130(4):429-40. 5. The AGIS Investigators. The Advanced Glaucoma Intervention Study (AGIS): 12. Baseline risk factors for sustained loss of visual field and visual acuity in patients with advanced glaucoma. Am J. Ophthalmol. 2002 Oct;134(4):499-512. 6. 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Malik R, Swanson WH, Garway-Heath DF: “Structurefunction relationship” in glaucoma: past thinking and current concepts. Clin Experiment Ophthalmol. MayJun; 40(4):369-80; 2012. 12. King AJ, Stead RE, Rotchford AP: Treating patients presenting with advanced glaucoma-should we reconsider current practice? Br J Ophthalmol. 2011 Sep;95(9):1185-92. 13. Buys YM, Harasymowycz P, Gaspo R, Kwok K, Hutnik CM, Blondeau P, Birt CM, Piemontesi RL, Gould LF, Lesk MR, Ahmed IK: Comparison of newly diagnosed ocular hypertension and open-angle glaucoma: ocular variables, risk factors, and disease severity. J Ophthalmol 2012. Epub 2011 Aug 18. 14. Cedrone C, Mancino R, Ricci F, Cerulli A, Culasso F e Nucci C: The 12-Year Incidence of Glaucoma and Glaucoma-related Visual Field Loss in Italy: The Ponza Eye Study J. Glaucoma, 21,1:1-6, 2012. 15. Kotecha A, Fernandes S, Burce C, Franks WA: Avoidable sight loss from glaucoma: is it unaivodable? Br J Ophthalmol. 2012, Jun; 96(6):818-20. Come trattare il paziente glaucomatoso M. Centofanti Lo scopo delle terapie è quindi di rallentare la velocità con cui la malattia progredisce in modo da ridurre al minimo il rischio di compromissione della qualità di vita legata alla visione. Come sappiamo l’unica strategia oggi a disposizione per rallentare la progressione del glaucoma è l’ipotonizzazione oculare ottenuta con mezzi farmacologici o chirurgici ed è di fondamentale importanza per una gestione terapeutica moderna ed orientata al paziente conoscere le relazioni che esistono tra ipotonizzazione oculare e riduzione sia del rischio che della velocità di progressione della malattia. Conoscere tali relazioni consente di modulare l’aggressività della terapia in base alle necessità individuali di rallentamento della malattia. Dai dati dell’EMGT è emerso che esiste una relazione lineare tra livello della pressione intraoculare e rischio di progressione del danno 94 campimetrico, relazione per la quale ad ogni singolo mmHg di riduzione della pressione ottenuta per mezzo della terapia corrisponde una riduzione del rischio relativo di progressione pari a circa l1-13%. Tale dato è supportato dalla più recente pubblicazione del Canadian Glaucoma Study (CGS) in cui tale relazione è risultata ancora più forte indicando una variazione del rischio di progressione del 19% per ogni singolo mmHg di pressione intraoculare. Se la relazione tra riduzione della pressione oculare e rischio di progressione della malattia sembra oggi accertata e concordante tra gli studi, meno nota è la relazione esistente fra riduzione della pressione oculare e riduzione della velocità di progressione. Secondo i risultati di analisi secondarie del CGS sembra che in pazienti sottoposti a terapia che mostrino segni di progressione un’ulteriore riduzione della pressione oculare del 20% comporterebbe una riduzione della veocità di progressione del danno campimetrico nell’ordine del 50-60%. Tuttavia questi dati, nonostante interessanti, sono solo preliminari e necessitano di essere supportati dai risultati di studi espressamente disegnati per quantificare tali relazioni. E’ chiaro a questo punto che la scelta dell’approccio terapeutico deve tener conto delle necessità individuali di ridurre il rischio e rallentare la velocità di progressione e l’aggressività del trattamento (da una efficace monoterapia a terapie d’associazione efficienti alla terapia medica massimale fino alla scelta chirirgica) dovrà tenere conto di queste necessità. Tra le monoterapie oggi disponibili è noto dalla letteratura e dall’esperienza clinica che gli analoghi prostaglandinici rappresentano la classe di farmaci più efficienti, essendo i più efficaci nel ridurre la pressione oculare e richiedendo una sola somministrazione giornaliera. In conclusione nonostante la riduzione della pressione intraoculare rappresenti ancora oggi il solo strumento basato sull’evidenza in grado di alterare la prognosi visiva del paziente glaucomatoso, va sempre tenuto presente l’obiettivo ultimo dell’intervento terapeutico, che non è rappresentato dalla riduzione dell’IOP in se, ma dal rallentamento della velocità di progressione della malattia ad un livello tale da minimizzare MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI l’impatto del deficit funzionale sulla qualità di vita del singolo paziente. E’ quindi possibile affermare che la gestione del paziente glaucomatoso dovrebbe essere basata in primo luogo sul dato campimetrico che dovrebbe essere considerato come lo strumento per giudicare l’efficacia della terapia ipotonizzante. Questo permetterebbe di instaurare un rapporto medico/ paziente più solido basato sullo scambio reciproco di informazioni, da un lato riguardanti le variazioni di velocità di progressione della malattia in risposta alle scelte teraputiche con evidenti implicazioni prognostiche funzionali, e dall’altra riguardanti la compliance e la percezione della malattia nel corso del suo follow-up. Pressione oculare normalizzata e progressione del danno I. Riva Elevati valori di pressione intraoculare (IOP) costituiscono il principale fattore di rischio per lo sviluppo della malattia glaucomatosa. La quantificazione della riduzione pressoria nel paziente glaucomatoso introduce inevitabilmente il concetto di obiettivo pressorio. Le linee guida dell’European Glaucoma Society (EGS) definiscono l’obiettivo pressorio come “il massimo valore di IOP che si ritiene tollerabile per prevenire ulteriori danni glaucomatosi o per ridurre al minimo la velocità di peggioramento della malattia”.1 Il valore di IOP desiderabile in un soggetto glaucomatoso è strettamente legato alle caratteristiche del singolo paziente e della malattia su cui desideriamo intervenire, essendo il risultato di una valutazione che deve essere eseguita caso per caso. Altri fattori di rischio incidono tuttavia sulla progressione del danno anatomo-funzionale glaucomatoso, in presenza di valori di IOP apparentemente adeguati al nostro paziente. Vari studi di popolazione indicano che una pressione di perfusione diastolica (intesa come differenza tra pressione arteriosa diastolica e IOP) < 50-55 mm Hg è fortemente associata alla prevalenza e all’incidenza di glaucoma primario ad angolo aperto Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 (POAG). Hayreh et al. hanno dimostrato che pazienti affetti da glaucoma a pressione normale (NTG) tendono ad avere valori di pressione diastolica notturna più bassi rispetto a soggetti affetti da altre forme di otticopatia, quali il glaucoma iperbarico o la neuropatia ottica ischemica anteriore.2 Ipotensioni notturne sono risultate a loro volta associate ad una più rapida progressione del danno perimetrico, sia in soggetti affetti da NTG, sia in soggetti affetti da glaucoma iperbarico. La pressione di perfusione oculare dipende dalla pressione arteriosa media e dalla IOP; una riduzione della pressione arteriosa media (ipotensione sistemica) o un incremento della IOP possono determinare una riduzione del flusso ematico alla testa del nervo ottico, in presenza di un deficitario sistema di autoregolazione. La mancanza di una capacità di risposta autoregolatoria del flusso ematico in soggetti affetti da POAG è stata indicata in numerosi studi. In particolare Quaranta e coll. hanno dimostrato come in soggetti affetti da NTG il flusso ematico oculare pulsatile vada incontro a significative riduzioni anche in presenza di limitati aumenti della IOP (5 mmHg).3 Un recente studio di Choi e coll. indica che il 41.7% dei pazienti affetti da NTG può essere catalogato nel gruppo degli “overdippers”, cioè pazienti che mostrano importante ipotensione notturna.4 L’eccessiva riduzione della pressione di perfusione durante la notte potrebbe determinare in questi casi ripetuti insulti ischemici alla papilla ottica, portando allo sviluppo dell’otticopatia glaucomatosa. Terapie anti-ipertensive aggressive e con posologia serale dovrebbero essere quindi evitate in questi pazienti; l’aggravamento dei fenomeni ipotensivi notturni potrebbe infatti condurre a un più rapido deterioramento del campo visivo. Studi condotti da Liu e Weinreb hanno mostrato che nel soggetto glaucomatoso la IOP fluttua di più rispetto al soggetto sano e che la IOP è più elevata durante la notte in posizione supina rispetto alla posizione seduta.5, 6 Eseguire un test tonometrico in posizione supina ci permette di avere una migliore capacità diagnostica, dirimente in forme di glaucoma particolari, come può MINERVA OFTALMOLOGICA 95 CORSI essere il NTG, o in forme di glaucoma nelle quali si ha una progressione della malattia a scapito di una IOP apparentemente normalizzata. Studi ormai classici, anche se di un certo interesse, condotti da Drance a fine anni ’70, hanno dimostrato che le fluttuazioni della IOP sono maggiori nei soggetti affetti da POAG e sembrano essere in qualche modo correlate con la progressione della malattia. Uno studio recente riguardante le fluttuazioni della IOP nelle 24h e la loro correlazione con la progressione del danno glaucomatoso è stato condotto da Asrani e coll.: questo studio ha dimostrato che, molto brevemente, se la IOP fluttua di più, vi è una maggiore progressione della malattia.7 Tuttavia questo studio ha dei limiti molto importanti: i pazienti si auto-misuravano la IOP al domicilio, con uno strumento non clinicamente validato, il tasso di progressione della malattia al termine del follow-up risultava più elevato rispetto a quello riscontrato in altri studi di popolazione e inoltre i criteri sulla base dei quali veniva stabilita la progressione perimetrica erano poco chiari. In conclusione il ruolo delle fluttuazioni della IOP nella progres- 96 sione della malattia glaucomatosa è ancora oggi poco chiaro, non essendoci franche evidenze scientifiche a sostegno dell’ipotesi che fluttuazioni più ampie possano accelerare il decorso della malattia. Bibliografia 1. European Glaucoma Society. Terminology and guidelines for glaucoma. Editrice Dogma, Savona, Italy, 2008. 2. Hayreh SS, Zimmerman MB, Podhajsky P, Alward WL. Nocturnal arterial hypotension and its role in optic nerve head and ocular ischemic disorders. Am J Ophthalmol 1994;117(5):603-24. 3. Quaranta L, Manni G, Donato F, Bucci MG. The effect of increased intraocular pressure on pulsatile ocular blood flow in low tension glaucoma. Surv Ophthalmol 1994;38 Suppl:S177-81; discussion S82. 4. Choi J, Jeong J, Cho HS, Kook MS. Effect of nocturnal blood pressure reduction on circadian fluctuation of mean ocular perfusion pressure: a risk factor for normal tension glaucoma. Invest Ophthalmol Vis Sci 2006;47(3):831-6. 5. Liu JH, Bouligny RP, Kripke DF, Weinreb RN. Nocturnal elevation of intraocular pressure is detectable in the sitting position. Invest Ophthalmol Vis Sci 2003;44(10):4439-42. 6. Liu JH, Kripke DF, Hoffman RE, et al. Nocturnal elevation of intraocular pressure in young adults. Invest Ophthalmol Vis Sci 1998;39(13):2707-12. 7. Asrani S, Zeimer R, Wilensky J, et al. Large diurnal fluctuations in intraocular pressure are an independent risk factor in patients with glaucoma. J Glaucoma 2000;9(2):134-42. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 CORSI CORSO Ma chi me lo ha fatto fare! Le complicanze che non avrei mai voluto avere dopo un intervento di glaucoma Coordinatori: R. Carassa , G. Marchini — Possibili complicanze da traberculectomia (S. Gandolfi) — Possibili complicanze da sclerectomia profonda (R. Carassa) — Possibili complicanze da canaloplastica (P. Brusini) — Possibili complicanze da impianto drenante (G. Marchini) — Discussione Possibili complicanze da sclerectomia profonda R. Carassa La sclerectomia profonda è una chirurgia affetta da minori complicanze rispetto alla chirurgia perforante. Sono tuttavia sempre possibili delle problematiche tali da farci mettere in discussione la scelta chirurgica fatta. Tra queste la principale è la rottura della membrana sclero-descemetica in fase operatoria, soprattutto se questa avviene dopo applicazione di mitomicina C, ed ancora peggio dopo asportazione dello sportello sclerale interno. In tal caso il marcato deflusso di acqueo diventa poco controllabile anche dopo accurata chiusura dello sportello esterno e ciò può dar luogo a marcato ipotono e alle complicanze ad esso correlate. Per evitare il problema è necessario porre particolare attenzione nelle fasi di sportazione dello sportello interno mirate ad evitare traumatismi alla membrana stessa. L’eventuale a rottura della membrana sclerodescemetica quando è ancora presente lo sportello interno, non pone infatti grossi problemi. In caso di ampia rottura, infatti, può essere gestita con il riposizionamento dello sportello interno e con esecuzione di una sclerectomia sullo stesso, trasformando così l’intervento in trabeculectomia. Nel periodo postoperatorio, Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 l’impegno irideo in una rottura della membrana secondaria a goniopuntura o a pressioni sul bulbo, può determinare un ipertono, a volte molto difficile da risolvere. Altre possibili complicanze gravi che possano mettere a rischio la funzione visiva sono molto rare (come emorragie espulsive) o quasi inesistenti (come le endoftalmiti). Possibili complicanze da canaloplastica P. Brusini Le più frequenti complicanze intraoperatorie in corso di canaloplastica sono rappresentate dalla perforazione della finestra trabeculo-descemetica, che obbliga a convertire in trabeculectomia in caso di prolasso d’iride, e dalle difficoltà di incannulazione del canale di Schlemm, con possibilità di creare false vie. Un distacco della membrana di descemet può essere causato da un’eccessiva iniezione di viscoelastico nel canale. Le complicanze post-operatorie, abbastanza rare e ben gestibili, sono l’ipoema, che si riassorbe spontaneamente nel giro di 2-3 giorni, l’ipotono, spesso dovuto ad una cattiva sutura del lembo sclerale, e l’ipertono, solitamente determinato dall’impiego di sostanze viscoelastiche ad alto peso molecolare. MINERVA OFTALMOLOGICA 97 XXVII RIUNIONE Torino 8-9 Marzo 2013 SIMPOSI SIMPOSI SIMPOSIO Simposio Glaucoom su neuroprotezione 8 marzo 2013 Direttore del Corso - Moderatore: P. Frezzotti (Siena) 1) Neurodegenerazione (meccanismi patogenetici della morte cellulare). Meccanismi d’azione ed evidenze cliniche della Omotaurina sulla neurodegenerazione e neuroprotezione cerebrale (Prof. Carlo Blundo, Roma) 2) Il glaucoma come malattia neurodegenerativa. Affinità con la malattia di Alzheimer? (Prof. Teresa Rolle, Torino) 3) La neuroprotezione nel glaucoma. Update su Brimonidina (Dr. R. De Natale, Monselice PD) 4) Possibili attività neuroprotettive di nuove molecole naturali (Prof. G. Scuderi, Roma) Neurodegenerazione (meccanismi patogenetici della morte cellulare) meccanismi d’azione ed evidenze cliniche della Omotaurina sulla neurodegenerazione e neuroprotezione cerebrale C. Blundo Lo sviluppo di lesioni neurodegenerative cerebrali nella Demenza di Alzheimer è fortemente associato a depositi extracellulari di sostanza Beta-amilode e di grovigli fibrillari intracellulari che insieme a processi infiammatori, di stress ossidativo, eccitotossici da glutammatao e a bassi livelli di neurotrofine conducono alla apoptosi cerebrale. Questi meccanismi sono stati anche dimostrati nella patogenesi del glaucoma. La neurodegenerazione cerebrale è quindi un processo multifattoriale. Per prevenire l’apoptosi, si deve quindi intervenire a più livelli attraverso molecole in grado di contrastare la attività dei diversi fattori che favoriscono la neurodegenerazione. Tra queste sostanze un ruolo importante è svolto dalla omotaurina (tramiprosato) che in diversi studi è risultata efficace nella prevenzione e trattamento di malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer ed il glaucoma, per la sua duplice attività di prevenire la formazione delle placche Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 amiloidi e di ridurre la risposta agli stimoli neurotossici del glutammato. Il glaucoma come malattia neurodegenerativa. Affinità con la malattia di Alzheimer? Rolle T., Penna R. Glaucoma: gruppo di neuropatie ottiche che hanno in comune la degenerazione delle cellule ganglionari retiniche e dei loro assoni, con conseguente alterazioni della testa del nervo ottico e corrispondenti difetti del campo visivo. Il glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) è il tipo più comune di glaucoma Malattia di Alzheimer (AD): malattia neurodegenerativa acquisita caratterizzata da un graduale deterioramento cognitivo e comportamentale. È la causa più comune di demenza nell’anziano. La maggior parte delle forme di AD sono sporadiche, si presentano nell’età avanzata e risultano da un’interazione multifattoriale (fattori genetici e ambientali). Un importante fattore di rischio genetico per lo sviluppo tardivo di AD è la presenza dell’allele ε4 del gene dell’apolipoproteina E (APOE) localizzato sul cromosoma 19. MINERVA OFTALMOLOGICA 101 SIMPOSI Il glaucoma primario ad angolo aperto presenta importanti analogie con altre malattie neurodegenerative: è stato infatti dimostrato che le cellule ganglionari retiniche (RCG) e il nervo ottico, parti integranti del SNC, presentano meccanismi di morte cellulare simili a quelli della malattia di Alzheimer, il principale dei quali è rappresentato dall’apoptosi (morte cellulare programmata). I meccanismi capaci di innescare la cascata apoptotica nel glaucoma sono: — eccitotossicità (tossicità da glutammato); — disfunzione mitocondriale; — misfolding proteico; — stress ossidativo; — deprivazione di neurotrofine. La malattia di Alzheimer (AD) è caratterizzata dal punto di vista anatomopatologico da: 1) Placche senili costituite da depositi extracellulari di ß-amiloide (Aß) derivati dalla proteina precursore dell’amiloide (APP) in seguito a clivaggio sequenziale da parte di ß e γ-secretasi; 2) Gomitoli neurofibrillari intracellulari (tangles) causati da un’abnorme fosforilazione della proteina tau. È interessante notare come il glaucoma e la malattia di Alzheimer presentino caratteristiche comuni: 1) Entrambe sono malattie neurodegenerative croniche con incidenza fortemente età-correlata. 2) Il processo di degenerazione nelle 2 patologie condivide meccanismi comuni. Diversi studi sottolineano inoltre l’aumentata incidenza di glaucoma in pazienti con AD (25,9% dei pz con AD vs 5,2% dei controlli; 23,8% vs 9,9% dei controlli) Conclusioni: Il glaucoma e la malattia di Alzheimer presentano notevoli affinità in termini di meccanismi patogenetici e l’incidenza di glaucoma risulta essere aumentata in pazienti affetti da AD; il peptide aß risulta essere fortemente implicato nella patogenesi della morte neuronale tanto nel glaucoma quanto nella malattia di Alzheimer. Il targeting della proteina aß può rappresentare una strategia terapeutica neuroprotettiva efficace nel glaucoma; l’introduzione di terapie volte ad agire sui meccanismi 102 cellulari responsabili della morte cellulare è un elemento innovativo nello scenario terapeutico del glaucoma. Inoltre la possibilità di somministrare la terapia di cui sopra direttamente a livello locale assicura l’esclusivo trattamento delle aree coinvolte dal processo degenerativo e minimizza gli effetti sistemici. La Neuroprotezione nel Glaucoma. Update su Brimonidina R. De Natale La neuroprotezione è una strategia terapeutica rivolta a rallentare o prevenire la neuro otticopatia glaucomatosa, può attuarsi in modo indiretto o in modo diretto. Nel primo modo si agisce sui principali fattori di rischio, quali la pressione intra oculare, del glaucoma. La modalità diretta consiste invece nell’agire a livello biochimico/enzimatico su quei meccanismi che inducono la morte della cellula nervosa attraverso molteplici meccanismi. La brimonidina svolge un’azione neuroprotettiva indiretta in ragione della sua azione ipotonizzante. Gli alfa agonisti risultano infatti, secondo la classificazione della farmacopea internazionale, inferiori solo ai derivati delle prostaglandine e ai betabloccanti, ma superiore agli inibitori topici dell’anidrasi carbonica e ai para simpaticomimetici per efficacia ipotonizzante. L’associazione brimonidina/timololo (COMBIGAN®), ha conferito alla brimonidina un profilo di tollerabilità molto più elevato rispetto alla sola brimonidina ed ha incrementato l’azione ipotonizzante delle due singole molecole. L’azione neuroprotettiva diretta della brimonidina, indipendente dalla sua azione ipotonizzante oculare, viene evidenziata da una serie di lavori clinici. In particolare dallo studio di Krupin, sul glaucoma a bassa pressione e dagli approfondimenti che sono scaturiti in seguito a tale studio su un gruppo di pazienti selezionati e seguiti per un periodo di sei anni. Tali evidenze cliniche consentono di attribuire alla brimonidina un evidente azione neuroprotettiva nei confronti dell’otticopatia glaucomatosa. MINERVA OFTALMOLOGICA Marzo 2013 SIMPOSI Possibili attività neuroprotettive di nuove molecole naturali G. Scuderi (Roma) Il glaucoma oggi è classificato come una malattia neurodegenerativa, con caratteristiche simili ad altre patologie del sistema nervoso centrale, in particolare con la malattia di Alzheimer. Una prova di questa similitudine è stata avvalorata da alcuni studi su animali da laboratorio in cui era stato indotto un glaucoma sperimentale che hanno evidenziato la presenza della placca amiloide, caratteristica tipica della malattia di Alzheimer, nelle cellule ganglionari retiniche. Le stesse cellule andavano poi incontro a morte per apoptosi. Pur restando la pressione intraoculare, il principale fattore di rischio per il glaucoma ed il primo aspetto da trattare, si ritiene che il trattamento ipotonizzante da solo non sempre sia sufficiente a bloccare la progressione del danno funzionale, per cui l’ipotesi di associare altri trattamenti che possano ridurre i danni di tipo neurodegenerativo. Vari autori hanno cercato di individuare le cause del danno neuronale in particolare sono stati chiamati in causa: lo stress ossidativo, dimostrato attraverso la formazione dei radicali liberi dell’ossigeno, sostanze altamente reattive che danneggiano le membrane cellulari, la eccito-tossicità da glutammato, provocata da alte dosi di glutammato che portano ad una eccessiva concentrazio- Vol. 55 - Suppl. 1 al N. 1 ne del calcio all’interno delle cellule ganglionari, la carenza di neurotrofine, necessarie alla sopravvivenza delle cellule ganglionari e come già detto la formazione della placca amiloide, che va ad impedire le connessioni interneuronali. La necessità di impostare dei trattamenti a lungo termine vista la cronicità del glaucoma, impone che qualsiasi molecola prescritta sia dotata di elevata tollerabilità. Per questo motivo si e cercato di utilizzare nutraceutici con finalità neuroprotettive da affiancare alla terapia farmacologica ipotonizzante. Tra le molecole naturali più recentemente studiate possono essere menzionate la Carnosina, un dipeptide costituito da due aminoacidi, Istidina e β-alanina, che ha un alto potere antiossidante in grado di contrastare i radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto, oltre alla proprietà di prevenire un innalzamento dei livelli di glutammato. Il Forskolin, un attivatore dell’enzima adenilato-ciclasi in grado di aumentare i livelli di AMPciclico, importante mediatore della sintesi delle neurotrofine. L’Omotaurina (Tramiprosato), presente in alcune varietà di alghe marine, che legandosi al β-amiloide impedisce che questo assuma la struttura fibrillare insolubile, responsabile della formazione della placca amiloide. L’Omotaurina ha anche delle proprietà che possono migliorare le funzioni cognitive dei soggetti anziani e glaucomatosi, in particolare memoria ed attenzione. MINERVA OFTALMOLOGICA 103