Paracelso Centro di Formazione e Promozione alla Salute
IL METODO TOMATIS PROCURA UN UDITO PIU’ AMPIO
di Alix Kirsta, articolo apparso su Vogue, Francia, giugno 1992 e su Nexus, Italia, 10, 1997
Quanto seriamente dovremmo prendere la moderna minaccia dell'inquinamento acustico? L'anno scorso
(1991), ufficiali britannici per la salute ambientale hanno ricevuto oltre 100.000 lamentele per il rumore,
mentre negli USA l'Istituto Nazionale della Salute ha stimato che più di 10 milioni di americani vengano
regolarmente esposti a livelli di rumore che possono causare perdita di udito, con discoteche ed impianti
stereo personali quali principali cause di preoccupazione. Quelli potenzialmente più dannosi, quindi, sono i
suoni 'ricreativi' dei quali andiamo in cerca di proposito, e dai quali dipendiamo per il piacere e la fuga, o la
cacofonia urbana di ogni giorno alla quale, infine, diventiamo impenetrabili. Come sottolinea il Professor
Chris Rice, Direttore dell'Istituto di Ricerca sul Suono e le Vibrazioni presso Southampton, il vero pericolo è
che "non è che ci si abitua al rumore, è che si diventa sordi. E se non sordi, comunque menomati
funzionalmente in altri modi, sottili e meno ovvi.
Secondo il pioniere europeo nel campo della audio-psico-fonologia (APF) - lo studio della relazione tra
orecchio, voce e psiche - sebbene l'udito sia probabilmente il primo dei nostri sensi a svilupparsi, rimane il
meno studiato e compreso, e viene da tutti dato largamente per scontato, meno da coloro cui sono stati
diagnosticati problemi di udito. Tuttavia dopo una vita dedicata all'analisi e al miglioramento delle funzioni
dell'orecchio umano, il Professor Alfred Tomatis conclude che quello di più vasta estensione, tra tutti i sensi,
rimane generalmente quello più imperfetto.
L'eponimo metodo Tomatis a prima vista sembrerebbe informato più dalla filosofia new age che dalla
scienza medica. L'apparente eterodossia di alcune delle opinioni di Tomatis - per esempio, che da quattro
mesi e mezzo in poi il feto inizia ad ascoltare la voce della madre, distinguendola dal sottofondo di brontolii
viscerali, e diventa dipendente da un 'dialogo' intrauterino che poi sviluppa attraverso l'infanzia - cela il suo
curriculum professionale di specialista otorinolaringoiatrico (ORL) con 45 anni di esperienza in trattamenti
di successo di problemi comportamentali, audio-vocali e di apprendimento.
In 150 centri in tutto il mondo - dove è adesso disponibile la 'cura dell'ascolto' del Professor Tomatis,
inizialmente sviluppata nella sua clinica di Parigi - insegnanti, musicisti, psicologi e terapeuti di varia
estrazione stanno applicando con successo la tecnica a svariati disturbi di apprendimento e di comunicazione.
La tesi di Tomatis, cioè che tutti i problemi di comunicazione o di apprendimento hanno la loro origine in
capacità di ascolto sottosviluppate o menomate, sta guadagnando credibilità presso i vari terapisti che
operano nel campo del linguaggio e dell’ascolto.
Disfunzioni come l'analfabetismo, la balbuzie, la dislessia, l'incapacità di apprendere le lingue, la
diminuzione di concentrazione e di memoria, la mancanza di scorrevolezza o coerenza verbale, come pure
problemi più generalizzati tra i quali depressione, affaticamento e timidezza sono, secondo Tomatis, connessi
ad una menomazione delle capacità uditive, che ci disconnette dal nostro ambiente e quindi ci rende incapaci
di comunicare come dovremmo col mondo esterno.
La cruciale distinzione tra udire (fondamentalmente un processo sensorio passivo di assorbimento del
suono) e ascoltare (la concentrazione volontaria su specifici suoni) è necessaria, dice Tomatis, alla
comprensione di come e perché la 'naturale' auto-espressione e comunicazione spesso vacilla o viene meno
del tutto. Persino capacità non vocali come la scrittura, che traduce suoni in forma grafica, potrebbero
risentirne se i suoni del linguaggio sono scarsamente integrati. In casi estremi, il ritiro da una vita e una
comunicazione normale potrebbero essere cronici, come nel caso dell'attore Gerard Depardieu il quale, sino
al suo giungere da Tomatis nella tarda adolescenza, era stato troppo inibito per parlare liberamente con altre
persone.
Figlio di un cantante d'opera, Tomatis possiede un orecchio musicale innato. Fu la sua iniziale esperienza
come specialista ORL, operando con lavoratori in fabbrica menomati all'udito e, più significativamente, con
cantanti d'opera come Maria Callas, ad instillargli inizialmente l'opinione che i problemi vocali cronici
possono essere causati non da deformità strutturali nella laringe ma dall'ascolto della propria voce: un meccanismo che egli definisce "auto ascolto". Ciò lo convinse che si può riprodurre vocalmente soltanto quello
che l'orecchio può udire. Analizzando l'udito dei suoi pazienti, scoprì che non solo ogni persona possiede una
peculiare curva uditiva -coi picchi e i cavi che indicano quali parti dello spettro acustico l'orecchio registra
più o meno chiaramente - ma che quelle frequenze che si sentono meno o non si sentono per nulla
corrispondono sempre allo spettro che non si riesce a riprodurre facilmente parlando o cantando. Questa
scoperta venne riconosciuta formalmente come Effetto Tomatis dall'Accademia delle Scienze francese, nel
1957.
A causa della sua connessione neurale diretta con l'emisfero sinistro - il lato del cervello che sovrintende i
processi di pensiero logico e le attività che includono il parlare - l'orecchio destro normalmente è, o dovrebbe
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essere, quello dominante: l'orecchio “musicale” nel caso di cantanti e musicisti. Esso pertanto gioca un ruolo
cruciale nel vitale ciclo di reazioni tra il parlare o il cantare e l'atto di ascoltare. Ogni squilibrio o interferenza col funzionamento dell'orecchio destro causa una distorsione nella voce, mentre la parlata perde la sua
scorrevolezza.
Sintonizzando il suo equipaggiamento elettronico, Tomatis fu in grado di identificare il ruolo cruciale dei
suoni ad alta frequenza, dai 4.000 cicli al secondo (Hz) in su, nell' ascoltare e nel parlare. Una carenza di
scorrevolezza, musicalità o tono vocale diventa più evidente quando rimaniamo esposti principalmente alle
frequenze basse - ad esempio, quando i bassi su un impianto stereo vengono tirati su - verso le quali sembra
essere principalmente armonizzato l'orecchio sinistro. Tali effetti nocivi diventano più pronunciati quando le
alte frequenze, verso le quali l'orecchio destro è più sensibile, vengono diminuite o escluse del tutto. Poiché
la banda delle frequenze alte - tra i 2.000 e i 4.000 Hz - copre l'estensione superiore della voce umana in
molte lingue, dandole il suo timbro, il grado al quale essa è, o non è, raccolta dall'orecchio, è ovviamente
cruciale per la teoria dell'effetto reciproco orecchio-voce.
Le implicazioni della sua scoperta per gli studenti di lingue straniere è affascinante, poiché suggerisce che ci
sia una vali-da base scientifica per la mancanza di un 'buon orecchio' per le lingue, che nessuna quantità di
apprendimento tradizionale può alterare. Stando alle scoperte di Tomatis, ogni nazione possiede un 'orecchio'
etnico collettivo, e lo spettro di ascolto degli abitanti è governato da una 'frequenza preferita' che si riflette
anche nel loro parlare. Così l'orecchio' tedesco, dice Tomatis, ascolta tra i 100 e i 3.000 Hz; quello francese
tra i 1.000 e i 2.000; quello inglese tra i 2.000 e i 12.000; quello americano tra i 750 e i 3.000. L'apparente
facilità con cui gli slavi padroneggiano le lingue straniere è dovuta al loro spettro di ascolto
straordinariamente alto, dai 100 agli 8.000 Hz.
"La loro attitudine è più per ascoltare che per parlare," spiega. La teoria potrebbe spiegare perché, ad
esempio, un francese ha difficoltà a sintonizzarsi con l'orecchio inglese ma non quello americano: la banda
americana raggiunge il suo picco a 1.500 Hz, non troppo lontana da quella francese.
Il successo del suo metodo come un aiuto linguistico viene dall'insegnare agli studenti a modificare il loro
udito, e così adattare il loro modo di conversare per corrispondere alla gamma di frequenze della lingua da
loro scelta. Il modo più veloce ed efficace per farlo, dice Tomatis, è far ascoltare agli studenti nastri realizzati
con suoni, ritmi e frequenze specifiche di una data nazione. Per armonizzarsi alla parlata, ai suoni ed ai ritmi
americani prima delle riprese del film Green Card, Gerard Depardieu consultò nuovamente Tomatis, stavolta
per sottoporsi ad una “rinascita sonora” in stile americano.
Quantunque il metodo di Tomatis venga sempre più applicato da insegnanti e terapeuti per migliorare le
prestazioni delle capacità linguistiche e vocali, e per trattare le incapacità di apprendimento dei bambini, che
vanno dalla dislessia alla scarsa concentrazione e memoria sino a disturbi come la balbuzie e persino
l'autismo (che Tomatis interpreta come la maggiore espressione del rifiuto di ascoltare di un bambino), molte
delle sue teorie sottostanti rimangono controverse. I professionisti combattono, ad esempio, con la sua
visione dell'orecchio non soltanto come un semplice strumento per udire e mantenere l'equilibrio, ma come
un generatore che utilizza l'energia vibratoria del suono per caricare l'organismo intero attraverso le ossa, le
viscere e gli impulsi neurali - in particolare, stimolando l'energia corticale e l'attività del cervello e
procurando così la motivazione per parlare, comunicare ed apprendere.
Siccome i sottili peli sensori nell'orecchio interno sono molto più densi nell'area che reagisce alle alte
frequenze che in quella riservata a quelle basse, Tomatis afferma che non dovrebbe essere un gran mistero
quali suoni posseggano le maggiori proprietà energizzanti, o perché. "È’ risaputo che l'apparato auditivo
funziona come una dinamo ricaricante o energizzante," mi ha detto Tomatis. "Esso fornisce la corrente per
alimentare il cervello." Egli usa una combinazione di musiche di Mozart e di canti gregoriani attraverso tutti
gli stadi e le applicazioni del suo metodo, poiché afferma che la loro struttura ricca di armoniche e la
predominanza di frequenze alte possiedono un potere di generazione straordinario. Potrebbe essere che
l'orecchio funzioni anche come regolatore di altre funzioni corporee, come crede Tomatis? Dato che quasi
tutti i nervi craniali portano all'orecchio, forse questo non è così fantasioso come sembra. Tomatis non è il
solo a collegare l'ascolto della musica, il canto, e le sensazioni di benessere e di maggiore energia. In
Inghilterra, il terapeuta sonoro Jill Purce ha da parecchio riconosciuto ed applicato i benefici terapeutici del
suono e delle armoniche superiori dei canti tibetani per il trattamento di una moltitudine di malanni fisici e
psicologici. Secondo Tomatis, la più plausibile spiegazione razionale per questi effetti positivi è che tutti gli
organi ed i processi vitali sono influenzati dall'orecchio tramite il loro legame con il decimo nervo craniale,
che direttamente e indirettamente, tramite diramazioni, collega l'orecchio ad ogni altro organo del corpo. Per
quanto possa essere insolita, questa prospettiva dell'orecchio illustra perché così tanti “cattivi ascoltatori”
non soltanto hanno difficoltà di apprendimento e di dialogo ma, oltre alle loro voci uniformi e senza colore,
soffrono anche di altri sintomi generalizzati di affaticamento e di depressione, nonché coordinazione,
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equilibrio e postura imperfetti. Essa indica anche perché il miglioramento nell'umore e nei livelli di energia
sia uno degli effetti del programma di addestramento che si notano immediatamente -programma nel quale
l'invenzione di Tomatis, 1'"orecchio elettronico", sovrappone un ascolto 'perfetto', consentendo al paziente di
ascoltare la musica, i discorsi o la sua stessa voce, ma corretta elettronicamente per enfatizzare le frequenze
più alte, sino a quando il suo orecchio non sia sufficientemente condizionato a coglierle naturalmente.
Ma in primo luogo, come e perché tanti di noi diventano cattivi ascoltatori? Secondo Billie Thompson,
Direttrice del Centro di Apprendimento e di Ascolto Sonoro di Phoenix, Arizona, un “buon ascoltatore” può
essere menomato ad ogni età, tramite incidenti, shock emozionali, malattie, cambi nello stile di vita, o traumi
sofferti in precedenza, alla nascita o dopo, indebolendo così il collegamento audio-vocale tra madre e bimbo,
che costituisce la base per la successiva acquisizione delle capacità di linguaggio e di comunicazione del
bambino. "L'incapacità di udire naturalmente la voce della madre potrebbe avere un traumatico impatto
emozionale sugli infanti," asserisce, "dovuto sia a difficoltà psicologiche causate da ritardi nello sviluppo, o
perché la madre non è lì col bimbo a causa di qualche separazione prolungata, come una adozione, una
malattia o anche la morte". Un'esperienza del genere potrebbe impedire al bimbo di rispondere a determinati
suoni, incluso il parlare, anche successivamente - qualcosa che gli specialisti APF identificano come un
istintivo meccanismo di difesa verso suoni troppo forti o associati con l'esperienza del trauma.
Fisiologicamente, questo meccanismo di difesa si manifesta attraverso la graduale perdita di elasticità di
due piccoli muscoli, lo stapedius e il tensor tympani, che sono collegati al martelletto e alla staffa, i due
ossicini dell'orecchio medio, ed infine la perdita del tono necessario a percepire e distinguere le frequenze
sonore. La funzione principale dell'orecchio elettronico è condizionare questi muscoli a rispondere in modo
più efficace a tutte le frequenze, e stimolare la funzione dominante dell'orecchio destro. Col miglioramento
delle capacità di ascolto, gli studenti partecipano più attivamente - parlando, recitando, cantando - mentre
ascoltano la retroazione delle loro voci “migliorate” elettronicamente, sino a quando riproducono
naturalmente e spontaneamente quei suoni desiderati. Col miglioramento dell'ascolto, così migliora la
qualità, la modulazione, la scorrevolezza e l'articolazione del loro parlare.
A parte i suoi evidenti vantaggi per cantanti, musicisti, linguisti, attori, e tutti quelli dipendenti da buone
capacità di comunicativa, questo metodo è particolarmente prezioso per superare le difficoltà di
apprendimento. La struttura, i contenuti e la lunghezza dei programmi variano - in media 30 giorni di
sessioni di ascolto diluite nell'arco di alcuni mesi - ma quasi tutti cominciano con una ricreazione dei primi
stadi di sviluppo uditivo e del linguaggio per superare i blocchi causati dai traumi iniziali. Questa include
suoni simulati del grembo e una “nascita” sonora, basata su registrazioni filtrate (se possibile) della voce
della madre, il principale istigatore del desiderio di un bambino di comunicare col mondo esterno. Gli
studenti proseguono poi con l'ascolto di nastri che incorporano ritmi, canti, canzoni popolari, esercizi vocali,
e fonemi - i fondamenti del linguaggio - riprodotti a frequenze progressivamente più alte. Infine, lo studente
legge o canta a voce alta sotto l'orecchio elettronico, per rinforzare il suo controllo audio-vocale.
A sottolineare tutto questo c'è il leitmotiv mozartiano, come aiuto alla ricettività, al rilassamento e alla
motivazione. Ma perché Mozart? Decenni di ricerche dimostrano che nonostante la loro bellezza, i lavori di
altri compositori non migliorano le capacità auditive, la concentrazione e la prontezza.
Al contrario, Chopin tende a incoraggiare i sogni ad occhi aperti e la distrazione collegati alle difficoltà di
apprendimento; Beethoven può approfondire sensazioni di depressione e melanconia; mentre Paganini,
Wagner o le marce militari potrebbero suscitare nei bambini irritabilità, aggressività e iperattività. Le più
distruttive, avverte Tomatis, echeggiando altri ricercatori sul suono, sono le nuove 'droghe sonore' - musica
rock ad alto volume, impianti stereo personali - che ipnotizzano ed innalzano le sensazioni corporee tramite
stimolazioni a bassa frequenza, mentre distruggono l'orecchio e le sue funzioni, isolandoci dal nostro
ambiente e frantumando ogni desiderio di comunicazione. Quando siamo tentati di chiudere il mondo fuori
della porta in questo modo, faremmo bene a ricordare il possibile costo della fuga.
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