AFFINITÀ ELETTIVE Alfred Tomatis: "Mozart è un’ottima madre” Se tutti siamo capaci di udire, ascoltare è un'abilità particolare di alcuni, ed è la chiave dell'apprendimento, del linguaggio e dell'identità. Secondo l'otorinolaringoiatra e psicologo Alfred Tomatis (nato a Nizza il 29 dicembre 1920 e morto a Parigi il 25 dicembre 2001), la musica ordina e conforma il pensiero e l'apprendimento; sovrintende lo sviluppo delle abilità linguistiche, matematiche e spaziali; orienta la nostra verticalità; indirizza e accompagna la corretta lateralizzazione; influenza l'organismo. L'intelligenza musicale influisce sull'uomo e sulla sua dimensione emotiva, spirituale e culturale. Un ascolto curato risana da somatizzazioni quali paura, angoscia e ansia. Chi era Alfred Tomatis, e che cos'è ancora oggi il metodo che porta il suo nome? Se volete leggere della sua nascita traumatica, e di come egli l'abbia legata all'intero corso della sua esistenza, andate a leggere l'articolo che gli ho dedicato nella rubrica Scegliamo la lettura di questo numero. Brevemente, si può dire che questo piccolo uomo, nato nel Midi francese, figlio di un famoso cantante lirico dell'epoca, con una madre giovanissima che non riuscì mai a volersi curare di lui, ed una numerosissima famiglia patriarcale che descrive con lucidità e affetto nelle pagine del suo libro, è diventato, grazie alle precise intuizioni da cui era accompagnato, e alla tenacia con le quali le perseguì per tutta la vita, il genio devoto dell’ascolto. Dopo la prima laurea in medicina si specializzò in otorinolaringoiatria, disciplina nella quale fu per tutta la vita un ricercatore assoluto. Per i risvolti “olistici” che le riconobbe, sentì anche il bisogno di studiare psicologia, e ottenne così la sua seconda laurea. Crebbe, per via della professione del padre, a strettissimo contatto con l’ambiente musicale e fece propri i problemi di ascolto e di perdita della voce comuni a molti cantanti lirici (quantomeno coloro i quali non utilizzavano un corretto metodo di appoggio della voce, e quindi non lasciavano libera la laringe, e per cantare la forzavano, autoassordandosi impercettibilmente). Inizialmente studiò dunque i casi dei pazienti affetti da sordità chiaramente arrecate da inquinamento acustico sul lavoro, e in particolare eseguì numerose ricerche e applicò efficaci terapie agli operai di fabbriche con elevato rumore di fondo. Era arrivato infatti ad osservare che sia l’esposizione a rumori forti, sia ragioni psicologiche di autodifesa nella relazione fondante con la madre o il padre, possono attivare un meccanismo di autodifesa, riducendo il lavoro dei muscoli interni dell’orecchio e rendendoli perciò flaccidi e inerti; era questo sistema di difesa a provocare ipoacusie che con l’andare del tempo si accentuavano fino alla sordità. Poiché si era reso conto che se il nostro orecchio non è in grado di percepire un suono neppure la nostra voce sarà in grado di riprodurlo, insieme alla psicanalista francese Francoise Dolto elaborò un ambiente acustico che riproducesse le condizioni dell’ascolto primitivo, cioè quello simile alla vita uterina, riuscendo così a curare un bambino affetto da autismo. Era infatti altresì convinto che se modifichiamo l’ascolto, anche la voce cambia immediatamente e inconsciamente. Mise perciò a punto una terapia di ascolto filtrato per allenare l’udito a rifocalizzare le frequenze mal percepite, che così facendo, ricomparivano nella voce. Dunque la sua pedagogia dell'ascolto, si fonda terapeuticamente su tre passaggi, che ripercorrono le tappe “incidentate” del nostro percorso uditivo individuale: 1. il suono della voce materna (o almeno la più simile ad essa) filtrato dall'acqua in maniera da riprodurre le primissime esperienze in utero; 2. la musica di Mozart soprattutto i concerti per violino e determinati concerti per pianoforte e orchestra, per esempio il Concerto K 482, dal momento che le frequenze sonore di queste composizioni sono piuttosto alte e quindi assai più vicine alla prima percezione uditiva del feto nel grembo, ovvero all'ascolto della voce di sua madre. 3. il canto gregoriano, che sembra fatto apposta per sincronizzarsi con i ritmi respiratorio e cardiaco. Grazie alla ripetizione regolare di certi suoni calma le onde di fondo della corteccia cerebrale favorendo la concentrazione. Il ritmo biologico codificato in questa musica è tale da produrre un effetto terapeutico. Il metodo Tomatis è ormai diffuso e rinomato in tutto il mondo. Anche la nostra scuola, fintanto che è esistito l’Istituto Tomatis qui a Lugano, si è avvalsa con beneficio del suo contributo per bambini con problemi di dislessia e di linguaggio. Al metodo ricorrono anche persone che vogliano imparare a parlare una lingua straniera senza accento; oppure persone affette da balbuzie; o i bambini cosiddetti “difficili” e diagnosticati come affetti da deficit di attenzione: di questi ultimi egli diceva che in realtà essi presentano un eccesso e non un difetto di attenzione, che li porta a soffrire maggiormente in questo mondo spesso sovra-stimolante e di conseguenza attuano i sopra-descritti meccanismi di difesa. Infine ancora alcune osservazioni molto interessanti sulla lateralizzazione. "Bisogna essere destrorsi fino alla sinistra" affermava Tomatis, a sostegno della preferibilità di una lateralizzazione destra non solo nella mano o nel piede, ma anche nell'audizione, nella parola. Poiché l'orecchio destro è più vicino agli organi fonatori e al cervello di quello sinistro, il cervello destro ha una funzione di controllo e di integrazione, mentre quello sinistro è esecutore. Per questo è importante che l'informazione sia ricevuta dall'orecchio destro, in quanto se è invece iI sinistro a riceverla, sarà il cervello destro ad attuare l'esecuzione e quindi non potrà occuparsi adeguatamente del controllo. E alla domanda: ma se la lateralizzazione è una scelta dell'individuo, perché alcuni bambini scelgono quella più difficile? la risposta, da valutare con cautela e caso per caso, pare essere legata alla scelta, inconscia, di elaborazione del linguaggio del bambino che, quando incomincia a comunicare con sua madre -nella fase della lallazione- non è ancora predisposto alla differenziazione, ma in seguito, già nelle prime tappe della lateralizzazione, cercherà nel padre il vettore del linguaggio socializzato. E poiché per comprenderlo dovrà tendergli il giusto orecchio, se le relazioni tra padre e bambino non saranno libere e buone, probabilmente egli gli tenderà invece l'orecchio sinistro, per tenerlo a distanza. Con il metodo di rieducazione dell'ascolto di Tomatis si lateralizza progressivamente il soggetto a destra, e in questo modo, l'ascolto, passando da sinistra a destra, determina un miglioramento del rendimento cerebrale del soggetto ed un'armonizzazione generale. Molto di più ci sarebbe da dire per scoprire questo personaggio, la sua umiltà, la spiritualità nobile e devota grazie alla quale ha seguito il proprio cammino di ricercatore e terapeuta al servizio degli altri per tutta la vita. Laura Branchini Articolo uscito su: Con-tatto –rivista della scuola Rudolf Steiner di Origlio – inverno 2011-12