L`Audio-Psico-Fonologia: una pedagogia dell`ascolto per aprire l

Paracelso Centro di Formazione e Promozione alla Salute
L'Audio-Psico-Fonologia:
una pedagogia dell’ascolto per aprire l’orecchio alle lingue straniere
Il Prof. Tomatis ha osservato che ogni lingua utilizza in maniera preferenziale alcune zone di
frequenze sonore, chiamate bande passanti.
In basso la tabella delle bande passanti di alcune lingue di uso corrente :
Hz
125
250
500
1000
1500
2000
3000
4000
12000
Tedesco
Inglese (GB)
Spagnolo
Francese
Italiano
Inglese (USA)
Russo
Queste differenze sono legate alle differenze dell’impedenza dell’aria secondo i luoghi. In effetti, in
funzione dell’altitudine, della vegetazione, dell’umidità e di altre caratteristiche geografiche e climatiche,
l’aria tenderà a propagare meglio certe frequenze e ad attenuarne altre.
Per esempio, in Inghilterra l’aria è un eccellente conduttore delle frequenze acute ma taglia i suoni gravi.
Il vostro orecchio è pronto?
Fin dai primi mesi, l’orecchio del bambino si specializza ad ascoltare tutti i suoni e i ritmi del suo
ambiente linguistico al fine di poterli riprodurre verbalmente.
L’orecchio si apre alle frequenze della lingua materna, ma resta chiuso a quelle che non ne fanno parte.
I francesi e gli italiani, a causa della loro stretta banda frequenziale, non sono portati naturalmente per le
lingue.
Al contrario, l’orecchio dei russi è aperto alla totalità dei suoni, cosa che dà loro una grande facilità per le
lingue.
Si vede così che il dono delle lingue non è altro che la capacità di percepire l’insieme dei suoni e
dei ritmi al fine di poterli riprodurre senza perdite o distorsioni, cioè senza accento.
D'altra parte, un buon udito non è sufficiente, l’orecchio deve poter analizzare i suoni.
Per esempio, noi possiamo sentire perfettamente il nostro interlocutore straniero e non essere capaci di
ripetere ciò che ci dice. Nello stesso modo, alcuni bambini hanno difficoltà ad integrare la loro lingua
materna.
Esistono
due
muscoli
nell’orecchio
che
si
mobilitano
nel
processo
di
ascolto.
E’ grazie a questi muscoli che noi possiamo selezionare e analizzare i suoni che vogliamo ascoltare.
Per ogni lingua viva, i muscoli dell’orecchio lavorano in una maniera, adattata alle frequenze
della lingua.
In funzione dell’età e della storia personale, l’orecchio può essere più o meno chiuso ai suoni. Le persone
che pur udendo bene non riescono ad analizzare i suoni, anche dopo lunghi soggiorni all’estero, hanno
delle grandi difficoltà a capire e a parlare una lingua straniera. Esse possono però acquisire una buona
conoscenza della lingua scritta.
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Grazie alla sua comprensione dell’orecchio e delle caratteristiche proprie di ciascuna lingua, il professor
Tomatis ha inventato una tecnica che permette di aprire l’orecchio alle lingue straniere.
Gli apparecchi a “Effetto Tomatis” sono programmati per far lavorare l’orecchio sulle frequenze e i
ritmi specifici della lingua desiderata. Con un numero sufficiente di ore di stimolazione, l’orecchio diviene
capace di decodificare i suoni e dare così la possibilità istantanea all’apparato fonatorio di riprodurli con
sempre meno accento (distorsione).
Le sedute di integrazione linguistica alternano cassette da ascoltare passivamente a delle sedute di parole
e frasi da ripetere con un ritorno della propria voce in cuffia nelle frequenze desiderate.
Dei test d’ascolto sono effettuati per seguire i progressi della persona e per programmare il livello delle
sedute di integrazione.
I risultati
I risultati di una ricerca (Audio-Lingua), finanziata nel quadro del programma europeo SOCRATES,
condotta su 3 anni (1993-1996) presso diverse università europee, ha mostrato che le tecniche del
professor Tomatis permettono un guadagno del 50% del tempo di apprendimento di una lingua straniera,
in comparazione agli altri metodo tradizionali (insegnamento e laboratorio di lingue).
Per saperne di più:
Alfred Tomatis, Siamo tutti nati poliglotti, Edizioni Ibis, 2003
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