Scientifica Acta 3, Special issue, 101 – 121 (2009) Fisica Fisica Nucleare e Subnucleare Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica, Università di Pavia e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sezione di Pavia, Via Bassi 6, 27100 Pavia, Italy Presenta: Claudio Conta, [email protected] In questa relazione sarà presentata l’attività di ricerca del Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica. Dopo una breve introduzione, in cui saranno richiamati alcuni concetti fondamentali di Fisica Nucleare e Subnucleare, saranno illustrate le attività di ricerca teorica e sperimentale nelle aree seguenti : a) Fisica delle particelle elementari e interazioni fondamentali; b) Fisica nucleare a energie intermedie; c) Fisica astroparticellare; d) Fisica interdisciplinare. In this report the research activity of the Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica will be briefly presented: after a short introduction where basic elements of nuclear and subnuclear physics are recalled, both the experimental and theoretical activities are illustrated concerning : a) physics of elementary particles and their interactions; b) nuclear physics at intermediate energies; c) astroparticle physics; d) interdisciplinary physics. 1 Introduzione Al Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica (DFNT, Direttore: Prof. M. Livan) afferiscono: PO 11 PA 10 RU 13 Ass. 5 Dott. 14 Tecn. 7 Amm. 3 Tot. 63 Il DFNT svolge attività di ricerca “in simbiosi” con la locale Sezione (Direttore: Prof. A. Rotondi) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che finanzia la quasi totalità della ricerca: ad INFN-PV afferiscono: DR 2 I°Ric. 11 Ric 3 Ass. 5 Dott. 6 Tecn. 17 Amm. 4 Tot. 44 Le attività sperimentali e teoriche svolte in Dipartimento ed in Sezione sono circa 30 e saranno brevemente descritte di seguito, dopo una breve introduzione volta a fornire elementi base di Fisica Nucleare e Subnucleare. La Fisica Nucleare e Subnucleare studia i costituenti della materia e le loro interazioni. Come illustrato in Fig. 1, all’aumentare della risoluzione corrispondente a lunghezze d’onda della sonda sempre più piccole è possibile scoprire i componenti elementari della materia e la presunta semplicità della natura. In Fig. 2 è illustrata la tabella dei costituenti elementari della materia, tabella che, nel XX secolo, potrebbe sostituire la tabella periodica degli elementi di Mendeleyeff. I leptoni (storicamente particelle “ leggere”) sono particelle a spin ½ (fermioni) che si possono rivelare attraverso la loro interazione con la materia; invece i quarks, anch’essi fermioni, a causa di un processo chiamato confinamento, non si possono (e non sono mai stati) rivelare direttamente. Accanto alle particelle esistono le antiparticelle che hanno proprietà , tipicamente la carica elettrica, opposte a quelle delle particelle: combinando particelle ed antiparticelle si ottiene lo “zoo” delle particelle che sono rivelate sperimentalmente nei rivelatori. Combinando tre quarks qqq si ottengono i barioni (storicamente particelle pesanti) quali protoni (uud), neutroni (udd), particelle Σ0 (uds), Λ+ c (udc) etc. Combinando quarks q ed antiquarks q, si ottengono i mesoni (storicamente particelle di © 2009 Università degli Studi di Pavia 102 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) Risoluzione:λ = h/p semplicità ? elettrone : -18 10 m ? atomo : -10 10 m nucleo : -14 10 m - nucleone : -15 10 m - quark: -18 10 m Fig. 1: Dall’atomo al quark. materia ordinaria big bang, acceleratori, raggi cosmici quarks leptoni u (up) d (down) e (elettrone) νe(neutrino e) c (charm) s (strange) µ (muone) νµ (neutrino µ) t (top) b (bottom) τ (tau) ντ (neutrino τ) Fig. 2: Leptoni e quarks. massa intermedia fra leptoni e barioni) quali mesoni π − (ud) , K − (us), Φ(ss), Υ(bb) etc. Quarks e leptoni interagiscono tramite quattro forze fondamentali (la natura si fa in quattro!) che sono la “colla” della natura e sono trasmesse mediante particelle a spin intero (tipicamente 1) (bosoni) come illustrato in Fig. 3. In conclusione, il Modello Standard, che è ad oggi il quadro teorico più accreditato nello studio della Fisica delle Particelle Elementari (senza tener conto della forza gravitazionale), può essere sintetizzato come in Fig. 4. Tuttavia, in questo contesto, manca ancora il bosone di Higgs che è la manifestazione del campo di Higgs, interagendo con il quale tutte le particelle possono acquistare massa. Per capire il meccanismo di Higgs, facciamo ricorso ad una analogia pensata dal Prof. David J. Miller (U.C. London) che è stato anche premiato per la brillante spiegazione del bosone di Higgs al Ministro inglese della Scienza nel 1993 (Fig. 5, 6). Ad oggi, il bosone di Higgs non è ancora stato scoperto, probabilmente a causa della sua grande massa: la caccia al bosone di Higgs è lo scopo principale della sperimentazione al più grande acceleratore esistente che entrerà in funzione nel 2009, cioè il Large Hadron Collider (LHC) del CERN di Ginevra. Tuttavia, le aspirazioni dei fisici non si fermano qui poiché il Modello Standard lascia ancora molte domande senza risposta: sondando distanze sempre più piccole si scoprono regolarità sempre più profonde che porterebbero a teorie di unificazione delle forze (Grand Unification Theories - GUT, SuperSymmetries - SUSY), come schematizzato in Fig. 7. © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) forza 103 intens ità forte elettromagnetic a debole gravitazionale 1 10 -3 10 -5 10 -38 mediatore gluone fotone bos oni W,Z gravitone (? ) avviene in nucleo atomo radioattività corpi celes ti lo s cambio della particella è res pons abile della forza Fig. 3: Le forze ed i loro mediatori. Fig. 4: Modello Standard. Quali sono allora i microscopi per sondare la materia? La Meccanica Quantistica ci insegna che particelle di massa m e velocità v possono comportarsi come onde (e viceversa) di lunghezza d’onda λ = h/p ove h è la costante di Plank e p è la quantità di moto (classicamente p = mv). Pertanto, particelle accelerate a grandi velocità prossime alla velocità della luce sono radiazione di piccolissima lunghezza d’onda in grado di sondare dimensioni sempre più piccole; quindi, gli acceleratori di particelle, corredati di adeguati rivelatori di particelle, sono i più potenti “microscopi”. 2 Fisica delle particelle elementari e delle interazioni fondamentali √ Il collider LHC (Fig. 8), procurando collisioni protone-protone ad una energia nel centro di massa s = 14T eV con grande luminosità L = 1034 cm−2 s−1 (fasci intensi e “frequenti”), sarà la prima macchina a sondare collisioni partone-partone (partone ≡ quark e gluone) a energia ≈ 1TeV, necessaria a scoprire e studiare: • Rottura spontanea di simmetria, Bosone di Higgs • Particelle SUSY © 2009 Università degli Studi di Pavia 104 … immaginiamo una stanza piena di fisici in quieta conversazione: è come lo spazio riempito del campo di Higgs …. Scientifica Acta 3, Special issue (2009) …. un famoso scienziato entra e crea disturbo muovendosi nella stanza, poiché ammiratori e curiosi gli si affollano intorno …. .. l’affollamento è motivo di resistenza (inerzia) al suo moto, cioè lo scienziato ‘acquista’ massa …. ….. così fa una particella che si muove nel campo di Higgs …… Fig. 5: Il bosone di Higgs per tutti. …. questi addensamenti del campo sono i bosoni di Higgs …. … inoltre, se una notizia arriva nella stanza …… … può crearsi un raggruppamento fra gli scienziati stessi.. Fig. 6: Il bosone di Higgs per tutti. gravità teoria del tutto? forza debole elettrodebole elettromagnetismo grande unificazione ? forza forte E nergia (G eV ) 10 2 10 15 10 19 Fig. 7: Unificazione delle forze. • Eventuale struttura di quark e leptoni • Quark bottom: violazione di CP, decadimenti rari, oscillazioni di bosoni . . . • Quark top: massa, decadimenti . . . © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) 105 C MS AL IC E AT L AS L HC b (a) Beams Circumference (km) C.M. energy (TeV) Bunch number Protons/bunch Bunch crossing (ns) Collision rate (MHz) Luminosity (cm-2 s-1) p-p 26.66 14 2835 1011 25 40 1034 (b) Fig. 8: (a) Il collisionatore LHC e gli esperimenti; (b) Il tunnel di LHC. • Misure di precisione di massa del W, accoppiamento di tre bosoni . . . • Quantum Cromo Dynamics (QCD) • Quark - gluon plasma • “varie ed eventuali” Numerosi ricercatori di Pavia partecipano agli esperimenti “general purpose” ATLAS (A Toroidal LHC ApparatuS) e CMS (Compact Muon Solenoid). ATLAS - Il gruppo ATLAS è costituito dai ricercatori del Dipartimento e della Sezione INFN: M. Bellomo, M. Cambiaghi, C. Conta, R. Ferrari, S. Franchino, M. Fraternali, G. Gaudio, G. Goggi, A. Lanza, M. Livan, A. Negri, G. Polesello, D. Rebuzzi, A. Rimoldi, D. C. Scannicchio, V. Vercesi. In Fig. 9a è mostrato l’apparato sperimentale di ATLAS; l’edificio che ospita i Dipartimenti fisici è circa 1/8 di ATLAS! Il gruppo ATLAS di Pavia ha progettato, realizzato ed installato 56 camere di tubi a deriva (MDT, Monitored Drift Chamber) (Fig. 9b) dello spettrometro muonico, ha studiato e realizzato il trigger di III° livello (event filter), ha sviluppato simulazioni di eventi con particelle SUSY e simulazioni di apparato completo. CMS - Il gruppo CMS di Pavia è costituito dai ricercatori del Dipartimento: P. Baesso, M. Necchi, D. Pagano, S. Ratti, C. Riccardi, P. Torre, C. Viviani, P. Vitulo. In Fig. 10a è mostrato l’apparato sperimentale di CMS. Il gruppo CMS di Pavia ha testato con raggi cosmici ed installato circa 100 camere a piatti resistivi (RPC, Resistive Plate Counter) per il trigger dello spettrometro muonico, ha svolto analisi di eventi simulati contenenti il bosone di Higgs, ha realizzato algoritmi di ricostruzione di tracce. Peter Higgs ha visitato gli esperimenti ATLAS e CMS (primo evento di Higgs rivelato!) (Fig. 10b); ecco la sua reazione verbale: It’s very impressive, very dramatic. I’d seen pictures of course, but they can’t compare. . . . I suppose I don’t have much contact with experimental physics, I never was very practical. I leave it to you, you seem to know what you’re doing!. © 2009 Università degli Studi di Pavia 106 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) (a) (b) Fig. 9: (a) L’apparato dell’esperimento ATLAS; (b) Camera MDT. Fig. 10: (a) L’apparato sperimentale di CMS; (b) Peter Higgs visita CMS. Fra gli obiettivi della sperimentazione ad LHC c’è anche l’investigazione delle particelle supersimmetriche, cioè dei partners delle particelle ordinarie, previste dalle teorie SUSY (SUperSYmmetry); fra queste trovano posto anche candidate alla “materia” oscura di cui si parlerà in seguito. CDF - Un esperimento molto importante nella Fisica delle Particelle Elementari è CDF (Collider Detector Facility) al Fermilab. All’esperimento partecipa G. Introzzi a livello di collaborazione personale; gli eccellenti risultati dell’esperimento non saranno qui descritti. MEG - La ricerca di decadimenti rari non previsti dal Modello Standard è condotta dall’esperimento MEG (Muon Electron Gamma); viene misurato il decadimento µ → e + γ , che viola la conservazione del numero leptonico (µ ed e sono leptoni appartenenti a famiglie diverse), con una sensitività migliore di un fattore 100-1000 rispetto alle precedenti misure. Il decadimento, proibito nel Modello Standard, sarebbe indotto da nuove particelle (per es. supersimmetriche) a significare nuova fisica al di là del Modello Standard. All’esperimento partecipa un gruppo di Pavia costituito da: G. Boca. P. Cattaneo, A. De Bari, R. Nardò, M. Rossella. L’apparato sperimentale di MEG, schematicamente mostrato in Fig. 11, è sostanzialmente costituito da: • calorimetro a Xe liquido scintillatore come rivelatore di fotoni • campo magnetico a gradiente con camere a deriva come spettrometro di elettroni • odoscopio di barre/fibre scintillanti per misurare il tempo dell’elettrone (timing counter) ICARUS - Lo studio dei neutrini ha recentemente messo in evidenza la possibilità che i neutrini subiscano il fenomeno delle “oscillazioni”: se i neutrini di diverso tipo (o “famiglia” o “sapore”) hanno massa diversa possono trasformarsi l’uno nell’altro durante la loro propagazione nello spazio. CERN-GS è una “facility” in cui neutrini prodotti al CERN sono indirizzati ai Laboratori del Gran Sasso a circa 730 Km di distanza. L’esperimento ICARUS (Imaging Cosmic And Rare Underground Signals), ai Laboratori del Gran Sasso, intende studiare la fisica del neutrino, in particolare: © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) 107 Fig. 11: Schema dell’apparato sperimentale di MEG. • le oscillazioni di neutrini con fascio di neutrini dal CERN • neutrini atmosferici, solari e da Super Nova Anche il decadimento del protone, previsto da teorie di grande unificazione (GUT), sarà oggetto di investigazione. L’apparato sperimentale di ICARUS (Fig. 12) è costituito da una doppia camera a proiezione temporale (TPC) ad Argon liquido con catodo comune realizzata all’interno di due criostati longitudinali in acciaio di dimensione pari a circa 20m x 4m x 4m per una massa complessiva di 600 t. Il montaggio dell’apparato, testato e perfettamente funzionante a Pavia, è stato completato ed il riempimento con Ar liquido è previsto per la fine del 2008. Il gruppo pavese è costituito da ricercatori del DFNT e della Sezione INFN: L. Barzè, P. Benetti, E. Calligarich, R. Dolfini, A. Gigli Berzolari, A. Menegolli, C. Montanari, A. Piazzoli, A. Rappoldi, G. L. Raselli, M. Rossella, D. Scannicchio, A. Borio di Tigliole, C. Vignoli. Una particella che attraversa il rivelatore ionizza gli atomi di Argon… gli elettroni vengono guidati da un campo elettrico verso tre piani di fili Catodo - e e- E (500 V/cm) eAr liquido (89 K) eE (500 V/cm) ee- Anodo: 3 piani di fili (a +60o,-60o e 0o) Semimodulo ICARUS T300 Fig. 12: L’apparato sperimentale di ICARUS. MIR - L’esperimento MIR (Motion Induced Radiation), ai Laboratori INFN di Legnaro (PD), studia le oscillazioni quantistiche del vuoto. A differenza del vuoto classico il vuoto quantistico mostra una struttura non banale con conseguenze anche a livello macroscopico quale la forza di Casimir. Oltre all’effetto © 2009 Università degli Studi di Pavia 108 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) Casimir statico esiste anche l’effetto Casimir dinamico dove una superficie riflettente viene messa in vibrazione in moto non uniformemente accelerato. L’interazione tra la superficie e le fluttuazioni del vuoto quantistico danno luogo a dissipazione che si manifesta sotto forma di creazione di fotoni reali. Una cavità risonante ai GHz è equipaggiata su una delle superfici con un semiconduttore, che viene illuminato con un treno di impulsi prodotti da laser inducendo così una variazione nelle condizioni al contorno. Questo processo genera la produzione di fotoni dal vuoto che possono essere poi rivelati con un ricevitore molto sensibile (Fig. 13). All’esperimento partecipa il ricercatore G. Bressi della Sezione INFN. Fig. 13: Effetto Casimir dinamico ’rivisitato’ per tutti. Fisica teorica delle particelle elementari - In stretto contatto con gruppi sperimentali internazionali operano ricercatori teorici del DFNT e dell’INFN : G. Balossini, C. Bignamini, C. Carloni Calame, G. Montagna, O. Nicrosini, F. Piccinini. Il gruppo studia la fenomenologia delle interazioni fondamentali sviluppando calcolo accurato da principi primi di previsioni teoriche nell’ambito del Modello Standard; in particolare si studia: • luminometria di precisione ai collisori elettrone-protone da 1 a10 GeV • produzione di tre jet in collisioni elettrone-protone • produzione dei bosoni vettoriali W e Z a LHC • simulazione di eventi adronici a LHC • produzione di top singolo a LHC • plasma quark-gluoni Nel contesto della luminometria di precisione è stato sviluppato il codice di simulazione BABAYAGA, per le collisioni elettrone-positrone e altri processi, che è stato utilizzato in numerosi ed importanti esperimenti. (Fig. 14a). Per studi di precisione con correzioni radiative del processo di Drell-Yan (DY) debole è stato sviluppato il codice di simulazione HORACE utilizzato in esperimenti al Tevatron e a LHC (ATLAS) che consente misure di precisione della massa e della larghezza del W, delle densità partoniche all’interno del protone, la calibrazione dei rivelatori, la stima del fondo per processi di “nuova fisica”. Per la simulazione di eventi a molti jet nello stato finale, essenziale per analisi dati dei collider adronici Tevatron e LHC e per ricerche di fisica oltre il Modello Standard, è stato sviluppato il codice ALPGEN, che è un generatore di eventi Monte Carlo attualmente usato per studi di fenomenologia su bosoni di Higgs, W/Z e top quark. Si studia anche un nuovo stato della materia, il plasma quark-gluoni (Fig. 14b) previsto dalla Cromo Dinamica Quantistica (QCD), in presenza di condizioni estreme di temperatura/densità di energia quali si possono verificare nell’universo primordiale, in core di supernove o in collisioni di ioni pesanti ad alta energia. Teoria quantistica della gravitazione - La costante di gravitazione universale G definisce la scala fondamentale di lunghezza (e di energia) di Plank: © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) (a) 109 (b) Fig. 14: (a) Luminometria di precisione in e+e-→e+e-; (b) Transizioni di fase e quark-gluon plasma. • Planck time Tp = (hG/2πc5 ) ≈ 10−43 sec • Planck length Ip = cTp 10−35 m • Planck mass Mp = hc/2πG10−8 Kg • Planck energy ≈ 1019 GeV • GUT scale ≈ 1016 GeV Attualmente la fisica delle alte energie può sondare scale di lunghezza Ip ; una struttura continua dello spazio-tempo è ben attestata a queste scale. Alla scala di Plank questa struttura continua è ancora adeguata o esiste una qualche struttura più fondamentale quale potrebbe essere una geometria spazio-temporale quantizzata (Fig. 15a)? La Teoria quantistica della Gravità potrebbe rispondere a questa domande. L’energia di Plank è enorme (Fig. 15b) rispetto alle energie raggiungibili in laboratorio; non è facile immaginare quale possa essere il candidato per una teoria di Gravità Quantistica: Teoria delle stringhe, Loop Quantum Gravity, Regge calculus e algebra dei momenti angolari. A Pavia il gruppo di fisici teorici del DFNT costituito da M. Carfora, C. Dapiaggi, A. Marzuoli studia gli aspetti geometrici in Teoria delle Stringhe, Modelli Discretizzati di Quantum Gravity, Regge calculus e la computazione quantistica. Fondamenti della Meccanica Quantistica - Nonostante i continui clamorosi successi della visione quantistica della realtà, i fondamenti logici di questa disciplina sono da sempre messi in discussione. Non per niente N. Bohr ebbe a dire Chi non è shoccato dalla Meccanica Quantistica non l’ha capita: A. Rimini del DFNT studia le problematiche legate ai fondamenti della Meccanica Quantistica. 3 Fisica Nucleare e delle energie intermedie MAMBO - Al microtrone MAMI di Mainz, mediante il rivelatore “Crystal Ball” (Fig. 16b), è in corso un raffinato esperimento sulle interazioni tra fotoni polarizzati e protoni polarizzati (Fig. 16a) per verificare alcune proprietà fondamentali della struttura a quark del protone, con particolare riferimento allo spin. Il gruppo di Pavia è costituito da ricercatori del DFNT e della Sezione INFN: S. Altieri, A. Braghieri, A. Muskarenkov, T. Pinelli, P. Pedroni. © 2009 Università degli Studi di Pavia 110 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) (a) (b) Fig. 15: (a) geometrie spazio temporali; (b) scale di energia. (a) (b) Fig. 16: (a) interazioni tra fotoni polarizzati e protoni polarizzati; (b) “Crystal Ball”. p Decadimento nucleare debole nΛ n n p n n Spettroscopia ipernucleare Fig. 17: Schema di ipernucleo investigato via decadimento debole e spettroscopicamente. FINUDA - È il primo esperimento (FIsica NUcleare a DAFNE) a bersaglio fisso di fisica ipernucleare al collider DAΦN E (Fig. 18) dei Laboratori di Frascati (LNF) ottimizzato per produrre ipernuclei (nuclei costituiti anche da particelle “strane”, per es. fatte anche da quark s) (Fig. 17) in modo nuovo. Partecipano i ricercatori del DFNT e della Sezione INFN: A. Fontana, P. Genova, L. Lavezzi, P. Montagna, A. Panzarasa, A. Rotondi. PANDA - È in fase di progettazione un nuovo esperimento PANDA (antiProton ANnihilation at DArmstadt), alla facility FAIR (Facility for Antiproton and Ion Research) dedicato allo studio della spettroscopia dei sistemi di quark medio-leggeri ed allo studio della struttura del nucleone con sonde adroniche (antiprotoni da 15 GeV). L’esperimento intende studiare adroni esotici in uno spettro di CromoDinamica Quantistica piu’ ricco di © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) 111 FINUDA Fig. 18: Il collider elettrone-positrone DAΦNE ai LNF. Fig. 19: Spettro di charmonio, glueballs e ibridi cc-g sovrapposto allo spettro sperimentale. quanto previsto dal semplice modello a quark a causa della presenza di sistemi ibridi (qq)g, sistemi a multiquark (qq)(qq), “glueballs”; sarà ulteriormente approfondito lo studio spettroscopico di stati di Charmonio cc (Fig. 19), di ipernuclei, dei fattori di forma e delle funzioni di struttura adroniche. All’esperimento partecipano ricercatori del DFNT e della Sezione INFN: G. Bendiscioli, G. Boca, A. Braghieri, S. Costanza, A. Fontana, P. Genova, L. Lavezzi, P. Montagna, A. Panzarasa, M. Radici, A. Rotondi, P. Salvini . AEGIS - Si intende verificare che l’antimateria sia soggetta ad una accelerazione di gravità pari a © 2009 Università degli Studi di Pavia 112 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) Interferometer Antihydrogen beam Antiproton trap Position sensitive silicon strip detector g e+ trap Positronium converter Fig. 20: AEGIS: schema dell’apparato. parallel antiparallel ,ν (a) (b) Fig. 21: (a) Sonde elettrodeboli (γ∗ virtuali e ν) e adroniche (p̄) del nucleo ; (b) Forma del protone. quella della materia misurando g con un fascio di antiidrogeno: antiatomi percorrono una distanza di volo di circa 1 m subendo una deflessione verticale dovuta alla gravità pari a 20 micron alla velocità di 500 m/s (1.2 meV) misurata con interferometro di Moirè (spostamento verticale della figura di interferenza); gli antiatomi sono rivelati da un rivelatore al Silicio che misurano il punto di impatto con risoluzione 10 micron (Fig. 20). Partecipano i ricercatori pavesi del DFNT e della Sezione INFN: A. Fontana, A. Rotondi Fisica teorica nucleare - In stretto contatto con gruppi sperimentali internazionali operano ricercatori teorici del DFNT e della Sezione INFN : S. Boffi, F. Capuzzi, F. Conti, M. Dorati, C. Giusti, A. Meucci, F. D. Pacati, B. Pasquini, M. Pincetti, M. Radici. Il gruppo studia la Fisica nucleare adronica con sonde elettrodeboli (fotoni e bosoni W, Z virtuali) e adroniche (p) (Fig. 21): è investigata la struttura di spin del protone ove il contributo dello spin dei quark è solo 30-40 %, il contributo dei gluoni è piccolo e quindi dovrebbe essere rilevante il contributo del momento angolare orbitale dei quarks; è studiata la forma del protone che dipende dalle correlazioni spin-spin e spin-momento angolare orbitale dei quarks nel protone (Fig. 21b). Le previsioni teoriche sono confrontate con le misure svolte ai laboratori JLab (USA), e GSI (Germany) e negli esperimenti COMPASS al CERN ed HERMES a DESY (Amburgo). © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) 113 4 Fisica astro- particellare e astrofisica AGILE - L’esperimento (Astrorivelatore Gamma ad Immagini LEggero) è una missione della Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con INAF, INFN e varie Università italiane. È dedicato all’osservazione del cielo in raggi gamma (30 MeV - 50 GeV) e in raggi X (18 - 60 keV); il rivelatore (Fig. 22) è uno strumento molto compatto e leggero (120 kg) con ampio campo di vista (1/5 dell’intero cielo) ed è stato lanciato in orbita nel 2007 dalla base spaziale indiana di Sriharikota (orbita equatoriale a 500 km di altitudine). AGILE consentirà di ottenere una visione del cielo più dettagliata (Fig. 23). Partecipano i ricercatori pavesi del DFNT e Sezione INFN: F. Boffelli, P. Caraveo, P. Cattaneo, A. Rappoldi, M. Roncadelli , F. Sanzani. ARGO-YBJ - L’esperimento si svolge a Yangbajing in Tibet a 4300 m sul livello del mare con l’obiettivo di rivelare sciami estesi atmosferici in alta quota per studiare: a) l’astronomia nel range di altissima energia 300GeV - 10T eV , b) la Fisica del Sole ed i gamma-ray bursts, c) la Fisica dei raggi cosmici nel range di altissima energia 1 - 104 T eV . Il rivelatore dell’esperimento (Fig. 24) consente la copertura completa di un’area di 5600m2 mediante Resistive Plate Chambers a “streamer” con “guard-ring” esterno a raggiungere 6700m2 ; l’installazione è stata completata dal Gennaio 2008 e sono stati ottenuti i primi risultati su sorgenti (Mrk421, Crab) , sezione d’urto p-p, gamma-ray bursts. I ricercatori pavesi del DFNT e della Sezione INFN sono: C. Cattaneo, G. Liguori, P. Salvini. Super-AGILE Silicon Tracker (raggi γ) (raggi X) Basamento Mini Calorimetro Fig. 22: Il rivelatore di AGILE. Osservazioni astronomiche (Fig. 25) hanno evidenziato che la materia osservata rappresenta non più del 5% della massa dell’Universo; il deficit di massa è attribuito a materia oscura (dark matter) che costituisce circa 25% della massa dell’Universo mentre il 70% è costituito da “energia oscura”. Candidati a costituire la materia oscura sono i neutrini (con massa piccola mv 6= 0) , particelle SUSY, WIMP (Weakly Interacting Massive Particles). In particolare, la ricerca delle WIMP si svolge anche in esperimenti sotterranei ove i rivelatori sono automaticamente schermati dalle interazioni dei raggi cosmici che potrebbero costituire un fondo alle reazioni studiate. WARP - Un gruppo di Pavia partecipa all’esperimento WARP (WIMP ARgon Program) ai Laboratori del Gran Sasso per la rivelazione delle WIMP; il gruppo è costituito da ricercatori del Dipartimento e della Sezione INFN: P. Benetti, E. Calligarich, M. Cambiaghi, C. Montanari, A. Rappoldi, G.L. Raselli, M. Roncadelli, M. Rossella, C. Vignoli . Viene utilizzata una tecnica basata sulla discriminazione tra interazioni ionizzanti e rinculi nucleari in Argon liquido (Fig. 26). La messa in esercizio sarà entro il 2008; in pochi mesi di presa dati si può raggiungere sensibilità sufficiente a verificare le predizioni dei modelli SUSY. In Fig. 27, il risultato preliminare sul limite di flusso di particelle WIMP, raggiunto da WARP con un rivelatore prototipo da 2.3 l, è confrontato con i risultati di altri esperimenti di pari massa. © 2009 Università degli Studi di Pavia 114 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) EGRET regione di Vela regione del Cigno AGILE Fig. 23: Mappe γ del cielo: EGRET (1991-2000), AGILE (2008, preliminare). Fig. 24: Il sito ed il rivelatore dell’esperimento ARGO-YBJ. 5 Fisica interdisciplinare DREAM - L’esperimento Dual REAdout Method calorimetry studia la calorimetria (misura dell’energia delle particelle) cercando di risolvere problemi di non-linearità del segnale (diversa risposta a componenti elettromagnetiche, per es. mesoni π neutri, e non elettromagnetiche, per es. protoni lenti) e di scarsa risoluzione (grandi fluttuazioni nella frazione della componente elettromagnetica) nella misura dell’energia adronica, problemi che limitano le prestazioni dei calorimetri adronici. Si sperimentano varie soluzioni fra cui a) un calorimetro a campionamento con fibre di quarzo e scintillatore b) calorimetro omogeneo che “separa” luce Cherenkov da luce di scintillazione. In questa seconda soluzione si utilizzano cristalli di PbWO4 drogati con differenti concentrazioni di Molibdeno o Praseodimio. In Fig. 28 è mostrato il segnale © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) 115 velocità galassie misura alone di dark matter dark matter not dark matter previsione distanza dal centro Fig. 25: La materia oscura. Fig. 26: L’apparato sperimentale di WARP. Fig. 27: Risultato preliminare sul limite di flusso di particelle WIMP, raggiunto da WARP con un rivelatore prototipo da 2.3 l. © 2009 Università degli Studi di Pavia 116 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) Fig. 28: Segnale da luce Cherenkov e luce di scintillazione in cristallo di PbWO4 drogato con Molibdeno (1 %). histology neutron radiography reattore LENA NECROSI FEGATO SANO TUMORE Fig. 29: Reazioni di interazione n+10 B, radiografie del tumore, il reattore del LENA. di risposta in funzione del tempo per luce Cherenkov e luce di scintillazione. All’esperimento partecipano i ricercatori del DFNT e dela Sezione INFN: R. Ferrari, S. Franchino, M. Fraternali, G. Gaudio, M. Livan, W. Vandelli. BNCT - La Boron Neutron Capture Therapy è nuovo tipo di terapia per i tumori diffusi mediante irraggiamento con neutroni dopo assorbimento selettivo del 10 B. Questa tecnica, già utilizzata con successo per il fegato (con autotrapianto) a Pavia al reattore del LENA (Fig. 29), sarà applicata al polmone con irraggiamento senza espianto. All’esperimento partecipano i ricercatori del DFNT: S. Altieri, F. Ballarini, S. Bortolussi, S. Stella, M. Gadan. Fisica Medica - Nuove ricerche in Fisica medica sono svolte studiando a livello teorico (sviluppo di modelli e simulazioni) e sperimentale (irraggiamenti con gamma e particelle cariche) i meccanismi di azione delle radiazioni ionizzanti sulle strutture biologiche, dalle interazioni fisiche al danno biologico a livello sub-cellulare, cellulare, sovra-cellulare e sistemico. Le applicazioni riguardano soprattutto le previsioni del rischio (cancro e non) a basse dosi e per missioni spaziali (es. Marte) e l’ottimizzazione dell’uso clinico delle radiazioni in diagnostica e terapia (e.g. rischio minimo in tessuti sani in radioterapia) (Fig. 30). Numerosi i progetti di ricerca: EPICA (2006-2008) che studia gli effetti delle particelle cariche, in particolare i meccanismi di induzione di danni molecolari e di modulazione di segnali intercellulari; TENORE © 2009 Università degli Studi di Pavia Scientifica Acta 3, Special issue (2009) 117 Fig. 30: Previsione del rischio per missioni spaziali e ottimizzazione dell’uso clinico delle radiazioni in diagnostica e terapia. (2009-2011) che studia i meccanismi di danno e di risposta (a livello molecolare, cellulare e sovracellulare) negli effetti targeted e non-targeted delle radiazioni ionizzanti con particolare riguardo alla dipendenza dalla qualità della radiazione; COUNT-MoMa (2006-2009) che studia le contromisure all’esposizione a raggi cosmici galattici nello spazio lontano; RISC-RAD (2004-2008, in collaborazione con il Dipartimento di Genetica e Microbiologia, programma europeo) che studia i danni al DNA, l’instabilità genomica ed il cancro indotto dalle radiazioni, con particolare riguardo al problema del rischio da dosi piccole ma prolungate; NOTE (2006-2010, programma europeo) che studia gli effetti ’non-targeted’ della radiazione ionizzante; ALLEGRO (2009-2010, programma europeo) che studia rischi precoci e ritardati ai tessuti sani derivati dall’uso di tecniche esistenti ed emergenti in terapia con radiazione. Alle varie attività partecipano i ricercatori del DFNT e del Dipartimento di Biologia animale: A. Ottolenghi, A. Facoetti, F. Pasi, D. Alloni, L. Mariotti, D. Scannicchio, A. Bertolotti, R. Nano, P. Torre Econofisica - L’econofisica è l’applicazione dei metodi tipici della fisica allo studio del mercato finanziario, considerato come un sistema complesso (H. E. Stanley, Boston University, Medaglia Boltzmann 2004). . . È importante quindi che i principi della meccanica quantistica abbiano a riconoscere (oltre ad una certa assenza di oggettività dei fenomeni) il carattere statistico delle leggi ultime dei processi elementari. Questa conclusione ha reso sostanziale l’analogia fra fisica e scienze sociali, tra le quali è risultata un’identità di valore e di metodo (E. Majorana, Scientia 36 (1942) 58). In DFNT e in Sezione INFN si occupano di Econofisica i ricercatori G. Bormetti, V. Cazzola, D. Delpini, G. Livan, G. Montagna, O. Nicrosini studiando in particolare a) algoritmi efficienti per calcolo di prezzo equo di strumenti finanziari b) il rischio di mercato valutato con metodi classici e bayesiani c) modelli per la dinamica dei prezzi di beni azionari d) la dinamica del mercato dell’energia Altre attività sperimentali e teoriche sono promosse dall’INFN: progettazione di rivelatori di particelle da utilizzare all’International Linear Collider (ILC) e/o alla “b-factory” SuperB in collaborazione con il Dipartimento di Elettronica; b) studi sulla separazione isotopica e su problematiche delle radiazioni ionizzanti in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Generale; c) studi sulle dinamiche del caos in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università dell’Insubria. 6 Conclusioni Le attività di ricerca del Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica sono vivacemente svolte su tematiche fisiche molto attuali e di grande interesse, coprendo uno spettro di temi di ampio raggio. © 2009 Università degli Studi di Pavia 118 Scientifica Acta 3, Special issue (2009) ....e l‛avventura continua.... Ringraziamenti Ringrazio vivamente i colleghi che mi hanno fornito materiale ed informazioni necessari alla presentazione di questa relazione e mi scuso con i colleghi le cui attività hanno ricevuto minore attenzione di quanto meritassero per ovvi motivi di spazio-tempo. © 2009 Università degli Studi di Pavia