Analisi
termografiche
e soluzioni
a Kappotto
La termografia IR
Per un'attenta analisi
dei problemi costruttivi
Che cosa è
La termografia infrarossa (IR) è una tecnica di misura della
temperatura superficiale dei corpi, ottenuta mediante
l’acquisizione di immagini, quindi non invasiva. Essa si basa sul
principio che tutti i corpi emettono radiazioni
elettromagnetiche in funzione della loro temperatura; di
conseguenza, misurando la radiazione emessa da un corpo
puo’ essere ricavata la sua temperatura senza alcun contatto.
Gli strumenti utilizzati per la termografia (termocamere) hanno
la capacità di rilevare l’intensità della radiazione in una
particolare regione dell’infrarosso (IR), detta zona termica dello
spettro elettromagnetico. Posto che la lunghezza d’onda
corrispondente alla temperatura di oggetti a temperatura
ambiente è di circa 10 micron, e approssimando ogni oggetto a
un perfetto emettitore di radiazione, è possibile dedurre la sua
temperatura dalla misura della radiazione emessa.
Ciò che fa la termocamera è rilevare la radiazione
elettromagnetica emessa da ogni punto dell’oggetto e
rappresentarla in un’immagine in livelli di grigio, visualizzabile
a monitor. Negli strumenti utilizzati oggi la scala dei livelli di
grigio viene convertita in una scala convenzionale di colori che
generalmente va dal blu scuro (temperatura più bassa) al rosso
chiaro (temperatura più alta).
Applicazioni
Oggi l’indagine termografica trova applicazione in molteplici
campi perché fornisce un riscontro chiaro e immediato di
quanto si sta misurando. Se ne fa uso nei settori medico,
elettrico, elettronico, meccanico, delle coibentazioni e
dell’impiantistica.
In edilizia, in particolare, la termografia si utilizza per:
rilevazione di umidità, rilevazione delle perdite di calore e dei
ponti termici, verifica della coibentazione termica, rilievo di
perdite di tubazioni, verifica di impermeabilizzazioni. Nelle
operazioni di restauro permette di individuare in modo
predittivo i problemi esistenti, come i distacchi di intonaco, o
strutture non visibili a occhio nudo, come colonne e finestre
murate.
I Comuni usano la termografia IR
come strumento di controllo
Il recente Decreto legislativo 192/2005 sulla prestazione
energetica degli edifici offre ai Comuni la possibilità di avvalersi
di strumenti nuovi, ad esempio la termografia IR, per verificare
la conformità delle dichiarazioni presentate dai costruttori in
tema di isolamento termico. Al comma 4 dell’articolo 8 si legge
che: “Il Comune, anche avvalendosi di esperti o di organismi
esterni qualificati e indipendenti, definisce le modalità di
controllo a fini del rispetto del decreto, accertamenti e ispezioni
in corso d’opera, ovvero entro cinque anni dalla data di fine
lavori”. Al comma 5: “I Comuni effettuano le operazioni di cui
al comma 4 anche su richiesta del committente, dell’acquirente
o del conduttore dell’immobile”.
Un nemico chiamato “ponte termico”
Si ha un ponte termico quando il comportamento termico di una
parte dell’edificio differisce da quello delle parti circostanti. Più
tecnicamente, un ponte termico è il punto di una costruzione che
presenta un flusso termico maggiore rispetto alle parti vicine.
Esempi tipici sono i balconi e tutte le parti costruttive isolate in
modo inappropriato.
Si parla di ponti termici “geometrici” e ponti termici “costruttivi”.
I primi sono quelli che si presentano negli angoli, in coincidenza
di variazioni di direzione delle strutture, e degli elementi
aggettanti. I secondi si manifestano nei punti in cui materiali ad
alta conducibiità termica penetrano in un elemento strutturale
che presenta una maggiore coibentazione: balconi in calcestruzzo
senza isolamento, architravi non coibentati, pilastri in c.a. che
attraversano la muratura perimetrale.
Alla base di un ponte termico c’è sempre un difetto progettuale o
di realizzazione. Gli effetti negativi sono: perdite di calore,
condense superficiali, formazione di muffe, danni alle strutture,
diminuzione del comfort termico e igrometrico.
La regola principe per evitare i ponti termici è realizzare una
coibentazione ottimale e completa dell’edificio.
L'individuazione attraverso
l'analisi termografica
Con l’analisi termografica oggi si può conoscere lo stato di
“salute” di un edificio, scovare infiltrazioni o risalite d’acqua
nascoste, evidenziare ponti termici e situazioni di scompenso
termo-igrometrico.
La termografia fornisce informazioni utili a conoscere la reale
natura di un problema prima di iniziare costosi lavori di
manutenzione. In questo modo permette di intervenire evitando
dannosi scassi e demolizioni inutili.
In presenza di problemi di natura termoigrometrica dovuti a
difetti di coibentazione, l’analisi della mappa termica di un
edificio consente di calibrare al meglio l’intervento di riparazione,
rendendo possibile una valutazione preventiva dei costi.
Dalla termografia un contributo alla
tecnica del cappotto isolante
Grazie alla termografia è possibile individuare preventivamente
zone soggette alla formazione di muffe e visualizzare le aree a
maggiore dispersione termica, permettendo così di pianificare gli
interventi di isolamento termico. Anche i distacchi di intonaco
possono essere evidenziati e quantificati nell’estensione molto
prima che siano visibili a occhio nudo.
Per questo, la termografia offre un grande aiuto a progettisti e
imprese e ha già contribuito a migliorare la tecnica del cappotto
isolante, di fatto l’unico intervento con cui si può rimediare agli
errori di una cattiva coibentazione. L’immagine IR permette di
riconoscere in anticipo le zone a rischio di muffe e da’ la
possibilità di calibrare l’intervento nel modo più efficace.
Paragonando un edificio a un paziente sottoposto a una Tac, si
potrà sapere non soltanto se è malato, ma anche quanto è grave,
quanto tempo resta e si potrà decidere la dose giusta di
medicine. Il che, tornando al caso dell’edificio, significa spendere
meno per un risultato migliore.
“Kappotto” CoVerd
Isolante e traspirante
La soluzione più completa per la coibentazione termoigrometrica e acustica degli edifici è il “Kappotto
traspirante CoVerd”, collaudato in oltre 25 anni
d’esperienza con risultati eccellenti. Non una semplice
“ricopertura”, ma un “sistema” che utilizza materiali e
prodotti studiati per lavorare insieme e minimizzare i
problemi di posa; con garanzie di resistenza e durata
nel tempo.
L’elemento base di questo sistema è il pannello in sughero
biondo naturale SoKoVerd.LV, che ne costituisce lo stato
coibente. Le caratteristiche di questo prodotto sono l’alta
densità (150/160 kg/mc), la granulometria fine (2-3 mm), la
resistenza meccanica alla compressione e alla trazione,
l’eccezionale lavorabilità (tagli e sagomature) e la permeabilità
al vapore acqueo che ne fanno un prodotto unico.
SoKoVerd.LV è un pannello di sughero biondo purissimo
realizzato mediante un rivoluzionario trattamento Air Fire, privo
di qualsiasi additivo o legante artificiale.
Praticamente identico alla corteccia di sughero da cui è ricavato,
protegge l’edificio come la corteccia protegge l’albero;
lasciandolo respirare.
Tutto il sistema è traspirante, dall’ancorante alla finitura.
La mansarda non isolata
è fredda in inverno
e rovente in estate
Le pareti non isolate
disperdono il calore
e causano la formazione
di condense e muffe
I vantaggi di un edificio coibentato con questo
sistema sono evidenti:
쑺 le pareti ben isolate si riscaldano più rapidamente e
trattengono più a lungo il calore sfruttando l’inerzia
termica della struttura; di conseguenza serve meno
energia per riscaldare la casa;
쑺 l’ambiente interno risulta più salubre e confortevole.
E’ noto, infatti, che si sta meglio a 18 gradi con i muri
caldi e il riscaldamento al minimo, che non a 21 gradi
con i muri freddi e il riscaldamento al massimo;
쑺 l’aumento di alcuni gradi centigradi della temperatura
interna del muro risolve i problemi di condensazione
superficiale, causa principale della formazione di muffe;
쑺 in estate, il Kappotto in sughero evita che le pareti si
surriscaldino per effetto dell’irraggiamento solare e
consente di avere temperature più basse all’interno.
Il Kappotto CoVerd può essere realizzato sia all’esterno sia
all’interno, su edifici nuovi o esistenti, su tutta la superficie o
solo su una parte di essa, secondo le esigenze e in base alla
struttura; in ogni caso l’ingombro è ridotto, molto inferiore
rispetto a una controparete in laterizio. Il sottofondo di
supporto, verticale od orizzontale, può essere dei più diversi:
intonaci a civile, rustico, plastico, stucchi, laterizi non intonacati,
cementi armati gettati in opera e precompressi.
L’intervento può essere preceduto da un sopralluogo dei tecnici
CoVerd e da un progetto di esecuzione nel quale vengono
indicati il dimensionamento termo-igrometrico dello spessore
isolante e le modalità di preparazione del sottofondo.
I rumori esterni
passano attraverso
i muri non isolati
e causano stress
Dall’analisi alla realizzazione
Comfort e risparmio energetico
Con il Kappotto CoVerd
la mansarda diventa
un ambiente vivibile
in tutte le stagioni
CoVerd, leader da oltre venticinque anni nell’isolamento termoigrometrico
e acustico degli edifici, mette la termografia IR a disposizione di progettisti,
costruttori, venditori e privati. Con quali vantaggi?
Per i progettisti: un aiuto in più per una corretta progettazione delle
coibentazioni. Per i costruttori: uno strumento che migliora la qualità e la
professionalità degli interventi (individuazione immediata dei guasti,
riparazioni non invasive ecc…). Per i clienti: un’opportunità in occasione di
decisioni importanti, quali possono essere l’acquisto di una casa o l’inizio di
una ristrutturazione. Va ricordato che nel caso di edifici nuovi, i problemi
causati da una cattiva coibentazione possono presentarsi anche dopo anni
dall’acquisto; un’analisi termografica iniziale permette di individuare subito
eventuali difetti e di farli presenti. Per i venditori: un validissimo argomento
di vendita, da far valere in fase di trattativa.
Per l’analisi termografica in ogni situazione, CoVerd dispone di tecnici
specializzati con qualifica di primo livello rilasciata dall’Infrared
Training Center Europe & Asia FLIR System AB-Sweden e di una
strumentazione tecnica sempre aggiornata.
Si risparmia sul
riscaldamento
e migliora il
microclima.
Condense e muffe
non sono più un
problema
Rumori attenuati.
La casa è più
“tranquilla”
Il Kappotto nel
sottoportico
evita le condense
sulle pavimentazioni
Il grafico mostra il corretto rapporto fra temperatura e umidità
relativa per un comfort dell’aria:
- linea rossa indica il rapporto ideale
- linea gialla indica il rapporto limite
Il sughero
Insostituibile alleato naturale
Il sughero, un materiale mediterraneo dalle origini
antichissime
E’ atossico, biologicamente puro, inalterabile, impermeabile,
traspirante, resistente… Tutto questo è il sughero, che ha
anche il pregio di essere “mediterraneo” e di abitare
in gran quantità nei boschi di alcune regioni
della nostra penisola: in Sicilia, lungo la fascia
tirrenica e soprattutto in Sardegna,
dove in tempi remoti le popolazioni
locali se ne servivano per costruire
piatti, ciotole per bere e utensili
d’uso domestico.
Il bosco, una fabbrica naturale
Ogni bosco, oltre a essere importante per l’equilibrio
dell’ecosistema, è una fabbrica naturale non
inquinante di materie prime. Questo è vero
perché gli alberi che ci danno il legno, a
differenza di quanto succede per materie quali
il carbone e il petrolio, possono ricrescere.
Ogni foresta, se non è aggredita in modo scriteriato, è una
sorgente inesauribile di ossigeno, di salute e di legno.
Nel caso del sughero questo è doppiamente vero, perché per
ottenere questo materiale ecologico per eccellenza non si
procede ad alcun disboscamento: gli alberi infatti non vengono
tagliati, ma semplicemente decorticati e la corteccia (che
costituisce il sughero) si rigenera col tempo.
Una corteccia naturale anche per le nostre case
Il sughero non è altro che il “vestito” dell’albero omonimo
(“Quercus suber”) ed è proprio questo particolare che deve
aver spinto i nostri antenati a interessarsi delle sue proprietà,
scoprendone i vantaggi. Proprio come la pelliccia di un animale,
il sughero protegge il tronco della pianta dagli agenti esterni
(caldo, freddo, umidità) e garantisce la traspirazione. In più,
anche se agli alberi questo serve meno, protegge dai rumori,
grazie a una particolare elasticità e al peso specifico che ne
fanno un isolante ottimo nel dissipamento dell’energia sonora.
Insomma il sughero fa già in natura quello che dovrebbero fare
i muri di una buona casa: isolare dal punto di vista termico e
creare una efficace barriera acustica tra l’interno e l’esterno.
Pregi e curiosità di un materiale
dalle mille sorprese
Il sughero è un isolante elettrico, al
punto che Alessandro Volta se ne
servì per costruire la sua prima
pila. Inoltre se viene utilizzato
come rivestimento in una
stanza impedisce alle
particelle di polvere di
circolare nell’aria: ciò convinse lo
scrittore francese Marcel Proust, affetto
da una forma cronica di asma da fieno, a
servirsene per foderare la sua stanza parigina
in Boulevard Haussmann. La grande resistenza di
questo materiale è invece dimostrata dai mille impieghi a
livello industriale: guarnizioni per motori e tubi idraulici, solette
per calzature, rivestimenti edili per l’isolamento bioclimatico e
acustico, oltre ovviamente ai turaccioli per le bottiglie di vino.
L’abbinamento vino-sughero merita una sottolineatura: non c’è
buon vino se l’invecchiamento non è avvenuto in bottiglie di
buon vetro con buoni tappi di sughero. Da qualche tempo si
vedono anche turaccioli in materiale plastico, ma è una
soluzione adatta solo ai vini di scarsa qualità.
Quercia da sughero e vite da vino sono due piante solari e
mediterranee, cresciute una a fianco dell’altra, un motivo ci
sarà… Sempre parlando di qualità, non stupisce aver visto il
sughero sbarcare anche nel mondo dell’alta moda, con la
stilista sarda Anna Grindi che ha riscoperto alcune sue antiche
proprietà per farne un prodotto raffinato per l’abbigliamento: si
chiama “Suberis”, vestirsi di sughero…
E la resistenza?
Il sughero è inalterabile, non si deforma e non si decompone
perché è inattacabile da muffe, insetti e roditori, che lo trovano
fortunatamente indigesto.
L’albero del sughero
Il ciclo di produzione
Il sughero è ricavato dalla quercia da sughero, in latino
“Quercus suber”, appartenente alla famiglia delle fagacee.
Si tratta di un albero sempreverde che può raggiungere anche i
20 metri di altezza, con foglie semplici a lamina coriacea, fiori
unisessuali e frutti costituiti da ghiande ovoidali della
lunghezza di 2-3 cm.
Le radici sono sempre molto profonde e consentono alla pianta
di resistere alla siccità.
La “ricchezza” di questa pianta è però data dalla doppia
corteccia: quella più interna è chiamata “madre” ed è
composta da tessuti fibrosi nei quali scorre la linfa ed è
ricoperta dal “fellogeno”, che genera un tessuto morbido
elastico e spugnoso, il sughero. L’habitat ideale della quercia
sughera è l’area mediterranea: Italia, con l’80% della
produzione concentrata in Sardegna, Francia (Corsica), Spagna,
Portogallo, Marocco e Algeria. In anni recenti si è tentato di
impiantare la coltivazione del sughero anche in California,
Sudafrica e Cina, ma con risultati mediocri dal punto di vista
quantitativo e qualitativo.
L’asportazione del sughero viene effettuata d’estate, quando la
pianta è in piena attività e la corteccia si stacca più facilmente.
Se questo intervento è fatto per la prima volta, generalmente
quando l’albero ha fra i 30 e i 50 anni, si chiama
“demaschiatura”. Le decorticazioni successive avvengono con
intervalli di almeno dieci anni. L’operazione è molto delicata e
la tecnologia non è ancora riuscita a inventare una macchina
che sostituisca il lavoro degli “scorzini”, che utilizzano tutt’oggi
il sistema adottato da francesi e spagnoli nel 1800: con
un’accetta speciale si incide la corteccia all’altezza della prima
biforcazione dei rami e la si apre fino al piede con un taglio
longitudinale. In seguito la corteccia viene trasportata nei cortili
dei sugherifici, dove resta alcuni mesi a stagionare. La fase
successiva è quella della bollitura, che avviene a 120° e che
serve a rendere sterile e più elastica la corteccia. Sottoposte
all’azione della temperatura e alla successiva pressatura, le
plance di sughero perdono il loro naturale aspetto curvo e
risultano pronte per tutte le lavorazioni richieste. Nel caso dei
prodotti per l’isolamento, l’ultimo passaggio vero e proprio
consiste nella macinazione, che avviene in un mulino di
frantumazione. Questa operazione permette di ottenere un
granulato “biondo” dalle forti proprietà coibenti. Seguono la
selezione delle varie granulometrie e il confezionamento.
Il granulato può essere utilizzato sfuso (per esempio
nell’isolamento delle intercapedini e dei sottofondi) oppure
pressato in pannelli di diverso spessore.
Il sughero è resistente al fuoco
Per un materiale da costruzione è di fondamentale importanza
la resistenza alle alte temperature e il comportamento in caso
d’incendio. A questo riguardo va detto che il sughero naturale
ha una bassa velocità di combustione, pur non subendo alcun
trattamento chimico che lo renda ignifugo. I pannelli
SoKoVerd.C1 e Kontro di CoVerd sono classificati fin dal 1989
nella Classe 1 di reazione al fuoco.
Certificazione di qualità e imitazioni
Gli estremi dell’avvenuta certificazione di utilizzo dei dati
tecnici, sono riportati su ogni singola confezione, come
prescritto dalla L/10 del 09/01/1991 art. 32.
Il sughero biondo naturale non è soggetto ad obbligo di
marcatura CE per materiali edili in quanto ad oggi non è
ancora in vigore alcuna norma tecnica di prodotto armonizzata.
Sul mercato si trovano materiali che riportano sull’etichetta la
definizione “Sughero”distribuiti in confezioni anonime, prive
della Certificazione di qualità necessaria a garantire le reali
caratteristiche che devono essere leggibili sull’imballo.
La realizzazione in 5 fasi
1
Preparazione
del sottofondo
Prima di procedere alla posa del sughero è indispensabile
verificare il supporto, in particolare per gli edifici esistenti.
Occorre accertarsi che il sottofondo sia compatto, pulito,
sgrassato e che non evidenzi fenomeni di risalita di umidità
dal terreno. Se si posa su un vecchio intonaco, accertarsi che
questo sia perfettamente aderente alla muratura; in caso
contrario, rimuoverlo e ripristinarlo. Se si posa su intonaci
a gesso si dovrà picozzare fitta la parete e stendere un
aggrappante Amg.
Se si posa su vecchie pitture che si sfogliano, queste
dovranno essere scrostate.
Se si posa su cemento armato o prefabbricato,
accertarsi che non siano rimaste tracce di disarmanti o
residui di umidità; nel caso, eliminarle con solventi
appropriati. Verificati i vari casi, è sempre consigliabile
una piccozzatura del sottofondo e un passaggio con una
soluzione a base di fissativo Clc e acqua (in rapporto 1 a 5).
Questa operazione ha lo scopo di evitare lo sfarinamento
superficiale degli inerti che compongono la parete da isolare.
2
Ancoraggio dei pannelli in
sughero sul sottofondo
Per il fissaggio dei pannelli al supporto si
utilizza l’ancorante a base cementizia
PraKov, che si prepara miscelando il
contenuto di un sacco con circa 12.5
litri. Per ottenere un impasto
omogeneo e facilmente lavorabile si
utilizza un mescolatore meccanico.
Il PraKov va steso su tutta la
superficie del pannello di sughero
(non sul sottofondo) con una spatola
dentata da 7 o 10 mm. E’ necessario
compiere questa operazione con una
certa sollecitudine, prima che si
formi una pellicola d’indurimento
superficiale sul PraKov.
A questo punto si fa aderire il
pannello alla superficie da proteggere,
premendo con forza per una perfetta
adesione. I pannelli devono essere
perfettamente accostati per evitare fughe e di
conseguenza il crearsi di ponti termici.
3
Incollaggio di paraspigoli
e gocciolatoi
I paraspigoli servono per proteggere gli angoli dagli
urti accidentali. Si posano con l’ancorante PraKov
prima di rasare con l’intonaco. Sotto i davanzali,
se necessario, si poseranno dei gocciolatoi di
alluminio preverniciato, fissati alla muratura
con appositi tasselli e sigillati.
4
Intonaco
di spessoramento
Sopra il sughero si effettua una rasata turapori con
l’intonaco KoMalt.G, a base di sabbia, calce e cemento e
additivato con colloidi naturali. KoMalt.G si prepara
miscelando un sacco con 10 litri d’acqua, preferibilmente con
un mescolatore meccanico. Fatto il primo passaggio di
intonaco, si stende la rete in fiberglass KoRet, che serve per
prevenire microfessure dovute a ritiri idrici ed escursioni
termiche. Posata la rete, si effettua un secondo passaggio di
KoMalt.G, avendo cura di rendere la superficie uniforme. Un
ultimo passaggio di spatola puo’servire per eliminare le
rugosità prima della finitura.
5
Intonaco
di finitura
Terminata l’intonacatura con KoMalt.G si può passare a
qualsiasi tipo di finitura. Per gli interni si può pensare a gesso,
civile, stucchi o all’intonaco minerale pregiato KoMalt.F, bianco
o colorato. Per gli esterni, è consigliabile l’intonaco strutturale
ai silicati di potassio KoSil, disponibile in vari colori e
granulometrie. Nel caso di intonaco ai silicati, il fondo dovrà
essere preventivamente trattato con uno strato di KoSil
sottofondo, nel colore della facciata. Una valida alternativa è
l’intonaco minerale pregiato KoMalt.F, bianco o colorato con
effetto ombreggiato.
Prodotti del sistema Kappotto
Il Kappotto CoVerd non è solo un pannello di sughero. E’ piuttosto un “sistema” in cui vari prodotti concorrono al raggiungimento
del risultato. Prodotti studiati per “lavorare” insieme e garantire il massimo in termini di prestazioni, resistenza e durata. Vent’anni di
esperienza di cantiere e di innovazione continua hanno permesso di apportare i miglioramenti che oggi fanno di questa soluzione la
più garantita sul mercato.
SoKoVerd.LV
Pannello di sughero biondo
naturale superkompatto in
AF a grana fine 2/3mm
SoKoVerd.LV è un pannello in
agglomerato superkompatto di sughero
biondo naturale prebollito a grana fine
granulometria 2/3mm normalizzato nella sua
struttura fibro-cellulare (in fase d'amalgama dei
granuli di sughero) mediante un rivoluzionario
trattamento "Air Fire". SoKoVerd.LV è disponibile in spessori
di 1/2/3/4/5/6cm, dimensioni 100x50cm con angolo retto, densita'
150/160kg/mc e conducibilita' termica (lamda) di 0,042W/m°K. Disponibile a
richiesta con battentatura. Per le sue eccellenti qualita' termo-igrometriche e
acustiche, è indicato per qualsiasi utilizzo, in particolare modo per la
realizzazione di: cappotti interni ed esterni, coperture in falda e piane,
intercapedini, sottopavimento...
SoKoVerd.AF
Pannello di sughero biondo
naturale compresso in AF a
grana media 4/8mm
SoKoVerd.AF è un pannello in agglomerato
compresso di sughero biondo naturale a grana
media granulometria 4/8mm normalizzato nella
sua struttura fibro-cellulare (in fase d'amalgama dei
granuli di sughero) mediante un rivoluzionario
trattamento "Air Fire". SoKoVerd.AF è disponibile in spessori
di 1/2/3/4/5/6cm, dimensioni 100x50cm con angolo retto, densita'
150/160kg/mc e conducibilita' termica (lamda) di 0,044W/m°K.
Disponibile a richiesta con battentatura. Per le sue qualita' termo-igrometriche e
acustiche, è indicato per qualsiasi utilizzo, in particolare modo per la
realizzazione di: getti in controcassero di pilastri, travi e pareti interne, cappotti
interni ed esterni, coperture in falda e piane, intercapedini, sottopavimento.
KoFlex
Fogli flessibili di sughero biondo naturale
supercompresso levigato
KoFlex è un foglio di sughero biondo naturale supercompresso, levigato
sulle due facce. Disponibile in fogli da 100x50cm di spessore 2/3/5/10mm e
in rotoli di spessore 3/5mm, aventi una densità di 290/300kg/mc.
KoFlex è particolarmente indicato nei sottofondi, nei casi in cui lo spessore
disponibile sia limitato, per l’attenuazione acustica ai rumori da calpestio.
Si utilizza inoltre interposto fra i massetti ed il parquet inchiodato o
incollato. Grazie alle proprietà anticondensa del sughero, i pannelli KoFlex
sono utilizzati per la realizzazione di cappotti interni come rimedio ai
problemi delle muffe.
PraKov
Ancorante cementizio
PraKov è un ancorante a base cementizia che si utilizza per l’ancoraggio
dei pannelli in sughero SoKoVerd.AF, SoKoVerd.LV, SoKoVerd.C1, KoFlex e
Kontro al supporto murario.
Il PraKov si ancora a qualsiasi superficie muraria: come intonaci, cementi
armati, cementi armati precompressi, direttamente su laterizi, intonaci
plastici ecc.
KoMalt.G
Intonaco di spessoramento
KoMalt.G è un intonaco minerale a base di sabbia, calce, cemento,
additivato con colloidi vegetali per migliorarne l’aderenza, la lavorabilità e
controllare i ritiri idrici in fase di presa idraulica.
E’ utilizzato per intonacare i pannelli SoKoVerd.AF, SoKoVerd.LV e KoFlex
sia per interni che esterni.
KoMalt.F
Intonaco minerale pregiato
KoMalt.F è un intonaco minerale pregiato a base di calce bianca, cemento
bianco e sabbia di marmo. E’ una elegante finitura traspirante per interni
ed esterni bianca o colorata dall’effetto ombreggiato, con un’ottima
resistenza alle intemperie.
E’ disponibile in diversi colori e granulometrie, per ottenere sempre
l’effetto desiderato.
KoSil
Intonaco minerale pregiato ai silicati di potassio
KoSil è un intonaco minerale pregiato a base di silicati di potassio e sabbia
di marmo.
E’ una elegante finitura per interni ed esterni dalla tinta omogenea e
uniforme, altamente traspirante con un’ottima resistenza alle intemperie e
alle piogge acide. E’ disponibile in diversi colori e granulometrie, per
ottenere sempre l’effetto desiderato.
KoRet
Rete in fiberglass
KoRet è una rete in fibra di vetro apprettata con un trattamento resistente
agli alcali. Si utilizza per la realizzazione di cappotti, affogandola
nell’intonaco di spessoramento KoMalt.G, per prevenire microfessure
dovute a ritiri idrici ed alle escursioni termiche. Migliora inoltre la
resistenza agli urti.
KoPar
Paraspigoli in alluminio
KoPar è una gamma di paraspigoli in alluminio, da utilizzare nei cappotti
interni ed esterni lungo gli spigoli delle facciate e i contorni delle finestre.
I paraspigoli KoPar sono disponibili anche in versione sagomabile da
utilizzare su superfici curve. Si posano a piombo mediante incollaggio con
PraKov, prima di eseguire la rasatura KoMalt.G. Inoltre sono disponibili
profili di partenza e di copertina con gocciolatoio in alluminio
preverniciato.
Soluzioni tecniche
Prevenzione ai danni causati dai ponti termici
Voce di capitolato
Eliminazione dei ponti termici
mediante applicazione in
aderenza alle travi, ai pilastri
(con possibilità di getto in controcassero)
e nelle intercapedini delle pareti
perimetrali, di SoKoVerd.LV, pannelli
in sughero biondo naturale
superkompatto in A.F.
Nell’intercapedine delle pareti
perimetrali, in abbinamento al
SoKoVerd.LV, si potrà
impiegare il LanKot,
pannelli in lana di
pecora.
햲 Soletta in latero-cemento isolata
햳 SoKoVerd.LV pannelli in sughero biondo superkompatto 1/2cm
햴 KoFlex strisce in sughero biondo naturale supercompresso 3/5/10mm
햵 Muratura esterna 12cm
햶 SoKoVerd.LV pannelli in sughero biondo superkompatto 3/4/5cm
햷 LanKot pannelli in la di pecora 3/4/5cm
햸 Muratura interna 8cm
햹 Pilastro in C.A. isolato
햺 SoKoVerd.LV pannelli in sughero biondo superkompatto 1/2cm
햻 Pilastro in C.A. non isolato
햽 Soletta in latero-cemento non isolata
햾 Area di minima dispersione termica
햿Area di elevata dispersione termica
Soluzione ai danni causati dai ponti termici
Voce di capitolato
Protezione di pareti esterne ed interne,
mediante esecuzione di rivestimento a
Kappotto SoKoVerd: pannelli di sughero
biondo naturale superkompatto a grana fine
2/3mm SoKoVerd.LV, fissato con ancorante
cementizio PraKov, rasato con intonaco di
spessoramento KoMalt.G, rinforzato con rete
KoRet ed finitura con intonaco KoMalt.F o
KoSil. La semplicità della messa in opera,
rende eseguibile l’intervento esternamente
come internamente all’ambiente da
salvaguardare.
햲 Muratura realizzata conblocchi svizzeri 25cm
햳 Intonaco esistente prima dell’intervento
햴 PraKov ancorante cementizio
햵 SoKoVerd.LV pannelli in sughero biondo 3/4/5cm
햶 KoPar paraspigolo in alluminio
햷 KoRet rete in fiberglass antifessurazioni
햸 KoMalt.G malta cementizia per rasatura pannelli
햹 KoSil intonaco esterno ai silicati colorati in pasta
햺 Serramento
햻 Soglia
Dispersioni termiche strutturali
Struttura portante in CLS
Spessore
muratura
U senza
isolamento
U con
LV cm 3
U con
LV cm 4
U con
LV cm 5
U con
LV cm 6
U con
LV cm 7
U con
LV cm 8
cm. 16
3,007
0,944
0,771
0,651
0,564
0,497
0,444
cm. 20
2,725
0,914
0,751
0,637
0,553
0,489
0,438
cm. 25
2,438
0,879
0,727
0,620
0,540
0,479
0,430
Struttura portante in mattoni pieni
Spessore
muratura
U senza
isolamento
U con
LV cm 3
U con
LV cm 4
U con
LV cm 5
U con
LV cm 6
U con
LV cm 7
U con
LV cm 8
cm. 12
2,902
0,933
0,763
0,646
0,560
0,494
0,442
cm. 25
1,972
0,810
0,679
0,585
0,513
0,457
0,412
cm. 37
1,522
0,722
0,616
0,538
0,477
0,428
0,388
Struttura portante in mattoni semipieni
Spessore
muratura
U senza
isolamento
U con
LV cm 3
U con
LV cm 4
U con
LV cm 5
U con
LV cm 6
U con
LV cm 7
U con
LV cm 8
cm. 20
1,613
0,742
0,631
0,548
0,485
0,435
0,394
cm. 25
1,376
0,688
0,591
0,512
0,461
0,415
0,378
cm. 30
1,201
0,641
0,556
0,491
0,440
0,398
0,363
Struttura di tamponamento in mattoni forati
Spessore
muratura
U senza
isolamento
U con
LV cm 3
U con
LV cm 4
U con
LV cm 5
U con
LV cm 6
U con
LV cm 7
U con
LV cm 8
cm. 8+8
1,221
0,647
0,560
0,494
0,442
0,400
0,365
cm. 12+8
1,191
0,638
0,554
0,490
0,438
0,397
0,363
cm. 12+12
1,150
0,625
0,545
0,482
0,433
0,392
0,358
Struttura portante orizzontale
Tipologia
soletta
U senza
isolamento
U con
LV cm 3
U con
LV cm 4
U con
LV cm 5
U con
LV cm 6
U con
LV cm 7
U con
LV cm 8
laterocemento
1,018
0,585
0,514
0,458
0,413
0,376
0,345
pannelli
prefabbricati
0,616
0,425
0,386
0,354
0,326
0,302
0,282
soletta
piena
1,839
0,787
0,663
0,572
0,504
0,450
0,406
D.L. 19 agosto 2005 n°192
Nel recente D.L. sono fissati i valori limite
della trasmittanza termica che le strutture
edili devono rispettare anche in funzione della
fascia climatica.
L’introduzione di questi valori limite è
graduale dal 01/01/2006 al 01/01/2008 per
poi arrivare a valori più restrittivi dal
01/01/2010.
I valori “U” sono espressi in W/m2 k
Trasmittanza termica delle strutture
verticali opache
Trasmittanza termica pavimenti verso locali
non riscaldati o verso líesterno
Valori limite della trasmittanza termica U espressa in W/m2K
Valori limite della trasmittanza termica U espressa in W/m2K
Zona
Climatica
Dall’1 gennaio 2006
Dall’1 gennaio 2008
Dall’1 gennaio 2010
Dall’1 gennaio 2008
Dall’1 gennaio 2010
U W/m2K
U W/m2K
Zona
Climatica
Dall’1 gennaio 2006
U W/m2K
U W/m2K
U W/m2K
U W/m2K
A
B
C
D
E
F
0,85
0,64
0,57
0,50
0,46
0,44
0,72
0,54
0,46
0,40
0,37
0,35
0,62
0,48
0,40
0,36
0,34
0,33
A
B
C
D
E
F
0,80
0,60
0,55
0,46
0,43
0,41
0,74
0,55
0,49
0,41
0,38
0,36
0,65
0,49
0,42
0,36
0,33
0,32
Alcune realizzazioni
Il kappotto CoVerd è facile da eseguire. I
prodotti che lo compongono sono stati
studiati per lavorare insieme e garantire
risultati eccellenti e di lunga durata. La
grande lavorabilità del pannello di
sughero biondo naturale superkompatto
SoKoVerd.LV consente di intervenire
anche su superfici complesse
minimizzando gli sfridi e
massimizzando la resa. Nella
carrellata di foto qui a fianco e
nella pagina successiva sono
riportati alcuni esempi di
interventi eseguiti su edifici
nuovi ed esistenti di
varia tipologia. Il
cappotto CoVerd può
essere eseguito sia
all’esterno sia
all’interno, su tutta la
superficie o solo su
parte di essa a
seconda delle
esigenze e delle
caratteristiche
architettoniche
dell’edificio
oggetto
dell’intervento,
senza
stravolgerne
le linee.
Sono per
esempio
possibili
lavorazioni
su superfici
a bugnato o
che
presentano
rilievi e sporgenze
particolari. L’ancorante
cementizio PraKov si fissa in aderenza a
intonaci, cementi armati, intonaci plastici o
direttamente su laterizi, con facilità e dopo
una semplice pulizia del sottofondo seguita
da un passaggio di aggrappante. Solo nel
caso di superfici particolarmente lisce è
necessaria una piccozzatura del sottofondo
seguita dalla stesura di un fissativo. I
trattamenti estetici consigliati come finitura
del sistema a kappotto sono l’ intonaco
...nello stile di Coverd
minerale pregiato a base di calce bianca e
sabbia di marmo KoMalt.F o l’intonaco ai
silicati di potassio e sabbia di marmo KoSil,
quest’ultimo particolarmente resistente
alle piogge acide. In alternativa sono
possibili altre soluzioni particolari o di
tipo più tradizionale. Il cappotto
CoVerd è la miglior soluzione
radicale agli inconvenienti causati
da ponti termici quali ristagni di
umidità, muffe, salnitri e
dispersioni di calore. La
possibilità di fasciare
interamente la struttura
elimina alla radice il
problema. Ecco perché
questo tipo di soluzione
è sempre più
utilizzata anche sugli
edifici di nuova
costruzione per il
trattamento di zone
a porticato. Il
sughero biondo
naturale è un
materiale
sano,
traspirante
e privo di
emissioni
nocive. Il
cappotto
può essere
realizzato
con ottimi
risultati anche
all’interno, ad
esempio per
l’isolamento di mansarde e
sottotetti applicando i pannelli
SoKoVerd.LV in aderenza
(eventualmente inchiodati all’orditura
lignea) e alle pareti. Il sistema non cambia ma
in questo caso sono possibili anche finiture di
altro tipo, come gesso e civile. Il sughero
biondo naturale è un materiale molto robusto
che resiste nel tempo più dei suoi concorrenti
di origine sintetica. Numerosissime e
dimostrabili referenze testimoniano che la
durata di un cappotto CoVerd si misura in più
decenni e che l’opera non necessita di alcuna
particolare manutenzione.
Le caratteristiche tecniche e strutturali dei prodotti rappresentati in questo stampato possono subire delle variazioni senza preavviso.
032_kpt_dpl_0207
xmedium
Tecnologia applicata del sughero naturale per l’isolamento acustico e bioclimatico - Divisione Acustica
CoVerd 23878 Verderio Superiore (Lecco) Italy Via Sernovella 1 Telefono 039 512487 Fax 039 513632 EMail [email protected] - www.coverd.it