IL FUTURO DELLA PROVINCIA DI LECCE Intervento del Presidente della Provincia di Lecce Sen. Giovanni Pellegrino L'idea di accorpare in una sola sede gli uffici della Provincia di Lecce era in piedi da tempo, tanto che avevo già disposto sugli immobili in costruzione in città un primo sondaggio, da cui erano emerse soluzioni molto interessanti. Dal mio insediamento a Palazzo Adorno, infatti, avevo ritenuto che occorresse individuare una soluzione logistica in grado di unificare le sedi della Provincia, ottimizzando l'accesso ai diversi settori dell'Ente al momento dislocati in vari punti della città. Inizialmente ci eravamo orientati su un grosso immobile di nuova costruzione, su viale Aldo Moro. Ma proprio nello stesso periodo si profilò questa proposta che, grazie all'apporto dei consiglieri Roberto Martella e Vittorio Potì (che fa parte sia dell'assise regionale che di quella provinciale), ma anche grazie alla collaborazione del vice presidente della Regione Sandro Frisullo e dello stesso governatore di Puglia Nichi Vendola, si è pian piano concretizzata. L'opzione “ex Galateo” rappresenta non solo la possibilità di dare alla Provincia una sede operativa centrale, ma anche quella, non certo secondaria, di dotare la città di Lecce di un vero parco. Quello del verde cittadino è stato un argomento più volte affrontato nella scorsa campagna elettorale per le Comunali e rappresenta uno dei cardini del programma del centro sinistra, convinto che i leccesi possano aspirare ad usufruire di un parco pubblico differente dalla villa comunale che, per quanto pregevole, rappresenta un giardino ottocentesco poco fruibile dai cittadini. I restanti polmoni di verde in città appartengono a privati: penso, ad esempio, a Villa Reale e al parco delle Marcelline. Per questo, dotare una zona centrale, ad alta densità abitativa, di un vero parco mi è sembrata la soluzione migliore per tutti. La Provincia, quindi, si farà carico dell'acquisto dell'immobile (a stabilire il prezzo è l'Agenzia del Demanio), poi affiderà il parco in comodato d'uso gratuito trentennale al Comune di Lecce, che avrà il compito di gestirlo, garantendo ovviamente all'Ente Provincia un agevole accesso agli uffici e a tutte le pertinenze necessarie. Infine, dall'operazione di rigenerazione e recupero di un bene abbandonato da decenni trarrà vantaggio lo stesso patrimonio storico- architettonico della città. A quell'opera, infine, sono legato anche da ricordi personali; a dirigere i lavori fu mio padre, l'ingegnere Oronzo (detto Gino) Pellegrino, che adattò all'architettura il progetto standard dei sanatori dell'epoca, che dovevano consentire a chi soffriva di malattie polmonari come la Tbc di respirare abbondante aria pura. Quando la struttura fu terminata, ricordo che gli alberi di pino erano ancora molto piccoli e che ad inaugurarla arrivò Benito Mussolini, circondato dai suoi gerarchi. LA NUOVA SEDE DELLA PROVINCIA DI LECCE Un nuovo ruolo istituzionale per l’ex-ospedale “A. Galateo” L’ex-Ospedale “A. Galateo” insiste su una porzione di città a sud del centro storico, in asse con l'ex Ospedale Vito Fazzi. L'accesso principale, a nord, si affaccia su un tratto di circonvallazione di connessione tra Viale Rossini e Viale Alfieri. La testata della recinzione a nord si estende per circa 120 metri e verso sud per circa 290 metri tra Via Francesco Camassa ad est e Via Malta ad ovest. Via Mons. Giancane chiude l'area a sud. L'edifico venne ubicato in una zona ai confini della città per facilitare le cure antitubercolari dell'epoca. Oggi la cosiddetta “circonvallazione” è stata completamente inglobata nella città e si configura come un viale di intenso traffico cittadino che crea una cesura nel collegamento tra l'area interessata e il resto della città a nord. L'edificio è frutto di un modello architettonico basato su principi prestazionali che dovevano rispondere alle tecniche di cura messe a punto nei paesi europei e negli Stati Uniti durante gli anni 20 e 30. L’area su cui insiste l’immobile, appartenuta inizialmente alla Congregazione di Carità di Lecce, venne ceduta nel 1931 all’Istituto Nazionale di Assicurazione Sociale di Roma presso cui l’allora Provincia di Lecce ebbe accesso ad un muto per l’acquisto e avvio delle opere di costruzione. Nel 1962 l’edificio diventa proprietà dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e nel 1970 dell’Ente Ospedaliero Antonio Galateo. Dal 1997 l’intero complesso è passato al Servizio Sanitario della Puglia-Asl Lecce. A metà strada tra razionalismo e liberty l'edificio si presenta in buona parte integro nei suoi caratteri architettonici, eccetto la zona a sud oggetto di alcuni importanti interventi della fine degli anni '90 quando per l'edificio venne previsto un intervento di recupero funzionale e un nuovo ruolo nel panorama ospedaliero pugliese. Poi il cambio di strategie portò a spostare gli investimenti altrove e il Galateo venne definitivamente abbandonato. Oggi la Provincia di Lecce si appresta a riportare la struttura nel panorama dei grandi interventi e a fare dell'ex-Galateo la nuova sede dell'Amministrazione. L'edificio ospiterà tutti gli uffici provinciali, gli assessorati e la presidenza e permetterà di razionalizzare le risorse e le spese di gestione dell'ente. La nuova sede della Provincia sarà inoltre punto di riferimento importante nel panorama territoriale e per gli utenti e i cittadini costituirà un esempio di semplificazione istituzionale e di struttura facilmente accessibile al pubblico. La storica sede di Palazzo dei Celestini manterrà la sua funzione di sede del consiglio e della rappresentanza politica. Il parco ceduto in comodato d’uso al Comune di Lecce sarà inoltre un nuovo e importante punto di riferimento per i cittadini che potranno usufruire di un’area verde attrezzata per lo svago e il tempo libero. IL SANATORIO ANTITUBERCOLARE “A. GALATEO” Quadro storico di riferimento Il sistema dei sanatori e delle colonie elioterapiche conobbe uno sviluppo sistematico nei primi anni del XX secolo come antidoto alle condizioni insalubri delle città europee. Gli edifici dei sanatori, oggi variamente riconvertiti in istituti di cura specializzati o centri di vacanza, sono tipici esempi di quella “architettura moderna” che si sviluppò nei paesi industrializzati nei primi decenni del XX secolo. La tubercolosi, definita peste bianca, faceva in Francia all’inizio del XX secolo 100.000 vittime all’anno. Il programma per combattere la malattia, ispirato dagli Stati Uniti, raggiunse il massimo livello di attuazione tra le due guerre mondiali, con la costruzione dei sanatori; esso era fondato sull’ipotesi del valore delle cure che prevedono la salubrità dell’aria, la luce, il sole e l’isolamento dei malati contagiosi. Pertanto, dalla metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento (quando tramonta la sua utilità con l’avvento delle cure antibiotiche), la tipologia del sanatorio si definisce in forme chiare, architettonicamente riconoscibili, con sviluppi planimetricamente estensivi e articolati. La maggior parte delle strutture sanatoriali in Europa sono esempi di una progettualità accurata e di una costruttività che voleva e sapeva unire, al significato civile del progetto, quello della ricerca estetica e dell’architettura. L’evoluzione costruttiva dei sanatori - prima nel periodo di fine Ottocento, con la concezione dei sanatori marittimi per i bambini, delle strutture flottanti, del modello americano del dottor Trudeau, del sanatorio individuale, del sistema a padiglioni, del modello svizzero-tedesco – si è manifestata in alcune delle architetture più rappresentative del moderno, come il Sanatorio di Purkersdorf a Vienna di Josef Hoffmann il sanatorio di Paimio in Finlandia di Alvar Aalto, lo Zonnenstraal, letteralmente “raggio di sole”, di Johannes Duiker inaugurato nel 1928 ad Hilversum in Olanda. Il primo sanatorio tubercolare del mondo fu aperto nel 1859 dal tisiologo tedesco Hermman Brehmer a Gobersdorf, e subito questa pratica fu adottata ed incrementata dalle istituzioni elvetiche. In quel periodo gli svizzeri crearono sanatori sul modello di grandi alberghi. In effetti in Svizzera vi erano architetti specializzati nelle progettazione sia di alberghi che di sanatori, come Otto W. Pfleghard e Max Hafeli, Gaudenz Issler, Otto Schafer e Martin Risch. Il criterio dell’architettura sanatoriale consisteva comunemente in un esposizione a mezzogiorno, prevedeva molti balconi collegati ad ogni camera, una lunga sala comune dove ospitare sedie a sdraio in comune (LiegeHalle) e un aterrazza come spazio comune, dove ugualmente venivano sistemate delle file di sedie a sdraio, La cura delle sdraio, la Liegekur fu inventata dal medico tedesco Karl Turban (18561935) Contemporaneamente al diffondersi delle strutture evolvono sia le metodologie terapeutiche sia le concezioni tipologiche e compositive dei sanatori. Si sperimentarono edifici girevoli, attraverso meccanismi utili a consentire sempre un’esposizione delle facciate captanti al miglior soleggiamento; tramonta l’utilizzo della tipologia a padiglioni, sostituita da modelli collettivi e lineari o, meglio ancora, da modelli che consentivano una minor dispersione nella disposizione dei servizi e del personale addetto. Si diffuse l’individualizzazione delle camere di cura; furono elaborate e adottate espressioni formali evolute, verificati e migliorati i criteri di funzionalità e di adattamento ambientale. Questa attenzione alla concezione, alla composizione e alla forma del sanatorio portò a contaminazioni progettuali che influenzarono le nuove visioni dell’architettura del Movimento Moderno. Proprio da ciò scaturirono nuovi impianti tipologici per gli alberghi della villeggiatura, gli ospedali, per le abitazioni stesse. L’utilizzo del cemento armato permise di realizzare elementi innovativi, come i balconi in aggetto delle verande, le sale di ampia capienza, la successione di terrazze e balconi. Gli interni dovevano favorire la perfetta igiene ed erano dunque molto semplici: muri lisci, metallo, linoleum, grès ceramica, facili da disinfettare, furono ampiamente utilizzati. All’esterno, gli edifici presentano la stessa sobrietà: le pareti sono ritmate da linee dritte o curve, che giocano con la luce e l’ombra. L’Italia era considerata dagli inglesi come un paese adatto alla cura della tisi, grazie al suo clima, ma fino al 1903 non ebbe alcun sanatorio tubercolare, solo alla fine dell’ottocento nacque l’idea di costruire dei sanatori in Italia, non per i borghesi inglesi ma per le fasce popolari italiane. Il medico Ausonio Zubiani creò il primo sanatorio in Italia, La Pineta di Sortenna, vicino a Sondalo, in provincia di Sondrio, fu costruito tra il 1902 e il 1903 come un sanatorio di lusso sul modello svizzero: nel 1904 sorse a Gerbido, in provincia di Torino, il sanatorio della regia Opera San Luigi per poveri malati: il complesso era composto da un grande giardino, da una LiegeHalle, da una capella e da una piccola biblioteca Negli anni tra il 1903 ed il 1905 fu costruito il sanatorio del Gottardo, sul confine italiano, nell alta leventina in Svizzera, a 1170 mt d’altezza, su disegno dell’architetto Diego Brioschi in stile liberty. Nel 1910 a Praromaso, sempre in provincia di Sondrio fu aperto il Sanatorio Umberto I, fu il primo sanatorio popolare d’Italia per classi medie con 51 camere da letto e 130 posti letto, e una lunga Liegehalle esposta a sud al piano terreno; fu progettato dagli architetti Giovanni Giachi e Diego Brioschi. In Italia Meridionale a Catania nel 1912 sorse il sanatorio di Rindore, fu costruito in cemento armato sul disegno dell’architetto Francesco Fichera, e aveva la forma di una modesta villetta. Nel 1929 L’Opera nazionale invalidi di guerra costruì il primo sanatorio in montagna del centro-sud Italia, il Sanatorio Vittorio Emanuele III sull’Aspromonte in Calabria, fu di tipo popolare situato a circa 1200 metri di altezza ed a 40 kilometri dalla stazione ferroviaria di Gioia Tauro. In Italia dunque la maggior parte dei sanatori italiani era ospitata in strutture piccole e modeste. Avevano meno di tre piani eogni camera conteneva da due a sei letti. Seguivano quindi più il modello ospedaliero e non il modello del grand hôtel, a cinque o sei piani strutturati su camere singole, che tanta fortuna aveva portato ai sanatori svizzeri, i quali, con gli spazi comuni attrezzati avevano attirato una clientela ricca da tutta Europa. Nel secondo dopoguerra venne a scemare la validità del sanatorio come struttura efficacemente curativa, e si tenta di motivare oggi le ragioni di una patrimonializzazione delle manifatture edilizie. Il recupero può avvenire attraverso programmi di riconversione per altre terapie ospedaliere e l’auspicio riguarda comunque non la loro museificazione, ma interventi di creatività progettuale, che tengano conto delle originalità costruttive e della capacità di quegli edifici di rapportarsi alla natura, all’ambiente e di svolgere egregiamente il ruolo originario di condensatori sociali. Il sanatorio “Galateo”di Lecce fu costituito dall’Istituto Nazionale fascista, è infatti del 1928 la legge 1132 istituisce l’assicurazione antitubercolare obbligatoria per i lavoratori dipendenti. La costruzione venne iniziata nel 1933 secondo il modello costruttivo e funzionale messo a punto durante il ventennio. L’edificio di 5 piani con un estensione di 3600 mq ed un volume di 55 mila mc fu realizzato in cemento armato con muratura di tufo, si inserisce in un giardino di pini e palme e varie essenze. Il piano seminterrato accessibile ed areato era destinato ai servizi generali come i magazzini, la centrale termica, e la trasformazione elettrica. Si legge nella rivista annuale «Il Salento, Rassegna annuale della vita e del pensiero salentino», VIII (1934): “Il pianterreno è destinato all’accettazione dei malati, con sale di visita medica, radiologia ed uffici di direzione; comprendeva due grandi refettori, e nell’ala sud le infermerie che affacciavano sul Parco antistante di circa 9mila mq. Nel corpo a nord del primo piano verranno compresi gli alloggi per gli assistenti sanitari, un Gabinetto di otorinolaringoiatria, una camera per i medici, le chiesa la sala operatoria, mentre quello al sud verrà destinato come il pianterreno. Nel secondo piano lato nord vi saranno gli alloggi per le suore con i servizi annessi, i laboratori maschili e femminili, rimanendo la parte sud distribuita come al pianterreno. Infine tutta la sopraelevazione costituirà un reparto riservato ai bambini ed agli ammalati non infetti” La spesa totale per la costruzione dell’edificio fu di 8 milioni di lire, i lavori furono diretti da un giovane ingegnere di Lecce Oronzo Pellegrino, che aveva già diretto la costruzione dell’ospedale di Gallipoli, la ditta appaltatrice ed esecutrice fu la ditta dell’ing.Nervi e Nebbiosi di Roma. Negli anni 60 il progressi nella terapia farmacologia riducono i tempi della cura ed i grandi sanatori diventano mano a mano strutture inutili, a partire dagli anni 80 si pone il problema di queste edifici. Il Sanatorio di Lecce è rimasto in funzione fino a metà degli anni 90, in seguito il tempo ed alcune operazioni vandaliche hanno reso la struttura obsoleta. GLI ELEMENTI DEL PROGETTO Stato di fatto, obiettivi e linee di intervento L'area del lotto in cui è ubicato l'edificio è costituita da quattro sistemi spaziali connessi e destinati ad accogliere diverse funzioni: 1. il piazzale antistante l'edificio a nord composto da due giardini laterali e lo spazio aperto in asse con l'entrata principale dell'edificio (circa 12500 mq) pensato come piazza pubblica in diretta connessione con il resto della città; 2. l'edificio composto da quattro piani fuori terra e un piano seminterrato (circa 12080 mq di superficie lorda e 3790 mq di superficie delle terrazze) destinato ad accogliere l'apparato amministrativo e la presidenza della Provincia di Lecce. L'edificio si presenta in condizioni di generale degrado per il quale occorre un puntuale rilievo e valutazione degli aspetti strutturali, impiantistici e funzionali; 3. la pineta a sud che la Provincia cederà in comodato d'uso al Comune di Lecce, destinata a parco pubblico (circa 19800 mq) con la presenza di un edificio, ex abitazione del direttore dell'exospedale “A. Galateo”; 4. un'area incolta pertinenza dell'ex abitazione del direttore destinata ad ospitare il parcheggio interrato coperto da una piazza verde ad uso pubblico (circa 9100 mq di superficie da moltiplicare per il numero di piani interrati da prevedere). Obiettivi e interventi Il progetto che l'Amministrazione provinciale porterà avanti nei prossimi anni fonderà le proprie basi su quattro principi e indirizzi di riqualificazione: 1. Amministrativa Accorpare le sedi amministrative e gli uffici provinciali ospitati attualmente in diverse sedi dislocate nella città, è un importante passo verso la razionalizzazione dell'efficienza amministrativa della Provincia di Lecce. Attualmente la Provincia conta 7 sedi che ospitano vari uffici provinciali oltre alla sede di Palazzo dei Celestini e il Museo Provinciale. Nel prossimo futuro le sedi saranno accorpate nell'ex-Galateo in modo da arrivare ad avere una sola sede amministrativa e per uffici oltre al Palazzo dei Celestini, sede del Consiglio provinciale, al Museo Provinciale e la nuova acquisizione del Convitto Palmieri, polo culturale e sede della biblioteca provinciale Bernardini. I vantaggi di questa operazione avranno ricadute evidenti sullo snellimento delle pratiche amministrative con benefici per i cittadini e per gli stessi dipendenti della pubblica amministrazione oltre che minori costi di gestione dell'apparato amministrativo e degli immobili di proprietà della Provincia di Lecce. 2. Sociale L'inserimento di una nuova struttura pubblica è l'occasione per donare alla città un nuovo punto di riferimento collettivo. Questo obbiettivo è ancor più incisivo in un'area della città, quale la zona di via di Leuca, che presenta elementi di degrado sociale dovuti alla mancanza di punti di riferimento istituzionali, e di attrezzature collettive come il verde pubblico. Il parco che il Comune di Lecce gestirà in comodato d'uso trentennale, in relazione con gli spazi esterni della Provincia sarà punto di riferimento collettivo per i residenti e per i cittadini e luogo di attrazione per eventi e manifestazioni pubbliche. È auspicabile un processo di coinvolgimento degli abitanti per la definizione dei modi d'uso del parco e le modalità di gestione. 3. Urbana La riqualificazione dell'ex Ospedale Galateo e dell'area circostante è l'occasione per ipotizzare un nuovo sistema urbano. La posizione dell'edificio nella struttura urbana è strategica per la facile accessibilità dalla tangenziale e dalla circonvallazione, fattore essenziale per il collegamento fisico con il territorio della provincia. Inoltre lo scenario urbano nel quale la nuova sede della Provincia potrebbe essere inserita è stato immaginato come una complessa quanto chiara concatenazione di spazi pubblici che dall'ex-Galateo permetterebbe di arrivare fino al centro storico e alla sede del Consiglio provinciale presso il Palazzo dei Celestini. L'asse immaginato come struttura verde e prevalentemente pedonale, partendo dal nuovo Palazzo provinciale, attraverso Via Forlanini, integrata con il sistema degli spazi aperti dell'ex Ospedale Vito Fazzi ed ex-Opis, porta a Piazza Bottazzi e a Via XX Settembre, vera e propria penetrante verde verso il centro della città, attraverso Viale Otranto, il monumento ai caduti, viale Lo Re e Porta S. Biagio. Questo tipo di struttura urbana si integrerebbe con il sistema delle piste ciclabili e i percorsi pedonali attualmente in fase di costruzione e risistemazione e il nuovo parcheggio interrato previsto a sud del parco. Si tratta di una proiezione futuribile utile a far comprendere quanto l'apertura alla città di strutture attualmente chiuse da recinti possa cambiare il volto pubblico di Lecce secondo un sistema di spazi che possano dialogare spazialmente e funzionalmente tra loro. Il superamento della circonvallazione tra l'ex-Galateo e la città a nord verrà garantito da un attraversamento a raso controllato e ripensato come continuazione della pavimentazione del piazzale di ingresso all'ex-Sanatorio che non presenterà alcuna barriera visuale attorno a sé. Anche le strade perimetrali saranno ripavimentate e ridisegnate secondo una nuova orditura. In questo modo il progetto di risistemazione degli spazi attorno all'ex-Galateo contribuirà a far percepire l'area come un unico comparto e un insieme coerente aperto e in continuità con il sistema di ingresso alla città. Questo sistema garantirà il controllo della velocità dei veicoli e la protezione di chi attraverserà il viale. 4. Architettonica Il futuro Palazzo della Provincia sarà frutto di un operazione di recupero dell'edificio che un tempo ospitava il Sanatorio antitubercolare. In linea generale ci sono due atteggiamenti progettuali tesi ad affrontare due problematiche: • la trasformazione di un luogo legato alla sofferenza in un luogo a spiccata vocazione pubblica e positiva amministrazione del territorio; • la complessità volumetrica dell'edificio che presenta due affacci principali a nord e a sud. Le due questioni progettuali sono state affrontate reinterpretando architettonicamente le relazioni dell'edificio con il parco a sud e con la piazza antistante a nord e quindi con il resto del sistema ipotizzato al punto precedente. In generale sono quattro gli interventi architettonici che aiuteranno a perseguire questi obbiettivi: • recupero del fronte principale a nord dell'ex-Sanatorio, immagine dell'istituzione pubblica (piano terra, e doppio fronte); • abbattimento del recinto, completa apertura dell'area verso la città e rifacimento della piazza antistante l'edificio pensata come collegamento con il sistema degli spazi pubblici descritti al punto 1; • trasformazione dell'attuale seminterrato e del piano rialzato dell'edificio da interpretare come sistema di spazi direttamente connessi con la piazza nord e il parco a sud. In questo modo l'edificio sarà percepito come attraversabile e dunque spazialmente pubblico; • ripulitura dalle superfetazioni del fronte a sud e inserimento di un dispositivo di accesso al piano terra che amplifichi e renda funzionalmente efficace il rapporto spaziale e visivo diretto tra interno dell'edificio e spazi adiacenti al futuro parco pubblico comunale • inserimento di un parcheggio interrato nella zona a sud del parco, inteso come parcheggio scambiatore, utile ai dipendenti e utenti dell'amministrazione provinciale, agli utenti del parco e più in generale ai cittadini residenti e non che potranno accedere attraverso il parcheggio al sistema urbano descritto al punto 1. 5. Paesaggistica Il parco dell’ex ospedale Galateo a Lecce per la sua estensione, posizione all’interno del centro urbano e soprattutto per la sua connotazione storico-paesaggistica costituisce sicuramente un’occasione importante per la città di riappropriarsi di un patrimonio ambientale e storico che allo stato attuale presenta evidenti condizioni di degrado ed abbandono. Se ormai è indiscutibile l’importanza delle aree verdi e di parchi pubblici all’interno dei centri abitati per garantire quelle condizioni di vivibilità e salubrità della vita nelle città e per garantire le attività di tipo ludico-ricreativo, non bisogna tralasciare l’importanza culturale e storica che i giardini e i parchi esprimono al pari degli edifici. La Convenzione Europea sul Paesaggio e le carte ed i trattati sul restauro dei giardini storici testimoniano come a livello istituzionale si stia intervenendo per tutelare il patrimonio ambientale e paesaggistico europeo e non solo. Il futuro riutilizzo del parco dell’ex ospedale Galateo ad uso pubblico, che la Provincia di Lecce concederà in comodato d'uso al Comune di Lecce, manifesta un chiaro messaggio di adesione verso le politiche del verde, occasioni di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale salentino. RIFERIMENTI CATASTALI L’immobile denominato “ex Presidio Ospedaliero A. Galateo” è individuato nel NCEU del Comune di Lecce al foglio 240, part.lla 62 con una consistenza di 51.798 mc . La superficie complessiva del lotto è pari a circa 33.275 mq. INQUADRAMENTO URBANISTICO Il complesso immobiliare e l’area verde di pertinenza sono individuati dallo strumento urbanistico comunale vigente (PRG) come Zona F.26 “Attrezzature sanitarie ospedaliere” (Art. 102 N.T.A.). Sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, risanamento igienico edilizio, ristrutturazione. L’area è sottoposta alla definizione di uno strumento urbanistico attuativo. Tuttavia dato il futuro cambio di destinazione, l’area dovrà essere oggetto di variante al Piano. SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA Il costo di trasformazione (ristrutturazione ad uffici e utilizzo del piano interrato e piano terra ad attività terziarie) può essere determinato per via parametrica assumendo a base dei calcoli valori tratti da fonti bibliografiche e casi analoghi ed assumendo un costo unitario di costruzione pari a 1.019,00 €./mq. Il costo delle opere per l’adeguamento del complesso è stato pertanto stimato in €.12.031.537,87 (comprendendo terrazze, balconi e sistemazioni esterne) a cui occorre aggiungere le spese generali (15% costi di costruzione) pari ad €.1.804.730,68 per un totale di €.13.836.268,55. Per determinare il costo dell’acquisizione dell’immobile occorre considerare che l’alienazione dei beni patrimoniali delle AASSLL della Regione Puglia è disciplinata dagli artt. 54 e seguenti della L.R. 30 dicembre 1994 n.38 “Norme sull’assetto programmatico, contabile, gestionale e di controllo delle Unità sanitarie locali in attuazione del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n.502” vigente. In particolare l’art. 56 - Valori degli elementi del patrimonio iniziale - al comma 2, ha sancito che i beni immobili appartenenti alle AASSLL sono valutati secondo i criteri stabiliti dalle vigenti disposizioni in tema di Imposta Comunale sugli Immobili (ICI). Considerato che il valore del complesso immobiliare dell’ex Galateo ai fini del calcolo dell’ICI è determinato sulla rendita catastale applicando a quest’ultima un coefficiente di moltiplicazione che può variare, per il Comune di Lecce, da 105 a 126, il prezzo di vendita del bene determinato secondo quanto disposto dal richiamato art. 56 della L.R. n.38/94, varia da un minimo di € 6.460.466,25 ad un massimo di € 7.752.559,50. L’intervento presenta quindi un fabbisogno finanziario complessivo pari a 21.588.828,05 euro (assumendo il valore massimo del prezzo di vendita del bene come sopra determinato). Le coperture finanziarie necessarie a realizzare il progetto sono così individuate: - €.6.000.000,00 stanziati sul Cap. 50954 “Acquisto e ristrutturazione ex Galateo da adibire a nuova sede della Provincia (BOP)” del corrente esercizio di bilancio; - €.6.045.177,00 dall’alienazione/permuta* del palazzo per uffici di viale Rossini in Lecce (ex Provveditorato); - €.7.169.448,00 dall’alienazione/permuta* del palazzo per uffici di via Salomi in Lecce (uffici provinciali); Totale 19.214.625,00 di euro. La differenza tra il fabbisogno finanziario complessivo e le coperture già attivabili, pari ad €.2.374.203,05, può essere recuperata attraverso un’operazione di finanza di progetto che riguardi in particolare le attività terziarie suscettibili di interesse economico poste al p.t. e al piano seminterrato. IL PARCO DELL’EX OSPEDALE GALATEO Brevi considerazioni per una nuova visione del giardino storico Il parco dell’ex ospedale Galateo, pur non sottoposto a vincoli di tutela, è sicuramente una testimonianza storica dell’arte del giardino del territorio salentino, la sua importanza è soprattutto legata allo stretto rapporto visivo tra architettura e natura. Il parco dell’ex ospedale, infatti, dimostra come sin dagli anni ’30 dello scorso secolo, il ruolo positivo del contatto fisico tra uomo e natura, ma anche il rapporto visivo tra interno dell’edificio e visuali sul giardino fosse un dato acquisito nella progettazione architettonica e degli spazi aperti e in questo caso legato strettamente ai principi * * l’attuale codice dei contratti pubblici consente l’appalto di lavori congiunto al trasferimento di beni immobili della medicina antitubercolare. Se non si può affrontare in questa relazione il tema del restauro del parco ed i termini in cui esso potrà essere effettuato alla luce dell’uso pubblico del giardino e delle risorse economiche e gestionali disponibili, è necessario ribadire che il futuro ripristino paesaggistico ed architettonico del parco rappresenta un’occasione importante per il governo della Provincia e della Città per restituire ai suoi cittadini un’area verde di notevoli dimensioni in un quartiere privo di spazi per la socializzazione e le attività all’aperto. Uso pubblico del giardino storico La risposta alla pressante domanda di spazi verdi atti a soddisfare l’esigenza di miglioramento della confortevolezza e salubrità delle proprie condizioni di vita è una delle problematiche più serie da affrontare da parte delle pubbliche amministrazioni. L'inadeguata pianificazione urbanistica e l’uso irrazionale degli spazi pubblici hanno provocato la crescita di agglomerati urbani caratterizzati dalla presenza di limitatissime aree per il verde pubblico e per l’appagamento delle esigenze ricreative all’aperto. Tant'è che in molte città d’Italia, un esempio per tutte la capitale, risorse sostitutive sono stati gli spazi a verde sorti originariamente per uso privato e limitato alla fruizione di pochi, poi convertiti in giardini pubblici destinati all’uso di un numero di persone molto maggiore. L’uso pubblico di un giardino storico comporta la complicazione e l’aggravio delle problematiche di conservazione, manutenzione e gestione che sono già di difficile soluzione in un giardino di impianto attuale, sorto secondo le moderne soluzioni progettuali tese a limitare al massimo gli oneri manutentivi e gestionali. I giardini storici aperti al pubblico vivono così una duplice contraddizione: se da un lato si interviene per una tutela e valorizzazione degli impianti storici, dall’altro si è allargata la domanda di spazi verdi per la fruizione pubblica. Nel caso specifico del parco dell’ex ospedale Galateo si prospetta la conversione di spazi un tempo dedicati al passeggio e alla cura, in un parco pubblico contemporaneo, con modalità di fruizione e di fruitori diversi dal passato. Il parco della Provincia tra restauro e nuove esigenze di fruizione Un intervento di valorizzazione paesaggistica del parco dell’ex-Ospedale Galateo richiede una seria valutazione sul metodo da adottare nella scelta delle future azioni progettuali. La natura effimera del giardino, dovuta alla peculiare materia di cui si compone, fa sì che l'applicazione delle tecnologie di restauro non risulti essere definibile da regole che siano valide ed applicabili alle più diverse situazioni e problematiche che si devono affrontare in un programma di restauro. Per il fatto di essere costituita da specie vegetali inevitabilmente sottoposte ad un dinamico ciclo di vita e morte, è evidente come periodicamente, ad intervalli di tempo più o meno lunghi, la materia costitutiva dei giardini debba essere sostituita e rinnovata. È proprio questa sostituzione, che comporta l'insorgere di difficoltà decisionali su come effettuare le scelte più adeguate per la perpetuazione del valore artistico e storico del giardino unite all'esigenza di fruizione libera del parco. Diverse sono state le linee seguite nel restauro dei giardini nei diversi paesi europei, ma bisogna comunque riconoscere che difficile è arrivare a definire un’unità di metodo valida per ogni situazione. Al contrario ogni caso di restauro presenta le sue peculiarità e specificità territoriali tanto che le scelte da fare vanno eseguite in funzione, sia delle necessità di perpetuazione e conservazione, ma innegabilmente anche in funzione della destinazione futura del giardino e delle risorse economiche a disposizione per effettuare le opere programmate. Analisi preliminari Il punto di partenza per una corretta esecuzione di un programma di interventi è la conoscenza complessiva del sito su cui si deve intervenire; essa si ottiene tramite una serie di analisi e ricerche finalizzate all'ottenimento di dati che possano guidare i progettisti nella scelta delle tecniche più adeguate e dei materiali più idonei al raggiungimento degli scopi prefissati. Risulta quindi indispensabile, durante il restauro, la cooperazione di tecnici di diversa base culturale che integrino le loro capacità nell'interesse del giardino da restaurare. Non esistendo un quadro metodologico che abbia valenza generalizzabile ed estensibile alle diverse situazioni elencherò l'insieme delle analisi preliminari da effettuare quando ci si accinga all'elaborazione di un progetto di restauro, esse sono: - analisi storica - analisi ambientale e climatica - analisi urbanistico-ecologica - analisi tassonomica (rilievo della vegetazione e suo inventario) - analisi architettonica e morfologica - analisi fito-patologica Descrizione generale dello stato attuale del parco Il parco, la cui estensione è di circa 4 ettari, presenta un’entrata principale costituita da due aiuole circolari con due esemplari di Palme delle canarie (Phoenix canariensis) che introducono l’edificio dell’ex Ospedale Galateo improntato su un disposizione simmetrica rispetto al monumentale ingresso principale. Due giardini laterali si aprono nella parte anteriore dell’edificio, organizzati in trame geometriche ed organizzati simmetricamente ad assi longitudinali, essi lasciano immaginare, pur nel notevole stato di degrado attuale, lo splendore di un tempo di un giardino formale ricco di specie esotiche (palme, yucche, araucarie) ed arbusti ed alberature tipici della vegetazione mediterranea (Pini, cipressi, viburni, oleandri, pittospori). Dalla facciata posteriore dell’edificio prende inizio un lungo viale che come un asse longitudinale percorre l’intera estensione del parco fino a raggiungere uno spazio attualmente incolto e futura sede del parcheggio interrato e piazza sovrastante, tale asse costituisce un elemento di grande effetto prospettico e si presenta come una sorta di divisorio ai cui lati, quasi in maniera speculare, si alternano nella parte iniziale aiuole geometriche di varia forma accanto alle quali si infittisce una trama di vialetti dalle dimensioni regolari ed uniformi, con due assi diagonali principali che costituiscono anche dei punti di particolare importanza per il rapporto visivo tra parco ed edificio. L’organizzazione dell’impianto richiama elementi del giardino all’italiana, per la geometrica e simmetrica distribuzione degli spazi, ma l’organizzazione delle specie vegetali, presenti in un alternarsi di forme e portamenti diversi suggeriscono un’influenza romantica-paesaggistica tanto che è impossibile attribuire uno stile definito al giardino, più correttamente si può parlare di eclettismo o stile eclettico del giardino che fa eco all’eclettismo tanto diffuso nell’architettura salentina del periodo e soprattutto di fine Ottocento, tuttavia è importante sottolineare anche la monumentalità delle proporzioni dei viali in relazione a quella dell’edificio, si percepisce immediatamente il continuum esistente tra natura e costruito e la razionale suddivisione del parco nel suo rapporto con le diverse ali dell’edificio. Considerazioni progettuali preliminari Le indicazioni progettuali mirano alla conservazione dell’assetto del giardino nella sua evoluzione storica ed originario impianto formale, ma allo stesso tempo interpretano in chiave contemporanea le esigenze dei nuovi fruitori del parco e la nuova destinazione d’uso dell’edificio. Il parco pur mantenendo un'immagine unitaria dal punto di vista della composizione della vegetazione e dei materiali usati per il ripristino delle cordolature, aiuole e percorsi, sarà suddiviso in aree, nella forma più opportuna per evitare discontinuità visiva ed evitando recinzioni, in maniera tale che la destinazione a parco pubblico e la funzione di giardino di rappresentanza per gli uffici della Provincia non creino conflitti d’uso tra chi userà il parco come spazio dedicato alle attività ricreative nel verde e chi beneficerà del giardino durante un break della giornata lavorativa o durante un evento o meeting organizzato dall'Istituzione provinciale. Particolare attenzione deve essere rivolta alla scelta dei materiali da utilizzare per le aree pavimentate e le cordolature delle aiuole, essi dovranno esprimere al pari della vegetazione un’immagine coerente all’assetto complessivo dell’edificio. Il sistema di illuminazione e lo studio di un adeguato arredo urbano (panchine, sedute, gazebo, pergole, aree a parco giochi) possono aggiungere un messaggio contemporaneo al parco, quindi alla sia pur importante azione di conservazione del parco, si dovrà associare un approccio creativo che miri ad arricchire il parco stesso di elementi che lo rendano un parco speciale per la città e non solo destinato a chi vive nelle zone limitrofe. L’inserimento di opere di land-art, sculture, spazi dedicati a concerti di musica e mostre di arte contemporanea all’aperto, possono generare delle opportunità per creare quelle forme di autofinanziamento che potranno contribuire alla gestione e manutenzione del parco stesso. Il giardino d’ingresso al palazzo assumerà la configurazione di vero e proprio giardino di rappresentanza per la Provincia, qui gli interventi di restauro e ripristino dei tracciati e percorsi sarà più incline ad un approccio di tipo conservativo tramite un attenta indagine storico-architettonica ed un’analisi della vegetazione esistente. Si introdurranno nuovamente quelle specie vegetali tipiche dell’impianto originario, ma questo anche in funzione delle reali disponibilità economiche per la gestione e manutenzione futura del giardino. La fruizione di questa parte del parco potrà essere di tipo pubblico, ma sottoposta a determinate regole in maniera tale che chi contempla, legge e passeggia nel giardino non interferisca con le attività lavorative degli uffici. Il giardino che si apre sul lato posteriore dell’edificio sarà dedicato alla funzione di parco pubblico vero e proprio, in questa parte del parco gli interventi proposti saranno rivolti ad un restauro dell’assetto planimetrico storico con il ripristino degli assi prospettici esistenti e dei viali alberati, ma necessariamente si dovrà riconsiderare l’impianto del giardino in chiave contemporanea, in maniera tale da introdurre delle funzioni adatte ad un parco pubblico. Nel rispetto dell’assetto geometrico e formale del giardino nella sua immagine complessiva, si potranno introdurre nuovi percorsi ed aiuole e soprattutto dei giardini tematici, con temi legati al paesaggio della provincia di Lecce in maniera tale da creare una relazione culturale tra la sede della Provincia ed il suo parco. Nella zona in cui è previsto il parcheggio sotterraneo con relativa piazza-giardino pubblica sovrastante, si potranno inserire quelle funzioni più legate ad una fruizione di tipo più intensivo, quali attività sportive, parchi gioco, teatro all’aperto, parcheggi per biciclette, facendo attenzione tuttavia a collegare il parco con la piazza in maniera tale che la transizione non sia troppo marcata, la piazza dovrà avere un’immagine coerente con il parco, questo aspetto dovrà essere studiato e risolto con l’introduzione di alberi e giardini pensili. Infine si dovranno studiare attentamente gli accessi al parco, sia in funzione dei collegamenti con il quartiere e gli spazi pubblici circostanti, sia in funzione dell’accessibilità al parco attraverso i mezzi di trasporto pubblico. Considerazioni sullo stato di conservazione della vegetazione Per quanto riguarda il complessivo stato di conservazione della vegetazione, particolarmente precaria è la condizione degli esemplari arbustivi ed arborei più vecchi, essi hanno raggiunto uno stadio di senescenza, molti risentono inoltre di cattivi interventi di potatura, che ne hanno compromesso lo stato fitosanitario, e della competizione con specie invadenti; molti alberi, soprattutto i pini d’Aleppo (Pinus halepensis), sono già morti ed altri si trovano in situazione di forte degrado. È necessario effettuare un’attenta catalogazione e censimento della vegetazione esistente e valutare le scelte più opportune da fare per ripristinare l’assetto complessivo del giardino, evitando di prendere decisioni di compromesso che non consentano una reale ridefinizione dell’assetto paesaggistico del parco. L’introduzione di specie arboree ed arbustive deve essere studiata con attenzione, sia in funzione della destinazione a parco pubblico del giardino, sia per garantire la conservazione dell’immagine del giardino e le sue valenze storiche. Una corretta scelta delle specie vegetali se è importante ai fini del loro adattamento alle condizioni pedo-climatiche ed ecologiche del sito, allo stesso tempo merita attenzione perché nelle diverse epoche storiche i giardini ed i viali alberati sono stati caratterizzati da alcune specie vegetali, da soluzioni di impianto e composizione che permettono di identificarli anche dal punto di vista stilistico e temporale. Gli interventi di riqualificazione e restauro sono sicuramente necessari; gli alberi presentano notevoli problemi per la loro età, per le difficili condizioni di vita nell’ambiente urbano, e a causa della manutenzione poco puntuale ed improvvisata che ne hanno caratterizzato lo sviluppo stentato negli anni. Molti alberi presentano sicuramente dei problemi di stabilità, sarebbe opportuno accertare attraverso accurate perizie ed analisi strumentali (VTA) la necessità o meno di intervenire con l’abbattimento e la sostituzione del patrimonio arboreo anche per prevenire il rischio di schianto improvviso degli alberi con conseguenze gravissime sull’incolumità dei fruitori del parco. Sicuramente l’introduzione del Pinus halepensis Mill., specie assai utilizzata nel periodo fascista, nelle alberate urbane e nei parchi di Lecce non è stata una scelta felice, a causa delle notevoli dimensioni che la specie raggiunge a maturità e dei difficili interventi di gestione e manutenzione che comporta, ma la scelta adeguata di altre essenze arboree in fase di sostituzione e di un opportuno sesto di impianto, sicuramente potrà garantire la conservazione nel tempo ed un loro assetto ottimale. PROVINCIA DI LECCE Settore Patrimonio e Cultura Dirigente: Ing. Antonio Lepore CONSULENTI Metamor Architetti Associati Arch. Juri Battaglini Arch. Gaetano Fornarelli Arch. Marco Lazzari Arch. Mauro Lazzari Collaboratori Arch. Giandomenico Florio Dott. Gianluca Tramutola Arch. Laura Basco Dott.ssa Monica Alessandra Lupo Piero Andrea Pati