iGuzzini

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Edizione italiana
I. 2011
Editoriale
Cari lettori,
L’Italia festeggia i 150 anni della sua unificazione. Da “espressione geografica”
come la definì all’inizio dell’800 Klemens Wenzel von Metternich, plenipotenziario
dell’Impero Austro-Ungarico, oggi l’Italia è una nazione moderna con un ruolo
significativo nel Mondo. Questo ruolo è stato raggiunto grazie alla sua storia, alla
bellezza del paesaggio, alla sua millenaria cultura e alla grandezza delle produzioni
artistiche che si sono susseguite nei secoli.
Negli ultimi 50 anni l’immagine internazionale del nostro Paese si è diffusa
anche attraverso la capacità creativa e produttiva delle aziende: il Made in Italy.
Oggi, all’estero, Made in Italy significa passione e cultura, rimanda soprattutto
alla bellezza estetica, alla qualità, alla creatività. Questi sono termini associati
alla produzione italiana da oltre il 70% di opinion leaders cinesi e statunitensi,
intervistati per una recente indagine commissionata dal Comitato Leonardo.
Questi termini sono, per molti, associati ai cosiddetti settori tradizionali - il settore
tessile e quello alimentare - ma si sono progressivamente estesi anche a quelli più
moderni, in particolare all’arredamento e al design. Le radici del Made in Italy
affondano profondamente nel nostro Paese. Per scoprirlo occorre conoscere
i territori italiani, le città, i borghi, il “saper fare” e le competenze di tutta la filiera
della rete produttiva. È proprio questo sistema “a rete”, infatti, che caratterizza la
forma produttiva italiana contemporanea che nasce come coordinamento di piccole
imprese, circostanziate ad un territorio specifico.
Il Made in Italy è oggi l’unico sistema produttivo al mondo nel quale il progettista
interviene all’interno di tutti i passaggi del ciclo progettuale: il momento ideativo,
quello produttivo, la distribuzione e, soprattutto, i processi di consumo.
Qualsiasi progettista che collabora con il nostro sistema produttivo, pur provenendo
da paesi diversi dal nostro, una volta che collabora con il nostro sistema, diventa
“italiano”. I progetti internazionali di architettura che abbiamo presentato in questi
13 anni di “Incontroluce” sono esempi del Made In Italy realizzato nel mondo
nel settore in cui opera la nostra azienda.
Adolfo Guzzini
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Incontroluce
Sommario
II
Editoriale
2
Progettazione
Luce italiana per la sede
del Ministero dell’Ambiente Cinese
6
8
Progetti
Rolex Tower
L’illuminazione
di una nuova sede Sanofi Aventis
12
Northbridge Piazza
14
Il Museo Nazionale Germanico
e l’esposizione permanente
“Rinascimento-Barocco-Illuminismo”
18
Negozio Faraone
20
International School
of Zug and Luzern
22
Presentato ufficialmente
il nuovo MACRO
26
The Briggait
28
Una luce biodinamica
per gli affreschi di Villa della Farnesina
32
Museo del Design di Holon
34
La sede del Banco Nacional de España
36
Nuovo negozio Desigual all’Opera
38
Auditorium de La Porta del Parco
42
Lusso per uffici
in Boulevard Saint Germain
44
La sede centrale di Woodland Trust
46
Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs
50
Showroom Domestica
52
Il nuovo edificio Pirelli
54
IBM Software
Executive Briefing Center
58
Cultura dell’azienda
Ron Arad: Restless
60
Anticorpi / Antibodies
Fernando e Humberto Campana
1989-2010
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LED - Lighting Exhibition Design
iGuzzini Danimarca
63
Dean Skira ospite della iGuzzini
Workshop “Luce, arte, tecnologia”
I. 2011
Progettazione
Luce italiana per la sede
del Ministero dell’Ambiente Cinese
Pechino, Cina
1
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L’edificio del 4C ospita il Ministero dell’Ambiente cinese.
Progettato attorno al concetto di sostenibilità nelle sue molteplici accezioni quali:
adattabilità, riconoscibilità, sostenibilità energetica, accessibilità, crea un edificio
che contribuisce alla valorizzazione dell’identità locale. L’adattabilità all’ambiente
e l’inserimento armonioso nel contesto urbano hanno influenzato la sua forma
architettonica. L’edificio, attraverso l’architettura, assume una connotazione estetica
e formale riconoscibile, creando una presenza fortemente identificabile nel paesaggio
urbano della capitale.
La luce rende fortemente riconoscibile l’edificio, rivelando i particolari architettonici.
La facciata nord è caratterizzata dal concetto di chiusura, nato dall’esigenza di
schermare l’edificio dalla viabilità di grande traffico, di proteggerlo dai venti freddi
invernali provenienti da nord, nord-ovest, e dall’esigenza, manifestata dalla committenza, di conferire solennità a questo prospetto.
Tale facciata appare monumentale e compatta. L’architetto Occhiuto ha pensato ad
un grande parallelepipedo, sospeso su un volume vetrato a doppia altezza, disegnato
dalla scansione di pietre di grandi dimensioni e segnato da tagli orizzontali e verticali
che ne denunciano le aperture. La maglia compositiva di base viene interrotta e resa
dinamica dalla presenza di elementi a grande scala: due logge a doppia altezza ed
una loggia ad altezza singola che accentuano il concetto di vuoto, e da un taglio
vetrato (la crash room) che percorre verticalmente tutto l’edificio ed esce fuori dalla
facciata, che rappresenta invece il concetto di pieno.
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Cliente
Ministero dell’Ambiente cinese
Strutture ed impianti
FMi- Favero & Milan ingegneria S.r.l. a.
Progetto architettonico
mOa - Mario Occhiuto Architetture
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione
iGuzzini illuminazione China
Lighting designer
Francesca Storaro
Foto: LV Hengzhong
rendering per gentile concessione Francesca Storaro
ritratto: Rino Malgrande
1. L’edificio 4C illuminato secondo i colori
de “Le Quattro Stagioni”
2. Rendering progettuale “Le Quattro Stagioni”
3. Rendering “La Terra”
3
incontroluce 23
3
Progettazione
Francesca Storaro
Laureata in Architettura dal 2007 è docente
e membro del consiglio direttivo dell’Accademia
della Luce. È membro delle maggiori associazioni
di Lighting Designer: AILD (Associazione Italiana
Lighiting Designer) AIDI, PLDA, (Professional
Lighting Design Association), IALD (International
Association of Lighting Designers). Dal 2009
insegna presso il master FSE di 2° livello per
esperti in illuminotecnica architettonica e artistica
alla Facoltà di Architettura di Venezia.
Sempre dal 2009 la rivista di illuminazione
architettonica internazionale “Mondo Arc” ha inserito
il suo studio tra i 50 studi di Lighting Design più
importanti del mondo. Fra gli interventi più prestigiosi e più recenti ricordiamo soltanto: l’Ideazione
luministica, progetto architettonico, illuminotecnico
e direzione lavori per la Biennale di Venezia,
55° Mostra d’arte Cinematografica, l’illuminazione
di Piazza del Campidoglio a Roma, in occasione
della settimana della moda, il progetto di illuminazione del Palazzo d’Arnolfo a San Giovanni
Valdarno, il progetto per l’illuminazione del Castello
Visconteo e di Piazza Sant’Antonio a Locarno, in
Svizzera, l’illuminazione delle cupole del Correggio
a Parma, l’illuminazione dei Villini delle Fate nel
Quartiere Coppedè a Roma, oltre all’illuminazione
dell’edificio 4C a Pechino, sede del Ministero
dell’Ambiente Cinese e dell’edificio B2 per l’Expo
di Shanghai 2010, ambedue progetti di Mario
Occhiuto Architects. Ha collaborato inoltre con
architetti quali Massimiliano Fuksas, studi d’ingegneria quali Favero & Milan, ed artisti quali
Mario Ceroli, oltre ad aver curato gli allestimenti
di diverse mostre dedicate a Vittorio Storaro.
Luce italiana per la sede
del Ministero dell’Ambiente Cinese
4
Francesca Storaro ha utilizzato per evidenziare questi quattro segni, differenti tonalità
cromatiche ispirandosi alle quattro stagioni come rappresentazione di un ambiente
in divenire evolutivo.
Esse generano dei cambiamenti nell’ambiente, seguendo un processo evolutivo
climatico e cromatico. L’idea luministica è quella di rappresentare quindi l’ambiente
e l’ architettura che lo rappresenta in questo edificio, attraverso le quattro stagioni
e le loro simbologie cromatiche. Le stagioni sono un simbolo del rinnovarsi periodico
della natura e sono strettamente correlate alla tradizione astrologica degli influssi
celesti sul mondo sublunare; scandiscono i ritmi della natura e della vita umana;
esprimono una concezione ciclica del tempo. Nella mitologia greca e romana le divinità
olimpiche corrispondenti alle stagioni erano: Flora per la primavera; Demetra per
l’estate; Dioniso per l’autunno; Saturno per l’inverno. Le stagioni corrispondono anche
ai momenti fondamentali della vita dell’uomo: la nascita (primavera), la maturità
(estate), il declino (autunno) e la morte (inverno).
Le quattro stagioni in Cina invece sono rappresentate da: il crisantemo (autunno),
il pruno (primavera), il pavone (inverno) e il loto (estate).
Francesca Storaro ha pensato di rappresentare attraverso una specifica stagione ogni
segno architettonico.
Ha attribuito quindi alle finestre verticali, che esprimono un processo in movimento,
in crescita, in evoluzione, il valore della Primavera, dell’elemento Aria e l’ha rappresentata con il colore Blu, il colore del pensiero, della liberazione, della sensazione,
dell’intuizione. Le finestre orizzontali rappresentano la stabilità, la linea di terra,
l’orizzonte, o un uomo a riposo, esprimono una forma statica, assimilabile
all’Autunno e all’elemento Terra.
L’Autunno è rappresentato con il colore Arancio, il colore della crescita, dell’amore,
del nucleo familiare, della passione unita al sentimento.
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4. Rendering “La Luna”
5. L’edificio con i colori de “Le Quattro Stagioni”,
da diversa angolazione
5
L’illuminazione di queste finestre orizzontali e verticali è ottenuta grazie a Glim
Cube RGB, curvi nelle finestre orizzontali ed invece lineari per le finestre verticali.
La Crash room è un volume solido che uscendo fuori dalla facciata dell’edificio,
esprime un concetto di pienezza, di prosperità. È stato quindi associato all’Estate,
all’elemento Fuoco e al colore Rosso, simbolo di energia vitale: è il segno del positivo,
dell’impulso, della potenza, della conquista. Ed il rosso è creato da Linealuce RGB.
Le logge sono forme che hanno perso porzioni di volume, sono forme derivanti
da sottrazioni, vuoti che esprimono mancanza, aridità. Sono paragonate quindi
all’Inverno, all’elemento Acqua e al colore Verde, simbolo della conoscenza, del
mistero, del destino; in questo caso gli apparecchi utilizzati sono proiettori Platea
RGB. La sua funzione di edificio governativo ha reso necessario connotare la facciata
denunciandone l’impronta ufficiale e monumentale.
I due elementi di attacco a terra laterali, simbolo di stabilità, e l’elemento di chiusura
triangolare a coronamento dell’edificio, simbolo di solennità, diventano il quinto
elemento, la quintessenza, l’elemento di unione. Sono la somma della concezione
ciclica del tempo, esprimono l’anno, e sono rappresentati dal colore Bianco:
pura luce, colore dei colori in quanto li contiene tutti. Ha sempre rappresentato la
Purezza, il Candore, la Saggezza. È il colore dell’energia.
Essendo le stagioni strettamente correlate alla tradizione astrologica degli influssi
celesti sul mondo sublunare, finito il ciclo delle stagioni, gestito in maniera dinamica,
gli elementi architettonici caratterizzanti l’edificio (finestre orizzontali, finestre
verticali, vuoti e pieno) saranno tutti illuminati dal simbolo della Luna, dal colore
Azzurro, fino alla mezzanotte.
Da mezzanotte all’alba, invece, tali elementi saranno ricondotti al simbolo da cui
tutto l’ambiente nasce, la Terra, simboleggiata dal colore Arancio. La gestione dei
cambi di colore e delle fasi è affidata al Lighting Management System MasterPro.
incontroluce 23
5
Progetti
Rolex Tower
Cliente
Ahmed Seddiqi & Sons
Progetto architettonico
Skidmore, Owings e Merrill -NY office
Lighting Designer
BPI Shangai office - Chiming Lin
Dubai, United Arab Emirates
La prima Rolex Tower in Medio Oriente è stata
svelata a Dubai, alla presenza di un folto
numero di invitati e giornalisti. Il complesso,
dotato di spettacolare facciata in vetro su cui
si riflettono le innumerevoli luci della città,
è firmato dallo studio di architettura Skidmore,
Owings e Merrill. La torre di Dubai ospita 25
piani di appartamenti, compresi due attici,
oltre a 31 livelli di spazi commerciali.
La forma estremamente semplice di un parallelepipedo, sembra ricoperta da un velo grazie
all’uso di un vetro dall’effetto lattiginoso.
Nella parte alta dell’edificio l’opacità cede
il passo invece alla trasparenza con un effetto
che ricorda i pixel delle immagini digitali.
Lo studio di architettura ed il Lighting designer
hanno voluto ricreare durante la notte lo stesso
tipo di effetto pixelato. Dall’accensione dell’edifico,
avvenuta nel febbraio 2010, 800 apparecchi
speciali a LED con accensioni diversificate
piano per piano e gestite dal sistema di controllo,
messi a punto ambedue dalla iGuzzini, ricreano
l’effetto lattiginoso e via via più trasparente verso
l’alto che la torre ha durante il giorno.
L’aspetto notturno inoltre prevede un’accensione
più intensa sulla sommità dell’edificio, con una
sorta di effetto torcia, come se l’edificio fosse
coronato per ricordare il logo Rolex.
All’accensione finale si è arrivati dopo un iter in
cui tre diverse filiali iGuzzini hanno sviluppato
ognuna una parte del complesso progetto.
1
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Turnkey Contractor
DCC -Dubai Contracting Company
Partners Assistance
iGuzzini China
Consulenza per progettazione illuminotecnica
2
iGuzzini Italy
Sviluppo e produzione del prodotto speciale
e del sistema di controllo
iGuzzini ME
Assistenza in cantiere, Mock Up ed installazione
Foto: Oliver Jackson Photography
1. La Rolex Tower nel contesto della città.
Evidente l’effetto torcia voluto per la cima dell’edificio
2.3. Diverse fasi di accensione del prodotto speciale
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incontroluce 23
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Progetti
L’illuminazione di una nuova sede
Sanofi Aventis
Cliente
SOGAM
Agenzia di architettura
Franco Cianfaglione
SCGMA (Société Cianfaglione
Gravereaux Maroun Architectes)
Massy, Francia
1
Questo complesso, inizialmente previsto,
per accogliere 2.500 persone, si trova in
un’area costruita in rue de Paris, una strada
che collega l’autostrada al centro della città
di Massy. Costruito su un’area di quasi 6 ettari,
il progetto risponde alle richieste della città
di Massy: collegare la zona di attività alle zone
residenziali che occupano il centro città, passare
con gradualità dall’urbano al non urbano,
fungere da punto di transizione tra le diverse
funzioni di questa città dell’Essonne.
Al di là di questa richiesta, l’obiettivo era anche
quello di trovare l’equilibrio tra la necessità di
visibilità voluta dagli investitori per questo edificio
di uffici e la necessità di armonia urbana.
Il progetto crea una rottura per le sue dimensioni,
ma si integra perfettamente all’urbanistica
della città.
Per l’edificio sono stati utilizzati gli stessi materiali utilizzati nel settore abitativo: mattoni,
vetro, calcestruzzo. La facciata principale è
un’immensa scatola di vetro e l’edificio diventa
meno chiuso e ripetitivo; man mano che ci si
allontana da essa le altre facciate sono sempre
più disordinate: il mattone, il legno e le aperture
vengono introdotti secondo un ritmo aleatorio.
La creazione di faglie visive larghe 15 m e
l’introduzione di una passerella di vetro sono
l’occasione per ottenere un edificio lungo 250 m,
non ripetitivo o monotono, ma anzi dinamico.
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Ufficio studi
BETHAC
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione France SA
Foto: Didier Boy de la Tour
1. Facciata principale dell’edificio
Installatore
Phibor (gruppo Vinci)
2.3.4. Vista posteriore dell’edificio con le zone verdi
Paesaggista
Emeraude Paysage
Christophe Besson
2
ll luogo vince la scommessa di allontanare
inquinamento acustico e ambientale, per offrire
uno spazio di relax, benessere e incontro.
Questi sono i valori guida del progetto: era fondamentale, per il locatario e l’architetto, mettere
in evidenza la funzionalità delle postazioni di
lavoro (sobrie, chiare, tranquille, riposanti, che
favoriscano la concentrazione, statiche) e il
comfort, il relax, il calore degli spazi fuori dalle
zone di lavoro (curve, colori, vita).
I due trattamenti contrastanti adottati per gli
spazi interni richiamano anche il contrasto esistente fra l’esterno, geometrico, rigido e freddo,
e l’interno, con curve ondeggianti e colorato
dal colore rosso.
Consegnato alla fine del 2009, l’edificio di
39.000 mq accoglie oggi 1.200 dipendenti
dell’azienda Sanofi, locataria dei luoghi.
Il progetto comprende una hall gigantesca dotata
di un pozzo di luce, una caffetteria/ristorante
sovrastata da una vetrata, tre livelli di parcheggio
sotterraneo, un livello di archivi, un giardino paesaggistico, uno spazio per accogliere i visitatori,
un auditorium da 350 posti, sale riunioni con
pareti mobili e anche una palestra e uno spogliatoio. In termini di illuminazione, durante il giorno
tutti gli uffici sono illuminati dalla luce naturale
che entra dalle faglie che corrono dal pavimento
al soffitto. La luce artificiale riprende poi durante
le ore notturne l’effetto della luce naturale.
incontroluce 23
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Progetti
L’illuminazione di una nuova sede
Sanofi Aventis
3
10
3.4. Due particolari architettonici
Gli apparecchi utilizzati negli interni sono Minilaser,
Pixel Plus, Laser, Pixel. L’auditorium è illuminato
da Deep Frame. Le vie interne sono ricoperte
di lamiera rossa, che si avvolgono dalla hall verso
il giardino e sono illuminate da proiettori
MaxiWoody, in alcuni casi anche incassati a terra.
Nella hall oltre ad apparecchi iRoll ci sono
anche apparecchi Le Perroquet a sospensione
e sopra il banco di accoglienza è posizionato
un Le Perroquet a luce indiretta.
Il giardino pubblico comprende numerosi bacini
d’acqua e spazi verdi per una maggiore integrazione dell’edificio con l’ambiente circostante.
In questa area sono utilizzati soprattutto Bliz,
iWay e Pencil. L’area antistante la facciata
principale vetrata è illuminata da apparecchi
Lavinia, su palo, ma anche nella versione
applique applicata su piloni.
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incontroluce 23
11
Progetti
Northbridge Piazza
Client
City of Perth
Urban Designer
City Design
Lighting Designer
WSP Lincolne Scott
Perth, Australia
1
Nel progetto di rivitalizzazione dell’amministrazione di Perth della zona della città dedicata
all’ospitalità con ristoranti ed intrattenimento,
Northbrigde Piazza offre uno spazio aperto dove
le persone possono sedersi e rilassarsi, anche
grazie alla presenza di un maxi schermo a LED,
visibile anche dai negozi e ristoranti adiacenti
alla Piazza. La progettazione dell’illuminazione,
messa a punto da WSP Lincolne Scott è correlata
al senso di sicurezza e di relax che la zona
doveva offrire.
Mondoluce ha offerto il supporto tecnico necessario per individuare il prodotto migliore a creare
un’atmosfera accogliente. I proiettori Woody
sono stati installati su pali per illuminare la
zona erbosa al centro della piazza offrendo un
livello d’illuminazione adeguato e confortevole
per la Piazza ed i suoi visitatori.
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Electrical Contractor
Downer Electrical
Foto: Ron Tan
1. Illuminazione delle strade che conducono alla Piazza
Partners Assistance
Mondoluce
2. Scorcio della Northbridge Piazza
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Progetti
Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione
permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo”
Norimberga, Germania
L’inaugurazione dell’esposizione permanente
intitolata “Rinascimento-Barocco-Illuminismo”
presso il Museo Nazionale Germanico di
Norimberga svoltasi il 17 marzo 2010 ha ufficializzato la conclusione dei lavori di ristrutturazione della galleria risalente agli anni venti del
secolo scorso e tutelata come patrimonio di
interesse storico ed artistico. Al termine di un
periodo di progettazione e costruzione durato
sei anni, il più grande museo di arte e cultura
germanica presenta la parte essenziale delle
sue collezioni in un nuovo splendore.
La nuova esposizione dei tesori risalenti al
periodo dal XVI al XVIII secolo posta al piano
superiore della galleria è stata realizzata applicando criteri museografici all’avanguardia e
seguendo un concetto contenutistico innovativo.
L’arte della prima età moderna, tra cui i capolavori di Albrecht Dürer, Lucas Cranach e Veit
Stoß viene mostrata nel contesto storico-culturale
che le pertiene per favorire una comprensione
integrale della cultura materiale dei secoli scorsi.
L’arco temporale va dalla scoperta del Nuovo
Mondo intorno al 1500 fino al rococò
e all’illuminismo del tardo XVIII secolo.
1
Un migliaio di oggetti esposti, da dipinti a sculture, passando per prodotti tessili, monili e
medaglie fino ad elementi di arredo e strumenti
musicali, danno vita a tre secoli di storia culturale germanica suddivisi in categorie tematiche
come “Pellegrinaggio”, “Riforma” o “Natura e
antichità”.
L’Ufficio Tecnico Comunale Statale di ErlangenNorimberga (Staatliche Bauamt ErlangenNürnberg) è stato incaricato di progettare e realizzare la ristrutturazione della galleria e della
nuova architettura espositiva del piano superiore.
Finalità principale della nuova concezione era
la tutela e l’ottimizzazione del patrimonio
storicamente rilevante: eliminando gli elementi
costruttivi aggiunti nel corso degli anni è così
riemersa la struttura architettonica originaria
dell’edificio. Inoltre, l’intenzione principale dei
progettisti era quella di dare risalto agli elementi
esposti, attribuendo all’architettura espositiva
un mero carattere funzionale.
Un sistema di presentazione strutturalmente unitario conferisce alle 33 sale, in parte estremamente diverse da un punto di vista costruttivo,
il carattere di un unico corpo espositivo.
Anche la progettazione illuminotecnica realizzata
da LichtVision di Berlino si è ispirata a questo
principio di fondo, dando priorità alla migliore
visibilità delle opere esposte, mentre gli apparecchi
dovevano comparire il meno possibile.
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Cliente
Germanisches Nationalmuseum
Nürnberg
Lighting Designer
LichtVision Berlin - Thomas Müller
Progettista
Ufficio Tecnico Comunale Statale
di Erlangen-Norimberga - Jürgen Wolff
e Florian Kutzer
(Staatliches Bauamt Erlangen-Nürnberg)
Foto: Lothar Reichel
1.2. Allestimento delle sale
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH
incontroluce 23
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Progetti
Il Museo Nazionale Germanico
e l’esposizione permanente
“Rinascimento-Barocco-Illuminismo”
3.4. Allestimento delle sale
4
Questo concetto si è concretizzato in soffitti
luminosi a luce diurna e artificiale nelle sale di
grandi dimensioni, integrati da un’illuminazione
d’accento realizzata con l’ausilio di proiettori
Tecnica che sono stati utilizzati anche nei gabinetti
dove essi costituiscono l’illuminazione dominante, contrariamente alle grandi sale dove
conferiscono un effetto di luce diurna. L’utilizzo
di filtri diffondenti speciali consente di realizzare
un passaggio delicato tra i coni di luce e un
effetto armonico sulle pareti espositive.
Per una riproduzione ottimale del colore dei
dipinti sono state utilizzate sorgenti luminose
alogene. L’illuminazione è abbinata ad un sistema
di controllo complesso che garantisce un’intensità
luminosa costante a tutela degli oggetti esposti.
Nelle sale illuminate dall’alto la luce diurna
viene regolata nel tetto tramite apposite lamelle
presenti nell’intercapedine tra le lastre della
vetratura isolante. Sensori luminosi nel sottotetto
e nelle sale delle collezioni misurano l’intensità
luminosa presente e controllano gli impianti di
ombreggiamento e la quantità di luce artificiale
secondo necessità.
incontroluce 23
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Progetti
Negozio Faraone
Cliente
Gioielleria Faraone
Progetto architettonico
ed illuminotecnico
Iosa Ghini Associati
Milano, Italia
1
Il concept della nuova gioielleria milanese di
Faraone in Via Montenapoleone, affidato all’architetto Massimo Iosa Ghini, si ispira a un’idea
di preziosità caratterizzata da segni avvolgenti
che delineano lo spazio e descrivono un’esposizione raffinata ed elegante. Il progetto è stato
guidato dalla ricerca di equilibrio, secondo le
parole dello stesso architetto: “Il segno secco
della pietra tagliata levigata e limpida, il fluido
dell’oro e dei metalli preziosi racchiusi in un
fodero di elegante legno … Occorre metterli
insieme in proporzioni appropriate per ottenere
uno spazio che valorizzi il contenuto e che dia
piacere a tutti i sensi di chi lo vive e lo frequenta”. L’interno dello spazio è stato realizzato
con i materiali della tradizione, dalle finiture
ricercate e scelte con grande attenzione: diversi
legni proposti con sfumature cromatiche tendenti
al grigio, vetri ambrati, metalli ottonati e bronzei,
morbida nappa per le sedute.
Gli ambienti sono racchiusi da moduli di boiserie
in legno modanato, che scandiscono lo spazio.
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Foto: Santi Caleca
1. Vetrine su Via Montenapoleone
2.3. Scorci dell’interno
Le teche espositive in cristallo dalle linee squadrate si intersecano e si compenetrano l’una
con l’altra; gli incastri danno vita a giochi di
luce e sovrapposizioni innovative.
Le pareti perimetrali sono completamente adibite all’esposizione e sviluppate con luminose
teche in cristallo che esaltano il naturale colore
delle pietre; da questi lunghi volumi di luce
ne emergono altri che si protendono verso il
centro dello spazio fino ad incontrare i sinuosi
nastri bronzei. Le sedute sono rivestite in
morbida pelle color cuoio; l’imbottitura è racchiusa in una fascia d’ottone lucidato a mano.
Sul pavimento, una moquette delimita gli spazi
relazionali e di vendita. L’atmosfera è calda
e accogliente.
L’illuminazione consta di tre elementi: le scenografiche sospensioni realizzate su commissione
da un artigiano; l’illuminazione a LED delle
vetrine, specifica per esaltare i gioielli esposti;
gli incassi Deep Minimal ad alogenuri metallici
per integrare ed uniformare il tutto.
La boutique si sviluppa su due piani, collegati
da una scalinata cui fa da schermo un’imponente parete realizzata da molteplici lastre in
vetro colorato, nelle tonalità del giallo ambrato
e del bronzo. Al primo piano, i salottini sono
dedicati ai clienti che preferiscono uno spazio
dedicato e una maggior tranquillità. Cesare
Settepassi, come un vero gioielliere di famiglia
o come un contemporaneo artigiano metropolitano, sarà sempre a disposizione dei clienti e
di coloro che chiederanno il suo consiglio, la
sua visione, la sua opinione; attento e discreto,
sarà tuttavia onnipresente sia presso gli atelier
sia in gioielleria, quale testimone reale di una
storia, di un passato e di un futuro al servizio
di quella “famiglia” che si è allargata a comprendere tutti coloro che manifestano amore
per il bello, stile, buon gusto.
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incontroluce 23
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Progetti
International School
of Zug and Luzern
Committente
Fondazione Don Bosco
Progetto architettonico
ed illuminotecnico
Germann & Achermann AG
Baar, Svizzera
La International School of Zug and Luzern (ISZL)
rappresenta un elemento importante nel territorio
di Baar: circa 1200 studenti provenienti da 50
paesi diversi sono iscritti a questa scuola che
adotta un piano di studi internazionale.
La ISZL si articola complessivamente in 3 sedi:
Baar, Hünenberg e Lucerna.
A Baar, sotto la direzione dello studio di architettura Germann & Achermann è stato progettato e costruito un nuovo edificio adibito a scuola
media. Il corpo centrale è costituito dall’Aula,
una costruzione massiccia per metà interrata.
L’edificio scolastico su tre piani è rappresentato
da una costruzione in legno con una facciata
in vetro e metallo.
L’intera costruzione soddisfa gli standard
Minergie (MINERGIE®) è un’etichetta di qualità
per edifici nuovi e rimodernati. Il marchio è
supportato congiuntamente dal mondo economico svizzero, dai Cantoni e dalla Confederazione).
Ciò comporta anche l’osservanza di requisiti
speciali relativi all’illuminazione. Inoltre si è
dovuto tener conto del fatto che le costruzioni
nuove si suddividono in tre settori di utilizzo
diversi: la “zona generale”, che indica parti
dell’edificio come i corridoi e i vani scala, le
classi e l’Aula. Nella zona generale sono state
utilizzate principalmente lampade del Sistema
Easy dotate di sorgenti luminose fluorescenti
PL-R che, nonostante una potenza ridotta,
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Progettista dell’impianto elettrico
Scherler AG
Foto: Günther Laznia
1. Effetto notturno della illuminazione interna della scuola
Installatore dell’impianto elettrico
Erzinger Eugen AG
Hans Müller AG
2. Illuminazione della sala a doppia altezza,
con effetti scenografici sulle pareti
offrono un rendimento maggiore rispetto alle
sorgenti luminose tradizionali. Ciò consente di
realizzare, con un numero esiguo di lampade, la
potenza luminosa richiesta complessivamente,
adempiendo così in modo ottimale ai requisiti
Minergie.
Nelle classi è stato utilizzato un sistema a luce
regolabile, Mini Light Air, che si adatta automaticamente alle condizioni di luminosità esterna,
fornendo soltanto la quantità di luce necessaria
ad integrazione della luce naturale come requisito indispensabile a garanzia di una condizione
ottimale per l’insegnamento. I Mini Light Air a
sospensione, emettono luce diretta soltanto per
il 70% e luce indiretta per il restante 30%, con
un effetto luminoso decisamente piacevole.
L’aula, che ha una doppia altezza pari a otto
metri, doveva essere dotata di un’illuminazione
in grado di permettere l’allestimento di grandi
manifestazioni, riunioni e rappresentazioni teatrali.
Per questo motivo sono stati utilizzati gli incassi
Reflex che consentono di evitare effetti di abbagliamento, nonostante una potenza luminosa
elevata.
Nell’atrio, infine, l’illuminazione è realizzata con
i Pixel Plus a LED, soddisfacendo, da un lato,
il requisito Minergie in termini di emissione
massima di una determinata potenza per metro
quadrato, e dall’altro, riuscendo a realizzare un
gioco di luci tale da mettere in particolare risalto
l’atrio rispetto agli altri locali.
Complessivamente, si è realizzato così un edificio
della superficie di 4800 mq che rappresenta,
con la sua struttura moderna, un contrasto
stilistico di grande effetto rispetto all’adiacente
chiesa neobarocca.
2
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21
Progetti
Presentato ufficialmente
il nuovo MACRO
Cliente
Città di Roma
Direzione dei lavori
Città di Roma
Direzione del Museo
Luca Massimo Barbero
Roma, Italia
Il 3 dicembre 2010 è stato inaugurato e presentato al pubblico il nuovo MACRO.
Vincitore nel 2001 del concorso internazionale
organizzato a tal fine, il progetto degli architetti
Odile Decq e Benoit Cornette prende la misura
del quartiere e dell’istituzione culturale racchiusa
al suo interno, procedendo per inclusione,
senza dimenticare di aprirsi sulla città per
favorire la diffusione culturale. Ne risulta una
bella meccanica, che gira in tondo nel suo
percorso interiore, si apre in due brecce sulle
vie e sfugge nel cielo in copertura.
Il museo ormai aperto su due vie si presenta
sotto due aspetti contrastanti, l’antico e il nuovo.
L’ingresso abituale avviene sull’asse delle antiche scuderie che danno su via Reggio Emilia,
il cui cortile coperto da una vetrata e le due
ali collegate da gallerie e il sottosuolo costituiscono il primo edificio del museo. Il nuovo
accesso avviene passando sotto la prua vetrata
del nuovo ampliamento, orientata su via Nizza,
piazzetta prolungata di un cortiletto piantato
con ailanti giapponesi e zeppo di sassolini
che porta al cuore del nuovo edificio.
Il suo volume si scopre progressivamente
girando intorno al monolite rosso dell’auditorium (200 posti) che rappresenta il cuore
dell’organismo e attira da tutti i suoi lati, posto
1
22
Progetto architettonico
ed illuminotecnico
Odile DECQ Benoit CORNETTE
architectes urbanistes
Impresa generale
CDG
Impresa generale di finitura
CLM
Foto: Archivio iGuzzini
1. L’atrio con il monolite rosso
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione France
iGuzzini Roma
su un terreno di basalto nero che era usato
anche per il lastricato romano.
La luce filtrata della vetrata zenitale taglia le
ombre della travatura e preserva la penombra.
La vetrata messa a punto insieme a Simone
Prouvé, autrice delle fini tessiture di acciaio
inserite nel vetro stratificato, fa il suo lavoro a
meraviglia, degradando la luce senza imporre
le tenebre. Le alte pareti laterali dipinte di nero
come l’intelaiatura metallica scavano la distanza
con il cielo e racchiudono lo scrigno intorno
al blocco vermiglio.
Al contempo hall di smistamento e foyer centrale, questo alto volume irregolare è cinto da
un mezzanino e percorso da passerelle sospese
di metallo argentato che segnalano il percorso
della visita con delle frecce.
La grande galleria (1200 mq) si sviluppa ad
angolo sotto una struttura di acciaio nero, i cui
archi si dispongono da 8 a 12 metri di altezza.
Sospesa ai suoi archi, una passerella si arrampica dolcemente nel volume in direzione della
terrazza superiore, offrendo al passaggio una
panoramica delle opere installate e termina
sulla terrazza piastrellata di basalto nero al cui
centro troneggia il piano inclinato della vetrata
della hall opportunamente percorsa da una
lama d’acqua rinfrescante, citazione esplicita
2. Alcune delle passerelle sospese viste dall’alto
della fontana che orna qualsiasi piazza degna
di questo nome a Roma. Sul lato di questa
piazza “pensile”, un caffè-ristorante apre i
suoi ombrelloni.
Come prolungamento del mezzanino e sull’asse
di una rampa di scale, la caffetteria, invece,
si installa nella prua, in posizione dominante
sopra l’ingresso, un occhio sulla via e l’altra
sul cortiletto di accesso.
Laccato di rosso, il poliedro irregolare dell’auditorium sorprende con l’interno dello stesso
colore. Satinato all’esterno, brillante all’interno,
illuminato da Linealuce, nascosti nel soffitto
e rivolti verso il relatore.
2
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23
Progetti
Presentato ufficialmente
il nuovo MACRO
3
Il progetto per l’illuminazione del MACRO
è stato messo a punto in stretta collaborazione
fra l’architetto Odile Decq e il direttore del
museo, Luca Massimo Barbero come portavoce
delle esigenze di esposizione e di gestione
degli spazi.
Con la consulenza tecnica della iGuzzini, che
è sponsor tecnico del museo, ma soprattutto
vera e propria azienda partner, sono stati individuati gli apparecchi più adatti per le diverse
esigenze delle varie aree. Nella “Sala Nera”
sono stati utilizzati iPro neri a scarica da
150W per la luce diffusa e proiettori Metro neri
a scarica su binario a sospensione per l’illuminazione delle opere. La “Sala piccola Bianca”
invece è illuminata da Linealuce fluorescenti
bianchi, gestiti da un sistema di controllo, per
la luce diffusa e da proiettori Tecnica alogeni
bianchi per l’illuminazione delle opere; ci sono
anche dei Vela bianchi fluorescenti per l’effetto
wall washer sulle pareti. Negli spazi comuni
sono stati usati Le Perroquet neri con lampada
alogena e Linealuce a fluorescenza neri.
Nella hall che funge da collegamento fra il
vecchio MACRO con nuovo MACRO sono usati
Linealuce a fluorescenza bianchi con sistema
di controllo. Nell’atrio di ingresso sono posizionati degli iRoll 65 a scarica con emissione
up/down. La sala “Art e Video” è illuminata grazie a Deep Minimal gestiti da un sistema di
controllo. Negli esterni sono stati utilizzati degli
incassi a pavimento con Ledplus e per illuminare con luce radente la copertura interna sono stati
usati proiettori Radius a scarica. In virtù del nostro
ruolo di sponsor tecnici la iGuzzini ha anche
messo a disposizione del museo un certo numero
di proiettori Tecnica con lampada alogena e dei
Parallel a scarica per eventuali integrazioni da fare
in occasioni di esposizioni estemporanee.
24
3. La “Sala piccola Bianca”
4.5. Momenti della conferenza stampa
Due domande per Odile Decq
Come nasce il progetto del MACRO?
Il progetto del MACRO è nato dalla città, è la
città che ha fatto nascere il progetto, non solo
perché era il cliente, ma anche perché la città,
la struttura della città, la composizione della
città, l’essenza stessa della città è entrata
dentro il MACRO per creare questo progetto
con la piazza anteriore e la piazza superiore
e tra queste due la passeggiata, il camminamento, il percorso, il che ricalca perfettamente
il modo in cui è costituita la città di Roma.
Di piazza in piazza si passeggia, si cammina.
Per me la città di Roma è proprio questo,
l’essenza stessa della città che è entrata nel
museo stesso. Inoltre la pavimentazione, che
è in basalto, è la stessa che ricopre le strade
di Roma. È quindi la città che è entrata all’interno del museo ed il museo che si è aperto alla
città.
4
Qui dentro c’é molta luce, come avete ragionato
in termini di luce tra luce artificiale, luce naturale?
Oggigiorno i musei, in particolare i musei d’arte
contemporanea hanno bisogno di luce naturale,
era quindi necessario che ovunque nel museo
la luce naturale riuscisse ad entrare facilmente.
Ecco perché nelle sale adibite alle esposizioni
troviamo questa grande vetrata.
Al contempo è però necessario proteggere da
troppa luce naturale quando un artista desidera
lavorare in un tempo più artificiale, o quando
cala la sera. Ecco perché è necessaria anche
la luce artificiale che permette di illuminare lo
spazio nella sua totalità, illuminare in particolare le sale espositive per permettere a colui
che espone di poter focalizzare l’attenzione su
un punto o meno, in funzione di ciò che desidera maggiormente. Invece qui nel foyer è
diverso: qui ci troviamo in uno spazio pubblico,
sono quindi presenti delle opere d’arte.
In alcuni punti è quindi necessario illuminare
in modo particolare, in generale però il museo
è immerso nella luce naturale, e in particolare
in un ambiente in cui poco a poco la luce
artificiale si sostituisce alla luce naturale,
e che però non può essere troppo differente.
5
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25
Progetti
The Briggait
Cliente
WASP Foundation
WASP’s Artist 1 Studios,
Glasgow Sculpture Studios
Città di Glasgow
Progetto Architettonico
Nicol Russel, Broughty Ferry
Glasgow, Gran Bretagna
1
Il Briggait, termine con cui popolarmente a
Glasgow è conosciuto questo edificio che è
l’antico mercato del pesce lungo il fiume Clyde,
si addossa ad un campanile del XVII secolo
che caratterizza lo skyline di Glasgow.
Gli architetti di Glasgow, Clarke and Bell, sono
gli autori del progetto originario del Briggait
ispirato a Les Halles, il grande mercato di Parigi
costruito tra il 1845 e il 1854. Inaugurato nel
1873 come mercato del pesce, fu poi ampliato
verso est nel 1899 e nel 1903.
Quando il mercato del pesce si trasferì fuori
città alla fine degli anni ‘70 il Briggait divenne
superfluo e il Comune pensò di demolirlo.
Venne allora creata una fondazione di beneficenza (il Briggait Trust) per salvare l’edificio
e convertirlo in un centro commerciale che
però cadde in disuso alcuni anni dopo.
Attualmente il Comune all’interno di una strategia
complessiva per la città, la “Housing the Visual
Arts Strategy”, sostenuta anche dai fondi della
Scottish Arts Council Lottery ha risistemato
questo edificio che ospiterà 11 organizzazioni
che si occupano di arti visive e servirà a creare
un quartiere artistico dinamico nella città.
Il Briggait è composto da tre grandi sale dell’ex
mercato del pesce, rimaste vuote negli ultimi
dieci anni. L’edificio può ospitare circa 250
artisti, in 71 studi dai prezzi abbordabili e di
alta qualità, un laboratorio di scultura appositamente realizzato, nonché strutture multimediali,
una biblioteca specializzata e una serie di unità
industriali creative.
iGuzzini è stata invitata dai consulenti elettrici
Buro Happold ad assisterli nella specifica per
l’illuminazione della sala principale e l’illuminazione esterna di questo progetto.
Internamente, la sala principale è illuminata
con gli apparecchi iRoll.
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Consulente per l’impianto elettrico
Buro Happold
Foto: Peter Iain Campbell
1. Illuminazione della facciata
Impianto elettrico
Mitie
2. Sala principale illuminata dagli iRoll
Impresa appaltatrice principale
Morris and Spottiswood
2
Si tratta di colonne montate sulle colonne di
ferro originali dal fascino rustico che deriva
dalla loro essenzialità e dalla finitura irregolare.
L’illuminazione ambiente si ottiene usando questi prodotti nelle versioni ad alogenuri metallici
e fluorescenti compatte.
La forma cilindrica richiama le colonne e il prodotto scompare a favore della sua prestazione.
L’illuminazione esterna interessa due facciate
molto diverse. Sul lato del lungofiume (Clyde
Street), per illuminare le colonne, sono stati
incassati nel marciapiede dei Light Up Professional.
Il loro flusso luminoso si integra a quello dei
Miniwoody CDMTC infilati dietro le colonne
in modo da aumentare l’illusione di profondità.
Sul lato Bridgegate gli incassi Light Up
Professional, usati sempre per sottolineare le
colonne, sono stati utilizzati insieme a Linealuce
e a Miniwoody, oltre ad alcuni proiettori Radius
per le tre finestre in alto sulla facciata.
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27
Progetti
Una luce biodinamica
per gli affreschi di Villa della Farnesina
Direzione Museo Nazionale Romano
di Palazzo Massimo alle Terme
Rita Paris
Direzione tecnica
Mauro Petrecca
Roma, Italia
Il nuovo allestimento della sezione dedicata agli
affreschi della Villa della Farnesina rientra nel
quadro di aggiornamento dei criteri espositivi
del Museo Nazionale Romano di Palazzo
Massimo alle Terme. L’obiettivo generale è stato
quello di creare, con correttezza cronologica e
filologica, un percorso di visita in cui le diverse
sezioni siano ambiti autonomi di esperienza,
trattandole come capitoli indipendenti tra loro
di un racconto unitario. La grande quantità di
opere e reperti di natura così differente per
materiali, tecniche, dimensioni, cromatismi e stato
di conservazione, potranno guidare il pubblico
nella storia e nell’arte romana per temi.
Questo approccio museologico consente anche
di sperimentare un corretto sistema museografico:
nelle diverse sezioni, infatti, la diversa natura dei
reperti è affrontata con i corretti strumenti illuminotecnici, i giusti cromatismi delle pareti,
i supporti più adatti, i più chiari apparati didascalici e tutti gli altri accorgimenti necessari a
contestualizzare le opere e agevolare l’esperienza
del visitatore, sia sul piano emotivo che su
quello didattico, critico o interpretativo.
1
28
Progetto architettonico
e progetto della luce
Stefano Cacciapaglia
Carlo Celia
con Anna Marcucci e Marco Tondo
Progetto Grafico
Monica Cola
con Raffaella Cola
Foto: Roberto Lucignani
Realizzazione degli allestimenti
Fabrizio Meloni S.r.l.
2. Uno degli spazi ricostruiti
1. Ricostruzione del grande triclinio,
con la volta a botte illuminata
Consulenza illuminotecnica
Carolina de Camillis e Riccardo Fibbi
Nella Villa della Farnesina è stata ridisegnata
la disposizione degli ambienti con l’intento di
ricreare, per quanto possibile, la sequenza di
percezioni visive originali: la collocazione degli
ambienti, degli affreschi e dei mosaici segue
(per quanto concesso anche dalla ricollocazione
all’interno di uno spazio Museale) una sequenza
verosimile. Dal lungo affresco del Criptoportico,
cadenzato dal ritmo dell’apparato decorativo
dipinto (in cui purtroppo le lacune sono assai
più estese delle parti affrescate, ma che è volutamente stato ricomposto con i grandi vuoti)
il visitatore arriva, anche grazie ad un ricco
apparato didattico, alla sala grande in cui sono
ricostruiti due Cubicola ed il Triclinio. Qui il posizionamento delle stanze e la sequenza prospettica e cromatica consentono di rivivere l’esperienza percettiva dello spazio in modo molto
simile a quanto avveniva nella condizione
originale. Per gli involucri dei volumi e per le
pareti si è scelto il colore grigio e l’assoluta elementarità geometrica per non interferire con il
cromatismo degli affreschi, soprattutto con i
grandi campi neri del triclinio.
La scelta forte nel progettare l’allestimento di
questa sezione riguarda i criteri di illuminazione
delle opere. Si è scelto di proseguire nella ricerca
iniziata con gli ambienti della Villa di Termini,
in cui è stata proposta con successo la ‘luce
senza ombre’, e con il giardino dipinto della
Villa di Livia, in cui si è realizzata la prima sperimentazione di luce ‘biodinamica’: attraverso
l’illuminazione artificiale si riproduce la variabilità della luce naturale che influisce sulla percezione dei colori degli affreschi.
Nel grande triclinio si è utilizzato un telo termoteso a memoria di forma per ricreare la geometria della volta a botte, decostruita in modo
contemporaneo. Attraverso questo telo, come
da un cielo artificiale, piove luce diffusa, ‘senza
ombre’, ciò permette che la grana della materia
non predomini sulla preziosità delle pitture.
2
Un sistema di controllo gestisce l’esecuzione di
brevi cicli luminosi, che in cento secondi simulano la naturale variazione della temperatura
colore e dell’intensità della luce diurna nell’arco
della giornata (2700K-6500K), con la corrispondente variazione della percezione cromatica
degli affreschi. Il visitatore potrà quindi apprezzare, in questi cento secondi la variazione dei
colori che si realizza in un’intera giornata.
Per quanto riguarda, invece la conservazione
dei manufatti, la presenza del telo traslucido
consente di abbattere significativamente le
radiazioni dannose corrispondenti alle lunghezze
d’onda UV e infrarosse. La luce biodinamica è
stata messa a punto utilizzando sorgenti luminose di temperatura colore diversa variabile
incontroluce 23
29
Progetti
Una luce biodinamica
per gli affreschi di Villa della Farnesina
3. Cubicolo
4. Uno degli spazi di collegamento
3
fra il 2700K ed i 6500K, controllati e gestiti
grazie al sistema di controllo Light Equalizer.
Nei Cubicola l’obiettivo è reso più ambizioso
dalla difficoltà di rendere leggibili al meglio sia
gli affreschi che gli stucchi presenti sulle volte:
di far convivere all’interno dello stesso ambiente la necessità di luce diffusa e luce indiretta
radente. Anche in questo caso si è fatto uso
del telo traslucido per ricreare il ‘cielo artificiale’,
ideale per la lettura degli affreschi, con il sistema
di riproduzione del ciclo diurno, che trova
ancor più spettacolari risposte da parte del
ricco e prezioso cromatismo delle pareti.
Un sistema lineare con sorgenti LED, del tutto
nascosto alla vista dell’osservatore, completa
l’apparato illuminotecnico, fornendo con tem-
porizzazioni prestabilite una componente di
luce indiretta radente sugli stucchi della volta,
accentuandone i rilievi grazie alla fotometria
selezionata, all’orientamento e al posizionamento.
Negli spazi di collegamento tra gli ambienti
ricostruiti, dove sono stati posizionati gli affreschi dei percorsi e gli apparati didattici dell’intera sezione, si è mantenuto sempre il sistema
“biodinamico” di illuminazione ricorrendo
all’invenzione di apparati diffusori a forma di
‘osso di seppia’ che, replicando l’andamento
degli affreschi, producono un morbido effetto
wall washing sulle superfici dipinte, mentre
il flusso disperso viene assorbito dallo sfondo
grigio delle pareti degli ambienti.
30
Progetti
Museo del Design di Holon
Cliente
Comune di Holon
Progetto architettonico
Ron Arad Architects
Architetto esecutivo
Waxman Govrin
Holon, Israele
1
Nel 2003 lo studio Ron Arad Architects è stato
invitato a progettare il primo Museo nazionale
del Design da realizzare in un’area della città
di Holon sviluppata di recente, poche miglia a
sud di Tel Aviv, progettata per divenire il nuovo
centro culturale ed educativo per Israele centrale. L’autorità locale ha commissionato allo
studio Ron Arad Architects la progettazione di
un museo che doveva rispondere a standard
internazionali, con l’importante ruolo di promuovere il design e l’architettura in Israele,
ma anche all’estero.
Il Museo del Design di Holon (DMH) occupa
un’area di 3.700 mq. La generosa piazza a
nord è uno spazio pubblico, nonché via di
accesso al Museo. La topografia del luogo a
piattaforma è articolata dalla disposizione del
museo su due livelli scaglionati, collegati da
una rampa scultorea esterna, la principale via
di circolazione del museo. In questo modo, il
percorso attraverso il museo diventa più sperimentale, poiché porta il visitatore attraverso
una serie di visioni interne spettacolari attraverso il cortile interno del Museo.
La nozione di creare e sfruttare la tensione
tra una disposizione interna di spazi efficienti
“a scatola” e l’involucro esterno dinamico e
tutto curve è il principio guida del progetto
dell’intero museo. La parte più grande del museo
è avvolta da cinque fasce distinte realizzate in
32
Progettazione strutturale
Harmel Engineering
Foto: Uzi Porat
1. Esterno del museo
Partners Assistance
Lighting System Italy (1982) ltd
2. Una delle sale
2
acciaio Cor-Ten che ondeggiano e serpeggiano
dentro, fuori e intorno ai volumi interni del
museo. Queste fasce rappresentano la spina
dorsale dell’edificio, sostenendo grandi parti
di esso strutturalmente e al contempo dettandone la posizione in relazione ai dintorni.
L’orizzontalità topografica delle fasce è enfatizzata ulteriormente dalla gradazione delle patine
trattate e dal successivo logorio dell’acciaio
dell’edificio nel corso del tempo: entrambi
rievocano la struttura geologica tipica del
deserto israeliano.
Le fasce sono sempre visibili dal visitatore
e agiscono da filo conduttore visivo che corre
in tutto il museo.
Le due gallerie principali del Museo forniscono
una base contrapposta e diversa per l’attività
curatoriale: la galleria più grande, di 500 mq,
utilizza il potenziale di illuminazione naturale
costante di Israele ed è illuminata da proiettori
Tecnica montati su binario. La seconda galleria,
più intima, di 200 mq, offre una black box,
che consente una flessibilità aggiuntiva.
Altre opportunità di esposizione sono fornite
dai percorsi del museo (due “mini-gallerie”
aggiuntive) e negli spazi esterni circondati dalle
fasce di Cor-Ten. Altri proiettori utilizzati sono
i Parallel oltre ad incassi Reflex, ed iSign.
Per l’esterno sono stati utilizzati invece Platea,
Kriss e Linealuce.
incontroluce 23
33
Progetti
La sede del Banco Nacional
de España
Progetto architettonico
Eduardo Adaro
e Severiano Sainz de la Lastra
(XIX secolo)
Progetto illuminotecnico
Intervento
Madrid, Spagna
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione España
1
L’attuale sede del Banco de España (Banca
Centrale Spagnola) fu istituita alla fine del XVIII
secolo per fornire al Banco Nacional una sede
più adeguata all’importanza delle sue funzioni,
quali ad esempio l’emissione unica di monete
e banconote per tutto il territorio spagnolo, la
fornitura di viveri ed indumenti alle forze armate
o l’effettuazione dei pagamenti della Corona
all’estero. Si trova nella Plaza de Cibeles, nel
cuore di Madrid, luogo in cui si uniscono la
Calle de Alcalá ed il Paseo del Prado. Questo
edificio emblematico fu progettato dall’architetto
Adaro ed inaugurato nel 1891.
Da allora sono state portate a termine due
importanti trasformazioni: negli anni Venti il
Banco Nacional fu ampliato secondo il progetto
di Yárnoz e nel 2005 fu apportata l’ultima
aggiunta per mano dell’architetto Rafael Moneo.
L’edificio presentava un sistema di illuminazione
tradizionale con lampade storiche installate
sulle balconate del piano principale che utilizzavano sorgenti a vapori di mercurio.
Nel 2001 il Banco de España invitò tre studi,
che si occupano di illuminazione, fra cui
Intervento, ad un concorso di idee che doveva
rispondere alle seguenti richieste: utilizzazione
34
Foto: Tomás Antelo
1.2. Diversi punti di vista dell’edificio
2
della tecnologia moderna e delle risorse tecniche
più avanzate sia per quanto riguarda le sorgenti
di luce, sia per quanto concerne il sistema di
controllo; minima emissione di flusso luminoso
verso la volta celeste, integrazione degli apparecchi d’illuminazione per un minimo impatto
visivo, utilizzo generalizzato di sistemi di
appoggio e fissaggio che non compromettessero
l’integrità del monumento. Il progetto realizzato
conserva le lampade storiche, ma ha sostituito
le sorgenti ad alogenuri metallici con lampade
fuorescenti compatte con trasformatori elettronici per poterne regolare il flusso.
Questo tipo di illuminazione è stata integrata
da una linea di luce ottenuta installando apparecchi Linealuce sui cornicioni che corrono
lungo tutto l’edificio. Nonostante sia un impianto che orienta il flusso di luce dal basso verso
l’alto, l’inquinamento luminoso è nullo in
quanto l’apertura del fascio luminoso è molto
stretta ed i cornicioni della linea di imposta
schermano il flusso luminoso e lo riflettono
verso il basso. Si sono valorizzati inoltre il
coronamento dell’edificio e gli elementi decorativi
come le ringhiere dei balconi e il lucernaio,
oltre all’emblematica sfera d’oro posta sul mecca-
nismo dell’orologio, illuminata da Maxiwoody
100 W al sodio. L’impianto si basa completamente su sorgenti luminose a LED. Ogni singolo
apparecchio dell’impianto è regolabile, fattore
che permette di creare scenari diversi.
Il sistema di controllo utilizzato è il Master Pro.
Il nuovo impianto installato ha portato ad una
riduzione del 33,5% della Potenza nominale e
di un 49,7% della Potenza massima. Infine, il
mantenimento dell’impianto, tenuto conto della
lunga vita utile delle sorgenti luminose (50.000
ore), si riduce a due sole operazioni annuali di
controllo e pulizia degli apparecchi d’illuminazione.
incontroluce 23
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Progetti
Nuovo negozio Desigual all’Opera
Cliente
Desigual - Abasic S.L.U.
Progetto architettonico
Turull - Sorensen Arquitectos SL
Interior Design
Federico Turull Neddermann
Parigi, Francia
Il negozio che Desigual ha aperto a Parigi, nel
quartiere dell’Ópera, si è trasformato nel nuovo
“flagship” del marchio nella città francese.
I suoi oltre 1700 metri quadrati, distribuiti su
tre piani ed ubicati nel cuore di Parigi, meritano
indubbiamente questo epiteto.
Le peculiarità dei caratteristici interni si accentuano qui oltremodo. La continua ricerca ed il
desiderio costante di innovazione che caratterizza
il marchio apportano novità agli interni, dove gli
abiti svolgono più che mai un ruolo da protagonista e sono parte integrante della decorazione:
alberi creati con magliette in colori in gradazione, fiori giganti di tessuto, fagotti di scampoli di
stoffa impilati sugli scaffali, pareti ricoperte di
abiti dal pavimento al soffitto.
Le cassette di frutta si tramutano in tavoli per
esporre le nuove creazioni come se ci trovassimo
in un mercato. Lavagne con messaggi quali “le
magliette ti salutano” o manichini personalizzati
con i volti fotocopiati di alcuni impiegati attirano
l’attenzione in modo divertente ed invitano i passanti ad entrare nel negozio e a godere di vere
e proprie sorprese.
1
36
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione España
iGuzzini illuminazione France
Foto: Didier Boy de la Tour
1. Un particolare dell’allestimento
2. Vetrine
2
L’illuminazione svolge un ruolo fondamentale nel
creare l’atmosfera desiderata.
Un’adeguata riproduzione cromatica dei colori
caratteristici degli articoli Desigual e buoni contrasti di luce sono condizioni imprescindibili.
Si utilizzano principalmente lampade alogene
e lampade a vapore di sodio bianco, che rendono
lo spazio più caldo ed accogliente e potenziano
i cromatismi degli abiti. Si tratta di un’illuminazione per proiezione, dotata di un sistema di
binari elettrificati trifase a sospensione, che
utilizza proiettori Lux per lampade alogene
QR111 da 50W con un fascio luminoso tipo
super spot, i quali illuminano in particolare
i pannelli situati lungo i perimetri, e proiettori
Lux con ottica spot per lampade a vapori di
sodio (“mini white son”) da 100W, destinati
prevalentemente all’illuminazione del mobilio
e di alcuni pannelli. Tali proiettori sono provvisti
di uno schermo antiabbagliamento tipo vetro
a nido d’ape per aumentare ulteriormente il
comfort visivo. Al piano terra la presenza alle
entrate di abiti appesi al soffitto è una delle
caratteristiche che contraddistinguono i negozi
Desigual. Gli abiti sono illuminati da proiettori con
lampade dicroiche da 35W con apertura di 24°.
Anche le vetrine vengono illuminate mediante
proiettori, ma in questo caso si tratta dell’apparecchio Tecnica. Alcuni utilizzano lampade alogene QR111 da 50W con ottica spot, altri invece,
utilizzano una sorgente luminosa a vapori
di sodio da 100W con ottica spot.
incontroluce 23
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Progetti
Auditorium de La Porta del Parco
Cliente
Bagnoli Futura Spa
Progettisti
Arch. Silvio d’Ascia
con Servizi Integrati ed IDI
Progetto illuminotecnico
Silvio d’Ascia e Servizi Integrati
Napoli, Italia
1
Il progetto de La Porta del Parco, un complesso
di servizi integrati al turismo, primo degli interventi di trasformazione dell’ex-area industriale
delle acciaierie Ilva di Bagnoli, è nato con un
ambizioso e chiaro obiettivo: creare un pezzo
nuovo di città come porta d’ingresso al grande
parco a mare di Bagnoli Futura.
La Porta del Parco infatti è stata concepita
come un grande spazio pubblico aperto su più
livelli e senza soluzione di continuità tra interno ed esterno del complesso, con grandi piani
inclinati che permettono di superare progressivamente il dislivello di oltre 8 metri tra la
quota della città (Via Nuova Bagnoli) e la
quota del futuro parco urbano.
La continuità è sottolineata anche dall’uso di
materiale ceramico grigio scuro, per il rivestimento orizzontale di quest’area, che richiama
la pietra vulcanica degli spazi pubblici di Napoli.
Il Complesso di Servizi Integrati al Turismo
(dalla superficie totale di oltre 40.000 mq. con
circa 16.500 mq. di parcheggi seminterrati) è
articolato con un’interessante mix funzionale di
diverse attività: ospita oltre a due grandi piazze
pubbliche, un centro benessere con Spa, piscine
e fitness center di circa 7.000 mq in totale,
una sala conferenze da 300 posti, uno spazio
espositivo di 1.100 mq, una serie di spazi
polifunzionali interni ed esterni, negozi, bar,
uffici, parcheggi da 600 posti.
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Progettazione esecutiva e lavori
Sled SpA - Misha Rae
Foto: Barbara Iodice
1. Visione del complesso con l’auditorium
e la Cupola della Spa
Direzione lavori
Servizi Integrati S.r.l. - Nicola Salzano de Luna
I.D.I. S.r.l. - Paolo Minucci Bencivenga
2. Aspetto notturno dell’auditorium
2
La sala conferenze e la cupola d’ingresso al
centro benessere, due lanterne in vetro e
acciaio, sono le uniche emergenze nello spazio
urbano dei grandi piani inclinati, ambedue
illuminate da iGuzzini.
La sala de La Porta del Parco, - vero e proprio
fronte urbano del Complesso sulla Via Nuova
Bagnoli - è un volume compatto ed organico,
totalmente trasparente, rivestito da una pelle
composta da “scaglie” di vetro a bassa emissività. In questo edificio l’idea della trasparenza
legata all’uso di materiali quali il vetro e l’acciaio è stata coniugata con un’ottima resa acustica grazie a degli specifici studi e a soluzioni
che forniscono risposte funzionali sia a temati-
che acustiche che luminose. Una serie di tubi
fonoassorbenti melaminici posizionati lungo le
pareti verticali della sala, posti a differente
altezza tra gli assi strutturali verticali in corrispondenza dei traversi metallici delle scaglie di
vetro, ha assicurato l’ottenimento di una performance acustica eccellente all’interno del
volume vetrato, mantenendo la massima trasparenza verso l’esterno.
In questo modo durante il giorno l’auditorium
riflette l’ambiente circostante, durante la notte
diventa un segno luminoso, garantendo sempre
un’ottima acustica. Nella sala dell’Auditorium
proiettori iTeka sono applicati sulle arcate per
produrre l’illuminazione generale.
incontroluce 23
39
Progetti
Auditorium de La Porta del Parco
3
40
3. La cupola durante la notte
4. Sala dell’auditorium
4
L’apparecchio con emissione asimmetrica da
150W è installato a coppie con il flusso rivolto
verso il basso e verso l’alto per creare attraverso
l’emissione indiretta una illuminazione morbida
e diffusa che viene integrata poi dall’emissione
diretta.
Nel foyer, proiettori Tecnica con lampada da
50W, ed incassi Pixel Plus nella versione
più grande, che ospitano lampade di diversa
potenza, accolgono i visitatori. Il progetto della
nuova struttura del complesso polifunzionale
della Porta del Parco risponde inoltre alle esigenze di risparmio energetico e di elevata qualità ambientale: fonti di energia alternativa
sono posizionate sui due grandi fronti inclinati
a sud e sud ovest delle superfici continue.
Pannelli in fotovoltaico monocristallino garantiscono l’auto-produzione di oltre il 20%
del fabbisogno di energia elettrica giornaliera
del complesso corrispondente a circa
256.000 Kwh/anno.
Il progetto prevede, inoltre, il recupero di
acque di fonte termale da impiegare parzialmente nelle piscine trattamento del centro SPA.
Le superfici vetrate utilizzate per i due volumilanterne sono a controllo solare e riflettenti.
Anche la cupola della Spa è illuminata da
apparecchi iGuzzini: Platea, Tecnica e Ledplus.
Gli apparecchi ad incasso che illuminano la
piazza invece non sono apparecchi iGuzzini.
incontroluce 23
41
Progetti
Lusso per uffici
in Boulevard Saint Germain
Committente
CRPNAC
Architetti
Droles De Trames Architectes
Eric Chazelle e Henri Raynaud
BET TCE
ARETEC
Parigi, Francia
1
2
L’edificio, interessato da un progetto di restauro
per ottenere un immobile per uffici è ubicato
nel VII arrondissement di Parigi dove si trovano
anche la Tour Eiffel e il Museo d’Orsay.
Affacciato su un cortile all’interno di un complesso
immobiliare risalente al 1886, ha un notevole
valore patrimoniale. È organizzato su 7 livelli,
coperti da una vetrata di acciaio tipo Eiffel
poggiante su colonne di ghisa. Ex sede della casa
editrice Rombaldi, l’edificio ha subito molteplici
trasformazioni (creazione di pavimenti, di un
ascensore e di una scala con eliminazione
delle colonne di ghisa, reti di cavedi, ecc.).
Droles De Trames Architectes ha ricevuto
l’incarico di realizzare una ristrutturazione
globale, creando tutto il comfort previsto per un
immobile per uffici di lusso. L’illuminazione del
pianoterra, del primo e del secondo piano, viene
realizzata ogni volta in base allo stesso principio:
gli iRoll a plafone garantiscono l’illuminazione
generale dello spazio centrale circondato dalle
colonne di ghisa, mentre la zona periferica,
identificata da un controsoffitto leggermente più
basso, è illuminata con gli apparecchi a incasso
Wide plus. I locali di passaggio e i servizi igienici
sono stati raggruppati dietro una parete di servizio
nera, presente ad ogni piano. La parte essenziale
del progetto è stata la restituzione della percezione dell’atrio centrale inserendo un volume
translucido, da usare come sala riunioni, sospeso
42
Foto: Didier Boy de la Tour
1.2.3. Musée des Lettres et Manuscrits
3
nello spazio tra due piani sotto la vetrata.
Questo volume è illuminato con apparecchi
iSign a plafone.
Gli stessi apparecchi, installati a sospensione,
sono stati scelti per illuminare lo spazio sotto
la vetrata, formando una linea ideale di apparecchi che segue la struttura di quest’ultima.
Il seminterrato, privo di luce naturale, è illuminato con Compact Easy e Wide plus. I dettagli
di finitura e la scelta delle luci sono stati oggetto
di particolare attenzione, per sottolineare le
qualità spaziali. Il progetto prosegue con un
allestimento su misura per il locatario, che desidera installarvi il Musée des Lettres et Manuscrits
(su 2 piani), con alcuni uffici contigui.
incontroluce 23
43
Progetti
La sede centrale di Woodland Trust
Cliente
The Woodland Trust
Responsabile progetto
Buro Four
Architetto
Feilden Clegg Bradley Studios
Will Garner
Grantham, Regno Unito
La nuova sede centrale di Woodland Trust a
Grantham, Lincolnshire, ospita gli uffici e uno
spazio riunioni per il suo staff di 200 persone.
L’obiettivo della sede centrale di 2.800 mq è
quello di creare un edificio altamente innovativo
e sostenibile che venga riflesso nella sua certificazione BREEAM con il punteggio “Eccellente”.
La strategia di servizi comprende l’utilizzo diffuso
della ventilazione naturale, la copertura ecologica
dei tetti, la schermatura solare, facciate progettate
per una buona illuminazione con la luce del
giorno, sistemi light-shelf e possibile utilizzo di
una turbina a vento.
Il Woodland Trust, a dispetto del suo nome e
della sua attività, ha avuto per anni la sua sede
centrale in un edificio industriale con pannelli
in cotto; al momento del trasferimento si pensò
ad una sede più “boschiva”, poi scarta proprio
con motivazioni ecologiche. E si scelse invece
un edificio sopra un’arteria stradale, stretto tra
1
44
Ingegneria strutturale
Atelier One
Architetto paesaggista
Grant Associates
Ingegneria dei servizi
Max Fordham
Coordinatore CDM
PFB Construction
Consulente BREEAM
Max Fordham
Geometra
Ridge
Foto: Peter Cook
1. Esterno della sede del Woodland Trust
un nuovo deposito e degli alloggi, vicino ad
un bowling. L’esterno modesto appare quasi
nomale per questo luogo - è, a suo modo,
un pezzetto classico di architettura su un parcheggio in uno sviluppo a nastro tipicamente
inglese ed è, in tutti i modi, rispettoso del suo
ambiente.
È evidente che si tratta di un edificio progettato
socialmente. La “radura” sociale, esterna, si
apre direttamente in un altro “cuore” sociale:
il grande volume dell’ingresso, che va direttamente verso l’alto soffitto illuminato dal sole,
che si affaccia su gallerie su entrambi i piani
superiori. È evidente che qui non ci si deve
solo sentire al lavoro, ci si deve sentire a proprio
agio. Dall’interno degli uffici, l’edificio compie
uno di questi miracoli: coglie l’ambiente
immediatamente circostante per offrire visioni
splendide: l’orizzonte di legno che si muove
leggermente; la guglia della chiesa;
i tetti di una graziosa cittadina di campagna
inglese.
Le innovazioni sono moltissime a partire dalla
scelta di utilizzare come materiale prevalente
di costruzione il legno: Feilden Clegg Bradley
Studios ha calcolato che il carbonio risparmiato
non usando la struttura in calcestruzzo è lo
stesso dei primi nove anni di funzionamento
dell’edificio.
Il cliente ha avuto esattamente quello che
aveva chiesto: qualcosa di ispiratore, di innovativo e di frugale - esemplare e fattibile.
È stato fatto anche quello che intendeva
FCBS: innovazione usando materiali normali
come il legno e la vernice. La iGuzzini illuminazione ha contribuito integrando l’illuminazione prevalentemente naturale con circa 100
lampade da Terra Y Light che sono state prescritte per l’illuminazione diretta ed indiretta.
Le lampade possono essere controllate individualmente fino ad un 50% della loro potenza.
2.3. Alcune zone degli uffici con le piantane Y Light
2
3
incontroluce 23
45
Progetti
Il Complesso
del Palazzo di Shirvanshahs
Cliente
Municipalità
della Città Vecchia di Baku
Partners Assistance
PBC Company - Giandonato Boccia
Baku, Azerbaijan
1
Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs,
costruito nel XV secolo, è una delle perle
dell’architettura dell’Azerbaijan e dal 1964
è museo storico e architettonico statale.
Più recentemente è stato dichiarato patrimonio
mondiale dell’umanità dall’UNESCO.
ll complesso si trova sul punto più alto di
una delle colline dell’antica fortezza di Baku.
Suddiviso in modo pittoresco su tre terrazze
sovrapposte, è visibile dal mare e dalle alture
che circondano la città.
46
Foto: Emil Khailov
1.2. Viste generali del complesso
2
Al suo interno si trovano una abitazione, il padiglione Divankhana, la tomba di Shirvanshahs, la
moschea del palazzo con un minareto, un bagno
turco, il mausoleo dello scienziato di corte Seyid
Yahya Bakuvi e il portale dell’ingresso orientale
aggiunto in seguito.
Essendo tutto il complesso sottoposto a vincoli
conservativi molto severi l’impianto elettrico e
l’installazione degli apparecchi non potevano
assolutamente intaccare le superfici. Si sono
utilizzati per esempio dei Linealuce ad incasso
solo in quella parte di pavimentazione recente e
quindi non sottoposta a vincoli di tutela. Inoltre,
vista la ricchezza di decorazioni dei portali, l’idea
guida di tutto il progetto è stata quella di valorizzare i vari ingressi e portali senza che i corpi
illuminanti fossero invasivi. Per questo si è scelto
di usare proiettori posti sui tetti delle varie
costruzioni presenti nel complesso. Questa
modalità di installazione è stata applicata nella
maggioranza dei casi, tranne che per i portici
del palazzo, dove sono stati appoggiati a terra
dei proiettori Radius nella parte posteriore delle
colonne, passando i cavi nelle intercapedini dei
blocchi di pietra antica: questa soluzione ha
permesso di non intaccare i preziosi materiali.
L’abitazione presente all’interno del complesso
è caratterizzata da un portale maestoso, illuminato da proiettori Radius, con nicchie dalle
ombre profonde e finestre superiori decorate
con i cosiddetti “shebeke”.
Tutti i muri sono stati omogeneamente illuminati
grazie a Light Up a LED.
incontroluce 23
47
Progetti
Il Complesso
del Palazzo di Shirvanshah
3
Il Divankhana era il luogo dei ricevimenti ufficiali e delle riunioni di stato e al centro ha una
cupola in pietra con archi a sesto acuto circondata dal portico di un cortile chiuso. Il porticato
più interno è illuminato da proiettori Radius
appoggiati a terra. Nel cortile a sud del complesso,
c’è il mausoleo ottagonale dello scienziato di
corte Seyid Yahya Bakuvi e la Moschea del
palazzo si trova vicino alla tomba.
Sul minareto è riportata in elegante scrittura
araba la data dell’edificio, il 1441.
L’illuminazione delle cupole e del minareto è il
risultato finale di incroci di fasci di luce, prodotti da iPro 150 W e Woody 70 W, ambedue con
ottica spot. Nella parte più bassa del complesso,
sotto il piano del palazzo, si trovava il bagno
turco, che è andato distrutto. Tuttavia, i resti ci
danno comunque informazioni importanti circa
la sistemazione razionale dei suoi locali e circa
il sistema abilmente costruito per l’ingresso
dell’acqua e il suo riscaldamento. Anche in
questa area non era possibile cablare gli apparecchi e quindi è stata illuminata per proiezione
grazie a dei Platea. L’effetto è una luce generale,
senza ombre eccessive. Altra zona d’intervento
in cui i vincoli erano molto forti è stata la zona
di passaggio dove sono esposti reperti archeologici
provenienti da diverse aree del paese; in questo
caso i punti luce già esistenti sono stati sostituiti
con dei nuovi iWay.
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3. Il Divankhana illuminato
4. Scavi del bagno turco illuminati con uniformità
4
incontroluce 23
49
Progetti
Showroom Domestica
Cliente
Domestica Ltd
Progetto architettonico
ed illuminotecnico
Enzo Eusebi Nothing Studio
Impresa costruttrice
Polidano Group
Msida, Malta
Domestica Ltd è fortemente collegata all’azienda
Berloni già da più di 35 anni, fin da quando il
fondatore di Domestica iniziò a produrre mobilio
di alta qualità su misura. Prima della liberalizzazione delle importazioni, Malta era il solo
paese che producesse mobili su licenza
Berloni; oggi importa la gamma completa della
produzione.
Il nuovo showroom Domestica a Msida è stato
progettato pensando ad uno spazio sensoriale
e fortemente coinvolgente. Oggetti sofisticati
coesistono con tecnologia all’avanguardia.
Il visitatore si muove tra materiali inconsueti,
in uno spazio in cui i fuori scala possono
sorprenderlo e tutti i sensi sono coinvolti.
All’esterno il complesso Domestica è caratterizzato da due volumi. Il primo volume, realizzato
in cemento armato è poi ricoperto da un intonaco con materiale derivato dalla pietra locale
Franka. L’effetto globale che ne deriva è quello
di un enorme blocco di pietra posato a terra in
equilibrio instabile. Il secondo volume è tecnologia di vetro e acciaio. Il vetro è del tipo strutturale extrachiaro a moduli rettangolari tenuti
da un sistema a ragni in acciaio inox con retro
struttura in acciaio di colore bianco opaco.
Nelle ore serali, l’illuminazione artificiale, vuole
enfatizzare il contrasto tra la leggerezza della
serra bioclimatica, illuminata dall’interno e la
compattezza del solido di “pietra”, buio, illuminato
1
50
Foto: Enzo Eusebi Nothing Studio
1. Aspetto notturno dell’edificio
2. Zona dell’accoglienza
3. Zona espositiva
solo in alcuni punti. Attraverso la grande apertura quadrata in facciata, una luce colorata
dinamica, creata da Linealuce RGB, realizza
una sorta di “insegna luminosa”. Per i percorsi
esterni sono stati installati incassi Ledplus
circolari con effetto wall-washer. Nella zona
posteriore dell’edificio sono stati utilizzati
proiettori Miniwoody, integrati da Glim Cube
applique a LED per l’illuminazione radente del
muro, oltre a dei proiettori iTeka per la zona
del parcheggio.
All’interno della parte vetrata si vedono due
piattaforme completamente bianche con parapetti in vetro extrachiaro trasparente infilzate
da pilastri circolari bianchi. Lungo le scale che
collegano i piani sono stati utilizzati dei
Cestello a sospensione a 4 vani, con lampada
dicroica, con ottica flood da 100W oltre a Y light
applique. Tutto all’interno del volume vetrato è
bianco, opaco come uno scheletro conservato
in una teca di cristallo. Per rendere meno artificiale lo spazio si ricorre al verde in facciata:
alberi a fusto esile e chioma folta a forma di
goccia, alti circa 5 metri in modo che sotto
la chioma possano starci oggetti alti almeno
1 metro e mezzo. Questa piante sono illuminate
da incassi circolari Lightup con ottica simmetrica
flood. La zona dell’accoglienza è rivestita a
terra da parquet a listoni in iroko con finitura
satinata e si apre su uno spazio a doppia altezza
alto circa 5 metri. Dalla porta di ingresso si
percepisce la reception in pietra franka e per
raggiungerla si passa sotto la parete inclinata
rivestita di pietra. L’illuminazione è stata realizzata con incassi Ledplus circolari che utilizzano
in alcuni casi lampade fluorescenti in altri LED.
Per le aree espositive sono stati invece utilizzati
proiettori Tecnica corpo medio, colore nero,
dimmerabili, in diverse versioni con ottiche
flood e spot con diverse potenze. Nelle zone
uffici sono stati installati Light air sospensione
con schermo dark VDU.
2
3
incontroluce 23
51
Progetti
Il nuovo edificio Pirelli
Cliente
Pirelli RE
Progettista architettonico
Gregotti Associati International
Progettazione impianti elettrici
Studio De Stefani
Milano, Italia
1
La nuova costruzione è posizionata all’interno
dell’area Pirelli a La Bicocca. Per questo è
stata pensata un’immagine architettonica che
la facesse restare in linea con gli altri edifici
presenti nella stessa area (il quartier generale
della Pirelli RE e il Centro di Ricerca), in modo
da dare una rappresentazione che fosse
coerente con l’immagine corporate del gruppo.
Le scelte programmatiche ed architettoniche
per il recupero e la trasformazione dell’intera
zona Pirelli e dei suoi edifici sono state quindi
fatte per sottolineare la continuità della produzione stabilitasi nell’area durante il XX secolo.
Apparecchi iGuzzini sono stati utilizzati per
realizzare le regie luminose dei diversi ambienti.
Nelle zone uffici che sono organizzate prevalentemente come open- space sono stati utilizzati
Lineup dark Light per offrire il giusto comfort.
Gli stessi apparecchi sono stati utilizzati per
garantire continuità visiva anche in quelle zone
ufficio che sono state chiuse con pareti divisorie,
per creare delle zone di maggiore tranquillità
e silenzio.
Lungo i percorsi, zone comuni e corridoio sono
stati utilizzati gli stessi apparecchi Lineup,
ma in questo caso con ottica Wall Washer.
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Foto: Paolo Carlini
1. Aspetto notturno dell’edificio
2. Zona a doppia altezza con il ballatoio
2
Uno studio particolare è stato fatto per l’illuminazione della zona a doppia altezza centrale
che viene anche utilizzata in occasione di
eventi.
In questo caso gli incassi The Reflex assicurano la luce generale, mentre gli effetti di luce
d’accento sono stati ottenuti con proiettori
Tecnica. Nella zona più vicina al ballatoio sono
stati inseriti anche degli incassi Linealuce che
enfatizzano il senso di leggerezza e sospensione del ballatoio stesso.
All’esterno nella parte del giardino circolare
sono stati utilizzati alcuni apparecchi iTeka.
incontroluce 23
53
Progetti
IBM Software
Executive Briefing Center
Cliente
IBM Italy
Progetto architettonico
ed illuminotecnico
Iosa Ghini Associati
Roma, Italia
1
Il Software Executive Briefing Center di Roma
è stato interamente rinnovato, e si presenta
notevolmente ampliato.
L’intero progetto, che rielabora in modo innovativo ed affascinante le famose “strisce” del logo
IBM, è frutto dell’architetto Massimo Iosa Ghini
e del suo studio. Tecnologie d’avanguardia in
campo audiovisivo sono state accuratamente
selezionate per fornire agli ospiti un ambiente
confortevole ed un’esperienza ad alto valore
aggiunto. Il nuovo Software Executive Briefing
Center di Roma si trova all’interno della stessa
struttura che ospita il laboratorio internazionale
di sviluppo della IBM Software Group.
Il Software Executive Briefing Program della
IBM è stato progettato per offrire eventi gestiti
professionalmente e in modo da massimizzare
il valore del tempo che i clienti trascorrono
con IBM. Qualunque “briefing”, ovunque si
svolga, include di norma presentazioni e dimostrazioni, per avvicinare i clienti alla conduzione
degli eventi cui partecipano.
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Foto: Santi Caleca
1. Soffitto e pavimento caratterizzati dalle curve luminose
2. Alcuni ambienti caratterizzati dalle striscie del logo IBM
2
incontroluce 23
55
Progetti
Ascoltando, discutendo ed illustrando come le
nuove tecnologie IBM possano essere d’aiuto
nell’affrontare e risolvere le problematiche tecniche e di business, ci si allontana dal concetto
di comunicazione tradizionale dall’alto, per
avvicinarsi di più a quello di un luogo di utile
confronto: una nuova agorà.
Proprio i luoghi di discussione hanno ricevuto
un’attenzione particolare per costruire anche
attraverso l’illuminazione artificiale un ambiente
confortevole: gli apparecchi Lens a sospensione
o in fila continua sono stati utilizzati nelle sale
in cui si svolgono proiezioni e riunioni.
IBM Software
Executive Briefing Center
3. Soffitto in cui sono inserite le reglette
4. Una delle sale utilizzate per presentazioni e proiezioni
Nella sala conferenza ai Lens sono integrati
anche incassi Laser a LED.
La principale caratteristica dello spazio
architettonico e cioè le linee morbide degli
ambienti sono state sottolineate attraverso l’uso
di Ledstrip, delle vere e proprie strisce di LED
che riescono ad adattarsi alle più svariate
forme. Sono state utilizzate sia nei soffitti che
nei pavimenti. In alcuni casi all’interno del
soffitto sono state inserite anche delle Reglette
fluorescenti. Nella zona della reception e nella
zona bar sopra i banconi, sono stati utilizzati
incassi Lineup.
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incontroluce 23
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Cultura dell’azienda
Ron Arad: Restless
Progetto allestimento
RonArad Associates
Progetto illuminotecnico
DALD - David Atkinson
Barbican Center, Londra, Regno Unito
18 febbraio - 16 maggio 2010
Sponsor Tecnico
iGuzzini UK
L’esposizione “Ron Arad: Restless” esplora tre
decenni di design da parte di Ron Arad dal suo
iniziale approccio post-punk basato sull’assemblaggio di prodotti readymade fino alla sua
esclusiva e altamente “ripulita” scultorea mobilia.
La mostra, con un allestimento drammatico,
progettato da Ron Arad Associates utilizza la più
recente tecnologia LED per video, ma si trovano
in mostra anche progetti d’architettura e pezzi di
produzione industriale.
Sottolineando l’importanza della sperimentazione
dei processi e dei materiali nel lavoro di Ron Arad,
la mostra offre uno sguardo puntuale nello sviluppo
degli oggetti dall’idea iniziale alla produzione
finale. L’illuminazione per questa mostra è stata
curata dal lighting designer David Atkinson,
Creative Director of DALD. iGuzzini è stata sponsor
tecnico della mostra.
1
58
Foto: James Newton
1.2. Diverse sale dell’allestimento
3. Particolare con PizzaKobra
2
3
incontroluce 23
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Cultura dell’azienda
Anticorpi / Antibodies
Fernando e Humberto Campana
1989-2010
Foto: Fabrizio Marchesi
1.2.3. Immagini dell’allestimento
La Triennale di Milano
14 Ottobre 2010 - 16 Gennaio 2011
La mostra illustra i tratti salienti dell’opera dei
fratelli Campana, tesa a mettere in luce tematiche
quali il riciclaggio, la fusione di materiali naturali
e materiali sintetici e l’integrazione delle culture.
La mostra rivolge uno sguardo particolare alle loro
modalità di lavoro, influenzate da un ricco numero
di fonti d’ispirazione: dalla natura rigogliosa delle
foreste pluviali brasiliane, alle improvvisazioni dei
venditori ambulanti fino alle capanne dei quartieri
poveri, dai film alla musica fino all’arte.
In occasione della mostra i fratelli Campana
hanno realizzato appositamente per la Triennale
un’installazione inedita. La Triennale ha potuto
illuminare al meglio le opere dei designer grazie
agli apparecchi Le Perroquet, che offrono una
illuminazione puntuale degli oggetti.
1
2
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Cultura dell’azienda
LED - Lighting Exhibition Design
iGuzzini Danimarca
Seconda edizione, Milano
4 dicembre 2010 - 10 gennaio 2011
La iGuzzini ha partecipato alla seconda edizione
del Festival Internazionale della Luce di Milano,
mettendo in scena, per la sezione “Led
Satellite”, un allestimento di “luce d’autore”
fruibile dal pubblico per tutta la durata della
manifestazione milanese.
Protagonista è la Pinacoteca Ambrosiana con
“Metamorfosi luminose” dell’architetto e lighting
designer Alessandro Colombini, progetto che
lui stesso così definisce: “Un magico susseguirsi
di colori saturi e avvolgenti trasformano la solenne
mole della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana
in un volume mutante, ad accentuare il suo
ruolo architettonico e la sua valenza di scrigno
di opere d’arte tra le più preziose del mondo”.
Un progetto in cui luce e colore si fondono
insieme. Viva e intensa la luce sale dal basso
e diventa rossa, verde, blu e poi semplicemente
bianca, per poi ricominciare. Da sempre convinti
della necessità di un approccio sostenibile
ai progetti illuminotecnici, iGuzzini ha scelto
per la facciata della Pinacoteca Ambrosiana
i proiettori Platea LED RGB, design Mario
Cucinella e Piero Castiglioni.
Fondata nel 2000 a Copenhagen, iGuzzini
Danimarca, ha inaugurato nel settembre 2010 la
nuova sede nell’affascinante area di Refshaleoen,
un vivace quartiere di creativi e di aziende di
progettazione, in una area industriale. Un rigoroso
edificio anni ‘60, di mattoni rossi, con una suggestiva vista sul porto e sulla piazza ottagonale
del Palazzo reale di Amalienborg ospita la nuova
base di iGuzzini DK.
Al secondo piano, uno spazio di 400 mq, in cui
resta inalterato il sapore dell’architettura industriale originaria, prende forma un progetto contemporaneo: impianti a vista e soffitti altissimi
caratterizzati da ampi lucernari si contrappongono
al pavimento in resina e ai muri bianchi,
dove ampi finestroni aprono la vista sui canali
di Copenhagen, lasciando intravedere scorci del
patrimonio storico della città.
Nell’open space, le postazioni di lavoro e di
progettazione si integrano perfettamente con
lo spazio in cui sono esposti gli apparecchi per
illuminazione interna ed esterna.
Al momento dell’inaugurazione era ancora da
allestire il “laboratorio della luce”, una vera e
propria sala per testare gli effetti della luce nelle
diverse situazioni che si possono configurare.
Anche questa nuova sede danese è uno spazio
“Partner Assistance”: tecnici esperti sono a disposizione con tutta la loro professionalità e tutto
il know-how di un’azienda forte di oltre cinquant’anni di esperienza, per individuare quegli
apparecchi in grado di realizzare un progetto
illuminotecnico di qualità e contribuire alla diffusione di un modello energetico alternativo.
Foto: Paolo Carlini
62
Cultura dell’azienda
Dean Skira ospite della iGuzzini
Workshop “Luce, arte, Tecnologia”
Recanati, 27 ottobre 2010
Monaco, Novembre 2010
In occasione del corso di formazione “International
Lighting Meeting” che si è tenuto a Recanati,
presso la sede centrale della iGuzzini illuminazione, dal 25 al 29 ottobre la iGuzzini sempre
attenta all’aspetto formativo ha invitato il
Lighting Designer Dean Skira a tenere una
lezione partendo dalla sua esperienza professionale a circa 40 progettisti illuminotecnici e
distributori provenienti da Ungheria, Ucraina,
Georgia, Grecia, Australia, Egitto, Israele,
Polonia, Turchia più una trentina di consulenti
illuminotecnici dell’azienda.
Il titolo del suo intervento è stato “Cemento,
acciaio, legno, luce ed emozioni”.
Come si può intuire dal titolo della relazione,
si è trattato di una esposizione non esclusivamente
tecnica. La luce è stata vista come generatrice
di un’esperienza non solo biologica e visuale,
ma anche e soprattutto emozionale.
Dean Skira ha affrontato sia gli aspetti più
tecnici della disciplina, come resa cromatica,
temperatura colore, integrazione con l’architettura, abbagliamento, direzione e collocazione
dei prodotti, sia l’aspetto emozionale legato
all’uso della luce. Ha soprattutto sottolineato
l’importanza di collaborare fin dall’inizio con
l’architetto per ottenere una perfetta integrazione
fra luce ed architettura.
L’incontro è stato anche occasione per presentare
il volume “My Light”, pubblicato in Italia da
Lupetti Editori
La visita guidata all’interno del BMW Welt
di Monaco di Baviera ha costituito uno dei
momenti salienti del workshop “Luce, arte e
tecnologia” che si è tenuto nel novembre 2010
presso iGuzzini Germania. Gli architetti e i progettisti di illuminazione invitati hanno avuto
la possibilità di dibattere le tematiche di luce
nell’applicazione, illuminazione museale e LED
nell’ambito di conferenze e presso il laboratorio
di illuminotecnica denominato “Sala Effetti”.
La serata si è svolta all’insegna di “Luce e
gusto”: gli ospiti hanno partecipato infatti ad
una visita molto particolare all’interno della
famosissima enoteca “Volkhardts Wein und
Bistro”, dove una degustazione di vini prelibati
e una piacevolissima architettura hanno fatto da
cornice a conversazioni piacevoli in un’atmosfera
rilassata. I due luoghi sono stati scelti come
esempi di buona integrazione fra architettura
e luce, grazie alla collaborazione creatasi alcuni
anni fa.
incontroluce 23
63
23
Incontroluce
I. 2011
Incontroluce
Rivista internazionale, semestrale
di cultura della luce
anno XIII, 23
Redazione
Centro Studi e Ricerca iGuzzini
Fr.ne Sambucheto, 44/a
62019 Recanati MC
+39.071.7588250 tel.
+39.071.7588295 fax
[email protected]
iGuzzini illuminazione spa
62019 Recanati, Italy
via Mariano Guzzini, 37
+39.071.75881 tel.
+39.071.7588295 fax
[email protected]
www.iguzzini.com
071-7588453 video
Progetto grafico
Studio Cerri & Associati
Editore
iGuzzini illuminazione spa
Hanno collaborato a questo numero
iGuzzini illuminazione China Ltd
iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH
iGuzzini illuminazione España S.A.
iGuzzini illuminazione France S.A.
iGuzzini illuminazione Middle East
iGuzzini illuminazione Schweiz AG
iGuzzini illuminazione UK
Lighting System Italy (1982) Ltd
Mondoluce, West Australia (W.A.)
PBC Company
Foto di copertina
Uzi Porat
Finito di stampare: Aprile 2011
Tecnostampa, Recanati
La Redazione non è responsabile di inesattezze
e mancanze nell’elenco dei credits relativi
ai progetti e forniti dai collaboratori.
Le integrazioni o correzioni verranno riportate
nel numero successivo.
9.2634.000.0
Francesca Storaro / mOa- Mario Occhiuto Architetture / Skidmore,
Owings & Merrill / BPI / SCGMA / City Design / WSP / LichtVision
Berlin / Staatiliches Bauamt Erlangen / Iosa Ghini Associati /
Germann&Achermann / Odile DECQ Benoit CORNETTE architectes
urbanistes / Nicol Russel Broughty Ferry / Stefano Cacciapaglia Carlo
Celia Anna Marcucci Marco Tondo / Ron Arad Architects / Waxman
Govrin / Intervento / Turull- Sorensen Arquitectos / Federico Turrull
Neddermann / Silvio D’Ascia / Servizi Integrati / IDI / Droles de Trames
Architectes / Eric Chazelle / Henry Raynaud / Feilden Clegg Bradley
Studios Will Garner / Nothing Studio Enzo Eusebi / Gregotti Associati
International / DALD - David Atkinson / Alessandro Colombini
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