23 Edizione italiana I. 2011 Editoriale Cari lettori, L’Italia festeggia i 150 anni della sua unificazione. Da “espressione geografica” come la definì all’inizio dell’800 Klemens Wenzel von Metternich, plenipotenziario dell’Impero Austro-Ungarico, oggi l’Italia è una nazione moderna con un ruolo significativo nel Mondo. Questo ruolo è stato raggiunto grazie alla sua storia, alla bellezza del paesaggio, alla sua millenaria cultura e alla grandezza delle produzioni artistiche che si sono susseguite nei secoli. Negli ultimi 50 anni l’immagine internazionale del nostro Paese si è diffusa anche attraverso la capacità creativa e produttiva delle aziende: il Made in Italy. Oggi, all’estero, Made in Italy significa passione e cultura, rimanda soprattutto alla bellezza estetica, alla qualità, alla creatività. Questi sono termini associati alla produzione italiana da oltre il 70% di opinion leaders cinesi e statunitensi, intervistati per una recente indagine commissionata dal Comitato Leonardo. Questi termini sono, per molti, associati ai cosiddetti settori tradizionali - il settore tessile e quello alimentare - ma si sono progressivamente estesi anche a quelli più moderni, in particolare all’arredamento e al design. Le radici del Made in Italy affondano profondamente nel nostro Paese. Per scoprirlo occorre conoscere i territori italiani, le città, i borghi, il “saper fare” e le competenze di tutta la filiera della rete produttiva. È proprio questo sistema “a rete”, infatti, che caratterizza la forma produttiva italiana contemporanea che nasce come coordinamento di piccole imprese, circostanziate ad un territorio specifico. Il Made in Italy è oggi l’unico sistema produttivo al mondo nel quale il progettista interviene all’interno di tutti i passaggi del ciclo progettuale: il momento ideativo, quello produttivo, la distribuzione e, soprattutto, i processi di consumo. Qualsiasi progettista che collabora con il nostro sistema produttivo, pur provenendo da paesi diversi dal nostro, una volta che collabora con il nostro sistema, diventa “italiano”. I progetti internazionali di architettura che abbiamo presentato in questi 13 anni di “Incontroluce” sono esempi del Made In Italy realizzato nel mondo nel settore in cui opera la nostra azienda. Adolfo Guzzini 23 Incontroluce Sommario II Editoriale 2 Progettazione Luce italiana per la sede del Ministero dell’Ambiente Cinese 6 8 Progetti Rolex Tower L’illuminazione di una nuova sede Sanofi Aventis 12 Northbridge Piazza 14 Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo” 18 Negozio Faraone 20 International School of Zug and Luzern 22 Presentato ufficialmente il nuovo MACRO 26 The Briggait 28 Una luce biodinamica per gli affreschi di Villa della Farnesina 32 Museo del Design di Holon 34 La sede del Banco Nacional de España 36 Nuovo negozio Desigual all’Opera 38 Auditorium de La Porta del Parco 42 Lusso per uffici in Boulevard Saint Germain 44 La sede centrale di Woodland Trust 46 Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs 50 Showroom Domestica 52 Il nuovo edificio Pirelli 54 IBM Software Executive Briefing Center 58 Cultura dell’azienda Ron Arad: Restless 60 Anticorpi / Antibodies Fernando e Humberto Campana 1989-2010 62 LED - Lighting Exhibition Design iGuzzini Danimarca 63 Dean Skira ospite della iGuzzini Workshop “Luce, arte, tecnologia” I. 2011 Progettazione Luce italiana per la sede del Ministero dell’Ambiente Cinese Pechino, Cina 1 2 L’edificio del 4C ospita il Ministero dell’Ambiente cinese. Progettato attorno al concetto di sostenibilità nelle sue molteplici accezioni quali: adattabilità, riconoscibilità, sostenibilità energetica, accessibilità, crea un edificio che contribuisce alla valorizzazione dell’identità locale. L’adattabilità all’ambiente e l’inserimento armonioso nel contesto urbano hanno influenzato la sua forma architettonica. L’edificio, attraverso l’architettura, assume una connotazione estetica e formale riconoscibile, creando una presenza fortemente identificabile nel paesaggio urbano della capitale. La luce rende fortemente riconoscibile l’edificio, rivelando i particolari architettonici. La facciata nord è caratterizzata dal concetto di chiusura, nato dall’esigenza di schermare l’edificio dalla viabilità di grande traffico, di proteggerlo dai venti freddi invernali provenienti da nord, nord-ovest, e dall’esigenza, manifestata dalla committenza, di conferire solennità a questo prospetto. Tale facciata appare monumentale e compatta. L’architetto Occhiuto ha pensato ad un grande parallelepipedo, sospeso su un volume vetrato a doppia altezza, disegnato dalla scansione di pietre di grandi dimensioni e segnato da tagli orizzontali e verticali che ne denunciano le aperture. La maglia compositiva di base viene interrotta e resa dinamica dalla presenza di elementi a grande scala: due logge a doppia altezza ed una loggia ad altezza singola che accentuano il concetto di vuoto, e da un taglio vetrato (la crash room) che percorre verticalmente tutto l’edificio ed esce fuori dalla facciata, che rappresenta invece il concetto di pieno. 2 Cliente Ministero dell’Ambiente cinese Strutture ed impianti FMi- Favero & Milan ingegneria S.r.l. a. Progetto architettonico mOa - Mario Occhiuto Architetture Partners Assistance iGuzzini illuminazione iGuzzini illuminazione China Lighting designer Francesca Storaro Foto: LV Hengzhong rendering per gentile concessione Francesca Storaro ritratto: Rino Malgrande 1. L’edificio 4C illuminato secondo i colori de “Le Quattro Stagioni” 2. Rendering progettuale “Le Quattro Stagioni” 3. Rendering “La Terra” 3 incontroluce 23 3 Progettazione Francesca Storaro Laureata in Architettura dal 2007 è docente e membro del consiglio direttivo dell’Accademia della Luce. È membro delle maggiori associazioni di Lighting Designer: AILD (Associazione Italiana Lighiting Designer) AIDI, PLDA, (Professional Lighting Design Association), IALD (International Association of Lighting Designers). Dal 2009 insegna presso il master FSE di 2° livello per esperti in illuminotecnica architettonica e artistica alla Facoltà di Architettura di Venezia. Sempre dal 2009 la rivista di illuminazione architettonica internazionale “Mondo Arc” ha inserito il suo studio tra i 50 studi di Lighting Design più importanti del mondo. Fra gli interventi più prestigiosi e più recenti ricordiamo soltanto: l’Ideazione luministica, progetto architettonico, illuminotecnico e direzione lavori per la Biennale di Venezia, 55° Mostra d’arte Cinematografica, l’illuminazione di Piazza del Campidoglio a Roma, in occasione della settimana della moda, il progetto di illuminazione del Palazzo d’Arnolfo a San Giovanni Valdarno, il progetto per l’illuminazione del Castello Visconteo e di Piazza Sant’Antonio a Locarno, in Svizzera, l’illuminazione delle cupole del Correggio a Parma, l’illuminazione dei Villini delle Fate nel Quartiere Coppedè a Roma, oltre all’illuminazione dell’edificio 4C a Pechino, sede del Ministero dell’Ambiente Cinese e dell’edificio B2 per l’Expo di Shanghai 2010, ambedue progetti di Mario Occhiuto Architects. Ha collaborato inoltre con architetti quali Massimiliano Fuksas, studi d’ingegneria quali Favero & Milan, ed artisti quali Mario Ceroli, oltre ad aver curato gli allestimenti di diverse mostre dedicate a Vittorio Storaro. Luce italiana per la sede del Ministero dell’Ambiente Cinese 4 Francesca Storaro ha utilizzato per evidenziare questi quattro segni, differenti tonalità cromatiche ispirandosi alle quattro stagioni come rappresentazione di un ambiente in divenire evolutivo. Esse generano dei cambiamenti nell’ambiente, seguendo un processo evolutivo climatico e cromatico. L’idea luministica è quella di rappresentare quindi l’ambiente e l’ architettura che lo rappresenta in questo edificio, attraverso le quattro stagioni e le loro simbologie cromatiche. Le stagioni sono un simbolo del rinnovarsi periodico della natura e sono strettamente correlate alla tradizione astrologica degli influssi celesti sul mondo sublunare; scandiscono i ritmi della natura e della vita umana; esprimono una concezione ciclica del tempo. Nella mitologia greca e romana le divinità olimpiche corrispondenti alle stagioni erano: Flora per la primavera; Demetra per l’estate; Dioniso per l’autunno; Saturno per l’inverno. Le stagioni corrispondono anche ai momenti fondamentali della vita dell’uomo: la nascita (primavera), la maturità (estate), il declino (autunno) e la morte (inverno). Le quattro stagioni in Cina invece sono rappresentate da: il crisantemo (autunno), il pruno (primavera), il pavone (inverno) e il loto (estate). Francesca Storaro ha pensato di rappresentare attraverso una specifica stagione ogni segno architettonico. Ha attribuito quindi alle finestre verticali, che esprimono un processo in movimento, in crescita, in evoluzione, il valore della Primavera, dell’elemento Aria e l’ha rappresentata con il colore Blu, il colore del pensiero, della liberazione, della sensazione, dell’intuizione. Le finestre orizzontali rappresentano la stabilità, la linea di terra, l’orizzonte, o un uomo a riposo, esprimono una forma statica, assimilabile all’Autunno e all’elemento Terra. L’Autunno è rappresentato con il colore Arancio, il colore della crescita, dell’amore, del nucleo familiare, della passione unita al sentimento. 4 4. Rendering “La Luna” 5. L’edificio con i colori de “Le Quattro Stagioni”, da diversa angolazione 5 L’illuminazione di queste finestre orizzontali e verticali è ottenuta grazie a Glim Cube RGB, curvi nelle finestre orizzontali ed invece lineari per le finestre verticali. La Crash room è un volume solido che uscendo fuori dalla facciata dell’edificio, esprime un concetto di pienezza, di prosperità. È stato quindi associato all’Estate, all’elemento Fuoco e al colore Rosso, simbolo di energia vitale: è il segno del positivo, dell’impulso, della potenza, della conquista. Ed il rosso è creato da Linealuce RGB. Le logge sono forme che hanno perso porzioni di volume, sono forme derivanti da sottrazioni, vuoti che esprimono mancanza, aridità. Sono paragonate quindi all’Inverno, all’elemento Acqua e al colore Verde, simbolo della conoscenza, del mistero, del destino; in questo caso gli apparecchi utilizzati sono proiettori Platea RGB. La sua funzione di edificio governativo ha reso necessario connotare la facciata denunciandone l’impronta ufficiale e monumentale. I due elementi di attacco a terra laterali, simbolo di stabilità, e l’elemento di chiusura triangolare a coronamento dell’edificio, simbolo di solennità, diventano il quinto elemento, la quintessenza, l’elemento di unione. Sono la somma della concezione ciclica del tempo, esprimono l’anno, e sono rappresentati dal colore Bianco: pura luce, colore dei colori in quanto li contiene tutti. Ha sempre rappresentato la Purezza, il Candore, la Saggezza. È il colore dell’energia. Essendo le stagioni strettamente correlate alla tradizione astrologica degli influssi celesti sul mondo sublunare, finito il ciclo delle stagioni, gestito in maniera dinamica, gli elementi architettonici caratterizzanti l’edificio (finestre orizzontali, finestre verticali, vuoti e pieno) saranno tutti illuminati dal simbolo della Luna, dal colore Azzurro, fino alla mezzanotte. Da mezzanotte all’alba, invece, tali elementi saranno ricondotti al simbolo da cui tutto l’ambiente nasce, la Terra, simboleggiata dal colore Arancio. La gestione dei cambi di colore e delle fasi è affidata al Lighting Management System MasterPro. incontroluce 23 5 Progetti Rolex Tower Cliente Ahmed Seddiqi & Sons Progetto architettonico Skidmore, Owings e Merrill -NY office Lighting Designer BPI Shangai office - Chiming Lin Dubai, United Arab Emirates La prima Rolex Tower in Medio Oriente è stata svelata a Dubai, alla presenza di un folto numero di invitati e giornalisti. Il complesso, dotato di spettacolare facciata in vetro su cui si riflettono le innumerevoli luci della città, è firmato dallo studio di architettura Skidmore, Owings e Merrill. La torre di Dubai ospita 25 piani di appartamenti, compresi due attici, oltre a 31 livelli di spazi commerciali. La forma estremamente semplice di un parallelepipedo, sembra ricoperta da un velo grazie all’uso di un vetro dall’effetto lattiginoso. Nella parte alta dell’edificio l’opacità cede il passo invece alla trasparenza con un effetto che ricorda i pixel delle immagini digitali. Lo studio di architettura ed il Lighting designer hanno voluto ricreare durante la notte lo stesso tipo di effetto pixelato. Dall’accensione dell’edifico, avvenuta nel febbraio 2010, 800 apparecchi speciali a LED con accensioni diversificate piano per piano e gestite dal sistema di controllo, messi a punto ambedue dalla iGuzzini, ricreano l’effetto lattiginoso e via via più trasparente verso l’alto che la torre ha durante il giorno. L’aspetto notturno inoltre prevede un’accensione più intensa sulla sommità dell’edificio, con una sorta di effetto torcia, come se l’edificio fosse coronato per ricordare il logo Rolex. All’accensione finale si è arrivati dopo un iter in cui tre diverse filiali iGuzzini hanno sviluppato ognuna una parte del complesso progetto. 1 6 Turnkey Contractor DCC -Dubai Contracting Company Partners Assistance iGuzzini China Consulenza per progettazione illuminotecnica 2 iGuzzini Italy Sviluppo e produzione del prodotto speciale e del sistema di controllo iGuzzini ME Assistenza in cantiere, Mock Up ed installazione Foto: Oliver Jackson Photography 1. La Rolex Tower nel contesto della città. Evidente l’effetto torcia voluto per la cima dell’edificio 2.3. Diverse fasi di accensione del prodotto speciale 3 incontroluce 23 7 Progetti L’illuminazione di una nuova sede Sanofi Aventis Cliente SOGAM Agenzia di architettura Franco Cianfaglione SCGMA (Société Cianfaglione Gravereaux Maroun Architectes) Massy, Francia 1 Questo complesso, inizialmente previsto, per accogliere 2.500 persone, si trova in un’area costruita in rue de Paris, una strada che collega l’autostrada al centro della città di Massy. Costruito su un’area di quasi 6 ettari, il progetto risponde alle richieste della città di Massy: collegare la zona di attività alle zone residenziali che occupano il centro città, passare con gradualità dall’urbano al non urbano, fungere da punto di transizione tra le diverse funzioni di questa città dell’Essonne. Al di là di questa richiesta, l’obiettivo era anche quello di trovare l’equilibrio tra la necessità di visibilità voluta dagli investitori per questo edificio di uffici e la necessità di armonia urbana. Il progetto crea una rottura per le sue dimensioni, ma si integra perfettamente all’urbanistica della città. Per l’edificio sono stati utilizzati gli stessi materiali utilizzati nel settore abitativo: mattoni, vetro, calcestruzzo. La facciata principale è un’immensa scatola di vetro e l’edificio diventa meno chiuso e ripetitivo; man mano che ci si allontana da essa le altre facciate sono sempre più disordinate: il mattone, il legno e le aperture vengono introdotti secondo un ritmo aleatorio. La creazione di faglie visive larghe 15 m e l’introduzione di una passerella di vetro sono l’occasione per ottenere un edificio lungo 250 m, non ripetitivo o monotono, ma anzi dinamico. 8 Ufficio studi BETHAC Partners Assistance iGuzzini illuminazione France SA Foto: Didier Boy de la Tour 1. Facciata principale dell’edificio Installatore Phibor (gruppo Vinci) 2.3.4. Vista posteriore dell’edificio con le zone verdi Paesaggista Emeraude Paysage Christophe Besson 2 ll luogo vince la scommessa di allontanare inquinamento acustico e ambientale, per offrire uno spazio di relax, benessere e incontro. Questi sono i valori guida del progetto: era fondamentale, per il locatario e l’architetto, mettere in evidenza la funzionalità delle postazioni di lavoro (sobrie, chiare, tranquille, riposanti, che favoriscano la concentrazione, statiche) e il comfort, il relax, il calore degli spazi fuori dalle zone di lavoro (curve, colori, vita). I due trattamenti contrastanti adottati per gli spazi interni richiamano anche il contrasto esistente fra l’esterno, geometrico, rigido e freddo, e l’interno, con curve ondeggianti e colorato dal colore rosso. Consegnato alla fine del 2009, l’edificio di 39.000 mq accoglie oggi 1.200 dipendenti dell’azienda Sanofi, locataria dei luoghi. Il progetto comprende una hall gigantesca dotata di un pozzo di luce, una caffetteria/ristorante sovrastata da una vetrata, tre livelli di parcheggio sotterraneo, un livello di archivi, un giardino paesaggistico, uno spazio per accogliere i visitatori, un auditorium da 350 posti, sale riunioni con pareti mobili e anche una palestra e uno spogliatoio. In termini di illuminazione, durante il giorno tutti gli uffici sono illuminati dalla luce naturale che entra dalle faglie che corrono dal pavimento al soffitto. La luce artificiale riprende poi durante le ore notturne l’effetto della luce naturale. incontroluce 23 9 Progetti L’illuminazione di una nuova sede Sanofi Aventis 3 10 3.4. Due particolari architettonici Gli apparecchi utilizzati negli interni sono Minilaser, Pixel Plus, Laser, Pixel. L’auditorium è illuminato da Deep Frame. Le vie interne sono ricoperte di lamiera rossa, che si avvolgono dalla hall verso il giardino e sono illuminate da proiettori MaxiWoody, in alcuni casi anche incassati a terra. Nella hall oltre ad apparecchi iRoll ci sono anche apparecchi Le Perroquet a sospensione e sopra il banco di accoglienza è posizionato un Le Perroquet a luce indiretta. Il giardino pubblico comprende numerosi bacini d’acqua e spazi verdi per una maggiore integrazione dell’edificio con l’ambiente circostante. In questa area sono utilizzati soprattutto Bliz, iWay e Pencil. L’area antistante la facciata principale vetrata è illuminata da apparecchi Lavinia, su palo, ma anche nella versione applique applicata su piloni. 4 incontroluce 23 11 Progetti Northbridge Piazza Client City of Perth Urban Designer City Design Lighting Designer WSP Lincolne Scott Perth, Australia 1 Nel progetto di rivitalizzazione dell’amministrazione di Perth della zona della città dedicata all’ospitalità con ristoranti ed intrattenimento, Northbrigde Piazza offre uno spazio aperto dove le persone possono sedersi e rilassarsi, anche grazie alla presenza di un maxi schermo a LED, visibile anche dai negozi e ristoranti adiacenti alla Piazza. La progettazione dell’illuminazione, messa a punto da WSP Lincolne Scott è correlata al senso di sicurezza e di relax che la zona doveva offrire. Mondoluce ha offerto il supporto tecnico necessario per individuare il prodotto migliore a creare un’atmosfera accogliente. I proiettori Woody sono stati installati su pali per illuminare la zona erbosa al centro della piazza offrendo un livello d’illuminazione adeguato e confortevole per la Piazza ed i suoi visitatori. 12 Electrical Contractor Downer Electrical Foto: Ron Tan 1. Illuminazione delle strade che conducono alla Piazza Partners Assistance Mondoluce 2. Scorcio della Northbridge Piazza 2 incontroluce 23 13 Progetti Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo” Norimberga, Germania L’inaugurazione dell’esposizione permanente intitolata “Rinascimento-Barocco-Illuminismo” presso il Museo Nazionale Germanico di Norimberga svoltasi il 17 marzo 2010 ha ufficializzato la conclusione dei lavori di ristrutturazione della galleria risalente agli anni venti del secolo scorso e tutelata come patrimonio di interesse storico ed artistico. Al termine di un periodo di progettazione e costruzione durato sei anni, il più grande museo di arte e cultura germanica presenta la parte essenziale delle sue collezioni in un nuovo splendore. La nuova esposizione dei tesori risalenti al periodo dal XVI al XVIII secolo posta al piano superiore della galleria è stata realizzata applicando criteri museografici all’avanguardia e seguendo un concetto contenutistico innovativo. L’arte della prima età moderna, tra cui i capolavori di Albrecht Dürer, Lucas Cranach e Veit Stoß viene mostrata nel contesto storico-culturale che le pertiene per favorire una comprensione integrale della cultura materiale dei secoli scorsi. L’arco temporale va dalla scoperta del Nuovo Mondo intorno al 1500 fino al rococò e all’illuminismo del tardo XVIII secolo. 1 Un migliaio di oggetti esposti, da dipinti a sculture, passando per prodotti tessili, monili e medaglie fino ad elementi di arredo e strumenti musicali, danno vita a tre secoli di storia culturale germanica suddivisi in categorie tematiche come “Pellegrinaggio”, “Riforma” o “Natura e antichità”. L’Ufficio Tecnico Comunale Statale di ErlangenNorimberga (Staatliche Bauamt ErlangenNürnberg) è stato incaricato di progettare e realizzare la ristrutturazione della galleria e della nuova architettura espositiva del piano superiore. Finalità principale della nuova concezione era la tutela e l’ottimizzazione del patrimonio storicamente rilevante: eliminando gli elementi costruttivi aggiunti nel corso degli anni è così riemersa la struttura architettonica originaria dell’edificio. Inoltre, l’intenzione principale dei progettisti era quella di dare risalto agli elementi esposti, attribuendo all’architettura espositiva un mero carattere funzionale. Un sistema di presentazione strutturalmente unitario conferisce alle 33 sale, in parte estremamente diverse da un punto di vista costruttivo, il carattere di un unico corpo espositivo. Anche la progettazione illuminotecnica realizzata da LichtVision di Berlino si è ispirata a questo principio di fondo, dando priorità alla migliore visibilità delle opere esposte, mentre gli apparecchi dovevano comparire il meno possibile. 14 Cliente Germanisches Nationalmuseum Nürnberg Lighting Designer LichtVision Berlin - Thomas Müller Progettista Ufficio Tecnico Comunale Statale di Erlangen-Norimberga - Jürgen Wolff e Florian Kutzer (Staatliches Bauamt Erlangen-Nürnberg) Foto: Lothar Reichel 1.2. Allestimento delle sale Partners Assistance iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH incontroluce 23 2 15 Progetti Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo” 3.4. Allestimento delle sale 4 Questo concetto si è concretizzato in soffitti luminosi a luce diurna e artificiale nelle sale di grandi dimensioni, integrati da un’illuminazione d’accento realizzata con l’ausilio di proiettori Tecnica che sono stati utilizzati anche nei gabinetti dove essi costituiscono l’illuminazione dominante, contrariamente alle grandi sale dove conferiscono un effetto di luce diurna. L’utilizzo di filtri diffondenti speciali consente di realizzare un passaggio delicato tra i coni di luce e un effetto armonico sulle pareti espositive. Per una riproduzione ottimale del colore dei dipinti sono state utilizzate sorgenti luminose alogene. L’illuminazione è abbinata ad un sistema di controllo complesso che garantisce un’intensità luminosa costante a tutela degli oggetti esposti. Nelle sale illuminate dall’alto la luce diurna viene regolata nel tetto tramite apposite lamelle presenti nell’intercapedine tra le lastre della vetratura isolante. Sensori luminosi nel sottotetto e nelle sale delle collezioni misurano l’intensità luminosa presente e controllano gli impianti di ombreggiamento e la quantità di luce artificiale secondo necessità. incontroluce 23 17 Progetti Negozio Faraone Cliente Gioielleria Faraone Progetto architettonico ed illuminotecnico Iosa Ghini Associati Milano, Italia 1 Il concept della nuova gioielleria milanese di Faraone in Via Montenapoleone, affidato all’architetto Massimo Iosa Ghini, si ispira a un’idea di preziosità caratterizzata da segni avvolgenti che delineano lo spazio e descrivono un’esposizione raffinata ed elegante. Il progetto è stato guidato dalla ricerca di equilibrio, secondo le parole dello stesso architetto: “Il segno secco della pietra tagliata levigata e limpida, il fluido dell’oro e dei metalli preziosi racchiusi in un fodero di elegante legno … Occorre metterli insieme in proporzioni appropriate per ottenere uno spazio che valorizzi il contenuto e che dia piacere a tutti i sensi di chi lo vive e lo frequenta”. L’interno dello spazio è stato realizzato con i materiali della tradizione, dalle finiture ricercate e scelte con grande attenzione: diversi legni proposti con sfumature cromatiche tendenti al grigio, vetri ambrati, metalli ottonati e bronzei, morbida nappa per le sedute. Gli ambienti sono racchiusi da moduli di boiserie in legno modanato, che scandiscono lo spazio. 2 18 Foto: Santi Caleca 1. Vetrine su Via Montenapoleone 2.3. Scorci dell’interno Le teche espositive in cristallo dalle linee squadrate si intersecano e si compenetrano l’una con l’altra; gli incastri danno vita a giochi di luce e sovrapposizioni innovative. Le pareti perimetrali sono completamente adibite all’esposizione e sviluppate con luminose teche in cristallo che esaltano il naturale colore delle pietre; da questi lunghi volumi di luce ne emergono altri che si protendono verso il centro dello spazio fino ad incontrare i sinuosi nastri bronzei. Le sedute sono rivestite in morbida pelle color cuoio; l’imbottitura è racchiusa in una fascia d’ottone lucidato a mano. Sul pavimento, una moquette delimita gli spazi relazionali e di vendita. L’atmosfera è calda e accogliente. L’illuminazione consta di tre elementi: le scenografiche sospensioni realizzate su commissione da un artigiano; l’illuminazione a LED delle vetrine, specifica per esaltare i gioielli esposti; gli incassi Deep Minimal ad alogenuri metallici per integrare ed uniformare il tutto. La boutique si sviluppa su due piani, collegati da una scalinata cui fa da schermo un’imponente parete realizzata da molteplici lastre in vetro colorato, nelle tonalità del giallo ambrato e del bronzo. Al primo piano, i salottini sono dedicati ai clienti che preferiscono uno spazio dedicato e una maggior tranquillità. Cesare Settepassi, come un vero gioielliere di famiglia o come un contemporaneo artigiano metropolitano, sarà sempre a disposizione dei clienti e di coloro che chiederanno il suo consiglio, la sua visione, la sua opinione; attento e discreto, sarà tuttavia onnipresente sia presso gli atelier sia in gioielleria, quale testimone reale di una storia, di un passato e di un futuro al servizio di quella “famiglia” che si è allargata a comprendere tutti coloro che manifestano amore per il bello, stile, buon gusto. 3 incontroluce 23 19 Progetti International School of Zug and Luzern Committente Fondazione Don Bosco Progetto architettonico ed illuminotecnico Germann & Achermann AG Baar, Svizzera La International School of Zug and Luzern (ISZL) rappresenta un elemento importante nel territorio di Baar: circa 1200 studenti provenienti da 50 paesi diversi sono iscritti a questa scuola che adotta un piano di studi internazionale. La ISZL si articola complessivamente in 3 sedi: Baar, Hünenberg e Lucerna. A Baar, sotto la direzione dello studio di architettura Germann & Achermann è stato progettato e costruito un nuovo edificio adibito a scuola media. Il corpo centrale è costituito dall’Aula, una costruzione massiccia per metà interrata. L’edificio scolastico su tre piani è rappresentato da una costruzione in legno con una facciata in vetro e metallo. L’intera costruzione soddisfa gli standard Minergie (MINERGIE®) è un’etichetta di qualità per edifici nuovi e rimodernati. Il marchio è supportato congiuntamente dal mondo economico svizzero, dai Cantoni e dalla Confederazione). Ciò comporta anche l’osservanza di requisiti speciali relativi all’illuminazione. Inoltre si è dovuto tener conto del fatto che le costruzioni nuove si suddividono in tre settori di utilizzo diversi: la “zona generale”, che indica parti dell’edificio come i corridoi e i vani scala, le classi e l’Aula. Nella zona generale sono state utilizzate principalmente lampade del Sistema Easy dotate di sorgenti luminose fluorescenti PL-R che, nonostante una potenza ridotta, 1 20 Progettista dell’impianto elettrico Scherler AG Foto: Günther Laznia 1. Effetto notturno della illuminazione interna della scuola Installatore dell’impianto elettrico Erzinger Eugen AG Hans Müller AG 2. Illuminazione della sala a doppia altezza, con effetti scenografici sulle pareti offrono un rendimento maggiore rispetto alle sorgenti luminose tradizionali. Ciò consente di realizzare, con un numero esiguo di lampade, la potenza luminosa richiesta complessivamente, adempiendo così in modo ottimale ai requisiti Minergie. Nelle classi è stato utilizzato un sistema a luce regolabile, Mini Light Air, che si adatta automaticamente alle condizioni di luminosità esterna, fornendo soltanto la quantità di luce necessaria ad integrazione della luce naturale come requisito indispensabile a garanzia di una condizione ottimale per l’insegnamento. I Mini Light Air a sospensione, emettono luce diretta soltanto per il 70% e luce indiretta per il restante 30%, con un effetto luminoso decisamente piacevole. L’aula, che ha una doppia altezza pari a otto metri, doveva essere dotata di un’illuminazione in grado di permettere l’allestimento di grandi manifestazioni, riunioni e rappresentazioni teatrali. Per questo motivo sono stati utilizzati gli incassi Reflex che consentono di evitare effetti di abbagliamento, nonostante una potenza luminosa elevata. Nell’atrio, infine, l’illuminazione è realizzata con i Pixel Plus a LED, soddisfacendo, da un lato, il requisito Minergie in termini di emissione massima di una determinata potenza per metro quadrato, e dall’altro, riuscendo a realizzare un gioco di luci tale da mettere in particolare risalto l’atrio rispetto agli altri locali. Complessivamente, si è realizzato così un edificio della superficie di 4800 mq che rappresenta, con la sua struttura moderna, un contrasto stilistico di grande effetto rispetto all’adiacente chiesa neobarocca. 2 incontroluce 23 21 Progetti Presentato ufficialmente il nuovo MACRO Cliente Città di Roma Direzione dei lavori Città di Roma Direzione del Museo Luca Massimo Barbero Roma, Italia Il 3 dicembre 2010 è stato inaugurato e presentato al pubblico il nuovo MACRO. Vincitore nel 2001 del concorso internazionale organizzato a tal fine, il progetto degli architetti Odile Decq e Benoit Cornette prende la misura del quartiere e dell’istituzione culturale racchiusa al suo interno, procedendo per inclusione, senza dimenticare di aprirsi sulla città per favorire la diffusione culturale. Ne risulta una bella meccanica, che gira in tondo nel suo percorso interiore, si apre in due brecce sulle vie e sfugge nel cielo in copertura. Il museo ormai aperto su due vie si presenta sotto due aspetti contrastanti, l’antico e il nuovo. L’ingresso abituale avviene sull’asse delle antiche scuderie che danno su via Reggio Emilia, il cui cortile coperto da una vetrata e le due ali collegate da gallerie e il sottosuolo costituiscono il primo edificio del museo. Il nuovo accesso avviene passando sotto la prua vetrata del nuovo ampliamento, orientata su via Nizza, piazzetta prolungata di un cortiletto piantato con ailanti giapponesi e zeppo di sassolini che porta al cuore del nuovo edificio. Il suo volume si scopre progressivamente girando intorno al monolite rosso dell’auditorium (200 posti) che rappresenta il cuore dell’organismo e attira da tutti i suoi lati, posto 1 22 Progetto architettonico ed illuminotecnico Odile DECQ Benoit CORNETTE architectes urbanistes Impresa generale CDG Impresa generale di finitura CLM Foto: Archivio iGuzzini 1. L’atrio con il monolite rosso Partners Assistance iGuzzini illuminazione France iGuzzini Roma su un terreno di basalto nero che era usato anche per il lastricato romano. La luce filtrata della vetrata zenitale taglia le ombre della travatura e preserva la penombra. La vetrata messa a punto insieme a Simone Prouvé, autrice delle fini tessiture di acciaio inserite nel vetro stratificato, fa il suo lavoro a meraviglia, degradando la luce senza imporre le tenebre. Le alte pareti laterali dipinte di nero come l’intelaiatura metallica scavano la distanza con il cielo e racchiudono lo scrigno intorno al blocco vermiglio. Al contempo hall di smistamento e foyer centrale, questo alto volume irregolare è cinto da un mezzanino e percorso da passerelle sospese di metallo argentato che segnalano il percorso della visita con delle frecce. La grande galleria (1200 mq) si sviluppa ad angolo sotto una struttura di acciaio nero, i cui archi si dispongono da 8 a 12 metri di altezza. Sospesa ai suoi archi, una passerella si arrampica dolcemente nel volume in direzione della terrazza superiore, offrendo al passaggio una panoramica delle opere installate e termina sulla terrazza piastrellata di basalto nero al cui centro troneggia il piano inclinato della vetrata della hall opportunamente percorsa da una lama d’acqua rinfrescante, citazione esplicita 2. Alcune delle passerelle sospese viste dall’alto della fontana che orna qualsiasi piazza degna di questo nome a Roma. Sul lato di questa piazza “pensile”, un caffè-ristorante apre i suoi ombrelloni. Come prolungamento del mezzanino e sull’asse di una rampa di scale, la caffetteria, invece, si installa nella prua, in posizione dominante sopra l’ingresso, un occhio sulla via e l’altra sul cortiletto di accesso. Laccato di rosso, il poliedro irregolare dell’auditorium sorprende con l’interno dello stesso colore. Satinato all’esterno, brillante all’interno, illuminato da Linealuce, nascosti nel soffitto e rivolti verso il relatore. 2 incontroluce 23 23 Progetti Presentato ufficialmente il nuovo MACRO 3 Il progetto per l’illuminazione del MACRO è stato messo a punto in stretta collaborazione fra l’architetto Odile Decq e il direttore del museo, Luca Massimo Barbero come portavoce delle esigenze di esposizione e di gestione degli spazi. Con la consulenza tecnica della iGuzzini, che è sponsor tecnico del museo, ma soprattutto vera e propria azienda partner, sono stati individuati gli apparecchi più adatti per le diverse esigenze delle varie aree. Nella “Sala Nera” sono stati utilizzati iPro neri a scarica da 150W per la luce diffusa e proiettori Metro neri a scarica su binario a sospensione per l’illuminazione delle opere. La “Sala piccola Bianca” invece è illuminata da Linealuce fluorescenti bianchi, gestiti da un sistema di controllo, per la luce diffusa e da proiettori Tecnica alogeni bianchi per l’illuminazione delle opere; ci sono anche dei Vela bianchi fluorescenti per l’effetto wall washer sulle pareti. Negli spazi comuni sono stati usati Le Perroquet neri con lampada alogena e Linealuce a fluorescenza neri. Nella hall che funge da collegamento fra il vecchio MACRO con nuovo MACRO sono usati Linealuce a fluorescenza bianchi con sistema di controllo. Nell’atrio di ingresso sono posizionati degli iRoll 65 a scarica con emissione up/down. La sala “Art e Video” è illuminata grazie a Deep Minimal gestiti da un sistema di controllo. Negli esterni sono stati utilizzati degli incassi a pavimento con Ledplus e per illuminare con luce radente la copertura interna sono stati usati proiettori Radius a scarica. In virtù del nostro ruolo di sponsor tecnici la iGuzzini ha anche messo a disposizione del museo un certo numero di proiettori Tecnica con lampada alogena e dei Parallel a scarica per eventuali integrazioni da fare in occasioni di esposizioni estemporanee. 24 3. La “Sala piccola Bianca” 4.5. Momenti della conferenza stampa Due domande per Odile Decq Come nasce il progetto del MACRO? Il progetto del MACRO è nato dalla città, è la città che ha fatto nascere il progetto, non solo perché era il cliente, ma anche perché la città, la struttura della città, la composizione della città, l’essenza stessa della città è entrata dentro il MACRO per creare questo progetto con la piazza anteriore e la piazza superiore e tra queste due la passeggiata, il camminamento, il percorso, il che ricalca perfettamente il modo in cui è costituita la città di Roma. Di piazza in piazza si passeggia, si cammina. Per me la città di Roma è proprio questo, l’essenza stessa della città che è entrata nel museo stesso. Inoltre la pavimentazione, che è in basalto, è la stessa che ricopre le strade di Roma. È quindi la città che è entrata all’interno del museo ed il museo che si è aperto alla città. 4 Qui dentro c’é molta luce, come avete ragionato in termini di luce tra luce artificiale, luce naturale? Oggigiorno i musei, in particolare i musei d’arte contemporanea hanno bisogno di luce naturale, era quindi necessario che ovunque nel museo la luce naturale riuscisse ad entrare facilmente. Ecco perché nelle sale adibite alle esposizioni troviamo questa grande vetrata. Al contempo è però necessario proteggere da troppa luce naturale quando un artista desidera lavorare in un tempo più artificiale, o quando cala la sera. Ecco perché è necessaria anche la luce artificiale che permette di illuminare lo spazio nella sua totalità, illuminare in particolare le sale espositive per permettere a colui che espone di poter focalizzare l’attenzione su un punto o meno, in funzione di ciò che desidera maggiormente. Invece qui nel foyer è diverso: qui ci troviamo in uno spazio pubblico, sono quindi presenti delle opere d’arte. In alcuni punti è quindi necessario illuminare in modo particolare, in generale però il museo è immerso nella luce naturale, e in particolare in un ambiente in cui poco a poco la luce artificiale si sostituisce alla luce naturale, e che però non può essere troppo differente. 5 incontroluce 23 25 Progetti The Briggait Cliente WASP Foundation WASP’s Artist 1 Studios, Glasgow Sculpture Studios Città di Glasgow Progetto Architettonico Nicol Russel, Broughty Ferry Glasgow, Gran Bretagna 1 Il Briggait, termine con cui popolarmente a Glasgow è conosciuto questo edificio che è l’antico mercato del pesce lungo il fiume Clyde, si addossa ad un campanile del XVII secolo che caratterizza lo skyline di Glasgow. Gli architetti di Glasgow, Clarke and Bell, sono gli autori del progetto originario del Briggait ispirato a Les Halles, il grande mercato di Parigi costruito tra il 1845 e il 1854. Inaugurato nel 1873 come mercato del pesce, fu poi ampliato verso est nel 1899 e nel 1903. Quando il mercato del pesce si trasferì fuori città alla fine degli anni ‘70 il Briggait divenne superfluo e il Comune pensò di demolirlo. Venne allora creata una fondazione di beneficenza (il Briggait Trust) per salvare l’edificio e convertirlo in un centro commerciale che però cadde in disuso alcuni anni dopo. Attualmente il Comune all’interno di una strategia complessiva per la città, la “Housing the Visual Arts Strategy”, sostenuta anche dai fondi della Scottish Arts Council Lottery ha risistemato questo edificio che ospiterà 11 organizzazioni che si occupano di arti visive e servirà a creare un quartiere artistico dinamico nella città. Il Briggait è composto da tre grandi sale dell’ex mercato del pesce, rimaste vuote negli ultimi dieci anni. L’edificio può ospitare circa 250 artisti, in 71 studi dai prezzi abbordabili e di alta qualità, un laboratorio di scultura appositamente realizzato, nonché strutture multimediali, una biblioteca specializzata e una serie di unità industriali creative. iGuzzini è stata invitata dai consulenti elettrici Buro Happold ad assisterli nella specifica per l’illuminazione della sala principale e l’illuminazione esterna di questo progetto. Internamente, la sala principale è illuminata con gli apparecchi iRoll. 26 Consulente per l’impianto elettrico Buro Happold Foto: Peter Iain Campbell 1. Illuminazione della facciata Impianto elettrico Mitie 2. Sala principale illuminata dagli iRoll Impresa appaltatrice principale Morris and Spottiswood 2 Si tratta di colonne montate sulle colonne di ferro originali dal fascino rustico che deriva dalla loro essenzialità e dalla finitura irregolare. L’illuminazione ambiente si ottiene usando questi prodotti nelle versioni ad alogenuri metallici e fluorescenti compatte. La forma cilindrica richiama le colonne e il prodotto scompare a favore della sua prestazione. L’illuminazione esterna interessa due facciate molto diverse. Sul lato del lungofiume (Clyde Street), per illuminare le colonne, sono stati incassati nel marciapiede dei Light Up Professional. Il loro flusso luminoso si integra a quello dei Miniwoody CDMTC infilati dietro le colonne in modo da aumentare l’illusione di profondità. Sul lato Bridgegate gli incassi Light Up Professional, usati sempre per sottolineare le colonne, sono stati utilizzati insieme a Linealuce e a Miniwoody, oltre ad alcuni proiettori Radius per le tre finestre in alto sulla facciata. incontroluce 23 27 Progetti Una luce biodinamica per gli affreschi di Villa della Farnesina Direzione Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme Rita Paris Direzione tecnica Mauro Petrecca Roma, Italia Il nuovo allestimento della sezione dedicata agli affreschi della Villa della Farnesina rientra nel quadro di aggiornamento dei criteri espositivi del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme. L’obiettivo generale è stato quello di creare, con correttezza cronologica e filologica, un percorso di visita in cui le diverse sezioni siano ambiti autonomi di esperienza, trattandole come capitoli indipendenti tra loro di un racconto unitario. La grande quantità di opere e reperti di natura così differente per materiali, tecniche, dimensioni, cromatismi e stato di conservazione, potranno guidare il pubblico nella storia e nell’arte romana per temi. Questo approccio museologico consente anche di sperimentare un corretto sistema museografico: nelle diverse sezioni, infatti, la diversa natura dei reperti è affrontata con i corretti strumenti illuminotecnici, i giusti cromatismi delle pareti, i supporti più adatti, i più chiari apparati didascalici e tutti gli altri accorgimenti necessari a contestualizzare le opere e agevolare l’esperienza del visitatore, sia sul piano emotivo che su quello didattico, critico o interpretativo. 1 28 Progetto architettonico e progetto della luce Stefano Cacciapaglia Carlo Celia con Anna Marcucci e Marco Tondo Progetto Grafico Monica Cola con Raffaella Cola Foto: Roberto Lucignani Realizzazione degli allestimenti Fabrizio Meloni S.r.l. 2. Uno degli spazi ricostruiti 1. Ricostruzione del grande triclinio, con la volta a botte illuminata Consulenza illuminotecnica Carolina de Camillis e Riccardo Fibbi Nella Villa della Farnesina è stata ridisegnata la disposizione degli ambienti con l’intento di ricreare, per quanto possibile, la sequenza di percezioni visive originali: la collocazione degli ambienti, degli affreschi e dei mosaici segue (per quanto concesso anche dalla ricollocazione all’interno di uno spazio Museale) una sequenza verosimile. Dal lungo affresco del Criptoportico, cadenzato dal ritmo dell’apparato decorativo dipinto (in cui purtroppo le lacune sono assai più estese delle parti affrescate, ma che è volutamente stato ricomposto con i grandi vuoti) il visitatore arriva, anche grazie ad un ricco apparato didattico, alla sala grande in cui sono ricostruiti due Cubicola ed il Triclinio. Qui il posizionamento delle stanze e la sequenza prospettica e cromatica consentono di rivivere l’esperienza percettiva dello spazio in modo molto simile a quanto avveniva nella condizione originale. Per gli involucri dei volumi e per le pareti si è scelto il colore grigio e l’assoluta elementarità geometrica per non interferire con il cromatismo degli affreschi, soprattutto con i grandi campi neri del triclinio. La scelta forte nel progettare l’allestimento di questa sezione riguarda i criteri di illuminazione delle opere. Si è scelto di proseguire nella ricerca iniziata con gli ambienti della Villa di Termini, in cui è stata proposta con successo la ‘luce senza ombre’, e con il giardino dipinto della Villa di Livia, in cui si è realizzata la prima sperimentazione di luce ‘biodinamica’: attraverso l’illuminazione artificiale si riproduce la variabilità della luce naturale che influisce sulla percezione dei colori degli affreschi. Nel grande triclinio si è utilizzato un telo termoteso a memoria di forma per ricreare la geometria della volta a botte, decostruita in modo contemporaneo. Attraverso questo telo, come da un cielo artificiale, piove luce diffusa, ‘senza ombre’, ciò permette che la grana della materia non predomini sulla preziosità delle pitture. 2 Un sistema di controllo gestisce l’esecuzione di brevi cicli luminosi, che in cento secondi simulano la naturale variazione della temperatura colore e dell’intensità della luce diurna nell’arco della giornata (2700K-6500K), con la corrispondente variazione della percezione cromatica degli affreschi. Il visitatore potrà quindi apprezzare, in questi cento secondi la variazione dei colori che si realizza in un’intera giornata. Per quanto riguarda, invece la conservazione dei manufatti, la presenza del telo traslucido consente di abbattere significativamente le radiazioni dannose corrispondenti alle lunghezze d’onda UV e infrarosse. La luce biodinamica è stata messa a punto utilizzando sorgenti luminose di temperatura colore diversa variabile incontroluce 23 29 Progetti Una luce biodinamica per gli affreschi di Villa della Farnesina 3. Cubicolo 4. Uno degli spazi di collegamento 3 fra il 2700K ed i 6500K, controllati e gestiti grazie al sistema di controllo Light Equalizer. Nei Cubicola l’obiettivo è reso più ambizioso dalla difficoltà di rendere leggibili al meglio sia gli affreschi che gli stucchi presenti sulle volte: di far convivere all’interno dello stesso ambiente la necessità di luce diffusa e luce indiretta radente. Anche in questo caso si è fatto uso del telo traslucido per ricreare il ‘cielo artificiale’, ideale per la lettura degli affreschi, con il sistema di riproduzione del ciclo diurno, che trova ancor più spettacolari risposte da parte del ricco e prezioso cromatismo delle pareti. Un sistema lineare con sorgenti LED, del tutto nascosto alla vista dell’osservatore, completa l’apparato illuminotecnico, fornendo con tem- porizzazioni prestabilite una componente di luce indiretta radente sugli stucchi della volta, accentuandone i rilievi grazie alla fotometria selezionata, all’orientamento e al posizionamento. Negli spazi di collegamento tra gli ambienti ricostruiti, dove sono stati posizionati gli affreschi dei percorsi e gli apparati didattici dell’intera sezione, si è mantenuto sempre il sistema “biodinamico” di illuminazione ricorrendo all’invenzione di apparati diffusori a forma di ‘osso di seppia’ che, replicando l’andamento degli affreschi, producono un morbido effetto wall washing sulle superfici dipinte, mentre il flusso disperso viene assorbito dallo sfondo grigio delle pareti degli ambienti. 30 Progetti Museo del Design di Holon Cliente Comune di Holon Progetto architettonico Ron Arad Architects Architetto esecutivo Waxman Govrin Holon, Israele 1 Nel 2003 lo studio Ron Arad Architects è stato invitato a progettare il primo Museo nazionale del Design da realizzare in un’area della città di Holon sviluppata di recente, poche miglia a sud di Tel Aviv, progettata per divenire il nuovo centro culturale ed educativo per Israele centrale. L’autorità locale ha commissionato allo studio Ron Arad Architects la progettazione di un museo che doveva rispondere a standard internazionali, con l’importante ruolo di promuovere il design e l’architettura in Israele, ma anche all’estero. Il Museo del Design di Holon (DMH) occupa un’area di 3.700 mq. La generosa piazza a nord è uno spazio pubblico, nonché via di accesso al Museo. La topografia del luogo a piattaforma è articolata dalla disposizione del museo su due livelli scaglionati, collegati da una rampa scultorea esterna, la principale via di circolazione del museo. In questo modo, il percorso attraverso il museo diventa più sperimentale, poiché porta il visitatore attraverso una serie di visioni interne spettacolari attraverso il cortile interno del Museo. La nozione di creare e sfruttare la tensione tra una disposizione interna di spazi efficienti “a scatola” e l’involucro esterno dinamico e tutto curve è il principio guida del progetto dell’intero museo. La parte più grande del museo è avvolta da cinque fasce distinte realizzate in 32 Progettazione strutturale Harmel Engineering Foto: Uzi Porat 1. Esterno del museo Partners Assistance Lighting System Italy (1982) ltd 2. Una delle sale 2 acciaio Cor-Ten che ondeggiano e serpeggiano dentro, fuori e intorno ai volumi interni del museo. Queste fasce rappresentano la spina dorsale dell’edificio, sostenendo grandi parti di esso strutturalmente e al contempo dettandone la posizione in relazione ai dintorni. L’orizzontalità topografica delle fasce è enfatizzata ulteriormente dalla gradazione delle patine trattate e dal successivo logorio dell’acciaio dell’edificio nel corso del tempo: entrambi rievocano la struttura geologica tipica del deserto israeliano. Le fasce sono sempre visibili dal visitatore e agiscono da filo conduttore visivo che corre in tutto il museo. Le due gallerie principali del Museo forniscono una base contrapposta e diversa per l’attività curatoriale: la galleria più grande, di 500 mq, utilizza il potenziale di illuminazione naturale costante di Israele ed è illuminata da proiettori Tecnica montati su binario. La seconda galleria, più intima, di 200 mq, offre una black box, che consente una flessibilità aggiuntiva. Altre opportunità di esposizione sono fornite dai percorsi del museo (due “mini-gallerie” aggiuntive) e negli spazi esterni circondati dalle fasce di Cor-Ten. Altri proiettori utilizzati sono i Parallel oltre ad incassi Reflex, ed iSign. Per l’esterno sono stati utilizzati invece Platea, Kriss e Linealuce. incontroluce 23 33 Progetti La sede del Banco Nacional de España Progetto architettonico Eduardo Adaro e Severiano Sainz de la Lastra (XIX secolo) Progetto illuminotecnico Intervento Madrid, Spagna Partners Assistance iGuzzini illuminazione España 1 L’attuale sede del Banco de España (Banca Centrale Spagnola) fu istituita alla fine del XVIII secolo per fornire al Banco Nacional una sede più adeguata all’importanza delle sue funzioni, quali ad esempio l’emissione unica di monete e banconote per tutto il territorio spagnolo, la fornitura di viveri ed indumenti alle forze armate o l’effettuazione dei pagamenti della Corona all’estero. Si trova nella Plaza de Cibeles, nel cuore di Madrid, luogo in cui si uniscono la Calle de Alcalá ed il Paseo del Prado. Questo edificio emblematico fu progettato dall’architetto Adaro ed inaugurato nel 1891. Da allora sono state portate a termine due importanti trasformazioni: negli anni Venti il Banco Nacional fu ampliato secondo il progetto di Yárnoz e nel 2005 fu apportata l’ultima aggiunta per mano dell’architetto Rafael Moneo. L’edificio presentava un sistema di illuminazione tradizionale con lampade storiche installate sulle balconate del piano principale che utilizzavano sorgenti a vapori di mercurio. Nel 2001 il Banco de España invitò tre studi, che si occupano di illuminazione, fra cui Intervento, ad un concorso di idee che doveva rispondere alle seguenti richieste: utilizzazione 34 Foto: Tomás Antelo 1.2. Diversi punti di vista dell’edificio 2 della tecnologia moderna e delle risorse tecniche più avanzate sia per quanto riguarda le sorgenti di luce, sia per quanto concerne il sistema di controllo; minima emissione di flusso luminoso verso la volta celeste, integrazione degli apparecchi d’illuminazione per un minimo impatto visivo, utilizzo generalizzato di sistemi di appoggio e fissaggio che non compromettessero l’integrità del monumento. Il progetto realizzato conserva le lampade storiche, ma ha sostituito le sorgenti ad alogenuri metallici con lampade fuorescenti compatte con trasformatori elettronici per poterne regolare il flusso. Questo tipo di illuminazione è stata integrata da una linea di luce ottenuta installando apparecchi Linealuce sui cornicioni che corrono lungo tutto l’edificio. Nonostante sia un impianto che orienta il flusso di luce dal basso verso l’alto, l’inquinamento luminoso è nullo in quanto l’apertura del fascio luminoso è molto stretta ed i cornicioni della linea di imposta schermano il flusso luminoso e lo riflettono verso il basso. Si sono valorizzati inoltre il coronamento dell’edificio e gli elementi decorativi come le ringhiere dei balconi e il lucernaio, oltre all’emblematica sfera d’oro posta sul mecca- nismo dell’orologio, illuminata da Maxiwoody 100 W al sodio. L’impianto si basa completamente su sorgenti luminose a LED. Ogni singolo apparecchio dell’impianto è regolabile, fattore che permette di creare scenari diversi. Il sistema di controllo utilizzato è il Master Pro. Il nuovo impianto installato ha portato ad una riduzione del 33,5% della Potenza nominale e di un 49,7% della Potenza massima. Infine, il mantenimento dell’impianto, tenuto conto della lunga vita utile delle sorgenti luminose (50.000 ore), si riduce a due sole operazioni annuali di controllo e pulizia degli apparecchi d’illuminazione. incontroluce 23 35 Progetti Nuovo negozio Desigual all’Opera Cliente Desigual - Abasic S.L.U. Progetto architettonico Turull - Sorensen Arquitectos SL Interior Design Federico Turull Neddermann Parigi, Francia Il negozio che Desigual ha aperto a Parigi, nel quartiere dell’Ópera, si è trasformato nel nuovo “flagship” del marchio nella città francese. I suoi oltre 1700 metri quadrati, distribuiti su tre piani ed ubicati nel cuore di Parigi, meritano indubbiamente questo epiteto. Le peculiarità dei caratteristici interni si accentuano qui oltremodo. La continua ricerca ed il desiderio costante di innovazione che caratterizza il marchio apportano novità agli interni, dove gli abiti svolgono più che mai un ruolo da protagonista e sono parte integrante della decorazione: alberi creati con magliette in colori in gradazione, fiori giganti di tessuto, fagotti di scampoli di stoffa impilati sugli scaffali, pareti ricoperte di abiti dal pavimento al soffitto. Le cassette di frutta si tramutano in tavoli per esporre le nuove creazioni come se ci trovassimo in un mercato. Lavagne con messaggi quali “le magliette ti salutano” o manichini personalizzati con i volti fotocopiati di alcuni impiegati attirano l’attenzione in modo divertente ed invitano i passanti ad entrare nel negozio e a godere di vere e proprie sorprese. 1 36 Partners Assistance iGuzzini illuminazione España iGuzzini illuminazione France Foto: Didier Boy de la Tour 1. Un particolare dell’allestimento 2. Vetrine 2 L’illuminazione svolge un ruolo fondamentale nel creare l’atmosfera desiderata. Un’adeguata riproduzione cromatica dei colori caratteristici degli articoli Desigual e buoni contrasti di luce sono condizioni imprescindibili. Si utilizzano principalmente lampade alogene e lampade a vapore di sodio bianco, che rendono lo spazio più caldo ed accogliente e potenziano i cromatismi degli abiti. Si tratta di un’illuminazione per proiezione, dotata di un sistema di binari elettrificati trifase a sospensione, che utilizza proiettori Lux per lampade alogene QR111 da 50W con un fascio luminoso tipo super spot, i quali illuminano in particolare i pannelli situati lungo i perimetri, e proiettori Lux con ottica spot per lampade a vapori di sodio (“mini white son”) da 100W, destinati prevalentemente all’illuminazione del mobilio e di alcuni pannelli. Tali proiettori sono provvisti di uno schermo antiabbagliamento tipo vetro a nido d’ape per aumentare ulteriormente il comfort visivo. Al piano terra la presenza alle entrate di abiti appesi al soffitto è una delle caratteristiche che contraddistinguono i negozi Desigual. Gli abiti sono illuminati da proiettori con lampade dicroiche da 35W con apertura di 24°. Anche le vetrine vengono illuminate mediante proiettori, ma in questo caso si tratta dell’apparecchio Tecnica. Alcuni utilizzano lampade alogene QR111 da 50W con ottica spot, altri invece, utilizzano una sorgente luminosa a vapori di sodio da 100W con ottica spot. incontroluce 23 37 Progetti Auditorium de La Porta del Parco Cliente Bagnoli Futura Spa Progettisti Arch. Silvio d’Ascia con Servizi Integrati ed IDI Progetto illuminotecnico Silvio d’Ascia e Servizi Integrati Napoli, Italia 1 Il progetto de La Porta del Parco, un complesso di servizi integrati al turismo, primo degli interventi di trasformazione dell’ex-area industriale delle acciaierie Ilva di Bagnoli, è nato con un ambizioso e chiaro obiettivo: creare un pezzo nuovo di città come porta d’ingresso al grande parco a mare di Bagnoli Futura. La Porta del Parco infatti è stata concepita come un grande spazio pubblico aperto su più livelli e senza soluzione di continuità tra interno ed esterno del complesso, con grandi piani inclinati che permettono di superare progressivamente il dislivello di oltre 8 metri tra la quota della città (Via Nuova Bagnoli) e la quota del futuro parco urbano. La continuità è sottolineata anche dall’uso di materiale ceramico grigio scuro, per il rivestimento orizzontale di quest’area, che richiama la pietra vulcanica degli spazi pubblici di Napoli. Il Complesso di Servizi Integrati al Turismo (dalla superficie totale di oltre 40.000 mq. con circa 16.500 mq. di parcheggi seminterrati) è articolato con un’interessante mix funzionale di diverse attività: ospita oltre a due grandi piazze pubbliche, un centro benessere con Spa, piscine e fitness center di circa 7.000 mq in totale, una sala conferenze da 300 posti, uno spazio espositivo di 1.100 mq, una serie di spazi polifunzionali interni ed esterni, negozi, bar, uffici, parcheggi da 600 posti. 38 Progettazione esecutiva e lavori Sled SpA - Misha Rae Foto: Barbara Iodice 1. Visione del complesso con l’auditorium e la Cupola della Spa Direzione lavori Servizi Integrati S.r.l. - Nicola Salzano de Luna I.D.I. S.r.l. - Paolo Minucci Bencivenga 2. Aspetto notturno dell’auditorium 2 La sala conferenze e la cupola d’ingresso al centro benessere, due lanterne in vetro e acciaio, sono le uniche emergenze nello spazio urbano dei grandi piani inclinati, ambedue illuminate da iGuzzini. La sala de La Porta del Parco, - vero e proprio fronte urbano del Complesso sulla Via Nuova Bagnoli - è un volume compatto ed organico, totalmente trasparente, rivestito da una pelle composta da “scaglie” di vetro a bassa emissività. In questo edificio l’idea della trasparenza legata all’uso di materiali quali il vetro e l’acciaio è stata coniugata con un’ottima resa acustica grazie a degli specifici studi e a soluzioni che forniscono risposte funzionali sia a temati- che acustiche che luminose. Una serie di tubi fonoassorbenti melaminici posizionati lungo le pareti verticali della sala, posti a differente altezza tra gli assi strutturali verticali in corrispondenza dei traversi metallici delle scaglie di vetro, ha assicurato l’ottenimento di una performance acustica eccellente all’interno del volume vetrato, mantenendo la massima trasparenza verso l’esterno. In questo modo durante il giorno l’auditorium riflette l’ambiente circostante, durante la notte diventa un segno luminoso, garantendo sempre un’ottima acustica. Nella sala dell’Auditorium proiettori iTeka sono applicati sulle arcate per produrre l’illuminazione generale. incontroluce 23 39 Progetti Auditorium de La Porta del Parco 3 40 3. La cupola durante la notte 4. Sala dell’auditorium 4 L’apparecchio con emissione asimmetrica da 150W è installato a coppie con il flusso rivolto verso il basso e verso l’alto per creare attraverso l’emissione indiretta una illuminazione morbida e diffusa che viene integrata poi dall’emissione diretta. Nel foyer, proiettori Tecnica con lampada da 50W, ed incassi Pixel Plus nella versione più grande, che ospitano lampade di diversa potenza, accolgono i visitatori. Il progetto della nuova struttura del complesso polifunzionale della Porta del Parco risponde inoltre alle esigenze di risparmio energetico e di elevata qualità ambientale: fonti di energia alternativa sono posizionate sui due grandi fronti inclinati a sud e sud ovest delle superfici continue. Pannelli in fotovoltaico monocristallino garantiscono l’auto-produzione di oltre il 20% del fabbisogno di energia elettrica giornaliera del complesso corrispondente a circa 256.000 Kwh/anno. Il progetto prevede, inoltre, il recupero di acque di fonte termale da impiegare parzialmente nelle piscine trattamento del centro SPA. Le superfici vetrate utilizzate per i due volumilanterne sono a controllo solare e riflettenti. Anche la cupola della Spa è illuminata da apparecchi iGuzzini: Platea, Tecnica e Ledplus. Gli apparecchi ad incasso che illuminano la piazza invece non sono apparecchi iGuzzini. incontroluce 23 41 Progetti Lusso per uffici in Boulevard Saint Germain Committente CRPNAC Architetti Droles De Trames Architectes Eric Chazelle e Henri Raynaud BET TCE ARETEC Parigi, Francia 1 2 L’edificio, interessato da un progetto di restauro per ottenere un immobile per uffici è ubicato nel VII arrondissement di Parigi dove si trovano anche la Tour Eiffel e il Museo d’Orsay. Affacciato su un cortile all’interno di un complesso immobiliare risalente al 1886, ha un notevole valore patrimoniale. È organizzato su 7 livelli, coperti da una vetrata di acciaio tipo Eiffel poggiante su colonne di ghisa. Ex sede della casa editrice Rombaldi, l’edificio ha subito molteplici trasformazioni (creazione di pavimenti, di un ascensore e di una scala con eliminazione delle colonne di ghisa, reti di cavedi, ecc.). Droles De Trames Architectes ha ricevuto l’incarico di realizzare una ristrutturazione globale, creando tutto il comfort previsto per un immobile per uffici di lusso. L’illuminazione del pianoterra, del primo e del secondo piano, viene realizzata ogni volta in base allo stesso principio: gli iRoll a plafone garantiscono l’illuminazione generale dello spazio centrale circondato dalle colonne di ghisa, mentre la zona periferica, identificata da un controsoffitto leggermente più basso, è illuminata con gli apparecchi a incasso Wide plus. I locali di passaggio e i servizi igienici sono stati raggruppati dietro una parete di servizio nera, presente ad ogni piano. La parte essenziale del progetto è stata la restituzione della percezione dell’atrio centrale inserendo un volume translucido, da usare come sala riunioni, sospeso 42 Foto: Didier Boy de la Tour 1.2.3. Musée des Lettres et Manuscrits 3 nello spazio tra due piani sotto la vetrata. Questo volume è illuminato con apparecchi iSign a plafone. Gli stessi apparecchi, installati a sospensione, sono stati scelti per illuminare lo spazio sotto la vetrata, formando una linea ideale di apparecchi che segue la struttura di quest’ultima. Il seminterrato, privo di luce naturale, è illuminato con Compact Easy e Wide plus. I dettagli di finitura e la scelta delle luci sono stati oggetto di particolare attenzione, per sottolineare le qualità spaziali. Il progetto prosegue con un allestimento su misura per il locatario, che desidera installarvi il Musée des Lettres et Manuscrits (su 2 piani), con alcuni uffici contigui. incontroluce 23 43 Progetti La sede centrale di Woodland Trust Cliente The Woodland Trust Responsabile progetto Buro Four Architetto Feilden Clegg Bradley Studios Will Garner Grantham, Regno Unito La nuova sede centrale di Woodland Trust a Grantham, Lincolnshire, ospita gli uffici e uno spazio riunioni per il suo staff di 200 persone. L’obiettivo della sede centrale di 2.800 mq è quello di creare un edificio altamente innovativo e sostenibile che venga riflesso nella sua certificazione BREEAM con il punteggio “Eccellente”. La strategia di servizi comprende l’utilizzo diffuso della ventilazione naturale, la copertura ecologica dei tetti, la schermatura solare, facciate progettate per una buona illuminazione con la luce del giorno, sistemi light-shelf e possibile utilizzo di una turbina a vento. Il Woodland Trust, a dispetto del suo nome e della sua attività, ha avuto per anni la sua sede centrale in un edificio industriale con pannelli in cotto; al momento del trasferimento si pensò ad una sede più “boschiva”, poi scarta proprio con motivazioni ecologiche. E si scelse invece un edificio sopra un’arteria stradale, stretto tra 1 44 Ingegneria strutturale Atelier One Architetto paesaggista Grant Associates Ingegneria dei servizi Max Fordham Coordinatore CDM PFB Construction Consulente BREEAM Max Fordham Geometra Ridge Foto: Peter Cook 1. Esterno della sede del Woodland Trust un nuovo deposito e degli alloggi, vicino ad un bowling. L’esterno modesto appare quasi nomale per questo luogo - è, a suo modo, un pezzetto classico di architettura su un parcheggio in uno sviluppo a nastro tipicamente inglese ed è, in tutti i modi, rispettoso del suo ambiente. È evidente che si tratta di un edificio progettato socialmente. La “radura” sociale, esterna, si apre direttamente in un altro “cuore” sociale: il grande volume dell’ingresso, che va direttamente verso l’alto soffitto illuminato dal sole, che si affaccia su gallerie su entrambi i piani superiori. È evidente che qui non ci si deve solo sentire al lavoro, ci si deve sentire a proprio agio. Dall’interno degli uffici, l’edificio compie uno di questi miracoli: coglie l’ambiente immediatamente circostante per offrire visioni splendide: l’orizzonte di legno che si muove leggermente; la guglia della chiesa; i tetti di una graziosa cittadina di campagna inglese. Le innovazioni sono moltissime a partire dalla scelta di utilizzare come materiale prevalente di costruzione il legno: Feilden Clegg Bradley Studios ha calcolato che il carbonio risparmiato non usando la struttura in calcestruzzo è lo stesso dei primi nove anni di funzionamento dell’edificio. Il cliente ha avuto esattamente quello che aveva chiesto: qualcosa di ispiratore, di innovativo e di frugale - esemplare e fattibile. È stato fatto anche quello che intendeva FCBS: innovazione usando materiali normali come il legno e la vernice. La iGuzzini illuminazione ha contribuito integrando l’illuminazione prevalentemente naturale con circa 100 lampade da Terra Y Light che sono state prescritte per l’illuminazione diretta ed indiretta. Le lampade possono essere controllate individualmente fino ad un 50% della loro potenza. 2.3. Alcune zone degli uffici con le piantane Y Light 2 3 incontroluce 23 45 Progetti Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs Cliente Municipalità della Città Vecchia di Baku Partners Assistance PBC Company - Giandonato Boccia Baku, Azerbaijan 1 Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs, costruito nel XV secolo, è una delle perle dell’architettura dell’Azerbaijan e dal 1964 è museo storico e architettonico statale. Più recentemente è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. ll complesso si trova sul punto più alto di una delle colline dell’antica fortezza di Baku. Suddiviso in modo pittoresco su tre terrazze sovrapposte, è visibile dal mare e dalle alture che circondano la città. 46 Foto: Emil Khailov 1.2. Viste generali del complesso 2 Al suo interno si trovano una abitazione, il padiglione Divankhana, la tomba di Shirvanshahs, la moschea del palazzo con un minareto, un bagno turco, il mausoleo dello scienziato di corte Seyid Yahya Bakuvi e il portale dell’ingresso orientale aggiunto in seguito. Essendo tutto il complesso sottoposto a vincoli conservativi molto severi l’impianto elettrico e l’installazione degli apparecchi non potevano assolutamente intaccare le superfici. Si sono utilizzati per esempio dei Linealuce ad incasso solo in quella parte di pavimentazione recente e quindi non sottoposta a vincoli di tutela. Inoltre, vista la ricchezza di decorazioni dei portali, l’idea guida di tutto il progetto è stata quella di valorizzare i vari ingressi e portali senza che i corpi illuminanti fossero invasivi. Per questo si è scelto di usare proiettori posti sui tetti delle varie costruzioni presenti nel complesso. Questa modalità di installazione è stata applicata nella maggioranza dei casi, tranne che per i portici del palazzo, dove sono stati appoggiati a terra dei proiettori Radius nella parte posteriore delle colonne, passando i cavi nelle intercapedini dei blocchi di pietra antica: questa soluzione ha permesso di non intaccare i preziosi materiali. L’abitazione presente all’interno del complesso è caratterizzata da un portale maestoso, illuminato da proiettori Radius, con nicchie dalle ombre profonde e finestre superiori decorate con i cosiddetti “shebeke”. Tutti i muri sono stati omogeneamente illuminati grazie a Light Up a LED. incontroluce 23 47 Progetti Il Complesso del Palazzo di Shirvanshah 3 Il Divankhana era il luogo dei ricevimenti ufficiali e delle riunioni di stato e al centro ha una cupola in pietra con archi a sesto acuto circondata dal portico di un cortile chiuso. Il porticato più interno è illuminato da proiettori Radius appoggiati a terra. Nel cortile a sud del complesso, c’è il mausoleo ottagonale dello scienziato di corte Seyid Yahya Bakuvi e la Moschea del palazzo si trova vicino alla tomba. Sul minareto è riportata in elegante scrittura araba la data dell’edificio, il 1441. L’illuminazione delle cupole e del minareto è il risultato finale di incroci di fasci di luce, prodotti da iPro 150 W e Woody 70 W, ambedue con ottica spot. Nella parte più bassa del complesso, sotto il piano del palazzo, si trovava il bagno turco, che è andato distrutto. Tuttavia, i resti ci danno comunque informazioni importanti circa la sistemazione razionale dei suoi locali e circa il sistema abilmente costruito per l’ingresso dell’acqua e il suo riscaldamento. Anche in questa area non era possibile cablare gli apparecchi e quindi è stata illuminata per proiezione grazie a dei Platea. L’effetto è una luce generale, senza ombre eccessive. Altra zona d’intervento in cui i vincoli erano molto forti è stata la zona di passaggio dove sono esposti reperti archeologici provenienti da diverse aree del paese; in questo caso i punti luce già esistenti sono stati sostituiti con dei nuovi iWay. 48 3. Il Divankhana illuminato 4. Scavi del bagno turco illuminati con uniformità 4 incontroluce 23 49 Progetti Showroom Domestica Cliente Domestica Ltd Progetto architettonico ed illuminotecnico Enzo Eusebi Nothing Studio Impresa costruttrice Polidano Group Msida, Malta Domestica Ltd è fortemente collegata all’azienda Berloni già da più di 35 anni, fin da quando il fondatore di Domestica iniziò a produrre mobilio di alta qualità su misura. Prima della liberalizzazione delle importazioni, Malta era il solo paese che producesse mobili su licenza Berloni; oggi importa la gamma completa della produzione. Il nuovo showroom Domestica a Msida è stato progettato pensando ad uno spazio sensoriale e fortemente coinvolgente. Oggetti sofisticati coesistono con tecnologia all’avanguardia. Il visitatore si muove tra materiali inconsueti, in uno spazio in cui i fuori scala possono sorprenderlo e tutti i sensi sono coinvolti. All’esterno il complesso Domestica è caratterizzato da due volumi. Il primo volume, realizzato in cemento armato è poi ricoperto da un intonaco con materiale derivato dalla pietra locale Franka. L’effetto globale che ne deriva è quello di un enorme blocco di pietra posato a terra in equilibrio instabile. Il secondo volume è tecnologia di vetro e acciaio. Il vetro è del tipo strutturale extrachiaro a moduli rettangolari tenuti da un sistema a ragni in acciaio inox con retro struttura in acciaio di colore bianco opaco. Nelle ore serali, l’illuminazione artificiale, vuole enfatizzare il contrasto tra la leggerezza della serra bioclimatica, illuminata dall’interno e la compattezza del solido di “pietra”, buio, illuminato 1 50 Foto: Enzo Eusebi Nothing Studio 1. Aspetto notturno dell’edificio 2. Zona dell’accoglienza 3. Zona espositiva solo in alcuni punti. Attraverso la grande apertura quadrata in facciata, una luce colorata dinamica, creata da Linealuce RGB, realizza una sorta di “insegna luminosa”. Per i percorsi esterni sono stati installati incassi Ledplus circolari con effetto wall-washer. Nella zona posteriore dell’edificio sono stati utilizzati proiettori Miniwoody, integrati da Glim Cube applique a LED per l’illuminazione radente del muro, oltre a dei proiettori iTeka per la zona del parcheggio. All’interno della parte vetrata si vedono due piattaforme completamente bianche con parapetti in vetro extrachiaro trasparente infilzate da pilastri circolari bianchi. Lungo le scale che collegano i piani sono stati utilizzati dei Cestello a sospensione a 4 vani, con lampada dicroica, con ottica flood da 100W oltre a Y light applique. Tutto all’interno del volume vetrato è bianco, opaco come uno scheletro conservato in una teca di cristallo. Per rendere meno artificiale lo spazio si ricorre al verde in facciata: alberi a fusto esile e chioma folta a forma di goccia, alti circa 5 metri in modo che sotto la chioma possano starci oggetti alti almeno 1 metro e mezzo. Questa piante sono illuminate da incassi circolari Lightup con ottica simmetrica flood. La zona dell’accoglienza è rivestita a terra da parquet a listoni in iroko con finitura satinata e si apre su uno spazio a doppia altezza alto circa 5 metri. Dalla porta di ingresso si percepisce la reception in pietra franka e per raggiungerla si passa sotto la parete inclinata rivestita di pietra. L’illuminazione è stata realizzata con incassi Ledplus circolari che utilizzano in alcuni casi lampade fluorescenti in altri LED. Per le aree espositive sono stati invece utilizzati proiettori Tecnica corpo medio, colore nero, dimmerabili, in diverse versioni con ottiche flood e spot con diverse potenze. Nelle zone uffici sono stati installati Light air sospensione con schermo dark VDU. 2 3 incontroluce 23 51 Progetti Il nuovo edificio Pirelli Cliente Pirelli RE Progettista architettonico Gregotti Associati International Progettazione impianti elettrici Studio De Stefani Milano, Italia 1 La nuova costruzione è posizionata all’interno dell’area Pirelli a La Bicocca. Per questo è stata pensata un’immagine architettonica che la facesse restare in linea con gli altri edifici presenti nella stessa area (il quartier generale della Pirelli RE e il Centro di Ricerca), in modo da dare una rappresentazione che fosse coerente con l’immagine corporate del gruppo. Le scelte programmatiche ed architettoniche per il recupero e la trasformazione dell’intera zona Pirelli e dei suoi edifici sono state quindi fatte per sottolineare la continuità della produzione stabilitasi nell’area durante il XX secolo. Apparecchi iGuzzini sono stati utilizzati per realizzare le regie luminose dei diversi ambienti. Nelle zone uffici che sono organizzate prevalentemente come open- space sono stati utilizzati Lineup dark Light per offrire il giusto comfort. Gli stessi apparecchi sono stati utilizzati per garantire continuità visiva anche in quelle zone ufficio che sono state chiuse con pareti divisorie, per creare delle zone di maggiore tranquillità e silenzio. Lungo i percorsi, zone comuni e corridoio sono stati utilizzati gli stessi apparecchi Lineup, ma in questo caso con ottica Wall Washer. 52 Foto: Paolo Carlini 1. Aspetto notturno dell’edificio 2. Zona a doppia altezza con il ballatoio 2 Uno studio particolare è stato fatto per l’illuminazione della zona a doppia altezza centrale che viene anche utilizzata in occasione di eventi. In questo caso gli incassi The Reflex assicurano la luce generale, mentre gli effetti di luce d’accento sono stati ottenuti con proiettori Tecnica. Nella zona più vicina al ballatoio sono stati inseriti anche degli incassi Linealuce che enfatizzano il senso di leggerezza e sospensione del ballatoio stesso. All’esterno nella parte del giardino circolare sono stati utilizzati alcuni apparecchi iTeka. incontroluce 23 53 Progetti IBM Software Executive Briefing Center Cliente IBM Italy Progetto architettonico ed illuminotecnico Iosa Ghini Associati Roma, Italia 1 Il Software Executive Briefing Center di Roma è stato interamente rinnovato, e si presenta notevolmente ampliato. L’intero progetto, che rielabora in modo innovativo ed affascinante le famose “strisce” del logo IBM, è frutto dell’architetto Massimo Iosa Ghini e del suo studio. Tecnologie d’avanguardia in campo audiovisivo sono state accuratamente selezionate per fornire agli ospiti un ambiente confortevole ed un’esperienza ad alto valore aggiunto. Il nuovo Software Executive Briefing Center di Roma si trova all’interno della stessa struttura che ospita il laboratorio internazionale di sviluppo della IBM Software Group. Il Software Executive Briefing Program della IBM è stato progettato per offrire eventi gestiti professionalmente e in modo da massimizzare il valore del tempo che i clienti trascorrono con IBM. Qualunque “briefing”, ovunque si svolga, include di norma presentazioni e dimostrazioni, per avvicinare i clienti alla conduzione degli eventi cui partecipano. 54 Foto: Santi Caleca 1. Soffitto e pavimento caratterizzati dalle curve luminose 2. Alcuni ambienti caratterizzati dalle striscie del logo IBM 2 incontroluce 23 55 Progetti Ascoltando, discutendo ed illustrando come le nuove tecnologie IBM possano essere d’aiuto nell’affrontare e risolvere le problematiche tecniche e di business, ci si allontana dal concetto di comunicazione tradizionale dall’alto, per avvicinarsi di più a quello di un luogo di utile confronto: una nuova agorà. Proprio i luoghi di discussione hanno ricevuto un’attenzione particolare per costruire anche attraverso l’illuminazione artificiale un ambiente confortevole: gli apparecchi Lens a sospensione o in fila continua sono stati utilizzati nelle sale in cui si svolgono proiezioni e riunioni. IBM Software Executive Briefing Center 3. Soffitto in cui sono inserite le reglette 4. Una delle sale utilizzate per presentazioni e proiezioni Nella sala conferenza ai Lens sono integrati anche incassi Laser a LED. La principale caratteristica dello spazio architettonico e cioè le linee morbide degli ambienti sono state sottolineate attraverso l’uso di Ledstrip, delle vere e proprie strisce di LED che riescono ad adattarsi alle più svariate forme. Sono state utilizzate sia nei soffitti che nei pavimenti. In alcuni casi all’interno del soffitto sono state inserite anche delle Reglette fluorescenti. Nella zona della reception e nella zona bar sopra i banconi, sono stati utilizzati incassi Lineup. 4 incontroluce 23 57 Cultura dell’azienda Ron Arad: Restless Progetto allestimento RonArad Associates Progetto illuminotecnico DALD - David Atkinson Barbican Center, Londra, Regno Unito 18 febbraio - 16 maggio 2010 Sponsor Tecnico iGuzzini UK L’esposizione “Ron Arad: Restless” esplora tre decenni di design da parte di Ron Arad dal suo iniziale approccio post-punk basato sull’assemblaggio di prodotti readymade fino alla sua esclusiva e altamente “ripulita” scultorea mobilia. La mostra, con un allestimento drammatico, progettato da Ron Arad Associates utilizza la più recente tecnologia LED per video, ma si trovano in mostra anche progetti d’architettura e pezzi di produzione industriale. Sottolineando l’importanza della sperimentazione dei processi e dei materiali nel lavoro di Ron Arad, la mostra offre uno sguardo puntuale nello sviluppo degli oggetti dall’idea iniziale alla produzione finale. L’illuminazione per questa mostra è stata curata dal lighting designer David Atkinson, Creative Director of DALD. iGuzzini è stata sponsor tecnico della mostra. 1 58 Foto: James Newton 1.2. Diverse sale dell’allestimento 3. Particolare con PizzaKobra 2 3 incontroluce 23 59 Cultura dell’azienda Anticorpi / Antibodies Fernando e Humberto Campana 1989-2010 Foto: Fabrizio Marchesi 1.2.3. Immagini dell’allestimento La Triennale di Milano 14 Ottobre 2010 - 16 Gennaio 2011 La mostra illustra i tratti salienti dell’opera dei fratelli Campana, tesa a mettere in luce tematiche quali il riciclaggio, la fusione di materiali naturali e materiali sintetici e l’integrazione delle culture. La mostra rivolge uno sguardo particolare alle loro modalità di lavoro, influenzate da un ricco numero di fonti d’ispirazione: dalla natura rigogliosa delle foreste pluviali brasiliane, alle improvvisazioni dei venditori ambulanti fino alle capanne dei quartieri poveri, dai film alla musica fino all’arte. In occasione della mostra i fratelli Campana hanno realizzato appositamente per la Triennale un’installazione inedita. La Triennale ha potuto illuminare al meglio le opere dei designer grazie agli apparecchi Le Perroquet, che offrono una illuminazione puntuale degli oggetti. 1 2 60 Cultura dell’azienda LED - Lighting Exhibition Design iGuzzini Danimarca Seconda edizione, Milano 4 dicembre 2010 - 10 gennaio 2011 La iGuzzini ha partecipato alla seconda edizione del Festival Internazionale della Luce di Milano, mettendo in scena, per la sezione “Led Satellite”, un allestimento di “luce d’autore” fruibile dal pubblico per tutta la durata della manifestazione milanese. Protagonista è la Pinacoteca Ambrosiana con “Metamorfosi luminose” dell’architetto e lighting designer Alessandro Colombini, progetto che lui stesso così definisce: “Un magico susseguirsi di colori saturi e avvolgenti trasformano la solenne mole della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana in un volume mutante, ad accentuare il suo ruolo architettonico e la sua valenza di scrigno di opere d’arte tra le più preziose del mondo”. Un progetto in cui luce e colore si fondono insieme. Viva e intensa la luce sale dal basso e diventa rossa, verde, blu e poi semplicemente bianca, per poi ricominciare. Da sempre convinti della necessità di un approccio sostenibile ai progetti illuminotecnici, iGuzzini ha scelto per la facciata della Pinacoteca Ambrosiana i proiettori Platea LED RGB, design Mario Cucinella e Piero Castiglioni. Fondata nel 2000 a Copenhagen, iGuzzini Danimarca, ha inaugurato nel settembre 2010 la nuova sede nell’affascinante area di Refshaleoen, un vivace quartiere di creativi e di aziende di progettazione, in una area industriale. Un rigoroso edificio anni ‘60, di mattoni rossi, con una suggestiva vista sul porto e sulla piazza ottagonale del Palazzo reale di Amalienborg ospita la nuova base di iGuzzini DK. Al secondo piano, uno spazio di 400 mq, in cui resta inalterato il sapore dell’architettura industriale originaria, prende forma un progetto contemporaneo: impianti a vista e soffitti altissimi caratterizzati da ampi lucernari si contrappongono al pavimento in resina e ai muri bianchi, dove ampi finestroni aprono la vista sui canali di Copenhagen, lasciando intravedere scorci del patrimonio storico della città. Nell’open space, le postazioni di lavoro e di progettazione si integrano perfettamente con lo spazio in cui sono esposti gli apparecchi per illuminazione interna ed esterna. Al momento dell’inaugurazione era ancora da allestire il “laboratorio della luce”, una vera e propria sala per testare gli effetti della luce nelle diverse situazioni che si possono configurare. Anche questa nuova sede danese è uno spazio “Partner Assistance”: tecnici esperti sono a disposizione con tutta la loro professionalità e tutto il know-how di un’azienda forte di oltre cinquant’anni di esperienza, per individuare quegli apparecchi in grado di realizzare un progetto illuminotecnico di qualità e contribuire alla diffusione di un modello energetico alternativo. Foto: Paolo Carlini 62 Cultura dell’azienda Dean Skira ospite della iGuzzini Workshop “Luce, arte, Tecnologia” Recanati, 27 ottobre 2010 Monaco, Novembre 2010 In occasione del corso di formazione “International Lighting Meeting” che si è tenuto a Recanati, presso la sede centrale della iGuzzini illuminazione, dal 25 al 29 ottobre la iGuzzini sempre attenta all’aspetto formativo ha invitato il Lighting Designer Dean Skira a tenere una lezione partendo dalla sua esperienza professionale a circa 40 progettisti illuminotecnici e distributori provenienti da Ungheria, Ucraina, Georgia, Grecia, Australia, Egitto, Israele, Polonia, Turchia più una trentina di consulenti illuminotecnici dell’azienda. Il titolo del suo intervento è stato “Cemento, acciaio, legno, luce ed emozioni”. Come si può intuire dal titolo della relazione, si è trattato di una esposizione non esclusivamente tecnica. La luce è stata vista come generatrice di un’esperienza non solo biologica e visuale, ma anche e soprattutto emozionale. Dean Skira ha affrontato sia gli aspetti più tecnici della disciplina, come resa cromatica, temperatura colore, integrazione con l’architettura, abbagliamento, direzione e collocazione dei prodotti, sia l’aspetto emozionale legato all’uso della luce. Ha soprattutto sottolineato l’importanza di collaborare fin dall’inizio con l’architetto per ottenere una perfetta integrazione fra luce ed architettura. L’incontro è stato anche occasione per presentare il volume “My Light”, pubblicato in Italia da Lupetti Editori La visita guidata all’interno del BMW Welt di Monaco di Baviera ha costituito uno dei momenti salienti del workshop “Luce, arte e tecnologia” che si è tenuto nel novembre 2010 presso iGuzzini Germania. Gli architetti e i progettisti di illuminazione invitati hanno avuto la possibilità di dibattere le tematiche di luce nell’applicazione, illuminazione museale e LED nell’ambito di conferenze e presso il laboratorio di illuminotecnica denominato “Sala Effetti”. La serata si è svolta all’insegna di “Luce e gusto”: gli ospiti hanno partecipato infatti ad una visita molto particolare all’interno della famosissima enoteca “Volkhardts Wein und Bistro”, dove una degustazione di vini prelibati e una piacevolissima architettura hanno fatto da cornice a conversazioni piacevoli in un’atmosfera rilassata. I due luoghi sono stati scelti come esempi di buona integrazione fra architettura e luce, grazie alla collaborazione creatasi alcuni anni fa. incontroluce 23 63 23 Incontroluce I. 2011 Incontroluce Rivista internazionale, semestrale di cultura della luce anno XIII, 23 Redazione Centro Studi e Ricerca iGuzzini Fr.ne Sambucheto, 44/a 62019 Recanati MC +39.071.7588250 tel. +39.071.7588295 fax [email protected] iGuzzini illuminazione spa 62019 Recanati, Italy via Mariano Guzzini, 37 +39.071.75881 tel. +39.071.7588295 fax [email protected] www.iguzzini.com 071-7588453 video Progetto grafico Studio Cerri & Associati Editore iGuzzini illuminazione spa Hanno collaborato a questo numero iGuzzini illuminazione China Ltd iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH iGuzzini illuminazione España S.A. iGuzzini illuminazione France S.A. iGuzzini illuminazione Middle East iGuzzini illuminazione Schweiz AG iGuzzini illuminazione UK Lighting System Italy (1982) Ltd Mondoluce, West Australia (W.A.) PBC Company Foto di copertina Uzi Porat Finito di stampare: Aprile 2011 Tecnostampa, Recanati La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori. Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo. 9.2634.000.0 Francesca Storaro / mOa- Mario Occhiuto Architetture / Skidmore, Owings & Merrill / BPI / SCGMA / City Design / WSP / LichtVision Berlin / Staatiliches Bauamt Erlangen / Iosa Ghini Associati / Germann&Achermann / Odile DECQ Benoit CORNETTE architectes urbanistes / Nicol Russel Broughty Ferry / Stefano Cacciapaglia Carlo Celia Anna Marcucci Marco Tondo / Ron Arad Architects / Waxman Govrin / Intervento / Turull- Sorensen Arquitectos / Federico Turrull Neddermann / Silvio D’Ascia / Servizi Integrati / IDI / Droles de Trames Architectes / Eric Chazelle / Henry Raynaud / Feilden Clegg Bradley Studios Will Garner / Nothing Studio Enzo Eusebi / Gregotti Associati International / DALD - David Atkinson / Alessandro Colombini