Mini Dossier Prevenzione N. 05/08
DOSSIER “CURA E IGIENE DELLA BOCCA”
Le malattie della bocca ed i loro sintomi
La bocca è una parte molto importante del nostro corpo: il viso deve molto al sorriso e denti cariati, macchiati, rotti o mancanti, conferiscono un aspetto trascurato e fanno sembrare più vecchi. Ma non è solo una questione di estetica. Una dentatura in buone condizioni è importante per
una buona masticazione, a sua volta importante per una buona digestione. Per queste ragioni la
cura dei propri denti è un atto non solo di igiene personale ma di salvaguardia della propria salute, per cui è bene analizzare quali sono le patologie, i sintomi ed i rimedi da consigliare.
L'alito cattivo (alitosi)
In condizioni normali l'odore del cavo orale può registrare delle variazioni nella sua intensità in
funzione di alcune variabili quali l'età, il sesso, le abitudini alimentari, l'orario della giornata. Ci sono
situazioni che determinano odore sgradevole ma sono transitorie e non patologiche, dall’alitosi al
risveglio mattutino, favorito da fumo, alcolici, caldo e aria secca notturni, e più probabile in caso
di ostruzione nasale, a quella da digiuno, o da periodo mestruale, nonché ovviamente da consumo di alimenti alitogeni (aglio, cipolla, spezie).
Tuttavia la principale causa dell’alitosi è un’igiene orale insufficiente, e non si tratta in questo
caso di eliminare solo un problema fastidioso ma di cogliere un segnale per prevenire conseguenze patologiche per gengive e denti; in altri casi invece il disturbo può dipendere da infezioni
e malattie non necessariamente relative alla bocca, oppure dall’assunzione di farmaci.
La carie
Una manifestazione di una scarsa igiene orale (prolungata) è la carie, un processo distruttivo
lento che colpisce i tessuti duri del dente. La lesione è dovuta alla dissoluzione dei sali minerali che
compongono lo smalto, che si manifesta al principio come una piccola macchia indolore di colore bruno che, se non viene trattata, progredisce fino ad attaccare lo strato più interno del dente
(dentina). Compaiono allora i primi sintomi, il dolore, la sensibilità al freddo e al caldo. Quando la
carie raggiungere la polpa, il dolore diventa molto intenso.
La placca
La responsabilità di questo danno va attribuita alla cosiddetta placca batterica, una sostanza
gelatinosa, composta da residui alimentari, frammenti di cellule e soprattutto batteri che formano
sui denti una patina appiccicosa e trasparente già pochi minuti dopo averli lavati. La placca che
si forma aderisce alle microscopiche rugosità del dente e, se i denti non vengono lavati ogni giorno con cura, i batteri si riproducono e la placca cresce accumulandosi soprattutto dove è più difficile arrivare con la pulizia. La si trova infatti soprattutto a livello del colletto del dente, dove si incollano dente e gengiva, o nei solchi e nelle fessure delle superfici masticanti, cioè le zone meno
soggette alla naturale detersione meccanica esercitata dalla saliva. I batteri, con la loro azione,
provocano la fermentazione dei residui di cibo e li trasformano in sostanze di natura acida fortemente erosive che, a poco a poco, provocano la demineralizzazione del dente.
Il tartaro
La placca presente su denti sottoposti ad igiene è costituita per lo più da batteri facilmente eliminabili e non molto ''pericolosi''; diversa è la situazione quando vi è un accumulo di placca di
vecchia data, ben attaccata alla superficie del dente e contenente residui di cibo e cellule morte. I sali di calcio presenti nella saliva induriscono questa placca dando luogo alla formazione del
tartaro, una struttura solida, di colore bruno, che non viene più rimossa dal semplice spazzolamento ma può essere asportata solo con l'intervento del dentista (detartrasi). Particolarmente pericolosa è la formazione di tartaro sottogengivale, che può provocare lo scollamento delle gengive
dal dente e la formazione di tasche in cui si accumulano batteri e piccoli residui di cibo soggetti a
veri e propri processi putrefattivi.
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Gengiviti e Piorrea
Anche gengiviti e piorrea sono conseguenze di una scarsa igiene orale.
L'alitosi è un segnale importante. Risciacquare la bocca con un collutorio maschera il problema
ma non lo risolve completamente.
L'infiammazione delle gengive (gengivite) si manifesta con irritazione, gonfiore, dolore e facile
sanguinamento (es. quando si addenta il cibo o durante la pulizia dei denti). Le gengiviti si combattono con la regolare rimozione della placca, attraverso un uso regolare degli strumenti e dei
prodotti più adatti.
Se l'infiammazione progredisce, nei casi più gravi si arriva alla malattia parodontale (o piorrea).
In questo caso è la stessa struttura di sostegno del dente, fino all'osso alveolare, a essere in pericolo: mano a mano che la distruzione dei tessuti progredisce, il dente prima comincia a dondolare e
infine cade.
La prevenzione e l’igiene orale
Oltre all'uso corretto degli strumenti per l'igiene orale, ci sono almeno alcuni interventi che ci
aiutano a mantenere la bocca in buona salute.
L'alimentazione
Lo zucchero è il principale nemico dei denti in quanto viene trasformato dai batteri della placca in sostanze acide che intaccano lo smalto. L'abitudine di cospargere di zucchero o miele i succhietti deve essere caldamente scoraggiata, così come quella di fare addormentare il bambino
succhiando il biberon pieno di latte, tisane zuccherate o succhi di frutta. Queste abitudini infatti
sono all'origine della cosiddetta “carie da allattamento”.
Devono essere considerati molto cariogeni tutti gli alimenti ad alto contenuto di zucchero e ad
alta adesività come merendine, torte, biscotti, cioccolato, marmellata; sono moderatamente cariogeni: pane, pasta, riso, frutta, latte; poco o affatto cariogeni: carne, uova, legumi, verdure. Va
limitata anche l'assunzione di bevande “acide” (es. spremute d'arancia).
La profilassi col fuoro
Il fluoro rende lo smalto del dente più resistente all'attacco degli acidi che si formano dagli zuccheri. È importante fornire il fluoro durante l'infanzia e l'adolescenza mentre i denti si stanno mineralizzando perché in questo modo la struttura ne risulterà rafforzata. La supplementazione di fluoro
non sarebbe giustificata prima dei tre anni d'età, al fine di scongiurare il rischio di fluorosi, dovuta
soprattutto ad un accumulo di fluoro nello smalto durante la fase pre-eruttiva dei denti. La dose di
fluoro necessaria la stabilisce il dentista in base all'età del bambino.
Alcuni Paesi arricchiscono di fluoro l'acqua potabile; dove questo non avviene, come in Italia, si
ricorre ad una integrazione a base di sali di fluoro (es. Zymafluor), a meno che l'acqua che si beve
non sia naturalmente ricca di fluoro. A questo proposito occorrerà verificare il quantitativo di questo elemento sulle etichette delle acque minerali in commercio.
Il dentista
Le visite dal dentista sono molto importanti e vanno fatte almeno due volte l'anno, a tutte le età. Controlli regolari permettono di scoprire tempestivamente carie, malformazioni e anomalie ortodontiche e di porvi rimedio prima possibile.
La cura dei denti va intensificata quando si è più esposti al rischio di carie: per esempio, durante
la gravidanza o in caso di particolari malattie come il diabete.
Anche i farmaci possono avere effetti negativi. Alcuni riducono la produzione di saliva (es. farmaci anti-Parkinson, antidepressivi) che non esercita più la funzione di lavaggio e di rimineralizzazione del dente.
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Altri provocano l'ingrossamento delle gengive con dolore, arrossamento e sanguinamento, effetto noto da tempo per un antiepilettico, la fenitoina, e più recentemente per un gruppo di farmaci antipertensivi appartenenti alla famiglia dei calcio-antagonisti.
Gli strumenti dell'igiene orale
Per una bocca sana e un bel sorriso occorrono conoscenza e perseveranza: conoscenza dei
principi che regolano l'igiene orale e perseveranza nella loro applicazione. Pulirsi regolarmente e
correttamente i denti ogni giorno è l'unico modo per mantenere la bocca in buona salute. I denti
andrebbero lavati dopo ogni pasto: con lo spazzolamento dei denti, si asporta la placca batterica, responsabile dell'insorgere della carie. Se non si può procedere a una pulizia adeguata (ad
es. quando si mangia fuori casa) può essere sufficiente rimuovere i grossi residui alimentari e masticare un chewing-gum senza zucchero. La pulizia dei denti prima di coricarsi alla sera è uno dei
capisaldi dell'igiene orale: durante la notte, infatti, la riduzione della secrezione salivare e dei movimenti di guance e lingua favoriscono lo sviluppo dei batteri e l'accumulo della placca. Gli strumenti per l'igiene orale disponibili in commercio sono molteplici ma non tutti hanno la stessa importanza; inoltre, la loro efficacia è subordinata ad un uso corretto.
Lo spazzolino
È lo strumento più importante per la prevenzione della carie, perché rimuove in modo meccanico i residui di cibo e la placca batterica. Per essere efficace deve avere caratteristiche ben
specifiche: innanzitutto deve raggiungere facilmente ogni parte della bocca, e quindi avere una
testina poco ingombrante, poi ciuffi ben distinti di setole artificiali di durezza moderata e arrotondate in punta. Le setole devono essere integre, di pari lunghezza e perfettamente dritte: non appena perde queste caratteristiche, e comunque non oltre i 3 mesi, lo spazzolino va cambiato.
La tecnica di spazzolamento è molto importante: lo spazzolino deve essere usato come un pettine, muovendolo dal colletto verso l’apice dei denti. I denti superiori si spazzolano con movimenti
dall'alto verso il basso, quelli inferiori dal basso verso l'alto, facendo entrare delicatamente le setole nel solco gengivale. Non spazzolare con troppo vigore per non procurasi abrasioni al colletto
del dente, lesioni alle gengive e piccoli traumi alla mucosa della bocca che possono favorire la
formazione di ulcerazioni (afte). Una corretta spazzolatura richiede almeno 5 minuti.
Spazzolino elettrico
Lo spazzolino elettrico, se usato correttamente, garantisce risultati di rimozione della placca notevolmente più elevati del manuale. Inoltre rappresenta un valido aiuto per le persone con scarsa
manualità, perché il movimento alternato della testina permette una buona pulizia dentogengivale, raggiungendo più facilmente gli spazi interdentali.
Filo interdentale
È indispensabile per pulire perfettamente gli spazi tra i denti, dove non passa nemmeno lo spazzolino interdentale. Il filo interdentale è disponibile in diversi tipi: non cerato, cerato (indicato per
chi ha molte otturazioni o i denti accavallati perché scivola meglio), a nastro spugnoso (per rimuovere più placca, particolarmente indicato per i giovani) o a segmenti differenziati (per l'impiego negli spazi interdentali di difficile accesso).
Scovolino interdentale
Serve per rimuovere la placca da zone difficili da raggiungere, come ad esempio gli spazi sotto
i ponti (protesi fisse). Lo scovolino, cilindrico o conico con setole disposte a spirale, può essere
montato su un supporto rigido e ha misure diverse per adattarsi ai diversi spazi in cui deve penetrare. Alcuni tipi sono indicati per la pulizia di apparecchi ortodontici fissi.
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Pastiglie rivelatrici
La placca batterica è poco visibile a occhio nudo. Per individuarla si può ricorrere a particolari
pastiglie che contengono un colorante innocuo: sciolte in bocca, colorano di rosso la placca
mettendo in evidenza le zone non completamente pulite. La superficie interna dei denti si può
controllare con uno specchietto da dentista.
Irrigatori orali - idropulsori
Sono apparecchi a getto d'acqua che vanno considerati mezzi ausiliari che integrano, ma non
sostituiscono, i più comuni strumenti dell'igiene orale. Consentono la rimozione dei residui di cibo
che si accumulano sotto le protesi fisse e gli apparecchi ortodontici e possono essere buoni veicoli di sostanze antibatteriche (es. clorexidina) per l'irrigazione e la disinfezione, su indicazione medica, di tasche parodontali profonde.
Dentifricio
Va utilizzato a completamento dell'azione meccanica di spazzolamento. Per le sue proprietà
detergenti favorisce l'asportazione dell'eventuale placca residua e svolge un effetto disinfettante
e deodorante, importante per l’azione del fluoro che si fissa allo smalto rendendolo più duro e più
resistente alla carie.
Il dentifricio deve essere poco abrasivo. I normali dentifrici sono tutti scarsamente abrasivi e, in
teoria, le formulazioni in gel ancora meno.
I dentifrici antiplacca devono questo nome all'azione antibatterica di alcune sostanze in essi
contenute.
I dentifrici antitartaro contengono sostanze che ostacolano la formazione del tartaro ma non eliminano quello già formato. Anche in questo caso l'accurata pulizia dei denti e l'uso del filo interdentale sono i migliori provvedimenti. Un dentifricio specifico potrebbe essere utile a chi, nonostante l'accurata igiene orale, produce tartaro molto velocemente (chi ha bisogno di più di due
detartrasi all’anno).
I dentifrici desensibilizzanti contengono alcune sostanze (come i sali di stronzio e potassio) che
svolgono un’azione protettiva sui denti sensibili alla pulizia meccanica, al caldo e al freddo.
Collutorio
Gli sciacqui, di qualsiasi natura siano, non rimuovono la placca batterica e perciò non sostituiscono lo spazzolino o il filo interdentale. Quelli che contengono sostanze antiplacca o fluoro vanno considerati prodotti ausiliari che possono essere impiegati dopo essersi lavati i denti (non “anziché lavarsi i denti”). Essendo liquidi, infatti, possono raggiungere zone non ben spazzolate e
completano l'igiene orale. Altri sono semplici rinfrescanti per l'alito.
I collutori a base di clorexidina si usano dopo un intervento odontoiatrico o in caso di infezioni, e
per periodi limitati di tempo. L'uso continuato provoca l'ingiallimento dei denti e delle protesi entro
poche settimane.
Lo sbiancamento dei denti
Gli attuali progressi dell’odontoiatria cosmetica consentono di sbiancare i denti: la capacità di
sbiancamento dei prodotti professionali dipende dalla concentrazione del principio attivo e dal
tempo di permanenza a contatto dei denti.
Esistono tecniche professionali di sbiancamento dei denti e tecniche domiciliari.
Le prime hanno il vantaggio di raggiungere il più elevato sbiancamento possibile con un minimo impegno di tempo, salvaguardando da effetti indesiderati come eccessiva sensibilità termica
e irritazione gengivale.
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Il vantaggio del trattamento domicilaire è nel costo, ovviamente più basso rispetto alle più efficaci tecniche professionali. Oggi sono in commercio prodotti efficaci con i quali è possibile ottenere un effetto sbiancante con un tempo di applicazione notevolmente ridotto. Non occorre più
indossare le mascherine tutta la notte per più settimane ma è sufficiente in media mezz’ora di
applicazione al giorno per 5/6 giorni.
I rischi sono in genere minimi e transitori: studi hanno rilevato la sicurezza dei trattamenti sbiancanti effettuati con prodotti a base di perossidi per i tessuti duri dei denti, sia in condizioni d'uso
corretto sia in casi di uso esagerato.
L'igiene della dentiera (protesi mobile)
Una dentiera non pulita, oltre a essere esteticamente poco gradevole, con l'andare del tempo
trattiene i residui alimentari che, depositandosi, costituiscono il terreno ideale per lo sviluppo di
batteri e micro-organismi nocivi alla salute della bocca e conferiscono cattivo odore all'alito.
Per una buona igiene della protesi è bene seguire alcune regole:
§
Quando non si porta la dentiera, questa deve essere tenuta in un idoneo recipiente (meglio se la vaschetta porta dentiera) immersa in un'apposita soluzione. L'impiego regolare
di compresse effervescenti igienizzanti permette di ottenere un'igiene ottimale. Le pastiglie effervescenti vanno lasciate agire per 10/20 minuti. Prima di riutilizzare la protesi è
opportuno sciacquarla accuratamente sotto l'acqua corrente.
§
Ogni mattina, prima di indossare la protesi, lavarsi le gengive, la lingua ed il palato con
uno spazzolino a setole morbide. Questa semplice accortezza stimola la circolazione dei
tessuti ed aiuta a rimuovere la placca che comunque si forma.
§
Dopo i pasti è importante pulire la dentiera con uno spazzolino da denti, risciacquandola
accuratamente per rimuovere gli avanzi di cibo e per evitare che si macchi e si formi la
placca batterica.
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