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S.M.I.A.B.
Società Medica Italiana di Self-Analisi Bioenergetica
per lo studio e la terapia dei Disturbi di Personalità
Fondata da Alexander Lowen, Renato Monaco ed Ezio Zucconi Mazzini
Il progetto
METODOLOGIE E TECNICHE DI PREVENZIONE DELLA FRAGILITÀ,
DELL’ESCLUSIONE E DEL DISAGIO SOCIALE
E’ stato finanziato alla SMIAB dalla Regione Lazio, Dipartimento Programmazione Economica e Sociale, Direzione Regionale Politiche Sociali e Famiglia, Area sostegno alla disabilità, con determinazione n. B09775 del 27 Dicembre 2012.
LA SMIAB: chi siamo
La SMIAB (Società Medica Italiana di Self Analisi Bioenergetica per lo studio e la terapia dei
Disturbi di personalità) è riconosciuta dal Ministero dell’ Università e della Ricerca Scientifica ed
abilitata con decreto del 16 Novembre 2000 ad attivare Corsi di Formazione in Psicoterapia per
Psicologi e Medici, secondo il modello scientifico della Self-Analisi psico-corporea dei Disturbi di
Personalità, del Carattere e delle nevrosi.
L’Associazione è stata fondata dal dottor Ezio Zucconi Mazzini (psichiatra e fondatore della prima
scuola di Analisi Bioenergetica in Italia), insieme al dottor Alexander Lowen (psichiatra e padre
fondatore dell’Analisi Bioenergetica) e al dottor Renato Monaco (psichiatra e trainer internazionale dell’IIBA).
L’Associazione è da sempre impegnata in un notevole sforzo di studio e ricerca scientifica per dare alla teoria bioenergetica così come l’ha concepita Alexander Lowen, una base neurofisiologica e
psicofisiologica somatopsichica condivisa dalla comunita’ scientifica internazionale, superando i
differenti linguaggi, strumenti e tecniche utilizzati dalle scienze del corpo e della mente e correlandole allo Studio dei Disturbi di Persona
La SMIAB ha anche portato avanti per quattro anni con la Provincia di Roma e il Municipio XVI° un
“Progetto di Supervisione per operatori sociali e psicologi per la prevenzione della BURN OUT SYNDROME” e per il raggiungimento della mastery nel promuovere un più sano e corretto social
empowerment.
Infine con il Comune di Roma, la SMIAB ha organizzato a partire dal 2008 il “Progetto Cinema: la
Cineterapia come strumento di promozione ed evoluzione umana,e di benessere”.
Visto il grande successo di pubblico che questo progetto ha riscosso, non solo sul territorio del
Municipio XVI, ma in tutta la città, il progetto è stato riproposto nel 2009 e 2010 sotto il patrocinio
della Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche Sociali, e nel 2011 del Comune di Roma.
L’attenzione da sempre prestata dalla SMIAB alle fasce sociali più deboli ed in particolare alle tematiche relative i bambini, gli adolescenti, gli anziani, gli immigrati, donne, portatori di handicap,
soggetti con alto disagio psichico e/o sociali (maltrattamenti, disabilità psichica) è stata oggetto di
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specifici interventi tra i quali si segnala il corso , "Infanzia e adolescenza nella migrazione", rivolto
agli operatori socio-sanitari pubblici, del privato, a cura della Provincia di Roma, Dip.to IX - Servizi
Sociali.
Sulla base del presupposto per cui la vulnerabilità dei minori stranieri rispetto al rischio psicosociale e sanitario è riferibile alla fragilità del processo di sviluppo, acuita dalla condizione di
precarietà delle famiglie e dalle difficoltà psicologiche e culturali incontrate dagli adulti nell'essere genitori in un paese straniero, gli esperti della SMIAB sono intervenuti sul tema della genitorialità sviluppando le problematiche connesse ai modi, tempi e luoghi della genitorialità, alla matrice familiare e culturale nell'evoluzione del sistema delle relazioni parentali ed alla contaminazione tra mondi culturali diversi e alla relativizzazione del paradigma educativo.
La SMIAB ha inoltre partecipato a molti Convegni nazionali ed internazionali ed ha collaborato con
equipes di ricerca di alcune prestigiose università
Per la realizzazione delle sue attività l’Associazione utilizza principalmente i locali della sede di
Roma, via Paola Falconieri n. 84. La struttura è costituita da: sala conferenze, sala lezioni, sala
workshops residenziali, sala riunioni, segreteria, biblioteca, laboratorio informatico.
I locali sono privi di barriere architettoniche,
Il Progetto METODOLOGIE E TECNICHE DI PREVENZIONE DELLA FRAGILITÀ, DELL’ESCLUSIONE E
DEL DISAGIO SOCIALE , del quale è promotore la SMIAB, propone un approccio in chiave preventiva delle problematiche inerenti l’area della fragilità e del disagio sociale.
La metodologia proposta, concreta ed innovativa si configura come counseling psicosociale, che
consente di:
• Creare a favore di persone con problemi di disagio, opportunità di crescita e di autodeterminazione che puntino ad un cambiamento nel modo di interpretare la propria esistenza ;
• Assumere l’individuo come soggetto attivo del processo di co-costruzione di sé stesso;
• Favorire, mediante metodologie innovative, il processo di autoconsapevolezza e di comunicazione;
• Sostenere ed accompagnare un percorso di crescita individuale atto a scongiurare fenomeni di isolamento ed emarginazione;
• Scongiurare il rischio dell’insorgenza e del consolidamento di fenomeni di disadattamento proponendosi quale supporto ai processi di costruzione di una identità sociale e al rafforzamento dei processi di sviluppo dell’autostima e dell’autovalutazione;
• Restituire al territorio le persone in difficoltà, creando un’opportunità di relazioni e di
scambio anche con le istituzioni e la cittadinanza.
Tale metodologia, vero e proprio servizio alla persona, consente il recupero sociale di soggetti
portatori di differenti gradi di disagio esistenziale e svantaggio sociale mediante tecniche in grado
di migliorare, la qualità della vita, l’autostima e le capacità di comunicazione e relazione
Si configura, quindi, come intervento di sostegno e supporto che tramite le attività proposte
(laboratori) intende prevenire e contenere situazioni di vulnerabilità sociale ,integrare i soggetti
fragili nelle attività sociali scongiurare il rischio dell’insorgenza e del consolidamento di fenomeni di disadattamento proponendosi quale supporto ai processi di costruzione di una identità sociale e al rafforzamento dei processi di sviluppo dell’autostima, dell’autovalutazione.
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Metodologie e strumenti
L’area della fragilità e del disagio sociale richiede interventi settoriali, tarati sulla specificità dei
singoli gruppi esposti ai fenomeni della marginalità sociale.
La percezione del proprio status di disagio sociale innesca una serie di atteggiamenti autosegregativi e passivi che suggeriscono di affrontare il problema dell'esclusione sociale intervenendo
all’origine del problema, richiamando in altre parole la necessità di intervenire prevenendo il problema, piuttosto che curandone i sintomi.
Il richiamo alla trasversalità del fenomeno del disagio e dell'esclusione sociale suggerisce un approccio per genere più che per specie poiché, nonostante la specificità dei problemi relativi alle
diverse categorie di persone in svantaggio, l’esclusione taglia trasversalmente sintomi e problemi,
patologie fisiche, psicologiche e sociali in maniera omogenea e costante per tutti.
In tale ottica il presente progetto si propone il recupero sociale di soggetti portatori di differenti
gradi di disagio esistenziale e svantaggio sociale mediante metodologie e tecniche che consentano
di migliorare la qualità della vita, l’autostima e le capacità di comunicazione e di relazione.
La valenza terapeutica del progetto, preventiva e progettuale per la vita degli utenti consiste nel
consentire lo sviluppo delle risorse umane, l’incremento delle potenzialità, il migliore radicamento
nella società, nella cultura e nel mondo del lavoro .
Nello specifico il progetto prevede l’attivazione di due laboratori, il laboratorio di classi di
esercizi bioenergetici e quello di cineterapia.
Per laboratorio intendiamo non solo uno spazio fisico attrezzato ai fini di una determinata
attività, ma anche una modalità di lavoro che consiste nell’imparare dall’esperienza (learning by
experience) e che pone l’accento sulla relazione di aiuto, sulla socializzazione e sulla solidarietà.
Il laboratorio è principalmente un luogo mentale, una forma mentis, nel quale l’utente è protagonista ed al tempo stesso è coinvolto in una situazione gruppale di scambio comunicativo che consente di sperimentare emozioni positive, e confrontare e valutare le proprie idee e comportamenti, per trovare soluzioni a situazioni problematiche.
I due laboratori associano esperienze psicocorporee alla condivisione verbale di gruppo per una
maggiore conoscenza di sé perchè l’integrazione psico-corporea si basa sul fatto che mente e corpo formano un'unità: noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.
Il corpo è alla base di tutte le funzioni di realtà, ogni aumento del contatto di una persona con il
corpo produrrà un miglioramento significativo dell’immagine del Sé ( immagine corporea), delle
relazioni interpersonali, del pensiero e dei sentimenti, insomma del piacere per la vita.
In sostanza, si cerca di comprendere la persona nella sua corporeità, attraverso l'espressione
corporea e i processi energetici connessi alle emozioni.
La mente nasce dalle esperienze corporee emotive ed affettive che divengono capacità di pensare
(learning by experience).
La psicoterapia Self-Analitica Bioenergetica, pone al centro le emozioni e gli affetti che attivano un
percorso di conoscenza e di comprensione di sé, dell’altro e della relazione.
E’ evidente che l’approccio della Self Analisi Bioenergetica risulta fortemente efficace nel trattamento di individui i cui tratti di personalità sono disadattivi e di tutte quelle situazioni di fragilità ,
anche non patologicamente rilevanti, che manifestano difetti di sé, aggressività, perdita di autonomia, isolamento, incapacità o carenza di comunicazione, impoverimento, emarginazione ed
esclusione sociale.
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Classi di esercizi bioenergetici
Nelle Classi di Esercizi Bioenergetici, l’energia corporea, si esprime nel processo di crescita: “La
vita stessa è un processo di crescita culturale e sociale che comincia con la nascita del corpo e dei
suoi organi, passa per lo sviluppo delle abilità motorie, l’acquisizione delle conoscenze, l’estensione
dei rapporti e finisce nella somma di esperienze che chiamiamo saggezza. (Lowen).
Secondo la definizione dei Lowen "la Bioenergertica è un modo di comprendere la personalità in
termini dei suoi processi energetici", intendendo quei processi attraverso i quali l'essere umano
carica e scarica energia: Respirazione, Metabolismo, Movimento ed Espressione emozionale.
Nelle Classi di Esercizi, il contatto con le proprie sensazioni e percezioni, con il proprio respiro ed
il battito cardiaco favorisce una maggiore connessione con le emozioni e i pensieri stimolati
dall’ambiente.
Le Classi di Esercizi si realizzano con incontri di gruppo, della durata di un'ora e mezza circa ed un
numero di partecipanti compreso fra 4 e 20; gli incontri avranno cadenza settimanale.
Lo scopo degli esercizi è di liberare il corpo dalle tensioni, in modo da permettere all'energia intrappolata nei muscoli contratti di riprendere a circolare ed alle persone di rientrare in contatto
con quelle parti di sé, della propria identità corporea ed emotiva, che prima non "sentivano".
I concetti fondamentali alla base di ogni classe sono:
• Vibrazione e Mobilità
• Grounding, cioè la sensazione di contatto tra i piedi e il terreno. E’ una sensazione fisica, connessa al senso di sicurezza e di stabilità, alla consapevolezza di “avere i piedi per terra”, che si riflette, secondo il principio d’identità funzionale mente-corpo, nella percezione di sé come individuo radicato nella propria esistenza e nella realtà esterna.
• Respirazione
• Autoespressione
In concreto le Classi di Esercizi Bioenergetici risultano funzionali per:
• combattere lo stress ;
• aumentare le vibrazioni e l'armonia del corpo tramite lo scioglimento delle tensioni ;
• rendere più profonda la respirazione;
• aumentare il proprio grounding, ovvero la sensazione di sentirsi radicati nelle proprie gambe,
nel proprio corpo e, ad un livello più profondo, nella terra e nella propria esistenza ;
• aumentare il livello di vitalità e spontaneità ;
• rendere più acuta la consapevolezza di sé ;
• integrare il "sentire" al "capire" favorendo la presa di coscienza del corpo e della sua interazione
con la mente;
• aumentare la capacità di provare piacere;
• scaricare la rabbia e il dolore in un contesto protetto, esercitare la propria aggressività trasformandola da possibilità distruttiva a possibilità creativa;
• esercitare la propria assertività, ovvero la capacità di affermare se stessi;
• sperimentare un sentimento di accettazione in coppia ed in gruppo senza perdere la propria individualità:
Per tale loro funzionalità le Classi di Esercizi sono indicate per tutte le persone che desiderino e/o
abbiano bisogno di accrescere la propria vitalità, spontaneità e consapevolezza di sé. Possono
quindi trovare applicazione in determinate condizioni di “fragilità”, quali, ad esempio: lievi e profondi disagi psicologici; disabilità fisiche; difficoltà socio-economiche e lavorative; malattie psicosomatiche; situazioni di isolamento sociale e relazionale (donne in difficoltà, terza età); momenti
di transizione o cambiamento (lutti, gravidanze, separazioni, passaggio all’adolescenza o all’età
adulta…).
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Cineterapia
Di estremo aiuto nella comprensione dell’Io, nella correzione della relazione con gli altri e
nell’instaurazione di corretti processi di comunicazione è la cineterapia , esperienza di crescita
personale innovativa, nata negli Stati Uniti e da pochissimo approdata in Italia.
La Cineterapia è uno strumento di crescita individuale che avvia un percorso di autoconoscenza (il
socratico “conosci te stesso”); l’autoconoscenza attiva trasformazioni interiori che aiutano le persone a vivere meglio.
Il termine terapia, incluso nella parola non va inteso come un atto medico o psicologico che
comporterebbe una diagnosi e una tecnica terapeutica, ma come un piacevole processo di
trasformazione dell’inconscio.
Il progetto si propone l’obiettivo di aiutare le persone ad aprirsi ad una migliore
compartecipazione del proprio vissuto emotivo anche mediante il confronto con il vissuto emotivo
degli altri, in risposta alla visione dello stesso film. Questo confronto consente, attraverso un
linguaggio condivisibile e di facile ed immediata comprensione, come quello cinematografico, di
migliorare la qualità della propria vita affettiva, individuale e sociale, ma anche spirituale con il
recupero di valori forti.
La cineterapia svolge così l’importante funzione di riportare le persone disagiate o svantaggiate a
riappropriarsi delle emozioni e riavvicinarsi maggiormente a se stessi ed agli altri.
In quanto rappresentazione filmica del sociale, il cinema è uno strumento che permette di cogliere
i mutamenti sociali, riflette la mentalità, gli stereotipi, la psicologia di massa e l’inconscio collettivo
di un intero popolo, e talora può riuscire a cambiare comportamenti collettivi patologici.
La cineterapia è un percorso di gruppo che, attraverso la condivisione dei vissuti, attiva il cambiamento mediante processi cognitivi, emotivi, corporei e propriocettivi del linguaggio sensoriale.
La cineterapia si è rivelata essere, inoltre, un importante fattore di integrazione multietnica e
interculturale, poiché estende la conoscenza di popoli e culture diverse e ne permette la
comprensione, che è la premessa del rispetto. Per tale motivo il nostro progetto si rivolge anche a
soggetti stranieri o extra-comunitari la cui cultura e umanità potranno essere meglio conosciute,
attraverso la cinematografia dei loro paesi d’origine, e quindi non rimanere estranee, ma in grado
di confrontare, senza pregiudizi, i propri mondi culturali (interculturalismo).
Il cinema riflette l’immaginario collettivo di una società, di una cultura, di una ideologia e
contribuisce a formare la visione del mondo ed i valori ad essa sottesi.
La cineterapia offre una straordinaria ed innovativa occasione di apertura al mondo, all’altro da sé,
al diverso, ed è un grande stimolo all’autoriflessione, all’emozionante riconoscimento di sogni,
emozioni, sentimenti che accompagnano la vita e la segnano.
La cineterapia come comunità di incontro per guardarsi dentro e guardarsi intorno, si rivela essere
anche uno spazio di socializzazione, per la possibilità di condividere riflessioni, vissuti emotivi,
esperienze individuali.
Il dibattito che segue la visione del film stimolo, si sviluppa in un’ottica sistemico-relazionale che
consente , parallelamente all’intervento sul sintomo familiare, un riassetto dell’intero sistema
famiglia.
In tale quadro operativo e prospettico il cinema si inserisce a pieno titolo nel mondo dei servizi alla
persona, rispondendo alle istanze di partecipazione diretta alla vita democratica, ai bisogni legati
alla evoluzione della personalità, ai valori di eguaglianza e universalità dei diritti umani.
Prevede incontri settimanali da articolare su vari cicli tematici (6/10 film per ogni tema, individuato sulla base delle caratteristiche dell’utenza ).
Ciascun incontro prevede sia la visione che l’analisi e la discussione.
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La selezione dei film privilegerà i temi forti della vita ed avrà come obiettivo un dibattito teso alla
ricerca dei valori che contano: i diritti umani, il bene comune, la dignità dei bisogni, l’evoluzione
sociale, ma anche il Bello, il Vero e il Buono.
La scelta si concentrerà su grandi problemi anche di interesse sociale, quali, ad esempio:
• Il cinema e l’universo dei sentimenti
• Il cinema e l’infanzia un mondo da comprendere e proteggere
• Il cinema e il disagio giovanile e adolescenziale
• Il cinema e la gelosia, il tradimento, il senso di colpa, la sessualità, la manipolazione, ecc.
• Il cinema e l’integrazione etnica mediante la multiculturalità e la transculturalità
• Il cinema e le categorie più svantaggiate e dimenticate: i poveri, gli anziani, i malati, gli emarginati
• Il cinema e l’handicap
• Il cinema, la politica e la malattia del potere
• Il cinema ed il disturbo antisociale di personalità, la violenza e la guerra
• Il cinema come osservatorio delle emergenze planetarie
• Il cinema promotore del valore della vita e della promozione dell’appartenenza all’Europa Unita.
a. La visione
Secondo Cesare Musatti, il decano della Psicoanalisi italiana, il cinema parla direttamente
all’inconscio dello spettatore per la sua specifica funzione di farlo risuonare emotivamente di
fronte alle immagini filmiche mediante l’identificazione che fa vivere in prima persona allo
spettatore la vicenda che gli viene presentata.
Attraverso la storia dei personaggi del film, il cinema evoca le storie personali di ciascuno stimolando sensazioni, emozioni, ricordi, insight mediante identificazioni percettive con i personaggi, e
proiezione nella situazione filmica del proprio modo di vedere la realtà e se stesso.
La potenza dell’immagine cinematografica fa vivere sulla propria pelle molteplici aspetti della propria dinamica affettiva inconscia, sia piacevoli sia drammatici della vita, anche se non è la propria
vita, rendendo possibile condividere esperienze e scoprire aspetti della realtà personale e sociale,
spesso sconosciuti o misconosciuti.
In tale ottica il cinema si inserisce a pieno titolo nel mondo dei servizi alla persona, rispondendo
alle istanze di partecipazione diretta alla vita democratica, ai bisogni legati alla evoluzione della
personalità, ai valori di eguaglianza e universalità dei diritti umani
b. L’analisi e discussione
Ha lo scopo di stimolare e portare allo scoperto l’inconscio individuale e collettivo.
La discussione si sviluppa con libere associazioni e coinvolgimenti che consentano di esplorare i
vissuti personali evocati dal film.
La discussione adeguatamente gestita da esperti diviene un momento terapeutico se pilotata sul
versante dell’autocoscienza e della condivisione della propria esperienza evocata proiettivamente
nelle vicende dei protagonisti del film.
La discussione del film proiettato a persone con disagio psichiatrico, nevrotico, esistenziale, depressione, ansia e con disturbi di personalità, o comunque svantaggiate viene condotta come una
psicoanalisi rivolta ai personaggi del film. L’operazione terapeutica, pur non essendo fatta direttamente sugli spettatori, libera in loro in maniera catartica pulsioni ed emozioni represse che vengono interpretate, senza necessariamente fare riferimento diretto al soggetto, che sia pure vaga6
mente ha la percezione di aver vissuto come protagonista le vicende del film che lo hanno toccato
dentro
L’abilità dei nostri conduttori risiede nel suscitare interrogativi personali, più che nel fornire risposte generiche ed astratte, in relazione agli input del film; ciò crea uno spazio relazionale e di condivisione dei vissuti emozionali e cognitivi stimolati dal film, e consente a ciascuno di vedere qualcosa di sé con gli occhi di un altro, e di scoprire qualcosa di sé che non era mai riuscito a intravedere
da solo.
Utenti
Il progetto si rivolge a quell’ampia fascia di soggetti afferenti l’area della cosiddetta fragilità, vale
a dire di una condizione di equilibrio precario (di salute, di autonomia, economico), di svantaggio
rispetto al resto della popolazione, che può condurre più facilmente ad esiti negativi. Si fa riferimento più genericamente allo status secondo il quale una persona, all'interno di un contesto socio-economico e relazionale definito, vive i presupposti del disagio, dell'esclusione e della marginalizzazione.
E’ evidente che la concettualizzazione della fragilità sociale rinvia a diversi aspetti della vita e sfuma all’interno di diverse politiche e obiettivi strategici e, forse proprio per questo, spesso rimane
genericamente intesa come “mix di bisogni”, fenomeno complesso e multidimensionale determinato da una molteplicità di altri fattori, legati non solo alla sfera sanitaria, ma anche a quella sociale, culturale ed economica.
Stante la pluridimensionalità del concetto di fragilità diventa fondamentale identificare correttamente la popolazione target, monitorarne le fragilità (povertà economica, solitudine, isolamento, patologie croniche, problemi cognitivi/psicologici) ed i bisogni per individuare le modalità appropriate di risposta, anche in vista di una gestione sempre più integrata delle diverse politiche
economiche e sociali.
Tanto più in quanto la generale condizione di recessione economica rende maggiormente sensibile
l’area della fragilità e della povertà, riconducendola ad uno stato di svantaggio, di vulnerabilità
sociale, in relazione alle condizioni di vita della comunità, alle quali un individuo, una famiglia o un
gruppo appartengono, ad una situazione di maggior rischio di eventi avversi (solitudine, isolamento, perdita di autonomia, impoverimento ed esclusione sociale).
L’equazione povertà, disagio, esclusione mostra il suoi aspetti dilaganti anche con riferimento al
territorio della nostra regione: nel Lazio dilaga un disagio che è abitativo, economico, legato a
criminalità, tossicodipendenze, alcolismo, lavoro nero. Ma anche un disagio che si può definire
“immateriale”, ovvero quello che racchiude la solitudine degli anziani, i conflitti intrafamiliari,
l’emarginazione degli immigrati, tutti sintomi di povertà del sistema relazionale .La necessità di
interventi appare più urgente laddove il disagio assume connotati patologici tali da configurare
situazioni di disturbo della personalità: non si tratta di una personalità "normale" che ad un certo
punto diventa "disturbata", ma di una personalità che a seguito di diversi fattori (ambientali, biologici, traumatici, ecc.) può assumere schemi e modelli disadattivi.
fronte a cluster di personalità che si connotano in quanto
La condizione di disagio soggettivo legata ai disturbi della personalità si manifesta sia negli adolescenti, ma può essere visibile fin dall’infanzia, sia negli adulti dando luogo a esperienze o comportamenti che si discostano notevolmente dalla cultura a cui l'individuo appartiene e si evidenziano in almeno due delle seguenti aree: esperienza cognitiva, affettiva, funzionamento interpersonale e controllo degli impulsi (area comportamentale).
Ancor più nel caso degli adolescenti: quando alle normali difficoltà del processo evolutivo si
aggiungono situazioni di insufficienze oggettive individuali, familiari e sociali, la costruzione di una
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reale identità personale e sociale diviene difficile rendendo molto più a rischio l'itinerario
evolutivo e più facile che il disagio si trasformi in disadattamento prima e in devianza poi.
Le forme di più o meno coscienti di autodistruttività - il suicidio, le anomalie alimentari, la
tossicodipendenza - e di aggressività – il bullismo - costituiscono modi diversi attraverso cui i
giovani fuggono da una vita che non riescono a sopportare incapaci di trovare in se stessi, o nel
sostegno di altri, la forza di affrontare la fatica di vivere e di crescere.
Per gli utenti il progetto è completamente gratuito.
Il presente progetto si rivolge all’intera area dei soggetti cosiddetti fragili: uomini, donne, giovani,
immigrati, disabili, anziani, famiglie residenti nel Comune in tutta la rete dei servizi sociali, Asl,
Municipi, Cim, Sert, servizi psichiatrici, Istituti scolastici offrendo l’opportunità di sperimentare
nei laboratori proposti :
• strumenti e tecniche per il rafforzamento dei meccanismi di autostima e di analisi che
aiutino il soggetto a valutare con obiettività le difficoltà incontrate e a strutturare adeguate
capacità di fronteggiamento degli eventi critici;
• condizioni e luoghi per un armonico sviluppo della personalità e per un costruttivo
scambio relazionale;
• strategie e metodologie innovative che valgano a sviluppare modelli positivi di
comunicazione e di convivenza sociale con il conseguente superamento di condizioni, reali
e/o potenziali di disagio ed emarginazione.
Il reclutamento degli utenti avrà luogo presso la sede del proponente.
Le esperienze precedentemente realizzate fanno ragionevolmente presumere il coinvolgimento di
n. 60/80 soggetti
All’atto della richiesta l’utente compilerà una scheda personale i cui dati saranno trattati ai sensi
della vigente normativa (Dlgs 196/2003).
Docenti
Per lo svolgimento delle sue attività il promotore si avvarrà di professionisti di comprovata
esperienza.
Il team di progetto, che sarà costituito da:
Prof. EZIO ZUCCONI MAZZINI , Psichiatra e Psicoterapeuta. Local trainer, supervisore, Presidente e
Direttore scientifico della SMIAB
Fondatore in Italia con Alexander Lowen e Renato Monaco della SMIAB (Società Medica Italiana di
Self-Analisi Bioenergetica per lo Studio e la Terapia dei Disturbi di Personalità); membro della
Commissione per la Psicoterapia dell’Ordine dei Medici di Roma e Provincia; Docente in Psicoterapia e prevenzione della burn out socio-sanitaria presso la Scuola Medica Ospedaliera di Roma e
Provincia.
Membro del Consiglio Direttivo dell’ AISDP ( Associazione Italiana per lo Studio dei Disturbi di Personalità) e membro dell’IISPD (Associazione Internazionale per lo Studio dei Disturbi di Personalità).
Ha pubblicato vari volumi e redatto numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche.
Nell’ambito dell’iniziativa ricoprirà il ruolo di Responsabile scientifico e di Esperto nei laboratori
di Analisi bioenergetica e Conduttore laboratorio Cineterapia.
Dr. GILBERTA ALPA Psicoterapeuta, local trainer, supervisore e direttore didattico della SMIAB.
E' responsabile dei dipartimenti Infant Research e Cineterapia della SMIAB.
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E’ membro attivo dell’AISDP (Associazione italiana per lo dei Disturbi di Personalità, dell’ISSPD
(International Society for the Study of Personality Disorders) e del WAIMH (World Association for
Infant Mental Health).
Vanta un’esperienza ultradecennale nella ricerca e nelle terapia dei processi di attaccamento del
bambino nell’ambito delle relazioni familiari; dei processi di sviluppo relazionale, sociale e morale
nell’ambito della famiglia e dei processi e deficit di mentalizzazione. Si occupa anche di Disturbi
della Personalità
Ha curato e redatto numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche
Nell’ambito dell’iniziativa ricoprirà il ruolo di Coordinatore e di Esperto nei laboratori di Analisi
bioenergetica e Conduttore laboratorio cineterapia.
Dr. ANNA DINUOVO Psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo self-analitico bioenergetico.
Consulente per il supporto psicologico si è occupata, tra l’altro, di progettazione e realizzazione
d’interventi di prevenzione dei comportamenti a rischio e promozione del benessere.
Nell’ambito del progetto svolgerà la funzione di Conduttore di classi di esercizi bioenergetici
Dr. ARIANNA ORELLI Psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo self-analitico bioenergetico.
Specializzata in Psicoterapia dei Disturbi di Personalità
Si è occupata in modo particolare di iniziative sul tema della dispersione, del bullismo, dei disturbi
del comportamento alimentare e delle dipendenze patologiche, di Autismo infantile.
Ha curato , in qualità di consulente, Centri di Ascolto per la Famiglia e per la I e II Infanzia .
Nell’ambito del progetto svolgerà la funzione di Conduttore di classi di esercizi bioenergetici
Scuola riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica
S.M.I.A.B - Via Paola Falconieri, 84 - 00152 Roma
tel. 06/58209954 fax 06/58204942 e mail: [email protected] website: www.smiab.it
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