7 Il Giornale di Niguarda > CONCORSO FOTOGRAFICO NAZIONALE > DISTURBI DEL LINGUAGGIO E DELL’APPRENDIMENTO Emozione Cavallo Il ritardo della parola Un successo per il nostro Centro Di Capua Un segnale generico ma prezioso nella valutazione dello sviluppo infantile Il Concorso Fotografico Nazionale “Emozione Cavallo”, giunto alla seconda edizione, ha riscosso un notevole successo con ben 139 opere presentate. Il tema del concorso era centrato su un prezioso amico, il cavallo, rappresentato in varie situazioni e contesti, nel modo più creativo e originale possibile. Lo scopo è Lo sviluppo del primo vocabolario lungo tutto il corso del secondo anno di vita rappresenta un cambiamento straordinario. “Le prime parole - spiega Emiddio Fornaro, specialista dell’Unità di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento - sono lo strumento con il quale il bambino si propone nella vita familiare con tutta la sua individualità; con esse diventa capace di ascoltare e capire, rispondere e chiedere, sino a dialogare e condividere con gli altri i ricordi di cose, persone, eventi. Il linguaggio trasforma il lattante in una piccola persona non più presente solo per i suoi bisogni, ma dotata di volontà, pensiero e conoscenze. I genitori sono molto rassicurati sullo stato di salute del proprio figlio dalla comparsa e dall’accrescersi del primo vocabolario.” Per “ritardo di parola” si intende l’utilizzo di un vocabolario ridotto a 2 anni di età. Un questionario studiato da un gruppo di ricercatori della fondazione Machartur di Roma ha stilato un inventario di parole mediamente appartenenti al primo vocabolario infantile. I genitori possono così riconoscere in questo quello di testimoniare come il grande pubblico e non solo gli “addetti ai lavori” vivano e interpretino le emozioni che può suscitare il cavallo. La mostra delle migliori opere, tenutasi presso il Centro, è stata resa possibile anche grazie al prezioso contributo del Consiglio di Zona 9. I vincitori ex equo di quest’anno - Cristiano Belloni, Luca Bertinotti, Azulena De Maio, Silvia Ferretti, Ludovica Fossa, Gaetano Gianotti, Marco Milanesi, Roberto Pini, Paolo Tripodi, Tiziana Vitrani. La sezione ragazzi è stata vinta da Gloria Pezzoni. Per tutte le informazioni sul concorso fotografico e il Centro di Riabilitazione Equestre vi invitiamo a visitare il sito ufficiale: www.riabilitazionequestre.it Un momento della premiazione del Concorso La Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza si è dotata dal 1996 di un’Area Specialistica denominata Unità di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento (UDCLA ) della quale fanno parte neuropsichiatri infantili, psicologi, logopediste e psicomotriciste. Gli operatori dell’UDCLA operano in stretta collaborazione con il servizio di Audiologia, con il Day Hospital Neuropsichiatrico Infantile ospedaliero e con il CTR per i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo di via Cherasco. La valutazione dello sviluppo, in bambini con ritardo di parola, viene fatta inizialmente attraverso un primo elenco quali sono le parole che il proprio bambino comprende o dice già. È stato così definito il “ritardo di parola” come la presenza a 2 anni di un numero inferiore alle 50 parole dette, o la mancata associazione di almeno 2 parole a 30 mesi. Esso è presente nel 15% della popolazione infantile di questa età e spesso è destinato a “sbocciare” solo più tardi e a svilupparsi del tutto normalmente. Merita però di essere sottoposto all’attenzione del neuropsichiatra infantile per escludere che si tratti dell’esordio di un vero e proprio disturbo del linguaggio, che incide sul 3% della popolazione infantile di età superiore ai tre anni. È giusto però precisare che raramente il ritardo di parola può essere il primo segnale di patologie infantili più importanti. L’intervento del neuropsichiatra Infantile consente di rassicurare i genitori sul buono stato di salute del bambino e di avviare con essi un percorso che prenda in considerazione le modalità comunicative sperimentate in casa e cercare con loro la sintonia necessaria per parlare ad un bambino che sta imparando a farlo. colloquio medico neuropsichiatrico infantile con i genitori e senza bambino, durante il quale vengono raccolti dati dell’anamnesi ed ambientali e sono proposti alcuni questionari sul primo linguaggio e sullo sviluppo comportamentale della prima infanzia. In seguito il bambino viene conosciuto in un colloquio neuropsichiatrico fatto insieme ad uno dei genitori ed in cui vengono proposte situazioni di gioco e test per la prima infanzia. > PER INFORMAZIONI Tel. 02 6444.5451 > PUBBLIREDAZIONALE Subema: 25 anni di ortopedia Se il presente è la forza delle nostre radici, è al futuro che la storia di un’avventura deve guardare per trovare la conferma di quello che si è e di quello che si vuole continuare ad essere. E’ con questa filosofia che l’Ortopedia Subema, acronimo dei cognomi dei tre soci fondatori, Gianni Sulas, Franco Bertolaia, Walter Maestroni, ha iniziato la propria attività venticinque anni or sono e che si trova ad essere ora una delle realtà imprenditoriali nel mondo dell’ortopedia milanese e non, fra le più fertili e competitive per esperienza e professionalità. Dal piccolo centro di via Ponte Nuovo, periferia nord di Milano, allora considerata una scommessa perché fuori dal centro e lontano dagli ospedali, oggi l’Ortopedia Subema può contare sulla collaborazione di uno staff di oltre venti persone, tra cui sei tecnici ortopedici. Oggi è presente in quattro diversi punti vendita, ultimo dei quali il grande centro di via Pergolesi, laboratorio altamente specializzato per la costruzione dei presidi ortopedici su misura e la vendita di tutti gli ausili per la deambulazione: Inoltre vi è anche uno show room più ispirato alla prevenzione della patologia e alla cura del benessere del corpo in toto. E’ tuttavia negli ospedali e nelle cliniche che Subema cresce, nel contatto diretto con i pazienti più deboli e nella stretta collaborazione con i medici, i fisioterapisti e tutto il personale paramedico e ausiliario, ai fini di una riabilitazione che deve cercare di essere il più ottimale possibile. Senza questa sinergia non sarebbero possibili le esperienze di Rho, di Multimedica a Sesto e della Cà Granda a Niguarda, dove Subema è presente con i suoi punti vendita all’interno della struttura ospedaliera stessa, per garantire una tempistica di intervento altrimenti impossibile. E’ stata una sfida importatane per Subema quella di decidere di essere presente “intra moenia”, una sorta di prima linea della tecnica ortopedica applicata, dove se sbagli sei fuori, perché il controllo è immediato. E’ in questa stretta collaborazione, tra le diverse figure della sanità e il paziente, che secondo Subema si gioca il futuro della tecnica ortopedica più avanzata: porre l’attenzione alla salute e al benessere del corpo prima che questo diventi patologico. Se l’ortopedia è nata per curare le grandi disabilità, prevenirle in futuro significa prendersi cura della persona nella sua totalità partendo dal presupposto che un atteggiamento sereno nei confronti del vivere risiede in un corpo curato e coccolato, prima ancora che questo si ammali. E’ questo alla fine il lascito che Subema consegna ai suoi giovani collaboratori, che continueranno un lavoro iniziato venticinque anni fa, l’avventura di tre ragazzi che ora, a distanza di un quarto di secolo, possono guardare con orgoglio un figlio cresciuto bene.