DietaGIFT e cronobiologia

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DietaGIFT
DietaGIFT e cronobiologia
Inviato da da Ilaria Bertini
Ultimo aggiornamento lunedì 17 giugno 2013
Riceviamo da Ilaria Bertini, dietista GIFT veronese, un interessante approfondimento sugli ormoni coinvolti nel
dimagrimento e nella conservazone della salute nei riguardi della cronobiologia. Ciò che facciamo alle 8 del mattino può
non avere gli stessi effetti biologici di ciò che facciamo alle 5 del pomeriggio. Saperlo può fare la differenza, ad esempio, tra
un forte stimolo al consumo oppure all'accumulo. L'articolo introduce anche due nuove molecole di segnale: orexina e
chemerina.
Riceviamo da Ilaria Bertini, dietista GIFT veronese e Punto Gift), un interessante approfondimento sugli ormoni coinvolti
nel dimagrimento e nella conservazone della salute nei riguardi della cronobiologia. Ciò che facciamo alle 8 del mattino può
non avere gli stessi effetti biologici di ciò che facciamo alle 5 del pomeriggio. Saperlo può fare la differenza, ad esempio, tra
un forte stimolo al consumo oppure all'accumulo. L'articolo introduce anche due nuove molecole di segnale: orexina e
chemerina.
La cronobiologia è lo studio dei meccanismi biologici dal punto di vista temporale.
Gli orologi biologici interni sono influenzati da sincronizzatori esterni (ambientali, comportamentali e sociali, quindi
alternanza luce/buio, temperatura, orari di lavoro, pasti…).
Con la “ritmonutrizione” o “cronobiologia nutrizionale” quindi è possibile adeguare gli apporti
nutrizionali ai bioritmi interni per garantire la miglior risposta metabolica e funzionale.
Un recente studio condotto in California (The Circadian Clock dictates the Time, 2012) spiega come l’orologio
centrale localizzato a livello ipotalamico sia influenzato dall’alternanza luce/buio, da fattori comportamentali e
ambientali.
La risposta è la sincronizzazione degli orologi periferici che regolano l’attività cellulare.
A loro volta questi ultimi rimandano un feed back all’ipotalamo che riorganizza e rielabora i segnali.
Tutte le funzioni biologiche risentono del ritmo circadiano, per cui la presenza di enzimi, ormoni, neuromediatori,
citochine, adipochine, enterochine “fluttua” nelle 24 h, raggiungendo un picco di maggior concentrazione
(zenith) e uno opposto (nadir).
In particolare le funzioni metaboliche dipendono dalla presenza/assenza di tali segnali, ne consegue che ogni reazione è
favorita e ottimizzata in determinati momenti della giornata.
Uno studio canadese (Circadian disruption and scn control of energy metabolism) ha riportato in modo chiaro come
alcuni comportamenti e abitudini di vita possano alterare il ritmo circadiano, tra cui:
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- riduzione del dispendio energetico e dell’attività fisica, manuale
- alterazione dei bioritmi: turnazione, jat lag, illuminazione artificiale
- disordine alimentare: saltare la colazione, pranzo frugale, cena abbondante, spuntini frettoloso a base di “junk
food” alle ore più disparate.
La conseguenza è una desincronizzazione tra ambiente esterno e funzioni interne, un vero cortocircuito all’origine
di disordini metabolici, funzionali, psicologici.
Alcuni autori (Low 24-hour adiponectin and high nocturnal leptinconcentrations in a case control study of communitydwelling premenopausal women with major depression: the p.o.w.e.r. study) hanno inoltre dimostrato una relazione tra
alterazione dei ritmi circadiani e aspetti psicologici.
Pensiamo allo stress o all’ansia, al mal di stomaco, all’irregolarità intestinale, al malumore…quanto
dipendono da come viviamo e cosa mangiamo?
Il Dr R.Maugeri e il Dr J.Terracol, nel loro testo “La ritmonutrizione” presentano in modo chiaro e sintetico
la variazione circadiana di alcuni ormoni, enterochine e adipochine, mettendoli in relazione ai comportamenti alimentari e
di stile di vita.
INSULINA
Esiste una secrezione basale di insulina che viene modificata in relazione alla dieta e alla sensibilità recettoriale.
La presenza di altri ormoni come il cortisolo ed il GH nelle prime ore delle giornata, della melatonina nelle ore notturne,
potrebbe spiegare la variazione stessa della secrezione insulinica.
I valori aumentano rapidamente tra le 5 e le 9 del mattino, periodo in cui la sensibilità recettoriale è bassa.
Quest’ultima aumenta durante la giornata per poi ridursi nuovamente alla sera parallelamente ad un aumento
della melatonina.
Un caffè zuccherato al volo prima di andare al lavoro come colazione è una mina vagante…sensazione di sprint
temporaneo a cui seguono un calo di attenzione, forza, malumore, fame, irritabilità.
La colazione deve essere abbondante ma bilanciata, secondo il piatto gift tripartito, assecondando la bassa sensibilità dei
recettori insulinici.
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CORTISOLO
Il cortisolo raggiunge un picco massimo alle 8 del mattino e poi altri 3 picchi durante la giornata intorno alle 12, alle 16 e
alle 20. Nel corso della notte l’attività è quasi nulla.
Lo sfasamento del ritmo del cortisolo, come spesso accade nella turnazione e nel jet lag, è una possibile causa di ridotta
tolleranza al glucosio, ridotta sensibilità e secrezione insulinica.
Chi non dorme “non piglia pesci”, quanto di più vero? Aboliamo le abbuffate notturne e le cene abbondanti
in tarda serata…
LEPTINA
Secreta dal tessuto adiposo questa adipochina è più alta durante la notte con uno zenit tra mezzanotte e le 2. Durante il
giorno i livelli di leptina sono in opposizione di fase con quelli del cortisolo. Il picco più basso di leptina è tra le 9 e le 12.
Un calo di leptina blocca l’asse ipotalamo-ipofisi e di conseguenza il metabolismo rallenta e tutte le funzioni non
strettamente vitali si spengono a favore della sopravvivenza.
Il segnale più forte che permette una concentrazione di leptina adeguata è la normocaloricità: l'ipotalamo teme il digiuno!
Mangiando secondo il fabbisogno ci permettiamo di vivere al 100%, l’umore è alto, aumentano le difese
immunitarie e ci si ammala meno, ci sentiamo più energici, gli ormoni sessuali galoppano…
ADIPONECTINA
Anche questa adipochina è secreta dal tessuto adiposo e ha un nadir durante la notte, uno zenit nella tarda mattinata.
Essa è aumentata dall’attività fisica, la sua azione favorisce la sensibilità insulinica, la protezione cardiovascolare.
In presenza di valori adeguati di leptina, è un forte stimolo termogenico, che favorisce il controllo del peso.
Il movimento attivo e quotidiano ci salva da molte terapie farmacologiche, anche le più resistenti.
La traduzione pratica è l’allenamento graduale e crescente, un minuto in più è una pillola in meno.
GH
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Il GH segue un andamento pulsatile, con picchi più frequenti durante la notte.
Un riposo adeguato ne garantisce una corretta secrezione. La presenza di alcuni aminoacidi è importante a favorirne la
sintesi, così come l’apporto di vitamine del gruppo B e la vitamina C.
La normoproteicità garantita dal piatto gift ad ogni pasto ne garantisce quindi la corretta ed adeguata secrezione.
Partiamo dalla colazione, la frutta secca, il prosciutto e la bresaola, la ricotta, il grana, le uova, lo yogurt greco e, per chi
azzarda un pochino di più, anche il pesce possono diventare parte di un pasto energetico e saziante, ma che non
appesantisce. Si scoprono abbinamenti insoliti ma gustosissimi.
E per chi stenta ad iniziare…il gh contrasta la formazione di grasso perché controlla un enzima chiave della
lipogenesi (PPAR-gamma): mangiamo e dimagriamo!
Molte funzioni del gh vengono espletate da IGF-1 prodotte dal fegato (stimolato dal gh): protezione della massa magra,
utilizzo dei grassi a scopo energetico, promozione della crescita e dello sviluppo, aumento della sensibilità e della
secrezione insulinica immediato, effetto diabetogeno ritardato.
MELATONINA
La melatonina aumenta nelle ore notturne in relazione all’alternanza luce/buio.
La presenza di triptofano è importante per la produzione dell’ormone in quanto suo precursore.
Alcuni autori Circadian Rhythms of Melatonin, Cortisol, and Clock Gene Expression During Simulated Night Shift Work)
hanno valutato la variazione dei livelli di melatonina su un campione di soggetti simulando il lavoro a turni dimostrando
alterazione significative di melatonina e cortisolo rispetto alle normali oscillazioni circadiane.
Si confermano inoltre variazioni nella secrezione insulinica, leptinica e di un’enterochina molto importante nella
regolazione della fame, la grelina (Ghrelin, Sleep Reduction and Evening Preference: Distribution, function and
physiological role of melatonin in the lower gut).
Nello studio infatti si spiega come la dislocazione dei recettori della melatonian sia distribuita non solo a livello centrale,
ma bensì anche a livello intestinale e pancreatico.
Ridotti livelli di melatonina durante la notte aumentano i livelli di grelina e di insulina, che dovrebbero essere bassi,
sovvertendo il comportamento alimentare ed il metabolismo energetico (aumento della fame e della ricerca di cibo,
ridotta tolleranza al glucosio); i livelli di leptina invece si abbassano durante la notte, quindi riducendo il dispendio
energetico ulteriormente e riducendo la sensazione di sazietà, possibile causa di risveglio notturno e ricerca di cibo (night
eating syndrome).
OREXINA O IPOCRETINA-1
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Secreta dall’ipotalamo è un forte stimolo eccitatorio.
Un recente lavoro realizzato nei dipartimenti del Minnesota e dell’Arizona (Brain orexin promotes obesity
resistance) presenta i meccanismi e gli assi di regolazione di un neuromediatore ipotalamico molto importante nella
regolazione del metabolismo basale, della fame e della sazietà nonché della attività fisica spontanea e volontaria.
L’orexina regola inoltre la veglia e quindi il tono adrenergico (aspetto cardiovascolare).
La presenza di orexina aumenta la spesa energetica spontanea, pur aumentando anche la ricerca di cibo. Tuttavia tra i
due segnali è maggiore quello che regola l’aumento della spesa energetica favorendo quindi il mantenimento del
peso.
L’interazione tra leptina e orexina è molto forte. In presenza di un’adeguata nutrizione la leptina favorisce
la secrezione di orexina incrementando la spesa energetica spontanea e volontaria, il tono.
Tutte le volte che invece i valori di orexina si abbassano mangiando troppo poco, con le classiche diete ipocaloriche, si
abbassa notevolmente la spesa energetica per cui ecco che ci ritroviamo in sovrappeso o in ogni caso bloccati pur
mangiando pochissimo. Il metabolismo rallenta!
L’orexina è detta anche l’ormone del risveglio e del buon umore. Alterazioni del sonno possono quindi
influire sulla sua azione stimolante, il chè si traduce con riduzione della spesa energetica, ipofagia e obesità. È stato
dimostrato inoltre che la riduzione e/o mancanza di orexina sia un fattore determinante nella narcolessia.
La leptina, l’apporto di aminoacidi, il GPL-1 (enterochina) favoriscono la secrezione e l’attività
dell’orexina.
Il glucosio ed una dieta ricca di zuccheri invece riducono i valori di orexina, anche se non sono ben noti i meccanismi alla
base di tale influenza.
Pensiamoci due volte prima di saltare la colazione e di tappare i buchi con caffè zuccherati, caramelle, snack a base di
cereali raffinati pieni di sciroppo di glucosio-fruttosio! Ci ritroveremmo stanchi, apatici e sovrappeso senza rendercene
conto.
CHEMERINA
Adipochina di recente scoperta, secreta dal tessuto adiposo con azione promuovente l’adipogenesi e
l’infiammazione. Il PPARγ ne alimenta la secrezione, i valori di insulina sono correlati a quelli di
chemerina, potenti stimoli anabolici per le cellule adipose.
Valori elevati sono stati riscontrati nei soggetti obesi.
In un recente lavoro (Il ruolo della chemerina nell’obesità) gli autori mettono in stretta relazione il segnale della
chemerina con il segnale infiammatorio, mediato da citochine quali TNFα, IL-6, IL-1β, con la resistenza
insulinica e l’adipogenesi.
Torniamo ancora a parlare di zucchero e cibi raffinati. È ormai dimostrato il ruolo infiammatorio di questi alimenti di basso
valore nutrizionale. La chemerina in queste situazioni aumenta e funge da amplificatore dell’infiammazione. La
cascata di eventi che ne consegue coinvolge la resistenza insulina, la lipogenesi e la perdita di proteine muscolari.
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La presenza di valori di insulina oscillanti sopra la norma causati dallo snacking diurno e ancor più serale, fa schizzare i
valori di chemerina, quindi uno stato infiammatorio potenzialmente causa di eventi cardiovascolari. Non a caso è stata
notata una correlazione positiva tra valori elevati di chemerina e sindrome metabolica, obesità, ischemia e infarto.
COLESTEROLO E METABOLISMO LIPIDICO
Nel lavoro già sopra citato (The Circadian Clock dictates the Time, 2012) viene presentata la variazione circadiana di
enzimi chiave nel metabolismo lipidico.
La concentrazione di HMgCoA e di PPARγ, regolatori rispettivamente del metabolismo del colesterolo e
dell’adipogenesi, varia secondo un ritmo circadiano. La presenza di una corretta attività di HMgCoA reduttasi al
mattino per esempio favorisce un ottimale metabolismo del colesterolo in relazione ad un suo aumentato apporto
alimentare per un principio di autoregolazione a feed back.
IL METABOLISMO ENERGETICO E DEI NUTRIENTI
Il lavoro del dr Maugeri e del dr Terracol “la ritmonutrizione” mette in luce alcune considerazioni importanti:
Il metabolismo energetico è maggiore tra le 5 e le 17, più basso tra le 17 e le 5.
La sensibilità insulinica aumenta nel corso della giornata per ridursi nuovamente alla sera.
I recettori per l’insulina risultano ipereccitabili al mattino; la mancanza di carboidrati al mattino causa una
stimolazione in assenza di substrato con esaurimento degli stessi, un eccesso di zuccheri causa ipersaturazione, in
entrambi i casi si instaura resistenza insulinica.
A colazione è fondamentale inserire carboidrati integrali a basso indice glicemico e insulinemico. A pranzo vanno preferiti
sempre i carboidrati a basso indice glicemico, quindi integrali, preferibilmente da verdura e frutta, cereali integrali e
legumi. Nel primo pomeriggio o a pranzo la presenza di zuccheri come quelli della frutta o del cioccolato fondente non
alterano l’equilibrio glucidico per la presenza di una secrezione favorevole di insulina, che a sua volta garantisce il
passaggio del triptofano nella barriera ematoencefalica, quindi una produzione di serotonina efficace nel gestire
l’umore, il craving fino alla sera. A cena pochi carboidrati e solo di basso indice glicemico ed insulinemico per
evitare la stimolazione insulinica notturna.
A colazione l’apporto di colesterolo è controregolato dall’attività di HMgCoA, quindi consumare alimenti
quali formaggi, piccole quantità di burro, uova, prosciutto favorisce la regolazione della colesterolemia.
È stato dimostrato infatti che il consumo di 1 uovo o più al giorno non influisce sui valori di colesterolo né sul rischio
cardiovascolare, anzi alcuni lavori riportano un miglioramento del colesterolo HDL. Consumare uova al mattino permette
quindi una regolazione positiva della colesterolemia, favorisce un buon senso di sazietà, apporta vitamine e minerali
importanti, proteine di alto valore biologico.
Il consumo di uova a colazione è inoltre correlato a valori inferiori di insulina e ghrelina rispetto una colazione
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prevalentemente fonte di carboidrati. Considerazione supportata da numerosi studi scientifici (Egg Consumption and
Risk of Coronary Heart Disease and Stroke: Dose-Response Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies - Consuming
eggs for breakfast influences plasma glucose and ghrelin, while reducing energy intake during the next 24 hours in adult
men).
Al mattino l’assunzione di tirosina favorisce la sintesi di dopamina e noradrenalina, quindi la concentrazione
l’energia. La colazione deve essere proteica e contenere cibi fonte di tirosina: il pollo, il tacchino, le mandorle, le
banane, il latte ed i suoi derivati, i semi si sesamo, l'avocado ed i semi di zucca, prodotti della soia, il pesce.
A pranzo e nel primo pomeriggio è importantissimo assumere cibi proteici e fonte di triptofano per la sintesi di serotonina
e melatonina: fagioli verdi; tacchino; asparagi; semi di girasole, spinaci; banane; ricotta; tofu; ananas; aragosta, pollo,
sardine, salmone, tonno fresco, avena e noci.
A cena un apporto adeguato di acidi grassi polinsaturi, in particolare omega 3, favorisce l’integrità delle membrane
di neuroni e neuromediatori, riduce l’infiammazione. Al contrario l’apporto di grassi saturi riduce la
concentrazione cerebrale di serotonina e melatonina.
L’apporto di minerali e vitamine è di sostanziale importanza, infatti tutte le reazioni biologiche e metaboliche
sfruttano come cofattori molti minerali e vitamine, senza le quali il corretto funzionamento ne viene ridotto e/o
compromesso.
Dieta GIFT con i suoi punti cardine, come attivazione metabolica, calma insulinica e qualità dei nutrienti, valorizza e
conferma questa impostazione. La dieta di segnale infatti pone come prioritario il riassetto dei segnali ipotalamici e quindi
il corretto funzionamento degli assi ipotalamo ipofisari.
Una colazione GIFT, ricca, completa in tutti i nutrienti, a base di proteine nobili come le uova, con frutta, cereali integrali
e semi oleosi aumenta il segnale leptinico e quindi l’attivazione metabolica (probabilmente mediata anche da un
neuromediatore di recente scoperta, l’orexina).
Gli studi scientifici supportano la sicurezza del consumo di uova e di grassi di buona qualità come mono e poliinsaturi, dei
cereali integrali, di verdura e frutta, legumi e semi oleosi.
Il controllo dei valori di insulina con il piatto tripartito GIFT mantiene basso il livello di enterochine e adipochine
proinfiammatorie che sono potenzialmente alla base di sovrappeso e obesità, nonché di alcune patologie metaboliche e/o
di base infiammatoria.
Anche le più recenti molecole di segnale quali orexina e chemerina vengono regolate in modo positivo da dieta GIFT,
aumentando la spesa energetica, il tono adrenergico e la reattività, riducendo invece l’adipogenesi,
l’insulino resistenza e l’infiammazione, nonché regolandone le ben note conseguenze.
Lo stile di vita proposto con GIFT, fondato su attività fisica, normocaloricità e normoproteicità, sulla scelta consapevole di
alimenti di qualità nutrizionale elevata è il segnale più potente per un buon funzionamento del corpo umano.
BIBLIOGRAFIA
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British Medical Journal
Egg Consumption and Risk of Coronary Heart Disease and Stroke: Dose-Response Meta-Analysis of Prospective Cohort
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Ying Rong, Li Chen, Tingting Zhu, Yadong Song, Miao Yu, Zhilei Shan, Amanda Sands, Frank B Hu, Liegang Liu
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Body weight, metabolism and clock genes
Melissa M Zanquetta*, Maria Lúcia Corrêa-Giannella, Maria Beatriz Monteiro, Sandra MF Villares
Diabetology and metabolic syndrome.
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Il ruolo della chemerina nell’obesità.
Barraco GM, Prieto Hontoria PL
Dietary factors and fluctuating levels of
melatonin
Katri Peuhkuri*, Nora Sihvola and Riitta Korpela
Institute of Biomedicine, Pharmacology, Medical Nutrition Physiology, University of Helsinki, Helsinki, Finland
Coaction.
Disruption of circadian clocks has ramifications for metabolism, brain, and behavior
N. Karatsoreosa,1, Sarah Bhagata, Erik B. Blossb, John H. Morrisonb, and Bruce S. McEwena,1
aLaboratory of Neuroendocrinology, The Rockefeller University, New York, NY 10065; and Fishberg Department of
Neuroscience and Kastor Neurobiologyof Aging Laboratories, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY 10029
December 14, 2010 (sent for review August 15, 2010)
Ghrelin, Sleep Reduction and Evening Preference:
Relationships to CLOCK 3111 T/C SNP and Weight Loss
Marta Garaulet1*, Carmen Sa´nchez-Moreno1, Caren E. Smith2, Yu-Chi Lee2, Francisco Nicola´ s4, Jose M Ordova´
Department of Physiology, Faculty of Biology, University of Murcia, Murcia, Spain, 2 Jean Mayer U.S. Department of
Agriculture Human Nutrition Research Center on Aging, Tufts University School of Medicine, Boston, Massachusetts,
United States of America, 3 Department of Epidemiology, Population Genetics Centro Nacional de Investigaciones
Cardiovasculares (CNIC), Madrid, Spain, 4 Department of Nuclear Medicine, Arrixaca Hospital, Murcia, Spain
Plos one.
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Entrainment of the Diurnal Rhythm of Plasma Leptin to Meal Timing
D.A. Schoeller,* L.K. Cella,* M.K. Sinha,‡ and J.F. Caro‡
Department of Human Nutrition and Nutritional Biology, The University of Chicago, Chicago, Illinois 60637; and
Department of Medicine, Jefferson Medical College, Philadelphia, Pennsylvania
Distribution, function and physiological role of melatonin in the lower gut
Chun-Qiu Chen, Jakub Fichna, Mohammad Bashashati, Yong-Yu Li, Martin Storr
World journal of gastroenterology
Daily Rhythms of Plasma Melatonin, but Not PlasmaLeptin or Leptin mRNA, Vary between Lean, Obese and Type 2
Diabetic Men
Simone Ma¨ ntele, Daniella T. Otway, Benita Middleton, Silvia Bretschneider, John Wright, M.
Denise Robertson, Debra J. Skene, Jonathan D. Johnston*
Faculty of Health and Medical Sciences, University of Surrey, Guildford, United Kingdom
Plos one
Regulation of Metabolism: The Circadian Clock dictates the Time
Saurabh Sahar and Paolo Sassone-Corsi*
Center for Epigenetics and Metabolism, School of Medicine, University of California, Irvine, Irvine,
California - 92697, USA
Trends Endocrinol Metab . 2012 January ; 23(1): 1–8.
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A prospective assessment of dietary patterns in Muslim subjects with type 2 diabetes who undertake fasting during
Ramadan
Senthil K. Vasan, Rajani Karol,1 N. V. Mahendri,1 Nishanth Arulappan,2 Jubbin Jagan Jacob,3 and Nihal Thomas2
Indian J Endocrinol Metab. 2012 Jul-Aug; 16(4): 552–557.
Circadian Rhythms of Melatonin, Cortisol, and Clock Gene Expression During Simulated Night Shift Work
Francine O. James, PhD1,2; Nicolas Cermakian, PhD2,3; Diane B. Boivin, MD, PhD1,3
1Centre for Study and Treatment of Circadian Rhythms, Douglas Mental Health University Institute, Montréal, Québec,
Canada; 2Laboratory of Molecular Chronobiology, Douglas Mental Health University Institute, Montréal, Québec,
Canada; 3Department of Psychiatry, McGill University,
Circadian disruption and scn control of energymetabolism
Andries Kalsbeek1,2, Frank A Scheer3,4, Stephanie Perreau-Lenz5, Susanne E La Fleur1, Chun-Xia Yi2, Eric Fliers1,
and Ruud M. Buijs6
Department of Endocrinology and Metabolism, Academic Medical Center of the University of canada
FEBS Lett . 2011 May 20; 585(10): 1412–1426.
Brain orexin promotes obesity resistance
Catherine Kotz,1,2,4 Joshua Nixon,1,2 Tammy Butterick,1,2 Claudio Perez-Leighton,1,4
Jennifer Teske,5,6 and Charles Billington1,3
Department of Veterans Affairs, GRECC and Research Service, Minneapolis, Minnesota. 2Food Science and
Nutrition,University of Minnesota, Saint Paul, Minnesota. 3Department of Medicine, University of Minnesota, Minneapolis,
Minnesota. Department of Neuroscience, University of Minnesota, Minneapolis, Minnesota. 5Department of Nutritional
Sciences,University of Arizona, Tucson, Arizona. 6Research Service, Southern VA Healthcare System, Tucson, Arizona
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Annals of the new york academy of sciences
Review
Coordinated regulation of circadian rhythms and homeostasisby the suprachiasmatic nucleus
By Hachiro NAKAGAWA_1,† and Nobuaki OKUMURA_2
(Communicated by Takao SEKIYA, M.J.A.)
Chronologically scheduled snacking with high-protein products within the habitual diet in
type-2 diabetes patients leads to a fat mass loss: a longitudinal study
Santiago Navas-Carretero, Itziar Abete, M Angeles Zulet and J Alfredo Martínez*
Nutritional journal
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