CHIRURGIA / Terapia Lembo a peduncolo sottocutaneo Un lembo cutaneo-muscolare per difetti laterali della palpebra inferiore Stefano Ubiglia1 Elisa Cervadoro1 Franco Guidetti2 Gregorio Cervadoro1 1 S.O.D. Dermatologia chirurgica e follow-up ustioni Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana Direttore: Professor G. Cervadoro 2 U.O. Chirurgia maxillo-facciale Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana Direttore: Dottor F. Guidetti Lower lid myocutaneous island flap A flap for lower eyelid lateral defects Introduzione Il lembo qui descritto è un’evoluzione del lembo di Mustardè, ideata per ricostruire difetti della porzione laterale della palpebra inferiore nei quali non sia disponibile un moncone laterale che possa arrivare a congiungersi con un moncone mediale. Il lembo consente di ricostruire la continuità del muscolo orbicolare e il bordo palpebrale perduto, mantiene le afferenze del nervo facciale e la vascolarizzazione dal fondo, perché evita l’ampio scollamento previsto nell’elevazione del lembo classico di Mustardè e di altri tipi di lembi di rotazione o di trasposizione (fig. 1). Il lembo descritto è cutaneo-muscolare e nel caso presentato ricostruisce un difetto cutaneo-muscolare, ma può essere utilizzato per ricostruire difetti a tutto spessore. Lo scollamento di un Mustardè classico non può essere scelto in tutti i casi. Per la paziente, in terapia cumarinica, risultava troppo alto il rischio di un importante sanguinamento non controllabile. Materiali e metodi La paziente C.M., di anni 88, si presentava alla nostra osservazione portatrice di una lesione nodulare multipla ipopigmentata traslucida, in prossimità del canto laterale (fig. 2), già escissa due anni prima presso altro reparto. Il referto istologico eseguito sul tessuto asportato nel primo intervento descriveva epitelioma basocellulare con sconfinamento nel margine mediale. Concludevamo quindi per una diagnosi clinica di epitelioma basocellulare recidivo. Considerando i dati anamnestici, il tempo trascorso dall’intervento e la sede di particolare impegno ricostruttivo optavamo Si è pianificato quindi lungo il disegno del Mustardè un lembo a peduncolo sottocutaneo a isola per preservare sia l’aspetto funzionale che estetico 23 CHIRURGIA / Terapia per un’asportazione con marcatura multipla accurata (1) dei margini di escissione ed esame istologico estemporaneo, allo scopo di ottenere una demolizione radicale ma conservativa. La demolizione comunque prevedeva perdita della porzione laterale della palpebra, senza possibilità di conservare un moncone laterale, anzi era pianificata la perdita anche della porzione di cute e muscolo orbicolare posto lateralmente al canto. Facendo, come usuale, un elenco delle strutture che si sarebbero perse nell’intervento, per poi pianificare quello che va apportato con il lembo per rimpiazzare ogni singola struttura che si è perduta, abbiamo inizialmente pianificato un disegno secondo Mustardè. Le peculiarità del caso Tuttavia, nel nostro caso, la paziente era sotto terapia cumarinica per protesi valvolare mitralica, che nell’interesse della paziente non appariva sicuro interrompere, e la sede e l’entità dello scollamento di un Mustardè classico avrebbero reso probabile importante sanguinamento non controllabile. Prevedevamo che il “box’’ di asportazione dettato dalle linee guida (4 mm per il nostro caso, ma 1 cm nei sottotipi micronodulare, infiltrativo e morfeiforme, per un“cure rate” medio del 95%) (2) di un basotelioma superficiale recidivante comportasse la perdita di tutta la porzione laterale della palpebra (cute e muscolo orbicolare, anche nella porzione estendentesi oltre il canto laterale, e orlo palpebrale), creando un difetto il cui margine sinistro avrebbe superato esternamente la verticale abbassata dal canto laterale. Non era prevedibile se la demolizione avrebbe potuto essere limitata a cute e muscolo con rispetto di tarso e congiuntiva, o se sarebbe divenuta a tutto spessore (fig. 3). n Fig. 1: diversi tipi di lembi di vicinanza per la ricostruzione della palpebra inferiore (1.I: lembo secondo Frickè, 1829; 1.II: lembo secondo Mustardè, 1970; 1.III: lembo secondo Imre, 1928; 1.IV: lembo secondo Steinkogler, 1983) 24 n Fig. 2: lesione nodulare multipla n Fig. 3: sconfinamento evidente della lesione ipopigmentata traslucida nodulare esternamente al canto laterale Presupposti funzionali Apparivano alcuni presupposti funzionali da rispettare: n era essenziale ripristinare la continuità del muscolo orbicolare, importante sia per la funzione di contrazione sia per la preservazione della funzione di capillarità, presupposto della “pompa lacrimale”; n la contemporanea perdita dell’orlo della palpebra inferiore avrebbe esposto a mancanza di sigillo nella metà laterale della fessura palpebrale, con perdita della capillarità, “drooling” lacrimale e esposizione della sclera con rischio di cheratite; n era importante evitare che si generasse per la trasposizione di tessuto una componente vettoriale di richiamo verso il basso (1). In una struttura muscolare con raffinata azione sfinteriale come il muscolo orbicolare delle palpebre, non deve risultare trazione verso il basso, che tenderebbe a dare ectropion e lagoftalmo. Abbiamo escluso il lembo di Mustardè (3) per la terapia cumarinica in atto, che comportava rischi di emorragia con scollamento da ematoma e sofferenza ischemica del lembo. Lembo a peduncolo sottocutaneo Sulla base del tipo di tessuti da apportare e della funzione da ripristinare, abbiamo fin da subito escluso l’utilizzo di tecniche come innesti o lembi di vicinanza (4) capaci di muovere sul difetto solo epitelio e derma. Altrettanto inutilizzabili risultavano altre tecniche che prevedono trasposizione di tessuto dalla regione malare (5) e temporale (6). Abbiamo quindi pianificato lungo il disegno del Mustardè un lembo a peduncolo sottocutaneo ad isola, il cui lato superiore era porzione del disegno del Mustardè (fig. 4). Il lato superiore AB risultava quindi non parallelo all’asse n Fig. 4: pianificazione del lembo a peduncolo sottocutaneo n Fig. 5: il lembo delineato mediante n Fig. 6: il lembo deve arrivare in sede skin marker ricevente senza trazione 25 CHIRURGIA / Terapia della rima palpebrale, ma superiore a tale asse e posto sul prolungamento del margine libero della palpebra inferiore, perché scivolando verso la linea mediana, il lembo perde in altezza (BC). Il lato inferiore (AC) era convergente in coda con il superiore (AB). Il lato mediale, come sempre nei lembi a isola, era leggermente sovradimensionato per prevenire le perdite dimensionali da trazione di migrazione ed eventuale retrazione cicatriziale. Il sovradimensionamento evita di creare tensione verticale, che sarebbe aggravata dalla forza di gravità (BC > B’C’) (7). Il mancato scollamento dal fondo consentiva di mantenere l’innervazione e la vascolarizzazione naturale e non concedeva spazi morti (8). A questo punto aggiungevamo sul bordo superiore del disegno una estensione, del tutto superficiale (comprendente epitelio e derma) che consentisse la ricostruzione dell’orlo palpebrale perduto, con restituzione del sigillo palpebrale. L’esecuzione dell’asportazione e il referto dell’istologia con mappatura consentivano di limitare la demolizione alla cute e muscolo, con preservazione della struttura tarsocongiuntivale. L’estensione era quella prevista, e cioè il terzo laterale della palpebra inferiore e un’ampia porzione laterale ad essa contigua (fig. 5). Solo a questo punto era definita la larghezza del lembo disegnandone la coda triangolare, che avanzando permette di rendere il lembo autochiudente, con una conclusione in “V to Y”. 26 Scultura del lembo Si incide la cute sull’intero perimetro. Si scolpisce tra derma e pannicolo adiposo la sottile estensione che reca il bordo superiore, che andrà a ricostruire il bordo palpebrale. Sul lato superiore si incide il muscolo orbicolare completamente. La sezione del muscolo orbicolare sul lato inferiore deve conservare l’innervazione: è inopportuno a tale scopo discontinuare lo strato muscolare mediante taglio netto con bisturi o forbice; si inizi a incidere il muscolo orbicolare a mezzo spessore con il bisturi, per poi proseguire la dissezione dell’orbicolare mediante forbice a scollare, cioè si appoggia la forbice chiusa e si allarga perpendicolarmente alla cute, e perpendicolarmente al lato inferiore e si allargano le lame. Ciò si ripete ogni 2-3 millimetri lungo il bordo inferiore lasciando così tralci di muscolo a ponte tra lembo e tessuti circostanti l’area donatrice: ciò consente di risparmiare filamenti del facciale. Si posizionino due uncini sugli angoli mediali del lembo, si trazionino verso la linea mediana: vengono così messe in tensione le strutture (muscolari e non) che tendono ad opporsi allo spostamento del lembo. Queste bande di tensione, che si apprezzano visivamente e si individuano carezzandole col polpastrello verticalmente, sono disposte parallelamente al vettore F (forza di richiamo, che si oppone allo spostamento), quindi per indebolirle progressivamente senza interromperle si inseriscono le forbici chiuse e poi si aprono le lame secondo la direzione F, scollando fino a che il lembo arrivi in area ricevente senza tra- zione tendente a farlo tornare in area donatrice (fig. 6). Si può anche scollare dal fondo la coda del lembo. È regola generale che il lembo deve arrivare in zona ricevente privo di trazioni e tensioni: queste porterebbero a ischemia, a deformazioni dovute alla memoria di posizione di provenienza. Inoltre in prossimità di una struttura muscolare con raffinata azione sfinteriale come l’orbicolare delle palpebre, non deve risultare trazione verso il basso, che tenderebbe a dar lagoftalmo ed ectropion. Ogni tensione va risolta prima di suturare il lembo. La sutura inizia in corrispondenza degli angoli mediali, e termina alla coda, che chiude in “V to Y”. La vascolarizzazione della estensione sottile che ricostruisce il bordo palpebrale e si ribatte verso l’interno a sostituire parte della congiuntiva si realizza in parte per vascolarizzazione proveniente dal lembo a isola, in parte dal fondo della sede ricevente. La direzione di provenienza della migrazione del lembo e quindi le “forze di richiamo” sono tali da favorire un vettore verso l’alto che ben si oppone al vettore verso il basso della forza di gravità, evitando problemi funzionali. Il lembo qui proposto realizza anzi uno scorrimento non solo orizzontale ma anche dall’alto (il vettore di spostamento, scomposto, ha anche una componente di “pull” verticale verso l’alto) generando così un effetto fionda con “pull” verso l’alto. Nonostante il grande spostamento dell’orbicolare incluso nel lembo, resta comunque una zona di sovrapposizione sull’orlo superiore del lembo tra i due monconi di orbicolare, tale da garantire la continuità dell’orbicolare e il mantenimento della sua funzione di sfintere. Abbiamo curato la sutura dello strato muscolare a livello del canto laterale e del lato mediale del lembo. Follow-up A distanza di un anno e mezzo, i limiti del lembo sono appena rilevabili dall’osservatore (fig. 7). Nell’ammiccamento, la cicatrice è appena individuabile, e comunque indistinguibile dalle linee di espressione (fig. 8). L’aspetto funzionale è soddisfacente, non vi è epifora, il sigillo palpebrale è perfetto anche nel sonno, la fessura palpebrale ricostruita è simmetrica rispetto all’altra e la palpebra ha buon contatto con il globo oculare, sia a occhi chiusi che a occhi aperti e nello sguardo sia in avanti sia in alto, sia nella chiusura forzata (fig. 9). La paziente è soddisfatta anche dell’aspetto estetico. Anche nello sguardo verso l’alto (fig. 10) permangono soddi- sfacenti gli aspetti anatomico e funzionale. Incidentalmente, si noti la differente qualità del risultato rispetto a un innesto praticato due mesi dopo controlateralmente dopo asportazione di una lesione della stessa natura. Conclusioni Il lembo qui descritto può rappresentare un’utile alternativa al lembo di Mustardè. È particolarmente indicato per difetti laterali senza conservazione di n Fig. 7: aspetto postoperatorio n Fig. 8: aspetto postoperatorio, a distanza di diciotto mesi occhi chiusi n Fig. 9: aspetto postoperatorio, n Fig. 10: aspetto postoperatorio, ammiccamento sguardo verso l'alto 27 CHIRURGIA / RIASSUNTO Lembo a peduncolo sottocutaneo. Un lembo cutaneo-muscolare per difetti laterali della palpebra inferiore È qui presentato un lembo cutaneo-muscolare autochiudente a peduncolo sottocutaneo utile per la ricostruzione di difetti laterali cutaneo-muscolari della palpebra inferiore, qualora privi completamente della porzione laterale di palpebra inferiore e di parte dell’orlo palpebrale. Il lembo è indicato anche in casi in cui la mancanza laterale di palpebra inferiore con assenza totale di moncone laterale palpebrale sia a tutto spessore. PAROLE CHIAVE Palpebra inferiore, lembo muscolocutaneo a isola, ricostruzione di palpebra inferiore, canto laterale ABSTRACT Lower lid myocutaneous island flap. A flap for lower eyelid lateral defects The Authors show a myocutaneous, single-stage island flap useful in order to rebuild defects involving the lateral part of the lower eyelid, even if its upper boundary has been lost. It is suitable also for full-thickness defects of the lateral portion of the lower lid. KEY WORDS Lower eyelid, myocutaneous island flap, lower lid reconstruction, lateral canthus 28 Terapia un moncone palpebrale laterale, in sostituzione del lembo di Mustardè (il Mustardè si basa sul principio di spostare il moncone laterale di palpebra recante tarso verso la linea mediana, moncone che qui non c’era, a raggiungere il moncone mediale). Consente una soddisfacente ricostruzione dell’orlo palpebrale. Il lembo è applicabile anche a difetti del tutto laterali della palpebra inferiore non solo cutanei e muscolari, come nel caso descritto, ma che comprendano anche tarso e congiuntiva. Questo lembo consente di supplire alla inserzione laterale del legamento laterale del canto se si decide di interromperla; in questo caso, il derma del margine superiore (eventualmente rinforzato da un filo di sutura) fa da tendine intermedio tra moncone mediale del tarso e la porzione superiore del legamento del canto laterale. Il tipo di lembo qui proposto, non genera possibilità di trazione verso il basso, contrastando così l’effetto dannoso della gravità che tenderebbe a dare lagoftalmo ed ectropion (9) e compromissione della fisiologica capillarità bulbopalpebrale. BIBLIOGRAFIA 1. Guidetti F, Ubiglia S. Margini di escissione dei tumori cutanei. Hi Tech Dermo 2011 6;33-40. 2. Acartürk TO, Edington H. Nonmelanoma skin cancer. Clin Plast Surg. 2005 Apr;32(2):237-48. 3. Mustardè JC. The use of flaps in the orbital region. Plast Reconstr Surg. 1970 Feb;45(2):146-50 4. Frichè K. Chirurgie auswarts wendungen derselben. (cit. in Herzog Neto G. et alii, Eyelid reconstruction with Fricke's flap: report of two cases. Arq Bras Oftalmol 2006 Jan-Feb;69(1):1236). 5. Imre J. Lidplastik und plastische operationen (cit. in Hinderer U.T., Development of reconstructive blepharoplasty: the temporofacial rotation flap. Aesthetic Plast Surg. 1993 Fall;17(4):273-81). 6. Steinkogler FJ. Reconstruction of the temporal canthus. 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