SCARDANZAN 01 - Anatomia Arto Superiore

Anatomia arto superiore
Anatomia umana
Gli arti superiori nell'uomo, al contrario di quelli inferiori, non svolgono in
sostanza una funzione locomotoria, ma sono utilizzati principalmente per le
funzioni manuali.
Il collegamento col tronco è assicurato dalla cintura toracica o cingolo
scapolare.
Regioni dell'arto superiore
Procedendo in senso cranio-caudale, l'arto superiore è suddiviso in:
• Spalla
• Braccio
• Gomito
• Avambraccio
• Polso
• Mano
LA MANO UMANA
La mano è un vero e proprio prodigio
meccanico; infatti essa può essere molto
precisa e delicata quando esegue un
movimento e prende un oggetto; è in
grado di valutarne le caratteristiche
fisiche ed eventualmente di
promuoverne lo spostamento con
movimenti opportuni.
Struttura ossea
La struttura ossea dell'arto superiore si compone di più parti: le più
importanti sono l'omero, l'ulna e il radio.
L'omero è l'osso del braccio, che si articola prossimalmente con la
spalla alla scapola e distalmente con radio e ulna nell'articolazione del
gomito.
L'ulna e il radio sono invece le ossa dell'avambraccio; esse partono
parallele dall'articolazione del gomito, e giungono fino al polso. Grazie
alla loro flessibilità, queste due ossa possono facilmente sovrapporsi, e
causare così il capovolgimento della mano (prono-supinazione); quando
le due ossa sono parallele, quest'ultima mostra il palmo. Per quanto
riguarda la posizione dell'ulna e del radio è sufficiente ricordare che,
mentre la prima è corrispondente al mignolo, il secondo lo è al pollice.
Il polso, o carpo, è formato da otto ossa (scafoide, semilunare,
piramidale, pisiforme, trapezio, trapezoide, capitato e uncinato) e
permette l'articolazione di ulna e radio con la mano.
La mano è formata dal palmo, composto da cinque ossa metacarpali
articolate con il polso, e da cinque dita, formate ciascuna da tre
falangi (prossimale, intermedia e distale) articolate a ogni metacarpo.
Fa eccezione il pollice, formato solo da due falangi (prossimale e
distale).
Muscoli
Numerosi sono i muscoli che si trovano nell'arto superiore: ricordiamo il
bicipite, il tricipite, il brachiale, il coracobrachiale, il supinatore, gli estensori
(breve e lungo) del carpo, i flessori (breve e lungo) radiali e ulnari, gli
estensori (breve e lungo) radiali e ulnari, il pronatore rotondo, l'anconeo, il
brachioradiale e gli estensori propri del pollice e del mignolo.
Il bicipite ed il tricipite [dal latino, bi-capite e tri-capite, ovvero a due e tre capi,
con riferimento al numero di origini ossee che questi posseggono] sono i
muscoli che circondano l'omero rispettivamente nella parte anteriore e
posteriore; il bicipite, che ne ricopre la parte anteriore, si occupa, inserendosi
tramite i tendini al suddetto osso e alle ossa dell'avambraccio, della flessione
dell'avambraccio sul braccio. Simmetricamente il tricipite, essendo il muscolo
antagonista del bicipite, si trova dalla parte opposta dell'omero e, con la sua
contrazione, estende l'avambraccio sul braccio. Naturalmente, ad ogni
contrazione del bicipite corrisponde un'estensione del tricipite e viceversa.
Il muscolo brachiale [dal latino brachium, braccio] si trova all'interno del
braccio e precisamente tra il bicipite e l'omero, non è completamente visibile
ma supera il bicipite in larghezza e quindi causa la morfologia esterna del
braccio.
I movimenti sono controllati da diciannove muscoli
posti nell'avambraccio e da venti muscoli posti sulla
mano, alcuni con funzione sinergica per ottenere un
determinato movimento, altri con funzione antagonista
rispetto ad altri muscoli. I movimenti finalizzati ad
eseguire un determinato compito sono il risultato di
una combinazione armonica e graduata dei movimenti
di ogni singolo segmento della mano.
I diciannove muscoli dell'avambraccio vengono suddivisi in tre
loggie: una anteriore, una posteriore ed una esterna o laterale. La
loggia anteriore comprende otto muscoli disposti su quattro piani
differenti; la loggia laterale è composta di soli tre muscoli, mentre i
muscoli della loggia superiore sono ancora otto, disposti in due piani.
Anche i muscoli della mano sono divisi in tre logge: una loggia
esterna o eminenza tenare che contiene principalmente i muscoli
destinati al pollice, una loggia mediale o ipotenare che comprende i
muscoli destinati al mignolo e una loggia mediana che corrisponde
alla parte mediana della mano, in cui sono posti undici muscoli.
La complessa struttura muscolare rende possibile un notevole numero
di movimenti. A livello di articolazione del polso si compiono
movimenti di pronosupinazione, di abduzione e adduzione, di
flessoestensione e di circumduzione.
Per studiare correttamente la pronosupinazione, il braccio deve essere
addotto e l'avambraccio flesso a 90° con il palmo della mano rivolto
verso l'alto (posizione di supinazione); da questa posizione si può
passare alla posizione intermedia, con pollice in alto e palmo rivolto
medialmente, e a quella di pronazione con il palmo rivolto in basso.
Rispetto alla posizione intemedia l'ampiezza della supinazione
raggiunge 90° mentre la pronazione al massimo 85°.
L'abduzione massima è di circa 15°, l'adduzione di 45°; nella flessoestensione
si ha un'ampiezza, per ciascun movimento, di 80°- 85°. Questi movimenti
combinati portano a realizzare la circumduzione.
Altri movimenti sono possibili a livello delle articolazioni delle dita: le
articolazioni delle ultime quattro dita (cioè pollice escluso) sono dotate di
movimenti di flessoestensione e di lateralità. L'ampiezza della flessione, che è
di 90° per l'indice, cresce progressivamente sino al quinto dito; l'estensione
attiva può raggiungere in alcuni soggetti i 30°. I movimenti di lateralità,
possibili in condizione di estensione delle dita, hanno un'ampiezza di circa
30° e sono massimi a livello dell'indice.
Per quanto riguarda il pollice, sono possibili movimenti di ante e retro
posizione, di abduzione e adduzione e di flessoestensione, con ampiezze
rispettivamente di 50°-85°, 30°- 40° e 80°.
Un altro aspetto molto importante della funzionalità della mano è rappresentato dalla
ricca dotazione di sensori tattili, che costituiscono un feedback naturale tale da
consentire di graduare i movimenti dei vari segmenti nel modo più opportuno.
La sensibilità tattile, quale si intende comunemente, è un fenomeno complesso cui
partecipano recettori diversi. Alla sensazione tattile complessiva, che consiste
essenzialmente nella segnalazione ai centri nervosi superiori di un qualsiasi contatto
della superficie del corpo con un oggetto esterno, contribuiscono infatti
principalmente i recettori di pressione, ma anche i termocettori, i propriocettori
muscolari e i recettori per il dolore. Mediante la sensibilità tattile è possibile ottenere
importanti informazioni (al di fuori ovviamente della visione) sulla forma bi- o
tridimensionale degli oggetti, nonchè sulle caratteristiche della loro superficie, sulla
loro consistenza e così via. La sensibilità tattile, pur diffusa su tutta la superficie
corporea nelle più diverse specie animali, si concentra sovente in zone particolari che
acquistano perciò una squisita sensibilità; un esempio è dato appunto dalla mano.
Vascolarizzazione
• All'interno delle braccia si trovano anche importanti vene e arterie: tra le maggiori ricordiamo
l'arteria e la vena ascellare, l'arteria brachiale e le vene ulnare e radiale.
L'arteria brachiale è, in quanto arteria, deputata al trasporto del sangue verso la mano; poiché è
anche l'arteria principale di tutto il braccio, ovvero quella che si collega direttamente all'arco
aortico, costituisce un punto strategico per il bloccaggio delle emorragie del braccio.
Siccome la mano è un punto piuttosto periferico del corpo umano, lì sono presenti anche
numerosi e fitti vasi
capillari.
• Il sistema linfatico possiede ovviamente alcuni vasi all'interno del braccio, ma i punti di
maggiore interesse di quell'apparato nella parte dell'organismo in questione sono le stazioni
linfonodali presenti nella piegatura del braccio e sotto le ascelle: qui una grande quantità di
linfonodi produce quotidianamente un elevatissimo numero di linfociti e monociti.
• Tre sono infine i maggiori nervi che attraversano il braccio: il nervo mediano, quello ulnare e
quello radiale; essi portano informazioni di movimento ai muscoli dell'avambraccio, mentre il
bicipite e il tricipite sono mossi dal nervo muscolocutaneo del braccio.