GAZZETTA VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014
■ Testi a cura di Altre Velocità
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Vie FESTIVAL2014
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Due orizzonti teatrali a confronto
ALLE PASSIONI SPETTACOLI INTERNAZIONALI
Il regista Toshiki Okada e il duo Gintersdorfer/Klassen portano alle Passioni culture e mondi lontani
di Alessandra Corsini
VIE non è un semplice festival
ma è un'area di scambio che
ospita e confronta varie culture
e vari linguaggi. Quest'anno gli
spettatori avranno la possibilità
di vedere nuovamente il giapponese Toshiki Okada con “Super
Premium Soft Double Vanilla Rich” e Gintersdorfer/Klassen
con “Logobi05”, entrambi in
scena al Teatro delle Passioni di
Modena. Il regista Toshiki Okada dopo tre anni torna al festival
con un nuovo lavoro continuando ad analizzare situazioni legate alla vita quotidiana. La sua
nuova produzione, in scena stasera (ore 18) e domani (ore 21),
è ambientata in un “conbini”,
ovvero un supermercato tipicamente giapponese aperto giorno e notte, ormai quasi un simbolo della società nipponica, in
cui lavorano part-time tre commessi, protagonisti di questa
pièce. Con gesti e parole, gli in-
Una scena da “Super Premium Soft Double Vanilla Rich” di Toshiki Okada
terpreti della compagnia Chelfitsch materializzano i suggerimenti astratti di Okada come veri e propri collaboratori della
partitura dello spettacolo. Il regista crea le condizioni per uno
a modena
spettacolo aperto preoccupandosi di far percepire l'idea a chi
guarda e dando così la possibilità allo spettatore di completarla
nel
suo
immaginario.
“Logobi05”, invece, è in scena
stasera (ore 23) e domani (ore
18) e mette a confronto due culture diverse: i coreografi e danzatori Frank E. Yao (alias Gadoukou the Star) e Richard Siegel, si esibiscono insieme improvvisando e unendo danza e
teatro in un solo spettacolo. Monika Gintersdorfen e Knut Klassen, che collaborano da più di
dieci anni, danno vita a questa
nuova produzione creando un
dialogo che alterna movimento
e parola, gesto e voce, mettendo
a confronto la cultura occidentale e quella africana diventando anche un momento di condivisione che coinvolge la coreografia, il teatro, la politica e la religione. Il teatro contemporaneo può essere dunque visto come un campo aperto che assorbe linguaggi e realtà differenti,
un luogo interattivo in cui si
può viaggiare, anche se inchiodati a una poltrona, per vedere e
scoprire nuovi mondi e assaporare l’odore di altre terre.
a rubiera
“Nuvole. Casa.”: la voce dei libri Le Albe raccontano una vita
ci conduce attraverso la storia interamente dedicata alla pace
di Angela Sciavilla
Attraversare la storia tedesca
senza volerla narrare, perdersi
nell'intreccio che le parole tessono con la musica. I testi di Elfriede Jelinek sanno raccontare
senza avere una trama, seguono la logica del pensiero musicale per manifestare i flussi e i
ricorsi della storia tedesca. Da
questi spunti Chiara Guidi crea,
nell'ambito di Focus Jelinek,
“Nuvole. Casa.”, ispirato all'
opera della drammaturga austriaca. Il testo originale è una
composizione poetica stratificata, composta dal montaggio di
brani filosofici tratti da Holderlin, Heidegger, Fichte. In scena
alla Biblioteca Poletti oggi (ore
16, 17.20 e 18.40) e domani (ore
15, 16.20 e 17.40), assisteremo a
un gioco di silenzi che non decade nell'assenza, ma si rivela
essere la spinta che il pensiero
esercita per esprimersi. La voce, più che recitante, diventa risonante della parola, alla ricerca dei significati precipitati nella storia. Nel silenzio di una biblioteca, il testo è “tormentato”
dalle note del contrabasso di
Daniele Roccato. Una lettura
accompagnata da suoni alla ricerca dell'autentico senso delle
parole, un processo di immaginazione che si pone come forma di conoscenza e dialogo con
l'arte. Chiara Guidi ci restituisce la voce dell'autrice nascosta
dietro le parole dei libri, svelandola attraverso l'uso drammatizzato dell'espressione orale.
È davvero possibile cambiare il
mondo? A che prezzo? Il Teatro
delle Albe ci accompagna in un
viaggio tra le speranze e le battaglie che hanno segnato la vita della politica birmana Aung
San Suu Kyi, Nobel per la Pace,
donna simbolo della lotta alla
dittatura. Nuovo lavoro della
compagnia ravennate, “Vita
agli arresti di Aung San Suu
Kyi” debutta in prima assoluta
oggi alle ore 20.30 al Teatro
Herberia di Rubiera e va in scena anche domani alla stessa
ora. Per la regia di Marco Martinelli, “Vita agli arresti” vede Ermanna Montanari interpretare la sottile ma tenace figura di
Aung San Suu Kyi in un percorso attraverso cinquant'anni di
storia birmana. Libro-guida di
questo viaggio è il testo di Brecht “L'anima buona del
Sezuan”, in cui si affronta la
presenza ineludibile del bene e
del male nella società, prospettando possibilità di cambiamento. L'esperienza della pacifista birmana ci insegna che la
realtà più violenta può essere
affrontata solo “restando umani”, secondo l'insegnamento
di Rosa Luxemburg. “Vita agli
arresti” è il racconto di una vita
esemplare che è un invito a
non lasciarsi mai cullare dall'
idea fatalista che nulla possa
mutare, e a mettersi costantemente a disposizione del cambiamento, creando reti di relazioni umane, “facendo della
propria vita un tempo per gli altri e non solo per sé”.
A VIGNOLA
Suoni e colori
nel lungo viaggio
disincantato
di Belarus
di Serena Terranova
Un viaggio per il mondo lungo
tre settimane, alla scoperta dei
luoghi segnati dall'intervento
umano. Il Belarus Free Theatre,
che si contraddistingue per un
teatro che attinge dalla realtà
poltica costruendo nuove domande e riflessioni, torna a VIE
per presentare “Red Forest” (oggi alle ore 21 e domani alle ore
18 al Teatro Fabbri di Vignola).
In questo lavoro, il Belarus
Free Theatre riflette sui cambiamenti climatici, sui danni ambientali che sono diretta conseguenza della globalizzazione.
Lo spettacolo vede come protagonista la liberiana Aisha, che
ha visto morire i propri genitori
e il marito. Fuggita dal suo villaggio, si sposta alla ricerca di
un rifugio. In questo percorso
oltre i confini della Liberia,
Aisha si scontra con gli uomini e
con la natura, intercettando luoghi che hanno subito le conseguenze dello sconsiderato intervento dell'uomo.
Il titolo “Red Forest” prende
spunto dalla storica Foresta Rossa situata nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl: dopo
la tragica esplosione del 1986, la
vegetazione circostante ha assunto un atipico colore rosso,
per poi disgregarsi lentamente.
A partire dall'immagine di questo segno indelebile lasciato sul
suolo, il Belarus Free Thatre prova a costruire sul palco uno scenario che ricompone gli elementi naturali della terra e dell'acqua offrendo un paesaggio nuovo, da calpestare con una più
forte consapevolezza.
In questo spazio si muove
Aisha, attorno alla quale vediamo emergere altre storie che la
compagnia ha raccolto nelle
sue spedizioni, intervistando
persone che potessero testimoniare gli scempi delle società su
alcuni luoghi naturali. Si accendono video, che contengono le
immagini e le voci dei territori
indagati, e si diffonde una musica che ipnoticamente ci aiuta a
immergerci in questo nuovo paesaggio, complesso e paradossale.