MET STAGIONE TEATRALE 2011/2012 FABBRICONE - SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO 4/8 OTTOBRE 2011 Teatro Nordisk Teaterlaboratorium Odin Teatret LA VITA CRONICA regia e drammaturgia EUGENIO BARBA METASTASIO 26/30 OTTOBRE 2011 Teatro Metastasio Stabile della Toscana LA CANTATRICE CALVA Eugène Ionesco con Valentina Banci, Mauro Malinverno, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni, Sara Zanobbio regia MASSIMO CASTRI prima nazionale/ PRODUZIONE di METASTASIO 5 NOVEMBRE 2011 GIULIANA LOJODICE in CLARA SCHUMANN atto unico di Valeria Moretti FABBRICONE 10/13 NOVEMBRE 2011 Teatro Metastasio Stabile della Toscana/ Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato SARABANDA Ingmar Bergman con Giuliana Lojodice Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi, Clio Cipolletta regia MASSIMO LUCONI PRODUZIONE di FABBRICONE 18/20 NOVEMBRE 2011 dinamici teatri||luigimarangoni ODISSEA CON DJ … a video room testo di LUIGI MARANGONI con brani tratti dal poema di Omero METASTASIO 23 NOVEMBRE/4 DICEMBRE 2011 Teatro Metastasio Stabile della Toscana/ Teatro Stabile di Sardegna IL GIARDINO DEI CILIEGI Anton Cechov con Valentina Banci, Francesco Borchi, Valeria Cocco, Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Silvia Piovan, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli regia PAOLO MAGELLI prima nazionale/ PRODUZIONE di METASTASIO 13-14 GENNAIO 2012 Bam Teatro e Pierfrancesco Pisani ELIO GERMANO è THOM PAIN di Will Eno (basato sul niente) METASTASIO 19/22 GENNAIO 2012 Il teatro delle donne-Centro Nazionale di Drammaturgia/ Teatro Metastasio Stabile della Toscana Lucilla Morlacchi in LO SCHIFO Omicidio non causale di Ilaria Alpi nella nostra ventunesima regione scritto e diretto da STEFANO MASSINI prima nazionale/ PRODUZIONE METASTASIO 26/29 GENNAIO 2012 Teatro Stabile del Veneto ELEKTRA Hugo von Hofmannsthal con Elisabetta Pozzi regia CARMELO RIFICI di FABBRICONE 1/11 FEBBRAIO 2012 Teatro Metastasio Stabile della Toscana/ Libero Fortebraccio Teatro UBU ROI Alfred Jarry con Sebastian Barbalan, Lorenzo Berti, Fabiana Gabanini, Roberto Latini, Ciro Masella, Savino Paparella, Simone Perinelli, Marco Vergani regia ROBERTO LATINI prima nazionale/ PRODUZIONE di METASTASIO 9/12 FEBBRAIO 2012 Teatri Uniti TONI SERVILLO in LETTURE NAPOLETANE METASTASIO 16/19 FEBBRAIO 2012 Teatro Stabile di Bolzano IL MALATO IMMAGINARIO di Molière con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni regia MARCO BERNARDI FABBRICONE 24/26 FEBBRAIO 2012 Teatro delle Albe RUMORE DI ACQUE Marco Martinelli ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari con Alessandro Renda regia MARCO MARTINELLI di METASTASIO 1 MARZO 2012 AMORE E CARNE PIPPO DELBONO e ALEXANDER BALANESCU in concert FABBRICONE 2/4 MARZO 2012 Emilia Romagna Teatro Fondazione/ Teatro di Roma/Theatre du Rond Point - Parigi DOPO LA BATTAGLIA ideazione e regia PIPPO DELBONO METASTASIO 10 MARZO 2012 Tieffe Teatro Milano in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber MADDALENA CRIPPA in E PENSARE CHE C’ERA IL PENSIERO di Giorgio Gaber e Sandro Luporini regia EMANUELA GIORDANO METASTASIO 15/18 MARZO 2012 Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna in collaborazione con 63° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese OTELLO William Shakespeare con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Lucia Lavia, Nanni Garella traduzione, adattamento, regia NANNI GARELLA di FABBRICONE 16/18 MARZO 2012 CRT Centro di Ricerca per il Teatro - Milano/ Théâtre Garonne-Toulouse/Armunia, Festival Inequilibrio di Castiglioncello OMBRE-WOZZECK Georg Buchner con Gianluca Balducci, Rita Frongia, Claudio Morganti, Francesco Pennacchia, Antonio Perrone, Gianluca Stetur, Grazia Minutella ideazione e regia CLAUDIO MORGANTI da METASTASIO 22/25 MARZO 2012 Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa BLACKBIRD David Harrower con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa e con Silvia Altrui regia LLUÍS PASQUAL di METASTASIO 30-31 MARZO 2012 Teatro Stabile di Verona IL BUGIARDO di Carlo Goldoni con MARCELLO BARTOLI e DARIO CANTARELLI regia Paolo Valerio FABBRICONE 30 MARZO/1°APRILE 2012 Teatro Stabile della Sardegna e ATIR NOZZE DI SANGUE Federico Garcia Lorca con Maria Grazia Bodio, Marco Brinzi, Lia Careddu, Mattia Fabris, Sax Nicosia, Isella Orchis, Cesare Saliu, Sandra Zoccolan regia SERENA SINIGAGLIA di METASTASIO 11/22 APRILE 2012 Teatro Stabile della Sardegna/ Teatro Metastasio Stabile della Toscana I FRATELLI KARAMAZOV Fëdor Michailovic Dostoevskij con Valentina Banci, Francesco Borchi, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli regia GUIDO DE MONTICELLI PRODUZIONE da FABBRICONE 28 - 29 APRILE 2012 Troubleyn/Jan Fabre PREPARATIO MORTIS danzatrice Annabelle Chambon ideazione e regia JAN FABRE STAGIONE TEATRALE 2011/ MET STAGIONE TEATRALE 2011/2012 NUOVE PRODUZIONI FABBRICONE 4/8 OTTOBRE 2011 spettacolo FUORI ABBONAMENTO Nordisk Teaterlaboratorium Odin Teatret LA VITA CRONICA STAGIONE TEATRALE 2011Dramatis personae: una Madonna Nera, la vedova di un combattente basco, una rifugiata cecena, una casalinga rumena, un avvocato danese, un musicista rock delle isole Faroe, un ragazzo colombiano che cerca suo padre scomparso in Europa, una violinista di strada italiana, due mercenari. Testi Ursula Andkjær Olsen e Odin Teatret Attori Kai Bredholt, Roberta Carreri, Jan Ferslev, Elena Floris, Donald Kitt, Tage Larsen, Sofia Monsalve, Iben Nagel Rasmussen, Fausto Pro, Julia Varley Dramaturg Thomas Bredsdorff Consigliere letterario Nando Taviani Disegno luci Odin Teatret Consulente luci Jesper Kongshaug Spazio scenico Odin Teatret Consulenti spazio scenico Jan de Neergaard, Antonella Diana Musica melodie tradizionali e moderne Costumi Odin Teatret, Jan de Neergaard Assistenti alla regia Raúl Iaiza, Pierangelo Pompa e Ana Woolf Regia e drammaturgia EUGENIO BARBA produzione Nordisk Teaterlaboratorium (Holstebro) Teatro de La Abadía (Madrid) The Grotowski Institute (Wroclaw) Dedicato a Natalia Estemirova e Anna Politkovskaya, scrittrici russe in difesa dei diritti umani, assassinate da sicari anonimi nel 2009 e 2010 per la loro opposizione al conflitto ceceno. L’azione dello spettacolo si svolge contemporaneamente in Danimarca e in altri paesi d’Europa nel 2031, dopo la terza guerra civile. Individui e gruppi con retroterra diversi si ritrovano insieme e si scontrano pressati da guerre, disoccupazione, emigrazione. Che accade quando i nuovi venuti vogliono insediarsi in un paese straniero e far parte di una società che pensa di avere solide radici culturali? Quali incomprensioni e scoperte sorgono da questo confronto? Come si vive in un paese in guerra in cui i soldati si vedono solo quando tornano di lontano in una bara? Un ragazzo approda dall’America Latina nel febbrile carnevale delle civili contrade d’Europa. È alla ricerca di suo padre scomparso. È poco più di un bambino e ignora ciò che tutti sanno: che la vita è una malattia cronica da cui il nostro pianeta con la sua storia non riesce a liberarsi. Tutti sanno che esistono mille porte che conducono alla libertà, e tutti alimentano questo loro sapere mangiando senza fame e bevendo senza sete. Tutti sanno che provengono da un grande passato, e da questa grandezza ognuno si ritaglia il suo brandello d’onore e d’identità. Rispondono alle domande del giovane straniero insegnandogli a sfuggire al peggiore dei vizi - la Speranza. “Smettila di cercare tuo padre”, gli sussurrano mentre lo accompagnano da una porta all’altra. Non è l’innocenza né la conoscenza a salvare il giovane. Scoprirà da solo la sua porta, tra lo sconcerto di noi tutti che non crediamo all’incredibile: che una vittima valga, da sola, più di ogni valore. Più di Dio. METASTASIO 26/30 OTTOBRE 2011 prima nazionale LA CANTATRICE CALVA di Eugène Ionesco regia MASSIMO CASTRI scene e costumi Claudia Calvaresi con Valentina Banci, Mauro Malinverno, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni, Sara Zanobbio FABBRICONE produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana Dopo il premio UBU 2010 come miglior spettacolo dell’anno ricevuto per Finale di Partita di Samuel Beckett, Massimo Castri affronta per la prima volta un altro maestro del ’900 come Eugène Ionesco. Ionesco è con Samuel Beckett il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita ”teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza. Nel 1950 mette in scena La cantatrice calva, una commedia in cui Ionesco si presenta come autore d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia. I protagonisti sono due anonime coppie inglesi - gli Smith e i Martin - rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla. È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le prove. L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo. Massimo Castri ha diretto il Metastasio dal 1994 al 2000 e, grazie al suo lavoro, il teatro pratese divenne nel 1998 il teatro stabile pubblico della Toscana. Questa nuova produzione segna un gradito “ritorno a casa” di uno dei maestri del teatro contemporaneo. produzione FABBRICONE 10/13 NOVEMBRE 2011 SARABANDA con Giuliana Lojodice, Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi, Clio Cipolletta di Ingmar Bergman traduzione Renato Zatti scene Daniele Spisa, Massimo Luconi costumi Sabrina Chiocchio progetto luci Roberto Innocenti musiche originali Mirio Cosottini regia MASSIMO LUCONI produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato Ingmar Bergman, che aveva trovato nel cinema ”una illusione progettata sin nei minimi dettagli”, trova la sua grandezza di autore contemporaneo nella perfetta drammaturgia e nella purezza delle immagini di un cinema che può essere teatro e viceversa. Come dimostra questo capolavoro degli addii che è Sarabanda, ultimo lavoro del Maestro svedese, dove, più maturi, più acuti, più crudeli, si confrontano, trent’anni dopo, gli stessi personaggi di Scene da un matrimonio, in cui si coagula e si riconosce chiaramente l’esperienza biografica di Bergman. Bergman ”viviseziona” magistralmente i suoi personaggi, soffermandosi sul tormentato rapporto genitorifigli, tema già sviscerato in parecchi dei suoi lavori. Grazie a un notevole potere di sintesi, egli riesce in poche pagine a svelare le grandezze e le miserie dell’animo umano, regalandoci, soprattutto nelle figure femminili, dei personaggi straordinari. Tutto è condotto sotto l’ombra della tragedia in Sarabanda; Bergman, ancora di più dei suoi riferimenti stilistici, che sono chiaramente il grande teatro di Ibsen e Strindberg, è spietato nell’analizzare il mondo delle relazioni umane e familiari. Le relazioni sono figlie di un disamore che nasce dall’impossibilità di amare come dato esistenziale e storico-sociale (dice Johan, l’anziano protagonista: ”Ci hanno insegnato tutto, ma non ci hanno detto nulla sui sentimenti”). Sarabanda è un’opera magistrale sull’autismo dei sentimenti, ma anche un canto appassionato sul dolore per la mancanza d’amore, descritta con toni tanto disperati da suscitare l’effetto opposto, cioè un altrettanto disperato desiderio della ricerca d’affetto. In questo capolavoro del teatro dei sentimenti ci sono tutte le cose importanti che Bergman si porta dietro in tutta la sua opera: il mistero, la vita, la morte, la ricerca di Dio. La riduzione teatrale di Sarabanda in prima esecuzione assoluta per il teatro italiano, conserva quasi integralmente la scrittura originale basandosi su una drammaturgia che seppur scritta per la macchina da presa è perfetta nei ritmi e nelle scansioni teatrali, con una scrittura limpidissima che è nello stesso tempo altissima letteratura e imponente sguardo morale sulla solitudine della nostra società. METASTASIO 23 NOVEMBRE/4 DICEMBRE 2011 prima nazionale IL GIARDINO DEI CILIEGI di Anton Pavlovic Cechov traduzione Željka Udovicic, Paolo Magelli scene Lorenzo Banci costumi Leo Kulas, musiche Arturo Annecchino dramaturg Željka Udovicic regia PAOLO MAGELLI con Valentina Banci, Francesco Borchi, Valeria Cocco, Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Silvia Piovan, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana Teatro Stabile della Sardegna Sono mille i modi di affrontare Il Giardino dei ciliegi e cento volte di più i modi di parlarne. Eppure la voglia di realizzare questo testo non cessa mai. Risboccia dentro l’anima, proprio come il fiore della visciola. È la terza volta che metto in scena Il Giardino e mi pare di non averlo mai fatto. Quindici anni or sono a Zagabria, nel foyer devastato del Teatro Gavella, in una città colpita duramente dalla guerra e dal nazionalismo, ricordo il pubblico che affollava il teatro, nonostante si recitasse in pieno inverno e senza riscaldamento... Erano tutti incappottati, perduti in quelle rovine, tristissimi, eppure felici... E qualche anno più tardi, a Wuppertal, nel teatro dove lavorava anche la compagnia di Pina Bausch... il contrario di Zagabria... raccontare Cechov ai tedeschi… che avventura...!! Ma quando oggi ripenso a quegli spettacoli, che ho amato profondamente, mi sembrano storie uscite da un altro testo, immagini lontane che appartengono al tempo passato. Non credo al teatro conservato, (ho uno spettacolo in scena da sedici anni a Zagabria, Un mese in campagna di Turgenev e lo odio, non riesco mai a rivederlo), perché credo che sia il tempo perduto della vita che è irrimediabilmente trascorsa a cambiare noi e i testi che mettiamo in scena, a rendere tutto diverso da come lo avevamo pensato, a trasformare la nuova lettura spesso nell’opposto di quello che si era ”sentito” prima. E Cechov pare essere il campione della trasformazione: ti parla sempre in modo diverso. Così, dodici (o tredici?) anni dopo, eccomi di nuovo di fronte a questo amore. L’ambientazione è qui una scena completamente vuota, animata -a tratti- dalla magia del mio scenografo Lorenzo Banci, uno dei migliori pittori italiani della nuova generazione. La visciola è l’albero che nella sua piena fioritura rimane intatto solo per alcuni secondi. Questo miracolo di rara bellezza dura poco più di mezzo minuto… Poi i petali cominciano a cadere e l’immagine della perfezione scompare, lasciando il posto a rami spelacchiati e ad un cimitero di petali. Parlo della visciola, anzi mentre scrivo penso ad un giardino di visciole, per correggere nella mia memoria un’inesattezza che è ormai divenuta intoccabile sia nello spazio linguistico anglosassone, sia in quello latino: sto parlando del titolo del testo di Cechov, ovvero Il giardino dei ciliegi. In realtà Cechov ha scritto un ”giardino delle visciole” e non un ”giardino dei ciliegi” e la differenza non sta solo nel fiore, fragilissimo, ma anche nel frutto, che -come spiega Firs- fu richiesto e utilizzato solo per un breve periodo: poi non lo volle più nessuno e i frutti caduti servivano solo a nutrire gli uccelli e ingrassare la terra, quasi a seguire e imitare la caduta del fiore che li aveva in qualche modo partoriti. L’allegoria della fragilità della vita, della sua inesorabile staticità abbarbicata in un mondo che tragicomicamente ci consente solo di avvizzire e cadere dal ramo dal quale siamo spuntati, il viaggio dalla bellezza alla deturpazione fisica e spirituale, la velocità con la quale le nostre ”culture” -da quella ”di classe”, filosofica e artistica, a quella ”pragmatica”- si perdono nella storia: sono questi i temi che si ripetono senza fine ne Il giardino dei ciliegi. Certo Cechov lo fa prendendosi in giro e utilizzando un’ironia comica e dolorosa che ci serve sulla scena, come in nessun altro testo e che ci costringe a ”riviaggiare” con cattiveria dentro la nostra vita. La casa di Ljuba è il Teatro e il suo passato è ”il giardino”: la nostra memoria, la vita che se ne è andata irrimediabilmente. L’assurdità dell’inarrestabilità del tempo rende tutto tragicamente comico. Le geometrie che disegnano tutti gli incontri dei personaggi, descrivono senza pietà una serie di crudeli, ridicoli fallimenti. Dov’è l’amore? Perché si vive? E la bellezza non è forse solo nei ricordi? Sono le domande assillanti che ci riempiono la testa, trasformandosi in una sorta di ritornello minimalista e ossessionante. Ho trovato l’incontro di lavoro fra le due compagnie, quella del Teatro Stabile della Toscana e quella del Teatro Stabile di Sardegna, esaltante. E lo dico con la responsabilità di chi ha ormai centinaia di ore di prove sulle spalle… Paolo Magelli NUOVE PRODUZIONI STAGIONE TEATRALE 2011/12 METASTASIO 19/22 GENNAIO 2012 prima nazionale LUCILLA MORLACCHI in LO SCHIFO omicidio non casuale di Ilaria Alpi nella nostra ventunesima regione scritto e diretto da STEFANO MASSINI con Luisa Cattaneo con il patrocinio del Premio Ilaria Alpi produzione Il Teatro delle Donne - Centro Nazionale di Drammaturgia Teatro Metastasio Stabile della Toscana Il racconto del caso Ilaria Alpi ha dell’incredibile. In una Somalia popolata di continui rimandi al passato coloniale italiano, un silenzio inscalfibile copre le manovre di scaltrissimi uomini d’affari collusi e corrotti. È questo silenzio che Ilaria Alpi attacca frontalmente, spalancando squarci di inaudita verità. Ecco in scena i paradossi di un’Africa italiana dilaniata fra guerre intestine, rifiuti tossici, traffici d’armi, integralismi islamici e smaglianti sorrisi di festicciole tricolori. “Finalmente porto in teatro questo mio testo, sospeso fra l’indignazione della cronaca e il flusso d’immagini di un racconto autoptico. E questa versione scenica avviene nel segno di un incontro prezioso come quello con Lucilla Morlacchi, da me cercata e scelta proprio per l’appassionato rigore con cui declina l’idea di un’epica teatrale contemporanea. Ne nasce un gioco teatrale, condiviso con agguerrita lucidità da Lucilla e da Luisa Cattaneo che in puro spirito brechtiano le serve un ventaglio di interlocutori d’ogni età, sesso ed estrazione. Questa la formula che mi ha conquistato per portare in scena Lo schifo. Ed è avvincente per me orchestrare la narrazione in prima persona di un’Ilaria divenuta anziana, che in 17 anni dall’agguato di Mogadiscio ha visto sbiancarsi le tempie in qualche indefinito altrove.” Stefano Massini “È per me una necessità mettere in scena questo testo per la scrittura straordinaria, la bellezza e il ritmo. Del resto non ho mai portato in scena un testo per altri motivi, sempre e solo per un’intima, impellente necessità.” Lucilla Morlacchi FABBRICONE 1/11 FEBBRAIO 2012 prima nazionale UBU ROI di Alfred Jarry regia ROBERTO LATINI scena Luca Baldini musiche e suoni Gianluca Misiti luci Max Mugnai con Sebastian Barbalan, Lorenzo Berti, Fabiana Gabanini, Roberto Latini, Ciro Masella, Savino Paparella, Simone Perinelli, Marco Vergani produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana in collaborazione con Libero Fortebraccio Teatro Ubu Roi è all’origine del Teatro Contemporaneo. Datato 1896, il testo è la definizione di un processo di teatralizzazione unica: un gioco scolastico che diventa spettacolo per marionette e poi occasione scenica per riflessioni sulla natura dell’arte teatrale. Attraverso una costante reinterpretazione del Macbeth di Shakespeare, Alfred Jarry apre il Novecento alla “patafisica”, la scienza delle soluzioni immaginarie. Quasi un errore imprevisto della letteratura teatrale. Una specie di sbaglio che si è cercato talvolta di relegare appena fuori dal teatro, regolamentare dentro una distanza che potesse essere rassicurante, una devianza riconosciuta come diversa e quindi sopportata dentro una differenza. Il tempo, l’arte intorno all’arte e tutto ciò che è il teatro degli ultimi cent’anni, hanno invece reso possibile ricollocare Jarry tra Pirandello e Beckett, ammettendolo all’assolutezza che gli compete e quindi, come rispondendo ad un reclamo, farci i conti. Ubu Roi è ormai un classico del teatro mondiale, come Edipo o Amleto, capace cioè di superare se stesso e mettersi a disposizione dell’occasione teatro che ogni appuntamento scenico rappresenta. METASTASIO 11/22 APRILE 2012 I FRATELLI KARAMAZOV da Fëdor Michailovic Dostoevskij regia GUIDO DE MONTICELLI con Valentina Banci, Francesco Borchi, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli produzione Teatro Stabile della Sardegna Teatro Metastasio Stabile della Toscana Un manipolo di bambini scorrazza per le pagine dei Fratelli Karamazov. Sono lo specchio di un’innocenza spesso oltraggiata e violata, che farà dire a Ivan Karamazov al fratello Alëša: «…se le sofferenze dei bambini servissero a raggiungere la somma delle sofferenze necessarie alla conquista della verità, allora io dichiaro che tutta la verità non vale quel prezzo». I fratelli Karamazov sono un grande palcoscenico dove il tema del male si dibatte e viene dibattuto in tutte le sue varianti, in una “orchestrazione polifonica” - secondo la definizione di Bachtin - che mette a nudo e dispiega una pluralità di concezioni etiche, filosofiche, sociali e politiche. Sullo sfondo la figura luminosa di padre Zosima, presso il cui monastero il giovane Alëša fa il suo noviziato. Ma Alëša viene mandato nel mondo dal suo padre spirituale, lontano dalla dolcezza del maestro, dove c’è più bisogno di lui, là dove si consuma un’azione divorante e torbida in cui sono implicati i fratelli e il padre e una miriade di altre creature intrappolate nell’eterna lotta tra il bene e il male: è un lacerante viaggio nell’“umano” nel quale la conoscenza che il giovane, dotato di amore evangelico, fa dei fratelli - Dmitrij, assatanato dall’eros come il padre, ma capace anche di grande nobiltà, e Ivan, preda di una libido della ragione che lo porta a farsi negatore di Dio - si fa frutto amaro e insieme dolcissimo di rinnovamento spirituale. Ivan vuole restituire a Dio il biglietto per quel paradiso che costi la sofferenza anche a un solo bambino. Ma in Alëša, che eredita la parola di padre Zosima, si incarna il sogno di Dostoevskij e il presagio che il regno di Cristo si instaurerà sulla terra e non in un ipotetico aldilà, perché l’amore universale vincerà il dolore e la morte e la terra tornerà come alle origini. Guido De Monticelli MET STAGIONE TEATRALE 2011/2012 OSPITALITÀ METASTASIO METASTASIO 26/29 GENNAIO 2012 Teatro Stabile del Veneto ELEKTRA di Hugo von Hofmannsthal con Elisabetta Pozzi regia CARMELO RIFICI Elettra, figlia di Agamennone, vive a lungo fianco a fianco con gli assassini del padre, la madre Clitemnestra e il suo amante Egisto, animata dall’attesa del ritorno del fratello cui è affidato il compito della vendetta. Hugo von Hofmannsthal scrisse Elektra per Eleonora Duse, che non porterà mai in scena questo testo, che invece debutterà con successo nel 1903 a Berlino. Se l’autore è un uomo profondamente immerso nelle temperie culturali del suo tempo, così nella sua Elektra convivono la baccante dionisiaca e la donna isterica moderna, un omaggio alla forza espressiva dell’attrice italiana a cui era stata destinata la tragedia, ma anche all’incontro tra mito e psicoanalisi, alla ricerca di un ideale ricongiungimento tra l’uomo moderno e le sue antiche origini. METASTASIO 16/19 FEBBRAIO 2012 Teatro Stabile di Bolzano IL MALATO IMMAGINARIO di Molière con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni regia MARCO BERNARDI Nella rilettura diretta da Marco Bernardi è Paolo Bonacelli a vestire i “mitici” panni dell’ipocondriaco Argante; questa nuova versione del Malato immaginario approfondisce il carattere duplice della commedia, in cui la perfetta costruzione comica di un’esilarante farsa è intrisa di riflessioni amare sulla condizione umana e si snoda lungo i tre atti fino a dispiegare un alone onirico. Lo scontro tra due forze opposte è, secondo il regista, il tema interpretativo dell’ultimo grande capolavoro del commediografo francese: “da un lato la formidabile struttura comica, con la sua perfetta efficacia e il ritmo forsennato, dall’altro la particolare percezione del testo, ‘insanguinato’ dalla morte di Molière quasi in scena e quindi riletto alla luce della sua biografia”. Argante è un uomo solo, non a causa della sua malattia, ma che soffre di una solitudine esistenziale, e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière. METASTASIO 15/18 MARZO 2012 Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna in collaborazione con 63° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese OTELLO di William Shakespeare con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Lucia Lavia, Nanni Garella traduzione, adattamento, regia NANNI GARELLA STAGIONE TEATRALE 2011/12 Otello, come Lear e Macbeth, è sceso nell’abisso, è giunto sino in fondo, ha vissuto l’esperienza umana della gelosia fino all’estremo. Shakespeare è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dall’epoca romantica in poi. Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo è bello, gli uomini sono nobili, e giustificano la loro esistenza nella lealtà e nell’amore; per Iago il mondo è abietto e volgare e gli uomini sono come animali, carogne che si divorano l’un l’altro; da un lato un’idea del mondo e della natura umana che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e all’armonia; dall’altro la totale assenza, machiavellica, di ideologia, il pragmatismo empirico più spregiudicato. METASTASIO 22/25 MARZO 2012 Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa BLACKBIRD di David Harrower con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa e con Silvia Altrui regia LLUÍS PASQUAL In Blackbird si affronta un tema drammatico, l’amore di un uomo adulto per una bambina, da una prospettiva diversa. “Mettere in scena Blackbird”, spiega Pasqual, “significa portare in evidenza un tema che tutti conosciamo nella sua realtà quotidiana, per guardarlo in modo più profondo, al di fuori di ogni significato scandalistico”. Il linguaggio teatrale diventa lo strumento privilegiato per uno sguardo “altro” sulle cose, soprattutto quando si tratta di vicende scomode e, quindi, spesso taciute. Così, attraverso le molte stratificazioni del testo e i numerosi livelli di lettura, l’ordinaria storia di una violenza si trasforma in una grande storia d’amore, che lega indissolubilmente, in maniera unica e crudele, due esseri umani. Una discesa negli inferi dell’animo umano, che dell’animo umano prova a svelare le ombre, le mille paurose sfumature. MET STAGIONE TEATRALE 2011/2012 OSPITALITÀ FABBRICONE OSPITALITÀ METASTASIO FABBRICONE 18/20 NOVEMBRE 2012 dinamici teatri||luigi marangoni ODISSEA CON DJ … a video room testo di LUIGI MARANGONI con brani tratti dal poema di Omero Un attore e un cantante fanno risorgere dall’oblio frammenti di film abbandonati in montagne di VHS, all’interno di una stanza disabitata di Dublino. Nell’intrico di quelle memorie li guida il racconto di Ulisse. ’Dobbiamo partire!’ Poeti soul cantano la mancanza della loro terra. Il timbro della loro voce è la loro anima. ’Dobbiamo partire!’ Nel suo viaggio Ulisse si perde. Nella nostra vita tutti noi ci perdiamo… L’Odissea ci suggerisce come tentare il ritorno: raccontarci. Per ascoltare le sue parole, si indossano le bende e le immagini evocate dalla poesia diventano un’esperienza intima ed emozionante. Ora il viaggio è profondamente nostro. Dal buio delle bende si torna a vedere la luce lunare nell’ultima traversata marina verso Itaca. L’anima, liberata, urla finalmente freedom, ma l’agognato approdo, perché sia autentico, forse, dovrà essere solo temporaneo. STAGIONE TEATRALE 2011/12 FABBRICONE 24/26 FEBBRAIO 2012 Teatro delle Albe RUMORE DI ACQUE di Marco Martinelli ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari con Alessandro Renda regia MARCO MARTINELLI Rumore di acque (seconda tappa del trittico Ravenna-Mazara 2010) è una novità drammaturgica di Marco Martinelli sulle tragedie nel Mediterraneo, un monologo dallo humor nero caro al drammaturgo ravennate, interpretato da Alessandro Renda, con la colonna sonora originale e la presenza in scena dei Fratelli Mancuso, gruppo tra i più alti esponenti della tradizione musicale siciliana. Mazara del Vallo è il simbolico luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull’oggi, davanti a quel Canale di Sicilia, a quella striscia di Mediterraneo, sede negli ultimi 15 anni di una devastante tragedia; città meticcia per storia e per forza. Città nella quale convivono i campanili delle cento chiese e il canto del muezzin. FABBRICONE 2/4 MARZO 2012 Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro di Roma / Theatre du Rond Point - Parigi DOPO LA BATTAGLIA ideazione e regia PIPPO DELBONO Ogni mio spettacolo è la tappa che fa parte di un viaggio personale e un viaggio nel tempo che ci circonda. Un tempo turbolento questo, di contrasti, di violenze, di poteri occulti, di corruzione, di menzogne. Vorrei pensare al prossimo spettacolo immaginando che questo tempo oscuro sia passato. Che succederà dopo la battaglia? Per ora mi vengono in mente quelle immagini dei film di Kurosawa, che raccontavano le grandi battaglie, le cadute delle dinastie. Mi vengono in mente quei campi di battaglia rimasti vuoti dopo il conflitto. Mi viene in mente la quiete dopo la tempesta, il bisogno di lucidità dopo la follia. (Pippo Delbono) FABBRICONE 16/18 MARZO 2012 CRT Centro di Ricerca per il Teatro-Milano / Théâtre Garonne-Toulouse / Armunia, Festival Inequilibrio di Castiglioncello OMBRE-WOZZECK da Georg Buchner con Gianluca Balducci, Rita Frongia, Claudio Morganti, Francesco Pennacchia, Antonio Perrone, Gianluca Stetur, Grazia Minutella ideazione e regia CLAUDIO MORGANTI La mitologia occidentale (Plinio, Quintiliano) fa coincidere la nascita della pittura e della scultura con il tema dell’ombra. Un giovane deve partire per un lungo e pericoloso viaggio. La sua fidanzata, figlia di un vasaio, fa posizionare un lume dietro al giovane, così da proiettarne l’ombra sul muro. Con un gesso scontornerà l’ombra. È così che nasce la pittura. Poi il padre della ragazza riempirà d’argilla il contorno e gli darà volume. Ecco che nasce la scultura. Dunque, un’ombra porta con sé sia l’idea bidimensionale che quella tridimensionale. Un corpo è tridimensionale. La sua ombra è bidimensionale. L’ombra che un corpo proietta sul telo della morte può essere come ritagliata in un foglio di cartoncino nero oppure acquistare improvvisamente volume. Questo lavoro è uno studio sul movimento in funzione dell’ombra, un esercizio di estremo straniamento, talmente estremo da portare, a tratti, alla totale adesione con il “personaggio”. STAGIONE TEATRALE 2011FABBRICONE 30 MARZO/1° APRILE 2012 Teatro Stabile della Sardegna e ATIR NOZZE DI SANGUE di Federico Garcia Lorca con Maria Grazia Bodio, Marco Brinzi, Lia Careddu, Mattia Fabris, Sax Nicosia, Isella Orchis, Cesare Saliu, Sandra Zoccolan regia SERENA SINIGAGLIA La storia passionale e appassionata, un’emozione teatrale intensa, l’incontro della lingua spagnola, italiana e sarda e di due generazioni d’attori. Federico Garcia Lorca è il massimo poeta di lingua spagnola e uno dei principali rappresentanti del teatro moderno; la sua poesia e il suo teatro hanno resistito alla dittatura diffondendosi in tutta Europa, varcando i confini del tempo sino ai giorni nostri per la sua straordinaria attualità poiché tratta dell’uomo e delle sue passioni elementari in una forte compenetrazione tra sogno e realtà. Nozze di sangue ne è un esempio per vari motivi, tra tutti quello di proporsi come una tragedia corale, intensamente vissuta in cui emozioni, sentimenti e passioni sono protagonisti assoluti. Gli uomini e le donne perdono la capacità di controllare il proprio cuore, che diventa motore di un dramma che è nell’aria fin dalle prime battute. FABBRICONE 28-29 APRILE 2012 Troubleyn / Jan Fabre PREPARATIO MORTIS danzatrice Annabelle Chambon ideazione e regia JAN FABRE Preparatio Mortis è uno spettacolo dedicato al corpo, alla trasformazione e all’utopia. Naturalmente Fabre lo fa alla sua maniera, prendendo di petto i tabù della contemporaneità: in questo caso la morte, esclusa dai nostri occhi, relegata negli ambienti freddi e sterili delle case di cura e dei nosocomi... In Preparatio Mortis, Fabre invece mette in scena la vita, che ricopre un ruolo centrale, in quanto “la morte ci fa vedere la vita da un’ottica diversa”. In scena un magnifico tappeto composto da migliaia di fiori invade un sepolcro. Il variopinto letto di fiori sembra respirare ritmicamente. Spuntano una mano, un braccio, una testa, due piedi nudi. La ballerina Annabelle Chambon sorge dal tappeto di fiori come per resuscitare dalla morte. Ogni movimento, ogni soffio di fiato e ogni sguardo sembrano un evento intenso, una resurrezione che esprime la fame di vita. La morte diventa un campo di energia positiva e un motore per nuovi sogni e desideri. MET STAGIONE TEATRALE 2011/2012 MONOGRAFIE DI PROTAGONISTI OSPITALITÀ METASTASIO METASTASIO 5 NOVEMBRE 2011 GIULIANA LOJODICE è CLARA SCHUMANN atto unico di Valeria Moretti al pianoforte Angela Annese musiche Clara Wieck Schumann, Robert Schumann, Johannes Brahms Nello spettacolo teatro e musica si fondono armonicamente per rendere omaggio alla donna e alla concertista Clara Schumann (1819-1896). Non si tratta di una biografia né di un collage di materiali di repertorio (lettere, diari, testimonianze, saggi, ecc.) ma di un’opera originale che affronta il personaggio nella molteplicità delle sue sfaccettature umane, sentimentali, personali e artistiche. Il testo mette a fuoco alcuni dei momenti salienti della vita di Clara: bambina prodigio che, sotto la ferrea guida paterna, conquista le platee di tutta l’Europa e l’ammirazione dei geni del suo tempo tra cui Goethe e Paganini; giovane donna volitiva e indomabile che non esita a lottare contro suo padre per poter sposare Robert, il maestro del Romanticismo musicale, di cui si era perdutamente innamorata; madre prolifica di otto figli senza tuttavia rinunciare mai al suo pianoforte; vigile e trepido sostegno alla fragilità mentale del marito; custode fedelissima della memoria di Robert e delle sue composizioni nei quarant’anni in cui gli sopravvisse; vagabonda, instancabile ed eccezionale concertista oltre che musa ispiratrice del giovanissimo Brahms. E mentre affiorano i ricordi, i rimpianti, i sogni, le sofferenze, i successi, le delusioni, gli entusiasmi, saremo sempre accompagnati dall’altra “voce”: le sinfonie di Clara, di Robert e di Brahms. METASTASIO 13-14 GENNAIO 2012 Bam Teatro e Pierfrancesco Pisani ELIO GERMANO è THOM PAIN di Will Eno Elio Germano si confronta con la scrittura di Will Eno, drammaturgo americano salutato dalla critica come novello Beckett e candidato al premio Pulitzer nel 2005, di cui porta in scena il monologo Thom Pain. Thom Pain è un antieroe solitario e stralunato, narratore esistenzialista, comico e poeta filosofo, prestigiatore e consigliere-canaglia, confessore, seduttore, ottimista ferito e pessimista speranzoso. Intrappolato in riflessioni apparentemente inconsistenti e sconnesse, ci introduce alla memoria e agli incidenti che l’hanno fatto l’uomo che è. Raccontando di sé, continuamente a metà tra memoria e paura, si abbandona ad altre storie, a barzellette, tenta giochi di prestigio, deviando in apparenza dal filo del suo discorso. METASTASIO 9/12 FEBBRAIO 2012 Teatri Uniti TONI SERVILLO in LETTURE NAPOLETANE Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, prende vita nella voce di Toni Servillo. Un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli. Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità, ma insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura. METASTASIO 9/12 FEBBRAIO 2012 PIPPO DELBONO e ALEXANDER BALANESCU in concert AMORE E CARNE Questo concerto è il mio incontro con il violino. Il violino che suonava mio padre alla sera quando tornava da lavorare. Il violino che un giorno ha venduto. Il violino che non ho sentito più suonare. Il violino che appartiene ad un presunto legame familiare che tengo con Nicolò Paganini. Il violinista del demonio. Quando ho ascoltato Alexander Balanescu suonare il violino ho sentito in lui quelle note che uscivano come urli dell’anima. Ho risentito quelle note che non mi facevano dormire la notte da piccolo. E ho sentito in lui il canto di altre vite, di esili, di fierezze di un popolo, il canto di una terra bella e amara: la Romania. La voce e il violino si sono avvicinati mischiandosi con le parole di Pasolini, di Rimbaud, di Whitman, di Eliot, per cercare di trovare quei fili segreti, magici forse, che uniscono le persone, le storie, al di là delle differenze, al di là delle nazioni, della lingua, al di là dell’essere ancora qui vivi, al di là dell’essere già partiti. (Pippo Delbono) METASTASIO 10 MARZO 2012 Tieffe Teatro Milano in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber MADDALENA CRIPPA in E PENSARE CHE C’ERA IL PENSIERO di Giorgio Gaber e Sandro Luporini regia EMANUELA GIORDANO “Dal primo istante mi è stato chiaro che in quanto donna non avrei mai potuto, ma soprattutto non avrei mai voluto, rifare ”Gaber”. Credo che ogni grande artista sia irripetibile ed inimitabile. Ma Gaber ha davvero inventato un nuovo modo di abitare il palcoscenico e la canzone, rinnovando l’unione tra parola e musica, riflettendo, interrogandosi, scendendo nel privato o aprendosi al sociale, stando nel presente, riuscendo spesso a decifrarlo e persino ad anticiparlo. Nell’onestà di questa ‘ricerca’ e nel bisogno di condividerla sta il punto di contatto con me, con noi e con l’ oggi. Vale la pena di riascoltare le sue parole, specie in un momento tanto buio sia per la cultura che per le coscienze, ma credo valga la pena soprattutto perché la sua eredità, in questo caso, passa attraverso un’ alterità - il mio essere donna appunto - un’altro punto di vista, un’altra sensibilità.” (Maddalena Crippa) STAGIONE TEATRALE 2011/12 STAGIONE TEATRALE 2011/12 METASTASIO 16-17 MARZO 2012 Teatro Stabile di Verona IL BUGIARDO di Carlo Goldoni con MARCELLO BARTOLI e PAOLO CANTARELLI regia PAOLO VALERIO Il Bugiardo appartiene alla stagione capitale della carriera teatrale di Carlo Goldoni, quella, nell’anno comico 1750-51, delle cosiddette “sedici commedie nuove” con cui egli —scrivendo il doppio dei testi rispetto al numero fissato dal suo contratto —cerca di imporre il suo nome e la sua opera sul repertorio di compagnia. In realtà si tratta di una “commedia nuova” fino a un certo punto, e questa è la ragione del fascino teatrale che essa emana, del suo prolungato successo nell’Ottocento e nel Novecento. Capolavoro della tradizione e novità sono concepiti come perfetti meccanismi teatrali, e in quanto tali teatralmente efficaci per la loro stessa “falsità” e ambiguità. Commedia della propagazione del disegno della menzogna e del plagio —a carico dell’ambiguo Lelio, eroe necessariamente negativo che rappresenta lo stesso teatro —Il Bugiardo è molte cose insieme. Marcello Bartoli e Paolo Cantarelli da tempo lavorano insieme nei raffinati e colti progetti della compagnia «I fratellini”. Il loro lavoro unisce, in un rapporto di straordinario sincretismo espressivo, il sapere della migliore tradizione del teatro italiano e la ricerca continua e appassionata di nuovi temi e modalità E linguistiche.