MET
STAGIONE TEATRALE
2011/2012
FABBRICONE - SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
4/8 OTTOBRE 2011
Teatro Nordisk Teaterlaboratorium
Odin Teatret
LA VITA CRONICA
regia e drammaturgia
EUGENIO BARBA
METASTASIO
26/30 OTTOBRE 2011
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
LA CANTATRICE CALVA
Eugène Ionesco
con Valentina Banci, Mauro Malinverno,
Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone,
Fabio Mascagni, Sara Zanobbio
regia MASSIMO CASTRI
prima nazionale/ PRODUZIONE
di
METASTASIO
5 NOVEMBRE 2011
GIULIANA LOJODICE in
CLARA SCHUMANN
atto unico di
Valeria Moretti
FABBRICONE
10/13 NOVEMBRE 2011
Teatro Metastasio Stabile della Toscana/
Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
SARABANDA
Ingmar Bergman
con Giuliana Lojodice
Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi,
Clio Cipolletta
regia MASSIMO LUCONI
PRODUZIONE
di
FABBRICONE
18/20 NOVEMBRE 2011
dinamici teatri||luigimarangoni
ODISSEA CON DJ
… a video room
testo di LUIGI MARANGONI
con brani tratti dal poema di Omero
METASTASIO
23 NOVEMBRE/4 DICEMBRE 2011
Teatro Metastasio Stabile della Toscana/
Teatro Stabile di Sardegna
IL GIARDINO DEI CILIEGI
Anton Cechov
con Valentina Banci, Francesco Borchi, Valeria Cocco,
Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti,
Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno,
Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Silvia Piovan,
Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli
regia PAOLO MAGELLI
prima nazionale/ PRODUZIONE
di
METASTASIO
13-14 GENNAIO 2012
Bam Teatro e Pierfrancesco Pisani
ELIO GERMANO è
THOM PAIN
di
Will Eno
(basato sul niente)
METASTASIO
19/22 GENNAIO 2012
Il teatro delle donne-Centro Nazionale di Drammaturgia/
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Lucilla Morlacchi in
LO SCHIFO
Omicidio non causale di Ilaria Alpi
nella nostra ventunesima regione
scritto e diretto da STEFANO MASSINI
prima nazionale/ PRODUZIONE
METASTASIO
26/29 GENNAIO 2012
Teatro Stabile del Veneto
ELEKTRA
Hugo von Hofmannsthal
con Elisabetta Pozzi
regia CARMELO RIFICI
di
FABBRICONE
1/11 FEBBRAIO 2012
Teatro Metastasio Stabile della Toscana/
Libero Fortebraccio Teatro
UBU ROI
Alfred Jarry
con Sebastian Barbalan, Lorenzo Berti, Fabiana Gabanini,
Roberto Latini, Ciro Masella, Savino Paparella,
Simone Perinelli, Marco Vergani
regia ROBERTO LATINI
prima nazionale/ PRODUZIONE
di
METASTASIO
9/12 FEBBRAIO 2012
Teatri Uniti
TONI SERVILLO in
LETTURE NAPOLETANE
METASTASIO
16/19 FEBBRAIO 2012
Teatro Stabile di Bolzano
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni
regia MARCO BERNARDI
FABBRICONE
24/26 FEBBRAIO 2012
Teatro delle Albe
RUMORE DI ACQUE
Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari
con Alessandro Renda
regia MARCO MARTINELLI
di
METASTASIO
1 MARZO 2012
AMORE E CARNE
PIPPO DELBONO e ALEXANDER BALANESCU in concert
FABBRICONE
2/4 MARZO 2012
Emilia Romagna Teatro Fondazione/
Teatro di Roma/Theatre du Rond Point - Parigi
DOPO LA BATTAGLIA
ideazione e regia
PIPPO DELBONO
METASTASIO
10 MARZO 2012
Tieffe Teatro Milano
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber
MADDALENA CRIPPA in
E PENSARE CHE C’ERA IL PENSIERO
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
regia EMANUELA GIORDANO
METASTASIO
15/18 MARZO 2012
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna
in collaborazione con 63° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale
Veronese
OTELLO
William Shakespeare
con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Lucia Lavia, Nanni Garella
traduzione, adattamento, regia NANNI GARELLA
di
FABBRICONE
16/18 MARZO 2012
CRT Centro di Ricerca per il Teatro - Milano/
Théâtre Garonne-Toulouse/Armunia, Festival Inequilibrio di Castiglioncello
OMBRE-WOZZECK
Georg Buchner
con Gianluca Balducci, Rita Frongia, Claudio Morganti,
Francesco Pennacchia, Antonio Perrone, Gianluca Stetur, Grazia Minutella
ideazione e regia CLAUDIO MORGANTI
da
METASTASIO
22/25 MARZO 2012
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
BLACKBIRD
David Harrower
con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa
e con Silvia Altrui
regia LLUÍS PASQUAL
di
METASTASIO
30-31 MARZO 2012
Teatro Stabile di Verona
IL BUGIARDO
di Carlo Goldoni
con MARCELLO BARTOLI e DARIO CANTARELLI
regia Paolo Valerio
FABBRICONE
30 MARZO/1°APRILE 2012
Teatro Stabile della Sardegna e ATIR
NOZZE DI SANGUE
Federico Garcia Lorca
con Maria Grazia Bodio, Marco Brinzi, Lia Careddu, Mattia Fabris,
Sax Nicosia, Isella Orchis, Cesare Saliu, Sandra Zoccolan
regia SERENA SINIGAGLIA
di
METASTASIO
11/22 APRILE 2012
Teatro Stabile della Sardegna/
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
I FRATELLI KARAMAZOV
Fëdor Michailovic Dostoevskij
con Valentina Banci, Francesco Borchi, Corrado Giannetti,
Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni,
Paolo Meloni, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli
regia GUIDO DE MONTICELLI
PRODUZIONE
da
FABBRICONE
28 - 29 APRILE 2012
Troubleyn/Jan Fabre
PREPARATIO MORTIS
danzatrice Annabelle Chambon
ideazione e regia JAN FABRE
STAGIONE TEATRALE 2011/
MET
STAGIONE TEATRALE 2011/2012
NUOVE PRODUZIONI
FABBRICONE
4/8 OTTOBRE 2011
spettacolo FUORI ABBONAMENTO
Nordisk Teaterlaboratorium
Odin Teatret
LA VITA CRONICA
STAGIONE TEATRALE 2011Dramatis personae: una Madonna Nera,
la vedova di un combattente basco, una rifugiata cecena,
una casalinga rumena, un avvocato danese,
un musicista rock delle isole Faroe, un ragazzo colombiano che
cerca suo padre scomparso in Europa,
una violinista di strada italiana, due mercenari.
Testi Ursula Andkjær Olsen e Odin Teatret
Attori Kai Bredholt, Roberta Carreri, Jan Ferslev, Elena
Floris, Donald Kitt, Tage Larsen, Sofia Monsalve, Iben Nagel Rasmussen,
Fausto Pro, Julia Varley
Dramaturg Thomas Bredsdorff
Consigliere letterario Nando Taviani
Disegno luci Odin Teatret Consulente luci Jesper Kongshaug
Spazio scenico Odin Teatret
Consulenti spazio scenico Jan de Neergaard, Antonella Diana
Musica melodie tradizionali e moderne
Costumi Odin Teatret, Jan de Neergaard
Assistenti alla regia Raúl Iaiza, Pierangelo Pompa e Ana Woolf
Regia e drammaturgia EUGENIO BARBA
produzione
Nordisk Teaterlaboratorium (Holstebro)
Teatro de La Abadía (Madrid)
The Grotowski Institute (Wroclaw)
Dedicato a Natalia Estemirova e Anna Politkovskaya, scrittrici russe in difesa dei diritti umani, assassinate
da sicari anonimi nel 2009 e 2010 per la loro opposizione al conflitto ceceno.
L’azione dello spettacolo si svolge contemporaneamente in Danimarca e in altri paesi d’Europa nel 2031,
dopo la terza guerra civile.
Individui e gruppi con retroterra diversi si ritrovano insieme e si scontrano pressati da guerre,
disoccupazione, emigrazione. Che accade quando i nuovi venuti vogliono insediarsi in un paese straniero e
far parte di una società che pensa di avere solide radici culturali? Quali incomprensioni e scoperte sorgono
da questo confronto?
Come si vive in un paese in guerra in cui i soldati si vedono solo quando tornano di lontano in una bara?
Un ragazzo approda dall’America Latina nel febbrile carnevale delle civili contrade d’Europa. È alla
ricerca di suo padre scomparso. È poco più di un bambino e ignora ciò che tutti sanno: che la vita è una
malattia cronica da cui il nostro pianeta con la sua storia non riesce a liberarsi. Tutti sanno che esistono
mille porte che conducono alla libertà, e tutti alimentano questo loro sapere mangiando senza fame e
bevendo senza sete. Tutti sanno che provengono da un grande passato, e da questa grandezza ognuno si
ritaglia il suo brandello d’onore e d’identità.
Rispondono alle domande del giovane straniero insegnandogli a sfuggire al peggiore dei vizi - la Speranza.
“Smettila di cercare tuo padre”, gli sussurrano mentre lo accompagnano da una porta all’altra.
Non è l’innocenza né la conoscenza a salvare il giovane. Scoprirà da solo la sua porta, tra lo sconcerto di
noi tutti che non crediamo all’incredibile: che una vittima valga, da sola, più di ogni valore. Più di Dio.
METASTASIO
26/30 OTTOBRE 2011
prima nazionale
LA CANTATRICE CALVA
di Eugène Ionesco
regia MASSIMO CASTRI
scene e costumi Claudia Calvaresi
con Valentina Banci, Mauro Malinverno,
Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone,
Fabio Mascagni, Sara Zanobbio
FABBRICONE
produzione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Dopo il premio UBU 2010 come miglior spettacolo dell’anno ricevuto per Finale di Partita di Samuel
Beckett, Massimo Castri affronta per la prima volta un altro maestro del ’900 come Eugène Ionesco.
Ionesco è con Samuel Beckett il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea
definita ”teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità,
falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza.
Nel 1950 mette in scena La cantatrice calva, una commedia in cui Ionesco si presenta come autore
d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia.
I protagonisti sono due anonime coppie inglesi - gli Smith e i Martin - rappresentati come gli archetipi della
borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non
pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano
agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza
psicologica.
Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla.
È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un
manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere
davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce
chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le
prove.
L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una
manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco
parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo
importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo.
Massimo Castri ha diretto il Metastasio dal 1994 al 2000 e, grazie al suo lavoro, il teatro pratese divenne
nel 1998 il teatro stabile pubblico della Toscana. Questa nuova produzione segna un gradito “ritorno a
casa” di uno dei maestri del teatro contemporaneo.
produzione
FABBRICONE
10/13 NOVEMBRE 2011
SARABANDA
con
Giuliana Lojodice, Massimo De Francovich,
Luca Lazzareschi, Clio Cipolletta
di Ingmar Bergman
traduzione Renato Zatti
scene Daniele Spisa, Massimo Luconi
costumi Sabrina Chiocchio
progetto luci Roberto Innocenti
musiche originali Mirio Cosottini
regia MASSIMO LUCONI
produzione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
Ingmar Bergman, che aveva trovato nel cinema ”una illusione progettata sin nei minimi dettagli”, trova la
sua grandezza di autore contemporaneo nella perfetta drammaturgia e nella purezza delle immagini di un
cinema che può essere teatro e viceversa.
Come dimostra questo capolavoro degli addii che è Sarabanda, ultimo lavoro del Maestro svedese, dove,
più maturi, più acuti, più crudeli, si confrontano, trent’anni dopo, gli stessi personaggi di Scene da un
matrimonio, in cui si coagula e si riconosce chiaramente l’esperienza biografica di Bergman.
Bergman ”viviseziona” magistralmente i suoi personaggi, soffermandosi sul tormentato rapporto genitorifigli, tema già sviscerato in parecchi dei suoi lavori. Grazie a un notevole potere di sintesi, egli riesce in
poche pagine a svelare le grandezze e le miserie dell’animo umano, regalandoci, soprattutto nelle figure
femminili, dei personaggi straordinari.
Tutto è condotto sotto l’ombra della tragedia in Sarabanda; Bergman, ancora di più dei suoi riferimenti
stilistici, che sono chiaramente il grande teatro di Ibsen e Strindberg, è spietato nell’analizzare il mondo
delle relazioni umane e familiari. Le relazioni sono figlie di un disamore che nasce dall’impossibilità di
amare come dato esistenziale e storico-sociale (dice Johan, l’anziano protagonista: ”Ci hanno insegnato
tutto, ma non ci hanno detto nulla sui sentimenti”).
Sarabanda è un’opera magistrale sull’autismo dei sentimenti, ma anche un canto appassionato sul dolore
per la mancanza d’amore, descritta con toni tanto disperati da suscitare l’effetto opposto, cioè un altrettanto
disperato desiderio della ricerca d’affetto. In questo capolavoro del teatro dei sentimenti ci sono tutte le
cose importanti che Bergman si porta dietro in tutta la sua opera: il mistero, la vita, la morte, la ricerca di
Dio. La riduzione teatrale di Sarabanda in prima esecuzione assoluta per il teatro italiano, conserva quasi
integralmente la scrittura originale basandosi su una drammaturgia che seppur scritta per la macchina da
presa è perfetta nei ritmi e nelle scansioni teatrali, con una scrittura limpidissima che è nello stesso tempo
altissima letteratura e imponente sguardo morale sulla solitudine della nostra società.
METASTASIO
23 NOVEMBRE/4 DICEMBRE 2011
prima nazionale
IL GIARDINO
DEI CILIEGI
di Anton Pavlovic Cechov
traduzione Željka Udovicic, Paolo Magelli
scene Lorenzo Banci
costumi Leo Kulas, musiche Arturo Annecchino
dramaturg Željka Udovicic
regia PAOLO MAGELLI
con Valentina Banci, Francesco Borchi, Valeria Cocco,
Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone,
Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni,
Silvia Piovan, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli
produzione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Teatro Stabile della Sardegna
Sono mille i modi di affrontare Il Giardino dei ciliegi e cento volte di più i modi di parlarne.
Eppure la voglia di realizzare questo testo non cessa mai.
Risboccia dentro l’anima, proprio come il fiore della visciola.
È la terza volta che metto in scena Il Giardino e mi pare di non averlo mai fatto.
Quindici anni or sono a Zagabria, nel foyer devastato del Teatro Gavella, in una città colpita duramente
dalla guerra e dal nazionalismo, ricordo il pubblico che affollava il teatro, nonostante si recitasse in pieno
inverno
e senza riscaldamento... Erano tutti incappottati, perduti in quelle rovine, tristissimi, eppure felici...
E qualche anno più tardi, a Wuppertal, nel teatro dove lavorava anche la compagnia di Pina Bausch... il
contrario
di Zagabria... raccontare Cechov ai tedeschi… che avventura...!!
Ma quando oggi ripenso a quegli spettacoli, che ho amato profondamente, mi sembrano storie uscite da un
altro testo, immagini lontane che appartengono al tempo passato.
Non credo al teatro conservato, (ho uno spettacolo in scena da sedici anni a Zagabria, Un mese in
campagna
di Turgenev e lo odio, non riesco mai a rivederlo), perché credo che sia il tempo perduto della vita che è
irrimediabilmente trascorsa a cambiare noi e i testi che mettiamo in scena, a rendere tutto diverso da come
lo avevamo pensato, a trasformare la nuova lettura spesso nell’opposto di quello che si era ”sentito” prima.
E Cechov pare essere il campione della trasformazione: ti parla sempre in modo diverso.
Così, dodici (o tredici?) anni dopo, eccomi di nuovo di fronte a questo amore.
L’ambientazione è qui una scena completamente vuota, animata -a tratti- dalla magia del mio scenografo
Lorenzo Banci, uno dei migliori pittori italiani della nuova generazione.
La visciola è l’albero che nella sua piena fioritura rimane intatto solo per alcuni secondi.
Questo miracolo di rara bellezza dura poco più di mezzo minuto…
Poi i petali cominciano a cadere e l’immagine della perfezione scompare, lasciando il posto a rami
spelacchiati
e ad un cimitero di petali.
Parlo della visciola, anzi mentre scrivo penso ad un giardino di visciole, per correggere nella mia memoria
un’inesattezza che è ormai divenuta intoccabile sia nello spazio linguistico anglosassone, sia in quello
latino:
sto parlando del titolo del testo di Cechov, ovvero Il giardino dei ciliegi.
In realtà Cechov ha scritto un ”giardino delle visciole” e non un ”giardino dei ciliegi” e la differenza non
sta solo
nel fiore, fragilissimo, ma anche nel frutto, che -come spiega Firs- fu richiesto e utilizzato solo per un breve
periodo: poi non lo volle più nessuno e i frutti caduti servivano solo a nutrire gli uccelli e ingrassare la
terra, quasi a seguire
e imitare la caduta del fiore che li aveva in qualche modo partoriti.
L’allegoria della fragilità della vita, della sua inesorabile staticità abbarbicata in un mondo che
tragicomicamente
ci consente solo di avvizzire e cadere dal ramo dal quale siamo spuntati, il viaggio dalla bellezza alla
deturpazione fisica e spirituale, la velocità con la quale le nostre ”culture” -da quella ”di classe”, filosofica
e artistica, a quella ”pragmatica”- si perdono nella storia: sono questi i temi che si ripetono senza fine ne Il
giardino dei ciliegi.
Certo Cechov lo fa prendendosi in giro e utilizzando un’ironia comica e dolorosa che ci serve sulla scena,
come in nessun altro testo e che ci costringe a ”riviaggiare” con cattiveria dentro la nostra vita.
La casa di Ljuba è il Teatro e il suo passato è ”il giardino”: la nostra memoria, la vita che se ne è andata
irrimediabilmente.
L’assurdità dell’inarrestabilità del tempo rende tutto tragicamente comico.
Le geometrie che disegnano tutti gli incontri dei personaggi, descrivono senza pietà una serie di crudeli,
ridicoli fallimenti.
Dov’è l’amore? Perché si vive? E la bellezza non è forse solo nei ricordi?
Sono le domande assillanti che ci riempiono la testa, trasformandosi in una sorta di ritornello minimalista
e ossessionante.
Ho trovato l’incontro di lavoro fra le due compagnie, quella del Teatro Stabile della Toscana e quella del
Teatro Stabile di Sardegna, esaltante.
E lo dico con la responsabilità di chi ha ormai centinaia di ore di prove sulle spalle…
Paolo Magelli
NUOVE PRODUZIONI
STAGIONE TEATRALE 2011/12
METASTASIO
19/22 GENNAIO 2012
prima nazionale
LUCILLA MORLACCHI in
LO SCHIFO
omicidio non casuale di Ilaria Alpi
nella nostra ventunesima regione
scritto e diretto da STEFANO MASSINI
con Luisa Cattaneo
con il patrocinio del Premio Ilaria Alpi
produzione
Il Teatro delle Donne - Centro Nazionale di Drammaturgia
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Il racconto del caso Ilaria Alpi ha dell’incredibile. In una Somalia popolata di continui rimandi al passato
coloniale italiano, un silenzio inscalfibile copre le manovre di scaltrissimi uomini d’affari collusi e corrotti.
È questo silenzio che Ilaria Alpi attacca frontalmente, spalancando squarci di inaudita verità. Ecco in scena
i paradossi di un’Africa italiana dilaniata fra guerre intestine, rifiuti tossici, traffici d’armi, integralismi
islamici e smaglianti sorrisi di festicciole tricolori.
“Finalmente porto in teatro questo mio testo, sospeso fra l’indignazione della cronaca e il flusso
d’immagini di un racconto autoptico. E questa versione scenica avviene nel segno di un incontro prezioso
come quello con Lucilla Morlacchi, da me cercata e scelta proprio per l’appassionato rigore con cui declina
l’idea di un’epica teatrale contemporanea. Ne nasce un gioco teatrale, condiviso con agguerrita lucidità da
Lucilla e da Luisa Cattaneo che in puro spirito brechtiano le serve un ventaglio di interlocutori d’ogni età,
sesso ed estrazione. Questa la formula che mi ha conquistato per portare in scena Lo schifo. Ed è
avvincente per me orchestrare la narrazione in prima persona di un’Ilaria divenuta anziana, che in 17 anni
dall’agguato di Mogadiscio ha visto sbiancarsi le tempie in qualche indefinito altrove.”
Stefano Massini
“È per me una necessità mettere in scena questo testo per la scrittura straordinaria, la bellezza e il ritmo.
Del resto non ho mai portato in scena un testo per altri motivi, sempre e solo per un’intima, impellente
necessità.”
Lucilla Morlacchi
FABBRICONE
1/11 FEBBRAIO 2012
prima nazionale
UBU ROI
di Alfred Jarry
regia ROBERTO LATINI
scena Luca Baldini
musiche e suoni Gianluca Misiti
luci Max Mugnai
con Sebastian Barbalan, Lorenzo Berti, Fabiana Gabanini,
Roberto Latini, Ciro Masella, Savino Paparella,
Simone Perinelli, Marco Vergani
produzione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
in collaborazione con Libero Fortebraccio Teatro
Ubu Roi è all’origine del Teatro Contemporaneo.
Datato 1896, il testo è la definizione di un processo di teatralizzazione unica: un gioco scolastico che
diventa spettacolo per marionette e poi occasione scenica per riflessioni sulla natura dell’arte teatrale.
Attraverso una costante reinterpretazione del Macbeth di Shakespeare, Alfred Jarry apre il Novecento
alla “patafisica”, la scienza delle soluzioni immaginarie.
Quasi un errore imprevisto della letteratura teatrale. Una specie di sbaglio che si è cercato talvolta di
relegare appena fuori dal teatro, regolamentare dentro una distanza che potesse essere rassicurante, una
devianza riconosciuta come diversa e quindi sopportata dentro una differenza.
Il tempo, l’arte intorno all’arte e tutto ciò che è il teatro degli ultimi cent’anni, hanno invece reso possibile
ricollocare Jarry tra Pirandello e Beckett, ammettendolo all’assolutezza che gli compete e quindi, come
rispondendo
ad un reclamo, farci i conti.
Ubu Roi è ormai un classico del teatro mondiale, come Edipo o Amleto, capace cioè di superare se stesso
e mettersi a disposizione dell’occasione teatro che ogni appuntamento scenico rappresenta.
METASTASIO
11/22 APRILE 2012
I FRATELLI KARAMAZOV
da Fëdor Michailovic Dostoevskij
regia GUIDO DE MONTICELLI
con Valentina Banci, Francesco Borchi, Corrado Giannetti,
Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni,
Paolo Meloni, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli
produzione
Teatro Stabile della Sardegna
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Un manipolo di bambini scorrazza per le pagine dei Fratelli Karamazov. Sono lo specchio di un’innocenza
spesso oltraggiata e violata, che farà dire a Ivan Karamazov al fratello Alëša: «…se le sofferenze dei
bambini servissero a raggiungere la somma delle sofferenze necessarie alla conquista della verità, allora io
dichiaro che tutta la verità non vale quel prezzo».
I fratelli Karamazov sono un grande palcoscenico dove il tema del male si dibatte e viene dibattuto in tutte
le sue varianti, in una “orchestrazione polifonica” - secondo la definizione di Bachtin - che mette a nudo e
dispiega una pluralità di concezioni etiche, filosofiche, sociali e politiche.
Sullo sfondo la figura luminosa di padre Zosima, presso il cui monastero il giovane Alëša fa il suo
noviziato.
Ma Alëša viene mandato nel mondo dal suo padre spirituale, lontano dalla dolcezza del maestro, dove c’è
più bisogno di lui, là dove si consuma un’azione divorante e torbida in cui sono implicati i fratelli e il padre
e una miriade di altre creature intrappolate nell’eterna lotta tra il bene e il male: è un lacerante viaggio
nell’“umano” nel quale la conoscenza che il giovane, dotato di amore evangelico, fa dei fratelli - Dmitrij,
assatanato dall’eros come il padre, ma capace anche di grande nobiltà, e Ivan, preda di una libido della
ragione che lo porta a farsi negatore di Dio - si fa frutto amaro e insieme dolcissimo di rinnovamento
spirituale.
Ivan vuole restituire a Dio il biglietto per quel paradiso che costi la sofferenza anche a un solo bambino.
Ma in Alëša, che eredita la parola di padre Zosima, si incarna il sogno di Dostoevskij e il presagio che il
regno di Cristo si instaurerà sulla terra e non in un ipotetico aldilà, perché l’amore universale vincerà il
dolore e la morte e la terra tornerà come alle origini.
Guido De Monticelli
MET
STAGIONE TEATRALE 2011/2012
OSPITALITÀ METASTASIO
METASTASIO
26/29 GENNAIO 2012
Teatro Stabile del Veneto
ELEKTRA
di Hugo von Hofmannsthal
con Elisabetta Pozzi
regia CARMELO RIFICI
Elettra, figlia di Agamennone, vive a lungo fianco a fianco con gli assassini del padre, la madre
Clitemnestra e il suo amante Egisto, animata dall’attesa del ritorno
del fratello cui è affidato il compito della vendetta.
Hugo von Hofmannsthal scrisse Elektra per Eleonora Duse, che non porterà mai in scena questo testo, che
invece debutterà con successo nel 1903 a Berlino. Se l’autore è un uomo profondamente immerso nelle
temperie culturali del suo tempo, così nella sua Elektra convivono la baccante dionisiaca
e la donna isterica moderna, un omaggio alla forza espressiva dell’attrice italiana a cui era stata destinata la
tragedia, ma anche all’incontro tra mito e psicoanalisi, alla ricerca di un ideale
ricongiungimento tra l’uomo moderno e le sue antiche origini.
METASTASIO
16/19 FEBBRAIO 2012
Teatro Stabile di Bolzano
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni
regia MARCO BERNARDI
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi è Paolo Bonacelli a vestire i “mitici” panni dell’ipocondriaco
Argante; questa nuova versione del Malato immaginario approfondisce il carattere duplice della commedia,
in cui la perfetta costruzione comica di un’esilarante farsa è intrisa di riflessioni amare sulla condizione
umana e si snoda lungo i tre atti fino a dispiegare un alone onirico. Lo scontro tra due forze opposte è,
secondo il regista, il tema interpretativo dell’ultimo grande capolavoro del commediografo francese: “da un
lato la formidabile struttura comica, con la sua perfetta efficacia e il ritmo forsennato, dall’altro la
particolare percezione del testo, ‘insanguinato’ dalla morte di Molière quasi in scena e quindi riletto alla
luce della sua biografia”. Argante è un uomo solo, non a causa della sua malattia, ma che soffre di una
solitudine esistenziale, e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière.
METASTASIO
15/18 MARZO 2012
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna
in collaborazione con 63° Festival Shakespeariano
dell’Estate Teatrale Veronese
OTELLO
di William Shakespeare
con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Lucia Lavia, Nanni Garella
traduzione, adattamento, regia NANNI GARELLA
STAGIONE TEATRALE 2011/12
Otello, come Lear e Macbeth, è sceso nell’abisso, è giunto sino in fondo, ha vissuto l’esperienza umana
della gelosia fino all’estremo. Shakespeare è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e
Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto
dall’epoca romantica in poi. Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande
dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo è bello, gli uomini sono nobili,
e giustificano la loro esistenza nella lealtà e nell’amore; per Iago il mondo è abietto e volgare e gli uomini
sono come animali, carogne che si divorano l’un l’altro; da un lato un’idea del mondo e della natura umana
che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e all’armonia; dall’altro la totale assenza, machiavellica,
di ideologia, il pragmatismo empirico più spregiudicato.
METASTASIO
22/25 MARZO 2012
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
BLACKBIRD
di David Harrower
con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa
e con Silvia Altrui
regia LLUÍS PASQUAL
In Blackbird si affronta un tema drammatico, l’amore di un uomo adulto per una bambina, da una
prospettiva diversa. “Mettere in scena Blackbird”, spiega Pasqual, “significa portare in evidenza un tema
che tutti conosciamo nella sua realtà quotidiana, per guardarlo in modo più profondo, al di fuori di ogni
significato scandalistico”.
Il linguaggio teatrale diventa lo strumento privilegiato per uno sguardo “altro” sulle cose, soprattutto
quando si tratta di vicende scomode e, quindi, spesso taciute. Così, attraverso le molte stratificazioni del
testo e i numerosi livelli di lettura, l’ordinaria storia di una violenza si trasforma in una grande storia
d’amore, che lega indissolubilmente, in maniera unica e crudele, due esseri umani. Una discesa negli inferi
dell’animo umano,
che dell’animo umano prova a svelare le ombre, le mille paurose sfumature.
MET
STAGIONE TEATRALE 2011/2012
OSPITALITÀ FABBRICONE
OSPITALITÀ METASTASIO
FABBRICONE
18/20 NOVEMBRE 2012
dinamici teatri||luigi marangoni
ODISSEA CON DJ
… a video room
testo di LUIGI MARANGONI
con brani tratti dal poema di Omero
Un attore e un cantante fanno risorgere dall’oblio frammenti di film abbandonati in montagne di VHS,
all’interno di una stanza disabitata di Dublino. Nell’intrico di quelle memorie li guida il racconto di Ulisse.
’Dobbiamo partire!’ Poeti soul cantano la mancanza della loro terra.
Il timbro della loro voce è la loro anima. ’Dobbiamo partire!’
Nel suo viaggio Ulisse si perde. Nella nostra vita tutti noi ci perdiamo…
L’Odissea ci suggerisce come tentare il ritorno: raccontarci.
Per ascoltare le sue parole, si indossano le bende e le immagini evocate dalla poesia diventano
un’esperienza intima ed emozionante. Ora il viaggio è profondamente nostro. Dal buio delle bende si torna
a vedere la luce lunare nell’ultima traversata marina verso Itaca. L’anima, liberata, urla finalmente
freedom, ma l’agognato approdo, perché sia autentico, forse, dovrà essere solo temporaneo.
STAGIONE TEATRALE 2011/12
FABBRICONE
24/26 FEBBRAIO 2012
Teatro delle Albe
RUMORE DI ACQUE
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari
con Alessandro Renda
regia MARCO MARTINELLI
Rumore di acque (seconda tappa del trittico Ravenna-Mazara 2010) è una novità drammaturgica
di Marco Martinelli sulle tragedie nel Mediterraneo, un monologo dallo humor nero caro al drammaturgo
ravennate, interpretato da Alessandro Renda, con la colonna sonora originale e la presenza in scena dei
Fratelli Mancuso, gruppo tra i più alti esponenti della tradizione musicale siciliana. Mazara del Vallo è il
simbolico luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull’oggi, davanti a quel Canale di Sicilia, a
quella striscia di Mediterraneo, sede negli ultimi 15 anni di una devastante tragedia; città meticcia per storia
e per forza. Città nella quale convivono i campanili delle cento chiese e il canto del muezzin.
FABBRICONE
2/4 MARZO 2012
Emilia Romagna Teatro Fondazione /
Teatro di Roma / Theatre du Rond Point - Parigi
DOPO LA BATTAGLIA
ideazione e regia PIPPO DELBONO
Ogni mio spettacolo è la tappa che fa parte di un viaggio personale e un viaggio nel tempo che ci circonda.
Un tempo turbolento questo, di contrasti, di violenze, di poteri occulti, di corruzione, di menzogne. Vorrei
pensare al prossimo spettacolo immaginando che questo tempo oscuro sia passato. Che succederà dopo la
battaglia? Per ora mi vengono in mente quelle immagini dei film di Kurosawa, che raccontavano le grandi
battaglie, le cadute delle dinastie. Mi vengono in mente quei campi di battaglia rimasti vuoti dopo il
conflitto. Mi viene in mente la quiete dopo la tempesta, il bisogno di lucidità dopo la follia.
(Pippo Delbono)
FABBRICONE
16/18 MARZO 2012
CRT Centro di Ricerca per il Teatro-Milano /
Théâtre Garonne-Toulouse /
Armunia, Festival Inequilibrio di Castiglioncello
OMBRE-WOZZECK
da Georg Buchner
con Gianluca Balducci, Rita Frongia, Claudio Morganti,
Francesco Pennacchia, Antonio Perrone,
Gianluca Stetur, Grazia Minutella
ideazione e regia CLAUDIO MORGANTI
La mitologia occidentale (Plinio, Quintiliano) fa coincidere la nascita della pittura e della scultura con il
tema dell’ombra. Un giovane deve partire per un lungo e pericoloso viaggio. La sua fidanzata, figlia di un
vasaio, fa posizionare un lume dietro al giovane, così da proiettarne l’ombra sul muro. Con un gesso
scontornerà l’ombra.
È così che nasce la pittura. Poi il padre della ragazza riempirà d’argilla il contorno e gli darà volume.
Ecco che nasce la scultura. Dunque, un’ombra porta con sé sia l’idea bidimensionale che quella
tridimensionale. Un corpo è tridimensionale. La sua ombra è bidimensionale. L’ombra che un corpo
proietta sul telo della morte può essere come ritagliata in un foglio di cartoncino nero oppure acquistare
improvvisamente volume.
Questo lavoro è uno studio sul movimento in funzione dell’ombra, un esercizio di estremo straniamento,
talmente estremo da portare, a tratti, alla totale adesione con il “personaggio”.
STAGIONE TEATRALE 2011FABBRICONE
30 MARZO/1° APRILE 2012
Teatro Stabile della Sardegna e ATIR
NOZZE DI SANGUE
di Federico Garcia Lorca
con Maria Grazia Bodio, Marco Brinzi, Lia Careddu,
Mattia Fabris, Sax Nicosia, Isella Orchis,
Cesare Saliu, Sandra Zoccolan
regia SERENA SINIGAGLIA
La storia passionale e appassionata, un’emozione teatrale intensa, l’incontro della lingua spagnola, italiana
e sarda e di due generazioni d’attori. Federico Garcia Lorca è il massimo poeta di lingua spagnola e uno dei
principali rappresentanti del teatro moderno; la sua poesia e il suo teatro hanno resistito alla dittatura
diffondendosi in tutta Europa, varcando i confini del tempo sino ai giorni nostri per la sua straordinaria
attualità poiché tratta dell’uomo e delle sue passioni elementari
in una forte compenetrazione tra sogno e realtà. Nozze di sangue ne è un esempio per vari motivi, tra tutti
quello di proporsi come una tragedia corale, intensamente vissuta in cui emozioni, sentimenti e passioni
sono protagonisti assoluti. Gli uomini e le donne perdono la capacità di controllare il proprio cuore,
che diventa motore di un dramma che è nell’aria fin dalle prime battute.
FABBRICONE
28-29 APRILE 2012
Troubleyn / Jan Fabre
PREPARATIO MORTIS
danzatrice Annabelle Chambon
ideazione e regia JAN FABRE
Preparatio Mortis è uno spettacolo dedicato al corpo, alla trasformazione e all’utopia. Naturalmente Fabre
lo fa alla sua maniera, prendendo di petto i tabù della contemporaneità: in questo caso la morte, esclusa dai
nostri occhi, relegata negli ambienti freddi e sterili delle case di cura e dei nosocomi...
In Preparatio Mortis, Fabre invece mette in scena la vita, che ricopre un ruolo centrale, in quanto “la morte
ci fa vedere la vita da un’ottica diversa”. In scena un magnifico tappeto composto da migliaia di fiori
invade un sepolcro. Il variopinto letto di fiori sembra respirare ritmicamente. Spuntano una mano, un
braccio, una testa, due piedi nudi. La ballerina Annabelle Chambon sorge dal tappeto di fiori come per
resuscitare dalla morte. Ogni movimento, ogni soffio di fiato e ogni sguardo sembrano un evento intenso,
una resurrezione che esprime la fame di vita. La morte diventa un campo di energia positiva e un motore
per nuovi sogni e desideri.
MET
STAGIONE TEATRALE 2011/2012
MONOGRAFIE DI PROTAGONISTI
OSPITALITÀ METASTASIO
METASTASIO
5 NOVEMBRE 2011
GIULIANA LOJODICE è
CLARA SCHUMANN
atto unico di Valeria Moretti
al pianoforte Angela Annese
musiche Clara Wieck Schumann,
Robert Schumann, Johannes Brahms
Nello spettacolo teatro e musica si fondono armonicamente per rendere omaggio alla donna e alla
concertista Clara Schumann (1819-1896). Non si tratta di una biografia né di un collage di materiali di
repertorio (lettere, diari, testimonianze, saggi, ecc.) ma di un’opera originale che affronta il personaggio
nella molteplicità delle sue sfaccettature umane, sentimentali, personali e artistiche. Il testo mette a fuoco
alcuni dei momenti salienti della vita di Clara: bambina prodigio che, sotto la ferrea guida paterna,
conquista le platee di tutta l’Europa e l’ammirazione dei geni del suo tempo tra cui Goethe e Paganini;
giovane donna volitiva e indomabile che non esita a lottare contro suo padre per poter sposare Robert, il
maestro del Romanticismo musicale, di cui si era perdutamente innamorata; madre prolifica di otto figli
senza tuttavia rinunciare mai al suo pianoforte; vigile e trepido sostegno alla fragilità mentale del marito;
custode fedelissima della memoria di Robert e delle sue composizioni nei quarant’anni in cui gli
sopravvisse; vagabonda, instancabile ed eccezionale concertista oltre che musa ispiratrice del giovanissimo
Brahms. E mentre affiorano i ricordi, i rimpianti, i sogni, le sofferenze, i successi, le delusioni, gli
entusiasmi, saremo sempre accompagnati dall’altra “voce”: le sinfonie di Clara, di Robert e di Brahms.
METASTASIO
13-14 GENNAIO 2012
Bam Teatro e Pierfrancesco Pisani
ELIO GERMANO è
THOM PAIN
di Will Eno
Elio Germano si confronta con la scrittura di Will Eno, drammaturgo americano salutato dalla critica come
novello Beckett e candidato al premio Pulitzer nel 2005, di cui porta in scena il monologo Thom Pain.
Thom Pain è un antieroe solitario e stralunato, narratore esistenzialista, comico e poeta filosofo,
prestigiatore e consigliere-canaglia, confessore, seduttore, ottimista ferito e pessimista speranzoso.
Intrappolato in riflessioni apparentemente inconsistenti e sconnesse, ci introduce alla memoria e agli
incidenti che l’hanno fatto l’uomo che è. Raccontando di sé, continuamente a metà tra memoria e paura, si
abbandona ad altre storie, a barzellette, tenta giochi di prestigio, deviando in apparenza dal filo del suo
discorso.
METASTASIO
9/12 FEBBRAIO 2012
Teatri Uniti
TONI SERVILLO in
LETTURE
NAPOLETANE
Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e
disperazione, prende vita nella voce di Toni Servillo. Un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di
Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo, fino alla voce contemporanea di
Enzo Moscato e Mimmo Borrelli. Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità, ma
insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
METASTASIO
9/12 FEBBRAIO 2012
PIPPO DELBONO
e ALEXANDER BALANESCU in concert
AMORE E CARNE
Questo concerto è il mio incontro con il violino. Il violino che suonava mio padre alla sera quando tornava
da lavorare. Il violino che un giorno ha venduto. Il violino che non ho sentito più suonare. Il violino che
appartiene ad un presunto legame familiare che tengo con Nicolò Paganini. Il violinista del demonio.
Quando ho ascoltato Alexander Balanescu suonare il violino ho sentito in lui quelle note che uscivano
come urli dell’anima. Ho risentito quelle note che non mi facevano dormire la notte da piccolo. E ho sentito
in lui il canto di altre vite, di esili, di fierezze di un popolo, il canto di una terra bella e amara: la Romania.
La voce e il violino si sono avvicinati mischiandosi con le parole di Pasolini, di Rimbaud, di Whitman, di
Eliot, per cercare di trovare quei fili segreti, magici forse, che uniscono le persone, le storie, al di là delle
differenze, al di là delle nazioni, della lingua, al di là dell’essere ancora qui vivi, al di là dell’essere già
partiti. (Pippo Delbono)
METASTASIO
10 MARZO 2012
Tieffe Teatro Milano
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber
MADDALENA CRIPPA
in
E PENSARE
CHE C’ERA IL PENSIERO
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
regia EMANUELA GIORDANO
“Dal primo istante mi è stato chiaro che in quanto donna non avrei mai potuto, ma soprattutto non avrei mai
voluto, rifare ”Gaber”. Credo che ogni grande artista sia irripetibile ed inimitabile.
Ma Gaber ha davvero inventato un nuovo modo di abitare il palcoscenico e la canzone, rinnovando
l’unione tra parola e musica, riflettendo, interrogandosi, scendendo nel privato o aprendosi al sociale,
stando nel presente, riuscendo spesso a decifrarlo e persino ad anticiparlo. Nell’onestà di questa ‘ricerca’ e
nel bisogno di condividerla sta il punto di contatto con me, con noi e con l’ oggi. Vale la pena di riascoltare
le sue parole, specie in un momento tanto buio sia per la cultura che per le coscienze, ma credo valga la
pena soprattutto perché la sua eredità, in questo caso, passa attraverso un’ alterità - il mio essere donna
appunto - un’altro punto di vista, un’altra sensibilità.” (Maddalena Crippa)
STAGIONE TEATRALE 2011/12
STAGIONE TEATRALE 2011/12
METASTASIO
16-17 MARZO 2012
Teatro Stabile di Verona
IL BUGIARDO
di Carlo Goldoni
con MARCELLO BARTOLI e PAOLO CANTARELLI
regia PAOLO VALERIO
Il Bugiardo appartiene alla stagione capitale della carriera teatrale di Carlo Goldoni, quella, nell’anno
comico 1750-51, delle cosiddette “sedici commedie nuove” con cui egli —scrivendo il doppio dei testi
rispetto al numero fissato dal suo contratto —cerca di imporre il suo nome e la sua opera sul repertorio di
compagnia. In realtà si tratta di una “commedia nuova” fino a un certo punto, e questa è la ragione del
fascino teatrale che essa emana, del suo prolungato successo nell’Ottocento e nel Novecento. Capolavoro
della tradizione e novità sono concepiti come perfetti meccanismi teatrali, e in quanto tali teatralmente
efficaci per la loro stessa “falsità” e ambiguità. Commedia della propagazione del disegno della menzogna
e del plagio —a carico dell’ambiguo Lelio, eroe necessariamente negativo che rappresenta lo stesso teatro
—Il Bugiardo è molte cose insieme.
Marcello Bartoli e Paolo Cantarelli da tempo lavorano insieme nei raffinati e colti progetti della compagnia
«I fratellini”. Il loro lavoro unisce, in un rapporto di straordinario sincretismo espressivo, il sapere della
migliore tradizione del teatro italiano e la ricerca continua e appassionata di nuovi temi e modalità
E
linguistiche.