Raffinata e spregiudicata Un evento storico come il ritorno sul palco della leggendaria Kate Bush viene oggi immortalato da un eccellente box set live / 05.12.2016 di Benedicta Froelich Nella storia della musica capita a volte di incontrare rari, brillanti fenomeni che si distinguono per il loro abbagliante e meteorico passaggio all’interno della scena artistica internazionale, per poi sparire dopo pochi anni di lavoro profondamente ispirato e innovativo. Il caso dell’artista inglese Kate Bush potrebbe definirsi uno di questi: dotata di un talento spregiudicato e raffinatissimo, la Bush è giunta alle vette delle classifiche nel 1978, per poi ritirarsi dalle scene all’inizio degli anni ’90, dopo aver inciso album caratterizzati da una scrittura allo stesso tempo delicata e anticonvenzionale e una grande sensualità e consapevolezza artistica. E benché, con l’arrivo del nuovo millennio, la Bush abbia infine donato ai suo fan due nuovi dischi (Aerial e 50 Words for Snow, rispettivamente del 2005 e 2011), l’inconfessabile desiderio di molti era quello di poter, un giorno, rivedere l’artista esibirsi dal vivo. E proprio quando ciò sembrava destinato a rimanere un sogno, ecco che, nel 2014, Kate ha dato vita a una grande avventura live di enorme successo, battezzata Before the Dawn e svoltasi, tra il 26 agosto e il 1. ottobre, presso lo storico Hammersmith Apollo di Londra – proprio il teatro dove, nel 1979, aveva concluso l’unica tournée della sua carriera, l’indimenticato The Tour Of Life. A distanza di due anni da allora, ecco che dalle registrazioni di quelle serate ha origine lo splendido box set di tre CD (Before the Dawn, appunto), che racchiude una sontuosa esibizione di oltre due ore e mezza, suddivisa, alla stregua di un’opera teatrale, in tre atti (uno per CD). Un’esibizione in cui la Bush ripercorre la propria carriera secondo parametri assolutamente personali, evitando di concentrarsi sui brani più iconici e celebrati del suo passato (non vi è, ad esempio, alcuna traccia della hit Wuthering Heights, a cui si deve il fulmineo ingresso della cantante nell’olimpo del rock), per dedicarsi piuttosto a una scelta rigorosamente tematica: difatti, sebbene il primo atto dello show sia riservato a una miscellanea di pezzi che spaziano lungo tutto il suo repertorio, il secondo e terzo atto sono invece guidati da una fedeltà assoluta alla coerenza discografica, essendo incentrati su due album chiave della carriera dell’artista. Entrambi i dischi in questione – il capolavoro Hounds of Love (1985), senz’altro il lavoro più importante e riuscito della Bush, e il già citato Aerial, pubblicato dopo anni di silenzio discografico – fungono da sottotesto per la parte recitata dello show, nella quale, insieme ai musicisti, alcuni attori mettono in scena due vicende ispirate alle suite musicali più enigmatiche delle due opere. Le atmosfere di quelle composizioni oniriche e sognanti – The Ninth Wave e A Sky of Honey, che, ben lontane da sonorità commerciali, presentano molti richiami alla musica «colta», dalla tradizione celtica al canto gregoriano e perfino alla sinfonia, oltre a recitativi complessi ed evocativi – permettono a Kate di concentrarsi su quella che è sempre stata la sua passione per la messa in scena drammatica: infatti, proprio come The Tour Of Life aveva costituito un esperimento a metà strada tra il concerto e lo spettacolo teatrale – in cui le canzoni venivano «rappresentate» dalla Bush per mezzo di balletti e complesse coreografie, secondo lo stile del suo maestro, l’attore e mimo Lindsay Kemp – anche Before the Dawn ha offerto uno spettacolo visivo e interpretativo comparabile ai fasti del passato, con inserti multimediali, scenografie ed effetti visivi così elaborati da guadagnarsi un riconoscimento come l’Editor’s Award (nell’ambito degli Evening Standard Theatre Awards) per l’eccellenza della performance. E se è vero che la registrazione non può restituire all’ascoltatore l’elaborato apparato scenico con cui la Bush ha deliziato i suoi fan, di tali exploit ci rimangono comunque le parti recitate dello show, mantenute come tracce nel CD; la speranza è che una versione DVD del concerto venga presto ad aggiungersi alla registrazione audio, così da sopperire alla mancanza. Anche perché questo box set ci dimostra come gli anni di silenzio non abbiano minimamente intaccato la voce di Kate, le cui inflessioni, profondità ed estensione sono rimaste pressoché inalterate; e se, di primo acchito, l’assenza di alcuni brani chiave del suo repertorio può lasciare un po’ perplessi, quella davanti a cui ci troviamo resta, dalla prima all’ultima traccia, una grande performance. Del resto, una nuova tournée di un’artista del calibro della Bush costituisce davvero un grande dono per la scena musicale attuale – soprattutto se accompagnata dalla pubblicazione di un album come questo, testimonianza tangibile di un talento che non ha mai vacillato, e del fatto che, oggi più che mai, l’omologato panorama musicale ha bisogno di artiste quali Kate: un buon motivo per sperare che a questa tournée l’artista possa far seguire nuove, stimolanti avventure artistiche con cui tornare ad allettare il suo pubblico.