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I TEATRI A CAGLIARI E LE COMPAGNIE CHE LI ABITANO
27 maggio 2011, 11:18
Autore: Barbara Piras,
[email protected]
URL della pagina: http://www.comunecagliarinews.it/reportage.php?pagina=71
Data scaricamento: 15 marzo 2017, 19:38
Alla scoperta dei gruppi teatrali cagliaritani che hanno lasciato un segno nella vita culturale cittadina.
Pubblico all'Anfiteatro
Teatro: una passione, un lavoro, una scelta di vita. Accanto ad un'istituzione come il Teatro
Lirico, che rappresenta l'offerta di maggiore prestigio e la realtà legata al Teatro di Sardegna che
intreccia la sua storia con quella della nostra città, e non solo, da quasi quarant'anni, molte altre
compagnie di teatro, e di spettacolo in genere, hanno arricchito, nel corso degli anni, il panorama
culturale cagliaritano. Alcune hanno lasciato un'impronta indelebile sul tessuto sociale. In un
percorso storico che prende le mosse dagli anni '70, ricchi di grande fermento intellettuale,
possiamo attraversare quelle esperienze significative che hanno dato vita ai gruppi teatrali più
longevi. È un viaggio che consente, nello stesso tempo, di rivisitare le vicende di alcuni teatri
cittadini che, in un'altalena tra momenti di crisi e periodi di ripresa, ritroviamo ai giorni nostri.
Che cos'è il teatro se non la rappresentazione delle relazioni umane e dei sentimenti che le
governano? Nel teatro si perpetua la vicenda millenaria dell'incontro tra attore e spettatore in un
gioco delle parti che scuote le emozioni più profonde. Questo forse è il motivo per cui ciò che
accade sul palcoscenico fa riflettere, pensare, divertire, commuovere, indignare, scuotere le
coscienze. In nessun'altra forma d'arte esiste una relazione così forte tra colui che recita la parte
in uno spazio scenico e colui che segue l'azione. Così ha definito il teatro Silvio D'Amico, grande
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teorico teatrale italiano, critico e scrittore: La comunione di un pubblico con uno spettacolo
vivente. Il Teatro vuole l'attore vivo, che parla e che agisce scaldandosi al fiato del pubblico.
Teatro Alkestis
Autore: Barbara Piras,
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Rovesci d'amore - foto Stefano Fanni
Nata nel 1972 la compagnia Alkestis si costituisce in cooperativa nel 1983 proseguendo ad
identificarsi nella realtà cittadina come centro di ricerca e di sperimentazione teatrale.
L'attività degli anni '70 è legata alla collaborazione tra Massimo Micchittu, fondatore del gruppo
con Pierfranco Zappareddu che, grazie alla sua forza aggregatrice, raccoglie intorno a sé il
malessere dei giovani cagliaritani nel periodo rivoluzionario del '68. Tramuta in forma teatrale quel
grido di protesta suscitando scandali nell'ambiente benpensante cittadino tanto da essere espulso
dalla scuola dove era studente, il liceo Dettori di Cagliari. La sua influenza nella storia dell'Alkestis
segna un momento importante quando la compagnia riesce a portare per la prima volta in
Sardegna nel 1973, e poi una seconda volta nel 1977, l'Odin Teatret(compagnia teatrale
multiculturale fondata ad Oslo nel 1964 da Eugenio Barba, regista teatrale italiano e figura di
spicco del teatro mondiale contemporaneo, la cui attività si è sempre indirizzata al teatro di
ricerca volto al confronto tra diverse culture).
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Fin dai primi tempi l'attività della compagnia si è ramificata in diversi settori di intervento:
produzione e distribuzione di spettacoli, seminari e corsi di formazione per gli attori, educazione
teatrale nelle scuole, rassegne di cinema sul teatro. Dopo un periodo abbastanza fertile che ha
visto la creazione di opere come Nabib, tra il mare e il cielo, Eclat de verre dirette dal regista e
direttore artistico dell'Alkestis Massimo Micchittu, l'attività della compagnia subisce una fase di
assestamento per poi riprendere in maniera regolare negli anni '80. Intensa, proprio in quel
periodo, l'attività di animazione teatrale nelle scuole che la compagnia, una tra le prime,
organizza coinvolgendo gli studenti delle elementari, medie e superiori con particolare riguardo
per i più piccoli.
Due i progetti che hanno da sempre guidato il Teatro Laboratorio Alkestis: La Cerimonia e il
teatro incentrato sullo studio del mondo dei Danzatori Dervisci della Turchia e sulle loro tattiche di
danza e canto; Etnie che si incontrano incentrato sul confronto tra la Sardegna e altre culture e
forme d'arte differenti, con una particolare attenzione verso i paesi del Mediterraneo. E del 1985
uno degli spettacoli più importanti, Roms, storia e poesia del popolo zingaro raccontato attraverso
uno spaccato di vita quotidiana di una famiglia nomade.
Il 1983 è un anno significativo per la compagnia: divenuta ormai cooperativa realizza un progetto
di ricerca sugli antichi rituali in collaborazione con l'Istituto di Storia del Teatro e dello Spettacolo
dell'Università di Roma e con le facoltà di Lettere dell'Università di Cagliari e Sassari. In linea con
le intenzioni originali del suo fondatore, l'Alkestis produce un documentario Il mondo dei
Danzatori Dervisci della Turchia, frutto di una ricerca durata tre anni che portò la compagnia in
giro per il mondo alla scoperta di cerimonie e discipline tra le più ancestrali. Questo lavoro, che
sottolinea l'interesse peculiare della compagnia verso il teatro mediorientale, è sfociato, nel 1986,
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in una manifestazione La danza rituale dei Dervisci di Konya, Turchia rappresentata per la prima
volta in Italia dalla Confraternita dei Dervisci di Konya nella splendida cornice dell'Anfiteatro
Romano di Cagliari. Dodici anni dopo, nel 1998, l'Alkestis riproporrà quell'evento dal titolo
Dervisci Danzanti di Konya registrando un altro importante successo.
La storia più recente della compagnia è legata all'acquisizione e ristrutturazione nel 1991 di uno
spazio a Cagliari in via Loru che diventa sede permanente del Teatro Alkestis. Dall'anno
successivo prendono il via numerose manifestazioni che arricchiscono l'offerta culturale cittadina
con proposte particolarmente affascinanti e che riscuotono un notevole favore di pubblico e di
critica. Nel 1992 parte la rassegna Incontri che nel corso degli anni ospita artisti e compagnie
italiane e straniere tra le più rinomate nell'ambito del lavoro teatrale di ricerca. Degna di menzione
è l'evento Milon Mela- la festa degli incontri(1996), una settimana dedicata al teatro e alla cultura
dell'India che conferma l'attenzione verso uno dei punti cardine del lavoro teatrale dell'Alkestis,
quello sull'incontro fra etnie diverse. Per gli attori- spiega l'attrice Sabrina Mascia- era di
fondamentale importanza studiare tecniche diverse per farle proprie e trasferirle nel lavoro
teatrale, in quelle che poi diventavano le nostre produzioni. Nel 1997 la compagnia lancia una
nuova rassegna Con gli occhi dell'oriente. Questo festival teatrale e musicale ha avuto, durante
gli anni in cui lo abbiamo potuto realizzare- racconta l'attrice- un grande successo, soprattutto per
la partecipazione di gruppi provenienti dall'India, dalla Turchia, dall'Iran. Si trattava di una
rassegna molto onerosa- prosegue Sabrina Mascia- e ormai da qualche anno non riusciamo più a
proporla. Sempre nel 1997 viene avviato il Progetto Cinema e Teatro dedicato all'opera
shakespeariana e l'anno dopo alla figura dello sceneggiatore Harold Pinter.
Un momento molto importante, per la compagnia, è stato il connubio con il regista Alejandro
Jodorowsky che ha inaugurato la vetrina degli Incontri imprevedibili Da questo rapporto
professionale, consolidato negli anni, l'Alkestis produce, nel 2000, Opera Panica scritta e diretta
dal drammaturgo cileno, interpretata da un cast internazionale di attori francesi e dall'attrice della
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compagnia Sabrina Mascia che spiega:Questi incontri sono stati per noi motivo di riflessione e di
arricchimento per la nostra ricerca e formazione. Molti sono ancora quelli che vorremmo
realizzare e che teniamo nel cassetto nell'attesa di poterli tirare fuori. Ugualmente importante
l'incontro con un altro grande regista e scrittore, Fernando Arrabal, uno dei più forti esempi di
avanguardia cinematografica e letteraria.
Nel 1999 la compagnia organizza il primo festival delle arti poetiche Poiesis Poesia al quale
partecipano nomi e leggende della beat generation americana: cinquanta artisti si sono alternati
nello spazio dell'Exmà davanti ad un numeroso pubblico giunto per l'occasione da tutta Italia.
L'anno dopo, visto il grande successo, il progetto è stato trasformato in un festival nazionale col
nome di Pullman My Daisy: Cagliari è stata la prima tappa di un tour che ha toccato numerose
città italiane.
Le produzioni teatrali che durante gli anni '90 si erano succedute con un certo ritmo subiscono
una battuta d'arresto. Dopo gli ultimi spettacoli Kafka, l'artista come animale e Il grande sole di
Hiroshima del 1996 passerà qualche anno prima che la compagnia metta in scena una nuova
produzione. L'incontro con Claudio Morganti, considerato dalla critica uno dei migliori attori sulla
scena nazionale degli ultimi anni, segna un'altra importante tappa nella carriera artistica
dell'Alkestis. Da questa collaborazione, che iniziata nel 2001 prosegue fino al 2006, nascono
alcuni nuovi allestimenti teatrali. Primi fra tutti Il bicchiere della staffa e Il linguaggio della
montagna, due dei tre minidrammi che compongono la Trilogia del consenso del drammaturgo
Harold Pinter. In scena, accanto a Morganti, gli attori dell'Alkestis Sergio Piano e Sabrina Mascia.
Lo spettacolo, dopo il debutto sardo, circuita in continente riscuotendo lodevoli successi di
pubblico e di critica. Ha ricevuto diversi riconoscimenti nazionali tra cui il Premio Ubu(considerato
il premio più importante per il teatro in Italia) come miglior compagnia. Nel 2002 viene realizzato
un altro importante evento: il Progetto Riccardo III. La trattazione del personaggio
shakespeariano è stata analizzata sia nel cinema, con la proiezione di tre film accompagnati da
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importanti contributi critici, che nel teatro con lo spettacolo Riccardo III diretto e interpretato da
Claudio Morganti. L'anno successivo, sempre sotto la direzione dell'attore e regista, viene
presentato End, una nuova produzione.
Un progetto fortemente voluto da Massimo Micchittu, fondatore di Alkestis, è stato Hommage a
Antonin Artaud. La manifestazione, dedicata ad uno dei padri del teatro contemporaneo si
articolava fra cinema, conferenze e teatro. Per questa rassegna la compagnia ha ricevuto il
plauso del mondo accademico parigino per l'accuratezza e la vastità del programma, ma anche
l'attenzione della stampa nazionale che l'ha considerata come il più importante tributo mai
realizzato in Italia al grande intellettuale francese. Abbiamo dovuto ridurre il nostro impegno verso
alcune rassegne, compresa questa, pur avendo molti progetti ancora da sviluppare- spiega
Sabrina Mascia-, in particolare pensavamo di creare il Centro Studi Antonin Artaud. Ci sarebbe
piaciuto -prosegue l'attrice- continuare l'esperienza di confronto con gruppi teatrali indiani e
giapponesi ma sono tutte idee per il momento accantonate. I costi, dati i tempi, sono impossibili
da sostenere. Speriamo in tempi migliori. Sempre sotto la direzione di Claudio Morganti l'Alkestis
produce L'amara sorte del servo Gigi(2004), Waiting for...(2005), Furor di popolo e Waiting
long...(2006). Per la regia di Sergio Piano, attore della compagnia, vengono allestiti Per amore di
Sarahe Psicosi 4.48(2006).
Uno dei progetti più recenti, attivato nel 2007, è Voci del Mediterraneo-Riflessi d'Oriente in
collaborazione con l'Università di Cagliari. A questo è seguito Carovane mediterranee di arte e di
pace che porta l'Alkestis ad attivare un partenariato con l'Accademia delle Arti del Cairo. Da
questa esperienza, nel 2008- racconta Sabrina Mascia- è nato uno spettacolo Dove vola la
Fenice-una via nell'infinito cielo per la regia di Massimo Micchittu presentato al Festival
Internazionale del Teatro Sperimentale del Cairo, un allestimento che a Cagliari non ha ancora
debuttato. Il progetto è stato interrotto per problemi burocratici- prosegue l'attrice- ma è stato un
momento di scambio culturale molto importante che ci avrebbe permesso di spostarci in tutto il
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Nord Africa.
Gli ultimi anni dell'attività di Alkestis sono legati alla collaborazione, iniziata nel 2005, con la
compagnia d'arte Circo Calumet fondata dagli artisti Simone Dulcis ed Andrea Meloni che dopo
dieci anni di collaborazione, nel 2004, decidono di dare forma e sostanza al loro incontro
professionale. La compagnia- spiega Andrea Meloni- si occupa di progettazione ed esecuzione di
manifestazioni artistiche di vario tipo. La missione che ci prefiggiamo è mettere la nostra arte al
servizio del pubblico. Lo spirito che ci guida nella nostra attività e quello dell'unione delle artiprosegue l'artista- che vengono messe a confronto per ritrovare quegli elementi che ritornano nei
vari linguaggi artistici.
Dopo aver concentrato il suo impegno artistico per diversi anni nelle scuole proponendo
laboratori teatrali e fornendo un valido supporto al servizio psico-pedagogico, Andrea Meloni,
sollecitato dall'invito di un'amica psicologa, sposta la sua attenzione verso la patologia mentale.
Studia e approfondisce le esperienze mondiali di teatro terapia che confermano la validità di
questo tipo di intervento verso le disabilità. Diventa formatore regionale e nazionale di teatro
sociale. Quando iniziai nel 2005 la collaborazione con Alkestis- racconta l'artista- proposi la
produzione Il teatro dei fratelli Scomparso, un diario artistico dell'esperienza maturata fino a quel
momento con la follia. L'intesa tra il Teatro Laboratorio Alkestis e la Compagnia d'Arte Circo
Calumet si rafforza nel corso degli anni e spazia dai progetti puramente artistici a quelli formativi.
Nel 2007 viene realizzata la Rassegna Di Diversità Virtù, nel quale sono stati inseriti gli spettacoli
Il teatro dei fratelli Scomparso e Voci nel buio, presentato in un progetto più ampio Un'isola in
festival organizzato dalla Fondazione teatro Lirico di Cagliari per conto della regione Sardegna.
L'anno successivo la Rassegna si è trasformata in Teatri dal Margine. Partita come contesto
dove presentare spettacoli, esperienze ed eventi legati al teatro sociale ha permesso agli artisti di
confrontarsi con altre compagnie presenti sul territorio nazionale che operano regolarmente con
interventi in ambito sociale. È diventato fondamentale poter condividere il medesimo approccio
verso un teatro che possiede anche un grande valore terapeutico. La terza edizione della
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manifestazione, nel 2009, è stata dedicata alla poesia, un linguaggio, come sostengono gli attori,
considerato un po' al margine.
Il nuovo allestimento dell'Alkestis è del 2008, Malaccorto amore su progetto artistico della
Compagnia Circo Calumet. L'accordo che firmammo con Alkestis- spiega Andrea Meloniprevedeva una nuova produzione e un laboratorio teatrale per attori principianti, dal titolo L'attore
Informale, che chiamava i partecipanti ad un'esperienza integrata tra espressività corporea
gestuale e pittorica. Ma subentravamo- prosegue l'artista- in un periodo di grave crisi economica
che ci ha limitato fortemente nello sviluppo dei progetti. Le difficoltà incontrate portano l'accordo
tra le due realtà artistiche verso un' unione ancora più salda. L'obiettivo è quello di rigenerare
l'attività teatrale mettendo in rete tutte le risorse umane, professionali e strutturali disponibili.
Le energie si indirizzano verso una nuova produzione: Rovesci d'amore (2009) sviluppo naturale
dello studio sul tema dell'amore. Le ultime fatiche artistiche nate dalla collaborazione tra l'Alkestis
e la Compagnia Circo Calumet sono l'opera Corpo da veleno vinto e La Drogheria di Odense per
la sezione dedicata al teatro ragazzi. Con questo allestimento- spiega Andrea Meloni- per la
prima volta l'Alkestis si misura con il pubblico dei più piccoli, quello delle scuole elementari. E
conferma la grande volontà di sviluppare le proprie attività.
Sempre grande attenzione viene riconosciuta all'attività laboratoriale. Questi i percorsi studiati
dagli artisti: Laboratorio Giardino per i Teatri di nuova generazione, percorso di formazione dello
spettatore partecipante; Piccole Storie in movimento, laboratorio di espressività corporea con
elementi di danza per bambini di 3/5 anni; Uno, due, tre, stella...Teatro a manovella, laboratorio di
espressività teatrale per bambini di 6/11 anni; Taccuini dell'Immaginario, percorso di
aggiornamento per insegnanti, educatori, bibliotecari, ludotecari; L'abbecedario dell'attore,
percorso di formazione teatrale; Nel segno della creazione, laboratorio di pittura per adulti.
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Abbiamo cercato di abbracciare un target il più ampio possibile- prosegue l'artista- con obiettivi
diversi. Purtroppo sono partiti soltanto due laboratori per mancanza di iscrizioni. I nostri corsi non
sono molto costosi ma, e questa è una scelta condivisa con l'Akestis, non sfociano in un esito
scenico. Contiamo comunque di riproporli tutti per la prossima stagione. È attivo il Laboratorio
Giardino e a questo proposito vorrei sottolineare- spiega Andrea Meloni- che, secondo una
ricerca da me effettuata, esistono in Italia pochissime esperienze di formazione dello spettatore
così come noi l'abbiamo pensata e proposta. Vorremmo chiudere questo percorso di ricerca con
una pubblicazione e stabilire un confronto con la scuola di formazione dello spettatore dello
Stabile di Torino. Lo riproporremmo, è probabile, con un nuovo nucleo di spettatori perché
crediamo che sia importante sviluppare un dialogo costante con il pubblico, parte fondamentale
dell'evento teatrale. L'altro laboratorio che siamo riusciti a far partire è L'abbecedario dell'attore,
percorso di formazione sul lavoro dell'attore.
Una delle ultime iniziative è stata dedicata alla Giornata Mondiale della Poesia, indetta
dall'Unesco. Tanti artisti si sono ritrovati sul palco del Teatro Alkestis per condividere l'amore per
il teatro, l'arte e la cultura. Un appuntamento che ci auguriamo di ripetere negli anni a venire concludono Sabrina Mascia e Andrea Meloni- come progetto delle compagnie, che sia di auspicio
alla creatività e al lavoro di molti gruppi teatrali ma anche un momento di festa da condividere con
gli spettatori e strumento per veicolare i saperi che altrimenti rimangono isolati ciascuno nella
proprie realtà.
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Teatro Akròama
Autore: Barbara Piras,
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Angeli Morti - foto Nicola Castangia
Nel 1977 Lelio Lecis fonda, insieme ad un gruppo di giovanissimi attori, l'Akròama. Erano anni di
fermento ideologico e culturale e gli obiettivi andavano in due direzioni. Da una parte, come
sostiene il regista, c'era l'idea rivoluzionaria di voler cambiare la società; dall'altra, sulla base di
motivazioni puramente artistiche, si voleva trovare una strada originale, nell'ambito del teatro
contemporaneo, che identificasse la nuova compagnia nell'ambito nazionale e internazionale.
Fin dalle sue origini,il lavoro di Akròama è volto a ricercare nuovi linguaggi espressivi più
adeguati al sentire contemporaneo, ed in particolare a quel teatro dove gli interpreti utilizzano
l'arte del canto, della danza e della parola unitamente alla musica, quasi sempre eseguita dal
vivo, ed alla accuratezza degli impianti scenici.
Da subito Akròama raccoglie grandi successi di pubblico e di critica. Lo spettacolo del debutto,
nel 1979, La notte delle danze, un esempio di sperimentazione scenica, viene accolto dalla
critica americana in maniera entusiasmante e considerato autentico teatro popolare ma aperto
all'innovazione. Si trattava di pura sperimentazione scenica: gli attori, infatti, in mancanza di un
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testo scritto, avevano il compito di condurre la narrazione attraverso la voce della danza e poche
frasi, brevi ed essenziali. È il secondo lavoro, Mariedda del 1981, a consacrare una piccola
compagnia teatrale sulla scena nazionale ed europea. Il più grande critico italiano di quei tempi,
Roberto De Monticelli, firma del Corriere della Sera, ci ricorda Lelio Lecis, lo definì un capolavoro.
Giovanissimi, l'età media era vent'anni, gli attori di Akròama vengono travolti da successi e
riconoscimenti. La versione sarda della Piccola Fiammiferaia di Hans Christian Andersen gira
l'Italia e l'Europa con oltre seicento repliche e viene invitato dai più importanti Festival europei, a
Londra, Vienna, Edimburgo con grandi risultati. Va in scena fino al 1985 e solo nel 1998 la
compagnia lo ripropone per festeggiare i vent'anni dalla nascita di Akròama: si tratta sempre dello
stesso spettacolo anche se l'età e la consapevolezza maturata dagli attori lo rendono diverso ma
ugualmente affascinante.
Segue nel 1983 un altra fondamentale produzione: L'ultimo sogno di Balloi Caria esordisce al
Festival dei Due Mondi di Spoleto riscuotendo ampi consensi. Con quest'opera termina quella
fase di ricerca sul dramma popolare attraverso cui Akròama aveva voluto confrontare la cultura
sarda tradizionale con quella contemporanea. Molti anni dopo, nel 1995-ricorda il regista- lo
spettacolo è stato riprodotto da un teatro berlinese e ha vinto il 1° Premio di Drammaturgia
Contemporanea, un premio molto ambito in Germania conquistato solo dai più grandi
drammaturghi tedeschi. Da questo momento in poi la compagnia ottiene successi in tutti i paesi di
lingua tedesca. Nel 1996 Lelio Lecis viene chiamato come regista dall' Hans Otto Theater di
Potsdam per mettere in scena, con attori tedeschi Sei personaggi in cerca d'autore considerato
dalla critica un capolavoro.
La forte identità produttiva che ci eravamo prefissi quando siamo nati è andata ben oltre le nostre
aspettative e previsioni-prosegue il regista- abbiamo raggiunto traguardi importanti come la
partecipazione al Festival di Edimburgo da giovanissimi. I nostri spettacoli sono andati in tutte le
più grandi manifestazioni europee, da Londra a Salisburgo, da Vienna a Berlino. Questo poteva
anche compromettere la nostra motivazione, in realtà la produzione artistica è andata avanti, nel
corso degli anni, a ritmi sostenuti.
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A metà degli anni '80 si deve alla passione e alla caparbietà di Lelio Lecis l'apertura del Centro
teatrale di Monserrato, primissima sede della compagnia. In quella che era stata un tempo una
piccola sala cinematografica si aprì il sipario sulla Stagione Cagliaritana del teatro
Contemporaneo. La gestione di questo spazio si esaurisce nel 2008.
Nel 1989 l'Akròama tenta un altro passo più ambizioso ancora: acquisisce il Teatro delle Saline,
un rudere per anni abbandonato a sé stesso. Per anni-racconta Lelio Lecis- abbiamo lavorato in
un piccolo capannone a Pirri. Ma volevamo un teatro nostro, a Cagliari, degno di essere chiamato
tale. Così ci siamo indebitati personalmente per quindici anni. E sono stati anni molto duri dal
punto di vista economico. La Regione sarda purtroppo non ci aiutò, i fondi arrivarono dalla BNL
solo per una parte. I lavori di ristrutturazione iniziano nel 1991 e vengono completati in soli sei
mesi dopo aver riportato a nuova luce le pitture originali del '31, imbiancato, riassestato il
palcoscenico, creato un impianto luci. Un piccolo gioiello di 330 posti tra platea e galleria, foyer,
poltroncine di velluto rosso e parquet. Un bar e la biblioteca con i finestroni alti e stretti dove si
respira aria di cultura. Disegni che si ispirano al liberty floreale e pesanti tendaggi scuri. Tutto
questo è oggi il Teatro delle Saline affacciato sullo stagno di Molentargius. Un luogo, uno spazioci ricorda il regista- conosciuto dalla città come il più importante per le rassegne e gli spettacoli di
arte contemporanea. Ad ufficializzare l'inaugurazione, davanti ad un pubblico meravigliato, l'opera
Troiane del 1991 che aveva esordito sempre quell'anno a Salisburgo con grande successo.
Moltissime le compagnie nazionali e internazionali che Akròama ha ospitato nel corso degli anni.
Accanto a questa prolifica attività organizzativa la compagnia si è sempre contraddistinta per
l'intensa produzione artistica che prosegue fino ad oggi. La costante ricerca di un teatro che ha
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una sua identità e originalità delle tematiche e della messa in scena permette ad Akròama di
proporre i suoi lavori nelle altre città sempre con grande successo: questo vale anche per le
ultime due produzioni, la Creatura del 2009 e Angeli Morti del 2010. La nostra compagnia-dice
Lelio Lecis- esporta con regolarità ogni anno fuori dal territorio regionale dai trenta ai cinquanta
spettacoli. Potremo farne anche di più ma preferiamo limitarne il numero e quindi non
ottemperare a tutte le richieste, se pur vantaggiose, che ci pervengono dal resto d'Italia. Per noi è
prioritario assicurare la continuità della nostra attività. Il teatro infatti è sempre aperto, è a
disposizione di tutti. Ed è per questo che abbiamo scelto di avere qui i nostri uffici amministrativi
ed organizzativi.
Due date importanti nella vita di Akròama: nel 1981 il riconoscimento, da parte dello Stato, come
compagnia stabile per meriti artistici; nel 1987 è il primo teatro in Sardegna ad ottenere il
riconoscimento dal Ministero per lo Spettacolo come Teatro stabile nel settore innovazione e
ricerca.
Accanto all'attività produttiva c'è quello che Lecis definisce, a ben vedere, il servizio alla città: la
programmazione di Akròama si sviluppa principalmente in una stagione di teatro contemporaneo
che, con oltre 300 abbonati, non si affida ai nomi di richiamo ma a progetti di interesse artistico
proposti da compagnie locali o nazionali di comprovato valore; il progetto Un Eurofestival invece
si propone di presentare giovani gruppi sardi emergenti o produzioni della compagnia di
repertorio e, grazie ad una politica dei prezzi molto vantaggiosa(per i primi 100 abbonati il costo è
di 1 euro per ogni spettacolo)ha più di 600 abbonati; una stagione di teatro per la scuola, rivolta
agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, con 900 abbonati. Educare il giovane
pubblico all'evento teatrale, far conoscere ai ragazzi una forma di comunicazione diversa da
quelle a cui sono abituati, far amare ai giovani un genere di spettacolo che altrimenti rischia di
diventare esclusivo appannaggio per generazioni sempre più anziane: questi gli obiettivi che
Akròama persegue costantemente. Rientra in questa politica la stagione con 1200 abbonati per
gli alunni delle scuole elementari che ha ottenuto un risultato, in termini di recite e presenze,
significativo. Rivolto ai più piccoli Famiglie a Teatro: nata nel 2002 , è una stagione dedicata ai
più piccoli e alle loro famiglie. Due le edizioni, in primavera e in autunno, che riscuotono un
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successo, di anno in anno, sempre più grande. Vedere genitori e figli che aspettano trepidanti
l'apertura del sipario conferma l'intuizione della compagnia di sensibilizzare la famiglia
sull'importanza del teatro come veicolo di arte e cultura. Dati alla mano-puntualizza Lelio Lecis-il
Teatro delle Saline fa oltre 120 spettacoli l'anno con 40.000 spettatori. Sono numeri importanti per
una compagnia che non si avvale dei grandi nomi ma di un progetto, quello del teatro
contemporaneo. Siamo al terzo posto in Italia su quindici realtà riconosciute.
Nel 1991 Lelio Lecis porta a casa un altro importante risultato: apre la Scuola d'Arte Drammatica
di cui è direttore artistico. È un'entità diversa da Akròama in quanto ente produttivo-vuole
precisare il regista- per noi è importante che i ragazzi capiscano che si tratta di una scuola con
tutti i crismi, e che il loro obiettivo non deve essere necessariamente quello di entrare nella
compagnia. La Scuola infatti, nel corso degli anni, ha avuto più di 1000 allievi ed ha formato la
maggior parte degli attori, dei tecnici e degli organizzatori che lavorano nelle compagnie
professionali sarde. Un impegno che ha portato preziosi riconoscimenti nazionali, tra cui quello
della rivista specializzata Prove Aperte, che l'ha annoverata fra le dieci migliori scuole italiane.
Prevede due corsi di avviamento al teatro per bambini dai 5 ai 7 anni e due corsi per bambini dai
7 ai 10 anni(70 quelli attualmente frequentanti); due corsi sono rivolti agli adolescenti dagli 11 ai
15 anni: su questa fascia d'età l'esperienza del laboratorio teatrale ha soprattutto una funzione
sociale. Il teatro è una grande scuola di vita-spiega il regista- e diventa una formidabile medicina
nei fenomeni di disagio giovanile e un mezzo per contrastare comportamenti a rischio come il
bullismo. Questo tipo di lavoro di gruppo, con il suo forte valore aggregativo, permette non solo la
crescita della creatività dei ragazzi ma anche la costruzione della personalità sociale; per tutti gli
amanti del teatro e per le molteplici richieste è stato aperto un corso di recitazione per adulti, un
corso di dizione, public speaking e lettura espressiva. Oltre al laboratorio di arti sceniche e ai
diversi stages di perfezionamento per attori e tecnici professionisti, partirà a breve anche un
corso di regia e drammaturgia. I due corsi biennali per aspiranti attori(dai 16 ai 26
anni)rappresentano il punto nevralgico del progetto. Si entra solo dopo aver superato un provino
che
testa
la
predisposizione
del
giovane.
L'obiettivo
in
questo
caso,
mira
alla
professionalizzazione nel teatro.
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L'offerta è variegata. La Scuola infatti è nata dal bisogno di creare una struttura stabile e
permanente per quanti vogliono intraprendere il mestiere dell'attore o, più semplicemente,
conoscere le proprie potenzialità nel campo della recitazione. Ma per molti ha rappresentato
l'occasione per acquisire consapevolezza rispetto all'evento teatrale, passando per la
comprensione dei meccanismi che stanno dietro la produzione di uno spettacolo. La Scuola, che
operava presso il Teatro delle saline, ha sofferto di un periodo di interruzione, nel 2002, per
problemi di spazio e per l'attività teatrale di Akròama sempre più intensa. Riparte, con stimoli in
più e tanta voglia di fare, quattro anni dopo nel 2006. Riceve però grande impulso quando riesce
ad acquisire e gestire il Teatro Auditorium, di Piazza Dettori, che il Comune di Cagliari mette a
disposizione. Questo gioiello conservato nel cuore di uno dei quartieri storici, la Marina, diventa
un punto di riferimento non solo per la Scuola d'Arte Drammatica, che ha potuto così ampliare la
sua offerta, ma anche per tutta la città.
La scuola coordina le iniziative del Teatro Auditorium, come restituzione al Comune per la gentile
concessione degli spazi. Avere uno spazio teatrale come l'Auditorium Comunale è una grande
ricchezza- puntualizza Lelio Lecis- per gli operatori teatrali, per gli spettatori che possono godere
di una offerta culturale più ampia, ma anche per tutta la comunità. I commercianti ci chiedono di
tenere aperto il teatro il più possibile perché anche loro ne riscontrano gli enormi benefici.
La Scuola si è proposta come coordinatrice delle attività di compagnie teatrali e di spettacolo in
genere per sviluppare un progetto che potesse dar loro visibilità e riscontro con il pubblico.
L'obiettivo è quello di permettere ai numerosi artisti sardi, privi di una struttura propria, di
programmare e mettere in scena i propri lavori. Sulla scia di questo intento, da un'idea del regista,
è nata Cagliari a teatro, quest'anno alla sua seconda stagione, un contenitore di teatro, danza e
musica. Si ripropone un fitto calendario che, da febbraio ad aprile ha visto protagoniste alcune
compagnie tra le più affermate e apprezzate, alcune anche fuori dall'Isola: Teatro Impossibile,
Lucido Sottile, Teatro del Segno, Batisfera, Figli d'Arte Medas, Karalis Ballet, Makenes Teatro,
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Fiori nel Deserto. Sempre su iniziativa della Scuola il teatro è a disposizione di tutte le
associazioni che ne fanno richiesta per presentare idee e progetti, spettacoli, convegni e
conferenze al solo costo delle spese vive e delle attrezzature tecniche presenti nei locali
dell'Auditorium Comunale.
Il Crogiuolo
Autore: Barbara Piras,
[email protected]
Lavorare stanca - foto Giorgio Russo
Il teatro è un fatto artistico che deve sconvolgere, scandalizzare, far arrabbiare o far ridere a
crepapelle il pubblico. Il teatro in quanto arte deve andare al di là della realtà, la deve stravolgere.
Così parla Mario Faticoni, fondatore del Crogiuolo e attore di lunghissima esperienza, che
prosegue: Oggi non c'è arte teatrale, altri mezzi di comunicazione hanno preso il sopravvento, e
sopratutto in presenza di un capitalismo sfrenato non c'è più niente che possa sconvolgere o far
ridere a crepapelle. Il teatro ha ormai cessato di svolgere la sua funzione originaria o, per meglio
dire, siamo noi abitatori del 21° secolo inadatti a fare arte teatrale. Quando parliamo di teatro a
Cagliari stiamo parlando di una pigra attività volta al semplice intrattenimento o a puri velleitarismi
artistici.
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La fotografia che Faticoni fa della situazione attuale risente delle sue esperienze di formazione e
di produzione teatrale in un periodo che lui stesso definisce leggendario ed entusiastico per il
teatro in Sardegna e che affonda le sue radici alla fine degli anni '50. Mario Faticoni inizia il suo
lungo percorso con il Centro Universitario Teatrale in un clima di grande fervore intellettuale. Quel
gruppo di giovani studenti, che per dieci anni sperimenta e si cimenta nelle opere dei grandi
autori francesi, inglesi ed americani, dà vita, dieci anni dopo, nel 1969 al Teatro di Sardegna,
Centro di Iniziativa Teatrale(CIT). La compagnia debutta lo stesso anno con Omobono e gli
incendiari che va in scena, con grande successo di pubblico, al Teatro Massimo di Cagliari. Ma
l'indomani una pesante stroncatura aspetta gli attori sulle pagine dell'Unione Sarda a firma del
direttore e critico teatrale nonché Presidente del Comitato di Valorizzazione per lo Spettacolo. Il
gruppo di attori non si lascia abbattere e riparte da un piccolo spazio, il Teatro Cantina di Via dei
Genovesi.
Successivamente sarà l'Auditorium Comunale di Piazza Dettori ad ospitare le loro
rappresentazioni. Gli anni '70 sono anni di intensa produzione teatrale e la compagnia colleziona
una serie di successi realizzando anche cinque esperimenti di drammaturgia sarda. Erano anni in
cui l'attività teatrale- racconta Mario Faticoni- era accompagnata da un'attenta attività politica
incentrata sulle ripetute richieste agli enti pubblici di sostenere la produzione teatrale attraverso la
sistemazione degli spazi, l'apertura di scuole, la circuitazione del prodotto, il vaglio della qualità.
Si chiedeva insomma -prosegue l'attore- una politica dei beni culturali e dell'occupazione
intellettuale sostenuta da concrete proposte che il Teatro di Sardegna e gli altri operatori
avanzavano con grande enfasi e che culminano in una conferenza regionale nel 1973 dal titolo
esemplificativo Una politica dello spettacolo in Sardegna. I momenti di incontro e discussione
proseguono per tutti gli anni '70. Anche sul piano nazionale c'è grande fermento: lo dimostra il
Convegno nazionale del 1978 al quale parteciparono tutti i più grandi operatori teatrali d'Italia.
Ma, per dirla come Faticoni, alle parole non seguiranno i fatti, disegni e proposte di legge
cadranno nel vuoto.
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Davanti ad un teatro sempre più asservito alle logiche di mercato l'attore e regista comincia
all'inizio degli anni '80 a maturare l'idea di proseguire il percorso in solitario. Nel 1980 Woyezech
la nuova produzione, diretta da Marco Parodi, regista che impresse nuovo slancio alla
Cooperativa Teatro di Sardegna, vede in scena tutti gli attori della compagnia sarda per l'ultima
volta. Da quel momento in poi alcuni continueranno ad essere impegnati in nuovo allestimenti;
altri subiranno il fascino di lavorare in rappresentazioni di respiro nazionale con i grandi nomi di
richiamo del teatro italiano. I miei compagni- ricorda Mario Faticoni- desiderosi di mettere su
famiglia, e stufi di aspettare le risposte dell'ente pubblico, cominciarono ad accettare vari slogan:
per avere successo bisogna andare a Roma; per vivere di teatro, per fare professionismo bisogna
andare sul mercato. Iniziava la mercificazione del teatro -prosegue l'attore- per cui diventava
indispensabile avere un attore di spessore, un nome civetta, che richiamava un pubblico di
massa: Arnoldo Foà prima, Vallone e Bonacelli dopo.
Inizia così la terza fase dell'esperienza dell'attore e regista, dopo quella legata al CUT(Centro
Universitario Teatrale), e quella del Teatro di Sardegna. Avvenuto ormai il distacco dalla struttura
da lui stesso fondata quindici anni prima, Mario Faticoni fonda nel 1982 Il Crogiuolo e il Teatro
dell'Arco. È di quell'anno lo spettacolo itinerante di poesia sarda in lingua italiana La terra che non
ride tramutato poi in Suono di pietra. Grande successo riscuote La Serra di Harold Pinter, mai
rappresentata in Italia. La prima nazionale a Cagliari significa per l'attore e regista anche una
rivincita personale. Faticoni riesce a sovvertire l'idea che bisogna andare a Roma o a Milano per
far conoscere i propri lavori. In quell'occasione presenti in prima fila tutti i maggiori critici del
momento, le firme autorevoli dei più importanti quotidiani nazionali. Analogo riscontro hanno
avuto Dialogo di Natalia Ginzburg e Tragoidia da un racconto di Giovanni Dettori.
L'attività di produzione ha riguardato specificamente i classici del teatro contemporaneo, ma ha
anche spaziato dal lavoro di sperimentazione di nuovi registi alla ricerca che Mario Faticoni ha
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perseguito instancabile su Brecht, sui poeti sardi e sul canto i cui esiti di maggior risalto sono
stati: La terra che non ride, In cerca di Brecht e Lasciatemi cantare una canzone. All'attività di
produzione si sono aggiunte poi quella musicale, cinematografica e quella di ospitalità delle due
rassegne Teatro d'Autore e Teatrinsieme. Tanti gli allestimenti proposti, dai primi anni '80 e fino al
2002, al Teatro dell'Arco, in via Portoscalas. La permanenza del Crogiuolo in quel piccolo spazio
di ottantasei posti è stata in quegli anni ripetutamente messa a rischio da richieste di sfratto da
parte dei Gesuiti che lo avevano in concessione. Grandi battaglie con mobilitazioni dell'opinione
pubblica e delle istituzioni hanno portato alla luce del sole, negli anni '90, un teatro piccolo ma di
grande sostanza. Nel 2002 la compagnia ha dovuto trovare un nuovo spazio ed ha perciò
trasferito le sue attività al Teatro Sant'Eulalia. Nel periodo tra maggio e giugno del 2010 abbiamo
dovuto lasciare anche quest'altro importante spazio - ricorda Faticoni- per motivi economici.
Abbiamo cercato ospitalità presso altri teatri, altri palcoscenici.
Con la rassegna Primavera all'Arco in programma per il periodo gennaio-giugno 2011 il
Crogiuolo investe sul nuovo spazio Arco Studio(il nome invoca un ritorno al passato) di via
Portoscalas 17, un teatrino da camera inserito nella cornice di libri, riviste e locandine di
spettacoli. La compagnia continua a lavorare e a portare avanti i suoi progetti. Attraverso il teatro
contemporaneo si rinnova costantemente la tradizione del Crogiuolo. Grande attenzione è stata
sempre rivolta anche al teatro politico attraverso il quale, prendendo spunto dalla realtà si
affrontano temi di attualità e nascono progetti di giornalismo scenico : su questa scia produzioni
come Blood Boom Break. Perversa vitalità nel dopoguerra italiano; Gene mangia gene; Lavorare
stanca.
La compagnia presta particolare cura alla didattica con iniziative volte alla promozione del libro,
corsi di dizione e laboratori di lettura espressiva tenuti da Mario Faticoni. L'attenzione all'infanzia
porta il Crogiuolo a creare nel 2006 ad Irgoli il Festival Nazionale di Teatro Ragazzi L'isola che
non c'è, con l'obiettivo di avvicinare i più piccoli al palcoscenico che per un giorno può sostituire il
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banco di scuola. Gli spettacoli proposti sono sempre selezionati tra le più interessanti produzioni
di teatro per l'infanzia sia regionali che nazionali. NurArcheoFestival è, insieme ad ArteFatta, un
altro importante progetto a cui la compagnia tiene in particolare modo perché porta le produzioni
teatrali in spazi museali e storico-archeologici consentendo nel contempo la loro promozione sul
territorio. Fiore all'occhiello del Crogiuolo il centro studi e la biblioteca specializzata che trovano
spazio nell'attuale sede dell'Arco Studio.
Cada Die Teatro
Autore: Barbara Piras,
[email protected]
Lucio l'asino - foto Emanuele Cioglia
La compagnia Cada Die si costituisce a Cagliari nel 1982. Il primo spazio è la sede di un partito a
Cagliari, poi il piccolo teatro rionale del CEP ed altri luoghi provvisori dove era possibile provare e
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portare in scena i propri lavori.Si trattava di un teatro di strada- ricorda Alessandro Mascia,
presidente di Cada Die, attore e regista-pura e semplice dimostrazione del lavoro fatto. Le case,
le strade, i vicoli, i palazzi diventavano la scenografia. Tutto quello che avevamo realizzato
doveva essere poi adattato al contesto urbano. Il primo progetto dal titolo Escumensa, un mix tra
il catalano e il sardo dal significato evocativo iniziare, li vede confrontarsi per la prima volta con il
pubblico. È un bel banco di prova che dà alla compagnia lo slancio per produrre lo spettacolo
Mariposa, la farfalla meccanica, replicato per tanti anni e portato anche fuori dall'Italia con
successo. Ancora oggi è proposto nel cartellone del Teatro Ragazzi e riscuote ampi consensi.
Alla fine degli anni '80, alla ricerca di uno spazio all'aperto piuttosto ampio, per rappresentare lo
spettacolo Senza terra, il gruppo trova ospitalità nei locali dell'ex Vetreria di Pirri, un edificio
costruito alla fine dell'800, nato prima come distilleria e poi successivamente trasformato in una
vetreria. Dopo anni di abbandono e degrado la circoscrizione di Pirri aveva pensato bene di
utilizzarla per attività culturali e l' Aspis(Associazione per le Politiche Intercomunali e Sociali)
promuove per lungo tempo manifestazioni di vario genere facendo di quel luogo un centro di
attrazione importante per la collettività.
Per i Cada Die diventa sempre più importante poter utilizzare uno spazio teatrale canonico per
una scelta artistica ben precisa che andava sempre più nella produzione di spettacoli al chiuso e
un po' meno in quella del teatro di strada troppo soggetto alla precarietà delle condizioni
climatiche.
Nel 1991 la compagnia utilizza uno dei grandi capannoni all'interno dell'ex Vetreria
trasformandolo in un teatro funzionale. Abbiamo ripulito, in accordo con l'Aspis che gestiva quegli
spazi, un posto che era pieno di macerie, polvere, detriti per rendere possibile il suo
utilizzo-ricorda Alessandro Mascia- e abbiamo incominciato con i primi progetti di spettacolo e
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lentamente con i primi laboratori. Per quasi dieci anni il Cada Die ha operato in quello spazio
organizzando rassegne, festival, convegni, laboratori e producendo spettacoli di teatro
contemporaneo. La sperimentazione di nuovi linguaggi scenici, la cura per il lavoro dell'attore
inteso come pratica quotidiana, l'interesse per la narrazione orale hanno caratterizzato il percorso
artistico della compagnia. Centrale è sempre stato il tentativo di costruire un teatro che fosse
popolare ma teso costantemente alla ricerca di nuove forme di comunicazione.
Quando nel 2000 l'amministrazione comunale di Cagliari ha avviato i lavori di ristrutturazione
dell'ex Vetreria di Pirri, nell'ottica di riqualificazione dei centri culturali, il Cada Die ha sospeso le
proprie attività per poi riprenderle due anni dopo, a fine lavori, nel nuovo Teatro La Vetreria, uno
spazio che può ospitare fino a 200 spettatori. Dal 2006 la compagnia dispone di un'altra sala
dell'edificio dove ha aperto la Scuola di arti sceniche. Considerati i tanti laboratori che facciamospiega Alessandro Mascia- abbiamo pensato, e voglio precisare che l'idea è partita da Giancarlo
Biffi, il nostro direttore artistico, di creare una struttura che li riunisse in un unico progetto. La
scuola, luogo di incontro e di scambio dove ricercare, creare e crescere, si rivolge a tutte le fasce
d'età con l'obiettivo di offrire ai partecipanti la possibilità di sviluppare le proprie capacità
espressive. Il gioco del teatro si articola in due laboratori, uno per i bambini dai 7 ai 10 anni, l'altro
per quelli dagli 11 ai 13 anni. Per gli under 20 il corso, Cuori di panna smontata, propone di
fornire gli elementi fondamentali della pratica dell'attore insieme all'analisi del testo, allo studio del
personaggio e della relazione teatrale. Per gli aspiranti attori Giancarlo Biffi, regista e attore, tiene
il corso La pratica dell'attore a numero chiuso e selezionato.
Un discorso a parte meritano due progetti che dimostrano la grande passione per il lavoro
teatrale. Uno è La guerra dentro casa rivolto agli anziani. Il corso intende lavorare sulle
testimonianze di coloro che hanno vissuto la tragica esperienza dei bombardamenti del '43
quando la città venne quasi completamente distrutta. Ai racconti tragici, ma visti dagli occhi
innocenti di chi allora era un bambino, è seguito un lavoro di narrazione e di ricerca teatrale che
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ha prodotto uno spettacolo, rivolto in particolare alle scuole. L'obiettivo- ci ricorda il presidente del
Cada Die- è quello di creare, in collaborazione con la cattedra di Antropologia Culturale
dell'Università di Cagliari, un archivio di video e testimonianze, che ancora oggi stiamo
raccogliendo, a memoria di ciò che è accaduto perché rimanga una traccia sopratutto per le
giovani generazioni.
L'altro progetto che incide profondamente nel tessuto sociale è Migranti. Nato nel 1999 su
iniziativa di Alessandro Mascia si è consolidato nel corso degli anni fino a diventare un tassello
imprescindibile nelle molteplici attività del Cada Die. Tutto è iniziato- ricorda il suo ideatorequando il Sindaco di Soleminis, e mio caro amico, mi chiese di fare un laboratorio teatrale per i
ragazzi che frequentavano la piazzetta del paese con l'obiettivo di distoglierli da quell'unico
passatempo per avvicinarli ad un'attività culturale. In realtà solo una piccola parte di quei ragazzi
mostrò interesse per l'iniziativa che invece attirò persone, per la maggior parte, con disabilità di
vario tipo. Il primo esperimento sostenuto economicamente dall'Amministrazione Comunale, e in
particolare dall'Assessore alla Cultura di Soleminis, durò un anno e quel primo progetto fu
successivamente aperto alle richieste provenienti dai comuni limitrofi. Diventò un gruppo stabile
di lavoro- racconta il presidente del Cada Die- e decidemmo di chiamarlo migranti per un
semplice motivo: cambiavamo zona di lavoro continuamente.
Migranti è un laboratorio teatrale che si rivolge all'area del disagio fisico, psichico e sociale. Si
sviluppa dall'incontro di anime diversamente abili con quelle che definiamo normali. Da questo
incontro- spiega Alessandro Mascia- si matura la consapevolezza che lavorare sulle diversità
significa scoprire nuove forze e nuove ricchezze ed è un viaggio affascinante, perché da queste
persone possiamo imparare, se vogliamo, la forza, l'energia, la passione. Diversi gli spettacoli
prodotti nell'ambito di questo progetto: Migranti, popolo in cammino(2000); Echi lontani(2001);
Pronto soccorso-Ospedali riuniti(2003); Dedicato a Gigi(2005); Con tutto l'amore che
posso(2007). Le rappresentazioni sono state poi ospitate in diverse rassegne di teatro-diversità in
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Umbria, in Emilia Romagna e in Sicilia. Le tematiche affrontate in questo laboratorio teatrale così
speciale sono state motivo di incontro e confronto in due importanti occasioni: il convegno
nazionale, tenutosi a Lanusei nel 2002, sul tema Teatro e marginalità, e quello internazionale
svoltosi a Cagliari nel 2004, e patrocinato dal Ministero della Salute, dal titolo Migranti, la
ricchezza delle differenze. Nel 2008 il progetto è migrato in Ogliastra in collaborazione con la ASL
di Lanusei, e l'anno dopo, sempre con il sostegno della ASL è approdato ad Oristano e comuni
vicini.
Diverse le iniziative capitanate dal Cada Die che lo vedono attivo nell'ambito di rassegne e
festival. Con la La Sardegna dei Teatri nata nel 2007, la compagnia, in collaborazione con
Bocheteatro di Nuoro, La Maschera di San Sperate, Rossolevante di Tortolì e i teatri comunali di
Serrenti e Sine Nomine Teatro, si propone di realizzare una circuitazione popolare che porti il
teatro anche in quei luoghi dove difficilmente arriva, accompagnando lo spettatore in una
riflessione sui temi e i linguaggi del teatro contemporaneo.
Il Teatro in corto è rivolto ad artisti e gruppi emergenti con l'obiettivo di dare loro visibilità e
magari scoprire nuovi talenti. Il concorso prevede la presentazione di opere inedite della durata di
quindici minuti che esplorino nuovi percorsi di ricerca e linguaggio. Il Cada Die mette a
disposizione gli spazi e un indispensabile supporto tecnico. Dal 2006, anno della prima edizione,
il progetto ha riscontrato un ampio successo di pubblico e le domande, provenienti da tutta la
Sardegna sono state sempre più numerose.
Da undici anni Ogliastra Teatro-Festival Internazionale dei Tacchi anima le serate estive in una
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zona meravigliosa della Sardegna e ancora selvaggia. Nato a Tortolì dopo qualche anno si è
trasferito a Jerzu. Con questo progetto- spiega Alessandro Mascia- volevamo dare attenzione e
visibilità ad attività che si svolgevano principalmente in Sardegna ma con un occhio sempre molto
attento all'esterno. È supportato da un piccolo contributo dell'Assessorato al Turismo della
Regione ed anche per questo desideriamo che abbia un aspetto il più ampio possibile. È una
Rassegna che si svolge in spazi all'aperto allestiti nella Cantina Antichi Poderi di Jerzu, ma anche
nei canyon e nei boschi, sotto le stelle dei tacchi d'Ogliastra, paesaggi naturali che diventano
palcoscenici unici e indimenticabili.
Il percorso artistico del Cada Die si coglie anche nelle produzioni del teatro rivolto ai ragazzi. La
compagnia ha sempre prestato particolare attenzione al pubblico dei più giovani eccezionale per
l'attitudine all'ascolto e per l'immediatezza delle risposte. Capitani Coraggiosi è un appuntamento
seguito e apprezzato fin dalla sua prima edizione nel 1997. La nostra compagnia- aggiunge
Mascia- svolge una parte importante di lavoro teatrale che riguarda i bambini e i ragazzi. È
un'area interessante e di grande stimolo per noi operatori perché quei piccoli spettatori
rappresentano il pubblico di domani. La Rassegna è articolata in modo tale da suscitare vivo
interesse da parte dei giovanissimi e delle loro famiglie: ad un primo momento dedicato ai
laboratori creativi segue una gustosa merenda, chiude in bellezza la messa in scena dello
spettacolo.Capitani Coraggiosi è seguito anche dalle scuole dell'infanzia e da quelle primarie e
secondarie di I° grado per le quali la compagnia riserva dei matinée. La grande dedizione che
rivolgiamo al teatro ragazzi -racconta il Presidente del Cada Die- ci riporta agli inizi della nostra
storia. I primi progetti di teatro di strada non erano altro che scritture di fiabe originali che avevano
come pubblico proprio i ragazzi e le scuole. Oggi esiste un circuito nazionale di teatro ragazzi a
sé stante e questo spiega anche perché l'attività rivolta alla produzione di spettacoli per i più
giovani sia, per molte compagnie e anche per la nostra, continuativa e inserita in un cartellone
dedicato.
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Teatro Actores Alidos
Autore: Barbara Piras,
[email protected]
V. Pilia e P. Fresu in Medea - foto M. Losito
Actores Alidos significa, nell'antico logudorese, attori che si rinnovano. La compagnia, attiva già
dal 1980, viene costituita a Cagliari nel 1982 dal regista e direttore artistico Gianfranco Angei e
dall'attrice Valeria Pilia. Gli inizi della mia attività artistica sono antecedenti a quella data- spiega
Angei- mi avvicino al teatro con l'intento di studiare, approfondire, conoscere e confrontarmi con
altre realtà dal 1973. Qualche anno più tardi, nel 1977, comincio a propormi come animatore
culturale e teatrale ottenendo sempre un grande seguito. Ho contribuito a formare alcune
compagnie, come Akròama o Cada Die, per rimanere nell'ambiente cagliaritano- prosegue il
regista- e proprio da una scissione all'interno di quest'ultima è nato il Teatro Actores Alidos.
Fin dai primi anni la compagnia si impone con importanti attività sia nella produzione di spettacoli
che nella organizzazione di manifestazioni culturali. Il primo lavoro, un progetto di ricerca, su cui
gli artisti sperimentano le proprie capacità artistiche, è la realizzazione di un video teatrale girato
in un ambiente naturale molto suggestivo, le dune di Piscinas, le più alte d'Europa. In quasi
trent'anni di attività il Teatro Actores Alidos ha prodotto oltre 35 spettacoli circuitando in ambito
nazionale ed europeo, e partecipando ai più prestigiosi Festival Internazionali in Italia e all'Estero.
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Il primo allestimento teatrale è Al passo con Sam(1982) che viene invitato a rappresentare la
Sardegna al Festival di Sant'Arcangelo di Romagna, una delle più importanti manifestazioni di
quegli anni. Per la giovane compagnia è un momento di grande soddisfazione che conferma la
validità del percorso artistico intrapreso. È del 1984 lo spettacolo Il Mestiere dell'attore portato,
nelle scuole medie e superiori, in giro per la Sardegna per più di dieci anni. L'obiettivo del regista
era quello di far conoscere ai ragazzi il percorso che porta gli attori al momento ultimo dell'esito
scenico. Con un chiaro intento didattico il lavoro si proponeva di diffondere e stimolare l'interesse
verso l'arte e la cultura teatrale. Proseguendo in un percorso a tappe, che evidenzia i momenti
salienti, nel 1985 viene prodotto E' tutto troppo tranquillo: il successo dell'opera e la grande
risonanza in tutta l'Isola sono confermati dalle ottime recensioni che Vittorino Fiori, grande
cronista e critico teatrale, fa sulle pagine dell'Unione Sarda.Questo spettacolo- ricorda il registaci ha aperto, per la prima volta, le porte dei Festival Internazionali. L'anno successivo, infatti,
siamo stati invitati a quello di Copenaghen.
Durante gli anni '80, accanto alla produzione di spettacoli, Gianfranco Angei conduce anche
un'intensa attività didattica proponendo laboratori, seminari, corsi sul teatro rivolti all'utenza
giovanile e alle scuole di ogni ordine e grado. Il regista promuove il progetto Iniziative di cultura
teatrale nel 1985 e racconta: I miei laboratori erano sempre molto seguiti, erano molto
coinvolgenti soprattutto perché proponevano percorsi alternativi al teatro classico. Noi abbiamo
sempre cercato di effettuare una costante ricerca di forme rinnovate di espressione teatrale. Molti
gli artisti di fama e di successo italiani e stranieri che hanno accolto il nostro invito e che hanno
messo la loro arte al servizio dei nostri allievi. A conferma del successo dell'attività didattica la
compagnia, negli anni dal 1985 al 1987, ha promosso, organizzato e diretto corsi di Formazione
Professionale, banditi dalla Comunità Europea, per attori teatrali. Proprio in quegli anni e
precisamente nel 1985 il Teatro Actores Alidos viene riconosciuto dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali come Compagnia professionale di Interesse nazionale. Più tardi, nel 2001,
arriverà il riconoscimento come uno dei trenta Teatri d'Innovazione per la Ricerca e la
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Sperimentazione presenti in Italia.
La sede nella quale la compagnia svolge la sua attività, ramificata tra produzioni, formazione e
organizzazione di rassegne e festival, è un magazzino seminterrato in Viale Fra' Ignazio a
Cagliari. Uno spazio che per tanti anni permetterà agli artisti di provare, allestire, portare in scena
gli spettacoli e condurre i laboratori teatrali. Sul finire degli anni '80, quando le esigenze di un
luogo più ampio diventano più pressanti, gli Actores Alidos si trasferiscono in Via Molise a
Cagliari. Proprio in quella sede la compagnia inaugura nel 1991 il Centro di Documentazione
sullo Spettacolo(attualmente ospitato al Teatro Centrale Alidos a Quartu Sant'Elena). Negli anni
avevamo accumulato- spiega Angei- un po' di materiale e, a quel punto, ci siamo posti l'obiettivo
di proseguire nella ricerca di testi teatrali, video, riviste specializzate per promuovere un'iniziativa
che potesse essere utile a tutti i cittadini, non solo ai professionisti del settore. Volevamo
documentare il grande fervore teatrale e culturale degli anni '80 sia in Italia che all'estero. Tra le
leggi regionali avevamo trovato un capitolo che ci permetteva di chiedere un finanziamento grazie
al quale abbiamo potuto aprire il Centro. È un patrimonio importante che comprende circa
cinquemila volumi, dal teatro classico a quello contemporaneo, dalla saggistica a riviste
specializzate sullo spettacolo dal vivo, mille video di teatro, danza, allestimenti e studi scenici.
Nella sede di Via Molise- ricorda Angei- il Centro era molto frequentato non solo da artisti e
studiosi ma anche da studenti, giornalisti e intellettuali con sale adibite alla lettura, all'ascolto della
musica e alla proiezione dei video. La compagnia ha fatto parte anche dell'Istituto Internazionale
del Teatro del Mediterraneo che si adoperava per la diffusione della cultura teatrale soprattutto
nei paesi particolarmente svantaggiati. A questo fine Angei promuove la Rete Mediterranea dei
Centri di Documentazione di ben ventiquattro Paesi.
Un momento significativo coincide, nel 1992, con la nuova produzione Sonos de Ammentos(
Suoni della memoria). Con lo spirito di voler sperimentare, di cercare sempre qualcosa di nuovo
che andasse al di là degli insegnamenti ricevuti- spiega il regista- abbiamo avvertito l'esigenza di
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capire, di penetrare nel profondo la realtà culturale nella quale viviamo. Siamo andati alla
riscoperta di usi e tradizioni che ci riportano alle nostre origini. Da una ricerca antropologica sulla
Sardegna è nato questo allestimento di elevato impatto emozionale. Lo spettacolo riscuote un
grande successo di pubblico e di critica in ambito nazionale e internazionale partecipando nel
1993 al Festival di Almagro, in Spagna, e poi l'anno successivo al Festival del Teatro
Contemporaneo di Losanna in Svizzera dove la compagnia viene citata come una delle più
interessanti realtà internazionali.
Alla fine del 1994, alla ricerca di uno spazio teatrale più grande e a causa degli affitti, di anno in
anno sempre più alti, la compagnia si trova costretta a lasciare la sede di Via Molise a Cagliari
senza sapere dove andare fino a quando si apre la prospettiva di acquisire il vecchio cinema a
Quartu Sant'Elena. Dopo varie vicissitudini contrattuali- ricorda Angei- trovammo un accordo col
proprietario della sala cinematografica ormai in una condizione di degrado e abbandono.
Iniziammo una prima fase di ristrutturazione nel 1995 per poter riprendere le nostre attività. I
lavori sono andati avanti nel corso degli anni fino a concludersi nel 2001. Abbiamo profuso tutte le
energie per avere un teatro nostro, lo abbiamo dotato di un ampio spazio scenico e lo abbiamo
pensato in modo tale da creare un rapporto intenso tra spettatore e attore. Tutto questo è il
Teatro Centrale Alidos.
Un'altra tappa importante è la produzione, nel 1997 di Visiones, risultato del confronto con altri
linguaggi e con altri percorsi artistici. Per la prima volta lo spettacolo intreccia il teatro alla musica
con la partecipazione del quartetto del musicista Enzo Favata. Le sperimentazioni di Gianfranco
Angei proseguono l'anno successivo con La Comicissima tragedia di Romeo e Giulietta
realizzato, per la prima volta, senza la sua regia. È stato un momento di confronto con altri metodi
ma anche con un altro genere teatrale, la Commedia dell'Arte, fino ad allora mai esplorato. Lo
spettacolo, replicato per dieci anni, ha riscosso sempre notevole successo. Segue nel 1999 Mille
e un sogno. Per questa nuova produzione la regia è affidata a Else Marie Laukvik, storica
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collaboratrice di Eugenio Barba, figura di spicco del teatro contemporaneo e fondatore dell'Odin
Teatret. Il 2000 segna un altro momento importante per la compagnia. Ho messo in scena
Medea-Variazioni sul Mito- ricorda il regista- cercando di attraversare i vari autori per arrivare ad
una scrittura scenica originale, approccio che ho sempre utilizzato per i miei lavori. Il progetto
teatrale prevede l'incontro ancora una volta tra la musica e il teatro: ad accompagnare la
recitazione il trombettista Paolo Fresu in una prima versione e Gianluigi Trovesi in un'altra
versione. Portata in vari Festival Internazionali, l'opera riceve il plauso della critica e il consenso
del pubblico.
Dopo quasi dieci anni, nel 2001, la compagnia riprende la ricerca antropologica sulle tradizioni
sarde, in particolare sui miti e le leggende non solo della nostra terra ma di tutto il bacino del
Mediterraneo. Nasce Paristoria, presentato in prima nazionale ad Asti, un felice connubio tra
musica, teatro e danza. Ancora una volta- racconta Angei- questo spettacolo ci ha aperto le porte
dei Festival Internazionali. Abbiamo incontrato notevoli apprezzamenti da parte della critica che
ha parlato di una compagnia talentuosa e di uno spettacolo affascinante. Sempre dello stesso
anno è Canti delle donne sarde, un concerto realizzato a cappella e ispirato alla millenaria cultura
sarda. Le cinque voci femminili esplorano i canti tradizionali delle donne sarde tipicamente
monodici fino ad esplorare quelli polifonici di competenza tipicamente maschile. Da questa
ricerca è nato uno spettacolo di grande impatto presentato la prima volta al Festival di Danimarca
alla corte dell'Odin Teatret. In quell'occasione Eugenio Barba propone i canti ad una Scuola di
Musica. La compagnia riceve inaspettati apprezzamenti confermati dal successo in un altro
Festival, sempre in Danimarca, accanto al Coro delle Voci Bulgare e ai Tenores di Bitti. Nel 2005
la Finisterre, una delle più importanti case discografiche italiane di musica popolare, ha prodotto il
CD Canti delle donne sarde. Questo primo lavoro discografico è circolato nelle riviste
specializzate europee suscitando le critiche più lusinghiere. Ha partecipato al Womex, edizione
2005, la vetrina di World Music più importante al mondo, ed è stato ospitato con successo nei più
prestigiosi Festival nazionali e Internazionali. Una produzione che ha regalato agli Actores Alidos
grandi riconoscimenti e soddisfazioni.
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Nel 2002 il nuovo allestimento è Le Troiane per la regia di Carlo Quartucci, uno dei nomi storici
del teatro italiano. L'anno dopo Mater mediterranea riporta la compagnia a sperimentare nuove
forme di linguaggio: lo spettacolo nasce per essere portato e recitato nei siti archeologici di
grande interesse storico e si adatta di volta in volta alla scenografia naturale presente
nell'ambiente. Altra particolarità, è concepito per svolgersi in tre momenti differenti nel corso della
giornata, all'alba, al tramonto e infine a mezzanotte. Proseguendo nell'attività di produzione si
distingue, tra gli altri, Poema dell'anima Assente(2007), dedicato a Garcia Lorca, un progetto
multimediale di poesia, musica, pittura, acrobazia, videoproiezione: in scena, oltre alle attrici,
l'accompagnamento musicale di tre musicisti, il pittore Angelo Liberati che dipingeva su tele poste
ai lati del palco, proiezioni di documenti, concessi dal Museo Garcia Lorca di Madrid, tra cui rari
allestimenti teatrali che videro l'autore spagnolo in veste di attore. L'ultimo lavoro del Teatro
Actores Alidos è Poetico femminile(2011). In scena sei attrici, tra cui un'acrobata e una
fisarmonicista, che esprimono la loro vena poetica interpretando poesie di autrici femminili o di
autori maschili che hanno dedicato i loro versi alla donna. Lo spettacolo è stato portato in alcuni
istituti superiori confermando l'attenzione della compagnia verso il mondo della scuola.
L'intensa attività didattica che la compagnia, diretta da Gianfranco Angei, ha perseguito nel corso
degli anni, attraverso l'organizzazione di laboratori, seminari, corsi di teatro, si è indirizzata
sempre più verso un progetto di formazione ben preciso: La Bottega d'Arte Teatrale. Ho sempre
avuto la consapevolezza- spiega il regista- che la formazione sia un aspetto delicato del nostro
lavoro. Condurre dei laboratori, come ho fatto fin dal principio, per avvicinare, incuriosire,
interessare i giovani al teatro non vuol dire fare formazione vera e propria. Da dieci anni a questa
parte abbiamo fatto una scelta che andasse invece in questa direzione. Nel 2004 gli Actores
Alidos tentano un primo passo con l'istituzione di una Scuola Internazionale di Teatro, un progetto
che non è potuto andare avanti per l'annosa questione della mancanza di fondi monetari.
Qualche anno più tardi, nel 2008, viene aperta la Bottega d'Arte Teatrale, una scuola rivolta ai
giovani, di età compresa fra i 18 e i 35 anni, seriamente intenzionati a fare un percorso di
formazione all'interno della compagnia finalizzato ad apprendere il mestiere dell'attore. I ragazzi
selezionati vengono affiancati dagli elementi stabili della compagnia che, come i maestri artigiani
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di una bottega, guidano il lavoro e la crescita degli allievi: questo è lo spirito con cui il Teatro
Actores Alidos affronta questa iniziativa.
Grande attenzione è stata sempre rivolta all'organizzazione di Festival e Rassegne Internazionali
di Spettacolo con l'intento di trovare e far conoscere le novità teatrali. Con orgoglio posso direracconta Angei- che abbiamo portato artisti come Sol Picò, una danzatrice spagnola che oggi è
una star internazionale della danza, o Cristina Branco, cantante portoghese conosciuta in tutto il
mondo. Dal 1987 al 1994 la compagnia presenta Vetrina la Rassegna di novità teatrali che, dal
1995, in coincidenza con il cambio di sede e l'acquisizione del teatro a Quartu Sant'Elena, evolve
in Oltre i Confini-Festival Internazionale di Teatro, Musica, Danza. Il Teatro Actores Alidos ha
ospitato artisti e compagnie provenienti da tutto il mondo ed organizzato Grandi Eventi che hanno
visto la partecipazione di eccellenti artisti come Michael Nyman, Lindsay Kemp e tanti altri.
Un occhio di riguardo è riservato bambini con la Rassegna Il Teatro delle Meraviglie che propone
un programma ricco di spettacoli curiosi e classici rivisitati. Avvicinare i più piccoli, che
rappresentano il pubblico di domani, al magico mondo del teatro è l'obiettivo primario della
compagnia, insieme alla possibilità che genitori e figli condividano un momento di crescita
culturale importante per entrambi.
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Ce.D.A.C.(Centro Diffusione Attività Culturali)
Autore: Barbara Piras,
[email protected]
La ciociara - Finocchiaro - Russo - foto Massimiliano Pappa
Un impulso significativo alla diffusione delle attività culturali, con particolare riguardo a quelle
teatrali, viene dato nel 1986 con la costituzione del Circuito Teatrale Regionale Sardo che già
operava fin dagli anni '80 nell'ambito della distribuzione. Nel settembre di quell'anno il Ministero
del turismo e dello Spettacolo rivolse la richiesta, alla Cooperativa Teatro di Sardegna, di operare
una differenziazione delle attività di produzione da quelle di distribuzione. Nasce così il Ce.D.A.C.
Centro Diffusione Attività Culturali.
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Il Circuito è un organismo ufficialmente riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali
ed opera nell'ambito di una rete nazionale di Circuiti Regionali(il Ministero infatti riconosce un solo
Circuito Teatrale per ogni regione). Deve garantire, questo lo scopo primario, la diffusione della
cultura teatrale in tutto il territorio utilizzando prima di tutto gli spazi agibili e, laddove questo non
sia possibile, adattare le strutture esistenti trasformandole in teatri o sale di spettacolo. Come ha
sottolineato la direttrice artistica ed organizzativa del Ce.D.A.C.(Centro Diffusione Attività
Culturali) Valeria Ciabattoni, il ruolo delle amministrazioni pubbliche è fondamentale nell'operare
di concerto con il Circuito e nel sposarne le intenzioni e la filosofia. Per i comuni, che aderiscono
al Circuito, questo rappresenta un grande vantaggio sopratutto in un territorio come quello della
Sardegna, dove accanto ai principali centri, Cagliari e Sassari, si diramano tutta una serie di enti
locali medio piccoli molto diversi tra loro. In quest'ottica anche il più piccolo comune può garantire
al cittadino, attraverso un finanziamento o un contributo, secondo quello previsto dal proprio
statuto o regolamento, una stagione teatrale di respiro nazionale con una selezione di titoli e nomi
importanti. Viene perciò garantito, tra il Circuito e gli enti locali un rapporto di continuità che dura
ormai da oltre trent'anni.
Nell'ultimo periodo un dato significativo rappresenta l'adesione al Circuito anche da parte delle
Province. Il lavoro di capillarizzazione, ampiamente riconosciuto, che il Ce.D.A.C. fa anno dopo
anno, infatti, è tale da coinvolgere non solo i cittadini del luogo dove esiste fisicamente un teatro,
ma tutta la popolazione del distretto provinciale in cui si opera. Il Circuito, con diciotto teatri, copre
l'intero territorio regionale anche se l'attività si svolge sopratutto nel nord della Sardegna per la
presenza di un numero maggiori di spazi teatrali.
Come funziona il Circuito Teatrale Regionale Sardo? È la direttrice ad individuare, come lei
stessa ha spiegato, ogni anno con dodici mesi d'anticipo rispetto alla stagione successiva, una
rosa di compagnie andandole a vedere di persona o valutando i progetti proposti. Decido quindi
quali spettacoli preferire, prosegue Valeria Ciabattoni, basandomi sulla qualità che è sempre al
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centro della nostra scelta. Il passo successivo attiene al come organizzare la stagione rispettando
due parametri fondamentali e imprescindibili: la prosa classica e la nuova drammaturgia. La prima
perché è alla base della buona conoscenza del teatro ed è propedeutica alla comprensione della
seconda. La nuova drammaturgia per dare spazio agli autori nuovi e alle sperimentazioni
contemporanee. Dopo aver individuato una cinquantina di titoli, viene confeziona una proposta e
presentata agli assessori competenti dei Comuni aderenti al Circuito che di norma appoggiano il
progetto artistico siglato da una proposta economica. La macchina organizzativa, a questo punto,
è pronta a partire.
Lattività del C.T.R.S. ha registrato, fin dallorigine, ampi consensi e ha sicuramente svolto un
ruolo di primo piano nel processo di sviluppo e diffusione della cultura teatrale, costituendo, nel
contempo, un importante appuntamento della vita civile e culturale in molte località della nostra
isola. La stagione di prosa classica rappresenta il fulcro dell'attività del Circuito. In tanti anni di
rappresentazioni il pubblico ha potuto apprezzare da Goldoni a Moliére, da Shakespeare a
Pirandello in un susseguirsi di spettacoli di alto livello. Performance di grandi attori, dai nomi più
illustri del teatro italiano agli artisti di ultima generazione, e rappresentazioni di grande successo
confermano l'impegno del Ce.D.A.C Sardegna nei confronti del pubblico che partecipa di anno in
anno sempre più numeroso. Oltre alla prosa classica il Circuito Teatrale Regionale Sardo ha
sviluppato, negli ultimi cinque anni, la sezione del Teatro ragazzi. Questa iniziativa nasce
dall'esigenza di educare il pubblico del domani nella giusta maniera. Cercare di attirare il pubblico
giovane, dai bambini della scuola materna ai ragazzi della scuola superiore, è un obiettivo
importante per il Ce.D.A.C. Per questo-ha aggiunto Valeria Ciabattoni- è fondamentale spaziare il
proprio sguardo anche sulle altre realtà del teatro ragazzi ed avere una visione più ampia che ci
aiuti a fornire gli strumenti adeguati per preparare i bambini e i ragazzi allo spettacolo. L'intento
viene raggiunto perseguendo due strade: la prima prevede diversi incontri con gli insegnanti per
spiegare il progetto; la seconda, che rappresenta un momento unico, vede registi e attori, prima o
dopo lo spettacolo, a completa disposizione dei giovani spettatori che con la loro curiosità
disarmante travolgono di domande i protagonisti dello spettacolo.
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Accanto alla stagione di prosa il Ce.D.A.C. promuove attività di spettacolo su tematiche
particolari, legate fortemente alla nostra società, alla sua storia e cultura. E' questo il Teatro per
temi: eventi speciali come la Giornata della Memoria o il 150° anniversario dell'Unità d'Italia
diventano occasioni per proporre nuovi spettacoli, ma anche per sviluppare interessanti dibattiti e
confronti sia con il pubblico adulto sia, sopratutto, con quello più giovane. Di fondamentale
importanza, per il Ce.D.A.C., i momenti di incontro con gli artisti che fanno teatro. Attori, registi,
sceneggiatori e scrittori si mettono al servizio degli spettatori per svelare le motivazioni e il
percorso che stanno alla base di un esito scenico.
Degno di nota è il festival La Notte dei Poeti. Si rinnova ormai da ventotto anni una
manifestazione che ha proposto testi della tradizione classica, moderna e contemporanea
interpretati dai più grandi artisti nazionali, cercando di fondere poesia, prosa, musica e danza.
L'appuntamento estivo che per tanti anni ha trovato nel Teatro di Nora, in fase di ristrutturazione,
lo scenario ideale, è stato trasferito per le ultime due edizioni al Teatro Civico di Castello, un
piccolo gioiello nel cuore della nostra città.
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Riverrun
Autore: Barbara Piras,
[email protected]
Adynaton - foto Max Mocci
In anni più recenti, nel 1997 una nuova associazione culturale si è affacciata nel panorama
culturale della città: il Riverrun Teatro, acqua che scorre, da un neologismo che James Joice
scelse come prima parola del suo romanzo Finnegans Wake. Opera attivamente nella sua sede
di via Giardini a Cagliari dal 2000. Nell'anno successivo ottiene, dalla Regione Autonoma della
Sardegna, il riconoscimento come organismo professionale di produzione, distribuzione e
didattica teatrale. Da quel momento Riverrun ha prodotto più di cinquanta spettacoli teatrali di vari
autori e registi. La nostra sede-spiega Fausto Siddi, attore e regista teatrale-è stata sempre
considerata, fin dai nostri esordi, un luogo del nuovo teatro dove si presentavano proposte
innovative. Per questo motivo ai nostri spettacoli veniva sopratutto un pubblico giovane, in
particolare quello degli studenti universitari, attratto e incuriosito dalla novità.
Il Riverrun si è contraddistinto anche per un'ampia attività didattica di base rivolta a tutti
caratterizzata da un forte spirito aggregativo e finalizzata alla promozione del teatro e alla ricerca
del nuovo pubblico. Da questi laboratori nascevano esiti scenici di grande visibilità e successo.
Non si trattava semplicemente di saggi finali-chiarisce Fausto Siddi- ma di veri e propri spettacoli
attraverso cui i giovani potevano farsi conoscere ed apprezzare dal pubblico. Parallela a questa
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attività didattica di base il Riverrun ha condotto i corsi di formazione . Dal 2000 al 2003 l'attore e
regista teatrale ha diretto una scuola di recitazione per attori che aveva un indirizzo
professionistico e dalla quale sono usciti molti giovani attori che oggi lavorano in altre compagnie.
L'esperienza, che riscosse ampio successo e che vide tra i docenti Rino Sudano, un grande
nome del teatro italiano, non proseguì per l'ingente impegno economico che gravava totalmente
sugli allievi. Voglio precisare- ha proseguito il regista- che in città non esisteva qualcosa di simile.
Da parte mia era anche una provocazione perché le compagnie più titolate e che hanno sempre
avuto i contributi più sostanziosi facessero qualcosa che la città e sopratutto i giovani chiedevano.
Nel 2008, il Riverrun, sempre attento alla didattica, ha istituito il Centro di formazione e ricerca
sull'arte dell'attore. Il corso triennale di recitazione ha infatti un carattere di formazione culturale
sulla recitazione. Si accede solo dopo aver frequentato e completato con successo il corso base
di recitazione(avviamento all'arte della recitazione). La formazione proposta dal Riverrun si
arricchisce inoltre del corso recitazione di 3° livello(l'interpretazione della parte nella messa in
scena) e del corso di dizione. Diretti da Lorenzo Mori, nuovo direttore artistico del teatro, il
seminario di drammaturgia contemporanea e quello di pratiche di teatro a scuola. Grande
attenzione è rivolta ai bambini con un laboratorio dedicato a loro e un'esperienza di video-teatro
che sfocia nella produzione di un cortometraggio con tutti i piccoli coinvolti.
Il Teatro all'arrembaggio, giunto alla seconda edizione, è la rassegna dedicata ai più giovani e si
prefigge lo scopo di valorizzare l'esperienza teatrale nelle scuole. Diverse le produzioni che il
Riverrun ha proposto per il teatro ragazzi: l'ultima portata in scena è Storia di una gabbianella e
del gatto che le insegnò a volare tratto dall'omonimo romanzo di Luis Sepùlveda. Il teatro è un
momento in cui la gente si aspetta che accada qualcosa, è un luogo di ricerca e di scoperta delle
emozioni, in cui si rivelano le verità artistiche-dice Fausto Siddi- perciò molti entrano nella nostra
scuola triennale ma anche nei nostri corsi proprio con l'obiettivo di fare nuove scoperte e trovare
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risposte. La presenza della compagnia nelle scuole di diverso ordine e grado si è concretizzata
con i laboratori teatrali dalle tematiche spesso legate alla realtà sociale e culturale. Ne sono un
esempio, tra gli altri, quelli organizzati per il liceo scientifico Alberti di Cagliari sull'emergenza
emigrazione e sulla triste persecuzione degli ebrei.
Accanto all'attività didattica i progetti di animazione alla lettura che il Riverrun organizza in
collaborazione con il Servizio Bibliotecario provinciale comunale. Grande successo ha riscosso
nel corso del 2009 il progetto A voce alta, ad alta voce per la promozione e la diffusione
dell'attività di lettura sul territorio, e, l'anno dopo, Vola Alto, letture pubbliche con protagonisti i
cittadini nella veste di lettori.
Molti i progetti speciali organizzati con enti pubblici e privati, scuole, università e biblioteche. Da
ricordare: Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio per la Scuola superiore Su Pallone
a Nuraxinieddu, nell'ambito del Progetto immigrazione della Provincia di Oristano(2009). Esserreti
Conferenza spettacolo in collaborazione con lOsservatorio Astronomico di Cagliari(2008). Antico
Olimpo/Olimpo nuovo esito scenico finale, articolato in tre giorni, del laboratorio Il mondo visto dai
ragazzini tenuto presso la scuola media dell'Istituto S. Cuore di Cagliari. Reazione volatile da Il
barone rampante di Italo Calvino, un laboratorio teatrale rivolto agli adulti per conto
dellAssessorato alla Cultura del Comune di Lunamatrona. I lupi nei muri: i bambini attraverso la
lettura ad alta voce delle vignette del fumetto I lupi nei muri di Neil Gaiman, hanno danno vita ai
personaggi, mentre una videoproiezione faceva scorrere le immagini della storia(Progetto di
laboratorio teatrale rivolto ai bambini per conto della Biblioteca Comunali di Samassi ).
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Nel 2009 Riverrun, dopo una riorganizzazione della propria struttura, ha costituito una
compagnia stabile rivolta alla creazione di spettacoli adatti alla circuitazione. Il futuro della
compagnia è ora affidato ad un nuovo direttore artistico, Lorenzo Mori, che tiene subito a
precisare: Oggi lavoriamo con grandi difficoltà. La congiuntura economica, con i numerosi tagli
alla cultura, impedisce all'arte in tutte le sue forme e alla ricerca della creatività di contare su una
cosa che è un grandissimo segno di civiltà: il sostegno pubblico. Credo che gli operatori teatrali,e
quelli culturali in generale, debbano immaginare un futuro diverso da quello che è stato fino ad
ora. Sarà fondamentale rivolgere il proprio sguardo verso l'esterno, cercando le coproduzioni e le
collaborazioni internazionali; ricercare il finanziamento europeo o extraeuropeo; creare delle
sinergie con le altre compagnie sia nella produzione che nella distribuzione degli spettacoli.
Sulla scia di questo pensiero il Riverrun sta improntando tutti i progetti futuri sull'apertura, sia
degli spazi fisici e della gestione operativa che della programmazione artistica, verso l'esterno.
Questo comporterà un confronto sempre più ampio verso le altre realtà regionali, ma sopratutto
verso quelle esistenti fuori dal territorio nazionale. Un obiettivo importante riguarda la
collaborazione con le giovani generazioni di attori teatrali. Questi giovanissimi gruppi di under 30,
le nuove espressioni artistiche nel panorama italiano- tiene a precisare il direttore artistico- sono
considerati, a detta dei maggiori critici, l'espressione più avanzata e più innovativa del teatro
mondiale. I nostri sforzi e le nostre risorse saranno indirizzate verso il sostegno alla creatività e a
progetti di qualità.
La costante attenzione verso i più giovani si concretizza attraverso esperienze teatrali nuove e
interessanti. L'ultima fatica è stata la produzione, nel corso del 2011, di uno spettacolo dal titolo
Adynaton, di cui Fausto Siddi ha curato la regia: è la messa in scena di un testo scritto da un
giovane di Marrubiu, Mauro Teti che ha vinto il Premio di drammaturgia Francesco Masala
2010(creato dall'Università di Cagliari, facoltà di Lettere e Filosofia, in collaborazione con
l'Associazione Arcipelago, per promuovere e sostenere progetti di scrittura teatrale inediti creati
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da giovani studenti delle Università italiane di età inferiore ai 28 anni). A calcare il palcoscenico
un giovanissimo attore, del terzo anno del corso di recitazione organizzato dal Riverrun, che potrà
quindi cimentarsi in un opera prima. Non immaginatevi allestimenti sfarzosi , i tempi non lo
permettono - commenta Lorenzo Mori- stiamo tornando ad un teatro povero, ma anche con il
niente si può fare teatro: è questa per noi una grande sfida.
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