ASSESSORATO ALLA CULTURA E SPETTACOLO
TEATRO SOCIALE – LA CASA DELLE ARTI
Stagione 2013-2014
NUOVE TECNOLOGIE IN SCENA
IL TEATRO VIVO
NUOVE GENERAZIONI A TEATRO
DANZA
IN NECESSITÀ VIRTÙ
CIRCO-TEATRO
COMMEDIA DELL’ARTE
CANTIERE DI TEATRO
A LEVAR L’OMBRA DA TERRA…
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Tel. 035.4160678
NUOVE TECNOLOGIE IN SCENA
in collaborazione con Michele Cremaschi
La rapidità di sviluppo del settore tecnologico e la sua sempre maggiore accessibilità hanno fatto sì
che si sviluppasse, negli ultimi anni, un tipo di produzione teatrale sempre più connessa all’utilizzo
delle nuove tecnologie multimediali. La rassegna NUOVE TECNOLOGIE IN SCENA accoglie
queste proposte e si dipana, dunque, sulla linea di quelle programmazioni europee sempre più
attente allo sviluppo di linguaggi basati sulla tecnologia e di testi riletti con l’ausilio di supporti
scenici multimediali, quali la videoproiezione, l’elaborazione dell’immagine live, il motion
tracking, spingendosi volentieri verso la frontiera dell’interazione del supporto multimediale con
l’azione scenica, in un’elaborazione realtime al servizio dell’artista.
Torna così il tradizionale appuntamento con la rassegna che porta sul palco del Teatro Sociale le
avanguardie della sperimentazione teatrale legate all’utilizzo creativo delle nuove tecnologie in
scena. Cominciamo con il debutto bergamasco di Augmented Pinocchio, dopo la fortunata
anteprima al Napoli Fringe Festival a giugno 2013, e la performance O Rigami O Logrammi, la cui
rappresentazione lo scorso gennaio ha segnato la tappa iniziale del percorso di sperimentazione.
A precederlo, una performance audio-visuale francese, che indica la direzione imboccata dalla
sperimentazione performativa. Un evento che prende le distanze dalla classica definizione di teatro,
per avvicinarsi al cinema senza mai raggiungerlo. Un genere di “metà percorso”, sospeso tra
l’azione live e l’elaborazione, sempre live, dell’opera filmica. Un esempio – tra i più riusciti – di
quello che forse è un altro modo di intendere lo spettacolo dal vivo.
Sabato 9 novembre 2013, ore 21.00
Teatro Sociale
KADÂMBINI
An audiovisual and cinema show by iduun
di Barthélemy Antoine-Loeff, Philippe Chaurand, Charles Dubois, Alexandra Petracchi
regia e cinematografia Barthélemy Antoine-Loeff
characters design Alexandra Petracchi
animazioni Philippe Chaurand
suoni Charles Dubois
costumi Eve de Villers con l’assistenza di Adeline Vengud
interaction design Barthélemy Antoine-Loeff e Philippe Chaurand
scene iduun
con Augustin Jacob e Alexandra Petracchi
produzione: Iduun
in collaborazione con Studio Gühmes
Un “club” messo lì, nel mezzo del nulla. Kadâmbini, baffi a manubrio e occhiali da aviatore avvitati sulla testa, è pronto
per il viaggio più incredibile della sua vita: una sorta di viaggio nel nonsense, nell’assurdità e nella manipolazione,
costruito su lacci ad anello, luci e situazioni invertite.
Kadâmbini nasce da una collaborazione tra i quattro artisti creativi di Iduun: Bart, regista, Philippe, ingegnere IHM,
Alexandra, illustratrice, e Charles, ingegnere del suono.
Kadâmbini è uno spettacolo audio visuale, un incontro tra l’arte del palcoscenico e le tecnologie digitali. Lo spettacolo
combina video e animazioni, modificati e sonorizzati sul palco. Il lavoro teatrale – manipolazione di fotogrammi,
oggetti o suoni, ma anche mapping, video FX e shooting – interagisce con i filmati proiettati sullo schermo, in modo
che uno non può esistere senza l’altro e viceversa. Dimentichiamo il computer, e la rappresentazione troverà un posto
importante sul palcoscenico e sullo schermo.
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Il mondo poetico di Kadâmbini si ispira a Lewis Carrol, Homer, Saint Exupery, a Terry Gilliam, per un viaggio che
segue la sua logica sognante.
Durata: 40 minuti
Biglietti:
intero € 10,00
ridotto € 8,00
Sabato 16 novembre 2013, ore 20.30 e ore 22.15
Teatro Sociale
AUGMENTED PINOCCHIO
regia, interpretazione, interaction design di Michele Cremaschi
ideazione scenografica di Silvio Motta
direzione del movimento di Serena Marossi
collaborazione tecnica di Marco Amedani
oggetti di scena reali e virtuali a cura degli studenti della Libera Accademia di Belle Arti di
Brescia
costumi di Elisabetta Cosseddu
ufficio stampa Carmen Tè
foto di scena Marco Riva
coproduzione E45 - Napoli Fringe Festival - Fondazione Campania dei Festival
supporto tecnologico “Software Architecture Lab” research laboratory at Milano-Bicocca
University’s Information and Systems Sciences and Communication Department (DISCo)
residenze artistiche LABA - Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, Residenza Teatrale
InItinere
supporto produttivo Associazione Culturale AlbanoArte Teatro
con il sostegno di Fondazione Cariplo – bando Être
con il patrocinio di Parco dei Colli di Bergamo
SPETTACOLO VINCITORE DELL’E45 - NAPOLI FRINGE FESTIVAL
Dedicato a tutti i Pinocchio in viaggio verso un paese dei balocchi effimero quanto un ologramma.
Un anziano vestito di carta è solo in scena. Tutto ciò che possiede è il suo vestito, di una foggia antica ed elegante, ma
fatto con i mille ritagli delle pagine di un libro. Con quella carta egli crea un burattino, quasi un figlio, «che sappia
ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali»; ma che, soprattutto, tenga compagnia.
Di carta, della carta dell’abito del vecchio, saranno anche i personaggi e il mondo stesso che il burattino, una volta
resosi indipendente, incontra nel suo viaggio. Un viaggio che lo porta a confrontarsi con se stesso, con la sua natura di
figlio-bambino fatto di una materia effimera e leggera, che lo metterà alla prova e lo porterà al confronto con quella
parte del mondo meno protettiva e amorevole di un padre, il quale comunque veglierà continuamente su di lui.
È quando tutto sembra perduto – il bambino vittima degli incontri sbagliati, il padre senza più carta nemmeno per
coprirsi – che avviene l’incantesimo. Non quello delle favole, fatato e consolatorio; bensì un incantesimo violento al
punto da sacrificare tutto il mondo illusorio ed evanescente quanto le parole riportate sulle pagine di cui è composto.
Pagine che si sgretolano, si bruciano, si riducono in polvere fino a lasciare, più concreto che mai, un uomo nuovo che si
è formato nel frattempo, libero di andare senza reti di protezione per il mondo.
«Lo spettacolo è una ricerca a partire dalla visual comedy – ricerca di comicità senza parole – che sfocia nella
augmented comedy – dove il linguaggio del corpo si confronta con gli ologrammi presenti in scena. Attori che
scompaiono, oggetti che volano, realtà che sembrano esserci o forse no, diventano le possibilità per una scrittura dove
l’intrattenimento si fonde alla magia della messa in scena.
Il vecchio trucco teatrale del pepper ghost agli inizi del ‘900 veniva utilizzato per far apparire e scomparire
magicamente gli attori in scena. Riveduto e corretto, con materiali e sistemi multimediali all’avanguardia, si presenta
come una scena vuota, dove la tecnologia retrostante è totalmente celata. L’effetto, quindi, per lo spettatore,
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è il materializzarsi sul palco di oggetti, corpi e scene senza il minimo dubbio di artificiosità. La loro realizzazione
digitale permette invece il totale controllo della loro esistenza, al di là delle più elementari regole fisiche. Soprattutto, la
frontiera inesplorata che stiamo conquistando è la completa interattività di tali illusioni sceniche, in grado di reagire alle
azioni dei performer sul palco».
Michele Cremaschi
Biglietti:
intero € 10,00
ridotto € 8,00
EVENTI COLLEGATI
Domenica 27 ottobre 2013, ore 10.00-17.30
Casa Suardi – Ambasciata Culturale di Bergamo Candidata Capitale Europea 2019
WORKSHOP: INTRODUZIONE AL TEATRO DIGITALE
a cura di Michele Cremaschi
Un workshop aperto ad artisti interessati all’uso delle nuove tecnologie in scena, siano essi performer, attori o tecnici.
Esploreremo le basi degli ultimi ritrovati hardware e software per la performance multimediale, con un occhio di
riguardo al tema dell'interattività. Effettueremo una panoramica sui software per la digitalizzazione della regia (QLab,
mixer luci), sugli apparati per l’elaborazione dei segnali provenienti dalla scena (kinect, WII), sui protocolli usati per
farli interagire tra loro (MIDI, OSC, Syphon) e daremo alcuni cenni di un linguaggio per l’elaborazione realtime degli
effetti visivi (Quartz Composer).
Per informazioni e iscrizioni:
Michele Cremaschi
Tel. 320.2992681
E-mail [email protected]
Per iscriversi, compilare il seguente form: http://michelecremaschi.it/workshop2013-1
entro il 20 ottobre 2013.
Partecipazione gratuita e selezione su curriculum.
Ogni partecipante dovrà essere munito di laptop Mac.
Domenica 10 novembre 2013, ore 10.00-17.30
Teatro Sociale
WORKSHOP: MAKING VISUALS AND SOUNDS WITH IDUUN
a cura di Iduun
VIDEO WORKSHOP
Alla scoperta di real time mixing video & mapping.
Basato sugli strumenti utilizzati e sviluppati da Iduun, il workshop introdurrà gli allievi alle interazioni real time mixing
video and mapping e li porterà a creare un piccolo progetto usando Millumin, il software dedicato agli spettacoli audiovisivi. Gli allievi saranno poi invitati a usare due diverse piattaforme (Monome e Makey-Makey) per controllare e
creare le interazioni con il video.
AUDIO WORKSHOP
Live audio sound effect o bruitage.
Basato sulle tecniche dei rumoristi e sullo spettacolo Kadâmbini, gli allievi scopriranno come produrre un suono low
tech per creare effetti sonori che sembrino reali. In seguito, verrà illustrato come il tutto funzioni usando Ableton Live.
Infine, gli allievi saranno invitati a creare i loro suoni, basandosi su un estratto dello spettacolo.
Per informazioni e iscrizioni:
Michele Cremaschi
Tel. 320.2992681
E-mail [email protected]
Per iscriversi, compilare il seguente form: http://michelecremaschi.it/workshop2013-2
entro il 3 novembre 2013.
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Partecipazione gratuita e selezione su curriculum.
Ogni partecipante dovrà essere munito di laptop Mac.
Il workshop si terrà in lingua inglese e francese.
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TEATRO VIVO
in collaborazione con TTB
Teatro tascabile di Bergamo – Accademia delle Forme Sceniche
La rassegna, ideata dal TTB Teatro tascabile di Bergamo – Accademia delle Forme Sceniche,
prende il nome dalla XVI edizione de IL TEATRO VIVO, progetto di Alti Studi teatrali che
quest’anno celebra, con un’edizione speciale, i 40 anni di fondazione del Tascabile. Spesso è stato
detto che la storia del teatro è il magazzino del nuovo. Lettura forse vera, forse un po’ meccanica.
Ma certamente è vero che il teatro ha in sé, nel suo immaginario DNA, il dono del ritorno. Quando
sembra che qualche contingenza sia riuscita a spegnerlo, il teatro rispunta, come l’erbaccia che
appena tolta torna a insinuarsi tra i sassi. O come gli scorpioni, dopo le esplosioni atomiche. Perfino
l’essenza ormai persa delle sue tecniche, la sua aristocrazia da tempo smarrita, le qualità che
sembravano ormai un ricordo, perfino tutto questo può, imprevedibilmente, tornare. Perché a teatro
quel che sembra perso, definitivamente smarrito, distrutto o perfino superato, può tornare. Che cosa
festeggiamo? Perdurare è davvero una virtù? Festeggiamo non un teatro che si mantiene eguale a se
stesso, ma un teatro che continua a mutare, che non getta via niente e niente conserva uguale.
Festeggiamo la sua vita nascosta. Festeggiamo il rigoglio di esperienze che per trasmettersi sanno
contraddirsi.
Il debutto assoluto di Angikam – Gita Govinda, co-produzione tra l’Art Keindra di New Delhi e il
Tascabile e il ritorno a Bergamo di Memoria dell’Odin Teatret di Eugenio Barba (Danimarca) sono
gli appuntamenti che Teatro Vivo dedica a Casa delle Arti. A questi si aggiunge Rosso Angelico,
debutto nazionale del nuovo spettacolo per spazi chiusi del Tascabile.
Il Teatro Vivo. Edizione speciale (29 ottobre – 22 dicembre 2013) è un progetto che include
spettacoli, spettacoli-dimostrazioni, mostre, incontri con studiosi, laboratori teatrali e film. È
realizzato con il sostegno di Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Bergamo,
Fondazione della Comunità Bergamasca, Credito Bergamasco e Fondazione Credito Bergamasco,
SPRAR, Etemenanki e Fondazione ASM; con il Patrocinio di Bergamo 2019, Regione Lombardia e
Provincia di Bergamo; con la collaborazione di Università degli Studi di Bergamo, Fondazione
Bergamo nella Storia, GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Lab 80
Film e Ristorante Da Mimmo.
Giovedì 14 novembre 2013, ore 21.00
Teatro Sociale
ANGIKAM - GITA GOVINDA
Spettacolo di teatro-danza classico indiano stile Orissi
con Ambika Paniker (India) e TTB Teatro tascabile di Bergamo
SPETTACOLO PARTE DELLA RASSEGNA “IL TEATRO VIVO” 2013
PRIMA ASSOLUTA
Una coproduzione appositamente realizzata per i 40 anni del TTB e che vede riunito il Tascabile con la danzatrice
Ambika Paniker (New Delhi, India). Lo spettacolo presenta una collana di brani di diversa ampiezza e natura,
alternando momenti di danza pura o nritta a momenti di danza recitata (abhinaya) e concludendo con il Mokshya, vero
e proprio gioiello coreografico elaborato dalla tradizione. I testi della parte “recitata” sono quelli del Gitagovinda di
Jayadeva, poema lirico drammatico della letteratura indiana e primaria fonte di ispirazione religiosa nel visnuismo
medioevale e contemporaneo. Il poema è dedicato al dio Krishna ed è incentrato sul suo amore per Radha. Secondo
l’interpretazione corrente l’appassionato amore della celebre coppia è da leggersi allegoricamente, sulla falsariga di
quanto avviene nella tradizione biblica, in chiave mistica quindi, con il Cantico dei Cantici.
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Ambika Paniker proviene da una rinomata famiglia bengalese di artisti di cinema e di teatro. Allieva di Aloka Panikar,
maestra del Tascabile e una delle più celebri e grandi danzatrici di Orissi.
Biglietti: unico € 8,00
Da venerdì 20 a domenica 22 dicembre 2013, ore 21.00
Convento di San Francesco – Sala Capitolare
MEMORIA
di Else Marie Laukvik
in collaborazione con Eugenio Barba e Frans Winther
regia Eugenio Barba
musica Frans Winther e Yiddish folk songs
con Else Marie Laukvik e Frans Winther (Odin Teatret – Danimarca)
produzione TTB
SPETTACOLO PARTE DELLA RASSEGNA “IL TEATRO VIVO” 2013
Nessuno di coloro che una ventina d’anni fa videro lo spettacolo Memoria se l’è dimenticato. Uno spazio piccolissimo,
pochi metri quadrati, un pugno di spettatori. Due storie “a lieto fine” di campi di concentramento, una storyteller e un
suonatore di violino e fisarmonica. Tutto qui. Uno spettacolo unico. Venne rappresentato fra il marzo del 1990 e il
marzo del 1994. Ora è tornato.
Con la sua attività ultra-quarantennale l’Odin Teatret, diretto e guidato da Eugenio Barba, rappresenta un punto di
riferimento fondamentale del teatro contemporaneo per la sua attività artistica, per la scuola d'attore che preserva e per
la serie di grandi attività di cultura teatrale che promuove, tra le quali l’ISTA, la Scuola Internazionale di Antropologia
Teatrale.
NEI RACCONTI DI ELSE GLI ORRORI DEI LAGER
«Accanto alla pacata presenza di Frans Winther, Else Marie, come Edith Clever nei suoi assoli, racconta ed è allo stesso
tempo i suoi personaggi, ai quali presta la propria voce incantata, i canti yiddish, la ricerca di un abbraccio corale,
gl'improvvisi scarti di emozionanti acuti …rivela le immagini di Hans Mayer e di Primo Levi, entrambi suicidi per non
sapere e non sapersi accettare a distanza di qualche decennio….mentre il viso di Else Marie si fa sempre più attonito,
teso nella visione dell'incubo che non si cancella; e purtroppo non è da cancellare». Franco Quadri
Biglietti: unico € 10,00
Lo spettacolo è riservato a un pubblico di 40 persone
Mercoledì 21 maggio 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
ROSSO ANGELICO
coordinamento artistico Tiziana Barbiero
consulenza per la percussione Vito Panza - Scuola di Musica e del Rumore®
consulenza agli oggetti di scena Luì Angelini e Paola Serafini - La Voce delle Cose
con Silvia Baudin, Giuseppe Chierichetti, Rosa Da Lima Iannone, Antonietta Fusco, Ruben
Manenti, Alessandro Rigoletti e Caterina Scotti
produzione TTB Teatro tascabile di Bergamo
PRIMA ASSOLUTA
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SPETTACOLO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DI REGIONE LOMBARDIA ASSESSORATO ISTRUZIONE
FORMAZIONE CULTURA – PROGETTO NEXT LABORATORIO DELLE IDEE E CON L’APPOGGIO DI COMUNE
DI ALBINO – ASSESSORATO ALLA CULTURA E ALBINI GROUP.
Per il suo nuovo spettacolo il TTB è partito dalla “Danza Macabra” che ha caratterizzato, nel passato, la cultura e l’arte
europea e in particolare del territorio bergamasco. All’inizio dello spettacolo un uomo si trova di fronte al rosso sipario
dell’anima: lì dietro, e lui lo sa, sta il luogo dove i vermi zappano la terra, gli scheletri vanno in bicicletta, gli angeli
suonano le loro trombe e uomini e donne sono sedotti dalla bellezza e dalla sensualità della Morte. Da dietro il sipario
gli arrivano voci e fruscii. E quando viene spinto dentro, ci conduce con lui. Dove siamo? Davvero nell’aldilà, o in un
banchetto per l’ultima notte di carnevale? Si aprono canali imprevisti. Le angosce, i desideri e i rimorsi di alcune vite si
sovrappongono al frastuono del nostro secolo. Appare un giardino verticale in cui coabitano anime e corpi, vivi e morti.
Ciò che vediamo non ha nulla di metafisico né di fiabesco, o di macabro. È semplicemente la fodera ricamata che si
nasconde sotto i colori modesti della quotidianità. Forse è davvero il viaggio dell’anima, le nostre cinque meditazioni
sulla presenza di chi è scomparso in mezzo a noi. O forse è solo uno scherzo di carnevale. Non è importante. Importante
è la domanda che pone Rilke, nelle sue Elegie duinesi: che vogliono i morti, da noi? Che ogni tanto ci sforziamo di
ricordare quell’ingiustizia del mondo, che turba un po’, talvolta, il moto puro del loro spirito.
Il TTB Teatro tascabile di Bergamo è stato fondato nel 1973 da Renzo Vescovi sulla via aperta dal Teatr-Laboratorium
di Jerzy Grotowski e dall’Odin Teatret di Eugenio Barba. Conosciuto a livello internazionale, in 40 anni di attività ha
realizzato o prodotto 111 spettacoli presentati in Italia e in 38 Paesi esteri, oltre a tenere conferenze, laboratori e
spettacoli-dimostrazione sulle tecniche praticate dal gruppo. Ha inoltre organizzato più di 70 eventi in Italia e all’estero.
Ha sede a Bergamo Alta, nel Monastero del Carmine, dove svolge la sua attività di teatro-laboratorio sviluppando la
ricerca intorno al teatro in spazi aperti, al teatro-danza orientale, alla pedagogia e alla drammaturgia dell’attore.
Biglietti: unico € 8,00
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NUOVE GENERAZIONI A TEATRO
in collaborazione con Il Teatro Prova e Erbamil
La rassegna Nuove generazioni a teatro si compone quest’anno di due sezioni ben distinte: da una
parte il teatro per famiglie con GiocarTeatro, dall’altra un progetto speciale dedicato ai giovani,
Casa delle Arti-Young.
Teatro Prova, da questa stagione unico organizzatore della rassegna GIOCARTEATRO, conferma
l’attenzione nei confronti dell’infanzia e delle famiglie con un cartellone ricco di proposte
selezionate tra quelle realizzate dalle più affermate Compagnie di Teatro Ragazzi e rinnova la
Rassegna al Teatro San Giorgio con sezioni dedicate a progetti speciali: Il Vivaio dei Racconti,
animazione teatrale che coinvolge bambini e adulti e Piccoli Sguardi, spettacoli destinati alla
primissima infanzia. Nell’ambito della Casa delle Arti al Teatro Sociale, GiocarTeatro ospita una
storica produzione del Teatro del Buratto, uno spettacolo visionario della compagnia svizzera
Teatro Pan e l’atteso debutto de La principessa sul pisello, nuova produzione di Teatro Prova.
Per le famiglie GiocarTeatro è divenuto un appuntamento fisso consolidatosi negli anni, accolto con
sempre maggiore successo. E in questa stagione GiocarTeatro torna arricchito da proposte originali
nel solco di una sempre più forte collaborazione tra il Teatro San Giorgio e il Teatro Sociale.
La scorsa stagione il regista Fabio Comana ha condotto un laboratorio di teatro con una dozzina di
giovani, di età compresa fra i 16 e i 20 anni, che ha realizzato lo spettacolo Smart Green People,
sviluppando con vari linguaggi della scena il tema del futuro delle nostre città. Dal successo di
quell’esperienza nasce l’idea di fondare una compagnia stabile di giovani all’interno del progetto di
Casa delle Arti, affiancando al cartellone di spettacoli della stagione anche un percorso di
formazione per le nuove generazioni. La supervisione del progetto CASA DELLE ARTI-YOUNG
è sempre a cura di Erbamil, nella figura di Comana, ma nel percorso formativo verranno coinvolti
attori e registi delle altre compagnie, nell’intento di creare un dialogo fra professionisti e giovani
che contribuisca ad alimentare l'esperienza collettiva di Casa delle Arti.
GIOCARTEATRO
Domenica 17 novembre 2013, ore 16.30
Teatro Sociale
GIOCAGIOCATTOLO
Quando i bambini dormono... i giocattoli giocano
progetto Franco Spadavecchia
testo Beatrice Masini
regia Jolanda Cappi e Giusy Colucci
scene e oggetti Marco Muzzolon realizzati dal Laboratorio del Teatro del Buratto da Marco
Muzzolon, Raffaella Montaldo e Mirella Salvischiani
disegno luci Marco Zennaro
musiche a cura di Mauro Casappa
con Marialuisa Casatta, Elena Giussani, Nadia Milani e Elena Veggetti
voce recitante Gabriele Calindri
produzione Teatro del Buratto
«C’era una volta. No, sbagliato. C’è adesso. Qui. Non è una fiaba. È una storia. C’è un bambino. E ci sono i suoi
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giocattoli. Il bambino non sa cosa fanno quando lui non c’è. Secondo lui giocano. Non li ha mai visti, ma è quasi sicuro
che sia così».
I protagonisti dello spettacolo sono i giocattoli: il pagliaccio, l’orsacchiotto, una bambola arrivata per sbaglio e
pochissimo usata e l’amico immaginario. Loro, i giocattoli, sono sempre pronti a soddisfare ogni desiderio del bambino,
ma quando lui non c’è loro giocano davvero, scherzano, sognano. Loro lo conoscono bene, lo vedono crescere, soffrire,
ridere, piangere, conoscono i suoi segreti, le sue paure, i suoi desideri. E poi un giorno il bambino confida al suo amico
immaginario la sua paura per l’arrivo di una sorellina, paura che poi la mamma e il papà non gli vogliano più bene. Per
fargli passare lo spavento, per distrarlo, per farlo sentire importante, mamma e papà gli regalano un giocattolo nuovo.
Adesso sono i giocattoli ad avere paura di finire dimenticati in una soffitta, in un vecchio scatolone e poi alla discarica!
Comunque vada, lui sarà sempre il loro bambino. E loro i suoi giocattoli. Un bambino ha sempre voglia di giocare. E
finché c’è un bambino che gioca, c’è un giocattolo felice.
Le divertenti musiche composte e scelte da Mauro Casappa ci conducono nella dimensione del meraviglioso mondo dei
giocattoli, dove riscopriamo alcuni aspetti dell’incanto infantile. Il linguaggio dello spettacolo prosegue una linea di
ricerca del Teatro del Buratto, nel segno della contaminazione tra le varie tecniche: l’immagine fantastica animata
nello spazio nero, l’azione e la parola che narrano la storia.
La magia del teatro su nero ci porterà a credere che anche i giocattoli hanno un piccolo cuore e una loro storia.
Età consigliata: da 3 a 7 anni
Biglietti: unico € 6,00
Domenica 26 gennaio 2014, ore 16.30
Teatro Sociale
TIC, TAC E IL TEMPO SOSPESO
di Vania Luraschi e Mario Bianchi
regia Mario Bianchi
con Elena Chiaravalli, Cinzia Morandi e Viviana Gysin
produzione Teatro Pan
Tic, Tac e il Tempo sospeso è uno spettacolo sul tempo che ci consente di parlare diffusamente della vita e di tutti i suoi
risvolti. Rivolgendosi ai bambini, Tica, Tac e il tempo sospeso cerca di fare questo in modo scanzonato e gioioso, non
dimenticando però di proporre ai giovanissimi spettatori anche tutti i sottotesti più poetici e, perché no, dolorosi.
I protagonisti dello spettacolo, Tic e Tac, sono due personaggi clowneschi assai differenti. Tac vive il suo tempo in
modo frenetico, lo vive con il suo corpo, costruendo tutto quello che gli serve per esistere. Tic, invece, gode ogni attimo
dell’esistenza placidamente, attraverso il suo spirito; sulla sua spalla, quasi in simbiosi, Belle, una farfalla che coccola
in ogni momento. Sopra di loro, la Signora del Tempo, che governando, appunto, il loro tempo, porta la pioggia e il
sereno, ma anche gioie e dolori; regala loro stimoli di ogni tipo; invia ad entrambi un seme, entità sconosciuta a Tic e
Tac, che, tuttavia, ne percepiscono l’importanza.
Lo spettacolo, che non usa parole ma solo il magico linguaggio del teatro e delle sue intenzioni, si articola intorno al
seme e alle sue peregrinazioni in un gioco di gags molto divertenti, dal sapore circense, che intendono anche regalare
emozioni. Al termine Tic e Tac si sentiranno più solidali: avranno ricevuto l’uno un po’ dall’altro, ma soprattutto
avranno imparato che la vita è un ciclo continuo che non finisce mai.
Età consigliata: dai 4 anni
Biglietti: unico € 6,00
Domenica 23 febbraio 2014, ore 16.30
Teatro Sociale
LA PRINCIPESSA SUL PISELLO
di Stefano Facoetti
regia Stefano Facoetti
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
musiche originali Ottavia Marini
costumi Antonia Gobbo e Stefano Facoetti
sartoria Marilena Burini
scenografie Laboratorio scenografico di Teatro Prova
coreografie Paolo Bosio
decorazioni scenografiche e oggetti di scena Antonia Gobbo
luci Dalibor Kuzmanic e Marco Raineri
fiori di scena a cura dei bambini del Laboratorio di Arte Terapeutica “La cipolla” di Solza
con Chiara Masseroli e Francesca Poliani
produzione Il Teatro Prova
NUOVA PRODUZIONE / DEBUTTO NAZIONALE
Se siete bambini lo sapete già: giocare vuol dire inventare storie, raccontarle nel modo più divertente, costruire tanti
personaggi e tante avventure. Se non siete bambini forse avete dimenticato come si fa. E allora venite, siete tutti invitati
a entrare nella parte più nascosta e misteriosa del castello; là troverete vestiti, cappelli e oggetti di una storia lontana nel
tempo che sta aspettando proprio voi.
Sentite come soffia forte il vento? La regina è molto arrabbiata. Sta cercando una principessa per suo figlio, il principe
Odoviolo, ma nessuna è abbastanza bella, elegante e nobile. Nessuna è quella giusta. Ma ecco, il vento di tempesta
porta nel castello una ragazza; si chiama Gaia, dice d’essere la principessa del regno di Brauron; dice che per diventare
regina deve trovare una gemma unica al mondo. Strana principessa…
Tanti personaggi, ognuno diverso dagli altri: ci sono maschi e femmine, “tonti” e intelligenti, giovani e vecchi, nati nel
castello e nati in un altro regno. Tutti soli. Si può andare d’accordo o bisogna per forza essere sempre uno contro
l’altro?
I fiori e le piante danno la risposta: colori diversi e forme diverse creano la bellezza del giardino che per esistere ha
bisogno di differenze.
Il pisello nascosto sotto i materassi, invece di scoprire solo una vera principessa, servirà a creare legami e sentimenti
che uniranno tutti i personaggi così diversi e non più soli.
Età consigliata: dai 4 anni
Biglietti: unico € 6,00
CASA DELLE ARTI – YOUNG
Sabato 7 giugno 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
Progetto speciale Casa delle Arti – Young
IL SUONO DELLA CONCHIGLIA
Laboratorio di drammaturgia e messa in scena per giovani under 21
a cura di Erbamil
La scorsa stagione il regista Fabio Comana ha condotto un laboratorio di teatro con una dozzina di giovani, di età
compresa fra i 16 e i 20 anni, che ha realizzato lo spettacolo Smart Green People, sviluppando con vari linguaggi della
scena il tema del futuro delle nostre città.
Dal successo di quell’esperienza nasce l’idea di fondare una compagnia stabile di giovani all’interno del progetto di
Casa delle Arti, affiancando al cartellone di spettacoli della stagione anche un percorso di formazione per le nuove
generazioni.
La supervisione del progetto è sempre a cura di Erbamil, nella figura di Comana, ma nel percorso formativo verranno
coinvolti attori e registi delle altre compagnie, nell’intento di creare un dialogo fra professionisti e giovani che
contribuisca ad alimentare l'esperienza collettiva di Casa delle Arti.
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Tel. 035.4160678
Il tema scelto quest’anno ha ancora l’ambizione di sperimentare un teatro di impegno civile, oltre che artistico: a partire
dalle suggestioni de Il signore delle mosche di William Golding, verrà scritto e interpretato uno spettacolo originale che
tratti il tema della convivenza civile, delle sue regole e della difficoltà di applicarle, della soluzione del conflitto fra
libertà individuale e rispetto della libertà altrui, da cui si misura il grado di civiltà di una comunità, prima ancora che di
un popolo.
Per informazioni e iscrizioni:
Fabio Comana – Compagnia Erbamil
Tel. 035.573876 – 347. 7336567
E-mail [email protected]
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
DANZA
in collaborazione con
Pavlova International Ballet School & Company
e Festival Danza Estate 2014
Il Teatro Sociale di Bergamo, sia per le dimensioni, sia per il suo ampio palcoscenico e la buona
acustica, permette la visione di uno spettacolo di danza in modo ottimale. Sulla base di tali
premesse la rassegna di DANZA intende indagare le varie tecniche e i vari filoni del balletto, dal
classico al moderno, al contemporaneo, per una programmazione coreutica sempre più vicina
all’arte teatrale.
A realizzare questa rassegna sono state chiamate compagnie che operano da anni a Bergamo con un
approccio culturale molto cosmopolita, come testimoniato dai titoli in cartellone, dagli ospiti della
rassegna e dalla consapevole disinvoltura con cui il programma attraversa moduli e stili
complementari, all’insegna di una danza spettacolare e di qualità che non trascura nessun pubblico e
nessuna generazione di appassionati. È lo specifico di questa arte universale che non ha bisogno di
parola per esprimersi e che è capace di affascinare oltre le barriere dello spazio e del tempo.
Bergamo ha, con questa rassegna, una nuova vetrina di danza, nella quale l’attrazione dello
spettacolo si unisce al fascino della divulgazione e del coinvolgimento.
Sabato 23 novembre 2013, ore 21.00
Teatro Sociale
IL DON CHISCIOTTE
coreografie Marius Petipà
maitre de ballet Svetlana Pavlova e Margarita Kasatkina
musiche Léon Minkus
con i ballerini della Pavlova International Ballet Company
produzione Pavlova International Ballet Company
Il balletto Don Chisciotte, tra i più rappresentati al mondo, si basa sul famoso romanzo di Miguel de Cervantes dal
titolo Don Chisciotte della Mancia. Anche se esistono molti adattamenti del lavoro, la versione più celebre e acclamata
è quella del coreografo Marius Petipà sulla musica di Léon Minkus, rappresentato per la prima volta il 14 dicembre
1869 dal Balletto del Bol'šoj. La versione presentata è quella originale tratta dal repertorio classico.
Don Chisciotte, un eccentrico gentiluomo di campagna, si ritiene legittimo successore dei cavalieri erranti medievali,
sui quali ha letto moltissimo, forse troppo. Ormai sogna soltanto la sua nobile dama Dulcinea, per la quale combatterà le
sue battaglie. I suoi sogni sono però bruscamente interrotti dal suo vicino Sancho Panza, che sta fuggendo dopo aver
rubato un pollo, inseguito da alcune serve. Don Chisciotte lo nomina immediatamente suo scudiero e insieme a lui parte
per avventure cavalleresche di guerra e amore.
Biglietti:
intero € 18,00
ridotto € 15,00
Sabato 12 aprile 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
WOODSTOCK DANCE TRIBUTE
coreografie Svetlana Pavlova
con i ballerini della Pavlova International Ballet Company
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
produzione Pavlova International Ballet School & Company
Lo spettacolo Woodstock Dance Tribute proporrà un percorso lungo la storia e la musica dei gruppi rock: dagli anni
Sessanta ai giorni nostri. Una scelta musicale coinvolgente, che, associata alle coreografie create dai ballerini della
Pavlova International Ballet Company, trascinerà il pubblico a rivivere le sonorità del rock, lo stile dei gruppi più
famosi, nel ricordo del loro modo di fare spettacolo. Il tutto in un contenitore coreografico che connota questa creazione
della Pavlova International Ballet Company come un’opera prima, unica nel suo genere.
Lo spettacolo non solo mostrerà la genesi del rock, ma proporrà una sorta di ciclo spettacolare che, partendo dal
passato, là dove il rock affonda le proprie radici, arriverà al futuro per poi tornare al passato. Ciò che è preistorico per
noi, allora era futuro e ciò che è futuro per noi sarà preistoria per chi nascerà.
Woodstock Dance Tribute offrirà una selezione di pagine dei migliori gruppi degli ultimi cinquant’anni, dalla fine del
1969, anno della massima diffusione della cultura hippie.
Biglietti:
intero € 18,00
ridotto € 15,00
Domenica 4 maggio 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
OPERA BALLET ROCK. PEOPLE
coreografie Joseph Albano e Marcello Algeri
assistente alla coreografia e direzione Sabrina Rinaldi
regia Marcello Algeri
musiche Pink Floyd, Bee Gees, Beatles, John Lennon, Aretha Franklin, Elvis Presley, Deep Purple,
e Blues Brothers
costumi Proballet atelier
effetti digitali Andrea Lombardi
con gli artisti della compagnia Proballet Sabrina Rinaldi, Bianca Bonaldi, Jessica Gillo, Lesli
Sanna, Valentina Quaroni, Marcello Algeri, Matteo Donetti, Kostantin Neroslov, Giuseppe Lazzara
e Sara Barbagli
con la partecipazione straordinaria di Anbeta Toromani (Prima Ballerina e star della trasmissione
Amici di Canale 5) e Alessandro Macario (Primo Ballerino del Teatro San Carlo di Napoli)
produzione Compagnia Ariston Proballet
con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
IN COLLABORAZIONE CON FESTIVAL DANZA ESTATE - XXVI EDIZIONE
Lo spettacolo è un Ballet Rock dal titolo People perché vuole rappresentare le persone che ritrovano la capacità di
unirsi, riscoprendo valori, forza, sentimenti e cambiamenti, e che abbracciano il grande movimento globale del Think
Different.
Lo spettacolo è composto da due parti: il bianco che si esprime attraverso tecnica e velocità per raggiungere note e
corde di ispirazione balanchiniana; e il nero, nero nello spirito e nel movimento, forte e capace di essere spregiudicato.
Questa contrapposizione crea, in un’escalation di ritmo, di energia e di piacere, un amalgama fra classico e moderno,
fra chiaro e scuro, fra tradizione e innovazione che si può definire con un solo concetto: rock.
People è un’esplosione di grande energia supportata da una musica pop-rock che travolge e coinvolge con il suo ritmo
incalzante e con la sua espressione di linguaggio tipicamente moderna e giovane.
Attiva dal 2000, la compagnia Ariston Proballet, partendo da una forte base accademica, ricerca nel movimento
moderno e contemporaneo il suo sviluppo. È costantemente impegnata nella ricerca coreografica e nell’esplorazione di
nuove forme di espressione, con particolare attenzione per la contaminazione fra le varie forme artistiche e le scienze.
Collabora con i maggiori coreografi e artisti a livello mondiale ed è impegnata nell’attività didattica. Dopo essersi
cimentata in Europa, negli Usa e in Russia in coreografie classiche e dopo aver costruito spettacoli capaci di toccare
temi sociali, per sensibilizzare gli animi verso la pace o contro il lavoro minorile, anche in collaborazione con
l’Organizzazione Internazionale del lavoro e l’ONU, e dopo aver messo in scena l’opera Ecce Homo, una riflessione
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
sull’uomo, sul suo operato e sulla sua evoluzione, la Proballet propone ora lavori nei quali i temi portanti sono
l’energia, la gioia e la positività.
Biglietti:
intero € 17,00
ridotto € 14,00
speciale giovani e danza € 10,00
Giovedì 15 maggio 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
MY NAME IS NOBODY
ideazione e coreografia Massimiliano Volpini (Teatro alla Scala)
musica e video Frano Durović
light designer e production manager Slaven Bot
con Dina Ekštajn, Ida Jolić, Zvonimir Kvesić, Irena Mikec e Petra Valentić
produzione della 26a edizione della Biennale Musica di Zagabria
Koreokroj - Balletto di Zagabria (Croazia)
IN COLLABORAZIONE CON FESTIVAL DANZA ESTATE - XXVI EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
Gli esseri umani hanno bisogno di credere, di essere prigionieri di qualcosa più grande di loro. Cercano le risposte nella
religione, calmano la paura con le preghiere, si affidano a uomini forti capaci di indicargli il cammino. Non sono fatti
per essere veramente liberi. My name is Nobody è un viaggio attraverso la spiritualità distorta di un gruppo di persone
guidate da un uomo forte e carismatico che li conduce, livello dopo livello, rito dopo rito, verso una meta ideale. Mostra
anche la capacità degli uomini di rinascere ogni volta, di trovare pace dove pace non c’è, e sopravvivere, trovando la
forza nella solidarietà e nell’empatia che li lega tra loro.
Su invito del direttore della Biennale di Musica Contemporanea di Zagabria Berislav Sipus, nel 2011 Massimiliano
Volpini crea questo spettacolo insieme al giovane compositore Frano Durović. L’intesa artistica tra i due, entrambi di
formazione classica, alle prese con un lavoro fortemente contemporaneo, ha portato alla costruzione di un lavoro carico
di suggestioni che ha ottenuto grande consenso a Zagabria, dove è stato anche trasmesso in diretta dalla Tv nazionale, e
nelle altre città dove è stato rappresentato: Varazdin e Dubrovnic.
Massimiliano Volpini ha danzato per il Balletto di Venezia, il Balletto di Roma, il Comunale di Firenze, l’Arena di
Verona, l’Opera e la televisione di stato di Lijubliana. Dal 1991 fa parte del corpo di ballo del Teatro alla Scala e dal
1995 inizia l’attività di coreografo. Crea molte coreografie per i danzatori della Scala tra cui Buster, Dakula, Aria,
Darkness is about to pass, Ludwig Dances, Direfarebaciare, Bolero, Se tu non parli. È uno dei quattro coreografi scelti
per l’International Choreography Showcase 2000 in Virginia, dove realizza una coreografia per il Virginia Ballet. Per la
Scuola di ballo della Scala crea Sinfonia in 4 colori. Collabora come coreografo residente con la Scuola del Teatro
dell’Opera di Roma dal 2007 al 2011 realizzando nove coreografie. Nel 2001 inizia la collaborazione con Roberto
Bolle, per il quale crea un assolo per il “Premio Barocco 2001”, trasmesso da Rai 1; una coreografia per Notte di duelli
e di magia, trasmissione ideata da Vittoria Ottolenghi sempre per Rai 1; una coreografia per Roberto Bolle e Greta
Hodgkinson in occasione di una sfilata-evento per Ferragamo, tenutasi a Shanghai nel 2008 e il balletto Antonio e
Cleopatra andato in scena a Roma nel 2012. È invitato da Peter Martins a partecipare alla Fall Session 2007 e alla
Summer Session 2008 del New York Choreographic Institute. Per il Tulsa Ballet, in Oklahoma, realizza nel
2009 Amadé, un balletto per 16 danzatori su musiche di Mozart. Nel 2010 si occupa della coreografia per il videoclip
della canzone Ricomincio da qui, cantata da Malika Ayane e danzata da Sabrina Brazzo, prima ballerina del Teatro alla
Scala. Nel 2012 è regista e coreografo dello spettacolo Il mantello di pelle di drago con la partecipazione della Prima
ballerina della Scala Sabrina Brazzo. Con Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta realizza tre videoclip per la casa di
moda Tombolini, curandone regia, coreografia e video-editing.
Biglietti:
intero € 17,00
ridotto € 14,00
speciale giovani e danza € 10,00
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
Martedì 27 maggio 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
PRECARIATO
progetto, regia e coreografie Stefano Mazzotta e Emanuele Sciannamea (Zerogrammi)
con Nicola Picardi, Luigi D'Aiello, Roberta De Rosa, Annalisa Monfreda, Nunzia Valentino e
Barbara Mormone
produzione Arabesque, Arb Dance Company e C.ie Zerogrammi
in collaborazione con Circuito Campano della Danza
IN COLLABORAZIONE CON FESTIVAL DANZA ESTATE - XXVI EDIZIONE
«Una complessa rete di organi e vie nervose regola l’equilibrio del corpo, in movimento incessante fin dal suo primo
respiro, in lotta contro la perdita, seppure necessaria alla vita, di un baricentro. Analizziamo con eccezionale rapidità
infinite direzioni spaziali e, abbandonando la sicurezza di un centro conquistato a fatica, ci lanciamo nella precarietà del
moto, in cerca del nostro temporaneo luogo sicuro, perché l'equilibrio che di volta in volta avrà determinato la certezza
del nostro stare sarà anche la legge su cui fonderemo la descrizione di ciò che siamo: armonia delle parti, misura del
respiro, bilico della certezza. È imprescindibile, in questo gioco di asimmetrie del movimento, il dialogo con lo spazio e
con quanto si frappone tra noi e la dinamica. È questo un dialogo che la pièce prova a esprimere giustapponendo a una
indagine puramente fisica un ulteriore livello non scontato, spiccatamente drammaturgico e teatrale. Accade così che
nascano e si presentino ai nostri occhi sulla scena, non semplici corpi danzanti con le loro finite possibilità, ma veri e
propri personaggi, che traducono in caratteri precipui e distinti il ventaglio delle im-possibilità, la reazione all’ostacolo,
l’ingegno della soluzione o il furbo aggirarla. Personaggi in bilico, giovani “precari” cui si chiede l’elastica adattabilità
del contorsionista, la prontezza felina del trapezista e l’ineffabile misura del funambolo».
Stefano Mazzotta (C.ie Zerogrammi)
L’Arb Dance Company è costituita da giovani danzatori dalla grande sensibilità artistica, desiderosi di intraprendere
un percorso professionale all’insegna della qualità e della innovazione. La compagnia è diventata un punto di
riferimento per i danzatori campani che vogliano percorrere la strada che dalla fase didattica li accompagna al
professionismo. Nel 2013: produzione Le Sacre du Printemps e Mishima, coreografie di Ismael Ivo, coproduzione
Napoli Teatro Festival, debutto al Ravello Festival. Nel 2012: Precariato, debutto Teatro Nuovo di Napoli, ospite a
Fabbrica Europa a Firenze, alla Cavallerizza Reale di Torino, a Vignale danza e al Teatro Greco di Roma. Nel 2011:
B_Dark, regia di Arturo Cannistrà, spettacolo dedicato ai Borboni con debutto a Roma al Teatro Greco; Apertis Verbis,
percorsi di luce alla Reggia di Caserta con regia di Casimiro Lieto coreografie di Brunella Vidau; La settima stanza di
Arturo Cannistrà. Roberta De Rosa, danzatrice del gruppo, ottiene una menzione speciale a Rovereto nell'ambito del
festival Oriente/Occidente.
Biglietto unico:
€ 10,00
Giovedì 5 giugno 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
INSTRUMENT 1. <SCOPRIRE L’INVISIBILE>
coreografie e regia Roberto Zappalà
musica originale (dal vivo) Puccio Castrogiovanni
testi Nello Calabrò
disegno luci Marco Policastro
costumi Roberto Zappalà
con Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore
Romania, Antoine Roux-Briffaud e Alessandro Vacca
coproduzione Compagnia Zappalà Danza, Etnafest Arte, Scenario Pubblico e Uva Grapes
Festival
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dip. Spettacolo e Regione Sicilia
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
IN COLLABORAZIONE CON FESTIVAL DANZA ESTATE - XXVI EDIZIONE
Instrument 1 <scoprire l’invisibile> è la prima tappa del progetto Instruments con cui il coreografo ha abbandonato
temporaneamente la drammaturgia complessa per soffermarsi sul corpo in relazione al suono, al rumore, alla musica.
Con questo progetto Zappalà ha indagato alcuni strumenti inusuali, difficilmente utilizzati in forma solistica, per
renderli protagonisti in scena. Instrument 1 è dedicato al marranzano (scacciapensieri), strumento musicale
normalmente associato alla tradizione siciliana e spesso alla mafia. In scena insieme al musicista Castrogiovanni, sette
danzatori, tutti uomini, che interpretano con vigore una Sicilia senza confini, in cui la tradizione e il moderno non
vedono una netta distinzione, ma si incrociano, si ritrovano, si fondono.
Fondata a Catania nel 1989 e sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo sin
dal 1996 e dalla Regione Siciliana, la Compagnia Zappalà Danza è considerata oggi dalla critica europea una delle più
interessanti realtà della danza contemporanea italiana.
La storia della compagnia si identifica con quella di Roberto Zappalà, il cui stile coreografico, dopo anni di ricerca del
movimento insieme ai suoi danzatori, è divenuto linguaggio originale e versatile. La compagnia si avvale spesso di
importanti collaborazioni; in particolare il Teatro Stabile di Catania, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina, il Teatro
A. Ponchielli di Cremona, il Teatro Massimo Bellini di Catania, la Fondazione I TEATRI di Reggio Emilia hanno
sostenuto la compagnia nella realizzazione delle proprie produzioni, che hanno circuitato in tutta Italia, in Svizzera,
Marocco, Irlanda, Svezia, Francia, Belgio, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Cipro,
Germania, Polonia, Centro e Sud America, Medioriente, Sudafrica.
Tra le creazioni di maggiore successo della compagnia, Pasolini nell’era di Internet e A.semu tutti devoti tutti?,
vincitore del premio Danza&Danza 2010 miglior produzione italiana e recentemente proposto al Théâtre de la Ville di
Parigi. La Compagnia Zappalà Danza è dunque la prima compagnia italiana di danza a calcare le scene del teatro
parigino.
Biglietti:
intero € 17,00
ridotto € 14,00
speciale giovani e danza € 10,00
Mercoledì 11 giugno 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
DERVISH: ‘AZAB E DERVISH IN PROGRESS
coreografie Ziya Azazi
musiche Uwe Felchle e Mercan Dede
con Ziya Azazi
produzione Za & Office
distribuzione Just In Time
IN COLLABORAZIONE CON FESTIVAL DANZA ESTATE - XXVI EDIZIONE
L’artista turco Ziya Azazi reinterpreta in chiave contemporanea la tradizione delle danze Sufi.
Il suo lavoro è frutto di una profonda analisi del movimento e dell’emozionalità presenti nei gesti e nella potenza di
queste danze. Il passaggio dallo stato di consapevolezza a quello di meditazione - lontano dalla realtà del proprio io costituisce il fulcro del suo lavoro. I suoi assolo sono dinamici, metamorfici e rendono spettacolare e acrobatica la
danza classica sufi suggerendo il conseguimento della gioia come puro rituale, senza schemi prefissati.
Dervish, portato in scena in tutto il mondo, è composto da due performance che riflettono una visione personale e
artistica delle tradizionali danze Sufi: ‘Azab/Passion (del 2005, São Paulo), è il racconto delle trasformazioni che
l’individuo subisce attraverso l’aumento dei livelli di velocità, tensione ed emozione del movimento; Dervish in
Progress (del 2004, Barcelona) comunica la gioia del risultato conseguito.
Nato nel 1969 ad Antiochia in Turchia, Ziya Azazi nel 1986 si sposta a Istanbul dove si laurea in ingegneria. Qui lavora
con il Teatro di Stato di Istanbul dove crea le sue prime coreografie. Nel 1999 riceve una menzione d’onore da parte del
Ballett International Magazine come “The Most Outstanding Dancer of the Year for Austria”.
Tra il 2000 e il 2002 viene scritturato da: Vienna Volksoper (Austria), Theaterhaus Stuttgart (Germania) e Grand
Théâtre di Ginevra (Svizzera). Nel 2004 lavora con Jan Fabré – Trobleyn. Tra il 2005 e il 2007 partecipa alla Pièce
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Tel. 035.4160678
d’Orient della Compagnie Thor. Lavora con molti artisti come Cem Ertekin, Aydin Teker, Sebastian Prantl, Philippe
Arlaud, Anne-Marie Gros, Ismael Ivo, Marcia Haydée, Yoshi Oida e Thierry Smits.
Ha partecipato a vari festival internazionali tra cui Polyzentral (Hamburg), Liteside (Amsterdam), Teatro Europeo
(Torino), Dias de Danza (Barcelona), Sitges (Budapest), Trafalgar Square (Londra), Images of the Middle East
(Copenhagen), Danse en Ville (Bruxelles-Luxembourg), I-DANS Solists (Istanbul), Les Eclats Choreographiques
(Niort), III Festival de Solos y Duetos (Venezuela). Ha eseguito i suoi lavori al National Museum di Singapore, alla
National Library di Londra, alla St. Irene Church di Istanbul, al Fadjr International Theatre di Teheran, e al gala di
inaugurazione del 44° Golden Orange Film Festival di Antalya.
Biglietti:
intero € 17,00
ridotto € 14,00
speciale giovani e danza € 10,00
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Tel. 035.4160678
IN NECESSITÀ VIRTÙ
in collaborazione con Compagnia Brincadera,
Sguazzi, CSV, Alchimia, La Fenice
Il festival In necessità Virtù II - Forme d’arte agli estremi vede quest’anno lo svolgersi della sua
seconda edizione, che si terrà dal 29 novembre all’8 dicembre 2013 nei comuni di Bergamo,
Albino, Dalmine, Ponteranica e Seriate.
Il progetto si fonda sulla partnership tra diverse realtà culturali e associative che operano nel
territorio della bergamasca: anzitutto la Compagnia teatrale Brincadera, capofila, e l’Associazione
Sguazzi, grazie alla cui collaborazione fu possibile realizzare la prima edizione di “In necessità
virtù”, nel 2012. Fanno quest’anno parte del team di lavoro anche Il Centro Servizi Bottega del
Volontariato (CSV) di Bergamo, la Cooperativa Fenice di Albino, la Cooperativa Alchimia di
Grassobbio, Ergolab - Cooperativa La perla nera di Sorisole, e CTRL Magazine.
Il festival ospita spettacoli e interventi di danza, letteratura, cinema, musica, teatro e fotografia,
affrontando in particolare i temi della disabilità, della povertà e della malattia. Oltre a ciò, bandisce
due concorsi, uno letterario (L’indicibile – la malattia in parole) e uno fotografico (Scatti d’arte agli
estremi), i cui esiti giungeranno alla ribalta scenica all'interno del festival stesso.
Gli spettacoli offerti in Casa delle Arti - La pecora nera (Celestini), Tre studi per una crocifissione
(Manfredini) e Sacchetti (Brincadera) - sono scelti in quanto capaci, a giudizio della direzione
artistica, di esprimere al meglio, nel linguaggio della scena, alcune cruciali esperienze liminari del
vivere: ammalarsi, fare l’amore, emigrare, suicidarsi, rendendone appieno la dimensione estrema.
Sabato 30 novembre 2013, ore 21.00
Teatro Sociale
LA PECORA NERA
di e con Ascanio Celestini
regia Ascanio Celestini
produzione Fabbrica e Teatro Stabile dell’Umbria
La pecora nera di Ascanio Celestini va in scena nel 2005, con il titolo La pecora nera - Elogio funebre di un
manicomio elettrico, per poi divenire, nel 2010, anche un film, scritto, diretto e interpretato da Ascanio, con Giorgio
Tirabassi e Maya Sansa.
Il lavoro ha origini all’inizio del secolo. Tra Ascanio Celestini, attento alla relazione fra gli individui e le istituzioni
cardine del nostro paese, e il Teatro Stabile dell'Umbria, interessato alla memoria dell'istituzione manicomiale, nasce
l'accordo per produrre il nuovo racconto teatrale. L’artista incontra testimoni della vita manicomiale prima e dopo la
Riforma Basaglia, visita ex manicomi, raccoglie esperienze dagli infermieri e dai medici facendosi affiancare da un
gruppo d’attori. Tutte queste testimonianze vengono documentate sia in audio che in video.
La pecora nera ci porta negli anni Sessanta, all’interno di un istituto dove il protagonista della storia, Nicola (“pecora
nera” è il suo soprannome, dai tempi della scuola), ricorda e sogna l'infanzia, l’amore per la bellissima Marinella, la
nonna che raccoglie uova fresche, il capodanno. Nicola è un ragazzino disagiato che trova il modo di salvarsi dalla vita
di manicomio attraverso il settimanale appuntamento con il mondo colorato del supermercato.
Ascanio Celestini è attore, regista, autore e narratore della seconda generazione del teatro di narrazione.
Da sempre si dedica all’oralità e alla memoria privata e collettiva, contraddistinguendosi per uno spiccato accento
ironico che garantisce uno stile unico, confermato nel 2002 dal premio Ubu speciale, che recita «per la capacità di
cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come mito e viceversa».
Biglietti:
intero € 15,00
ridotto possessori tessera Festival € 10,00
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
Domenica 1 dicembre 2013, ore 21.00
Dalmine, Teatro Civico
TRE STUDI PER UNA CROCIFISSIONE
di e con Danio Manfredini
regia Danio Manfredini
luci Lucia Manghi
collaborazione al progetto Andrea Mazza, Luisella Del Mar, Lucia Manghi e Vincenzo Del Prete
distribuzione La Corte Ospitale
Tre studi per una Crocifissione è un dipinto del 1962 di Fancis Bacon. Nel pannello di sinistra i carnefici assistono al
massacro soffocati nei propri abiti scuri, in contrasto con le vive tonalità rosse e arancioni dello sfondo. Nel pannello
centrale è rappresentato un corpo torturato e disteso su un letto simile a una branda da ospedale: il Cristo, reso l’ultimo
degli uomini. Nel pannello di destra osserviamo la carcassa di un bue macellato; da questa fuoriesce una testa segnata
da una smorfia di dolore. In primo piano, un’ombra assiste al travaglio tra la vita e la morte. Nel 1992, negli occhi
l'opera di Bacon, Danio Manfredini inizia a lavorare alla messinscena, proponendosi di animare, con feroce perfezione e
raffinata sapienza gestuale, tre soggetti accomunati dalla solitudine quanto dal desiderio di esistere. Il primo è frutto
dell’esperienza vissuta dallo stesso autore a contatto con i pazienti dei centri psichiatrici in cui operava. Il secondo
racconta di un transessuale alla resa dei conti con il bilancio di una vita, ed è ispirato a un personaggio di Un anno con
tredici lune di Fassbinder. L’ultimo intervento è tratto dal monologo di Koltès La notte poco prima della foresta, e ci
restituisce la difficile condizione di un extracomunitario in una città europea.
Danio Manfredini non pensava di fare l’attore. Dipingeva. Cambia strada quando negli anni ’60 incontra César Brie,
Iben Nagel Rasmussen, il lavoro di Eugenio Barba, Tadeusz Kantor. Irrequieto e curioso, frequenta centri sociali e
comunità psichiatriche alla ricerca di un linguaggio, di una casa della diversità dove cantare la propria differenza. Vince
il premio Ubu ’89 per la regia di Il miracolo della rosa. Nel ’99 vince di nuovo il premio Ubu per Al presente nella
categoria “attore”. Impossibile collocarlo dentro a una corrente teatrale. Cavalca le scene da solista, lasciandosi
accompagnare da nomi del calibro di Pippo Delbono, Cesare Ronconi, Mariangela Gualtieri, Raffaella Giordano.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Martedì 3 dicembre 2013, ore 21.00
Ponteranica, Auditorium Comunale
SACCHETTI
dall’omonimo racconto di Giuseppe Goisis (Un posto vale per l’altro, PeQuod 2004)
regia Giuseppe Goisis
musiche Alberto Zanini
assistenza tecnica e registrazioni Alberto Benigni e Ruggero Bosso
trucco Laura Busetti
scene, luci e costumi Compagnia Brincadera
con Walter Tiraboschi e Anna Zanetti
produzione Compagnia Brincadera
Sacchetti è la messinscena del rapporto inevitabile che ciascuno ha con la propria morte. Nel differirne e
nell’anticiparne l’accadere, nella leggerezza paradossale che essa infonde, nella paura umbratile nascosta in ogni giorno,
nelle differenti forme dell’esperienza tempo, nella convocazione di chi ha compiuto l’identico percorso, sul fil di ragno
della memoria.
La scena è minimalista: uno scrittoio, una sedia, un registratore, pochi oggetti ordinari. Due “pareti” di sacchetti di iuta,
impilati e riempiti di polveri speciali. Insieme agli oggetti, in scena ci sono un uomo e un folletto. Il gioco teatrale sta
nella ricerca di un sacchetto fra i tanti accumulati, ricerca che per l’uomo è iniziata da sempre, da quando ricorda di sé.
A lui invisibile, il folletto entra ed esce dalla scena con modi felpati, lo aiuta nel cercare e lo accudisce, gioca con lui,
bonariamente di lui si beffa.
Ispirato da un racconto di Giuseppe Goisis, Sacchetti porta lo spettatore in un’atmosfera straniante, a tratti grottesca. La
recitazione asciutta, quasi scarna, mai naturalistica. Anche nei costumi e nel trucco, i rimandi sono beckettiani e
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
orientali. I testi sono poesia e narrazione (Dostoevskji, Tagore, Gualtieri, Totò, Paolini, Montale, Goisis). La musica un
Leit Motiv (Sventa) che ritorna modificando struttura ritmica, strumentazione e arrangiamenti (Alberto Zanini). Gli
ascolti dal registratore sono voci grezze, mescolate ai rumori e ai difetti della riproduzione. La luce, infine, discreta, è al
servizio dell’intimità e della solitudine.
Compagnia Brincadera. I bambini brincano, giocano. Soprattutto loro. Se la vita non si è già accanita, si divertono.
Brincade(i)ra, in portoghese, è questo: gioco, scherzo, divertimento, sciocchezza, festa improvvisata, quisquilia,
incoscienza, follia carnevalesca.
È parso appropriato a esprimere leggerezza e disincanto.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Per informazioni:
Festival In necessità Virtù II - Forme d’arte agli estremi
facebook.com/INVfestival
[email protected]
www.invfestival.it
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
CIRCO-TEATRO
in collaborazione con Ambaradan
La parola “circo” è un’etichetta che si può applicare su vari contenitori. In origine, essa era per lo
più utilizzata per indicare uno spazio, un luogo di incontro di arti e artisti dalle più svariate
espressioni, accomunati dalla ricerca dell’eccellenza, dal virtuosismo, ma anche dall’immediatezza
del linguaggio. Nel corso dei secoli le discipline circensi hanno seguito un cammino alquanto
eterogeneo. Le nuove tendenze, basate sull’intreccio di modalità comunicative, hanno portato a
concepire le arti circensi in una nuova ottica, sempre meno legata allo chapiteau e aperta a nuove
esplorazioni. La rassegna CIRCO-TEATRO intende muoversi alla ricerca degli elementi di qualità
di questa rinnovata forma d’arte che, essendo per sua natura multidisciplinare, permette di seguire
diversi percorsi, tra teatro-circo contemporaneo, giocoleria e clownerie.
Forte di una crescente popolarità in Europa, ma oggi anche in Italia, il colorato mix di strumenti
espressivi propri del teatro-circo trova quest’anno nel programma della Casa delle Arti
un’importante ulteriore vetrina, offrendo a tutti l’opportunità di studiare, scomporre e ricomporre gli
elementi che caratterizzano questa forma d’arte, tanto articolata quanto ibrida, di capirne meglio i
meccanismi, le potenzialità, il fascino. Il teatro-circo come virtuosismo ludico: la purezza
dell’abilità tecnica si mescola al trucco pastoso e marcato della più autentica tradizione circense, al
comico che diviene arte, al gioco che diviene vita.
Domenica 22 dicembre 2013, ore 21.00
Teatro Sociale
LENTO
concept e performance Olli Vuorinen e Luis Sartori do Vale
light designer Jere Mönkkönen
musiche Petteri Rajanti
occhio esterno Isak Lindberg
costumi Anne Jämsä
produzione Cie Nuua
co-produzione WHS e Maison des Jonglages
Dentro una foresta di palloni a elio, un piccolo palloncino segue uno degli artisti, come se fosse un uccellino al
guinzaglio, mentre impara a volare. Sullo sfondo qualcuno, con attaccato al polso un bouquet di palloncini, sembra
alzarsi in volo.
In un universo particolare e onirico, popolato da palloncini ad elio, due artisti dialogano tra loro e con i loro oggetti.
Lontani dall’essere degli oggetti ordinari, i palloncini hanno una propria vita. Gli artisti sembrano parlare e interagire
con i loro oggetti, combinando la manipolazione degli stessi, la giocoleria, l’acrobatica e il teatro fisico, con
suggerimenti tratti dal mondo della magia e del teatro dei burattini.
Lento è una ricerca sul rischio, sul controllo, sull’ossessione e sulla nostalgia. Attraverso immagini forti e situazioni
poetiche, Cie Nuua invita lo spettatore a celebrare il miracolo del volo.
Biglietti:
intero € 12,00
ridotto € 10,00
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
Domenica 29 dicembre 2013, ore 16.30
Teatro Sociale
TANGRAM
di e con Stefan Sing e Cristiana Casadio
occhio esterno Julia Christ, Sabine Rieke e Iris Zordia
costumi Intrika
musiche Nikolaus Herdiekenhof aka <cellolitis>, venetian snares, bajanescu quartett e Stefan Sing
luci e direzione di palco Citronella Antholz
scene <katakomben> in Berlin
Lei gli dà la spalla fredda, lui la spinge via. Eppure entrambi preferirebbero abbracciarsi appassionatamente. L’amore è
insieme inferno e paradiso.
La storia eterna di attrazione e rifiuto, di barriere e fusione, è rappresentata da Stefan Sing e Cristiana Casadio come
un’energica danza con le palle; una straziante, seducente e amara lotta tra sessi.
All’inizio lui domina la lotta. Giocola con le sue palle come se avesse un telecomando con cui controllarla. Inciampa e
appena le palle toccano terra, anche lei cade. Come un burattinaio, lui le gira intorno, si contorce e si china sul suo
corpo. Un tentativo di far rivivere l’antica, narcisistica fantasia secondo cui lui è il suo padrone, come l’antico
Pigmalione che cerca di dare forma alla sua donna ideale. «Che noia», ribatte lei. Per fortuna è una donna moderna. E il
gioco comincia.
Si inseguono l’un l’altro attraverso il palcoscenico, stuzzicandosi l’un l’altro con palle minacciose, flirtando, seducendo
e ammaliando. Un «sì» danzato provoca un «no» giocolato. Due corpi, che buttano le loro palle, mentre diventano a
loro volta una palla.
È una questione di potere, devozione, desiderio e discordia… mie o tue.
Tangram è una danza di giocoleria mondiale, scintillanti flirt fantasiosi con le palle, che richiedono perfetta armonia,
precisione e sincronismo. Uno scambio non verbale molto profondo, con tanto humour e un lavoro fisico magistrale.
Biglietti:
intero € 12,00
ridotto € 10,00
Domenica 5 gennaio 2014, ore 16.30
Teatro Sociale
AKKADEMIA DA ZIRKO BOBOSKY
regia Lorenzo Baronchelli
con Lorenzo Baronchelli, Manlio Casali e Diego Zanoli
produzione Ambaradan
IN COLLABORAZIONE CON GIOCARTEATRO
«Signore e signori, ecco finalmente a voi la Grande Akkademia da Zirko Bobosky!!!
Il direttore Izmir Bobosky e i suoi fidi aiutanti, discendenti delle più prestigiose famiglie circensi, saranno lieti, anzi
lietissimi, di presentare incredibili e a tratti invisibili performances di circo moderno, con evoluzioni, giochi e
quant’altro. Soprattutto... quant’altro! Giocolerie, equilibrismi e acrobazie si alterneranno a improbabili numeri di
magia e sicuri coinvolgimenti del pubblico, anch’esso chiamato a fare la sua parte sino in fondo... o sino al fondo...
L’Akkademia augura fin d’ora buon divertimento e invita a partecipare nu-me-ro-siiii!!»
Un imprevedibile spettacolo-animazione-laboratorio tutto in uno, nella più pura tradizione dei saltimbanchi e dei piccoli
circhi familiari. Quando il pubblico avrà cessato di applaudire le eroiche gesta degli acclamati artisti, sarà chiamato a
sua volta a entrare a far parte della premiata Akkademia da Zirko Bobosky sperimentando così le diverse arti
circensi...e scoprire che in fondo, non è poi così difficile!
Età consigliata: dai 5 anni
Biglietti:
unico € 6,00
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
COMMEDIA DELL’ARTE
in collaborazione con Teatro Viaggio
Bergamo e il suo territorio vantano quella tradizionale forma d’arte di cultura popolare,
caratterizzata dalla lingua bergamasca tipica dei servitori e dei popolani, che diventò un genere
riconosciuto in tutto il mondo, la Commedia dell’Arte. Il tipo del Bergamasco si impone come
necessario nel Teatro dell’Arte attraverso la figura dello Zanni (diminutivo dialettale di Gianni). La
lingua bergamasca presenta una ricchezza espressiva che ben si presta al genere burlesco, nel quale
si annovera la maschera di Arlecchino. E la stessa lingua nel Cinque-Seicento si arricchisce di
varianti e si contamina con altri linguaggi sperimentati dai comici dell’Arte che ogni giorno entrano
in contatto con il pubblico, dando vita a un plurilinguismo che «suole dare gran divertimento nelle
comedie».
La rassegna COMMEDIA DELL’ARTE offre allo spettatore un viaggio attraverso le forme del
teatro “all’improvviso”: nelle giornate del 5 e 6 Aprile 2014 si terrà un incontro internazionale dal
titolo Bergamo chiama l’Europa alla presenza di alcuni fra i maggiori operatori europei della
Commedia dell’Arte, riunitisi nell’Associazione Europea di Nuovo Teatro Popolare UENTP.
Sabato 5 aprile 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
FRATTAGLIE DI COMMEDIA DELL’ARTE
di Mauro Piombo
con Mauro Piombo e Cecilia Bozzolini
maschere Franco Leita
produzione Santibriganti Teatro
«Frammenti, schizzi, parole, lazzi, gesti rubati al repertorio dell’attore, autore e regista Mauro Piombo: frattaglie
appunto, avanzi assortiti per un piatto nobile, speriamo, nel segno della generosa tradizione della cucina contadina.
La Commedia si rinnova dal repertorio: tirate, bravure, spropositi deflagrano in un nuovo canovaccio per due “comici”
offerto al pubblico con gusto moderno, in un gioco aperto che si rinnova di sera in sera.
Un viaggio tra i tipi dell’antica Improvvisa, un filo rosso tra il comico e la maschera.
La scena strizza l’occhio all’avanspettacolo, genere popolare, spesso scalcinato e partecipato dal pubblico con toni forti
e liberatori, ma nobilissimo negli attori e perfino nel repertorio.
La Commedia dell’Arte si rinnova attraverso gli attori che riscrivono un repertorio condiviso, addirittura ripetitivo; la
scrittura ha rimodellato il repertorio, ha adattato citazioni o ridato vita a passaggi dolorosamente “tagliati” da spettacoli
da me allestiti, ha dato parola e forma drammaturgica a nuove improvvisazioni, idee, urgenze della scena.
Nasce infine uno spettacolo nuovo di zecca, essenziale, che si adatta anche a spazi non teatrali, e facilmente
rimodellabile per conferenze spettacolo, presentazioni, interventi nelle scuole.
Mi è doveroso citare le fonti principali del repertorio: L’Amphiparnaso, bravure tirate frizzi lazzi e strazi del Teatro del
Frizzo, Il Mogliazzo de la Zuana con el Zani, allestito in Spagna, e la conferenza-spettacolo Sberleffo Osceno et
Ridicoloso. Risuonano inoltre, nelle pieghe delle parole e delle azioni, La Commedia della Pazzia, La Sposa Francese,
La Pazzia di Isabella, Hey Man! La Finta Pazza andata e ritorno diretti per Santibriganti Teatro. E, perché no, un
omaggio ai colleghi con i quali ho condiviso la scena, agli attori da me diretti in un bel po’ di anni di mestiere».
Mauro Piombo
Biglietti:
intero € 10,00
ridotto € 8,00
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
EVENTI COLLEGATI
Sabato 5 e domenica 6 aprile 2014
Casa Suardi – Ambasciata Culturale di Bergamo Candidata Capitale Europea 2019
BERGAMO CHIAMA L’EUROPA
Convegno internazionale sulla Commedia dell’Arte e Nuovo Teatro Popolare
Nelle giornate del 5 e 6 Aprile 2014, all’interno del programma Casa delle Arti, si terrà un incontro
internazionale dal titolo Bergamo chiama l’Europa alla presenza di alcuni dei maggiori operatori
europei della Commedia dell’Arte, riunitisi nell’Associazione europea di Nuovo Teatro Popolare
UENTP.
PROGRAMMA:
5 aprile
ore 11.00-13.00
ore 15.00-19.00
Apertura: Saluti delle Autorità alla presenza dei relatori ospiti
Commedia dell’Arte e Nuovo Teatro Popolare Europeo
6 Aprile
ore 10.00-13.00
Il futuro della Commedia dell’Arte:
progetti per Bergamo in vista della candidatura a Capitale
Europea della Cultura 2019
La candidatura e il territorio: identità culturale bergamasca
ore 15.00-19.00
Ingresso libero
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
CANTIERE DI TEATRO
a cura di Comune di Bergamo – Assessorato alla Cultura e Spettacolo
Venerdì 2 maggio 2014, ore 18.00
Casa Suardi – Ambasciata Culturale di Bergamo Candidata Capitale Europea 2019
ESPERIENZA, CREATIVITÀ E FATICA DEL FARE TEATRO
incontro con Umberto Orsini
Ingresso libero
Sabato 3 maggio 2014, ore 21.00
Teatro Sociale
LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE
da I Fratelli Karamazov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij
drammaturgia Pietro Babina, Leonardo Capuano e Umberto Orsini
regia Pietro Babina
scene Federico Babina e Pietro Babina
costumi Gianluca Sbicca
musiche Alberto Fiori
con Umberto Orsini e Leonardo Capuano
video effects Miguel Derrico
sound design Alessandro Saviozzi
scenotecnico Filippo Lezzi
produzione Compagnia Umberto Orsini s.r.l.
«Vivo da quarant'anni col Grande Inquisitore di Dostoevskij - racconta Orsini - da quando cominciai ad occuparmene
in occasione dello sceneggiato che alla fine degli anni sessanta fu realizzato da Sandro Bolchi per la Rai-TV e che fu
seguito da più di venti milioni di persone per otto settimane di seguito. Qualcosa di inimmaginabile oggi. (…)
Interpretavo il fratello Ivan e per anni mi sono sentito dire da generazioni di spettatori che venivano ad incontrarmi nei
camerini dei teatri: "Ma quell'Ivan Karamazov! Ma cose così perché non ne fanno più?", sentendo nella loro voce un
rimpianto e soprattutto una memoria sorprendenti».
Umberto Orsini oggi, partendo da questa memoria, fa rivivere quel passaggio di Dostoevskij, calandosi nei panni di un
immaginario Ivan Karamazov maturo. Si misura, attraverso uno specchio, con il se stesso giovane, quell’ideatore della
leggenda che tra nostalgia e sofferenza srotola il suo personale nastro di Krapp. In scena, accanto al doppio
personaggio, Leonardo Capuano, un Mefisto di eco faustiana con il quale l’Inquisitore si industria a classificare temi
ossessivi quali fede, mistero, autorità, peccato e libertà. Un testo che è soprattutto un manifesto sulla autoprodotta
mancanza di libertà degli uomini: l’Inquisitore si rivolge al Cristo affermando che gli uomini non sanno che farsene
della libertà, demandano l’arbitrio ad altri e si deresponsabilizzano. Solo in questo modo paradossalmente di sentono
liberi.
Un climax reso anche grazie alla regia di Pietro Babina, che sceglie di chiudere lo spettacolo con una verifica, usando il
contenitore iper democratico della TED conference - le conferenze tenute da personaggi famosi nel mondo dove
vengono espresse idee degne di essere diffuse in un tempo massimo di 18 minuti e che trovano il naturale sbocco sul
Web - che rafforza l’immagine di un mondo fatto di sottomessi e omologati.
Biglietti:
intero € 20,00
ridotto € 14,00
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
A LEVAR L’OMBRA DA TERRA - PREVIEW
in collaborazione con Festival A levar l’ombra da terra
A levar l’ombra da terra è un festival nato nel 2008 e curato fino al 2012 dalla compagnia
Araucaìma Teater. Dal 2013 è realizzato dall’Associazione A levar l’ombra da terra.
Il festival nasce da un bisogno di prossimità con il territorio, per essere alternativa culturale valida e
gratuita, per offrire una panoramica di gruppi che vivono al di fuori dei grandi circuiti. In estate, per
chi resta a casa. In estate, per poter utilizzare spazi all’aperto. Perché uno spazio aperto può
diventare una sala teatrale incantevole. Un palco, delle sedie, un bicchiere di vino al termine della
serata. Insieme. Attori, spettatori. Crediamo che il teatro sia anche questo. Luogo di incontro, di
condivisione e di relazioni. Per ridere, riflettere, provocare, ballare. Teatro, poesia, danza e musica.
All’interno di Casa delle Arti proponiamo una preview del Festival 2014 con una due giorni di
musica e teatro dal sapore già estivo e coinvolgente.
Venerdì 30 maggio 2014
Piazza Vecchia (in caso di pioggia, al Teatro Sociale)
ore 21.00
ASSURD
con Cristina Ventrone, Lorella Monti e Enza Prestia
Lo spirito carnale delle tammurriate, delle pizziche, delle tarantelle, delle serenate, a cui si aggiungono anche
composizioni originali che offrono un senso di continuità con la tradizione. Ciò porta con sé una gestualità del corpo e
dell’anima, un’armonia fisica e mentale, una danza del cuore che, nella chiave interpretativa del trio, esalta la bellezza
dell’universo-donna: quello che provoca è un senso di reazione all'immobilità, uno straripante desiderio di danzare e
una voglia irrefrenabile di partecipazione piena, evocati da tre voci strazianti e felici insieme.
Ognuna di queste donne porta con sé una nota distintiva: non parliamo solo di una diversità di accenti o di parole
prettamente autoctone ma della loro attitudine a infondere la singolare personalità canora e sonora nelle composizioni,
“a mò” di serenate ma, a volte, anche di denuncia sociale.
Un viaggio nel “colore locale” di ognuna di loro, che si realizza passando dai ritmi tipici e passionali della tarantella
partenopea, toccando le sonorità impetuose della pizzica salentina e del caloroso repertorio del Sudamerica, arricchito
dall’uso di strumenti originari come tammorre, tamburelli e organetto.
Ingresso libero
ore 22.30
CALLEJERAS
di Malasangre
con Marta Robles chitarra, voce, danzatrice
Maria Robles cajón, voce, prima ballerina
Pilar Robles basso, chitarra, voce, ballerina
Pilar Crespo cajón, voce, humor, ballerina
Le Malasangre sono un gruppo di flamenco tutto al femminile composto da tre sorelle: Maria, Marta e Pilar Robles e
dalla loro cugina Pilar Crespo.
Il gruppo, insieme dal 2005, ha portato in tutto il mondo la musica spagnola e il flamenco con grande charme e humor.
La loro carica è travolgente e ogni loro esibizione finisce in una festa.
In un connubio perfetto, le Malasangre abbinano la tradizionale musica andalusa al teatro e al Flamenco. La loro
proposta è originale e diversa, piena di allegria e di senso dell’ironia, accompagnata da una messa in scena che cerca la
partecipazione e la complicità del pubblico.
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
Ingresso libero
Sabato 31 maggio 2014
Casa Suardi – Ambasciata Culturale di Bergamo Candidata Capitale Europea 2019
ore 17.30
BERGAMO CITTÀ DEI TEATRI
Convegno
Bergamo è una città teatrale. Viva e prolifica. Dalle stagioni istituzionali del Teatro Donizetti e del
Teatro Sociale, ai teatri privati, alle tante compagnie e festival che animano tutta la Provincia.
Questo incontro vuole essere un momento di riflessione e discussione con amministratori,
professionisti e pubblico per fare il punto sul sistema teatrale bergamasco, su quanto è stato
realizzato e quanto può ancora essere fatto. Quali sono i progetti e le strategie culturali per il teatro
a Bergamo nei prossimi anni? Quali le esigenze e i desideri del pubblico?
I nomi dei relatori verranno comunicati più avanti, la discussione sarà aperta al pubblico.
Ingresso libero
ore 19.00
APERITIVO
Sede del TTB Teatro tascabile di Bergamo (in caso di pioggia, al Teatro Sociale)
ore 21.30
LA MARIA STÓRTA
Primo di tre sacrosanti lamenti
di Alberto Salvi
da un’idea di Eraldo Maffioletti
regia Alberto Salvi
editing Matilde Facheris
arrangiamenti, armonie, musica dal vivo Gino Zambelli
luci Dalibor Kuzmanic
suoni Dario Filippi
con Matilde Facheris
e con Barbara Bedrina, Cristina Castigliola, Sveva Raimondi
fisarmonica Gino Zambelli
produzione Araucaìma Teater
con il sostegno di Fondazione Cariplo – Progetto Être
«La Maria Stórta è un monologo costruito interamente sul ritmo e sulla musicalità della parola. Non solo; è scritto di
getto, violentemente, di pancia, è flusso di coscienza, è immagini, è colori e profumi, è vita che s’inerpica, cresce, si
insinua, sboccia e mai, dico mai, muore. La Pelegrina non narra cosa le è successo, non descrive i luoghi che ha visitato,
non racconta delle persone che ha incontrato; lei vive ogni istante al presente, un “qui e ora” che è uno schiaffo
emotivo, una ferita che sanguina, ma che permette a chiunque di entrare istantaneamente in empatia viscerale con lei.
Mi sono interrogato numerose volte sul perché di tanta passione intorno alla figura di questa donna. Credo che la Maria
Benaglia, con il suo integralismo, con le sue scelte così radicali e definite, con la sua esistenza vissuta senza maschere e
imbrogli, abbia incarnato l’umano essere in tutta la sua pienezza. O, perlomeno, quell’umano essere che tanto mi attrae,
quello carico di bene e di male, di vittima e carnefice, di oscuro e luminoso: con tutto il disastro che comporta questa
convivenza. Questa non è semplicemente la storia di una donna. Questa è la storia di una bimba, una sorella, una madre,
www.teatrodonizetti.it/teatrosociale
Tel. 035.4160678
una compagna, una moglie: è una storia al femminile. Ogni incontro, ogni figura, sia essa celeste o terrena, ogni
creatura che si fa avanti, è femmina. Dopotutto, qualcuno, non troppo tempo fa, disse che Dio è madre».
Alberto Salvi
Ingresso libero
ore 22.30
ASSAGGI DI PRODOTTI TIPICI ED ESIBIZIONE DEGLI ALÈGHER DI DOSSENA
Già il nome rivela lo spirito dell’esecuzione e dell’atmosfera che si viene a creare durante le loro esibizioni. Il repertorio
è quello tradizionale, con l’aggiunta di molti canti della miniera e dell'emigrazione. Non è facile proporre oggi un
repertorio come quello degli Alègher di Dossena al di fuori del loro paese, perché si è persa la sensibilità verso questo
modo di esprimere i propri sentimenti. È proprio per questo motivo che il gruppo è nato, per far riscoprire l'allegria del
cantare e del suonare con strumenti tradizionali quali l'organetto, la cornamusa bergamasca (ol Baghèt), la fisarmonica e
il piffero.
Ingresso libero
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Tel. 035.4160678