FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI TEATRO MUSICALE
CONTEMPORANEO
A CURA DI GIORGIO BATTISTELLI
I EDIZIONE
ROMA
27 MAGGIO – 9 GIUGNO 2016
Fast
Forward
Festival
HEINER GOEBBELS
ENSEMBLE MODERN
SYLVANO BUSSOTTI
ENSEMBLE ALEPH
ANGELIN PRELJOCAJ
MICHEL VAN DER AA
FRANCESCO PRODE
ENSEMBLE DEDALUS
SÉBASTIEN ROUX
ARS LUDI ENSEMBLE
JEAN-PIERRE DROUET
WOLFGANG RIHM
TEATRO ARGENTINA
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
TEATRO INDIA
TEATRO NAZIONALE
TEATRO DI VILLA TORLONIA
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI TEATRO MUSICALE
CONTEMPORANEO
A CURA DI GIORGIO BATTISTELLI
I EDIZIONE
ROMA
27 MAGGIO – 9 GIUGNO 2016
Fast
Forward
Festival
Il Teatro dell’Opera ha deciso di
muovere verso l’esplorazione dei nuovi
linguaggi musicali e teatrali per
riportare Roma al centro della vita
culturale contemporanea, in relazione
con le altri grandi capitali europee. E
proprio in questa direzione va il Primo
Festival Internazionale di Teatro
Musicale Contemporaneo, Fast
Forward Festival, a cura di Giorgio
Battistelli, che dal 27 maggio al 9
giugno porterà a Roma le espressioni
di ricerca più interessanti dell’universo
artistico attuale, dalla musica al teatro,
dalla danza fino alle arti visive e nuovi
linguaggi digitali.
E, altro elemento del tutto nuovo,
abbiamo voluto che il Festival si
estendesse a tutta la città diventando
non solo un obiettivo del nostro Teatro,
ma anche quello di un’intera città in
movimento.
Per questo, insieme al Teatro
dell’Opera, hanno collaborato le
principali istituzioni culturali della
capitale: l’Accademia di Santa Cecilia,
il Teatro di Roma, la Fondazione
Musica per Roma, l’Accademia di
Francia a Roma-Villa Medici,
articolando la programmazione in più
spazi, per creare un vero e proprio
network che possa raggiungere
l’intera città: il Teatro Costanzi, il Teatro
Nazionale, la Sala Petrassi e il Teatro
Studio dell’Auditorium Parco della
Musica, il Teatro Argentina e il Teatro
India, la Villa Medici. Vogliamo
raggiungere un pubblico il più vasto
possibile, dagli appassionati di teatro
contemporaneo al pubblico della
musica e della danza contemporanea,
cui portare il messaggio fondamentale
dell’arte come continuo cambiamento,
e rivendicare il ruolo che spetta ad
ogni istituzione culturale impegnata a
produrre la conoscenza dell’oggi.
CARLO FUORTES
Opera, teatro musicale, termini e
definizioni che si sono dissolti
attraverso esperienze che
rappresentano diverse possibilità del
teatro musicale del nostro tempo.
Il teatro continua a essere una
possibilità di andare oltre il suono. Non
è un binomio, nato per associare due
esperienze distinte eppure
convergenti, il teatro e la musica.
Il teatro, in tutte le sue accezioni, è la
maniera con la quale la musica
raddoppia se stessa, la sua efficacia, la
sua ambizione e,
contemporaneamente, si mette alla
prova uscendo dai propri confini,
esponendosi al confronto con un’altra
dimensione espressiva e percettiva. Il
teatro musicale individua quei puncta,
quei nodi drammaturgici tra
immaginario e realtà.
La relazione tra musica e scena, così
come quella tra musica e parola,
appartiene al tipo di problemi che i
compositori si sono posti, con più o
meno consapevolezza, nel corso della
storia; domande alle quali sono state
date soluzioni diametralmente
opposte.
Il teatro musicale continua a
trasformarci e a interrogarci con
domande e risposte che hanno portato
a un cambiamento profondo del
concetto di ascolto e di visione.
GIORGIO BATTISTELLI
Fast
Forward
Festival
FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI TEATRO MUSICALE
CONTEMPORANEO
MAGGIO
VENERDÌ 27
ORE 21.00
TEATRO ARGENTINA
Schwarz auf Weiss
Heiner Goebbels/ Ensemble Modern
SABATO 28
ORE 21.00
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
TEATRO STUDIO BORGNA
La Passion selon Sade
Sylvano Bussotti
DOMENICA
29
ORE 21.00
TEATRO INDIA
Vie de famille
Ensemble Aleph/ Jean-Pierre Drouet
LUNEDÌ 30
ORE 21.00
TEATRO NAZIONALE
Empty moves Parts I, II & III
Angelin Preljocaj/ John Cage
MARTEDÌ 31
ORE 21.00
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
SALA PETRASSI
Blank Out
Michel van der Aa
GIUGNO
MERCOLEDÌ 1 TEATRO DI VILLA TORLONIA
ORE 20.00
Miroirs/Ravel
Francesco Prode
GIOVEDÌ 2
ORE 19.00
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
Inevitable Music #5
Ensemble Dedalus/ Sébastien Roux
GIOVEDÌ 2
ORE 20.30
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
Il suono e il gesto
Ars Ludi Ensemble
VENERDÌ 3
ORE 21.00
TEATRO INDIA
Jean-Pierre Drouet
One man Show
MARTEDÌ 7
GIOVEDÌ 9
ORE 21.00
TEATRO NAZIONALE
Proserpina
Wolfgang Rihm
Fast
Forward
Festival
TEATRO ARGENTINA
27 MAGGIO ORE 21.00
HEINER GOEBBELS
Il compositore Heiner Goebbels sembra
aver scritto questa pièce di teatro
musicale, Schwarz auf Weiss (Nero su
Bianco), su misura dell’Ensemble Modern.
Protagonista è il collettivo dello stesso
Ensemble. I diciotto musicisti agiscono
simultaneamente come attori e musicisti,
conquistando l’intero palcoscenico. Palle
da tennis rimbalzano su una grancassa, si
odono i suoni dolci dei kodo giapponesi, il
sibilo di un bollitore si trasforma in una
complessa melodia di flauto.
I musicisti non solo suonano i loro propri
strumenti ma si uniscono a formare un
gruppo, come un ensemble di fiati simile a
una banda italiana.
Le scene e gli avvenimenti dello spettacolo
si susseguono scivolando gli uni negli altri,
senza interruzioni, e le luci, sapientemente
disegnate da Jean Kalman, costruiscono
una loro propria drammaturgia.
Ancora e ancora si ascolta la voce
registrata di Heiner Müller che legge
Shadow - A Parable (Ombra) di Edgar Allan
Poe.
Perché Schwarz auf Weiss è dopotutto una
riflessione sulla scrittura e sull’assenza
dell’autore come simulacro di una memoria
collettiva. Per Heiner Goebbels
quest’opera è “un addio a Heiner Müller”
ma denso di umorismo, luce e passione.
La prima dell’opera ha avuto luogo al
Bockenheimer Depot di Francoforte il 14
marzo 1996
Foto Christian Schafferer
Schwarz auf W
IN COPRODUZIONE CON TEATRO DI ROMA
CON IL SOSTEGNO DEL GOETHE-INSTITUT ROM
COMPOSIZIONE E REGIA
HEINER GOEBBELS
TESTI DA
EDGAR ALLAN POE
E MAURICE BLANCHOT
Foto Katrin Schilling
eiss
IN LINGUA ORIGINALE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO E INGLESE
Foto Christian Schafferer
ENSEMBLE MODERN, FRANKFURT
Fast
Forward
Festival
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
TEATRO STUDIO BORGNA
28 MAGGIO ORE 21.00
LaPassionselo
SYLVANO BUSSOTTI
La Passion selon Sade è stata composta
da Sylvano Bussotti tra il 1965 e il ‘66 ed
eseguita nel settembre di quell’ultimo anno
a Palermo, sotto la direzione dell’autore:
interprete femminile Cathy Berberian. Il
libretto è ricavato in parte da un sonetto
della poetessa francese del Cinquecento
Louise Labé, in parte da frammenti di due
libri del Marchese de Sade, testi tutti
quanti mescolati dal compositore in un
“collage” verbale.
Il riferimento della vicenda è appunto alla
vita e ai personaggi del “Divin Marchese”,
una figura spesso ricordata dalla cultura
degli anni Sessanta, basti pensare al
dramma scritto nel 1964 da Peter Weiss
col titolo abbreviato in Marat/Sade e
rappresentato a Londra con la regia di
Peter Brook che ne ricavò in seguito anche
un film. Alle figure femminili antitetiche
della narrazione sadiana, la virtuosa e
sfortunata Justine e la viziosa e felice
Juliette (interpretate dalla stessa cantante),
Bussotti aggiunse un Mimo, una Figurina
(anche realizzabile con una bambola
meccanica) e gli esecutori stessi che
devono compiere azioni sceniche. Nella
partitura confluirono, come appare chiaro
dal sottotitolo, altri brani composti in quegli
anni. L’intera composizione è un esempio
radicale di “notazione grafica”, che lascia
cioè agli esecutori ampia libertà nella
realizzazione della scrittura musicale,
mentre invece sono prescritti con
esattezza gestualità ed effetti scenici che
culminano in alcuni momenti di happening
presenti nel lavoro.
IN COPRODUZIONE CON
ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
n Sade
DIRETTORE MARCELLO PANNI
REGIA LUCA BARGAGNA*
SCENE GIADA ABIENDI*
COSTUMI ANNA MARIA RUOCCO*
LUCI SILVIA CROCCHIANTI, MARCO ALBA*
SOPRANO ALDA CAIELLO
ENSEMBLE NOVECENTO
FORMAZIONE ORCHESTRALE
DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO
DELL’ACCADEMIA NAZIONALE
DI SANTA CECILIA
FLAUTO LAURA SANDRIN
OBOE GIOVANNI PISTIS
OBOE D’AMORE LINDA SARCUNI
CORNO LUIGI GINESTI
VIOLONCELLO CHIARA BURATTINI
PIANOFORTE BEN CRUCHLEY
E GESUALDO COGGI
PERCUSSIONI STANISLAO MARCO SPINA
ARPA AUGUSTA GIRALDI
ORGANO ANGELO BRUZZESE
FLAUTO A BECCO TOMMASO ROSSI
*
DAL PROGETTO
“FABBRICA YOUNG ARTIST PROGRAM”
DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
MYSTÈRE DE CHAMBRE AVEC TABLEAUX VIVANTS
PRÉCÉDÉ DE SOLO AVEC UN COUPLE RARA
ET SUIVI D’UNE AUTRE PHRASE À TROIS
DI SYLVANO BUSSOTTI
Fast
Forward
Festival
TEATRO INDIA
29 MAGGIO ORE 21.00
Foto Jacky Joannes
Vie de famille
JEAN-PIERRE DROUET
I sei musicisti riuniti che costituiscono
l’Ensemble Aleph sono la famiglia di cui
questo concerto descrive la vita, mettendo
in scena i diversi caratteri così come le
relazioni fra loro. Tutto è immaginario,
naturalmente! Non si tratta di fare un
ritratto reale dei musicisti: è una finzione,
una “pièce teatrale”.
Ho chiesto a ciascun membro di questa
“famiglia” di scegliere dei testi che
avevano a cuore, sui quali potessi poi
costruire i diversi personaggi e i loro
rapporti, in ogni sorta di forme musicali
possibili, dal solo al quintetto. Mi sono
riservato i sestetti per gli interludi fondati
su testi di mia scelta, che intervengono con
regolarità, come delle foto di famiglia.
Non c’è uno stile musicale definito, ma
piuttosto il risultato di una sonorità vissuta
nel quotidiano che include canzoni, rumori,
musica colta, parole, jazz...
Abbiamo evitato il ricorso a scenografie ed
accessori ingombranti per restare nella
forma del concerto, lavorando moltissimo
sul comportamento dei musicisti-attori,
sulle qualità vocali e gestuali di ognuno di
loro e sulla presenza abbondante di piccoli
oggetti famigliari, misteriosi, musicali o
inutili.
JEAN-PIERRE DROUET
Vie de famille si articola per sequenze,
frammenti, piccoli dettagli, come delle
“foto sonore” ispirate a comportamenti che
sembrano famigliari e, a prima vista,
indolori.
Come un’anestesia che attraversa
l’universo mentale dei membri di una
famiglia, i brani tessono trame rassicuranti,
come il susseguirsi delle stagioni quando
si è bambini. Nulla lascia pensare che sotto
quel velo sonoro che copre curve
melodiche emergenti (come le coperture
dei mobili di campagna) si nascondano
drammi, tensioni, tragicommedie.
L’umorismo e la dolcezza di certe
sequenze ci ingannano: all’improvviso,
come usciti dall’ombra di un incontro
furtivo, certi “gesti” musicali si sviluppano
e creano dei veri e propri personaggi... I
loro comportamenti sonori, i loro recitativi
sembrano a tratti strani, a tratti
riconoscibili. Sembrano come mascherati.
È la musica che fornisce loro questa
maschera. All’inizio sembrano fragili, come
creature di porcellana, privi di sentimenti.
Ma basta un raggio di sole a farli rinascere
e sotto quella maschera divenuta
trasparente, si scoprono i tormenti, la sete
di potere, l’odio. Solo la “tranquilla” vita di
famiglia può scatenare tali terribili
sentimenti.
Allora ci sono le crisi, dei veri e propri
passaggi all’azione che la musica
accompagna e alimenta in maniera
distante ed ironica: colpi di follia che si
manifestano attraverso esplosioni virtuose.
La tranquilla quotidianità sonora
ingannevole dell’inizio si tinge del sangue
delle battaglie che questi personaggi
hanno rappresentato lungo tutta la durata
dello spettacolo.
GEORGES APERGIS
IN COPRODUZIONE CON TEATRO DI ROMA
TEATRO STRUMENTALE
MUSICHE DI JEAN-PIERRE DROUET
REGIA E LUCI LOUIS CLÉMENT
SUONO CÉLINE GRANGEY
ENSEMBLE ALEPH
VOCE MONICA JORDAN
CLARINETTO DOMINIQUE CLÉMENT
VIOLONCELLO CHRISTOPHE ROY
ACCORDÉON ANTHONY MILLET
PIANOFORTE SYLVIE DROUIN
PERCUSSIONI JEAN-CHARLES FRANÇOIS
CHARMES
(TESTO TRADIZIONALE RUMENO: CHARME POUR LE RETOUR D’AMOUR)
PER VOCE, ACCORDÉON, CLARINETTO E VIOLONCELLO
ASSOLO DI VIOLONCELLO
LABÉ (Ô BEAUX YEUX BRUNS… DI LOUISE LABÉ 1555) PER
FISARMONICISTA CANTANTE
THÉRÈSE (ESTRATTO DA SANTA TERESA D’AVILA) PER VIOLONCELLISTA E
PIANISTA RECITANTI
SOLO PER VOCE (ESTRATTO DA RAINER MARIA RILKE)
LIEUX (ESTRATTO DA ELOGIO DELL’OMBRA DI JUNICHIRO TANIZAKI) PER
PIANISTA RECITANTE, VOCE, ACCORDÉON, CLARINETTO, VIOLONCELLO E
PERCUSSIONI
ASSOLO DI CLARINETTO
HEUREUX (ESTRATTO DA CAISSE DI CHRISTOPHE TARKOS) PER
CLARINETTISTA BASSO E PERCUSSIONISTI RECITANTI, VOCE E
PIANOFORTE
EN PLEIN VIDE, ASSOLO DI PERCUSSIONI
(SU POESIA DI GHÉRASIM LUCA)
THÈSE (EXTRAIT DE LA THÈSE DE JEAN-CHARLES FRANÇOIS:
L’INSTRUMENTISTE CRÉATEUR) PER CONFERENZIERE, VOCE,
CLARINETTO BASSO, VIOLONCELLO, PIANOFORTE E SINTETIZZATORE
Fast
Forward
Festival
TEATRO NAZIONALE
30 MAGGIO ORE 21.00
Empty moves
ANGELIN PRELJOCAJ
Empty moves è un laboratorio: Angelin
Preljocaj inventa gesti inediti, combinazioni
di corpi, nuovi passi e portés, un
vocabolario più fluido e meno spigoloso
che ai suoi inizi.
Per illustrare il suo processo fa riferimento
a John Cage: Empty words è una sequenza
casuale di fonemi pronunciati durante un
concerto a Milano, la dimostrazione pratica
che l’astrazione esiste. E che è
insopportabile poiché il pubblico fischia
all’esecutore imperturbabile.
Trent’anni dopo, Empty moves prosegue
sullo stesso cammino: malgrado la loro
inalienabile materialità i quattro ballerini si
rifiutano di significare. Non raccontano
niente, rifiutano ogni tipo di discorso, ogni
emozione o tematica e continuano ad
esercitare un flusso inesorabile di
movimenti. In questo modo impongono in
scena il piacere della loro esistenza, accolti
da un pubblico che ha accettato, se non di
ascoltare, almeno di osservare l’astrazione.
AGNÈS FRESCHEL
COPRODUZIONI
EMPTY MOVES (PARTS I, II & III)
FESTIVAL MONTPELLIER DANSE 2014,
THÉÂTRE DE LA VILLE-PARIS
EMPTY MOVES (PARTS I & II)
FESTIVAL MONTPELLIER DANSE 2007
EMPTY MOVES (PART I)
THE JOYCE THEATER’S STEPHEN
AND CATHY WEINROTH FUND
FOR NEW WORK / COMMISSIONE:
BIENNALE NATIONALE DE DANSE
DU VAL-DE-MARNE
RINGRAZIAMENTI A GORAN VEJVODA
Dopo Empty moves (part I) del 2004 e (part
II) del 2007, continua la mia esplorazione
dell’opera Empty words di John Cage.
Empty moves si nutre delle azioni e dei
movimenti ispirati dalle parole e dai fonemi
letti da John Cage al Teatro Lirico di Milano
e registrati il 2 dicembre 1977. Durante la
performance infatti il pubblico,
relativamente tranquillo all’inizio, inizia
poco a poco a reagire e
inconsapevolmente crea una linea
supplementare all’opera di Cage, con grida
e rumori degli spettatori milanesi, che si
aggiungono alla partitura presentata da
Cage. Da parte mia, in Empty moves gioco
sulla costruzione e sulla decostruzione
degli schemi coreografici, cercando il
modo in cui sviluppare la mia lettura della
pièce. La nozione di distanziamento, di
disgregazione del movimento e di una
nuova articolazione della frase
coreografica domina sul senso e
sull’essenza dei movimenti. Da questo
punto di vista, questa coreografia si
avvicina al testo di Henry David Thoreau La
Désobéissance civile, che costituiva il
materiale di base per John Cage e tenta di
raggiungere l’imperturbabile carattere
combattivo dell’istigatore di questa serata
milanese.
Empty moves è anche una riflessione sullo
stato del corpo. Come può evolvere e
creare una nuova qualità di movimento?
Nel percorso dalla prima alla seconda alla
terza parte, lo stato del corpo dei danzatori
si modifica, questo lega le tre sezioni.
ANGELIN PRELJOCAJ
IN COLLABORAZIONE CON
L’ASSOCIAZIONE TEATRALE EMILIA ROMAGNA
COREOGRAFIA
ANGELIN PRELJOCAJ
CREAZIONE SONORA
JOHN CAGE, EMPTY WORDS
REGISTRAZIONE DEL CONCERTO
AL TEATRO LIRICO DI MILANO
DEL 2 DICEMBRE 1977
Foto Jean-Claude Carbonne
Parts I, II & III
ASSISTENTE ALLA DIREZIONE ARTISTICA
YOURI AHARON VAN DEN BOSCH
MAESTRO RIPETITORE / COREOLOGO
DANY LÉVÊQUE
Foto Jean-Claude Carbonne
INTERPRETI
NURIYA NAGIMOVA
YURIÉ TSUGAWA
FABRIZIO CLEMENTE
BAPTISTE COISSIEU
Fast
Forward
Festival
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
SALA PETRASSI
31 MAGGIO ORE 21.00
Blank Out
Blank Out è incentrato su un dialogo tra un
uomo e sua madre. Lui è di mezza età. Lei
morì quando era un bambino. Il libretto
utilizza elementi tratti dall’opera e la vita
della poetessa sudafricana Ingrid Jonker.
Per raccontare una storia profondamente
umana, van der Aa utilizza tecniche
innovative di film interattivo in 3D e musica
elettronica dal vivo per esplorare i primi
ricordi, il modo in cui l’uomo li ricostruisce
e come elabora i momenti traumatici della
vita.
MICHEL VAN DER AA
Una donna, sola sul palco, smarrita. Canta
brani frammentati, registrandosi con una
videocamera. Gradualmente le sue frasi si
fanno complete e coerenti. Veniamo a
conoscenza di un trauma devastante che
risale al 1976, quando suo figlio aveva
sette anni. Dal bordo della diga vicino alla
loro casa, lo ha visto nuotare, poi annegare.
Lei era paralizzata, incapace di muoversi.
La donna condivide ricordi di suo figlio
mentre lentamente realizza il modellino di
una casa. Ricostruisce e spiega il rapporto
con suo figlio, esplorando la sua rimozione
emotiva. Mentre il confine tra la realtà e il
mondo del modellino svanisce, un uomo
appare sullo schermo. L’uomo duetta con
la registrazione precedente della donna,
completando la storia di quel giorno del
1976. Anche lui ha vissuto un trauma: la
donna in scena è sua madre, morta quel
giorno, annegata nel tentativo di salvarlo.
Riportandoci all’incidente, l’uomo
aggiunge una nuova prospettiva agli eventi.
Capiamo quindi che la donna sul palco è
una ricostruzione della sua memoria. I due
cantano e danzano insieme. Mentre l’opera
raggiunge l’apice, la donna annega nelle
sue stesse parole, mentre l’uomo si
aggrappa disperatamente ai suoi preziosi
ricordi.
La donna scompare, l’uomo la piange.
MICHEL VAN DER AA
e SOPHIE MOTLEY
IN COPRODUZIONE CON FONDAZIONE MUSICA PER ROMA
IN COLLABORAZIONE CON ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
CON IL SOSTEGNO DELL’AMBASCIATA DEL REGNO DEI PAESI BASSI A ROMA
OPERA DA CAMERA PER SOPRANO E FILM 3D
PRIMA NAZIONALE
IDEAZIONE E REGIA
MICHEL VAN DER AA
LUCI
FLORIAAN GANZEVOORT
Foto Marco Borggreve
IN LINGUA INGLESE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO E INGLESE
DRAMMATURGIA
SOPHIE MOTLEY
SOPRANO
MIAH PERSSON
Foto Marco Borggreve
Foto Marco Borggreve
E NEL FILM
BARITONO RODERICK WILLIAMS
NEDERLANDS KAMERKOOR
Fast
Forward
Festival
TEATRO DI VILLA TORLONIA
1 GIUGNO ORE 20.00
Miroirs/Ravel
Come Ravel nel 1906, Francesco Prode
propone un viaggio utilizzando lo specchio
non come riflesso di una realtà ma come
strumento per indagare sempre più ardite
e sconfinate consapevolezze. Cinque
compositori contemporanei italiani
scrivono per Prode cinque prime
esecuzioni assolute, ispirate ai cinque
Miroirs di Ravel. Per accompagnare il
pubblico in un viaggio nel “Suono”. Per
riscoprirsi, per ritrovarsi.
FRANCESCO PRODE
Grazie al mirabile lavoro dei cinque
compositori italiani, sarà possibile
compiere un viaggio nel tempo che
rimanda, in piena coerenza estetica, alla
fonte primigenia di ispirazione poetica,
insita nell’opera di Ravel. Il gioco di specchi
ci offre la possibilità, una volta posizionati
uno davanti all'altro, di creare un tunnel
infinito di immagini da dove poter attingere
“Riflessioni” sonore.
I BRANI DI RAVEL SARANNO ALTERNATI
ALLE NUOVE COMPOSIZIONI
ALESSANDRO SOLBIATI
LA NUIT DE MAURICE
(D’APRÈS NOCTUELLES)
MARTINO TRAVERSA
OISEAUX TRISTES
GIORGIO COLOMBO TACCANI
OCÉAN
(D’APRÈS UNE BARQUE SUR L’OCÉAN)
RICCARDO PANFILI
LES MOTS DE LA TRIBU
(D’APRÈS ALBORADA DEL GRACIOSO)
VITTORIO MONTALTI
VERTICALE
(D’APRÈS LA VALLÉE DES CLOCHES)
IN COLLABORAZIONE CON
ROMA CAPITALE DIPARTIMENTO ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO
TEATRO DI VILLA TORLONIA
ZÈTEMA PROGETTO CULTURA
UN PROGETTO DI FRANCESCO PRODE
IN COPRODUZIONE CON IL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA
ALLESTIMENTO DEL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA
CINQUE NUOVI BRANI
ISPIRATI A MIROIRS DI MAURICE RAVEL
PIANOFORTE FRANCESCO PRODE
IDEAZIONE SCENICA ANDREA MIGLIO
Fast
Forward
Festival
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
2 GIUGNO ORE 19.00
Inevitable Mus
Da diversi anni Sébastien Roux lavora a
progetti di traduzione sonora, principio che
consiste nell’utilizzare un’opera esistente
come partitura per una nuova opera.
Nel corso della sua residenza a Villa
Medici, si propone di riattivare, sotto forma
di traduzioni sonore, alcuni dei “300 Wall
Drawings” che l’artista americano Sol
LeWitt ha realizzato in Italia tra il 1968 e il
2007.
SÉBASTIEN ROUX
CONCERTO INCLUSO NEL PROGRAMMA DE
“I GIOVEDÌ DELLA VILLA. QUESTIONS D’ART”,
CICLO ORGANIZZATO DALL’ACCADEMIA
DI FRANCIA A ROMA – VILLA MEDICI.
Sébastien Roux compone musica
elettronica che fa conoscere attraverso
dischi, sessioni di ascolto, installazioni,
percorsi o spettacoli radiofonici.
Si interessa alle condizioni dell’ascolto, alla
nozione di spazio sonoro e alla
composizione a partire da obblighi formali.
Con il procedimento della traduzione
sonora ha dato vita a Quatuor (Quartetto),
musica elettroacustica a partire dal
Quartetto per archi n. 10 di Beethoven,
Nouvelle, spettacolo radiofonico basato
sulla Leggenda di San Giuliano
l’Ospitaliere di Flaubert e Inevitable Music.
ic #5
CONCERTO
TRADUZIONI SONORE DEI WALL DRAWINGS DI SOL LEWITT
ENSEMBLE DEDALUS
CHITARRA DIDIER ASCHOUR
VIOLA CYPRIEN BUSOLINI
CLARINETTO LAURENT BRUTTIN
FAGOTTO DAFNE VICENTE SANDOVAL
TROMBA CHRISTIAN PRUVOST
VIOLINO SILVIA TAROZZI
VIOLONCELLO DEBORAH WALKER
COMPOSIZIONE, ELETTRONICA,
E DISPOSITIVO SONORO
SÉBASTIEN ROUX
BORSISTA DELL’ACCADEMIA DI FRANCIA
A ROMA
WALL DRAWINGS
SOL LEWITT
Fast
Forward
Festival
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
2 GIUGNO ORE 20.30
Il suono e il ges
ARS LUDI ENSEMBLE
Il teatro musicale non è legato solamente
al grande repertorio del passato, ma anche
oggi dimostra tutta la sua vitalità. Dopo
l’omaggio al compositore greco Georges
Apergis nel 2015, l’Accademia di Francia a
Roma prosegue l’esplorazione del teatro
musicale contemporaneo insieme al Teatro
dell’Opera di Roma nell’ambito di
FastForwardFestival.
L’ensemble Ars Ludi interpreterà alcuni
brani che, per il carattere performativo
dell’esecuzione, per contenuto o
ispirazione, si connotano per la loro
teatralità. Questa serata permetterà di
immergersi nell’avanguardia musicale del
XX e del XXI secolo, dalle sue radici (John
Cage e Mauricio Kagel) alle sue forme più
attuali (Lucia Ronchetti e Francesco
Filidei).
Ars Ludi, ensemble di percussioni a
organico variabile, è stato fondato nel
1987. Sin dagli esordi interpreta a livello
internazionale il repertorio
contemporaneo, in particolare John Cage,
Karlheinz Stockhausen, Edgar Varèse,
Steve Reich, Giorgio Battistelli, Giacinto
Scelsi, Luciano Berio, Alvin Curran.
L’attività del gruppo si caratterizza inoltre
per l’ideazione di progetti che coinvolgono
artisti del mondo multimediale. I tre
musicisti del nucleo base svolgono anche
attività come docenti di conservatorio di
musica.
CONCERTO INCLUSO NEL PROGRAMMA DE
“I GIOVEDÌ DELLA VILLA. QUESTIONS D’ART”,
CICLO ORGANIZZATO DALL’ACCADEMIA
DI FRANCIA A ROMA – VILLA MEDICI.
IN COPRODUZIONE CON
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
to
ARS LUDI ENSEMBLE
PERCUSSIONI
ANTONIO CAGGIANO
RODOLFO ROSSI
GIANLUCA RUGGERI
PIANOFORTE
GIANCARLO SIMONACCI
CONCERTO
LUCIA RONCHETTI
HELICOPTERS AND BUTTERFLIES
PER SOLO PERCUSSIONISTA (2012)
PRIMA ASSOLUTA
DELLA VERSIONE ITALIANA
MAURICIO KAGEL
RRRRRRR…
SEI BRANI PER DUE PERCUSSIONISTI
(1982)
FRANCESCO FILIDEI
I FUNERALI DELL’ANARCHICO SERANTINI
PER TRE PERCUSSIONISTI (2005-2006)
JOHN CAGE
FADS AND FANCIES IN THE ACADEMY
PER CINQUE PERFORMER (1940)
Fast
Forward
Festival
TEATRO INDIA
3 GIUGNO ORE 21.00
Jean-PierreDro
JEAN-PIERRE DROUET
Il destino musicale di uno dei più grandi
percussionisti contemporanei, Jean-Pierre
Drouet, ha avuto inizio in un conservatorio
di provincia, attraverso il classico percorso
di un allievo eccellente. Prima a Bordeaux,
sua città natale, dove emergono le sue
eccezionali qualità, poi a Parigi dove
ognuno tenta la propria fortuna.
Riceve il suo primo premio nel 1958. JeanPierre Drouet si rivela fin da subito
all’altezza delle aspettative, ma egli è fin
dall’inizio consapevole di non essere
tentato da una carriera nella musica
classica: ha difficoltà a piegarsi a quella
disciplina che un’orchestra richiede.
Fortunatamente molto presto un
avvenimento influenza definitivamente
l’orientamento della sua vita musicale:
l’incontro con Luciano Berio. Ha 24 anni.
Arriva la creazione di Circle, per la voce di
Cathy Berberian, un’arpa e due
percussionisti con una tournée negli Stati
Uniti.
Fin da subito suona con Boulez, al
Domaine Musical, incontra Barraqué,
Stockhausen, Kagel, Xenakis, che gli
affidano numerose creazioni e, nello stesso
tempo, partecipa al Jazz Groupe de Paris di
André Hodeir (pensatore capitale della
scrittura jazzistica), accompagna Edith
Piaf, Gilbert Bécaud, Jeanne Moreau o
Bobby Lapointe e studia composizione con
René Leibovitz. Alla fine degli anni
Sessanta fonda con Michel Portal, Vinko
Globokar e Carlos Roqué Alsina, l’etichetta
New Phonic Art.
Con le sorelle Labèque e Sylvio Gualda,
interpreta le sonate di Bartók per due
pianoforti e due percussionisti in una
versione che farà il giro del mondo.
Insaziabilmente curioso, lavora sui ritmi
tradizonali dello zarb o delle tablas e sulle
nuove sonorità elettroacustiche. Si
entusiasma per il teatro musicale e fonda
con questo spirito il trio di percussioni Le
Cercle, collaborando con Apergis, Kagel,
Battistelli, inizia a comporre in ambito
concertistico (Ensemble Aleph, Ars Nova,
Orchestra di Parigi), per il teatro (JeanMarie Serreau, Jean-Louis Barrault, Claude
Régy...), per la danza (Félix Blaska, Violetta
Farber, Jean-Claude Galotta, François
Verret...), per le macchine musicali di
Claudine Brahem o per il Théâtre équestre
Zingaro di Bartabas.
Tante sono le aree di espressione per le
quali questro straordinario strumentista ha
dedicato un reale desiderio e talento di
scrittura, continuando sempre e
comunque il lavoro di improvvisazione con
Fred Frith e Louis Sclavis.
IN COPRODUZIONE CON TEATRO DI ROMA
MAURICIO KAGEL
2 SOLI DA EXOTICA
VINKO GLOBOKAR
TOUCHER CON TESTI DI BERTOLT
BRECHT
Foto Jacky Joannes
uet One Man Show
GIORGIO BATTISTELLI
IL LIBRO CELIBE
FREDERIC RZEWSKY
TO THE EARTH CON TESTI DI OMERO
ABDUL ALAFREZ
ABDULISATIONS
Foto Jacky Joannes
GEORGES APERGIS
LE CORPS À CORPS
BRANI DA CONVERSATIONS
Fast
Forward
Festival
TEATRO NAZIONALE
7-9 GIUGNO ORE 21.00
Proserpina
WOLFGANG RIHM
La Proserpina di Goethe non è quella del
mito classico, perché il suo percorso è
interrotto, incompleto. Mentre nella
tradizione greco-romana la figlia di Cerere,
grazie a un patto tra Giove e Plutone,
risaliva al mondo dei vivi sei mesi l’anno,
nella versione tedesca rimane
eternamente prigioniera negli inferi,
involontaria regina delle anime dei morti.
L’assenza di una redenzione è
probabilmente frutto del Romanticismo,
ma è anche legata alla morte prematura
della sorella del poeta, alla quale si ispira
per questo melodramma.
Questa grande omissione non soltanto
altera la fine della storia, ma cambia tutto il
suo significato. Il mito classico fa
riferimento, tra le altre cose, al passaggio
all’età adulta (a una bambina che diventa
donna), all’arrivo della fecondità – il
melograno, il ciclo delle stagioni ed, ergo,
della vita – e alla separazione dai genitori,
una perdita ma anche una ricchezza
poiché dà la possibilità di osservare se
stessi e il mondo con uno sguardo più
maturo.
Eliminando la redenzione Goethe pone
l’attenzione su un altro passaggio, più
definitivo e inesorabile, quello della morte.
All’inizio vediamo una Proserpina che
ancora non comprende completamente la
sua separazione dal nucleo familiare –
dalla madre e dalle amiche dell’infanzia –,
non ne comprende l’importanza. Dunque si
trova in una specie di limbo dove arrivano i
ricordi di un passato ideale – o idealizzato
dalla memoria. Tutte queste immagini felici
sono vicine e lontane allo stesso tempo.
Sembrano reali, ma sono coperte da un
velo che le distanzia. Per questo abbiamo
scelto di coprire tutto, scenografie e
personaggi (compreso il loro volto), con un
tessuto fino, leggermente trasparente, che
lascia intravedere quello che c’è sotto, ma
che cancella i dettagli e le precisioni, che
ce ne separa per sempre.
Poco a poco l’eroina capisce il suo stato: le
immagini del suo rapimento e lo sforzo
inutile di sua madre per salvarla si
succedono, e la portano a chiedere aiuto al
padre, figura implacabile e quasi astratta
da cui ottiene solo una sorda indifferenza.
I primi segni della sua nuova situazione si
fanno visibili: Proserpina trova i suoi
oggetti personali (libri, scarpe, un violino,
fiori), anche questi inviluppati in un velo.
Svelandoli li trova coperti di una materia
nera, tenace, vischiosa. Gradualmente
scoprirà che tutto il suo universo ne è
coperto. Si tratta della morte che
lentamente si appropria del suo mondo.
Abbandonata dal padre, con una madre
onnipotente, Proserpina è lasciata alla sua
sorte. Un ultimo legame col mondo della
vita appare ai suoi occhi: il calore del sole e
della vita concentrato nella forma fresca di
un melograno. Assetata di speranze lo
mangia e, con questo atto, sigilla il suo
destino: non ritornerà mai più con i vivi.
In un attimo tutti i veli spariscono, e
scoprono una funesta camera nuziale. Dal
letto sorge questa materia nera e
ineludibile che copre tutto lo spazio, come
una maledizione. Il matrimonio che, nel
mito classico, provoca timore ma anche
curiosità – perché simbolo della perdita
dell’infanzia, ma anche del risveglio della
sessualità e l’arrivo dell’età adulta – qui si
trasforma in repulsione assoluta. Il timore
del maschio diventa orrore della morte. Le
Parche, anime rinchiuse in questa
desolazione, le annunziano il suo funebre
destino: regina delle tenebre, non uscirà
mai alla luce. Proserpina gli appartiene e,
come dimostrazione, la inviluppano nella
stessa tenebrosa sostanza fino ad
immobilizzarla per sempre. Le ultime
parole di Proserpina sono di paura e odio
per questo sinistro sposalizio con la morte.
Nel percorso delle quattro fasi che
attraversa lo spirito nel confronto con la
morte (sorpresa, rifiuto, ira ed
accettazione), Proserpina rimane
interrotta, incompiuta. Non c’è redenzione
possibile.
CON IL SOSTEGNO DEL GOETHE-INSTITUT ROM
IN LINGUA ORIGINALE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO E INGLESE
DIRETTORE WALTER KOBÉRA
REGIA VALENTINA CARRASCO
SCENOGRAFIA CARLES BERGA
ISPIRATA ALLE OPERE
DI CLAY APENOUVON
COSTUMI CLAY APENOUVON
LUCI PETER VAN PRAET
SOPRANO MONJA ERDMANN
ORCHESTRA E CORO
DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
PRODUZIONE DEL TEATRO DELL’OPERA
DI ROMA
NUOVO ALLESTIMENTO
PRIMA NAZIONALE
LE SCENE
Il sipario si alza su un paesaggio di tenue
colore rosa, quasi come la pelle. Sagome
coperte di veli. Poco a poco scopriamo che
si tratta di una casa abbandonata, con
diversi mobili coperti di teli, come se gli
abitanti l’avessero lasciata chiusa per anni.
Ci sono anche piccoli oggetti, tutti
inviluppati, che la protagonista scoprirà
lungo la scena.
Anche se l’impressione è di lontananza e
abbandono, il colore dei veli simile a quello
della pelle e la loro leggerezza concedono
alla scena una grande sensualità, è
l’impressione di un passato felice. Il colore
evoca il periodo rosa picassiano, e la
soavità dei corpi de Le Bain di Ingres.
Lentamente scopriamo che questi oggetti
sono tutti coperti di uno strato di materia
nera, brillante, come petrolio. Da un
universo sensuale e naturale come la pelle,
si passa all’asfissia assoluta della plastica.
Quasi una metafora di quello che oggi
contrappone natura e catastrofi
ecologiche. Proserpina, simbolo della
natura, imprigionata nel petrolio.
LEZIONI
CONVERSAZIONI
MASTERCLASS
DOMENICA 15 MAGGIO
ORE 11.00
Opera
o Teatro Musicale?
TEATRO COSTANZI SALA GRIGIA
Musica, Suono, Teatro:
tra la fine del Novecento e il Duemila
LEZIONE CON ANTONIO ROSTAGNO, RENATA SCOGNAMIGLIO
E MIMMA VALENTINO
VENERDÌ 27 MAGGIO
ORE 18.30
TEATRO ARGENTINA SALA SQUARZINA
Conversazione con Heiner Goebbels
INTRODUCE E COORDINA STEFANO CATUCCI
IN INGLESE CON TRADUZIONE CONSECUTIVA
DOMENICA 29 MAGGIO
ORE 11.00
TEATRO COSTANZI SALA GRIGIA
Composizione e drammaturgie
negli autori del Fast Forward Festival
LEZIONE CON ANTONIO ROSTAGNO, SIMONE CAPUTO
E ALÈXANDROS HATZIKIRIAKOS
LUNEDÌ 30 MAGGIO
ORE 14.00/17.00
MERCOLEDÌ 1 GIUGNO
ORE 14.00/17.00
MARTEDÌ 7 GIUGNO
ORE 11.00
TEATRO COSTANZI SALA GRIGIA
MASTERCLASS
Jean-Pierre Drouet
TEATRO COSTANZI SALA GRIGIA
MASTERCLASS
Michel van der Aa
TEATRO COSTANZI SALA GRIGIA
Conversazione con Wolfgang Rihm
INTRODUCE E COORDINA STEFANO CATUCCI
IN TEDESCO CON TRADUZIONE CONSECUTIVA
LEZIONI E CONVERSAZIONI € 5,00
INGRESSO GRATUITO PER
- STUDENTI DEI CORSI DI ALTO PERFEZIONAMENTO DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA,
- STUDENTI DEL CONSERVATORIO DI SANTA CECILIA,
- STUDENTI DEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE DI MUSICOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ
“LA SAPIENZA”
CONVERSAZIONE CON GOEBBELS AL TEATRO ARGENTINA INGRESSO GRATUITO
MASTERCLASS PARTECIPAZIONE GRATUITA CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA A
[email protected]
Fast
Forward
Festival
TEATRO ARGENTINA
AUDITORIUM
PARCO DELLA MUSICA
PLATEA
INTERO € 25,00
RIDOTTO € 20,00
PALCHI
INTERO € 20,00
RIDOTTO € 15,00
GALLERIA
INTERO € 12,00
RIDOTTO € 10,00
TEATRO INDIA
POSTO UNICO
TEATRO
DI VILLA TORLONIA
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
SALA PETRASSI (MPR)
E TEATRO STUDIO (ANSC)
POSTO UNICO
VILLA MEDICI
INTERO € 15,00
RIDOTTO € 10,00
INTERO € 20,00
RIDOTTO € 15,00
TEATRO NAZIONALE
TEATRO NAZIONALE
TEATRO ARGENTINA
PLATEA
INTERO € 25,00
RIDOTTO € 20,00
BALCONATA
INTERO € 20,00
RIDOTTO € 15,00
TEATRO DI VILLA TORLONIA
INGRESSO GRATUITO
Per gli spettacoli la prenotazione è obbligatoria
allo 060608
(effettuabile da 7 giorni prima dello spettacolo)
Tel. 060608; 06.4404768
[email protected]
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA –
VILLA MEDICI
INGRESSO LIBERO
nel limite dei posti disponibili
ABBONAMENTO
4 SPETTACOLI A SCELTA
TEATRO INDIA
€ 50,00
STUDENTI
- DEI CORSI DI ALTO PERFEZIONAMENTO
DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA
- DEL CONSERVATORIO DI SANTA CECILIA
- DEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE
DI MUSICOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ
“LA SAPIENZA”
€ 35,00
Ettore Festa,HaunagDesign. Illustrazione di Gianluigi Toccafondo
Fast
Forward
Festival
FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI TEATRO MUSICALE
CONTEMPORANEO
A CURA DI GIORGIO BATTISTELLI
I EDIZIONE
ROMA
27 MAGGIO – 9 GIUGNO 2016
FFF-FAST FORWARD FESTIVAL
È UNA INIZIATIVA IDEATA E PRODOTTA
DAL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
ORGANIZZAZIONE GENERALE
E PRODUZIONE ESECUTIVA
ANNA CREMONINI
SOCI FONDATORI
CON IL CONTRIBUTO DI
IN COPRODUZIONE CON
TEATRO NAZIONALE
direttore ANTONIO CALBI
CON IL SOSTEGNO DI
IN COLLABORAZIONE CON
MEDIA PARTNER