01
la tua salute, la nostra priorità
Gennaio-Febbraio 2015
Malanni
del freddo
Trattare le infezioni
respiratorie 6>
L’aiuto che dà
l’eucalipto 22>
Salute e bellezza
Per una pelle giovane
vale lo stile di vita 16>
COD. 313292
Salute a tavola
Come tenere a bada
il colesterolo 10 >
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In questo numero
la tua salute, la nostra priorità
4
6
16
SALUTE DA...
Informazioni
di attualità
SALUTE E BELLEZZA
Pelle giovane? Dipende
molto dallo stile di vita
SALUTE IN FAMIGLIA
Combattere i malanni
che il freddo favorisce
Schivare i rischi
e la mortalità per le più comuni forme di
tumore, in Italia, si è drasticamente abbassata
negli ultimi anni è anche grazie alla crescente
diffusione dei programmi di screening: l’offerta di
esami semplici e gratuiti con cui ottenere una diagnosi
precoce di eventuali lesioni cancerose consente
sempre più spesso - ne parleremo in questo numero
di Alphega Farmacia Magazine nel dossier dedicato
alla prevenzione - di attuare terapie che risultano in
molti casi risolutive.
Un’altra forma efficace di prevenzione - in questo caso
nei confronti delle malattie cardiovascolari, che
restano la prima causa di morte - è quella che si può
attuare con un controllo dei livelli di colesterolo
circolante. Come vedremo, si può far leva innanzitutto
sull’alimentazione, ma occorre sfatare alcuni luoghi
comuni. Per esempio: quelli che vanno limitati non
sono tanto i cibi contenenti essi stessi colesterolo,
quanto quelli ricchi di grassi saturi, che ancora di più
influiscono sulle concentrazioni di questa sostanza
nel sangue, perché intervengono sulla quota,
preponderante, che viene prodotta dal nostro stesso
organismo.
La dieta è importante per molti aspetti che riguardano
la salute. Anche la pelle si avvantaggia di una corretta
alimentazione, che costituisce - è l’argomento dello
spazio dedicato alla bellezza - uno dei fattori su cui
puntare per mantenere giovane l’aspetto, senza troppi
segni dell’età.
Intanto l’inverno fa il suo mestiere, che è anche quello
di favorire le infezioni respiratorie, influenza in testa.
Esamineremo i modi in cui far fronte a questi malanni
di stagione, e nella rubrica sulla fitoterapia ci
occuperemo di una pianta, l’eucalipto, le cui proprietà
sono preziose proprio in casi del genere.
Poi c’è anche la possibilità di trattare queste piccole
patologie con l’omeopatia, un metodo che può
coadiuvare in situazioni come queste, anche se non va
utilizzato indiscriminatamente.
Buona lettura.
S
8
10
12
PATOLOGIE CRONICHE
21
IL FARMACISTA CONSIGLIA
Omeopatia
la terapia dolce
Convivere bene
con la psoriasi
SALUTE A TAVOLA
Se volete bene al cuore
occhio al colesterolo
DOSSIER
Si scrive screening
si legge salvezza
22
DI SANA PIANTA
Eucalipto, amico
delle vie respiratorie
Anno XI, numero 1 (Gennaio-Febbraio 2015)
Registrazione Tribunale di Milano N. 882 del 22 novembre 2005
Periodico bimestrale di Alliance Healthcare Italia Distribuzione SpA
Via Tiburtina, 1310 - Roma
Edizione in esclusiva per le farmacie Alphega
Direttore responsabile Angelo Cambié [email protected]
Coordinamento scientifico e redazionale, grafica e impaginazione InterMedia Servizi
Editoriali, via A. Gramsci 11, 24128 Bergamo, tel. 035 400944
Consulenza scientifica Mariapia Fazio
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© Proprietà letteraria riservata. La riproduzione intera o parziale in ogni forma e su qualunque
supporto, anche citando la fonte, è vietata in ogni lingua. Diritti riservati in tutto il mondo.
Alphega Farmacia magazine
•3
Attualità in breve
BOSTON
SALUTE DA…
NUTHETAL
La sede dell’Istituto
tedesco per la
nutrizione umana
Favorisce lo sviluppo del tumore al colon-retto lo stile di vita
‘viziato’, tipico dei paesi industrializzati: sedentarietà,
sovrappeso, fumo, cibi non salutari e oltre un bicchiere di alcolici al
giorno per le donne e due per gli uomini risultano, insieme, responsabili
del 16% dei nuovi casi di questo cancro. Lo dimostra un’analisi su
quasi 350 mila europei dai 25 ai 70 anni, seguiti per 12 anni dall’Istituto
tedesco di nutrizione umana di Nuthetal, in Germania. E secondo
un’altra ricerca, condotta su 5 milioni di britannici dalla London School
of Hygiene, il peso in eccesso aumenta il rischio di 10 tipi di tumore,
innanzitutto all’utero e a vescica, rene e tiroide. Per quello alla prostata
il sovrappeso pare avere, al contrario, un lieve effetto protettivo.
ANN ARBOR • È più a rischio la salute degli anziani che non accettano di
invecchiare: sono più al sicuro quelli consapevoli degli anni che passano, perché
non tendono a trascurare i controlli medici preventivi di routine, le analisi del
sangue, le verifiche periodiche di colon, prostata e mammella, e adottano
stili di vita più sani. Lo evidenzia uno studio condotto dalla University of
Michigan, ad Ann Arbor, su quasi 6200 persone, sottoposte a una
serie di domande dalle cui risposte è emerso che quanti si dicono
soddisfatti anche con l’avanzare dell’età adottano, più di coloro che
rifiutano di invecchiare, corretti stili di vita, sottoponendosi inoltre a
indagini mediche preventive: atteggiamenti che favoriscono la loro salute.
TRONDHEIM • Bisognerà
nuovo parametro che
longevità. L’età
meno: dopo
invecchia,
imparare a tenere conto anche della ‘età fitness’,
dice quanto si è in forma e predice la
biologica, legata alla data di nascita, conta sempre
l’età cronologica, che tiene conto di come l’ambiente ci
è la volta di quella che i ricercatori della Norvegian
University of Science and technology propongono di
stabilire in base alla misura delle capacità aerobiche, ossia
del volume massimo di ossigeno durante la contrazione
muscolare. Questa età, al contrario della cronologica,
oltre che maggiore di quella biologica può pure risultare
inferiore: a 50 anni si possono avere da 30 a 75 anni di età fitness.
BALTIMORA
Oltre i 40 anni, soffrire di
pressione alta può ‘consumare’ il
cervello: aumenta, infatti, il rischio di
declino mentale e di perdita di funzioni
cognitive negli anni a venire. Lo rivela
uno studio condotto dalla University
School of Medicine di Baltimora su
13.500 soggetti che avevano da 45 a
4
• Alphega Farmacia magazine
64 anni all’inizio dello studio, e sono
stati seguiti per circa 20 anni. Gli
esperti sono giunti a questa
conclusione correlando i dati della
pressione arteriosa alle capacità
intellettive dei partecipanti, e facendo
anche la ‘tara’ di altri fattori noti che
possono favorire il declino mentale.
Un antiossidante presente
in broccoli, cavoli, cime di
rapa e cavolfiore può
migliorare alcuni sintomi
dell’autismo e di sindromi
correlate. Il sulforafano è stato
somministrato per alcune
settimane, nel Massachusetts
General Hospital for Children di
Boston, a una parte di un
gruppo di pazienti dai 13 ai 27
anni con autismo da moderato
a grave, mentre il resto dei
volontari assumevano una
sostanza senza efficacia
(placebo). I pazienti trattati
hanno dimostrato apprezzabili
miglioramenti del
comportamento e
dell’interazione sociale,
scomparsi in buona parte
qualche settimana dopo la
sospensione della terapia:
segno che era stato proprio il
sulforafano a produrli.
QUANDO HAI LA
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nactiv Gol
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Il suo principio attivo calma il dolore perché agisce
proprio sull’infiammazione e riduce il gonfiore
per darti un rapido sollievo, che dura nel tempo.
Sono medicinali a base di flurbiprofene
che possono avere effetti indesiderati anche gravi.
Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 26/04/2013
Salute in famiglia
I rimedi contro
l’influenza
e le infezioni simili
Combattere i malanni
che il freddo favorisce
Non esiste una terapia in
Non sarà
allergia?
Più importante che
riconoscere
l’influenza rispetto
alle altre sindromi
simili è capire se si
tratta, piuttosto, di
allergia, che va curata
in maniera diversa:
possono indurla
pollini che già
circolano in inverno,
acari, polveri. Non
provoca mai febbre né
dolori, e si fa
individuare anche dal
prurito agli occhi.
6
grado di risolvere le malattie
tipiche dell’inverno: in attesa
della guarigione, spontanea,
si mira ai sintomi, anche con
farmaci di libera vendita.
Malessere generalizzato, brividi,
debolezza, febbre con
temperatura superiore a 38°C,
mal di gola, tosse, mal di testa,
naso che cola: è difficile, di fronte
a questi sintomi individuare con
certezza se si tratti di influenza
vera e propria, quella provocata
da virus influenzali di tipo A o B,
o di una sindrome
parainfluenzale, il cui agente è
invece uno tra gli oltre duecento
• Alphega Farmacia magazine
diversi tipi di virus (adenovirus,
virus parainfluenzali,
metapneumovirus, eccetera) che
circolano abbondantemente nel
periodo invernale, favoriti dalle
basse temperature.
Per sapere quale virus provoca
l’infezione occorrerebbe fare una
coltura virale, un metodo
laborioso che richiede 3 giorni di
tempo; esistono peraltro anche
test più rapidi, ma non sono
ancora del tutto affidabili.
In fondo, però, poco importa
fugare questo dubbio: in tutti i
casi si tratta di malattie virali, che,
a meno di complicanze,
guariscono spontaneamente nel
giro di alcuni giorni - il tempo
necessario all’organismo per
debellare l’attacco dei virus - e
sono in definitiva trattabili solo
con un intervento sui sintomi,
visto che medicinali con funzione
curativa, efficaci e tali da poter
essere utilizzati senza
inconvenienti, non esistono: quelli
che vale la pena impiegare sono
allora farmaci che riducano
l’intensità e durata dei disturbi più
fastidiosi (riquadri nella pagina
successiva).
Nelle persone in buona salute e
al di sotto dei 65 anni di età
l’influenza in genere non
comporta pericoli, e può anche
essere trattata senza il ricorso al
medico: con il riposo innanzitutto
- che mette l’organismo in
condizione di difendersi più
efficacemente - e con l’impiego
di farmaci di automedicazione
per contrastare i sintomi.
Il medico andrebbe invece
consultato per gli anziani, per le
persone che abbiano già
problemi di salute, e anche per i
bambini: è bene sentire il pediatra
almeno per telefono, tenendosi
pronti a descrivere i sintomi
(durata e intensità della febbre,
comportamento generale del
piccolo, gola arrossata, eventuale
dolore alle orecchie, eccetera).
Raccolte queste informazioni il
pediatra stabilirà se è opportuno
visitare il bambino, e in ogni caso
deciderà come procedere: se
abbassare o meno la febbre,
quali altri sintomi combattere, se
attuare una copertura antibiotica
contro le complicanze.
Che fare quando il naso cola
Contro la congestione nasale, disturbo tipico delle malattie da
raffreddamento e responsabile tra l’altro, a causa della forzata
respirazione per bocca che determina, anche della secchezza
in gola, risulta efficace l’uso di prodotti a base di principi attivi
come fenilefrina, xilometazolina, pseudoefedrina,
ossimetazolina, nafazolina, che, determinando un
restringimento dei piccoli vasi sanguigni presenti nello
spessore della mucosa, riducono l’afflusso di sangue e, di
conseguenza, la congestione; questa regredisce in maniera
rapida ed evidentissima, producendo un immediato sollievo,
consentendo il ripristino della respirazione attraverso il naso e
inducendo tra l’altro la disostruzione degli orifizi dei seni
paranasali e delle tube uditive, tanto da permettere il deflusso
del muco contenuto al loro interno.
Questi farmaci producono però, al termine dell’azione, non
solo un ritorno della congestione, ma anche un suo aumento:
un fenomeno di entità minima nei primi 3-4 giorni di impiego
del prodotto, ma sempre più pronunciato con il passare del
tempo, fino a poter determinare un gonfiore permanente della
mucosa che tende a far poi impiegare il prodotto in maniera
praticamente ininterrotta. Questo inconveniente rende
necessarie alcune precauzioni nell’uso dei decongestionanti soprattutto quelli da applicare localmente - per evitare che si
inneschi un circolo vizioso dal quale è poi faticoso uscire:
• seguire le indicazioni riportate sulla confezione per quanto
riguarda la frequenza delle somministrazioni;
• ridurre l’uso del farmaco ai 2-3 giorni in cui il naso chiuso
risulta particolarmente fastidioso;
• associare l’uso di un prodotto per uso locale (di giorno) e
uno per bocca, da assumere la sera per la notte.
I decongestionanti nasali - specie quelli per bocca - non vanno
assunti, se non prescritti dal medico, da chi abbia diabete,
ipertiroidismo, angina pectoris, ipertensione, né dai bambini.
LE RISPOSTE
DEL VOSTRO FARMACISTA
Quali sono i farmaci più efficaci contro l’influenza?
Nell’adulto, contro la febbre e il dolore si consiglia di usare
paracetamolo, oppure acido acetilsalicilico, ibuprofene,
diclofenac e altri della stessa categoria, quella dei farmaci
antinfiammatori non steroidei (FANS), che riducono anche
l’infiammazione delle vie respiratorie. Sono tutti efficaci; in
più, essendo in commercio da molti anni, sono stati
sperimentati da milioni di persone e i loro possibili effetti
collaterali sono ben conosciuti. Prima di prenderli però è
bene consultare il medico di famiglia o il farmacista, anche
per vedere se si rientra in qualche caso particolare. Per
esempio se si hanno problemi cardiovascolari, considerato
che alcuni farmaci di questa categoria aumentano il
rischio di infarto o ictus, potrà essere suggerito in
alternativa il naprossene, che da questo punto di vista è
più sicuro. Oppure, se si fa già uso di acido acetilsalicilico
a basse dosi per la circolazione, potrà essere consigliato di
aumentare la quantità di questo principio attivo.
Per il trattamento di altri sintomi si possono utilizzare
farmaci specifici, come i decongestionanti del naso
(riquadro a fianco), quelli della gola, i sedativi della tosse, i
mucolitici per facilitare l’espulsione del catarro.
Per i bambini si usano gli stessi medicinali?
In età pediatrica sono spesso più indicati il paracetamolo e
l’ibuprofene - in formulazioni che consentono il dosaggio
del farmaco in base al peso corporeo - dell’acido
acetilsalicilico, che nei piccoli può scatenare la sindrome
di Reye, una malattia alquanto rara ma grave, pericolosa
per il fegato e il cervello.
Si possono utilizzare gli antibiotici?
Gli antibiotici agiscono contro i batteri, mentre non hanno
alcun effetto nei confronti dei virus (e sono questi a
provocare l’influenza e le sindromi simili). A meno che il
medico, del quale è necessaria la prescrizione, non
intenda combattere complicanze batteriche, curarsi con
questi farmaci è dunque inutile; e può essere anche
dannoso, non solo perché ci si espone agli effetti
collaterali di questi farmaci, ma anche perché si rischia di
favorire lo sviluppo di ceppi batterici resistenti agli
antibiotici, che divengono un’insidia non solo per chi li
ospita ma anche per le altre persone.
Vanno invece impiegati gli antivirali?
Questi farmaci sono specifici contro i virus influenzali di
tipo A e B, ma gli studi clinici hanno dimostrato una scarsa
efficacia: riducono le giornate di febbre di un giorno e
mezzo nell’adulto e di un giorno nel bambino, e solo se
assunti all’esordio dei sintomi. Quindi nel caso di normale
influenza, anche per via dei loro possibili effetti collaterali,
se ne consiglia l’uso solo in situazioni particolari (per
esempio per anziani non vaccinati che vivono in comunità).
Inoltre questi antivirali sono inutili se l’infezione è causata
da uno degli oltre duecento altri tipi di virus responsabili
delle sindromi parainfluenzali.
Alphega Farmacia magazine
•7
Patologie croniche
Una malattia
della pelle
mai contagiosa
Convivere con la psoriasi
Si stima che 2-3 persone
ogni cento, in Italia, siano
affette da psoriasi, una
malattia cronica della pelle
che produce, in alcune zone,
arrossamento e
desquamazione. Queste
alterazioni in genere compaiono
su gomiti, ginocchia, cuoio
capelluto e zona lombare della
schiena, ma possono essere
estese anche a tutto il corpo. La
gravità della malattia e
l’estensione delle placche varia
Meccanismo inceppato
PELLE SANA
strati di
cheratina
superficie
cutanea
PELLE PSORIASICA
squama placca
superficie
cutanea
infiammata
da persona a persona: per alcuni
la psoriasi costituisce poco più
che un fastidio, per altri
compromette seriamente la
qualità di vita.
In circa il 10% dei casi vengono
colpite anche le articolazioni: in tal
caso si parla di artrite psoriasica.
La malattia è cronica, ma si
possono alternare periodi in cui la
sintomatologia si attenua o
scompare del tutto ad altri in cui i
disturbi diventano più severi.
In ogni caso la psoriasi non è in
alcun modo contagiosa.
La malattia può presentarsi a
qualsiasi età, anche se il picco di
insorgenza si registra tra i 20 e i
40 anni: spesso compare in
seguito a fattori scatenanti, come
traumi, assunzione di alcolici,
fumo, stress, cambiamenti
ormonali (specie nelle donne),
assunzione di alcuni farmaci,
infezioni anche banali (come
quelle da streptococco che
colpiscono la gola), patologie del
sistema immunitario.
È probabile che esista una
predisposizione genetica alla
malattia, le cui cause non sono
ben note anche se coinvolgono di
sicuro il sistema immunitario: non
a caso una persona su tre, tra
quelle affette da psoriasi, ha un
parente con la malattia.
A oggi non esiste una cura
risolutiva; sono però possibili vari
livelli di trattamenti, finalizzati a
tenere quanto più possibile sotto
controllo la malattia (riquadro in
basso).
I vari trattamenti possibili
follicolo
pilifero
Terapia locale, con creme o unguenti a base di
epidermide
derma epidermide
ispessita
accumulo
di cellule
immature
La psoriasi è dovuta a un ricambio troppo veloce
delle cellule cutanee. La pelle produce in
continuazione nuove cellule negli strati più profondi,
e queste gradualmente si muovono verso l’alto finché
non raggiungono la superficie. Nel frattempo, le
cellule che in precedenza occupavano gli strati più
esterni muoiono e sono eliminate attraverso un
meccanismo fisiologico di desquamazione. L’intero
processo in una persona sana avviene in 3-4
settimane. In caso di psoriasi questo ricambio è
molto più rapido (3-7 giorni). In tal modo
raggiungono la superficie della pelle cellule che non
sono completamente mature, il che causa le tipiche
placche della malattia.
8
• Alphega Farmacia magazine
corticosteroidi, analoghi della vitamina D e sostanze emollienti:
è in genere impiegata per le forme più lievi.
Fototerapia: la luce, che può migliorare i sintomi della
psoriasi, viene impiegata per metodi di cura da attuare in
strutture mediche qualificate; le persone che si sottopongono a
frequenti sedute devono però eseguire controlli periodici per la
diagnosi precoce dei tumori della pelle.
Terapie sistemiche: nei casi di psoriasi più severa, o qualora
i trattamenti locali e la fototerapia non abbiano sortito effetti, è
necessario ricorrere all’assunzione di farmaci per bocca o con
iniezioni, che offrono un buon controllo della malattia anche se
possono avere importanti effetti collaterali. I più comuni sono:
• metotressato: riduce la produzione di cellule della pelle e
sopprime l’infiammazione;
• ciclosporine: limitano la risposta immunitaria e quindi
l’aggressione alle cellule della pelle;
• acitretina: rallenta la produzione di cellule cutanee;
• farmaci biologici: circoscrivono l’infiammazione colpendo
selettivamente le cellule del sistema immunitario troppo attive.
Salute a tavola
Si può fare molto
con dieta
e stile di vita
Se volete bene al cuore
occhio al colesterolo
Si può ridurre il rischio
LE RISPOSTE
DEL VOSTRO
FARMACISTA
Per tenere sotto
controllo il
colesterolo si
possono usare anche
i farmaci?
Si, ma solo se lo stile di
vita non basta. Esistono
diverse categorie di
medicinali utili:
• statine: rallentano la
produzione di
colesterolo LDL e
stimolano il fegato a
eliminare quello già in
circolo;
• sequestranti della
bile acida: si legano con
il colesterolo LDL della
bile nell’intestino e
vengono eliminati con
le feci;
• niacina, o vitamina
PP: abbassa i livelli di
colesterolo totale (e
soprattutto di quello
LDL) e di trigliceridi;
• fibrati: riducono i
trigliceridi e, in misura
minore, aumentano il
colesterolo HDL.
Questi farmaci possono
avere effetti collaterali,
e devono quindi essere
prescritti dal medico.
Può risultare utile, ma
non sostitutivo di una
dieta corretta,
assumere integratori
con sostanze come gli
acidi grassi omega-3 e
omega-6, la lecitina o
le proteine della soia e
altre in grado di ridurre
colesterolo e trigliceridi.
10
cardiovascolare scegliendo i
cibi da assumere, ma senza
cedere ai luoghi comuni e
considerando quelli
veramente dannosi.
Le malattie cardiovascolari
costituiscono le patologie più
diffuse tra gli adulti e la prima
causa di morte oltre i 40 anni di
età, in Italia come in tutti i paesi
industrializzati. Eppure la
prevenzione, su questo versante,
è efficace e facile da
attuare: in particolare
esistono prove
scientifiche relative
alla validità di un
mantenimento
entro i corretti
valori della
concentrazione
sanguigna di
colesterolo,
sostanza preziosa
per l’organismo ma
responsabile anche, quando
presente in eccesso, della
formazione di placche che
restringono internamente i vasi
sanguigni. Questo si può ottenere
in casi particolari anche con il
ricorso ai farmaci (riquadro a
sinistra), ma va perseguito
innanzitutto con lo stile di vita:
• mantenere controllato il peso
corporeo;
• fare attività fisica in modo
regolare;
• evitare il fumo.
• Alphega Farmacia magazine
E poi molto si può fare con la
dieta: sane abitudini alimentari,
tra l’altro, possono aiutare a
ridurre non solo il fattore di
rischio legato all’eccesso di
colesterolo, ma anche altri due
altrettanto importanti come
l’ipertensione e l’obesità.
Il colesterolo da tenere a bada è
in particolare quello che nel
sangue ‘viaggia’ legato alle
proteine a bassa densità, in un
complesso noto con la sigla LDL,
spesso denominato ‘colesterolo
cattivo’: ciò
che
Anche elevate concentrazioni di
trigliceridi sono considerate un
fattore di rischio coronarico, che
diviene particolarmente critico se
associato a una insufficiente
presenza di colesterolo HDL.
Per questi motivi sono necessarie
alcune accortezze.
Limitare il consumo di
trigliceridi saturi, che
favoriscono l’innalzamento dei
livelli di colesterolo LDL: questi
grassi non dovrebbero apportare
con la dieta più del 10% delle
calorie totali (o del 7% nei
soggetti con alti livelli di
colesterolo LDL e/o
con malattie
cardiovascolari in
atto); occhio
quindi al
consumo di
alimenti che ne
sono ricchi
(tabella nella
pagina successiva).
Ridurre al minimo
l’apporto di acidi grassi
trans: è stato infatti dimostrato
più viene
considerato
importante è
il rapporto
con quello
legato alle
proteine ad alta densità (HDL), o
‘colesterolo buono’: la quantità di
colesterolo totale, divisa per
quella dell’HDL, non deve essere
superiore a 5 per gli uomini e 4,5
per le donne.
che questi aumentano i livelli di
colesterolo LDL e riducono quelli
del colesterolo HDL. Limitare
dunque il più possibile le fonti di
queste sostanze, che sono
presenti principalmente nei grassi
idrogenati (come molti tipi di
margarina).
Limitare l’assunzione di
alimenti ricchi di colesterolo,
che ovviamente aumentano i
livelli di questa sostanza nel
sangue, anche se - può stupire in modo meno significativo
rispetto a quanto fanno i grassi
saturi: gran parte del colesterolo
circolante è infatti prodotto dallo
stesso organismo, ed è quindi
normale che i grassi saturi,
intervenendo su questo
processo, abbiano più peso dello
stesso colesterolo di origine
alimentare. Normalmente gli
alimenti ricchi di grassi saturi lo
sono anche di colesterolo, quindi
la strategia dietetica è
praticamente la stessa per
entrambi: limitando il consumo di
alimenti di origine animale e
privilegiando verdure e frutta, per
Giornata tipo
PESO
(grammi)
ALIMENTI
Colazione
150
200
Pane integrale
50
50
Miele
5
15
Latte p. screm.
Spuntino
125
Yogurt magro
125
Pranzo
80
120
Piselli
60
80
Verdura
200
200
Pasta o riso
Pane integrale
50
50
Frutta
150
150
Frutta
Merenda
150
150
Cena
Pesce
180
200
Verdura
Pane integrale
Frutta
400
100
150
400
100
150
Condimenti
30
40
Olio di oliva
Parmigiano
Kcalorie
5
10
1600
2000
esempio, si raggiunge
normalmente il doppio obiettivo
di ridurre l’apporto di colesterolo
e di grassi saturi. Ci sono però
alcune eccezioni, rappresentate
per esempio dal tuorlo dell’uovo
e in misura minore dai molluschi entrambi ricchi di colesterolo e
relativamente poveri di acidi
grassi saturi - che hanno tuttavia
un effetto di innalzamento del
colesterolo circolante ridotto
rispetto agli alimenti che
associano i due componenti.
Un idoneo apporto alimentare di
colesterolo dovrebbe essere
inferiore ai 300 mg al giorno (ai
200 mg nel caso di persone con
alti livelli di colesterolo circolante,
con diabete e/o con malattie
cardiovascolari).
Includere nella dieta
alimenti ricchi di grassi
monoinsaturi e polinsaturi,
quali quelli contenuti negli oli
vegetali, privilegiando tra tutti
l’olio extra vergine di oliva:
questo contiene in particolare
l’acido oleico (monoinsaturo), che
presenta due vantaggi: fa
diminuire nel sangue il colesterolo
‘cattivo’ e non modifica, o
addirittura fa aumentare, quello
‘buono’. Numerosi studi hanno
anche evidenziato il ruolo
benefico dei grassi polinsaturi
omega-3 e omega-6.
È consigliato un consumo
settimanale di due-tre porzioni di
pesce. Il salmone, oltre ai grassi
polinsaturi omega-3, contiene,
come il tonno, anche elevate
quantità di vitamina B12, che
risulta utile (così come la vitamina
B6 e l’acido folico, che si trovano
tra l’altro in cereali, frutta e
verdura) per contenere i livelli di
omocisteina, un aminoacido il cui
eccesso favorisce la formazione
di placche nei vasi sanguigni.
Regolarsi con le analisi
TIPO DI LIPIDI
Colesterolo
totale
Colesterolo
LDL
Colesterolo
HDL
Trigliceridi
VALORI
VALUTAZIONE
meno di 200
desiderabile
200-239
moderatamente alto
240 o più
alto
meno di 100
desiderabile
100-129
quasi ottimale
130-159
moderatamente alto
160-189
alto
190 o più
molto alto
meno di 40
basso
40-59
normale
60 o più
desiderabile
meno di 150
desiderabile
150-199
al limite
200-499
alto
500 o più
molto alto
I cibi che più influiscono
GRASSI
ALIMENTI CHE LI CONTENGONO
Colesterolo
Tuorlo dell'uovo (l’albume ne è privo),
molluschi, crostacei, burro, formaggi
grassi, salumi, frattaglie, carni rosse.
Frutta e verdura non ne contengono.
Trigliceridi
saturi
Burro, formaggio, carni grasse (salumi,
selvaggina, hamburger), latte e yogurt
intero, torte, dolciumi, lardo, sugo
d'arrosto, margarine solide e grassi per
prodotti da forno, olio di cocco e palma.
Trigliceridi
con acidi
grassi trans
Alcuni grassi per frittura e cottura in
forno (per esempio oli vegetali idrogenati)
impiegati in biscotti, torte e dolciumi;
latticini, carne grassa bovina e ovina.
Oliva, colza, noci, pistacchi, mandorle,
Trigliceridi
nocciole, macadamia, acajù, pecan,
monoinsaturi
arachidi, avocado e relativi oli.
Trigliceridi
polinsaturi
omega-3
Salmone, sgombro, aringa, trota, noci,
colza, semi di soia, semi di lino e loro oli.
Trigliceridi
polinsaturi
omega-6
Semi di girasole, germe di grano, sesamo,
noci, seme di soia, mais e loro oli, alcune
margarine (leggere l’etichetta).
Alphega Farmacia magazine
• 11
Dossier prevenzione
I programmi
di accertamenti
periodici che le
aziende sanitarie
offrono ai cittadini
hanno già ridotto
drasticamente
la mortalità per le
forme tumorali
più frequenti.
L’adesione
è volontaria,
gli esami
sono semplici
e non invasivi.
12
Si scrive screening
si legge salvezza
Diagnosi precoce
per bloccare
i tumori
più diffusi
• Alphega Farmacia magazine
Sono due le strategie principali con
cui combattere i tumori: da un lato
cercare di evitare la loro comparsa,
per lo più adottando uno stile di vita
sano (la cosiddetta prevenzione
primaria), dall’altro diagnosticare la
malattia il più precocemente possibile,
prima ancora che si manifesti a livello
clinico, in una fase quindi in cui risulta
più efficace e potenzialmente risolutiva
la terapia (prevenzione secondaria).
Proprio a questo mirano esami come
quelli che la sanità pubblica propone
a larghe fasce di popolazione nei
programmi di screening: consentono
di individuare in fase iniziale specifici
tumori - i più diffusi - in persone
che non ne presentano alcun
sintomo.
Nei programmi di screening - che
si stanno sempre più diffondendo
in Italia, tanto che si superano
ormai i 5 milioni di esami all’anno
- le aziende sanitarie offrono
gratuitamente i test ed eventuali
approfondimenti a intere fasce di
popolazione ritenute a rischio di
sviluppare un certo tumore.
L’adesione al programma è del
tutto volontaria.
I programmi di screening nei
confronti dei tumori più diffusi si
sono dimostrati capaci di ridurre
drasticamente la mortalità per
queste forme di cancro. In diversi
casi lo screening riesce a evitare
del tutto lo sviluppo della
malattia, e quando questo non è
possibile la diagnosi precoce
consente in ogni caso di attuare
trattamenti efficaci e non invasivi.
In Italia il ministero della Salute da
diversi anni promuove la
pianificazione degli screening per
Il tumore della mammella è
quello più frequente nelle
donne, tra le quali un
cancro su quattro è di questo tipo. Negli ultimi decenni c’è
stato un costante aumento dei casi, accompagnato però da
una riduzione della mortalità. Ciò è stato reso possibile
anche dalla sempre più ampia diffusione della diagnosi
precoce, che ha permesso di aumentare la quota di tumori
identificati ai primi stadi, quando il trattamento ha maggiori
possibilità di essere efficace e poco invasivo.
La mammografia. È l’esame base dello screening; consiste
in una radiografia della mammella che consente di
identificare pure i noduli di piccole dimensioni, non ancora
percepibili al tatto (un test di diagnosi si attua anche con la
palpazione). L’esame viene eseguito con visualizzazioni della
mammella sia dall’alto verso il basso sia lateralmente. Una
maggiore accuratezza nella diagnosi viene ottenuta dalla
valutazione della mammografia compiuta separatamente da
due radiologi.
Ulteriori accertamenti diagnostici. In caso di positività
alla mammografia sono previste nel percorso di screening
una seconda mammografia, un’ecografia e una visita clinica,
a cui può far seguito una biopsia per valutare le
caratteristiche delle eventuali cellule tumorali. Al
completamento di questo percorso viene elaborata una
diagnosi definitiva e, in caso di positività, si dà il via all’iter
terapeutico.
Il trattamento. Viene proposto se gli approfondimenti
confermano la presenza di lesioni tumorali maligne: è
“
”
In diversi casi la diagnosi precoce
consente di evitare lo sviluppo della
malattia o, quanto meno, di attuare
trattamenti efficaci e non invasivi.
la prevenzione del cancro della
mammella, della cervice uterina e
del colon retto.
Gli esami che si utilizzano sono
strettamente connesso al
tipo di tumore diagnosticato
e al suo stadio.
Nella quasi totalità dei casi si procede a un intervento
chirurgico per rimuovere i tessuti malati. Negli ultimi anni, nei
casi in cui il cancro sia circoscritto a un’area ristretta, si
ricorre alla chirurgia conservativa, che consente di asportare
soltanto la parte del seno in cui si trova la lesione (si parla in
questo caso di quadrantectomia). Gli interventi, tuttavia,
possono se necessario essere più invasivi. Inoltre, spesso si
procede all’asportazione dei linfonodi dell’ascella, che
costituiscono la via principale attraverso cui il tumore si
diffonde al resto dell’organismo. Il trattamento può prevedere
pure il ricorso alla radioterapia e alla chemioterapia, oltre che
a specifici trattamenti farmacologici.
Possibili inconvenienti, ma soprattutto vantaggi. Esiste
il rischio che la donna si sottoponga, con questo percorso,
ad approfondimenti diagnostici anche invasivi dopo la
mammografia, e perfino a qualche trattamento, per lesioni
che non si sarebbero mai trasformate in un tumore invasivo.
Tuttavia, i vantaggi che si ottengono rendono accettabile
questi eventuali inconvenienti: un ampio studio sui
programmi di screening per il cancro al seno attivi in Europa
ha mostrato che ogni 1.000 donne di età tra i 50 e i 69 anni
sottoposte regolarmente ai controlli e seguite fino a 79 anni
di età, vengono salvate tra 7 e 9 vite, mentre i casi di
possibile diagnosi eccessivamente prudente sono solo 4.
Complessivamente la mortalità si riduce del 25% per le
donne che si sottopongono ai controlli.
Combattere il tumore al seno
Alphega Farmacia magazine
• 13
Dossier prevenzione
scelti perché risultino:
sicuri: la maggior parte delle
persone che si sottopongono ai
test è sana, perciò è
fondamentale che i test abbiano il
più basso livello possibile di effetti
collaterali e rischi;
accettabili: una persona che
ritiene di essere sana difficilmente
si sottopone a esami fastidiosi o
complessi; per questo, vengono
scelti test che non siano rifiutati
dai cittadini;
attendibili: devono permettere
di identificare le persone malate
con la maggiore precisione
possibile, e non devono
diagnosticare erroneamente una
malattia in chi non ne è affetto.
Gli screening, che si rivolgono
Il cancro della cervice
uterina (o collo dell’utero) è
per frequenza il secondo
tumore nella popolazione femminile. È causato da
un’infezione persistente da papillomavirus umano (HPV), che
si trasmette per via sessuale ed è molto frequente
soprattutto nelle persone giovani. Di solito l’infezione
regredisce spontaneamente; quando invece persiste nel
tempo si formano lesioni nel tessuto del collo dell’utero che
possono evolversi in cancro. L’infezione è necessaria per lo
sviluppo del tumore, ma vi sono anche altri fattori che
contribuiscono, quali il fumo di sigaretta, le abitudini sessuali,
la presenza in famiglia di parenti strette con questo tumore,
una dieta povera di frutta e verdura, l’obesità.
Il lasso di tempo tra infezione e sviluppo del tumore è lungo
abbastanza da rendere possibile individuare e trattare le
lesioni prima che degenerino. Dato che sia le infezioni sia le
lesioni possono non dare segni clinici, è necessario eseguire
alcuni esami specifici per identificarle.
Il Pap-test. È l’esame impiegato nello screening: si preleva
una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero strofinando
sulle pareti una spatolina e un tampone. Le cellule prelevate,
dopo essere state sottoposte a un particolare processo
chimico, vengono analizzate al microscopio: si valuta così se
sono presenti alterazioni, che possono essere indice di una
tendenza alla trasformazione in cellule tumorali.
Sistemi che permettono di identificare direttamente la
presenza di infezione da HPV potrebbero in futuro sostituire il
Pap-test tradizionale nei programmi di screening.
Gli esami di approfondimento. Qualora il Pap-test
risultasse positivo, in primo luogo la donna è invitata a
eseguire una colposcopia, esame che, attraverso l’utilizzo di
un apposito strumento (il colposcopio) permette una visione
ingrandita della cervice
uterina, grazie alla quale il
medico è in grado di
verificare la presenza di lesioni pretumorali o tumorali e
valutarne l’estensione.
Se permangono dubbi, può essere eseguita anche una
biopsia, cioè il prelievo di una piccola porzione di tessuto
anomalo da sottoporre a un’analisi che stabilisca
definitivamente le caratteristiche esatte della sospetta
lesione.
Il trattamento. L’adesione puntuale ai programmi di
screening (in particolare il rispetto degli intervalli previsti)
aumenta notevolmente le probabilità di individuare lesioni a
uno stadio di sviluppo molto precoce. Ciò consente il più
delle volte di evitare lo sviluppo di un tumore avanzato.
L’approccio terapeutico, che nei programmi di screening è
rigidamente codificato in base a prove di efficacia, è diverso
a seconda della natura della lesione: questa viene
considerata tanto più grave quanto più si è estesa in
profondità nella parete del collo dell’utero.
• Nel caso di lesioni che hanno alte probabilità di regredire
spontaneamente si preferisce attendere e valutare
nuovamente la situazione dopo un nuovo ciclo di screening;
• in casi di gravità intermedia le lesioni vengono rimosse con
piccoli interventi chirurgici, eseguiti in ambulatorio e in
anestesia locale.
• nei casi più gravi, che sono molto rari e riguardano
soprattutto le persone che non hanno mai eseguito esami di
screening, è previsto un iter terapeutico più complesso, che
tiene conto dell’esatta natura e dell’estensione della lesione.
I vantaggi. Proprio grazie allo screening e al trattamento
precoce l’incidenza dei tumori della cervice uterina in Italia,
negli ultimi dieci anni, è diminuita di quasi un quarto.
Proteggere il collo dell’utero
14
• Alphega Farmacia magazine
alle fasce di popolazione a
maggior rischio di sviluppare una
determinata patologia, prevedono
test da eseguire a intervalli
regolari, secondo l’arco di tempo
in cui:
• la malattia ha maggiori
probabilità di svilupparsi;
• un eventuale intervento
terapeutico dia effettivi vantaggi
in termini di guadagno di tempo
e/o qualità di vita rispetto a uno
attuato quando la malattia si
manifesta clinicamente.
Gli esami su cui si basano gli
screening sono articolati in più
livelli: una eventuale positività al
primo test non equivale a una
diagnosi certa di malattia, e per
questo, se emerge un sospetto,
sono previsti specifici esami di
approfondimento che conducano
a una diagnosi definitiva; inoltre,
in caso di ulteriore conferma, è
previsto un iter terapeutico che
consenta le migliori possibilità di
debellare il tumore. Tutti questi
passaggi sono condotti secondo
le più aggiornate indicazioni della
ricerca scientifica.
AGENDA
Le modalità dei programmi
Seno
Con modalità previste dal programma locale, le donne
di età compresa tra i 50 e i 69 anni riceveranno una
lettera di invito dalla Asl di appartenenza per
concordare le modalità e la data di esecuzione della
mammografia, da ripetere ogni due anni. In alcune
Regioni (tra cui l’Emilia Romagna) si sta
sperimentando lo screening in una fascia di età più
ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni, con una
periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni.
Colon
Le persone tra i 50 e i 74 anni riceveranno ogni due
anni una lettera di invito per l’esecuzione del test del
sangue occulto nelle feci. Esistono diverse modalità
per il ritiro delle provette in cui fare la raccolta delle
feci: saranno gli operatori a indicare quella impiegata
nella Asl di appartenenza.
Una piccola parte dei programmi di screening (in
particolare in Piemonte) utilizza una sola volta, all’età
di 58-60 anni, la rettosigmoidoscopia.
Le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni potranno
ricevere una lettera di invito o una telefonata dalla Asl
di appartenenza per concordare le modalità e la data di
esecuzione del Pap test, che va eseguito ogni tre anni.
È questo infatti l’intervallo di tempo che rende massimi
i benefici dello screening e riduce al minimo i costi e le
visite richieste: l’intervallo è sufficientemente breve per
Cervice
rendere poco probabile tra un test e l’altro lo sviluppo
uterina di un tumore, mentre non è così corto da consentire di
individuare lesioni che regredirebbero in maniera
spontanea, e quindi da indurre ad attuare un
trattamento che non sarebbe necessario.
Il Pap-test effettuato nell’ambito dei programmi di
screening organizzati è soggetto a controlli di qualità
che lo rendono altamente affidabile.
Così si difende il colon
Circa 19.500 casi nelle donne e 29.000 negli uomini,
ogni anno in Italia. Il cancro del colon-retto (cioè la
parte finale dell’intestino) è per diffusione il secondo
tumore per le donne e il terzo per gli uomini. Spesso
costituisce una evoluzione di lesioni benigne (quali i
polipi adenomatosi) nella mucosa dell’intestino, che
impiegano un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni)
per trasformarsi in tumori maligni, e danno quindi
tempo per essere trattate.
Il test del sangue occulto nelle feci. È l’esame più
utilizzato nei programmi di screening. In un piccolo
campione di feci (che va raccolto a casa e
consegnato in un apposito contenitore) si ricercano in
laboratorio tracce di sangue non visibili a occhio
nudo. Queste sono infatti un indizio della presenza di
polipi che possono, in futuro, degenerare in forme
tumorali maligne. Sono possibili falsi risultati positivi,
perché la presenza di sangue può essere dovuta
anche a ragioni diverse dai polipi, per esempio alla
presenza di emorroidi o a lesioni da stitichezza.
La rettosigmoidoscopia. È un altro esame di
screening, sostitutivo del precedente: consiste nella
visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda
flessibile dotata di telecamera, dell’ultima parte
dell’intestino (il sigma e il retto): è qui che si sviluppa
infatti il 70% dei tumori del colon.
La colonscopia. È l’esame ulteriore che si esegue nel
caso di positività a uno dei due test di screening: è
molto simile alla rettosigmoidoscopia, da cui si
distingue perché raggiunge l’intero colon retto. Oltre
a essere efficace per la diagnosi lo è anche per la
terapia: i polipi eventualmente individuati possono
essere infatti rimossi nella stessa seduta.
Il trattamento. Il materiale asportato viene
successivamente analizzato e, in base al numero dei
polipi, alle loro dimensioni e alle caratteristiche delle
loro cellule, vengono avviati percorsi terapeutici e di
controllo definiti caso per caso.
I vantaggi. Grazie ai programmi di screening, oggi il
55-75% delle persone che sviluppano tumore o polipi
precancerosi al colon è in vita dopo 5 anni.
Alphega Farmacia magazine
• 15
Salute e bellezza
Sottrarsi ai fattori
che segnano
il viso
Pelle giovane? Dipende
molto dallo stile di vita
Una corretta dieta, niente
LE RISPOSTE
DEL VOSTRO
FARMACISTA
In quali periodi
dell’anno occorre
proteggersi dai raggi
ultravioletti?
Sempre. Le radiazioni
UV colpiscono anche
d’inverno: il 40%
dell’esposizione annua
avviene al di fuori dei
mesi estivi. Queste
radiazioni possono
passare attraverso il
vetro e superare per
l’80% una leggera
coltre nuvolosa.
Giorno dopo giorno,
questa esposizione può
accelerare i segni di
invecchiamento della
pelle, ma l’uso efficace
di una protezione ad
ampio spettro può
ridurre l’esposizione ai
raggi UV anche del
90% durante la vita.
Come si attua la
protezione solare nei
periodi non estivi?
Si possono applicare
creme da giorno
antietà - protettive o
riparatrici - formulate
per assicurare un
adeguato riparo:
contengono infatti una
miscela di filtri solari,
che trattengono un
ampio spettro di raggi
ultravioletti e
impediscono a questi di
raggiungere gli strati
profondi della pelle.
16
fumo e alcolici, protezione
solare, poco stress, un
adeguato riposo notturno:
sono tutti fattori che
influiscono sui processi
di invecchiamento della
pelle, rallentandoli.
È già dai 25-30 anni che la
pelle incomincia a mostrare
segni di invecchiamento,
con rughette sottili che man
mano si trasformano in
rughe vere e proprie, oltre
che con una perdita di
volume e di densità che
divengono via via più visibili.
Le rughe compaiono in diverse
zone: le prime, piccole e poco
profonde, si evidenziano
soprattutto nella parte esterna
degli occhi e sulle guance.
Alcune sono causate
dalle espressioni del
viso, altre hanno
origine diversa
(riquadro nella
pagina successiva);
in ogni caso
tendono a diventare
sempre più
profonde.
Un altro effetto
dell’invecchiamento
è la perdita di volume
o rilassamento
cutaneo, che modifica
l’aspetto del viso,
rendendo triste o
stressato lo stato d’animo
• Alphega Farmacia magazine
che
si comunica.
C’è
poi la perdita di densità, che si
manifesta con un indebolimento
e assottigliamento della pelle.
I motivi per cui la cute invecchia
sono diversi, e solo alcuni sono
inevitabili: sugli altri si può
invece intervenire. Tra i primi
rientrano:
• l’età biologica: causa
cambiamenti nella struttura
della pelle e nei processi
biologici che si svolgono nelle
sue cellule; inoltre con
l’avanzare degli anni la
circolazione sanguigna nella
cute rallenta, il che rende
insufficiente l’apporto di
sostanze nutritive e di ossigeno:
conseguenza è una perdita di
tono e di colorito;
• la predisposizione genetica: per
esempio una pelle sensibile e
chiara è più soggetta alle rughe
precoci.
I fattori su cui invece si
può intervenire con
uno stile di vita che
ne riduca gli
effetti sono
quelli
esogeni,
tutti
legati
a
NOVITA’
R I N G I O VA N I S C I L A T U A P E L L E
Aiuta il suo lavoro mentre dormi
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attentamente il foglio illustrativo. Questo è un medicinale di AUTOMEDICAZIONE che può essere usato
per curare disturbi lievi e transitori facilmente riconoscibili e risolvibili senza ricorrere all’aiuto del medico.
Per maggiori informazioni e consigli rivolgersi al farmacista.
Consultare il medico se il disturbo non si risolve dopo un breve periodo di trattamento.
Autorizzazione del 09/05/2014
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
247 541 349 210 650 497 357 493 103 843 654 111
NP4 number: IT1403183136
Liberi di muoversi
Salute e bellezza
un medesimo processo, lo stress
ossidativo che provoca la
formazione di radicali liberi
(riquadro a destra). I principali:
• i raggi ultravioletti (responsabili
non solo dell’invecchiamento ma
anche della pigmentazione
irregolare della pelle);
• l’inquinamento atmosferico;
• il fumo;
• sostanze chimiche ossidanti cui
si è esposti per vari motivi;
• gli alcolici e alcuni alimenti (per
esempio quelli ricchi di grassi e
carboidrati, e in particolare
latticini, affettati, carni rosse, olio
di palma; e poi i cibi grigliati o
affumicati).
Considerato tutto ciò, può aiutare
a mantenere giovane la pelle uno
stile di vita che riduca l’incidenza
di questi fattori. Quindi:
• niente fumo;
• pochi alcolici;
IL TEST
Qual è la vostra età cutanea?
Qual è il colore della vostra pelle non abbronzata?
1
bianco latte, rossastra pallida chiara ma
tendente a scura olivastra molto scura
Quanto siete esposti al sole durante l’anno?
2
molto
abbastanza
poco
per niente
Proteggete la pelle dal sole con prodotti adeguati?
3
no
molto
per niente
molto
un po’
per niente
Siete in menopausa?
6
sì
no
Siete sottoposti a stress?
7
molto
un po’
per niente
Siete esposti all’inquinamento atmosferico?
8
sì
no
Come definireste le vostre abitudini alimentari?
9
sregolate
corrette
Fate attività fisica?
10
per niente
un po’
regolarmente
Vi sottoponete a trattamenti dermocosmetici?
11
mai
raramente
a volte
sistematicamente
Quanto aggiungere o sottrarre all’età anagrafica
per ottenere quella che viene dimostrata dalla pelle:
+4
I radicali liberi sono
molecole molto
instabili, che tendono a
reagire facilmente con
altre sostanze,
ossidandole e quindi
alterandole. In questo
modo creano un danno
biologico, che nelle
cellule cutanee
determina non solo
invecchiamento ma
anche tendenza a
sviluppare tumori.
I diversi tipi di rughe
un po’
Consumate alcolici?
5
L’azione
dei radicali
sì
Fumate?
4
• una dieta equilibrata, non
eccessivamente calorica, ricca di
frutta e verdura, con la quale
garantire un sufficiente apporto di
sostanze antiossidanti,che
contrastano i radicali liberi;
• un’esposizione al sole limitata,
e protetta da prodotti schermanti.
E poi risultano utili anche:
• un costante esercizio fisico;
• una vita senza troppe tensioni e
con un riposo notturno adeguato.
Un ruolo determinante ha inoltre
la cura della pelle, basata su:
• corretta detersione (che
rimuova anche le sostanze
ossidanti dell’inquinamento);
• trattamenti dermocosmetici che
potenzino la struttura della pelle,
aiutino a prevenire i danni causati
dai radicali liberi, stimolino il
rinnovamento cellulare cutaneo.
• protezione solare (colonnino
nella pagina precedente).
+3
+2
+1
0 -1
-2
-3
Rughe di espressione. Sono le prime a comparire e
si accentuano con l’età. Si formano sul volto a causa
delle trazioni esercitate dai muscoli facciali, e risultano
più evidenti in chi ha una mimica pronunciata.
Rughe da sonno. Sono pieghe indotte dalla
pressione del viso sul cuscino, e compaiono per lo
più dalla parte dalla quale preferibilmente si dorme.
Generalmente si localizzano sulla fronte nell’uomo e
sulle guance nella donna. Inizialmente sono reversibili,
e scompaiono se si varia la posizione; in seguito
tendono a divenire progressivamente permanenti.
Rughe attiniche. Sottili e diffuse, conferiscono alla
pelle un aspetto corrugato. Sono dovute al danno che
la radiazione solare produce sulle fibre elastiche e sul
collagene. Compaiono precocemente nei soggetti con
pelle chiara che si sono esposti ripetutamente e
prolungatamente alle radiazioni ultraviolette naturali o
artificiali.
Rughe gravitazionali. Si formano quando gli
elementi strutturali della pelle non sono più in grado di
controbilanciare la forza di gravità.
Alphega Farmacia magazine
• 19
MAL DI SCHIENA?
puoi provare
PER TORNARE IN AZIONE.
re
oppu
ovare
puoi pr
Sono medicinali a base di diclofenac che possono avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente
il foglio illustrativo. Autorizzazione ministeriale del 14/08/2013.
Il consiglio del vostro farmacista
Curarsi
con la medicina
alternativa
Omeopatia, la terapia dolce
Similia cum similibus curantur.
Il motto latino dell’omeopatia - il
simile si cura con il simile riassume i fondamenti su cui si
basa questa terapia alternativa
che viene sempre più spesso
utilizzata, soprattutto per i
disturbi minori: secondo la teoria
formulata alla fine del 1700 dal
medico tedesco Samuel
Hahnemann, per curare una
certa malattia può essere efficace
somministrare dosi minime di un
farmaco capace di provocare
gli stessi sintomi di quella
patologia.
I rimedi omeopatici vengono
preparati da sostanze minerali,
vegetali o animali, da succhi
organici e perfino da secrezioni di
tessuti malati, e ottenuti
attraverso diluizioni ripetute nelle
quali, secondo la teoria
omeopatica, la sostanza
trasferisce la propria attività al
liquido in cui viene sciolta.
1. Se si pensa di curarsi
con una terapia alternativa
parlarne sempre con il
medico curante.
2. Non abbandonare in nessun caso le terapie convenzionali
senza averne discusso con il medico.
3. Non affidarsi a presunti ricercatori o esperti, al sentito dire,
al fai-da-te o ai consigli di amici e conoscenti. Ricorrere
all’automedicazione solo per disturbi minori o piccole
patologie, in ogni caso di breve durata; parlarne sempre con
il farmacista o con il medico.
4. Non assumere prodotti a composizione sconosciuta, privi
di etichetta, o senza consiglio di un esperto. Non assumere,
se non prescritti, rimedi alternativi in gravidanza o durante
l’allattamento. Non raccogliere erbe spontanee per farne
preparati a uso medicinale.
5. Diffidare di canali distributivi come Internet o delle vendite
domiciliari prive delle dovute garanzie. Diffidare della
pubblicità di terapie o rimedi miracolosi.
I prodotti omeopatici - la cui
efficacia è da molti sostenuta con
convinzione - hanno il vantaggio
di essere praticamente privi di
effetti collaterali.
Il ricorso all’omeopatia, in ogni
modo, deve essere attuato
secondo i principi che l’Istituto
superiore di sanità indica in
generale per le terapie alternative,
in accordo con varie associazioni
di operatori che le praticano
(riquadro in basso).
Per saperne
di più
Istituto Superiore di
Sanità: telefono 06
49901.
Società italiana di
omeopatia
e medicina
integrata: sito web
www.siomi.it.
6. Informarsi sempre sui
reali vantaggi di ogni
terapia e sulle garanzie di
sicurezza ed efficacia, in particolare quando una cura sia
proposta come sostitutiva di una convenzionale.
7. Consultare sempre medico o farmacista quando si
somministra un rimedio alternativo a un bambino o a un
anziano, anche se sani, e a maggior ragione se ammalati o in
terapia con altri farmaci.
8. Per una terapia complementare o non convenzionale
affidarsi sempre a un medico esperto.
9. Conservare i rimedi alternativi come si fa con i farmaci:
nella loro confezione di origine, lontano dalla portata dei
bambini, all’asciutto, al riparo da fonti di luce o di calore.
10. Segnalare sempre a medico o farmacista ogni sospetta
reazione avversa a un rimedio alternativo. Denunciare
all’Ordine dei medici o a quello dei farmacisti chiunque
prescriva o pratichi terapie alternative senza avere i requisiti
professionali.
Il decalogo per non sbagliare
Alphega Farmacia magazine
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Di sana pianta
Ha azione
balsamica,
espettorante
e antisettica
L’eucalipto, albero
sempreverde dalla
caratteristica corteccia
liscia, ha vari tipi di
foglie: quelle dei rami più
giovani sono ovali, quelle
dei rami adulti lunghe e a
forma di falce.
Eucalipto, amico
delle vie respiratorie
Con la sua mole imponente è
una caratteristica quasi più
paesaggistica che botanica di
molti litorali italiani. Eppure
l’eucalipto, nel nostro paese, è
arrivato solo attorno al 1860,
importato perché, avido com’è di
acqua, fu in qualche modo
incaricato di prosciugare i terreni
acquitrinosi nelle zone paludose,
e non è un caso allora che la sua
presenza sia particolarmente
abbondante in zone come quella
Pontina, a Sud di Roma, e altre
bonificate nei primi decenni del
secolo scorso. In Australia, dove
cresce spontaneo, arriva anche a
150 metri di altezza e tre metri di
diametro del tronco, in Italia
raggiunge al massimo 25 metri:
abbastanza, in ogni modo,
perché si siano sfruttate, nelle
piantumazioni, anche le sue
proprietà ‘antivento’.
Ma l’eucalipto è caratteristico
La carta d’identità
NOME BOTANICO: Eucalyptus globulus e altre
specie dello stesso genere.
FAMIGLIA: Mirtacee.
DOVE CRESCE: originario del continente
australiano, è coltivato in vari paesi; in Italia è
presente in due terzi delle regioni, soprattutto
lungo le coste.
QUALI PARTI SI USANO: le foglie, raccolte in
estate-autunno, seccate all’ombra e conservate
al riparo dalla luce.
CHE COSA CONTIENE: un olio essenziale
composto tra l’altro da eucaliptolo e polifenoli
antiossidanti.
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• Alphega Farmacia magazine
anche per l’odore che emanano
le foglie, piacevole per noi ma
sgradito agli insetti, che repelle.
Ed è su questo che si basa uno
degli impieghi sanitari di una
pianta che risulta preziosa
d’estate, quando il suo olio
essenziale, applicato sulla pelle,
può aiutare a tenere lontane le
zanzare.
PREZIOSO D’INVERNO
Ma il principale utilizzo è piuttosto
tipico dell’inverno, in caso di
infezioni alle vie respiratorie: le
foglie di questa pianta aiutano
infatti a respirare meglio quando
si è raffreddati (con la loro azione
balsamica ammorbidiscono e
leniscono le mucose infiammate)
e favoriscono l’espulsione del
catarro, che fluidificano, oltre a
incrementare la quantità di aria
che può essere contenuta nei
polmoni. Hanno inoltre un forte
potere antibatterico, con il quale
riescono a contrastare i microbi
che attaccano gola, bronchi e
polmoni, ma anche l’apparato
urogenitale e quello
gastrointestinale.
La capacità di uccidere i germi o
di impedirne la replicazione è
stata dimostrata su parecchi
batteri (stafilococchi,
pneumococchi, proteus,
coliformi) e su funghi come la
candida. Qualunque sia la via di
somministrazione, l’olio
essenziale viene eliminato in gran
parte per via polmonare,
giustificando il suo impiego nelle
infezioni respiratorie.
Utili contro queste pure le
proprietà febbrifughe; ma
l’eucalipto è anche prezioso nel
diabete, per la sua capacità di
abbassare la concentrazione di
glucosio nel sangue.
E per uso esterno è utilizzato,
oltre che come antisettico, quale
antireumatico e cicatrizzante.
Non bisogna però eccedere con
le dosi, soprattutto per bocca: se
si superano quelle consigliate
possono insorgere nausea,
vomito, difficoltà a respirare.
Come
si utilizza
Si impiegano le foglie allo
stato naturale (per la
preparazione di infusi, in
capsule e altre formulazioni)
oppure l’olio essenziale, che
entra nella composizione di
soluzioni, sciroppi, supposte,
pasticche, liquidi per aerosol,
pomate.
Per bocca l’olio essenziale
può essere assunto in dosi di
0,06-0,2 ml.
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