tempo di vacanze invernali, sci, sole, tintarella - Spazio

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TEMPO DI VACANZE INVERNALI, SCI, SOLE, TINTARELLA
La moda dell'esposizione al sole, per la tintarella, naque nel 1936 dall'intuizione
della famosa Coco Chanel che utilizzò indossatrici dalla pelle ambrata per la
presentazione di una sua collezione di gioielli.
La moda, supportata dai media e successivamente dall'industria cosmetica,
invase il mondo occidentale. La pelle ambrata e compatta é esteticamente
piacevole alla vista, sembra ringiovanire ed essere sinonimo di salute.
Credo che sia interessante per il lettore, conoscere maggiormente le tipologie
delle epidermidi, il perché ci abbronziamo e, in ultima analisi, avere qualche
consiglio su come prendere il sole abbronzandosi in modo da ricavare il massimo
beneficio con il minimo danno.
La pelle degli animali nei tempi preistorici possedeva cellule di colore giallo,
azzurro e bruno, collegate a terminazioni nervose, che servivano per la
mimetizzazione e la caccia, questo specialmente nei rettili (vedi camaleonte); nei
mammiferi questo tipo di cellule si é perso perché non funzionale né alla caccia
né alla mimetizzazione; ultimo retaggio nell'uomo sono restate le cellule brune o
melanofore.
I melanociti possono essere presenti nella pelle in tre sedi diverse:
a - nella congiunzione dermo-epidermica
b - nella zona mediana del derma
c - nel bulbo pilifero
I melanociti contengono l'enzima tirosinasi e, pur sviluppandosi dove si formano le
cellule nervose, ne hanno perso il collegamento e sono stati utilizzati
dall'organismo per la protezione della pelle dai raggi del sole.
Le melanine sono molecole chimiche complesse (biopolimeri), nell'uomo se ne
riconoscono due tipi: le eumelanine con pigmenti bruni o neri (razza
indo-europea), e le feomelanine con pigmenti gialli o bruno rossicci (razza asiatica
e popolazioni nordiche), in quest'ultimo gruppo troviamo anche i tricocromi,
pigmenti ad alto contenuto di zolfo e a basso peso molecolare, isolati nei capelli
rossi. Le melanine provengono dalla trasformazione della tirosina che in presenza
della tirosinasi, enzima contenente rame presente sulla superficie della pelle,
viene attivata dai raggi UV-B (raggi ultravioletti a bassa lunghezza d'onda e ad
alta energia) ed in queste condizioni catalizza la biosintesi, alla fine di un
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laborioso processo, di eumelanine e feomelanine.
A carattere accademico ricordiamo che avviene l'idrossilazione della tirosina in
DOPA (diidrossifenilalanina) che, per successiva ossidazione si trasforma in
DOPA-chinone che rappresenta il punto di partenza della formazione biologica
delle suddette melanine: a seconda dell'ambiente biochimico all'interno del
melanocita, piccolo glomerulo delimitato da una membrana con struttura interna
organizzata, il DOPA-chinone può dare vita ad un etero-polimero di colore bruno o
nero od anche con una colorazione che varia dal giallo al rosso. Il melanosoma,
man mano che produce melanina si trasforma da organulo enzimaticamente attivo
in un agglomerato di melanina inerte, in pratica avviene la melanizzazione del
melanosoma.
Dopo aver valutato, per grandi linee, come il nostro organismo la produce, è
opportuno comprendere come la melanina protegge la pelle dai raggi solari.
Melanina e raggi solari
Lo spettro del sole è composto da diversi tipi di radiazioni luminose, termiche
(infrarosse) e raggi UV, che a loro volta si dividono in UV-A (ad alta lunghezza
d'onda, freddi ed a bassa energia), ed UV-B (con bassa lunghezza d'onda, caldi
ed a grande energia).
Dallo studio delle radiazioni solari è ormai conoscenza comune che il sole non
solo ha proprietà benefiche per l'organismo perchè ci dà la luce, inoltre sintetizza
la vitamina D, uccide microbi patogeni, riscalda, tonifica e favorisce la cura di
alcune malattie (eczemi, psoriasi ecc.), ma anche, però, può provocare eritemi e
scottature rovinando ed invecchiando la pelle, può inoltre uccidere alcuni microbi
utili, può scatenare fotosensibilizzazione e può determinare stati cancerosi.
Per riassumere ricordiamo che i melanociti si trovano dislocati a vari livelli nel
derma e che per effetto della tirosinasi e dei raggi UV-B producono melanine e
man mano si inertizzano, vediamo ora come proteggono la cute.
Melanociti e protezione della cute
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A fasi successive i melanosomi passano nei melanociti e da questi ai cheratinociti:
cellule prodotte nel derma in continua crescita che, con la maturazione,
trasmigrano verso la superficie e con l'invecchiamento desquamano e cadono,
insieme costituiscono unità biologico-funzionali. Per questi passaggi si sono
prospettate più ipotesi di trasferimento che non si escludono tra loro: la
cito-fagocitosi, l'iniezione (immissione diretta), e la liberazione di melanosoma
negli spazi extra-cellulari seguita successivamente dall'incorporazione da parte
dei cheratinociti,a questo punto i glomeruli di melanina si dispongono a foggia di
ombrello al di sopra del nucleo della cellula epiteliale proteggendola
dall'inclemenza dei raggi solari che a lungo andare potrebbero portare a
degenerazioni a carico del DNA e dello RNA della cellula stessa.
Il processo di melanogenesi posto in atto dall'organismo per proteggersi dai raggi
UV, comunque, è condizionato da fattori genetici e ambientali, si differenzia a
seconda della razza, viene condizionato non dalla quantità dei melanociti ma dalla
loro minore o maggiore funzionalità, dipende dal tipo e dal tempo di esposizione
ed anche dall'utilizzo o meno di alcune sostanze chimiche stimolanti o inibenti il
processo.
Una volta venuti a conoscenza del meccanismo biologico che l'organismo mette
in atto per proteggersi dal sole, possiamo chiarire che i diversi solari messi in
commercio non sono altro che schermi protettivi esclusivamente di tipo fisico, cioè
interpongono una barriera tra cute e radiazioni solari.
L'industria, sfruttando le false esigenze della gente, proprie della civiltà dei
consumi in cui una reazione difensiva dell'organismo viene sfruttatata come moda
e tendenza, ha cominciato a produrre e ad immettere sul mercato prodotti che
servissero da potezione evitando alla pelle quei fastidi e quei danni derivanti
dall'esposizione prolungata ai raggi UV. Per la produzione dei solari ha utilizzato
principi funzionali sia naturali che di sintesi sia per uso topico che sistemico,
comunque, molto probabilmente, i protettivi solari di prima generazione hanno
provocato più danni alle epidermidi degli stessi raggi solari. Infatti, le persone,
protette dai fastidi degli eritemi e dalle scottature erano portate ad esporsi al sole
per più tempo lasciando il derma poco protetto dai raggi UVA che passano lo
strato superficiale e si insinuano nel derma dove, a causa della trasmigrazione dei
granuli di melanina, le cellule restano senza protezione.
Successivamente per i prodotti solari sono state migliorate le formulazioni con
l'aggiunta non solo di ossidi e biossidi di zinco e titanio micronizzati, per la loro
caratteristica di barriera fisica riflettente i raggi come uno specchio, ma anche i
prodotti funzionali quali i cinnammati, le vitamine E e C, gli oli di jojoba, il burro di
cacao, l'olio di ricino, il palmitato di ascorbile ed altri.
Successivamente sono stati immessi sul mercato prodotti solari ad uso sistemico
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a base di carotenoidi che, per accumulo nel derma, dovuto alla loro caratteristica
lipofilicità, davano all'epidermide, per trasparenza un colore giallo-rosa-ambrato
che però nessuna caratteristica aveva, né di protezione né di attivazione
melanica.
Già in passato è stato provato l'utilizzo della tirosina quale acceleratore
dell'abbronzatura senza successo. Recentemente, invece, alcuni studi hanno
dimostrato che il silanolo (composto chimico a base di silice), ed in particolare il
metil-silanolo, elemento costitutivo del tessuto connettivo entra a far parte della
biosintesi della tiroxina per cui l'aggiunta di silicio organico all'elastina modifica il
contenuto in percentuale ed in quantità degli amminoacidi che la compongono. In
particolare l'elastina è costituita in varie quantità e percentuali da amminoacidi tra
i quali annoveriamo l'acido aspartico, la treonina, la serina, l'acido glutammico, la
cistina, la tirosina ed altri, per cui, la combinazione dell'acetil-tirosina con il
metil-silanolo (che si fissano preferibilmente a livello del tessuto epidermico), ed i
raggi UV, attiva il processo di tirosinasi che per foto-pigmentazione, dà vita, come
precedentemente detto, alla formazione di neo melanina.
Comunque l'organismo, a difesa della pelle colpita dai raggi UV, utilizza il rame
disponibile, oltrechè per favorire l'abbronzatura, anche creando dei ponti disolfuro
al fine di provocare la cheratinizzazione (ispessimento) della pelle; chiaramente
l'utilizzo del rame disponibile frenerà l'ulteriore formazione della melanina.
Ovviamente una pelle trattata preventivamente con tiroxina avrà a disposizione in
maggior misura ioni rame per cui potrà sintetizzare melanina che verrà
immediatamente inglobata dai cheratinociti.
L'utilizzo della tirosina nelle formulazioni degli abbronzanti avrà come effetto, oltre
ad una migliore e più rapida abbronzatura, non solo la riduzione
dell'arrossamento, l'assenza di eritemi, l'aumento e l'accelerazione del drenaggio
linfatico superficiale del tessuto dermico, ma anche la riduzione della
iperossidazione degli acidi grassi che provocano l'alterazione e la relativa
distruzione delle cellule dermiche e delle fibre di collagene e di elastina. A tutt'oggi
mi risulta che non siano ancora in commercio prodotti con formulazioni fatte, alla
luce di questi recenti studi, con i principi funzionali appena menzionati, comunque,
il prodotto specifico, personalizzato in funzione delle proprie specifiche esigenze,
può sempre e comunque essere realizzato, a seguito di una adatta formulazione,
dal farmacista preparatore in modo da garantire una abbronzatura durevole e
veloce ottenuta in modo naturale e biologico.
Risulta quindi evidente che una prolungata esposizione ai raggi solari senza le
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opportune protezioni può causare seri danni alla pelle. Per evitare ciò, e
seguendo gli insegnamenti del motto che recita che prevenire è meglio che
curare, suggerisco, per preparare il corpo all'abbronzatura, l'uso di integratori e
lampade preventive. Gli integratori dietetici consigliati sono quelli contenenti
sostanze ad azione contrastante i radicali liberi: vitamine A, C, E, selenio, zinco e
beta-carotene.
Anche l'uso della lampada può avere una utile azione preparativa per la pelle ai
raggi del sole, l'importante è non abusarne. L'Organizzazione Mondiale della
Sanità ha addirittura fissato una soglia: non più di dieci lettini all'anno.
Concludo riferendo che il sole fa bene ma ci vuole un po' di attenzione: è
pericoloso prenderlo per molte ore in testa, soprattutto se si hanno pochi capelli o
si è addirittura calvi: in tal caso è d'obbligo il cappello, meglio se a falde larghe per
poter coprire e quindi proteggere anche fronte, naso ed orecchie, punti del corpo
particolarmente vulnerabili. In riguardo ai solari voglio ricordare di spalmarli
almeno mezz'ora prima di esporsi al sole e poi ogni due ore; ricordo ancora di
comprarne nuovi ogni anno per evitare di utilizzare prodotti con un filtro solare
deteriorato da precedenti esposizioni ad aria e luce. Concludo con una
raccomandazione vecchia forse quanto il mondo:evitare di esporsi nelle ore più
calde, tra le 11 e le 16, soprattutto quando non si è ancora ben abbronzati.
Pia NOVI
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