La pelle
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Derma
Epidermide
Strati della pelle
Tessuto
sottocutaneo
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L’epidermide
È formato da cheratine (proteine fibrose presenti anche nelle unghie, nei peli, nelle
corna degli animali…), costituisce la parte più esterna della pelle di un animale e
rappresenta approssimatamene l’1% dell’intero spessore della pelle.
Può essere suddiviso in vari strati:
lo strato di Malpighi (a sua volta suddiviso in strato Corneo e strato Basale o
Germinativo) – è il più vicino al derma, ed è formato da cellule che danno origine a tutte
le altre cellule dell’epidermide
lo strato Granulare – è caratterizzato dal fatto che le sue cellule contengono nel
protoplasma grani intensamente colorati
lo strato Lucido – è formato da cellule piatte e lucide, contenenti una sostanza, la
elaidina, derivata dalla parziale trasformazione della cheratoialina dello strato Granulare
sottostante
lo strato Corneo – è il più esterno dell’epidermide ed è formato da cellule piatte
costituite per lo più da cheratine molli
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Il derma (o corio)
Il derma, situato nella parte centrale della pelle tra l’epidermide ed il tessuto
sottocutaneo, costituisce circa l’85% dell’intero spessore.
Composto essenzialmente da collagene, è costituito da due differenti strati: lo
strato superiore detto papillare o fiore, e quello inferiore detto reticolare o carne.
Lo strato papillare (fiore): le fibre collageniche che lo costituiscono hanno un
diametro variabile tra i 5 ed i 10 micron e sono molto intrecciate tra di loro, in maniera
chiusa e compatta, all’incirca verticalmente rispetto alla superficie della pelle. Questo
strato è quello che determina l’aspetto del cuoio finito. La disposizione delle papille
tattili e dei bulbi piliferi creano infatti, un disegno caratteristico, diverso per ogni
animale, il quale prende il nome di Fiore.
Lo strato reticolare: è costituito da spesse fibre di collagene con un diametro di circa
100 micron. Tali fibre formano tra loro un angolo maggiore di quello formato da quelle
dello strato papillare e mano a mano che ci si avvicina allo strato più interno si orientano
in modo orizzontale.
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Il tessuto sottocutaneo
È lo strato di giunzione tra la pelle ed il corpo dell’animale ed è essenzialmente composto
da grassi e fibre collageniche in forma più o meno degradata. Vi si trovano numerosi vasi
sanguigni e nervi.
Questo strato viene rimosso in gran parte durante la scuoiatura, e viene completamente
eliminato durante il processo conciario (nella fase di rinverdimento, ma soprattutto nella
operazione meccanica di scarnatura)
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Lavorazione delle diverse pelli
Vitellini
Pelli ovocaprine
Lavorate intere
Pelli suine
Pelli esotiche
Interi fino a
conciato, in mezzine
nelle fasi successive
Vitelli
Pelli bovine adulte
Intere per lavorazioni di
superficie
(arredamento);
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sezionate sul grezzo
Utilizzi delle varie parti
delle pelli bovine
In genere le pelli di vitello vengono lavorate intere almeno fino al conciato, e
successivamente vengono suddivise in mezzine per favorire la loro lavorabilità. Le pelli di
vitellino invece, date le loro dimensioni ridotte vengono lavorate intere fino al prodotto
finito. Tutto questo sia per la concia al cromo che per quella al vegetale.
Dalla “gropponatura” di pellami bovini adulti si ottengono i “gropponi”, impiegati per
la produzione di cuoio suola, mentre le spalle ed i fianchi vengono anch’esse lavorate,
seppur per una articolistica più limitata.
Vi sono poi le “croste”, ottenute dalla spaccatura in sezione di una pelle intera, in
genere dopo l’operazione di concia. Esse sono per la stragrande maggioranza al cromo e
si impiegano per articoli da calzatura e da abbigliamento. Croste al vegetale si utilizzano
per la produzione di soletti. Le croste da spaccatura in trippa hanno un minor valore
commerciale e provengono essenzialmente dalla lavorazione di pellami destinati ad
arredamento e perciò non sezionati in grezzo.
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Suddivisione pelli bovine adulte
E
A Groppone
B
Spalla
C +
D
E
B
B1
B2
D
E
D
Rifilature varie
C
A1
+
C
C
A
A
+
C
Culatta
B
+
D
Avancorpo
D
A1
Zampa anteriore
A2
A1 A2
E
E
Mezzina
D
B1
E
Fianco
C
Mezzo groppone o
groppone per cuoio
Mezzo fianco
Utilizzi delle varie parti
delle pelli bovine adulte
Le spalle si lavorano in
genere al vegetale ma
anche al cromo, per articoli
da calzatura e pelletteria.
L’articolo finale ottenuto è
in genere più “sportivo” che
quello ottenuto su vitelli
interi. .
I fianchi, essendo di
dimensioni minori e di
forma piuttosto stretta, si
lavorano sia al cromo che al
vegetale
per
piccola
pelletteria e calzatura per
bambino.
Per quanto riguarda il
cuoio da suola, dato che
deve
essere
estremamente compatto
e rigido, si preferisce
lavorare solo le parti
strutturalmente
più
compatte e piene. Infatti
si utilizzano solo i
gropponi.
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Suddivisione pelli bovine adulte
Fianchi
Rifilature
Spalla
Groppone
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Suddivisione pelli bovine adulte
Fianchi
Rifilature
Groppone
Avancorpo
Testa
Fianchi
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Metodi di conservazione
della pelle
La salatura
E’ sicuramente il sistema di conservazione più largamente usato, poichè non ha costi
elevati ed è facilmente realizzabile. Si può applicare su ogni tipo di pellame,
indipendentemente dall’animale e dalla superficie.
Con la salatura, secondo il meccanismo della pressione osmotica, si ottiene la
deidratazione delle pelli. Infatti, le cellule, sono in una soluzione meno concentrata e
perciò tendono a perdere acqua, la quale va a diluire la soluzione esterna ricca di sale. In
genere si usa sale marino, più puro del sale di miniera, in quantità corrispondenti al
minimo il 40% del peso delle pelli.
Il sale, oltre a provocare parziale deidratazione della pelle, ha anche leggera azione
batteriostatica. Tale capacità viene esaltata notevolmente dall’aggiunta di prodotti come
carbonato di sodio (2/3%).
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Metodi di conservazione
della pelle
Salatura a secco: viene utilizzata generalmente su pellame pesante, spargendo il sale
dalla parte della carne. Pelli così conservate possono resistere alla putrefazione per
periodi piuttosto lunghi.
Salatura in salamoia: viene utilizzata soprattutto negli Stati Uniti, dove si preferisce
scarnare le pelli subito dopo la macellazione. Il pellame viene immerso per circa 24 ore
in salamoia, dopodiché, se non vengono lavorate in tempi brevi, vengono salate di
nuovo dal lato carne.
Salatura ed essiccamento: le pelli sono per prima cosa immerse in soluzioni saline
concentrate e poi inchiodate e fatte asciugare in zone non esposte al sole.
Differentemente dal solo essiccamento, questo metodo garantisce anche una buona
reidratazione delle fibre, date le proprietà igroscopiche del sale che contengono.
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Metodi di conservazione
della pelle
L’essiccamento
È uno dei metodi più antichi di conservazione e viene impiegato in genere per pelli
piccole (pelli caprine, ovine piccole e rettili) e per pelli da pellicceria.
Sono conservate per essiccamento la maggior parte dei grezzi provenienti dalle zone
tropicali dell’America Centrale. Del Sud America, dell’Africa e dell’Asia.
La tecnica di essiccamento può variare a seconda di diversi fattori (clima, operatore,
prodotti ausiliari, tecnologia…), comunque in genere le pelli sono stese su telai evitando
zone esposte al sole.
È importante che l’essiccamento non sia troppo lento, per impedire l’accentuarsi della
putrefazione prima che l’umidità si sia ridotta al punto da rendere inattivi i batteri.
Nello stesso modo la conservazione per essiccamento non deve avvenire troppo
velocemente, con il rischio di avere indurimento della pelle in superficie e disomogeneità
nella disidratazione.
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Metodi di conservazione
della pelle
La refrigerazione
Le pelli vengono conservate a temperature vicine a 0°C, senza sottoporle a variazioni
eccessive di temperatura.
Come metodo di conservazione sarebbe perfetto, in quanto le pelli non perdono troppo
la loro naturalezza e sono facilmente lavorabili, i problemi vengono dai costi eccessivi di
immagazzinaggio e trasporto.
Un “freddo” non eccessivo (6-10°C) e naturalmente anche molto meno costoso aiuta la
conservazione di pelli salate, poiché viene inibita l’attività microbica.
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