MANTOVA TEATRO 2008- 2009 Lunedì 30 marzo 2009, ore 21 Teatro Ariston - Mantova FRANCA VALERI in CARNET DE NOTES di e con Franca Valeri soprano: Eleonora Caliciotti tenore: Edoardo Milletti basso: Emanuele Casani pianoforte: Ida Iannuzzi a cura di Giuseppe Marini La splendida ottantottenne Franca Valeri è la protagonista assoluta del prossimo appuntamento della stagione 2008-2009 di Mantova Teatro. Lunedì 30 marzo alle 21 porterà al Teatro Ariston di Mantova la sua ultima piéce Carnet de notes, una sorta di taccuino di appunti che ripercorre una vita e una carriera artistica eccezionale. Si tratta di una versione creata nel 2008, ma che riprende un’idea già elaborata nei primi Carnets del 1951, quella di accoppiare parole e musica, due grandi passioni dell’attrice, facendole dialogare e talvolta sfidare tra loro all’insegna dell’ironia. In questo spettacolo, di cui è anche autrice, Franca Valeri punta sulla sua grande specialità, il monologo. Le parole, però, trovano stavolta un potente avversario: la nota musicale. La grande passione per la musica, e in particolare per l’opera lirica, che da sempre caratterizza la Valeri, diventa quindi uno strumento di dialogo e confronto con la parola recitata, fino a rappresentare una sfida ideale tra i due linguaggi. La parola soffre di una sorta di complesso di inferiorità rispetto alla musica, spiega l’attrice, perché quest’ultima è talmente diretta che si può affermare che due note dicono più di un’intera conferenza. Ecco che allora i brani del monologo in Carnet de notes si alternano ai brani musicali eseguiti dal vivo dal soprano Eleonora Caliciotti e dal tenore Edoardo Milletti, accompagnati al basso da Emanuele Casani e al pianoforte da Ida Iannuzzi. I pezzi sono selezionati tra le opere più amate dalla Valeri, romanze firmate da Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini, Pietro Mascagni, Gaetano Donizetti. Alla musica si intervallano le riflessioni e gli sketch, che danno alla performance un carattere leggero e godibile, così come l’ha voluta l’attrice. Si parla dell’arte ma anche della vita quotidiana e delle piccole contraddizioni che caratterizzano il vivere nella nostra società. E a mostrarci questi nostri difetti, queste caratteristiche, tornano i personaggi più celebri inventati dal Franca Valeri nella sua lunga carriera teatrale, televisiva e cinematografica, quelle figure esilaranti e spesso un po’ strampalate che amplificano alcune qualità diffuse ieri come oggi e che proprio per questo hanno reso l’attrice amatissima dal pubblico. Torna, ad esempio, la Signorina Snob, conosciuta anche come la Signorina Cesira, una tipica ragazza della borghesia milanese. La Valeri, poi, veste nuovamente i panni della moglie del tenore e della Signora Cecioni, popolana romana perennemente al telefono con mammà e inseparabile dai suoi bigodini giganti. Ognuna di queste maschere viene riproposta con i suoi cavalli di battaglia o in una versione leggermente rivista, come apparirebbero oggi, un po’ invecchiate, dopo tanti anni. Con i personaggi di Franca Valeri vanno in scena i difetti, i tic, le manie, le piccole ipocrisie di una società, con le sue differenti classi sociali. Biglietti: 15 euro intero; 6 euro ridotto studenti (solo in prevendita). Prevendita senza maggiorazione presso Spazio Mtt (via San Longino 1/b, Mantova, tel. 0376.363079, [email protected]), aperto lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19, giovedì, sabato e nei giorni di spettacolo dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Vendita on line su www.ticketone.it. Biglietteria in teatro aperta un’ora prima dello spettacolo. Info: Fondazione “Umberto Artioli” Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, numero verde 800.085992, [email protected]. Fondazione “Umberto Artioli” Mantova Capitale Europea dello Spettacolo Ufficio Stampa: Serena Marchini, 348.7458404 – [email protected] FRANCA VALERI Franca Valeri è nata nel 1920 a Milano. E’ approdata in teatro quasi per caso, dopo aver rivelato le sue doti satiriche nei salotti mondani e intellettuali milanesi, dove dava vita a personaggi causticamente ispirati al costume contemporaneo, fatto di frivolezze e ipocrisie, fedeli specchi di un ambiente borghese. Il nome Valeri fu scelto negli anni '50, dopo aver letto un libro dello scrittore francese Paul Valery. Romana d'adozione, vanta una carriera eccezionale: attrice, sceneggiatrice, regista e autrice. È cresciuta nella trasmissione radiofonica Il rosso e il nero, della quale tra l'altro nasce una generazione di attori della commedia all'italiana. È qui che Franca Valeri fa conoscere per la prima volta il personaggio della Signorina Cesira, che passando successivamente dalla radio alla televisione, diventa la Signorina Snob, nevrotica signora milanese, ritratto delle ipocrisie della borghesia contemporanea. Il suo esordio teatrale risale al 1951, quando al Teatro dei Gobbi (che ha fondato con Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, diventato poi suo marito), recita negli spettacoli Carnet de notes n. 1 e Carnet de notes n. 2, che proponevano senza ausilio di scene e costumi, una serie di sketch satirici sulla società contemporanea. Nello stesso anno recita nel suo primo film Luci del varietà, di Alberto Lattuada e Federico Fellini (qui al suo esordio come regista). A questo ne sono seguiti molti altri, tra i quali Il segno di Venere (1955), Il bigamo (1955), Il vedovo (1959), Parigi o cara (1962) e Io, io, io… e gli altri (1965). Sempre con il Teatro dei Gobbi, nel 1954 debutta in televisione, dove si consacra il personaggio della Signorina Snob e più tardi della Signora Cecioni (nel programma La regina ed io, 1960), popolana romana perennemente al telefono con mammà e fasciata da bigodini giganti, che riscosse un enorme successo. Ha partecipato a numerose serate di Studio Uno (1966) e ai varietà Le divine (1959), Sabato sera (1967), Le donne balorde (1970), Sì, vendetta (1974), Vino, whisky e chewing-gum (1974), A modo mio (1976), Studio 80 (1980), Giochiamo al varietè (1980), Cipria (1982). Legata visceralmente alla Scala, dove ha maturato la sua passione per l'opera lirica, si è anche cimentata come regista di melodrammi. Nel 1993, dopo una lunga assenza dai teleschermi, ha partecipato alla trasmissione Magazine 3 su Raitre. Nel '95 è stata co-protagonista con Gino Bramieri della sit-com di Canale 5 Norma e Felice e, un anno più tardi ha recitato nella fiction Caro maestro. Nel 2000 è stata protagonista accanto a Nino Manfredi di Linda, il brigadiere e…, fiction andata in onda su Raiuno, e del film tv Come quando fuori piove, diretto da Mario Monicelli. È autrice di commedie di grande successo, come: Lina e il cavaliere, Meno storie, Tosca e le altre due e Le Catacombe. Quello che caratterizza in modo inequivocabile il suo stile, è un uso intelligente e raffinato dell'ironia: i suoi personaggi fanno riflettere su quelli che sono i vizi e le virtù della società. RASSEGNA STAMPA > La Repubblica 6 ottobre 2008 Valeri, "signorina" del monologo C'era una volta Franca Valeri, gran personaggio della scena che già in tempi in cui la radio era una creativa fonte di spettacoli e rivelava pure un certo Dario Fo, incantava i suoi ascoltatori con i vezzi sofisticati della Signorina Snob, prima di scendere da Milano a Roma, dove avrebbe messe alla berlina le manie caserecce della Signora Cecioni, ma intanto, insieme a Caprioli e Salce, dava vita ai Gobbi mettendo in scena, prima a lungo in una saletta di Parigi ma poi anche da noi, la sferzante satira di un Carnet de Notes che fece epoca e più volte ripreso. E riecco ora questa appassionata "lavoratrice del monologo", come lei stessa ama chiamarsi in omaggio a una predilezione solitaria che le ha dato soddisfazione anche quando recita con altri grandi testi non suoi, inventarsi un Carnet de Notes 2008 che, dopo un'unica serata d'onore a Spoleto, ora è entrato in circuio nel suo prediletto Teatro della Cometa, con la regia di Giuseppe Marini. E' uno show in cui, non tralasciando di citare qualche sua applauditissima gag, affronta col feroce spirito di osservazione che tutti conosciamo i tic e le abitudini dello sfascio che oggi ci circonda, ma non si limita, come sempre, del resto, a far ridere, perché dietro le battute si sente puntualmente la critica a un costume di vita incline al disfacimento. E a corredare i suoi attacchi impietosi, da appassionata della musica qual è da sempre, chiama stavolta a evocare alcune delle sue arie preferite tre cantanti lirici di sicure speranze, accompagnati al piano da Ida Iannuzzi. E gli applausi non finiscono mai. Franco Quadri > Il Manifesto 19 ottobre 2008 Franca Valeri, parole e note sparse insieme a un certo numero di donne Solo la voce la tradisce qualche volta, ma solo quella. Franca Valeri, ottantotto anni e una testa che è un vulcano di idee, affronta il pubblico con piglio deciso sul palcoscenico della piccola bomboniera del Teatro della Cometa a Roma (nel pomeriggio oggi alle 17 l'ultima replica) per presentare la versione aggiornata di un suo antico cavallo di battaglia, quel «Carnet de Notes» che nel dopoguerra riproponeva nei teatri italiani insieme a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci. Lo mise in scena con loro per la prima volta a Parigi, dove si racconta che ad applaudirla accorse Edith Piaf, un titolo voluto - recita oggi come allora l'attrice milanese - «per preservarci dalle minacce del secolo». Ma ha ancora un senso ripresentare i ritratti di queste donnine che lei stessa definisce «in preda a una crisi di nervi»? Ce l'ha eccome, e lo dimostra riattualizzando testi che sono autentici meccanismi di perfetta orologeria, che comprendono pezzi noti tratti dal suo inesauribile archivio, scherza lei, di «lavoratrice del monologo». Sono donne, qualche volta allegramente virago, caratteri sempre sopra le righe, come la signora che ha sposato in seconde nozze un miliardario ma che esasperata dall'eccessiva accondiscendenza dell'uomo lo trascina dal medico («come è ordinato, troppo. Gli va bene tutto»), salvo poi scoprire che è morto stecchito in sala d'attesa. A dividere con lei la scena una pianista (Ida Iannuzzi) e tre giovani e belle voci liriche (Eleonora Caliciotti, Edoardo Milletti, Emanuele Casani), con i quali alterna i monologhi ad arie di Verdi («O terra addio» dall'Aida), Mozart («Dalla sua pace» da Don Giovanni), Rossini («Non si dà follia maggiore» da Il turco in Italia, «Io!» da Il viaggio a Reims), Puccini («D'onde lieta uscì» dalla Bohème) e Donizetti («Tornami a dir che m'ami» da L'elisir d'amore), l'altra sua grande passione di vita. «L'opera mi ha sempre impressionato spiega - e questa scelta viene anche dalla convinzione che la parola teme il potere della musica, le sue infinite aperture alla fantasia». Ma lei non ha nulla da temere, e con arguzia tratteggia abitudini di ieri e di oggi, mettendo a raffronto nel momento più irresistibile dello spettacolo due lettere «di rottura»; quella aulica della madre e quella sboccata della figlia, oppure quando fa strame della «Voce umana» di Cocteau dove fa dire alla protagonista già con i barbiturici in mano: «Li ho comprati la sera che ci siamo conosciuti. Sarà stato un presagio?». Si ride, anche sull'onda degli inevitabili ritorni della signorina Snob e della Sora Cecioni, di un universo femminile piccolo borghese, che resiste come in una fortezza senza accorgersi dello sfascio che gli sta attorno. Stefano Crippa > Il Messaggero 5 ottobre 2008 Franca Valeri, che begli appunti Carnet de notes, lo spettacolo di Franca Valeri in scena alla Cometa (fino al 19 ottobre), non va perso a nessun costo. Gli affezionati della signorina Snob e della sora Cecioni troveranno in questo nuovo contenitore presentato a Spoleto tre mesi fa 80 minuti di buoni pretesti per ridere e per scoprire una nuova attrice, che ha trasformato il suo personaggio cucendolo addosso alla sua età. Un tema centrale, il matrimonio. Uno sotteso, la morte. Tra marito e moglie, lui è l'essere più inutile e di passaggio, lei è quella insoddisfatta, che avverte «un vuoto esistenziale... probabilmente un sintomo un po' scontato, ma sempre spiacevole». Lei sa. Sempre. Il telefono, neanche a dirlo, la fa da padrone. Omaggio al Cocteau della Voce umana, ma soprattutto alla donna e alla sua inesauribile voglia di comunicare, e di dimostrare che non sbaglia mai. Neanche quando, appollaiata in una casa di vacanza con suocera e figli mentre il marito va a Capri perché a lui l'umidità fa male, trova un rigurgito di falso ottimismo che le fa dire «Io ho fatto un buon matrimonio». Con le voci di Edoardo Milletti, Emanuele Casani, Eleonora Caliciotti; al pianoforte Ida Iannuzzi. Paola Polidoro