Cosmesi www.salutare.info La bellezza di Eva Le donne da sempre si prodigano per arrestare i segni del tempo sul proprio viso e sulla pelle o per mantenere e accrescere la bellezza del loro aspetto. a cura del dott. Aldo Sabato - Farmacista Quante donne, mentre si prendono cura della bellezza del loro corpo, sanno di ripetere gesti che da secoli e secoli donne di ogni cultura e tempo hanno compiuto, convinte che la bellezza fisica sia sinonimo di felicità e benessere? La cosmesi, infatti, è un’arte che ha origini antichissime: risalgono addirittura alla preistoria. Le donne da sempre si prodigano per arrestare i segni del tempo sul proprio viso e sulla pelle o per mantenere e accrescere la bellezza del loro aspetto. Spesso, anzi, la cosmesi acquista una valenza sacra e legata a un rituale religioso, perché la bellezza avvicina agli dei. In Egitto, ad iniziare dal II millennio, all’aspetto culturale si accompagna anche quello profano: accanto ai prodotti per il tempio, si diffonde l’uso dei cosmetici anche per la vita quotidiana. E questo non soltanto per le classi più abbienti, ma anche per gli artigiani e gli operai. Addirittura, i lavoratori che dipendono da un padrone, oltre alla loro razione di alimenti, ricevono per contratto anche cosmetici e massaggi. Sorprende, inoltre, la varietà di creme che si trovano nelle cassette da toeletta delle regine egiziane: creme emollienti, rassodanti, stimolanti, calmanti, rinfrescanti, per il viso, per il seno... Niente da invidiare, dunque, alla cosmesi moderna, anche se i prodotti erano preparati artigianalmente dalle stesse donne che poi li utilizzavano. Sono famose, a questo proposito, le ricette private di tante belle donne della storia, prima fra queste la leggendaria regina di Saba. Risale a lei, per esempio, il primo accenno a una crema depilatoria, che eliminava definitivamente i peli superflui: era una pasta fatta di cera, resina o gomma arabica e miele, pasta che ancora ai nostri giorni è usata dalle donne arabe. Ancora alla regina di Saba è attribuita l’invenzione della crema da notte: un unguento a base di grasso di bue o di cammello in cui veniva fatta macerare un’erba, che doveva essere spalmato sul viso la sera prima di dormire e lavato la mattina con acqua calda. L’invenzione di prodotti come questi risale, dunque, a circa tremila anni fa. Con il passare del tempo, la preparazione dei cosmetici non e più affidata all’abilità e alla creatività della singola donna, ma passa nelle mani di specialisti unguentari e profumieri. A Cartagine, nei sotterranei risparmiati dalla distruzione per opera dei Romani, possiamo farci un’idea dell’attrezzatura che usavano: caldaie a fuoco diretto e a bagnomaria, strumenti di filtrazione e di decantazione... E un’iscrizione su una tavoletta fenicia ci ricorda che la concorrenza doveva essere agguerrita, se vi troviamo incisa la pubblicità per una bottega di unguenti: “A fare questi unguenti per aumentare la bellezza femminile hanno collaborato tutti i paesi della Terra. Con il loro impiego sarete più felici voi stesse e farete più felici gli altri”. È interessante scoprire che ciascuna civiltà sviluppa un proprio ideale di bellezza, ed elabora un’arte cosmetica che permette di esaltare alcuni aspetti particolari della bellezza del corpo umano, maschile e femminile. In Grecia, per esempio, la bellezza è soprattutto semplicità e naturalezza: ha un grande sviluppo la cura del corpo con l’arte dell’unzione e dei massaggi, che diventano talmente raffinati da individuare, per ogni parte del corpo, unguenti diversi. Anfitrione ci tramanda la descrizione di questo trattamento di bellezza personalizzato: “Egli si bagna prima in una vasca dorata, ungendo poscia i piedi in una egizia pomata; olio di palma ché buon odore senta per il suo petto; per braccia e dorso, olio di menta. A sopracciglia e capelli, olio di maggiorana; e per i ginocchi deboli, il timo è un toccasana”. Nella cultura ebraica, restia al trucco del viso per la severità della legge di Mosè, la cosmesi è basata sulla percutaneità degli aromi usati, che rendevano le donne permeate di essenze simili ad emanatori di profumi imprigionati nei loro strati cutanei. Nella Bibbia troviamo la descrizione di questo processo applicato ad Ester, eroina dell’Antico Testamento, che salva la sua città dall’assedio del Re Assuero, stordendolo con la sua bellezza. Prima di presentarla al Re, “per sei mesi la unsero di olio di mirra, e per altri sei con altri unguenti e aromi, in modo da renderla desiderabilissima anche all’odore della pelle”... Un trattamento talmente efficace che costò al Re la sua testa, e la disfatta del suo esercito! D’altra parte, anche i già citati Egizi usavano un trattamento simile, il cosiddetto cono cosmetico: un cono di profumo reso solido con del grasso, portato sulla testa, che, col calore del corpo, si scioglieva lentamente, intridendo di profumo la pelle delle spalle e del corpo. Sicuramente la cultura più estrosa e raffinata nell’arte cosmetica è stata quella romana, soprattutto del periodo dell’Impero, anche se non mancano esempi di frivolezze cosmetiche persino durante la Repubblica. alutare 17 È curioso osservare che alcuni meccanismi di emulazione non sono cambiati con l’evolversi delle mode. Ai nostri giorni il successo di una diva del cinema o della televisione fa nascere la moda del taglio e del colore dei suoi capelli, per non parlare del suo stile nell’abbigliamento. In termini diversi, la stessa cosa succedeva anche a Roma: le matrone romane – brune – affascinate dalla vista delle bionde prigioniere germaniche portate come prede dalla campagna di Giulio Cesare, si affannarono alla ricerca di prodotti per schiarire i capelli. Allora il mercato offriva preparati a base di cenere di piante, grassi, mallo di noce, bacche di sambuco, aceto bruciato... Anche a Roma la pelle doveva essere bianca e tersa, senza imperfezioni né arrossamenti. Per ottenerla e impedire la formazione delle rughe, un ingrediente molto usato era il latte degli animali. Chi non ricorda i famosi bagni nel latte di asina che Poppea, la seconda moglie di Nerone, usava fare, costringendo una mandria di asine a spostarsi al suo seguito? Oltre ai bagni, con il latte si facevano creme idratanti, creme nutrienti da notte, composte da mollica di pane intrisa nel latte o composte da pomate oleose estratte dalla lana di pecora appena tosata, e quindi contenente lanolina, sostanza usata anche ai nostri giorni come emolliente. Possiamo citare, solo per curiosità, alcuni degli ingredienti particolari che Plinio ricorda nel ricettario della sua Naturalis Historia: testicoli di toro e di coccodrillo, api affogate nel miele, formiche e le loro uova pestate, grasso di cigno e di pecora, burro, midollo di cervo e di capriolo, lupini, fave, ceci... Certo, a differenza della cosmesi moderna, basata su conoscenze scientifiche avanzate, sempre più controllata e ipoallergenica, a quel tempo si correva il rischio di usare ed abusare di prodotti estremamente tossici, ma molto diffusi, come il carbonato di piombo, venduto in pasticche da sciogliere nel grasso, che serviva alle donne romane per rendere bianca la pelle del viso e delle spalle. Tra i grandi cicli della storia della cosmesi non possiamo trascurare la cultura islamica. Pensando agli harem, si ha subito l’immagine di donne bellissime, seducenti e raffinate, che conoscono i segreti della bellezza e dell’eterna giovinezza, e in effetti il grande impulso all’arte cosmetica deriva forse proprio da questi luoghi di ozio e di piacere, dove le donne erano stimolate ad essere sempre più desiderabili e piacenti per il loro signore. Inoltre, gli Arabi furono i primi ad introdurre i trattamenti di distillazione: così nelle loro ricette tradizionali troviamo per la prima volta le lozioni alcoliche, i distillati di fiori, gli estratti. Il pregio e l’importanza di questa cultura si capisce anche dal numero di parole della lingua araba che sono entrate nella terminologia cosmetica: alcali, alambicco, elisir, alcool, canfora, ecc. Tornando all’occidente, il Medioevo ci tramanda numerosi studi per la cosmesi. Tra le tante opere, la più interessante è senza dubbio il trattato di Trotula, una dottoressa della Scuola Salernitana vissuta tra l’XI e il XII secolo. Contiene consigli, ricette e indicazioni per conservare e accrescere la bellezza, e anche per guarire alcune malattie della pelle. Per Trotula i denti devono essere candidi, la carnagione rigorosamente bianca, priva di lentiggini, di rughe, di peli e soprattutto di arrossamenti (addirittura suggerisce come drastico rimedio ad una pelle arrossata l’applicazione di sanguisughe!). Una ricetta collaudata dalle donne salernitane, riportata nel trattato, sarebbe il toccasana per la pelle del viso e per le labbra screpolate, secche o ispessite: “Le donne di Salerno pongono una radice di vitalba nel miele, e poi con questo miele si ungono il viso, che assume uno splendido colore rosato”. Altre volte, per truccarsi il viso ricorrono a miele raffinato a cui aggiungono vitalba, cetriolo e un po’ di acqua di rose: “Fai bollire tutti questi ingredienti fino a consumarne la metà, e con l’unguento ottenuto ungi le labbra durante la notte, lavandole poi al mattino con acqua calda. Questo rassoda la pelle delle labbra e la rende sottile e morbidissima...”. Infine, per concludere questo veloce sguardo sulla storia della cosmesi, ci soffermiamo sul periodo rinascimentale, che tanto impulso ha dato alle scienze sperimentali. Grande protagonista della scienza rinascimentale è Caterina Sforza, cui si attribuisce l’invenzione del tonico cutaneo. Si tratta della famosa Acqua Celeste, che si ottiene dalla distillazione tre volte ripetuta di numerosi ingredienti, tra cui ricordiamo salvia, basilico, rosmarino, garofano, menta, noce moscata, sambuco, ginepro, cannella, rose bianche e rosse, incenso, anice. Il Calmo, esperto veneziano, ci parla, invece, di una maschera di bellezza a base di succo di limone e albume, che va applicata alla sera e tolta al mattino con acqua calda. È una maschera per ottenere pelle bianca e liscia, nutrendola. Per mani sempre bianche e pulite, invece, questa è la ricetta: un impasto polverizzato e poi inumidito di mollica di pane, chiare d’uovo, tartaro e pietra pomice calcinata. Certo, oggi per scegliere e comperare un prodotto di bellezza occorre molta meno creatività e fantasia di quando ciascuna donna si preparava con le sue mani i cosmetici, ma abbiamo guadagnato immensamente in sicurezza e salute. Basta entrare in una farmacia ben attrezzata e la scelta sarà ampia e guidata con competenza. Via Circumvallazione, 81 83100 - Avellino tel. 0825 35409 - fax 0825 783724 18 www.salutare.info e-mail: [email protected]