Cosmetologia - Schede 01 - emmegiclick

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REGIONE
SICILIANA
Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo
Scheda 1
NORME LEGISLATIVE RIGUARDANTI LA COSMETOLOGIA
Secondo il regolamento CE n 1223/2009, per prodotti
cosmetici si intendono “le sostanze e le preparazioni,
DIVERSE DAI MEDICINALI, destinate ad essere applicate
sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide,
sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali
esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo
scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli,
modificarne l'aspetto, correggere gli odori corporei,
proteggerli o mantenerli in buono stato”.
Il Regolamento CE n. 1223/2009 del Parlamento Europeo
sui prodotti cosmetici, sostituisce la precedente Direttiva
n. 713/86, più volte oggetto di sostanziali modificazioni.
Lo scopo principale del Regolamento è quello di
chiarificare in maniera esaustiva le regole relative ai
prodotti cosmetici all'interno della Comunità europea. Tale
strumento giuridico, applicabile a ciascuno degli Stati
membri dell'Unione Europea, fa maggiore chiarezza su
alcune figure presenti nel settore cosmetico come il
fabbricante e il distributore.
Tale Regolamento non si applica, invece, a medicinali e
dispositivi medici, per i quali è prevista una regolamentazione a sé stante. Si segnala che il Regolamento, entrato in
vigore nel gennaio 2010, ha piena applicazione a decorrere dal luglio 2013.
Allo scopo di regolare e garantire la sicurezza dei prodotti cosmetici, il Regolamento è corredato
di alcuni allegati che elencano le sostanze ammesse e vietate.
ETICHETTATURA DEI COSMETICI
IL regolamento CE 1223/2009 detta le norme per l'etichettatura dei cosmetici: prodotti per
l'igiene, tinture per capelli, creme di bellezza e dentifrici. Fra le indicazioni obbligatorie il periodo
entro il quale il prodotto deve essere utilizzato dopo l'apertura e l'elenco degli ingredienti che
potrebbero provocare allergie. L'etichetta di un prodotto cosmetico deve contenere le seguenti
informazioni:
1. nome del prodotto
2. nome o ragione sociale sede e nazionalità del produttore
3. numero e lotto di fabbricazione
4. avvertenze se imposte dagli ingredienti utilizzati
5. funzione del prodotto
6. quantità espressa in grammi o centilitri
7. la data di durata minima giorno mese ed anno se inferiore a 30 mesi oppure mese e anno se
superiore a 30 mesi
8. PaO (Period after Opening) cioè il periodo massimo durante il quale il prodotto può essere
utilizzato dopo l'apertura
9. precauzioni per l'impiego
10. elenco degli ingredienti
11. insieme dei coloranti utilizzati
Le funzioni di vigilanza e controllo sulla vendita dei cosmetici sono state delegate dalle regioni alle
Aziende Sanitarie Locali. I principali canali di distribuzione sono le farmacie, le profumerie, la
grande distribuzione, la distribuzione porta a porta, i parrucchieri e le estetiste.
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Scheda 2
DURATA DEI PRINCIPALI COSMETICI DOPO L'APERTURA
TIPOLOGIA
DURATA
COMMENTI
Crema idratante
Crema contorno occhi
Olio antirughe
4-6 mesi
Chiudere bene i vasetti per evitare l'evaporazione,
l'ossidazione e l'attacco microbico. Conservare lontano da
luce e calore. Una volta aperta la confezione va consumata.
Controllare il colore (non deve essere giallastro), l'odore (non
deve essere alterato o acidulo) e la texture, ovvero la
consistenza (non deve essere indurito).
Latte corpo
6-9 mesi
Conservare lontano da fonti di calore. Controllare il colore
Crema solare
Latte solare
Olio solare
12 mesi
Il filtro perde di efficacia
Autoabbronzante
Vedi produttore
Il DHA (Diidrossiacetone) contenuto si altera col caldo
Fondotinta crema o fluido
6-7 mesi
Rossetto
Copriocchiaie
6 mesi
Conservare al riparo da luce e calore: per l'elevata
componente grassa vanno incontro a ossidazione.
Controllare l'odore e il colore
Mascara
3 mesi
Tende a seccare
Smalto
24 mesi
Tende a seccare
Matita labbra
Matita occhi
Fino alla fine
Temperarle spesso e richiuderle sempre
Profumo
Eau de toilette
24-36 mesi
Conservare al riparo da luce, aria e calore
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Scheda 3
FUNZIONI E CARATTERISTICHE DEI COSMETICI
Le principali funzioni dei cosmetici sono tre:
• funzione igienica: le impurità dovute agli agenti
atmosferici e allo smog, unite alle sostanze prodotte
dall'organismo (sudore, micro-desquamazione cutanea, i
prodotti del processo del metabolismo) non solo
costituiscono il terreno ideale per lo sviluppo di
microrganismi patogenini, ma inibiscono anche le normali
funzioni cutanee. Tale funzione ha perciò lo scopo di
eliminare lo sporco in superficie rispettandone le
caratteristiche fisiologiche;
• funzione eutrofica (o di nutrizione): è la proprietà dei
cosmetici di agire positivamente sull'epidermide
mantenendo così i tessuti nelle migliori condizioni;
• funzione estetica: può influenzare positivamente le funzioni sensoriali di vista e olfatto e agire anche
positivamente sulla psicologia del soggetto.
Un buon cosmetico presenta le seguenti caratteristiche:
• pH fisiologico compreso tra 4,5 e 6;
• ipoallergenico, cioè con contiene sostanze che producono
allergia fra quelle conosciute;
• penetrabile;
• affinità cutanea: cioè caratteristiche simili a quelle della
pelle;
• eudermia, deve cioè favorire, e magari migliorare, le
normali funzioni della pelle.
I cosmetici possono essere anche causa di problemi quali:
• reazione tossica: generalmente causata da una sostanza contenuta nel cosmetico che produce irritazione nei
soggetti che ne fanno uso;
• intolleranza o allergia: una reazione che non dipende dal cosmetico, ma da una particolare predisposizione
dell'individuo, indipendentemente dalle dosi impiegate. In campo cosmetico, i prodotti che più spesso possono
dare questo tipo di reazioni sono le tinture per capelli, i rossetti, gli smalti per unghie e gli ombretti;
• fotosensibilizzazione: che consiste nella sensibilizzazione alla luce operata da una sostanza (cosmetico) detta
foto-sensibilizzante: è causa, ad esempio, delle macchie scure della cute dovute all'esposizione solare dopo
l'applicazione del profumo.
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Scheda 4
CHIMICA COSMETOLOGICA: LE MISCELE
Per miscela si intende una sostanza ottenuta mescolando 2 o più sostanze diverse per ottenere un composto. In base
alla natura delle sostanze utilizzate, le miscele si dividono in
due tipi:
• miscele eterogenee: sospensioni, emulsioni, schiume,
nebbie, fumi
• miscele omogenee: soluzioni vere e colloidi
MISCELE ETEROGENEE
Sono detti così i miscugli formati da sostanze che è possibile
riconoscere anche dopo il mescolamento.
1.
2.
3.
4.
5.
SOSPENSIONI: miscele di un materiale solido sospeso in
un liquido in cui non è solubile. In una sospensione le particelle solide tendono a depositarsi sul fondo a meno che
non si tratti di un liquido molto viscoso. Il fondotinta è una sospensione.
EMULSIONE: miscele di liquidi non mescolabili fra di loro. Nelle emulsioni si ha sempre un liquido acquoso e uno
oleoso. Le creme fluide, i latti, e le creme magre sono emulsioni O/A perché la parte oleosa (in minore quantità) è
dispersa nella parte acquosa (in maggiore quantità). Le creme grasse e le pomate sono, invece, emulsioni A/O
perché la parte acquosa (in minore quantità) è dispersa nella parte oleosa (in maggiore quantità)
SCHIUME: miscele costituite da gas in un liquido. Classico esempio è la schiuma da barba, dove piccolissime
bollicine d'aria sono mescolate con il liquido
NEBBIE: miscele di particelle solide o liquide disperse in un gas. Sono nebbie tutti i prodotti spray
FUMI: miscele di particelle solide disperse in un gas in seguito a combustione.
MISCELE OMOGENEE
Sono detti così i miscugli formati da sostanze che è impossibile
riconoscere dopo il mescolamento. Appartengono a questo
gruppo lo shampoo, l'acqua e sapone,e il gel per capelli.
1. SOLUZIONI VERE: il componente in maggiore quantità è
detto soluto, mentre quello in minore quantità è detto
solvente e i due componenti creano un legame complesso
fra di loro Nel campo cosmetico esistono soluzioni di gasliquido, liquido-liquido e solido-liquido. Si definisce
concentrazione il rapporto fra quantità di soluto sciolta
nel solvente. Molto spesso la concentrazione è espressa in
percento di soluto cioè la percentuale di soluto rispetto al
totale della soluzione. In una soluzione vera esiste un
limite massimo oltre il quale il soluto non si lega più al
solvente. Una soluzione si dice soluzione satura quando
aggiungendo una ulteriore quantità di soluto esso non si lega più al solvente.
2. COLLOIDI: sono caratterizzati dal fatto il soluto è finemente disperso nel solvente ma non forma legami con esso. I
colloidi si dividono in:
• colloidi liofili: il soluto è fortemente attratto dal solvente. Questi colloidi possono gelificare cioè solidificarsi
in una massa apparentemente elastica ed omogenea.
• colloidi liofobi: il soluto è scarsamente attratto dal solvente.
• collidi di associazione: il soluto tende ad aggregarsi quando aumenta la sua concentrazione formando le
micelle
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Scheda 5
CHIMICA COSMETOLOGICA: ACIDI BASI E PH
SOLUZIONE ELETTROLITICA
Qualsiasi sostanza chimica è formata da atomi a loro volta
formati da protoni (con carica positiva) ed elettroni (con carica
negativa). Se un atomo perde un elettrone diventa carico
positivamente, se, invece, acquista un elettrone diventa carico
negativamente. Gli ioni non sono altro che atomi con carica
negativa o positiva e, pertanto, esistono ioni negativi e ioni
positivi. Una soluzione acquosa contenente ioni è detta
soluzione elettrolitica. Sono elettroliti quelle sostanze che in
acqua formano facilmente ioni e cioè acidi, basi e sali solubili.
VALORE DI PH: ACIDI E BASI
+
-7
Nell'acqua pura la concentrazione di ioni H e OH è pari a 10 Moli/Litro. Una soluzione acquosa è detta acida se
+
prevale la concentrazione di H , basica se prevale la concentrazione di OH , neutra se le due concentrazioni sono in
equilibrio. Per esprimere più facilmente questa situazione si ricorre a complessi calcoli matematici (che non ci
riguardano) che portano al calcolo del PH. In definitiva sono neutre le soluzioni con PH pari a 7, sono acide le soluzioni
con PH inferiore a 7 e sono basiche le soluzioni con PH superiore a 7.
+
Vi sono sostanze, anche nel campo cosmetologico, che si comportano da acidi, cioè cedono facilmente uno ione H ad
una base che lo acquista. L'acqua si comporta da anfotero cioè da base in presenza di acido e da acido in presenza di
base. Il carattere basico o acido di una sostanza è dovuto alla sua elettronegatività tipica per ogni sostanza.
SOLUZIONI TAMPONE
Molte soluzioni acquose sono capaci di mantenere inalterato il proprio PH anche dopo l'aggiunta di acidi o basi. Tali
soluzioni si dicono soluzioni tampone.
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Scheda 6
I COSTITUENTI DEI COSMETICI (1)
I cosmetici sono costituiti essenzialmente da 3 categorie di
sostanze:
1. principio attivo: è quella parte di sostanza che svolge la
funzione per cui il prodotto viene venduto. Ad esempio per un
prodotto abbronzante il principio attivo è quella parte che
stimola l'abbronzatura.
2. eccipiente: è quella parte di prodotto che da forma allo stesso.
Può essere fatto di sostanze inerti (cioè che non svolgono
alcuna funzione cosmetica) oppure svolgere esso stesso
funzione idratante o emolliente (ammorbidimento dei tessuti)
3. additivo: sostanze aggiunte allo scopo di colorare, profumare
e favorire la conservazione del prodotto per un certo
periodo.
I principi attivi dei cosmetici, tenuto conto della direttiva CE n
1223/2009, possono avere varia natura e cioè:
• origine minerale: soprattutto sali di alluminio e
oligominerali (manganese, rame, zinco ecc.)
• origine vegetale: come olii e burri che, utilizzati spesso
come eccipienti, svolgono anche funzione attiva perché
emollienti, nutrienti, elasticizzanti o comunque in grado di
migliorare lo stato fisiologico della pelle.
• origine animale: come acido ialuronico, collagene, elastina
ecc.
• prodotti di sintesi: come i filtri anti UVA e anti UVB creati
in laboratorio e in grado di riflettere questi raggi.
Ecco alcune indicazioni per una più facile lettura delle lista
degli ingredienti dei cosmetici:
1. Tutti gli ingredienti nei cosmetici sono elencati in ordine decrescente di concentrazione. Al primo posto è
riportato l’ingrediente contenuto in percentuale più alta e di seguito gli altri, fino a quello contenuto in
percentuale più bassa. Gli ingredienti presenti a concentrazioni inferiori all’1% possono essere indicati in ordine
sparso.
2. Gli ingredienti di derivazione vegetale che non hanno subito processi chimici sono espressi tramite il loro nome
botanico latino seguito dalla parte di essi utilizzata in lingua inglese (se pertinente) e dal tipo di derivato.
3. Gli ingredienti di derivazione vegetale che hanno subito una trasformazione chimica sono indicati con il nome
della pianta o del derivato biologico seguito dal corrispondente nome chimico in lingua inglese.
4. Le fragranze sintetiche vengono generalmente espresse con la voce parfum.
5. I coloranti aggiunti vengono indicati con la sigla C.I. (colour index) seguita da un numero identificativo (tranne i
coloranti per capelli, che devono sempre essere indicati col loro nome chimico inglese).
Nel caso in cui siano presenti dei coloranti, si utilizzano le numerazioni secondo un registro di riferimento per le
sostanze coloranti conosciuto come il Colour Index International, facilmente riconoscibili da una serie di cinque cifre
precedute dalla sigla CI (CI xxxxx).
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Scheda 7
I COSTITUENTI DEI COSMETICI (2)
COSA NON DOVREBBE CONTENERE UN COSMETICO
La maggior parte delle creme in commercio contiene
Petrolatum, Vaselina, Mineral Oil, Paraffinum liquidum,
tutti ingredienti ottenuti dalla raffinazione del petrolio. La
paraffina è sempre meglio che nei nostri cosmetici non sia
presente, perché occlude i pori ostacolando la naturale
traspirazione della pelle, provocando: irritazioni, dermatiti,
acne, comedoni (punti neri) e pelle lucida.
Da scartare anche i cosmetici che contengono Sodium
Lauryl Sulphate (SLS), che è un tensioattivo schiumogeno
di origine naturale ma molto aggressivo (per intenderci
generalmente si trova nei detergenti per auto, per
pavimenti etc..). Ma è spesso utilizzato nei prodotti
cosmetici perché sgrassa energicamente, ma in realtà è
troppo forte per la nostra pelle. Dopo aver utilizzato un
cosmetico che lo contiene, la pelle “tira” perché il
mantello idro-acido-lipidico si è alterato (pH 7-8) e
l’organismo poi impiega da 4 a 12 ore per ripristinare il suo
equilibrio. Oggi molte case produttrici hanno sostituito il
Sodium Lauryl Sulphate (SLS) con il Sodium Laureth
Sulphate o Sodium Lauryl Ether Sulfate (SLES), anch’esso è un tensioattivo ma ancora peggiore, visto che deriva dal
petrolio e non è biodegradabile.
Anche gli ingredienti che finiscono per “one” sarebbe meglio che fossero assenti dal cosmetico, perché sono siliconi,
anche questi troppo occlusivi e, dopo sfregamento, la pelle diventa a squamette tipo pelle di serpente.
LAURILETERE SOLFATO (SLES)
E' un tensioattivo e detergente usato in molte tipologie di prodotti (ad esempio dentifrici, shampoo, schiuma da
barba, etc). Non è molto costoso e ha un effetto schiumogeno molto efficiente.
Il sodio lauriletere solfato, insieme con composti correlati quali il laurilsolfato di sodio, è stato al centro di una
campagna di allarme sanitario, forse dettata anche da logiche di concorrenza commerciale, volta ad associare alle
sostanze in questione diverse proprietà tossiche tra cui la possibile insorgenza del cancro in seguito all'utilizzo
quotidiano di alcuni cosmetici.
In alcune legislazioni, ad esempio nello stato USA della California, viene riconosciuto legalmente come sospetto
cancerogeno e ne viene sconsigliato l'utilizzo, nonché la rimozione come molecola contaminante. La Food and Drug
Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e
farmaceutici, raccomanda il monitoraggio di
questo contaminante nei cosmetici.
Gli studi tossicologi effettuati non hanno
evidenziato alcun particolare rischio legato
all'uso in sé del SLES e la commissione americana
di esperti in cosmetica della Cosmetic Ingredient
Review ha inserito il sodio lauriletere solfato tra
gli ingredienti sicuri.
Gli unici effetti correlati alla presenza del
composto nelle formulazioni cosmetiche sono possibili irritazioni peraltro comuni anche con altri ingredienti affini, in
quanto tensioattivi, e eventuali problemi sanitari verrebbero attribuiti esclusivamente ai possibili contaminanti il
prodotto commerciale.
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Scheda 8
AZIONI COSMETICHE DEI PRINCIPI ATTIVI
Le azioni cosmetiche delle sostanze funzionali
sono molteplici:
• abbronzante, assolta da un principio
capace di accelerare il processo di sintesi
della melanina, favorendo così una più
rapida
e
intensa
abbronzatura
dell'epidermide;
• abrasiva, svolta da una sostanza atta a
ridurre le asperità dell'epidermide,
asportando le cellule morte con un'azione
meccanica;
• acidificante, attuata da una sostanza che
mantiene o ripristina l'acidità fisiologica
cutanea, favorendo la conservazione in
condizioni ottimali del mantello idrolipidico;
• ammorbidente ed emolliente, svolte sia da sostanze idrofile che lipofile, che ha cioè affinità con i grassi della
pelle, e sebosimili, al fine di mantenere o rigenerare il mantello idrolipidico, limitando l'inaridimento e l'eccessiva
desquamazione dell'epidermide;
• anticellulite, assolta da una sostanza o da un prodotto preventivo o coadiuvante, volto a prevenire o attenuare gli
inestetismi della cellulite;
• antirughe, attuata da sostanze che mantengono l'epidermide levigata, prevenendo l'insorgere delle rughe o
attenuandole;
• antisolare e filtrante UV, svolte da sostanze che assorbono una parte delle radiazioni ultraviolette (UVA-UVB),
proteggendo dai fenomeni reattivi conseguenti a intense e prolungate esposizioni solari (eritema solare,
fotosensibilizzazione, invecchiamento cutaneo);
• antisudorale e antitraspirante, assolte da principi che, riducendo il lume (lo spazio interno) del poro sudorale,
diminuiscono localmente l'entità della sudorazione;
• autoabbronzante, attuata da sostanze che reagiscono chimicamente con la roteina della cheratina, il principale
costituente dello strato corneo dell'epidermide, delle unghie e dei capelli, formando un complesso colorato che
dona abbronzatura anche senza esposizione solare; addolcente e lenitiva, operata da sostanze che attenuano le
irritazioni di varia natura;
• deodorante, svolta da sostanze che prevengono o inibiscono la degradazione delle secrezioni (sebacee) e
sudorali, impedendo la formazione di odori sgradevoli;
• depilante, attuata da sostanze che degradano i peli superflui;
• filmogena, svolta da sostanze che creano sulla superficie della cute una pellicola superficiale, a scopo protettivo;
• idratante, assolta da sostanze che apportano allo strato corneo quei principi naturali presenti nel Fattore
Naturale d'Idratazione (Natural Moisturizing Factor o NMF), favorendo il mantenimento del tasso ottimale di
umidità delle cellule epidermiche;
• protettiva, messa in atto da sostanze che proteggono l'epidermide e i suoi annessi contro danni determinati da
fattori ambientali;
• schiarente, operata da sostanze che conferiscono un aspetto più chiaro ai capelli o che migliorano l'effetto delle
macchie scure sulla pelle;
• seboregolatrice, azione svolta da sostanze destinate a normalizzare l'eccessiva secrezione sebacea o l'anormale
composizione del sebo;
• stimolante, azione svolta da sostanze che tonificano e migliorano l'irrorazione del microcircolo sottoepidermico,
in modo da risolvere gli inestetismi dovuti a una pelle atonica, devitalizzata e stanca;
• tonificante, assolta da principi che conferiscono tono. compattezza e freschezza all'epidermide.
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Scheda 9
FITOCOSMESI
Vengono definiti fitocosmetici i prodotti ottenuti con l'utilizzo di
sostanze estratte dalle piante. La fitocosmesi si avvale oggi dei
seguenti derivati:
• estratti, sostanze ottenute dall'evaporazione parziale o totale di
soluzioni contenenti le parti della pianta, fresche o secche.
L'evaporazione si esegue con solventi idonei ad asportare i
principi attivi. A seconda della consistenza si possono ricavare
estratti fluidi secchi o molli;
• oli essenziali o essenze, sostanze ottenute tramite distillazione in
corrente di vapore o dalla spremitura della pianta. Sono costituiti
da miscele complesse di sostanze organiche volatili e possiedono
svariate funzioni;
• acque distillate, ottenute distillando foglie e fiori di varie specie di
piante;
• catrami, ricavati per distillazione a secco del legno di diverse
specie di piante;
• grassi, che possono essere fluidi, pastosi e solidi.
Vengono utilizzati sia come eccipienti atti a veicolare sostanze
funzionali liposolubili, sia come principi attivi nel caso ad esempio
delle carenze lipidiche cutanee.
I principi attivi di origine vegetale vengono così classificati:
• saponine, sostanze diffuse nel regno vegetale che, sciolte in
acqua, generano della schiuma. Chimicamente sono dei glucosidi.
Le saponine svolgono attività irritante sulle mucose e hanno una
caratteristica azione di lisi, cioè di fusione o distruzione, sui globuli
rossi;
• tannini, composti vegetali di sapore astringente, che reagiscono con le saponine rendendole solubili. Sono anche
usati per la concia delle pelli;
• azuleni, composti di colorazione blu con azione lenitiva, presenti principalmente nella camomilla;
• fitormoni, ormoni di origine vegetale, estratti dai germi di piante come il ginseng, il luppolo e la salvia, che
contengono fitoestrogeni, efficaci nel trattamento delle pelli impure e seborroiche;
• flavonoidi, composti che comprendono i "flavoni" e gli "antociani" e che contribuiscono alla colorazione dei fiori e
dei frutti;
• frazioni insaponificabili, parti del grasso vegetale non saponificabile che contengono svariate sostanze, alcune
delle quali non ancora riconosciute, e che hanno azione emolliente e protettiva;
mucillagini, sostanze di natura polisaccaridica, cioè composte da aggregati molecolari di carboidrati, che assorbono e
trattengono l'acqua e hanno azione emolliente.
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Scheda 10
PROPRIETA' DEI FITOCOSMETICI
I fitocosmetici hanno loro caratteristiche funzionali e svolgono quindi
diverse attività specifiche:
• astringente, azione propria di sostanze capaci di restringere
temporaneamente le dimensioni dei pori e dei follicoli cutanei. È
caratteristica di piante ricche di tannini e di saponine quali
hamamelis, ruscus e betulla;
• lenitiva, azione calmante e addolcente che consiste nella capacità
di alleviare uno stato infiammatorio cutaneo, caratteristica di
vegetali ricchi di azuleni, flavonoidi, mucillagini. Ne sono un
esempio camomilla, calendula, fiori di arancio, aloe;
• dermopurificante, funzione strettamente collegata alla presenza
di polifenoli rintracciabili in diverse piante come limone, bergamotto, arancio, lavanda, rosmarino, salvia. È
un'azione utile soprattutto nel caso di cute impura e comedonica, cioè interessata da un accumulo di cheratina e
lipidi (punti neri);
• tonico-stimolante, azione specifica di piante contenenti oli essenziali e fitosteroli, come arnica, iperico,
echinacea, rosmarino, salvia e melissa;
• pigmentante e abbronzante, azione dovuta alla reazione delle
sostanze con le proteine dello strato corneo, dalla quale
scaturiscono dei complessi colorati. Ne sono un esempio gli
estratti contenenti naftochinoni, come quello presente nella noce
(juglone), e l'estratto di henné. L'estratto di bergamotto possiede
invece proprietà abbronzanti dovute a sostanze dette
furocumarine, che possono però causare fotosensibilizzazione;
• protettiva solare, azione volta a calmare le irritazioni e ad
ammorbidire la cute esposta ai raggi solari. Tra questi derivati ci
sono diversi oli (di oliva, di avocado, di sesamo), gli estratti di
aloe, di cascara e di frangula;
• rinfrescante, funzione volta a procurare sollievo. La caratteristica di
piante contenenti oli essenziali come menta, melissa, tiglio,
biancospino e arancio amaro;
• antirughe ed elasticizzante, azione svolta da estratti contenenti
fitormoni e saponine, come quelli di ginseng e luppolo, che possono
essere utili per attenuare le rughe e rendere la pelle più elastica e
levigata;
• epitelizzante-cheratoplastica,
azione
che
favorisce
la
cheratinizzazione. L una caratteristica propria di piante contenenti
allantoina, flavonoidi, acidi triterpenici, come centella asiatica,
liquerizia ed echinacea;
• antiarrossamento, funzione che dipende dalle saponine triterpeniche
e steroidiche e che viene svolta dalle ruscogenine presenti nel rusco e dagli antocianosidi del mirtillo;
• schiarente, attività riscontrata nell'achillea millefoglie, nel cetriolo e nel limone;
• anticellulite, azione che si può collegare alla possibilità di ridurre uno stato edematoso. E' una capacità propria
delle saponine presenti nell'edera e nell'ippocastano, ai quali si può associare l'azione liporiducente della caffeina;
• tricostimolante (termine che potrebbe essere definito improprio in quanto in natura non esistono sostanze in
grado di stimolare la crescita dei capelli), funzione assolta da alcune sostanze con effetti eutrofici, quali la
camomilla, l'edera e l'ortica: quest'ultima, essendo molto ricca di minerali e vitamine, viene considerata
mineralizzante e tonica; nutre il bulbo rendendo più forte il capello e per i suoi aminoacidi è utile ai capelli secchi.
Modulo didattico: Cosmetologia
Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org
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