ordo militaris et hospitalaris sancti lazari hierosolymitani

 ORDO MILITARIS ET HOSPITALARIS SANCTI LAZARI HIEROSOLYMITANI SUB ALTO PATROCINIO DOMUS REGIÆ FRANCIÆ MAGNUS L MAGISTER, citra et ultra maria, PRÆCEPTOR BOIGNACI JAN COMES DOBRZENSKY Z DOBRZENICZ
EMINENTISSIMUS DOMINICE CARDINALIS DUKA O.P., CAPELLANUS GENERALI ORDINE MILITARE ED OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
« GRAN PRIORATO D’ITALIA »
Dr. Elio Satti, SBLJ, -­‐ Capitolare del Gran Priorato d’Italia 1 COMPENDIUM HISTORIAE ORDINIS MILITARIS ET HOSPITALARIS SANCTI LAZARI HIEROSOLYMITANI 2 Fondazione dell’Ordine di San Lazzaro (1130/1140) Contesto storico Evento dell’Ordine Note I cristiani avevano perduto il controllo di Gerusalemme nel 638 quando la città cadde in mano islamica. La prima crociata, bandita da papa Urbano II nel 1095 non fu pensata solo per coadiuvare i bizantini contro la minaccia turca ma intendeva penetrare in profondità nel territorio sotto il controllo turco e recuperare la città santa di Gerusalemme di enorme importanza per la religione cristiana, essendo il luogo della crocifissione e resurrezione di Cristo. La prima crociata ebbe successo e fu istituito il Regno di Gerusalemme che, tra alterne vicende, cadde definitivamente nel 1291. L’Ordine di San Lazzaro fu fondato tra il 1130 e il 1140 (1) fuori dalle mura di Gerusalemme e vantava la notevole peculiarità di una vocazione al sostegno dei lebbrosi . Esso divenne il supporto dei re di Gerusalemme che si alternarono dopo la prima crociata e dei nobili del Levante, crescendo fino a diventare una vasta istituzione che forniva cure ai malati di lebbra e che ammetteva lebbrosi e persone sane fra i propri ranghi. L’ordine fondò una serie di commende in Occidente e, dopo la caduta di Gerusalemme, conquistata da Saladino nel 1187, spostò la propria base di operazioni ad Acri, nuova capitale del Regno di Gerusalemme. Non è del tutto chiaro quando l’Ordine abbia assunto per la prima volta connotati militari ma i cavalieri di San Lazzaro parteciparono ad alcune grandi battaglie tra cui La Forbie (1244) e Mansura (1250) nelle quali subirono perdite ingenti (2). L’Ordine di San Lazzaro non è un ordine di collazione pontificia (3) né ha una fons honorem. Nella sua storia avrà protettori spirituali e secolari. (1) Nicholas Morton, Gli ordini religiosi militari, Il Mulino, Bologna, 2014, pag. 156. (2) idem, pag. 157 (3) I. Gobry, Cavalieri e Pellegrini, Ordini monastici e canonici regolari nel XII secolo, Città Nuova Ed. Roma, 2000, pag 243. 3 14 gennaio 1234 Il favore di Papa Gregorio IX nei confronti dell’Ordine Contesto storico Evento dell’Ordine Il contesto storico è quello del Regno di Alcuni studiosi (4) citino una bolla papale del 1227, Gerusalemme con capitale Acri. emessa da papa Gregorio IX e relativa al definitivo riconoscimento dell’Ordine. E’ certo che lo stesso papa, il 14 gennaio 1234, emette una bolla, Universos fideles monet , rivolta alla Chiesa Universale, affinché si adopri per sostenere gli ingenti debiti accumulati dall’Ordine di San Lazzaro nella sua opera a favore della Terra Santa (5). I benefattori avrebbero lucrato una indulgenza di venti giorni. Il testo della bolla Universus fideles monet : Note (4) Charles Savona-­‐Ventura, Michael W. Ross, The Heraldry and Development of the Order of Saint Lazarus of Jerusalem, The Journal of the Heraldry Society of Scotland, n. 36, 2013. (5) Lucien Auvray, Les registres de Gregoire IX, Albert Fontemoing Editeur, Paris, 1896, Tome I, pag. 942. Universis Christi fidelibus ad quos littere iste pervenerint. Etsi universis indigentibus Universos fideles monet et bortatur ut, cum fratres domus leprosorum Sancti Lazari Hierosolymitani gravarentur tot debitis, pro Terrae Sanctae subsidio contractis, quod, venditis jam quibusdam possessionibus quas habebant, reliquas in magna parte vendere compellerentur, ad solutionem debitorum ipsorum et praedictorum fratrum sustentationem, ipsis vel ipsorum nuntiis, cum ad eos accesserint, elemosynas petituri, de bonis suis subsidia erogent; noverint se ipsum omnibus manus caritatis illis porrigentibus viginti dies de injuncta sibi paenitentia relaxare. 4 11 aprile 1255 La Regola di Sant’Agostino Contesto storico Il contesto storico è ancora quello del Regno di Gerusalemme con capitale Acri. Evento dell’Ordine Note La bolla Cum a nobis petitur (6) del 1255, emessa da papa Alessandro IV, sotto riportata, testimonia l’esistenza dell’Ordine al quale viene riconfermata la regola di Sant’ Agostino. Secondo alcuni testi la primitiva regola dei cavalieri di San Lazzaro era quella di San Basilio (7). Il testo della bolla Cum a nobis petitur: (6) L. Tomassetti et Collegii adlecti Tomae virorum s. theologiae et ss. Canonum pertitorum, Bullarium Romanum (Tomi XXIV), Augustae Taurinorum: Seb. Franco, H. Fory et Henrico Dalmazzo editoribus (poi) A. Vecco et sociis, 1857-­‐1872, Tomo III, pag. 602. (7) Gautier de Sibert, Histoire des Ordres Royaux, Hospitaliers-­‐Militaires de Notre Dame du Mont Carmel et de Saint Lazar de Jerusalem, Imprimerie royale, Parigi, 1772, pag. 28. Confirmatio regulae S. Augustini pro ordine fratrum et militum hospitalis leprosorum Sancti Lazari Hierosolymitani. Alexander episcupus servo servorum Dei, magistro et fratibus hospitalis leprosorum S. Lazari Hierosolymitani ordinis sancti Augustini, salutem et apostolica, benedictionem. Cum a nobis petitur, quod iustum est et honestum, tam vigor aequitatis, quam ordo exigit rationis ut id per sollicitudinem officii nostri ad debitum perducatur effectum. Ea propter, dilecti in domino filii, vestris iustis postulationibus grato concurrentes assensu, regulam beati Augustini, quam vos asseritis esse professos, sicut eam hactenus servastis, vobis auctoritate postolica confirmamus, et presentis scriptis privilegio communimus, eadem auctoritate nihilominus statuentes, ut regola ipsa a vobis et successoribusvestris perpetuis futuria temporibus observatur. Nulli ecc. Datum Neapoli undecimo aprilis anno primo. Dat die 11 aprilis 1255, pontif. Anno primo 5 1 novembre 1262 Giurisdizione spirituale e temporale del Patriarcato di Gerusalemme Contesto storico Evento dell’Ordine Note Subito dopo la conclusione della prima crociata fu avviata la riorganizzazione ecclesiastica del Patriarcato già greco di Gerusalemme (eretto nel 451 dal Concilio di Calcedonia) secondo gli orientamenti della Chiesa romana. La fine del patriarcato latino di Gerusalemme coincise con la caduta di Acri. I Patriarchi si stabilirono nel Regno di Cipro. Perduta l’egemonia sulla Terra Santa i cattolici vi fecero cautamente ritorno nel secondo decennio del XIV secolo tramite uno sparuto numero di frati minori. L’ attività missionaria dei francescani suscitò la reazione del primo patriarca della Chiesa greco-­‐cattolica, Cirillo Tanas (1724-­‐1759). Papa Benedetto XIV (1740-­‐1758) rispose favorevolmente alle istanze del patriarca melchita e nel 1743 il pontefice diede istruzione di ristabilire il rito bizantino in tutta la sua purezza nella Chiesa greco-­‐cattolica e precisò che i missionari latini avevano un mero ruolo di sostegno ausiliario (“in auddiuvamen orientalium”). Nel 1847 fu ristabilito il Patriarcato Latino. (8) Papa Urbano IV (Jacques Pantaléon) che prima di diventare papa era stato nominato da papa Alessandro IV Patriarca di Gerusalemme (rimarrà in tale carica dal 1255 al 1261) viene eletto al soglio pontificio il 29 agosto 1261 (9). Il 1 novembre 1262 Urbano IV emette la bolla Circa prelaturam Jerosolymitanorum che affida l’Ordine di San Lazzaro che, in quel momento, aveva sede ad Acri (Acco) alla esclusiva protezione e autorità del Patriarcato di Gerusalemme (10). Il testo della bolla: (8) Paolo Pieraccini, La comunità cattolica di Terrasanta dalle Crociate al crollo dell’Impero Ottomano (1099 – 1917), Custodia Terrae Sanctae, Franciscan Printing Press Gerusalemme, 2005. (9) AA:VV, Biografia Universale antica e Moderna, Ed. Battista Missiaglia, Venezia, 1830, pagg. 280-­‐281. (10) J. Guiraud, Les Registres d’Urbain IV (1261 – 1264), Albert Fontemoing Editeur, Paris, 1901, vol. 2, pag. 60. Circa prelaturam Jerosolymitanorum priori et fratibus hospitalis s. Lazari Acconensis Hospitale s. Lazari Acconense ab omni jurisdictione et dominio archiepiscoporum et episcoporum omnium, et specialiter episcopi Acconensis eximit, statuens ut hospitale et membra istius in spiritualibus et temporalibus soli Jerosolymitanae ecclesiae sint subjecta. 6 1308 La protezione della Casa Reale di Francia Contesto storico Evento dell’ordine Note Il Medioevo era stato strutturato intorno ai poteri dell’Impero e del Papato. Questi, però, agli inizi del Trecento entrarono in una profonda crisi: l’ideale dell’ unità della cristianità cedeva il passo alla realtà pluralistica dei regni e delle nazioni. Nel 1296, la necessità di accrescere le entrate finanziarie della corona spinse il re di Francia Filippo IV il Bello ad imporre il pagamento delle tasse al clero francese senza il consenso di papa Bonifacio VIII. Filippo IV fu il primo sovrano a rifiutare ogni subordinazione all’autorità pontificia. Il papa nel 1302 scomunicò la Nazione francese e una intesa fu resa possibile nel 1305 con l’elezione di un papa francese, Clemente V. In questo periodo, dal 1304 al 1377 il papa risiedeva ad Avignone “controllato” da Filippo IV e dagli Angioini proprietari di Avignone. Già al suo rientro in patria, dopo la rovinosa seconda crociata, fallita sotto le mura di Damasco nel 1148, Luigi VII re di Francia aveva portato con sé alcuni cavalieri di San Lazzaro. Ad essi aveva destinato il castello di Boigny e affidato loro il compito di gestire alcuni lebbrosari. Dopo la caduta del Regno di Gerusalemme, nel 1291, ad essi si unirono altri cavalieri lazzariti dopo aver abbandonato Acri. Nel 1308 il re Filippo IV il Bello accordò la protezione della Casa Reale Francese all’Ordine e nel 1317 il re Filippo V il Lungo mantenne l’Ordine nei privilegi concessi incaricandoli anche dell’amministrazione della bassa e alta giustizia nel territorio di Boigny (11). Altri cavalieri di San Lazzaro fuoriusciti da Acri trovarono riparo nel Regno di Sicilia dove avevano alcune proprietà concesse loro da Federico II della casa regnante degli Hohenstauffen (12). Il loro quartier generale fu stabilito nella Prioria di Capua istituita intorno al 1211 (13). (11) Code des ordres de chevalerie du Royame, dédié au Roi, Imp. J. Gratiot, Parigi, 1819, pagg. 368 – 369. (12) Max J. Ellul, The Sword and the Green Cross, The saga of the knights os saint Lazarus from the Crusades to the 21st century, AuthorHouse, Bloomington, IN (USA), 2011, pag 178 – 179. (13) Jean_Luc Alias, L’Ordre Hospitalier et Militaire de Saint-­‐Lazare de Jerusalem, La chevalerie au service des lépreux, Mèdiéviste Magazine, 2004, pagg. 15 – 19. 7 9 febbraio 1458 5 aprile 1489 Il tentativo di due papi di sopprimere l’Ordine Contesto storico Evento dell’Ordine Note Nel 1307 i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni (oggi di Malta) sbarcano a Rodi. Nel 1310 vi trasferiscono la loro sede. Da quel momento la difesa del mondo cristiano richiese una forza navale e l’Ordine costruì una potente flotta con cui solcare i mari orientali, impegnandosi in numerose e celebri battaglie. L’indipendenza dell’Ordine dagli altri Stati, in virtù di atti pontifici, con il diritto universalmente riconosciuto di mantenere ed impegnare forze armate e di nominare ambasciatori, costituì la base della sua sovranità internazionale. Dopo la caduta di Costantinopoli conquistata dai Turchi Ottomani il 29 maggio 1453, Rodi rimase l’ultimo baluardo contro gli “infedeli”. I cavalieri di San Giovanni abbandonano Rodi nel 1523 sconfitti da Solimano il Magnifico Un precedente: Con bolla del 19 febbraio 1458 Verum semper et solidam il papa Pio II decretava la soppressione degli ordini di San Lazzaro, del Santo Sepolcro e di altri ordini minori a favore di un suo ordine appena costituito. Con Bolla del 5 Aprile 1489 Cum solerti meditatione, il Papa Innocenzo VIII (1484-­‐1492) decideva di sopprimere gli Ordini di San Lazzaro, del Santo Sepolcro di Gerusalemme e della Casa di Dio di Monte Morillon incorporandoli ed unendoli all’Ordine di San Giovanni come remunerazione per i servizi resi dal medesimo ordine. La Bolla loda la tenacia dei cavalieri di San Giovanni sia per la loro strenua difesa dell’isola di Rodi che per aver costretto il sultano Bayezid II a pagare il mantenimento del fratello Zizim in cambio della sua custodia. (14) . (14) Sebastiano Pauli, Codice del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano, Salvatore e Giandomenico Marescandoli imp., Lucca, 1737, pag. 160. (Alla morte del loro padre i due fratelli musulmani entrarono in conflitto per la successione
ed ebbe la meglio Bayezid. Zizim fuggi a Rodi ed i cavalieri di San Giovanni,
accordandosi con il sultano, lo tennero in ostaggio impedendogli di riprendere la guerra
contro il fratello. Molte potenze europee videro in Zizim uno strumento utile per mettere
nei guai il sultano ed il papa Innocenzo VIII pensò di utilizzarlo per una nuova crociata
accordandosi con i cavalieri di San Giovanni per un suo trasferimento in Vaticano. La
crociata fu rigettata dai re cristiani. L’ostaggio fu, comunque, molto utile, poiché quando
Bayezid II minacciò di attaccare le potenze cristiane il papa minacciò di liberare il fratello).
passato in quell'epoca a Rodi. 8 I vari tentativi papali, mai riusciti, di soppressione dell’Ordine Contesto storico Evento dell’Ordine Note Il gallicanesimo è un insieme di tendenze dottrinali e di atteggiamenti politici, propri della Francia durante la monarchia, relativi sia all’estensione in Francia dell’autorità del capo supremo della Chiesa cattolica, sia alle relazioni di questa con l’autorità politica francese. Sebbene già sotto i Carolingi si osservi una tendenza all’indipendenza della Chiesa di Francia, il gallicanesimo vero e proprio cominciò a delinearsi sotto Filippo IV il Bello e si svolse sotto i papi d’Avignone e durante lo scisma d’Occidente. Il concilio di Parigi (1398) parlò delle ‘libertà’ (nel significato medievale di immunità e privilegio) della Chiesa gallicana. Tali concetti trovano la loro espressione concreta nella Prammatica sanzione di Bourges (1438), la quale non solo afferma la superiorità del concilio sul papa (riaffermata poi nel Conciliabolo di Pisa, 1512), ma che il potere del pontefice romano sulla Chiesa di Francia è limitato sia dai canoni antichi, sia dall’autorità del sovrano. Con il concordato di Bologna (1516), Leone X ottenne che Francesco I abolisse la Prammatica, ma dovette cedere su molti punti. Anche nel Concilio di Trento i teologi francesi difesero strenuamente l’autorità regia, mentre, durante le guerre di religione, ‘politici’ e giuristi cercarono di mantenere intatte, pur nell’accettazione della teologia cattolica riguardo a certi problemi, le prerogative regie. Il tentativo di Pio II non riuscì considerato che trenta (15) Gautier de Sibert, op. cit, pagg. 253 anni dopo ci riprovò Innocenzo VIII. -­‐ 263 La bolla di Innocenzo VIII fu ignorata sia in Italia (Capua) che in Francia (Boigny) perché ritenuta irregolare e non conforme al Concilio di Costanza. Il papa Giulio II, su sollecitazione dei cavalieri di San Giovanni, emise, nel 1505 un’altra bolla di conferma di quella di Innocenzo VIII anch’ essa universalmente ignorata poiché confermava una bolla illegittima. In Italia Carlo V, in quel momento re di Spagna col nome di Carlo I, chiede al papa Leone X di ripristinare l’autorità dell’Ordine di San Lazzaro sugli ospedali e proprietà che gli appartenevano nel Regno di Napoli e in Sicilia prima della bolla di Innocenzo VIII. Il papa accondiscese il 12 maggio 1517 riconoscendo l’ordine di San Lazzaro nonostante le due bolle di soppressione. Per la Francia Leone X sottoscrisse con Francesco I, il 18 agosto 1516, il Concordato di Bologna per il quale era abolita la Prammatica Sanzione ma posto il clero francese in più stretta dipendenza dal re. Il Gran Magistero dell’ ordine di San Lazzaro con il Concordato, fu considerata come prelatura e seguì quanto stabilito nell’accordo: il re nominava il vescovo (o il Gran Maestro), il Papa emetteva la bolla di convalida(15). 9 4 maggio 1565 Pio IV riconferma l’esistenza dell’Ordine Contesto storico Evento dell’Ordine La convocazione del Concilio di Trento, fortemente voluta dall'imperatore al fine di cercare un accordo con i protestanti, era avversata dalla Santa Sede che temeva di non potervi esercitare il proprio diretto controllo. L'assemblea fu convocata la prima volta nel 1537 a Mantova e una seconda volta a Trento nel 1542, dove i padri conciliari riuscirono finalmente a riunirsi solo nel dicembre 1545. I contrasti tra il papa e l'imperatore bloccarono i lavori dell'assemblea, che fu spostata da Trento a Bologna nel 1547 per volere di Paolo III e infine sospesa nel 1549 in seguito alle proteste imperiali. Nel 1551 il Concilio fu riconvocato a Trento da Giulio III, ma l'anno dopo fu nuovamente interrotto a causa di altre guerre. Durante il pontificato di Paolo IV Carafa (1555-­‐59) esso subì una battuta d'arresto e si assistette a una svolta autoritaria della Chiesa di Roma. Il Concilio concluse i lavori solo nel 1562-­‐63 con l'elezione al soglio pontificio di Pio IV (1559-­‐65). Nel corso di queste sessioni vi fu sempre una preminenza di vescovi italiani su quelli spagnoli, imperiali e francesi, i quali ultimi parteciparono solo all'ultima convocazione. Il papa Pio IV con la bolla Inter assidua (16) del 4 maggio 1565 riaffermò l’esistenza dell’Ordine di San Lazzaro. La lunghissima bolla, composta da 180 paragrafi, confermava le grazie e i privilegi conferiti all’Ordine dai numerosi papi elencati nella bolla e prevedeva che venisse ripristinato l’Ordine contro ogni “…suppressione et extintione, appropriationes, uniones, annexiones, incorporationes et alias contraria dispositiones…” voluta da papa Innocenzo VIII e, prima di lui, da Pio II. La bolla stessa, però, aprì un conflitto con Boigny e la Francia. La bolla di papa Pio IV prevedeva la nomina di un suo parente, Giannotto Castiglioni come Gran Maestro e questo in contraddizione con il Concordato di Bologna e con una sua precedente bolla del 10 giugno 1564 nella quale assentiva alla nomina del Gran Maestro dell’Ordine Michel de Sèvre proposto dal re di Francia. Giannotto Castiglioni non venne mai riconosciuto come Gran Maestro in Francia e sovrintese alla prioria di Capua (17). Note (16) L. Tomassetti et alter, op. cit, Tomo VII, pagg. 336 – 369. (17) Gautier de Sibert, op. cit, pagg. 290 – 298. 10 7 febbraio 1567 7 settembre 1568 Pio V “riforma” l’Ordine di San Lazzaro Contesto storico Evento dell’Ordine Note La Riforma (Controriforma) introdotta dal concilio di Trento rappresentò un cambiamento radicale per l’organizzazione della Chiesa Cattolica in tutti i settori teologici e organizzativi. Molti decreti conciliari richiamano la povertà evangelica della chiesa delle origini: “.. E tuttavia, poiché in questo tempo si trovano molti (cosa davvero dolorosa) che, immemori anche della propria salvezza, anteponendo le cose terrene alle celesti e le umane alle divine, se ne vanno in giro per le corti, o (abbandonato il gregge e trascurata la custodia delle pecore loro affidate) sono immersi nella cura degli interessi temporali: è sembrato bene al sacrosanto Concilio rinnovare gli antichi canoni…”.”...Chiunque, in futuro, credesse di poter ricevere e ritenere nello stesso tempo piú benefici...sia per mezzo di una unione a vita, sia in commenda perpetua, o con qualsiasi altra denominazione o titolo sia privato, in conformità di quanto prescrive la stessa costituzione ed in forza del presente canone degli stessi benefici...”. “...Sull’esempio, quindi, di quanto prescrissero i nostri padri al Concilio di Cartagine, non solo comanda che i vescovi si contentino di una modesta suppellettile, di una sobria mensa e di un vitto frugale... In modo particolare, poi, proibisce loro assolutamente di cercare di favorire esageratamente i loro parenti e familiari con i redditi della Chiesa... Se poi fossero poveri, li diano loro come poveri, ma non li sottraggano e non li dissipino per essi...” (18) La bolla di Pio V del 7 febbraio 1567 Sicut bonus Agricola (19), anche alla luce delle determinazioni del concilio tridentino, moderava, riduceva e limitava alcuni privilegi concessi all’Ordine dalla bolla di Pio IV . Stabiliva che ciò che era stato stabilito dalla bolla Inter assidua dovesse sottostare alle modifiche, restrizioni e limitazioni che la nuova bolla Sicut bonus agricola stabiliva. La bolla di Pio V è indirizzata a Giannotto Castiglioni e non a Michel de Sèvre ma questo non significava che Boigny fosse esanerata dalle restrizioni come sarà confermato da una sua bolla successiva, sotto richiamata, e da due ulteriori bolle del Cardinale legato Louis de Vendome ( la cui bolla è datata 1668) e di Clemente XIV (la cui bolla è datata 1772) e di cui avremo modo di parlare in altre schede. Con successiva bolla del 7 settembre 1568 Socrosanctum Ecclesiae (20) Pio V vietò a diversi ordini militari, tra cui all’Ordine di San Lazzaro, di unire e incorporare benefici ecclesiastici di qualunque genere e con qualunque pretesto e, inoltre, che questi benefici non portassero all’erezione e all’istituzione (o trasformazione) di priorati, precettorie e beneficia hospitalia facenti capo ai medesimi ordini militari citati (18) I decreti del Concilio di Trento, testo divulgativo con annotazione delle fonti, www.documentacatholicaomnia, Roma, 2005. (19) L. Cherubini, Magnum Bullarium Romanum, a Pio Quarto usque ad Innocentium IX, Imp. P. Borde e G e P. Arnaud, Lione, 1642, Tomo II, pagg. 204 – 212. (20) idem, Tomo II, pagg. 268 – 270. 11 13 novembre 1572 L’unione all’Ordine di San Maurizio Contesto storico Evento dell’Ordine Note Inizialmente la Riforma protestante non ebbe molto seguito in Francia. I ceti dominanti non avevano infatti alcun interesse alla Riforma e la Chiesa francese, fin dal secolo precedente aveva affermato le Libertà Gallicane, accettando di fatto l'ingerenza del re nelle sue questioni interne: era il monarca che nominava i vescovi, ed era vietato inviare tributi al Papa. Lo scoppio della guerra civile avvenne in occasione della prematura morte del re Enrico II. Suo successore fu Francesco II che morì nel 1560, dopo appena due anni di regno; fu quindi la volta di Carlo IX, che all'epoca aveva solo dieci anni e che regnò sotto la tutela della madre, Caterina dei Medici. Fu proprio durante questo periodo che si crearono in Francia due vasti schieramenti: quello cattolico, sotto la guida dei duchi di Guisa, potente famiglia nobiliare della Lorena, e la fazione Ugonotta, posta sotto la guida della Casa di Borbone, e detentrice della corona di Navarra, uno stato vassallo della Francia. Nel marzo del 1562, le truppe del duca di Guisa sorpresero la piccola comunità ugonotta di Vassy riunita durante il servizio di culto e la sterminò: questo massacro segnò l'inizio della guerra civile che, in tre riprese successive durò ben dieci anni.. Oltre 2000 persone trovarono la morte in quella che passò alla storia come la "Notte di San Bartolomeo": era il 24 agosto del 1572. Il 13 novembre 1572 il papa Gregorio XIII emise la bolla Pro commissa nobis (21) che prevedeva l’unione all’ordine di San Maurizio, il cui gran magistero apparteneva alla casa Savoia, dell’Ordine di San Lazzaro. La bolla papale venne emessa un anno dopo la battaglia di Lepanto ( 1571) e probabilmente rappresenta un segno dell’ostilità papale verso la Francia, alleata degli ottomani, che aveva rifiutato di partecipare alla Lega Santa. Ma determinante fu il fatto che fin dall'anno 1571 Giannotto Castiglioni, Gran Maestro dell'ordine di San Lazzaro (Capua) , avendo spontaneamente rinunciato alla carica a favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia, questi aveva aperte trattative col pontefice per ottenere la riunione dell'ordine di San Lazzaro, con quello già confermato di San Maurizio, ciò che in fine poté ottenere In Francia la bolla trovò forti resistenze anche se Carlo IX accordò con un proprio brevetto del 15 gennaio 1574 il godimento dei beni dell’Ordine di San Lazzaro ai Savoia e lo stesso fece Enrico III, suo successore, il 30 marzo 1575 salvo poi dichiararlo nullo in un secondo momento. I brevetti non ebbero efficacia in quanto non accompagnati da lettere patenti (le lettere patenti erano provvedimenti aventi forza di legge emanati da un sovrano, n.d.r.). Inoltre il capitolo dell’Ordine del 1578 rigettò la bolla di Gregorio XIII per innumerevoli vizi di forma e di sostanza (22) . (21) L. Tomassetti et alter, op. cit, Tomo VIII, pagg. 21 -­‐ 24. (22) Gautier de Sibert, op. cit, pagg. 322 – 325. . 12 14 marzo 1607/ 16 febbraio 1608 Istituzione dell’Ordine di Notre Dame du Mont-­‐Carmel Contesto storico Evento dell’Ordine Note Enrico III, fratello di Carlo IX, tentò di porre fine alla guerra intestina che stava distruggendo la Francia, cercando un accordo diretto con Enrico di Navarra. Questo atto fu per lui fatale: Enrico III, re di Francia cadde infatti assassinato da un fanatico cattolico nel 1589; secondo il regicida, il sovrano avrebbe tradito la religione. Allo scoppio di sommosse agrarie e urbane i due contendenti anzichè continuare nella lotta fra loro, unirono le proprie forze per reprimere i movimenti agrari e urbani. Per mezzo di trattative segrete, venne raggiunto un compromesso: Carlo di Guisa diede il suo assenso all'incoronazione di Enrico di Navarra a re di Francia,e questi, in segno di pacificazione, lasciò la religione Calvinista e ritornò al cattolicesimo; da questa sua decisione rimase la famosa frase " Parigi val bene una messa", che il sovrano addusse come giustificazione della sua scelta. Enrico di Navarra venne incoronato a Parigi nel 1594, con il nome di Enrico IV, primo re di Francia della nuova dinastia dei Borbone. La guerra civile ebbe termine definitivamente nel 1598 con la promulgazione dell'"Editto di Nantes" L’attenzione della Santa Sede nei confronti dell’Ordine di San Lazzaro si era sempre dimostrata ambigua anche per la divisione di fatto dell’Ordine stesso in due rami: Capua e Boigny, quest’ultimo sotto la protezione dei re di Francia. Proprio questa Libertà Gallicana non era mai piaciuta alla Sede Apostolica ma la stessa Sede apostolica aveva sempre rispettato le decisioni “francesi” anche quando contrastavano con i suoi propri atti. Enrico IV volle mettere termine a queste ambiguità con la creazione di un nuovo Ordine Militare al quale unire, successivamente, il Gran Magistero dell’Ordine di San Lazzaro. Avrebbe, così, successivamente, avuto modo di costringere la Sede Apostolica a riferirsi ad un organismo, unitario nella sua dualità (solo il Gran Maestro sarebbe stato unico) e nel quale l’Ordine di San Lazzaro avrebbe ritrovato una sua piena legittimazione considerando il fatto che Capua faceva parte dell’Ordine dei Savoia. Il papa Paolo V, su richiesta del re di Francia Enrico IV, con bolla del 14 marzo 1607 Romanus Pontifex e con successiva bolla Militantium ordinum institutio del 16 febbraio 1608 (23) istituisce l’Ordine Militare intitolato alla Vergine madre di Dio Maria del Carmelo (Notre Dame du Mont-­‐Carmel) con la clausola, che lo stesso re Enrico IV si era già proposto di far rispettare, secondo la quale il nuovo Ordine si doveva finanziare con beni di provenienza esclusivamente laica non con benefici e redditi ecclesiastici. La potestà di eleggere il gran maestro rimaneva al re. Le due bolle papali non facevano alcun riferimento all’Ordine di San Lazzaro. (23) L. Cherubini, Magnum Bullarium romanum, a Clemente VIII usque ad Gregorium XV, Imp. P. Borde e G e P. Arnaud, Lione, 1692, Tomo III, pagg. 228 – 229. 13 Enrico IV unisce l’Ordine di San Lazzaro a quello di Notre Dame du Mont-­‐Carmel . I suoi successori e il Papa riconoscono l’unione. Contesto storico Evento dell’Ordine Dopo l’editto di Nantes (1598) Enrico IV aveva ristabilito in Francia la pace religiosa. Promosse una politica di consolidamento dello stato basata sulla formazione e lo sviluppo di un ceto di funzionari pubblici la cui origine e fortune economiche e politiche furono in larga parte legate allo stato. Veniva costruendosi un solido legame tra il re e la sua burocrazia. Su questo ceto, i cui esponenti più importanti divennero, grazie non al sangue ma al servizio prestato nella burocrazia, i titolati della nuova nobiltà di toga, distinta dalla nobiltà di spada, i sovrani francesi fecero leva per neutralizzare le spinte eversive dell’aristocrazia e dell’antica nobiltà. Per quanto riguarda l’economia Enrico IV grazie anche al suo primo ministro, il duca di Sully, cercò di ricostruire le basi produttive del paese attraverso lo sviluppo dell’agricoltura e le manifatture tessili. In politica estera Enrico IV promosse alleanze in funzione antiasburgica: con gli olandesi, con i Savoia (Carlo Emanuele I), con Venezia. Enrico IV aveva nominato il 7 settembre 1604 Philbert de Néréstang come Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro. Il 4 aprile 1608 il re lo nomina anche Gran Maestro dell’Ordine di Notre Dame du Mont-­‐Carmel unendo in questo modo iil magistero dei due ordini. Ma non si pensi ad una fusione degli ordini stessi. Il re Enrico IV con una lettera patente del maggio 1609 stabilisce chiaramente che ciascun ordine debba godere delle sue proprie entrate e dei suoi propri benefici. Per la prima volta, in questa lettera patente, viene indicato il nome ufficiale dei due ordini riuniti. Infatti il due volte Gran Maestro Néréstang viene definito: Grand Maitre des Ordres (notare il plurale, n.d.r.) de Nostre Dame du Mont-­‐
Carmel et de Saint Lazare de Jérusalem, Bethléem et Nazareth tant deçà que delà des mers (24). Luigi XIV, in una dichiarazione del mese di aprile 1664, successivamente trasformata in decreto dal Gran Consiglio reale, rinnovava i privilegi concessi agli Ordini riuniti di San Lazzaro e di Santa Maria del Monte Carmelo dal suo predecessore Enrico IV e dalla Sede Apostolica (25). Il Cardinale Luigi de Vendome, legato pontificio in Francia del papa Clemente IX, con propria bolla del 5 giugno 1668 riconosce le concessioni e i privilegi attribuite agli ordini riuniti da Enrico IV e dalla Sede Apostolica (26). Questa bolla realizzò in pieno le aspettative di Enrico IV. Note (24) Code des ordres de chevalerie du Royame, dédié au Roi, op. cit., pagg. 388 -­‐
392. (25) Gautier de Sibert, op. cit, pag. 415. (26) Code des ordres de chevalerie du Royame, dédié au Roi, op. cit., pagg. 396 -­‐ 400 14 La “riforma” del 1757 degli ordini da parte del re Luigi XV Evento dell’Ordine Il 15 giugno 1757, il re Luigi XV di Francia emise un regolamento di riforma degli ordini riuniti. Esso è definito come il “Réglement que le Roi, en qualité de Souverain Chef, Fondateur & Protecteur des Ordres Royaux, Militaires & Hospitaliers de Notre Dame de Mont Carmel & de Saint Lazare de Jérusalem, veut & ordonne être observé, tant par rapport à l’administration desdits Ordres, que sur le nombre des Chevaliers dont ils seront à l’avenir composés, & sur l’âge & qualités qu’ils doivent avoir pour y etre admis. (27). Il Regolamento, che ha avuto letture molto imparziali da parte di molti critici dell’Ordine di San Lazzaro vuole far fronte ai molti abusi che si sarebbero verificati specialmente per quanto riguarda le commanderies. Il re prescrive che nessuno sarò più ammesso agli ordini riuniti se il postulante non sarà in grado di dimostrare ”les preuves de la Religion Catholique, Apostolique & Romaine dans la forme usitée dans lesdits Ordres” e “& celle de quatre degrés de noblesse paternelle seulement”. Anche l’età per l’ingresso negli ordini viene posta a trent’anni e il numero massimo di cavalieri a cento. Le Commanderies esistenti al momento della promulgazione del Regolamento sarebbero rimaste in godimento ai legittimi Commandeurs ma alla loro morte sarebbero ritornate al proprio patrimonio familiare senza che nessun erede avesse potuto rivendicare il cavalierato degli Ordini in virtù dell’ereditarietà della fondazione avita che si sarebbe estinta. Il Regolamento prende in considerazione tre ipotesi: qualora le Commanderies siano state fondate per divenire patrimonio degli Ordini, alla morte del fondatore andranno agli Ordres Royaux, Militaires & Hospitaliers de Notre Dame de Mont Carmel & de Saint Lazare de Jérusalem. Negli altri due casi previsti e cioè a) il caso delle fondazioni di commanderies fatte per l’ammissione agli Ordini “lesquelles doivent passer aux fils ainés et au defaut de l’ainé au puiné” e b) il caso delle fondazioni di commanderies fatte per l’ammissione agli Ordini, ”à condition que lesdites fondations passeront à perpétuité à leurs enfans & descendans mâles en ligne directe”, le Commanderies torneranno nel patrimonio ereditario del fondatore a meno che gli eredi non dimostrino di avere le caratteristiche previste (Fede cattolica, nobiltà da quattro generazioni ed età di 30 anni). L’articolo VI del Regolamento recita : “…mais après son décès le fonds de sa commanderie retournera à sa famille dans l’état où il se trouvera alors, comme un bien patrimonial, sans que les enfans & descendans du fondateur puissent prétendre en vertu de la fondation faite par leur père ou aïeul, être reçus Chevaliers desdits Ordres, à moins qu’ils (a meno che, ndr) n’ayent les qualités requises (prova della fede cattolica, quattro quarti di nobiltà, età noninferiore a trent’anni) Note (27)Règlement que le roi, en qualité de souverain chef, fondateur et protecteur des ordres royaux, militaires et hospitaliers de Notre-­‐Dame-­‐de-­‐
Mont-­‐Carmel et de Saint-­‐Lazare-­‐
de-­‐Jérusalem, veut et ordonne être observé, tant par rapport à l'administration desdits ordres que sur le nombre des chevaliers dont ils seront à l'avenir composés, et sur l'âge et qualités qu'ils doivent avoir pour y être admis. Du 15 juin 1757, in Recueil d’Édits, Déclarations, Arrêts du Conseil, Réglements et Ordonnance du Roi concernant l’Hotel de l’École Royale Militaire, À Paris, chez P.G. Le Mercier, Imoprimeur-­‐
Libraire, rue S. Jacques, au Livre d’or, MDCCLXII, avec privilège du Roi, pag 33. 15 10 dicembre 1772 La bolla di papa Clemente XIV Evento dell’Ordine Note Se il Cardinale Legato Luigi de Vendome aveva riconosciuto l’esistenza dei due ordini nel 1668, il 10 dicembre 1772 sarà direttamente il papa a farlo. In questa data il papa Clemente XIV emette una bolla sotto forma di Breve, Militarium Ordinum Institutio (28), che molti studiosi ritengono sia il definitivo riconoscimento dei due ordini come ordini secolari. Le disposizioni papali vengono riportate in traduzione italiana: Il papa richiama le bolle di Pio V e di Paolo V relative a due ordini e al divieto di utilizzare beni ecclesiastici
“…Motivo per cui, per nulla indebolito quel favore che nutriamo nei confronti del predetto Ordine di San
Lazzaro e di Santa Maria del Monte Carmelo, favore che non mancheremo di rendere manifesto, qualora se ne
presenti l'occasione, con nuove prove della nostra benevolenza e stima, nella pienezza dell'Apostolica Potestà
vogliamo e ordiniamo che, secondo quanto stabilito dal santo Pio V circa l'Ordine di San Lazzaro, e da Paolo V
circa l'Ordine di Santa Maria del Monte Carmelo, ciascun Ordine, sia in sé, sia considerato insieme con l'altro,
nonché gli uffici, i priorati, i magisteri, le precettorìe e gli altri uffici con un qualunque altro nome, sia
finanziato per mezzo di beni esclusivamente laici, non derivanti da benefici o da rendite della Chiesa; vietiamo
inoltre e proibiamo che a ciascuno dei due Ordini e ai loro uffici, con qualunque nome questi siano definiti,
siano uniti e incorporati in perpetuo o provvisoriamente i benefici ecclesiastici con o senza obbligo di uffizio,
secolari o regolari provenienti da qualsivoglia Ordine, o anche esistenti grazie a fondazioni o a donativi
derivanti dal giuspatronato di laici che non prevedano alcun servizio o prescrizione annessa quale che sia, o
ancora, anche i beni in rovina o abbandonati, anche quelli offerti o donati spontaneamente dai patroni.
Allo stesso modo vietiamo e proibiamo che frutti, beni e proprietà provenienti dai suddetti benefici di qualsiasi
genere siano avvicinati e appropriati dagli Ordini o dai loro uffici; vietiamo inoltre che i benefici stessi portino
all'erezione e all'istituzione di (o alla trasformazione in) priorati, precettorìe, beneficia hospitalia, chiese o altri
luoghi facenti capo a ciascun Ordine; e così comanda che ciascuno dei due Ordini, tanto quello di San Lazzaro
di Gerusalemme quanto quello di Santa Maria del Monte Carmelo, considerati insieme o separatamente, sia
ritenuto per il futuro assolutamente non adatto al possesso, in qualunque modo e dietro qualunque pretesto, di
qualsivoglia bene ecclesiastico. Per il resto, nulla vogliamo che sia tolto all'ornamento e al decoro del
magnificentissimo Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme e di Santa Maria del Monte Carmelo, che per
antichità, per nobiltà e per gli illustri meriti nei confronti della Republica Cristiana gode presso tutti di ampio
prestigio, e per sempre ne darà all'equità e alla giustizia di questi decreti; e gli stessi cavalieri dell'Ordine ne
saranno testimoni, per quella devozione e pietà per la quale massimamente si distinguono”.
Risulta chiaramente il riconoscimento dei DUE Ordini uniti SOLO sotto lo stesso Gran Maestro. (28) Recueil des édits, declarations, lettres-­‐patentes, etc., enrégistrés au Parlement de Flandres, Imp. Dubaix, Douay, Vol. VII, 1787, pagg. 602 – 608. 16 L’ordine del Monte Carmelo concesso ai cadetti della Scuola Reale Militare Contesto storico Evento dell’Ordine Il Settecento è un'epoca che con l'illuminismo arriva ad analizzare tutte le contraddizioni, soprattutto in campo culturale, introdotte in Europa fin allora. Lo sviluppo della speculazione mediante ragione, avviene soprattutto in Francia. I philosophers francesi andarono controcorrente rispetto alle opulenti aristocrazie regnanti e religiose. Non dobbiamo dimenticare che, in quel periodo, la Francia mediante il potere storico, mediatico, e conservativo di Versailles, rappresentava allora una delle corti reggenti più potenti d'Europa. Nel 1715 ebbe inizio il lungo regno di Luigi XV, sovrano che succedette al re Sole. Luigi XV ignorò con sdegno e con superficiale incoscienza le idee rivoluzionarie che stavano nascendo nel suo impero. E’ questo il periodo storico dei grandi pensatori; di Voltaire e Rousseau e, ancora prima Montesquieu, i quali, servendosi della carta stampata rivendicarono i "limiti" della sovranità. Si sviluppa una nuova classe sociale, la borghesia, considerata come la vera generatrice di ricchezza, che si contrapponeva a quella nobiliare dedita a continui sprechi e facili opulenze, a discapito dell'intera popolazione. Il fatto che i due ordini fossero separati, sebbene sotto l’autorità dello stesso Gran Maestro, è testimoniata anche dalle disposizioni emesse in data 21 gennaio 1779 del re Luigi XVI che prevedevano che l’Ordine di Notre Dame du Mont-­‐Carmel fosse destinato soltanto ai cadetti della Scuola Reale Militare (29). Le disposizioni reali, infatti, stabiliscono che “Article premier – L’Ordre de Notre Dame du Mont-­‐Carmel faisant partie de ceux qui sont reunis sous la mème Grande Maitrise sera destiné à l’avenir aux seuls élèves de l’Ecole royale militaire, qui seront jugés dignes d’etre admis dans cet Ordre”. Note (29) ) Code des ordres de chevalerie du Royame, dédié au Roi, op. cit., pagg. 440 -­‐ 442 17 Gli Ordini riuniti ai tempi della Rivoluzione Contesto storico Evento dell’Ordine Note Alla morte di Luigi XV, il 10 maggio 1774, il ventenne Louis-­‐Auguste saliva al trono con il nome di Luigi XVI. Nel 1788 Luigi ordinò l'elezione degli Stati Generali (la prima dal 1614), allo scopo di far approvare le riforme monetarie necessarie per il Paese. L'elezione fu uno degli eventi che trasformarono il malessere generale nella rivoluzione francese, che iniziò nel giugno 1789. l 21 giugno 1791, Luigi tentò la fuga con la famiglia Riconosciutp e catturato a Varennes Luigi venne ricondotto a Parigi dove rimase nominalmente come monarca costituzionale, ma in realtà agli arresti domiciliari, fino al 1792. Luigi venne arrestato ufficialmente il 13 agosto 1792, dopo essere stato deposto due giorni prima e venne ghigliottinato il 21 gennaio 1793. Il suo erede e successore nominale fu il figlio Luigi XVII, nato nel 1785 e morto l’8 giugno 1795 per le precarie condizioni in cui era tenuto durante la prigionia. Alla morte di Luigi XVII lo zio, dall’estero dove si era rifugiato nel 1791, assunse il nome di Luigi XVIII e lavorò tenacemente al proprio ritorno. Dal 1809 al 1814 fu in più luoghi d'Europa, specie in Inghilterra, e finalmente il 2 maggio 1814, con la caduta di Napoleone, poté ascendere al trono. Il governo rivoluzionario con decreto del 30 luglio 1791 sopprime tutti gli ordini di cavalleria: “Art. 1er. — Tout ordre de chevalerie ou autre, toute corporation, toute décoration, tout signe extérieur qui suppose des distinctions de naissance, sont supprimés en France ; il ne pourra en être établi de semblables à l'avenir”(30). Questa decisione del Governo rivoluzionario non ebbe effetti giuridici poiché l’Assemblea Nazionale del 1791 non aveva il potere di abolire un ordine che non fosse una istituzione del governo. Quello che legittimamente poteva fare era non riconoscere più gli ordini di cavalleria. Nel periodo rivoluzionario e post rivoluzionario l’Ordine continuò il suo cammino ad opera di Luigi XVIII. « Louis XVIII arriva en mars 1798 à Mittau (Lettonia, Impero russo, n.d.r.) où se forma un embryon de gouvernement dont le conseiller principal était le comte de Saint-­‐Priest, ancien protégé de Catherine II… Il rencontra de nombreux émigrés français présents en Russie qui vinrent lui rendre leur hommage… Paul Ier qui était très attaché au décorum militaire envoya de nombreuses croix au roi, comme la croix de Malte dont il était devenu le Grand-­‐Maître en 1798, et quatre autres pour ses proches, notamment pour son frère le comte d'Artois. En réponse, Louis XVIII envoya la croix de Saint-­‐Lazare aux deux fils de l'empereur par l'intermédiaire du comte émigré de Cossé-­‐
Brissac, « souvenir constant d'un ami malheureux » déclara l'empereur. Nella stessa occasione altri venti cavalieri furono nominati dal re (31). (30) Archives numériques de la Révolution Française, Archives Parlementaire, Tome 29, Stanford University Library, pagg. 35 – 43. (31) -­‐ Rémy Chamousset, Les émigrés français en Russie 1789-­‐1815, Mémoire de Master « Sciences humaines et sociales » Mention : Histoire et Histoire de l'Art Spécialité : Histoire des Relations et Échanges Culturels Internationaux sous la direction de M. Gilles Bertrand Année universitaire 2010-­‐2011, pag 25 Si veda anche: -­‐ M. l’Abbé Georgel, Voyage à Saint Pètersburg en 1799 – 1800, Emery et Delaunay, Paris, 1818, pagg. 206 -­‐208. 18 Gli ordini riuniti ai tempi della Restaurazione Contesto storico Evento dell’Ordine Note Luigi XVIII era il fratello minore di Luigi XVI e zio del piccolo Luigi XVII. Espatriato durante la Rivoluzione, salì al trono nel 1814. Dopo il fugace ritorno di Napoleone (crisi dei Cento giorni, marzo-­‐
giugno 1815), che costrinse Luigi a una fuga temporanea riprese il trono e regnò fino alla sua morte avvenuta il 16 settembre 1824. Il 16 aprile 1824, Luigi XVIII, cinque mesi prima di morire, emise un'Ordinanza che aveva per oggetto la considerazione per gli Ordini reali e per ricordare che soltanto il re poteva conferirli. L'Ordinanza prevedeva che venisse seguita da un atto del Gran Cancelliere della Legion d'Onore per permetterne l'applicazione. In data 5 maggio 1824 il Gran Cancelliere redige le Istruzioni richieste (32) nelle quali sono ricordati gli Ordini reali cui il re ha concesso la sua protezione: 1° Saint-­‐Esprit, 2° Saint-­‐Michel, 3° Saint-­‐Louis, 4° Mérite militaire, 5° Légion d'honneur, 6° Saint-­‐Lazare et di Notre-­‐Dame-­‐du-­‐Mont-­‐
Carmel réunis. Le Istruzioni prevedevano le autorità statali competenti per ciascun ordine. “... pour les ordres (trad: ordini) réunis de Saint-­‐Lazare et de Notre-­‐Dame-­‐du-­‐Mont-­‐Carmel...” era il ministro della Casa Reale. Vi è una frase delle Istruzioni che ha indotto alcuni storici dell'Ordine, ha decretarne la sua abolizione. La frase è la seguente: “Depuis l'année 1788, ce dernier ordre ne se confère plus : on le laisse éteindre”. Se consideriamo l'intero periodo : “…pour les ordres réunis de Saint-­‐Lazare et de Notre-­‐Dame-­‐du-­‐Mont-­‐Carmel, par le ministre de la maison du roi. Depuis l'année 1788, ce dernier ordre ne se confère plus : on le laisse éteindre” (trad.: per gli ordini riuniti di Saint Lazare e di Notre Dame du Mont-­‐Carmel, -­‐ competente è il ministro della casa reale. Dall'anno 1788, questo ultimo ordine non si conferisce più: lo si lascia estinguere) notiamo che l'estinzione riguarda l'ordine di Notre Dame du Mont-­‐Carmel (il riferimento è infatti a “questo ultimo ordine” . La frase inizia con il plurale “…gli ordini…”) e anche il fatto che non lo si conferisca più è relativo a questo ordine in quanto la Scuola Militare a cui era destinato fu chiusa il 1 aprile 1788 (33). Inoltre nel 1789 lo stesso Luigi XVIII, in quel momento in esilio ma legittimo successore di Luigi XVI e del figlio Luigi XVII, continuava a conferire l'Ordine di San Lazzaro (ai figli dello zar di Russia) quindi non poteva essere estinto. (32) A. Dorat, Constitution de la Légion d'Honneur, chez l'Editeur rue Neuve des Petits Champs 78, Paris, 1846, pagg. 137 -­‐ 146. (33) M. F. Sicard, Histoire des Institutions militaires des français. J. Corréard Jeune ed., Paris, 1834, tome III, pag. 424. 19 La presunta crisi del 1830 Contesto storico Evento dell’Ordine Note Luigi Filippo fu dapprima favorevole alla Rivoluzione francese, ma in seguito scelse di abbandonare la Francia (1793) e assunse il titolo di duca d'Orléans. Rientrato a Parigi con la Restaurazione, guidò l'opposizione liberale alla monarchia borbonica; dopo l'insurrezione parigina del luglio 1830, caduto Carlo X, Luigi Filippo fu proclamato re. Fautore dello sviluppo della borghesia finanziaria e industriale, fu poi rovesciato dalla rivoluzione del 1848 e costretto a espatriare in Inghilterra. La sua particolare concezione di regno e di governo (ordine all'interno, pace all'esterno e sviluppo della borghesia finanziaria e industriale) s'incarnò soprattutto nel lungo ministero di F. Guizot (1840-­‐48). I tentativi di riprendere contatto con le monarchie conservatrici gli alienarono, negli ultimi anni del suo regno, l'appoggio della borghesia liberale; travolto dalla rivoluzione del 24 febbraio 1848, Luigi Filippo dovette riparare in Inghilterra. Alcuni storici ( 34) hanno affermato che l'Ordine di San Lazzaro sarebbe stato soppresso dalla Costituzione del 1830 firmata da Luigi Filippo. In realtà l'art. 63 di detta Costituzione recita : “Article 63. -­‐ La Légion d'honneur est maintenue. Le roi déterminera les règlements intérieurs et la décoration” (35 ) (trad: la Legione d'Onore è mantenuta. Il re determinerà i regolamenti interni e la decorazione, n.d.r.) La Costituzione non fa alcun riferimento agli altri ordini reali e se il re avesse voluto abolirli avrebbe dovuto espressamente citarli. Bisogna anche notare che la Costituzione del 1830 conserva gran parte delle disposizioni della Costituzione Ottriata di Luigi XVIII del 1814 nella quale all'art. 72 afferma: “Article 72. -­‐ La Légion d'honneur est maintenue. Le roi déterminera les règlements intérieurs et la décoration” ( 36) che è esattamente la stessa disposizione inserita nella Costituzione del 1830. E sappiamo che Luigi XVIII non aveva abolito gli ordini reali. I soliti storici non si danno pace e affermano che Luigi Filippo avrebbe soppresso gli ordini reali, compreso San Lazzaro, con una ordinanza del 10 febbraio 1831 che riporto in parte: “Louis-­‐Philippe, etc., …Art. 1er. Toutes ordonnances portant création de decorations établis à l'occasion ou à la suite des événement de 1814 et de 1815, sont et demeurent abrogées...” (37 ) (trad.: ...Art. 1, Tutte le ordinanze che prevedono la creazione di decorazioni stabilite a seguito degli avvenimenti del 1814 -­‐1815 sono e resteranno abrogate....). Questa ordinanza non riguarda l'Ordine di San Lazzaro che come sappiamo è stato fondato molti secoli prima degli avvenimenti del 1814/1815. (34) -­‐ François Velde e la sua opinione sull'Ordine di San Lazzaro si trova al seguente indirizzo: http://www.heraldica.org/topics/orders/bg-­‐
orders.htm#lazarus -­‐ Guy Stair Sainty e la sua opinione sull'ordine di San Lazzaro si trova al seguente indirizzo: http://www.stelling.nl/vrijmetselarij/ridders/l
azarus_sainty.html-­‐ Enrique-­‐Carlos Zeininger de Borja, L'Ordre de Saint Lazare. In Hidalguia, La revista de genealogia, nobleza y armas, Madrid, Anno 1, n. 3, 1953, pag 75. (35) La Costituzione del 1830 è leggibile nel sito ufficiale del Consiglio Costituzionale della Repubblica Francese al seguente indirizzo: http://www.conseil-­‐constitutionnel.fr/conseil-­‐
constitutionnel/francais/la-­‐constitution/les-­‐
constitutions-­‐de-­‐la-­‐france/charte-­‐
constitutionnelle-­‐du-­‐14-­‐aout-­‐1830.5104.html (36) La Costituzione del 1814 è leggibile nel sito ufficiale del Consiglio Costituzionale della Repubblica Francese al seguente indirizzo: http://www.conseil-­‐constitutionnel.fr/conseil-­‐
constitutionnel/francais/la-­‐constitution/les-­‐
constitutions-­‐de-­‐la-­‐france/charte-­‐
constitutionnelle-­‐du-­‐4-­‐juin-­‐1814.5102.html (37) J.B. Duvergier, Collection complète des Lois, Décrets, Ordonnances, Régléments et avis du Conseil d'Etat, M. Bosquet Ed, Paris, 1838, tome 31, pag. 79. 20 La legittimità dell’Ordine Evento dell’Ordine Note Nel 1814, Louis Stanislas Xavier de France, 42° Gran Maestro dell'Ordine di San Lazzaro, dal 1773 al 1814, divenne re col nome di Luigi XVIII e il Gran Magistero rimase vacante per un lungo periodo. Gli affari dell'Ordine, dal 1814 al 1830, vennero gestiti da un Consiglio di Ufficiali. La complessa storia dell'Ordine che aveva visto, durante i secoli, provvedimenti della Sede Apostolica per appropriarsene, tentativi dei re di Francia per sfuggire a queste pretese, aveva rafforzato la sua situazione di “semi indipendenza” dai due poteri. In tutti i documenti sia papali che reali si è sempre parlato di “protezione”, mai di “possesso” e questo è indice di spazi di libertà al cui interno l'Ordine poteva muoversi. L'istituzione, comunque, era soggetta da una parte al Codice di Diritto Canonico, anche se la bolla di Clemente XIV del 1772 ne aveva attenuato l'eventuale impatto, dall'altra alle Libertà Gallicane faticosamente conquistate dai re di Francia (basti pensare al potere dei re di Francia di nominare il Gran Maestro). Le turbolenze politiche francesi del periodo 1824 -­‐ 1848 fecero perdere all'Ordine la protezione espressa dei re di Francia (Carlo X, deposto il 2 agosto 1830, indica il nipote come successore per cui il proprio figlio Luigi XIX, mai riconosciuto come re, abdica nello stesso giorno in favore del nipote e il nipote Enrico V “regna” dal 2 agosto al 9 agosto 1830, anch'egli mai riconosciuto come re, e viene sostituito da Luigi Filippo I un Borbone-­‐Orleans, che è costretto a fuggire dopo la rivoluzione del 1848). I cavalieri lazzariti seppero reagire a questa contingenza negativa. In primo luogo riaffermarono la loro legittimità. Una disposizione del diritto canonico prevedeva: “Can. 120 -­‐ §1. La persona giuridica per sua natura è perpetua; si estingue tuttavia se viene legittimamente soppressa dalla competente autorità o se ha cessato di agire per lo spazio di cento anni; la persona giuridica privata si estingue inoltre, se l'associazione stessa si discioglie a norma degli statuti, oppure se, a giudizio dell'autorità competente, la stessa fondazione ha cessato di esistere a norma degli statuti. §2. Se rimane anche uno solo dei membri della persona giuridica collegiale, e l'insieme delle persone secondo gli statuti non ha cessato di esistere, l'esercizio di tutti i diritti dell'insieme compete a quel membro” ( 38). Da questo punto di vista l'Ordine era perfettamente in linea con le disposizioni del Codice : non vi era stata alcuna soppressione pontificia e l'Ordine, seppur senza il Gran Maestro, aveva i suoi cavalieri e non era estinto. A questo proposito se teniamo conto che nel 1788, per rispondere ai molti critici che sostengono che le uniche nomine legittime fossero quelle effettuate nell'ancient régime, (quando è provato che molte altre avvennero legittimamente anche dopo tale data), furono nominati alcuni cavalieri (39 ) e tra i cavalieri nominati quello che visse più a lungo fu Antoine Charry des Gouttes (40) che morì nel 1857, conseguentemente l'Ordine si sarebbe estinto nel 1957 secondo il diritto canonico. La protezione di Carlo X o di Luigi Filippo venne a mancare per mancanza di….re : l’uno abdicatario e l’altro fuggito all’estero, ma nessuno dei due aveva disposto una soppressione dell'Ordine ( vedi: Costituzione del 1814, Costituzione del 1830 e il successivo atto del 1831). (38) http://www.intratext.com/IXT/ITA0276/_P2.
HTM (39) Si veda per alcuni di questi: Almanach Royale pour l'an MDCCCXXX presenté à sa majesté, Guyot et Scribe, Paris, 1830, pag. 344. (40) François Velde, “Revived" Orders of Chivalry: the case of the Order of Saint Lazarus http://www.heraldica.org/topics/orders/laza
rus.htm 21 L’Ordine guarda ad Oriente Contesto Storico Evento dell’Ordine Le Chiese Patriarcali "sui iuris", la cui cura è, in Vaticano, riservata alla "Congregazione per le Chiese Orientali", sono sei (Armeni, Caldei, Copti, Maroniti, Melchiti e Siriaci) nelle quali l'elezione della guida spirituale avviene in forma interna e sinodale e solo in seguito viene ratificata dal Papa. Esse hanno una propria disciplina e propri costumi. L'essere "sui iuris" comporta un certo grado di autonomia giuridica che permette loro di non sottostare al Codice di Diritto Canonico ma di poter adottare proprie regole organizzative autonome, pur all'interno di una ovvia dogmaticità relativa a Dottrina, Fede e Morale e nell'ambito di una sorta di "legge quadro" data dal "Codice dei Canoni delle Chiese Orientali" (ultima edizione del 2007). Ai primi dell’ottocento, il patriarcato melchita se da una parte godeva di una relativa libertà giuridica nei confronti di Roma (41) non aveva altrettanta libertà nei confronti dell’Impero Ottomano. Nel 1833 il Santo Sinodo Melchita elegge il patriarca Maximos III (Mazloum) il quale riceve nello stesso anno da papa Gregorio XVI oltre che il titolo di patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, già suo, anche il titolo di Patriarca di Alessandria e Gerusalemme. Sarà questo Patriarca ad ottenere nel 1848 l’emancipazione civile del suo popolo (millet) da parte del Sultano (42 ). Nei primi quarant'anni del 1800, almeno una decina di cavalieri “certificati” rimasti (43), si attivarono per trovare le protezioni che avrebbero permesso all’Ordine di sopravvivere. E si rivolsero al Patriarca melkita Maximos III, che nel 1841 si trovava a Parigi (44). Il Patriarca accolse la richiesta (45). Nel decennio che seguì, furono codificati i motivi di tale scelta: 1. riattivare la bolla del 1262 di Urbano IV Circa prelaturam Jerosolymitanorum che affidava al Patriarcato di Gerusalemme la protezione spirituale e temporale dell’Ordine di San Lazzaro (46). 2) Agli inizi dell’Ottocento, ad Haifa, il monastero del Monte Carmelo era completamento distrutto. Grazie a Carlo X il Sultano autorizzava la ricostruzione. La Francia si mobiliterà, negli anni 1843/1844 per raccogliere i denari necessari (47). Alessandro Dumas (48) , membro del comitato per la raccolta dei fondi, ricorda come “…L’ordine di San Lazzaro… si sia unito a quello del Monte Carmelo e conserva (fr. garde) il carattere cristiano, umano e francese della primitiva istituzione (49)” ipotizzando un suo coinvolgimento. 3. Il millet ottenuto da Maximos III dal Sultano ottomano (1848) che ampliava il campo della protezione da spirituale a una forma attenuata di temporale. (Con il termine millet si indicavano quelle comunità religiose dell'Impero ottomano che godevano di una serie di diritti e di prerogative nel quadro del sistema istituzionale complessivo dell'impero. Le comunità religiose riconosciute godevano di una giurisdizione autonoma nell'ambito dello "statuto personale" (diritto di famiglia e delle successioni), mentre le autorità godevano di alcune potestà normative e giurisdizionali oltre che di una funzione di rappresentanza politica della propria comunità nei confronti del Sultano e della sua amministrazione, n.d.r.). 4. Gli storici buoni rapporti tra la Francia e il Patriarcato melkita. Note (41) Codice dei canoni delle Chiese orientali: http://www.intratext.com/X/ITA1881.HTM (42) M. d’Avril, Les Grecs melkites, in Revue de l’Orient Chrétien, E Leroux, Paris, 3 année, n. 1, 1898, pagg. 21 – 22. (43) François Velde, op. cit. (44) Charon Cyrille. La fin du patriarcat de Maximos III Mazloum,1851-­‐1855, in Échos d'Orient, tome 10, N°67, 1907, pag. 336. (45) I documenti relativi alla concessione della protezione andarono perduti nell’incendio del patriarcato di Damasco nel 1860. Vedi: Charon Cyrille. op-­‐ cit, pag. 329. (46) Molti storici hanno criticato il fatto che i cavalieri dell’Ordine di San Lazzaro si siano rivolti al Patriarca greco-­‐cattolico anziché a quello latino. Ricordiamo che il Patriarcato latino di Gerusalemme fu ripristinato da Pio IX il 23 luglio 1847 con il breve Nulla celebrior. Vedi: http://it.lpj.org/2012/07/23/la-­‐
lettera-­‐apostolica-­‐di-­‐pio-­‐ix-­‐che-­‐ristabili-­‐il-­‐
patriarcato-­‐latino-­‐di-­‐gerusalemme/ (47) L. Lambruschini, Notice sur le Temple et l’Hospice du Mont-­‐Carmel, dedié à la Vierge Marie, A. Le Clerc, Paris, 1843. (48) Alexandre Dumas et Adolphe Dumas, Temple et Hospice du Mont-­‐Carmel, Fain et Thunot, Paris, 1844, pagg 11 -­‐12 (49) Da notare l’uso del tempo presente del verbo garder (conservare) segno evidente che nel 1844 l’Ordine era ancora esistente.. 22 La ritrovata protezione della Casa Reale di Francia Evento dell’Ordine Note La protezione del Patriarca melkita di Antiochia e di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme è proseguita per tutto il novecento. (50). Con il Patriarca Gran Maestro dell'Ordine le nomine di nuovi cavalieri continuarono, anche se non numerose, fino agli anni dieci del novecento (51) In quegli anni l'Ordine riporta la sede amministrativa a Parigi ed inizia il percorso di riorganizzazione che lo porterà alla nomina del Gran Maestro dopo anni di assenza. Nel 1930, il Consiglio degli Ufficiali che aveva retto l'Ordine fino a quel momento, propose di riattivare l'antico rapporto di protezione con la casa borbonica e a dicembre del 1935 Francisco de Paula de Borbón y de la Torre, Duke of Seville fu eletto come 44° Grande Maestro. (52). La sede dell'Amministrazione generale fu portata in Spagna. Nel 1952, l'Amministrazione Generale dell'Ordine venne ritrasferita in Francia ed alla carica di Amministratore Generale venne chiamato Pierre de Cossè, XII Duca di Brissac. Nel 1973 uno scisma divise l’Ordine in due rami. I sostenitori della fazione dei Borboni che formarono l’obbedienza Spagnola (successivamente conosciuta come obbedienza di Malta), e i sostenitori della fazione del Duca di Brissac (conosciuta come obbedienza di Parigi). Nei giorni 4 – 6 marzo 2004 a Toronto (Canada) in prosieguo ad altre tenute negli ultimi decenni, si tenne una riunione per l’unificazione dei due rami dell’Ordine. In mancanza di accordo, 18 Capi giurisdizionali che rappresentavano la maggioranza dei membri abbandonarono l’assemblea dissociandosi, coerentemente con lo statuto dell’Ordine, da qualsiasi decisione illegale ed incostituzionale che i membri rimasti potessero prendere. Tali Giurisdizioni indirono, il 15 maggio 2004 in Germania, una riunione alla quale aderirono anche alcuni membri dissidenti dell’obbedienza di Malta. I partecipanti all’unanimità deliberarono di accettare la candidatura a 49° Gran Maestro dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme S.A.R. il Principe Charles-­‐Philippe d’Orlèans, duca d’Angiò. Sempre nel 2004, il giorno 12 settembre, S.A.R. Henry, Conte di Parigi, Capo della Casa Reale di Francia, ribadì la Protezione Temporale all’Ordine e riconobbe la nomina del Gran Maestro, dopo che nel Capitolo Generale del 11 settembre, i Capi di 22 Giurisdizioni avevano giurato fedeltà al Principe. Dopo 174 anni veniva ripristinato l’antico ordine di Boigny sotto la protezione della Casa di Francia. (50) Attualmente il Patriarca Melchita è il protettore spirituale dell’Ordine, ramo spagnolo. In una sua recentissima Dichiarazione, detta di Kevelaer, ribadisce la protezione concessa dai suoi predecessori, a partire da Maximos III Mazloum e lui stesso, Gregorio III, riafferma la protezione all’ordine. Vedi: http://www.slideshare.net/andrebonigalli/
kevelaer-­‐declaration-­‐27-­‐may-­‐2012 (51) François Velde, op. cit. (52) Charles Savona-­‐Ventura, op. cit. 23 24