2/2 Lo sviluppo della “Teoria della mente” - Taylor, L. (2007) Lo sviluppo cognitivo. Cap. 7, “Teoria della mente” (pag.177-205). Il Mulino: Bologna. APPROFONDIMENTO: - Meltzoff A.N. (2005). Imitation and other minds: The “like me” hypothesis. In S. Hurley & N. Chater (Eds.), Perspectives on imitation: From neuroscience to social science (Vol. 2, pp. 55-77). Cambridge, MA: MIT Press. - Frith U. (2008). Lʼautismo. Spiegazione di un enigma. Cap. 5 (pag 98-122). Laterza, Bari. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 1 Discontinuità o continuità nello sviluppo della ToM? < 3 anni Conoscenze e ragionamento mentalistico > 4 anni Continuità o discontinuità? Attribuzione di credenze: stati mentali rappresentativi Discontinuità: la capacità di attribuire credenze riflette un mutamento concettuale nella ToM del bambino, che consente di comprendere la natura rappresentativa (e non solo referenziale) degli stati mentali (v. approccio Theory Theory) Continuità: il concetto di credenza emerge come risultato dello sviluppo graduale della comprensione della mente e del suo funzionamento, che ha inizio nei primi mesi di vita Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 2 Discontinuità o continuità nello sviluppo della ToM? Ci sono molte evidenze che prima dei 3 anni i bambini sanno attribuire a se stessi e agli altri stati mentali non direttamente osservabili e prevedere il comportamento sulla base di tali stati: desideri (obiettivi delle azioni altrui) percezioni (direzione dellʼattenzione, conoscenza) emozioni (espressioni emotive come manifestazione di stati interiori) Problema: quanto realmente “mentalistiche” sono queste attribuzioni? Per molte di queste abilità esistono due possibili spiegazioni, una più “ricca”, e una più “povera”. • “Rich” interpretation: i bambini attribuiscono stati mentali agli altri nel tentativo di prevederne e spiegarne il comportamento • “Lean” interpretation: i bambini sviluppano (o possiedono dalla nascita) una particolare sensibilità nei confronti di specifici indizi ambientali e lʼattribuzione di stati mentali si sviluppa successivamente, quindi allʼinizio è solo apparente. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 3 Discontinuità o continuità nello sviluppo della ToM? < 3 anni > 4 anni Indizi ambientali referential ? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia Possibili prerequisiti cognitivi dominiogenerali Realism 4 Le ipotesi di continuità nello sviluppo della ToM Il modello like-me di Meltzoff lo sviluppo della ToM prende il via dallʼinnata capacità di imitare Lʼipotesi dellʼimplicit mentalizing di Uta Frith lo sviluppo della ToM prende il via da meccanismi innati e hardwired che rendono il bambino capace di intuire in modo implicito gli stati interiori. (Questi meccanismi sono deficitari o assenti nellʼautismo). Lʼipotesi del ruolo dei neuroni specchio nello sviluppo della ToM lo sviluppo della ToM prende il via dallʼinnata capacità di imitare, che è resa possibile dal sistema dei neuroni specchio. (La disfunzione dei neuroni specchio è allʼorigine dellʼautismo). • Tutte sottolineano la continuità tra lʼimitazione e/o le prime forme di mentalizzazione e le forme più evolute di ToM. • Tutte implicano che la dicotomia tra “lean” e “rich” interpretation delle prime capacità “sociali” del bambino non ha senso di esistere (se non allʼinterno di un modello “theory theory”) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 5 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff Il punto di partenza dello sviluppo della cognizione sociale è il riconoscimento dellʼequivalenza tra Se e gli Altri, che prende il via dallʼinnata capacità tipicamente umana di IMITARE. DallʼIMITAZIONE si sviluppa la COMPRENSIONE DEGLI STATI MENTALI Fino dalla nascita i bambini possono apprendere le possibilità e le conseguenze delle proprie azioni osservando il comportamento degli altri e imitandolo (altri se) usare se stessi e la propria esperienza per comprendere le azioni e gli stati psicologici degli altri (se altri) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 6 L’imitazione nel Like-Me framework di Meltzoff Esistono diversi tipi di IMITAZIONE Imitazione neonatale (nascita) movimenti del corpo Imitazione di nuove azioni (14 mesi) azioni su oggetti Imitazione dellʼintenzione (15 mesi) obiettivi dellʼazione Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 7 (Meltzoff & Moore, 1997) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 8 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff Like-me Developmental framework Imitation Intrinsic connection between observed and executed acts, as manifest by newborn imitation (Meltzoff & Moore, 1997). STEP 1 First-person experience Infants experience the regular relationship between their own acts and underlying mental states. STEP 2 Understanding Other Minds Others who act "like me" have internal states "like me." Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia STEP 3 9 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff STEP 1 IMITAZIONE Questo passaggio è reso possibile dal patrimonio innato dellʼindividuo. Imitazione neonatale (Meltzoff & Moore, 1997) • I neonati di poche ore imitano movimenti del volto (es: protrusione della lingua) e del corpo (movimenti delle dita della mano) Non reflex-like phenomenon • Lʼimitazione neonatale è resa possibile da un sistema rappresentativo che crea un match tra lʼinput visivo e il suo equivalente propriocettivo e motorio: Active Intermodal Mapping System (AIM) Osservazione / Esecuzione sono codificati allʼinterno di un framework comune, sopramodale Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 10 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff STEP 2 FIRST-PERSON EXPERIENCE Questo passaggio è basato sullʼesperienza personale, attraverso la quale il bambino mappa la relazione tra i propri stati corporei e le proprie esperienze mentali. Es: il bambino sperimenta il legame tra desiderio di raggiungere un oggetto espressione del volto e movimenti del corpo In questo modo il bambino costruisce un legame bidirezionale tra mente e comportamento Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 11 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff STEP 3 UNDERSTANDING OTHER-MINDS Questo passaggio implica una “proiezione” nella mente dellʼaltro degli stati mentali che, nel bambino stesso, si accompagnano allʼazione osservata. Quando il bambino vede unʼaltra persona produrre un comportamento analogo a quello da loro stessi compiuto nel passato, proietta sugli altri lo stato mentale che, regolarmente, nella sua mente si accompagna a quel comportamento. Questo è reso possibile dalla capacità innata del bambino di cogliere equivalenze tra il proprio comportamento e quello altrui (vedi STEP 1) e dalla capacità di creare legame tra i propri stati mentali e i propri comportamenti motori (vedi STEP 2). Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 12 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff Lʼimitazione neonatale e le basi neurali che la supportano forniscono il fondamento innato per lo sviluppo della ToM. Attraverso un processo di sviluppo continuo, che si fonda sulla capacità di utilizzare la propria esperienza come framework per interpretare le azioni intenzionali degli altri, il bambino costruisce molto velocemente la capacità di inferire gli stati mentali degli altri. IMITAZIONE NEONATALE dagli ALTRI ATTRIBUZIONE DI DESIDERI PERCEZIONI EMOZIONI dal SEʼ Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia al SEʼ agli ALTRI 13 Il Like-Me framework di Meltzoff e l’attribuzione di stati mentali in età preverbale Prima dei 3 anni i bambini sanno attribuire a se stessi e agli altri stati mentali non direttamente osservabili e prevedere il comportamento sulla base di tali stati: desideri (obiettivi delle azioni altrui) percezioni (direzione dellʼattenzione, conoscenza) emozioni (espressioni emotive come manifestazione di stati interiori) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 14 Il Like-Me framework di Meltzoff e l’attribuzione di stati mentali in età preverbale I bambini nei primi 2 anni di vita attribuiscono DESIDERI (obiettivi) alle persone, e su questa base ne prevedono/spiegano il comportamento • 18 mesi (Repacholi & Gopnik, 1997): cracker vs broccoli I b. rispondono in modo appropriato ai desideri di unʼaltra persona anche quando questi differiscono dai propri (danno broccoli allo sperimentatore che ha mostrato di gradirli invece dei cracker che loro stessi preferiscono) • 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique - I b. inferiscono e imitano lo scopo dellʼazione indipendentemente dal fatto che lo scopo venga effettivamente raggiunto dal modello (imitano lo scopo di unʼazione mancata) - I b. imitano lo scopo dellʼazione utilizzando azioni diverse da quelle prodotte dal modello (raggiungono lo scopo dellʼazione mancata del modello utilizzando unʼazione per loro più facile da eseguire rispetto a quella mostrata dal modello) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 15 Il Like-Me framework di Meltzoff e l’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Sfrutta lʼinnata tendenza dei bambini a imitare il comportamento degli altri, riproducendolo. Consente di inferire come i bambini si rappresentano il comportamento al quale assistono mediante ciò che scelgono di riprodurre attraverso il proprio comportamento I bambini sono esposti a un modello che esegue unʼazione ma non raggiunge lʼobiettivo. Domanda: i bambini imitano lʼazione superficiale o lʼobiettivo dellʼazione? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 16 Il Like-Me framework di Meltzoff e l’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Esperimento 1 modello biologico Gruppo 1 - dimostrazione (goal raggiunto): il modello esegue lʼazione sullʼoggetto e la porta a termine con successo. Gruppo 2 - dimostrazione (intenzione - goal non raggiunto): il modello esegue lʼazione sullʼoggetto senza riuscire a portarla a termine. Gruppo 3 - controllo - (baseline): in assenza di dimostrazione da parte dellʼadulto. Per controllare la possibilità che gli oggetti utilizzati inducano nel bambino la produzione dellʼazione target anche in assenza del modello (affordances che possono indurre lʼazione target). Variabile dipendente: numero di azioni target prodotte dopo lʼosservazione del modello nei diversi gruppi sperimentali Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 17 Il Like-Me framework di Meltzoff e l’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Esperimento 1 modello biologico Risultati: il numero di azioni target varia in modo significativo nei tre gruppi: GRUPPO 1 = GRUPPO 2 GRUPPO 1 e GRUPPO 2 > GRUPPO 3 • Replica a 9 mesi: GRUPPO 1 > GRUPPO 2 e GRUPPO 3 GRUPPO 2 = GRUPPO 3 Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 18 Il Like-Me framework di Meltzoff e l’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Esperimento 2 modello non biologico Gruppo 1 - dimostrazione (intenzione - goal non raggiunto): il modello esegue lʼazione sullʼoggetto senza riuscire a portarla a termine. Gruppo 2 - dimostrazione inanimata (no intenzione): una macchina svolge lʼazione sullʼoggetto senza portarla a termine, utilizzando gli stessi movimenti del modello umano. Risultati: il numero di azioni target varia in modo significativo nei due gruppi: GRUPPO 1 > GRUPPO 2 Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 19 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale I bambini nei primi 2 anni di vita attribuiscono PERCEZIONI (conoscenza) alle persone, ossia comprendono che attraverso specifici comportamenti gli altri percepiscono specifici aspetti della realtà e ne acquisiscono conoscenza. • neonati Preferiscono un volto con direct gaze vs averted gaze (Farroni et al, 2002) • 3 mesi Utilizzano la direzione dello sguardo come cue per spostare la propria attenzione verso un target periferico (Hood et al., 1998) • “ Lean” interpretation: i bambini apprendono lʼassociazione tra direzione dello sguardo e comparsa di eventi interessanti nellʼambiente; o possiedono un meccanismo innato di tipo riflesso • “Rich” interpretation: i bambini interpretano il guardare come unʼazione che fornisce allʼattore accesso visivo e conoscenza sulla realtà Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 20 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale Prove a sostegno della “Rich” interpretation: • 9-12-14-18 mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following A partire dai 12 mesi i b. comprendono la natura referenziale dello sguardo: lo sguardo è sempre diretto verso qualcosa. Gli occhi sono il canale necessario per connettere le persone con gli oggetti Gli oggetti assumono una valenza particolare se sono guardati da unʼaltra persona. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 21 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 9-12-14-18 mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following An infant and adult make eye-contact The adult turns to look at the target The infant follows and looks at the correct target Variabili dipendenti: - direzione dellʼorientamento dello sguardo del bambino - durata dello sguardo sul target corretto - frequenza dellʼindicazione in direzione del target corretto Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 22 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 9-12-14-18 mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Due condizioni sperimentali: Occhi aperti vs Occhi chiusi A partire dai 12 mesi i b. orientano lo sguardo più frequentemente, fissano più a lungo e indicano più spesso lʼoggetto verso cui lʼadulto si è orientato quando gli occhi dellʼadulto sono aperti vs chiusi. A 9 mesi le due condizioni occhi aperti e occhi chiusi non differiscono Gli oggetti inanimati assumono una salienza speciale quando sono oggetto dellʼattenzione di unʼaltra persona Il b. utilizza gli occhi e non semplicemente la direzione della testa come indizio sulla direzione dellʼattenzione dellʼadulto Il b. non sta solo imitando il movimento dellʼadulto Il b. tiene in considerazione lo status percettivo dellʼaltro: indica quando il partner può vedere lʼoggetto (occhi aperti) e non quando il partner non ha accesso visivo allʼoggetto (occhi chiusi) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 23 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 9-12-14-18 mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Benda sulla fronte vs Benda sugli occhi I b. di 14 mesi orientano lo sguardo verso lʼoggetto con > frequenza se lo sperimentatore che lo fissa ha una benda sulla fronte vs sugli occhi. A 12 mesi le due condizioni non differiscono. I b. comprendono le conseguenze dellʼocclusione causata da un movimento biologico (chiusura occhi) prima di quella causata da una barriera artificiale. Eʼ possibile che questo dipenda dalla first-person experience che insegna al bambino che la chiusura delle palpebre blocca la percezione? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 24 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 9-12-14-18 mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Training: Benda intera vs Benda bucata I b. di 12 mesi a cui viene fatta sperimentare la benda intera, nel test non si orientano verso lʼoggetto quando lo sperimentatore indossa la benda. Lʼeffetto del training non cʼè se i b. sperimentano la benda bucata (che non impedisce contatto visivo con lʼoggetto). La first-person experience modifica lʼinterpretazione che i b. danno del comportamento delle altre persone I b. utilizzano la first-person experience per fare attribuzioni sugli stati mentali degli altri Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 25 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale • 9-12-14-18 mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Occhi APERTI 9 12 14 18 m m m m x x x x Occhi CHIUSI = x ---- Benda fronte x x x Benda occhi = x --- First-person experience con benda occhi > -- Conclusioni: dai 14 mesi i bambini comprendono la natura referenziale della percezione (la percezione diretta verso un oggetto), MA… solo intorno ai 4-5 anni ne comprendono natura rappresentativa (la percezione interpretazione attiva della realtà) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 26 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale I bambini nei primi 2 anni di vita attribuiscono EMOZIONI alle persone e le utilizzano per inferire gli obiettivi delle loro azioni e per dirigere il proprio comportamento. • 14 mesi (Phillips et al., 2002) I b.combinano gaze + espressione emotiva per prevedere il comportamento altrui Scena : un adulto di fronte a più oggetti ne guarda uno + sorride + lo afferra. Scena 2: lʼoggetto afferrato nella scena 1 è in una nuova posizione, lʼadulto sorride I bambini si aspettano che lʼadulto lo afferri lʼoggetti afferrato nella scena 1 e mostrano sorpresa se lʼadulto ne afferra uno diverso. • 14 mesi (Repacholi & Meltzoff) I b. combinano gaze + scambi emotivi tra due persone per regolare il proprio comportamento - Scambio emotivo tra due adulti: il 2° adulto esprime rabbia (o espressione neutra) quando il 1° adulto esegue unʼazione su un oggetto. La probabilità che il bambino imiti lʼazione sullʼoggetto varia in funzione dellʼemozione espressa dal 2° adulto (rabbia vs neutra) e in funzione del fatto che lʼadulto possa vederlo mentre esegue lʼazione. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 27 L’attribuzione di stati mentali in età preverbale I dati descritti a proposito della capacità dei bambini al di sotto dei 24 mesi di “interpretare” e “prevedere” il comportamento degli altri dimostrano che: I bambini possiedono un framework, allʼinterno del quale i diversi stati emotivi - emozioni - desideri - percezioni interagiscono in modo causale per determinare il comportamento proprio e altrui Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 28 Sensibilità nei confronti di comportamenti prosociali Social evaluation by preverbal infants Kiley Hamlin, Karen Wynn & Paul Bloom (2007) Nature, 450, 557-560 Età: 6, 10 mesi Helping event ABITUAZIONE Hindering event TEST http://www.yale.edu/infantlab/socialevaluation/Helper-Hinderer.html Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 29 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith Ipotesi interpretative specifiche della relazione tra Autismo e deficit della ToM Ipotesi originale FRITH, BARON-COHEN, LESLIE (1985): lʼautismo è causato da un deficit specifico della capacità di “mentalizing” Prove a favore I b. con autismo hanno un delay di circa 5 anni rispetto ai b. con sviluppo normale nelle prestazioni nei compiti di falsa credenza autistici Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 30 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith Ipotesi interpretative specifiche della relazione tra Autismo e deficit della ToM Ipotesi modificata (attuale) UTA FRITH (2004): lʼautismo è caratterizzato da: • un deficit nei meccanismi innati e hardwired che sottostanno allʼ “intuitive mentalizing” • una preservata abilità di apprendere regole sociali e associazioni Prove a favore I b. con autismo mostrano un rallentamento significativo nello sviluppo della ToM, ma arrivano comunque a prestazioni vicine al 100% nei compiti di falsa credenza Lʼapprendimento è lento in assenza di meccanismi innati di bootstrapping (innesco) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 31 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Milestones dello sviluppo della ToM Prerequisiti del mentalizing • Interesse per gli stimoli sociali • Sensibilità al movimento biologico (esseri animati vs inanimati) • Sensibilità alla “agency” (auto-propulsione vs movimento indotto) 0 mesi 0-3 mesi 6 mesi Sono abilità presenti in varie specie animali Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 32 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Milestones dello sviluppo della ToM Implicit mentalizing a partire circa dai 18 mesi • Gioco di finzione • Comprensione del legame tra vedere e conoscere • Pointing protodichiarativo • Joint attention (guardare nella stessa direzione nella quale guarda unʼaltra persona) preceduta da - sensibilità alla direzione dello sguardo - riferimento sociale Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia dai 3 mesi 9-12 mesi 33 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Milestones dello sviluppo della ToM Explicit mentalizing a partire dai 4-6 anni • Capacità di giustificare le false credenze individuando le origini ingannevoli delle credenze • Comprensione degli stati mentali di livello superiore Sono abilità tipicamente e unicamente umane Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 34 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Lo sviluppo della ToM nellʼautismo… A 18 mesi, i bambini che non manifestano • Joint attention (guardare nella stessa direzione di unʼaltra persone) • Pointing protodichiarativo (indicare oggetti per dirigere lʼattenzione di unʼaltra persona) • Gioco di finzione Sono a rischio di autismo (80% diagnosticati a 3 anni, Baron-Cohen et al., 1998) Esiste una predisposizione innata al “mentalizing” nel cervello umano? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 35 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith Gli autistici cadono in molti test della ToM che misurano la capacità di mentalizzazione implicita Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 36 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith ToM animations Tricking triangle Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 37 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: conseguenze del deficit nel mentalizing incapacità di riportare le proprie intenzioni, nominando i propri disegni Nei bambini normali: • A 2 anni i bambini danno un nome ai personaggi che disegnano • Queste etichette riflettono lʼintenzione che ha guidato il bambino nel disegnare • Il disegno riflette ciò che il bambino intendeva disegnare e non ciò a cui assomiglia Cosa succede nellʼautismo? Incapacità di riflettere sulle proprie intenzioni Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia ??? 38 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Conseguenze del deficit nel mentalizing: incapacità di riportare le proprie intenzioni, nominando i propri disegni Compito: - al bambino viene chiesto di disegnare 1 tra 4 oggetti identici (diversi per colore), avendo a disposizione una matita nera - in seguito al bambino viene mostrato il proprio disegno e chiesto “quale hai disegnato?” N.B. Poiché gli oggetti differiscono per colore, e il bambino aveva solo una matita nera, la risposta non può basarsi sulla somiglianza disegno-oggetto, ma può solo basarsi sul ricordo dellʼintenzione - stesso compito in cui il bambino osserva lo sperimentatore guardare e disegnare 1 di 4 oggetti. Il bambino deve inferire e ricordare lʼintenzione dello sperimentatore Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 39 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Conseguenze del deficit nel mentalizing: incapacità di riportare le proprie intenzioni, nominando i propri disegni Normali: se conta lʼintenzione, lʼaccuratezza e la somiglianza al modello non servono Autismo: se non conta lʼintenzione, conta lʼaccuratezza e la somiglianza al modello Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 40 La ToM nell’autismo: l’ipotesi dell’implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH (2004): lʼautismo è causato da: • un deficit nei meccanismi innati e hardwired che sottostanno allʼ“intuitive mentalizing”. I bambini con autismo NON dispongono di quei bias attentivi che facilitano lʼapprendimento nellʼambito della cognizione sociale • una preservata abilità di apprendere regole sociali • additional deficit che portano alle ridotte abilità sociali che caratterizzano lʼautismo Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 41 Le basi neurali dell’imitazione: i neuroni specchio La scoperta dell’esistenza nel cervello della scimmia e dell’uomo di una classe di neuroni visuomotori nella corteccia premotoria ha aperto la strada alla possibilità di individuare le basi neurali della capacità innata di imitare. MIRROR NEURONS - NEURONI SPECCHIO (Rizzolatti e colleghi) Il sistema motorio dellʼosservatore si attiva allʼosservazione di unʼazione o alla presentazione del suono associato allʼazione Senza che questo implichi necessariamente la produzione di un esplicito movimento, ma solo la programmazione di quel movimento, o la pre-attivazione dei muscoli coinvolti. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 42 Le le basi neurali dell’imitazione: i neuroni specchio Nellʼuomo, studi di neuroimmagine hanno dimostrato che il sistema dei neuroni specchio è coinvolto in: • Comprensione delle intenzioni associate alle azioni osservate sulla base del contesto • Imitazione • Riconoscimento delle emozioni ed empatia (neuroni specchio-insula-sistema limbico) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 43 Le origini del sistema dei neuroni specchio Le prime evidenze sullʼesistenza del sistema dei neuroni specchio nelle prime fasi dello sviluppo Bambini di 12 mesi anticipano con gli occhi lʼobiettivo di unʼazione. Lʼeffetto non è presente nei bambini di 6 mesi. (Falck-Ytter et al., 2006) I neuroni specchio “imparano” a prevedere le azioni degli altri vengono rafforzati dallʼesperienza N.B.: anche nellʼadulto il sistema è modellato dallʼesperienza Nei bambini di 6-7 mesi, lʼosservazione di un attore che svolge unʼazione provoca lʼattivazione delle aree sensomotorie (Shimada & Hiraki, 2006) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 44 Il sistema dei neuroni specchio nell’autismo Ipotesi: lʼautismo è causato da un deficit di rispecchiamento sociale dovuto a una disfunzione del sistema dei neuroni specchio clinica neuroimmagini comportamentali Prove a sostegno: - nei bambini con autismo lʼimitazione è deficitaria - nei bambini con autismo è deficitario lʼaspetto sociale-affettivo dellʼimitazione, non quello cognitivo Imitano lʼobiettivo dellʼazione, ma non lo “stile” con il quale lʼazione è stata svolta (Hobson & Lee, 1999) - durante lʼimitazione e lʼosservazione di espressioni facciali emotive, le aree dei neuroni specchio mostrano attivazione ridotta rispetto ai bambini con sv normale (Dapretto et al., 2006) - correlazione tra attivazione delle aree dei neuroni specchio e la gravità dei sintomi (Dapretto et al., 2006) - evidenze che terapie comportamentali basate sullʼimitazione hanno effetti positivi sui comportamenti sociali di individui con autismo (Field et al., 2001) Interpretazione: Quando il terapista imita il paziente, attiva i suoi neuroni specchio, che a loro volta aiutano il paziente a “vedere” il terapista Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 45 Imitazione - neuroni specchio - autismo Lʼipotesi della disfunzione dei neuroni specchio nellʼautismo: Nello sviluppo tipico la reciproca imitazione durante lʼinfanzia consente al bambino di: - di stabilire associazione tra propri movimenti e movimenti altrui - sperimentare un “rispecchiamento motorio” che genera un “rispecchiamento sociale”, che crea un contatto emotivo tra le persone. - rafforzare i neuroni specchio Nellʼautismo: - i bambini non prestano attenzione agli altri (vedi ipotesi Frith), e imitano con minore frequenza. - quindi hanno meno probabilità di apprendere le associazioni tra sé ed altri - quindi i neuroni specchio non vengono modellati e rafforzati Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a.2009-10- Prof.ssa Viola Macchi Cassia 46