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Anno XXXIII, n. 1
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Giugno 2015
TRADUZIONI
Official History of the Canadian Army
in the Second World War
________________________________
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
By
Lt.-Col. G. W. L. NICHOLSON,
Deputy Director, Historical Section, General Staff
Maps drawn by
CAPTAIN C. C. J. BOND
Published by Authority of the Minister of National Defence
____________________________________________
EDMUND CLOUTIER, C.M.G., O.A., D.S.P., OTTAWA, 1956
QUEEN’S PRINTER AND CONTROLLER OF STATIONERY
Translated by
ANGELO PRINCIPE
University of Toronto
1288
ANELO PRINCIPE
Preesentazione
Q
uesto volume, scritto dal Ten.-Col. G. W. L. Nicholson, Direttore
delegato della Sezione Storica del Personale Generale, é il secondo
volume della Storia Ufficiale dell’Esercito canadese nella Seconda
Guerra Mondiale. Il primo volume, scritto dal Direttore, tratta
dell’organizzazione, dell’addestramento e delle operazioni in Canada, in
Bretagna e nel Pacifico durante l’intero periodo di guerra. Il terzo volume, che
tratta della campagna nel Nord-ovest europeo, negli anni 1944-45, é in
preparazione.
Il presente volume descrive in dettagli il ruolo dell’esercito canadese nella
campagna italiana—le operazioni che ebbero inizio con l’invasione della
Sicilia nel luglio del 1943 si svilupparono in una ardua avanzata lungo la
penisola italiana fino alla capitolazione della Germania nel maggio del 1945.
In questa campagna soldati canadesi combatterono una serie di dure e
sanguinose battaglie sullo storico territorio europeo.
Questo resoconto è basato su una più completa ricerca del preliminare
volume Sommario Storico Ufficiale, The Canadian Army 1939-1945,
pubblicato nel maggio del 1948.
I principii generali sui quali questa storia é stata ideata si trovano nella
prefazione del I volume. Il quale é principalmente diretto al lettore comune, e
particolarmente al lettore canadese che desidera conoscere che cosa aveva
realizzato l’Esercito canadese e perché le sue operazioni presero tale corso.
Riguardo la documentazione e la ragione di questa storia, sono ugualmente
descritte nel I volume. Poiché molti dei documenti citati sono ancora
“classified” (segretati), il fatto che sono citati non necessariamente implica
che possano essere a disposizione del pubblico. Nel testo, ufficiali e soldati
sono designati col grado che avevano durante gli eventi descritti. Le
decorazioni si trovano in appendice del testo riferite al nome personale, ma il
grado e le decorazioni “finali” sono elencati col nome degli individui
nell’indice.
Nel caso che, in questo volume, i lettori notassero degli errori o omissioni
importanti sono pregati di scrivere al Direttore, Historical Section, General
Staff, Army Headquarters, Ottawa.
C. P. STACEY. Colonel,
Director Historical Section
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G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
CAPITOLO IV
ULTIMO STADIO DELLA CAMPAGNA SICILIANA,
31 LUGLIO – 17 AGOSTO 1943
Translated by
Angelo Principe
University of Toronto
La cattura di Regalbuto, 31 luglio – 2 agosto
I
l 27 luglio, l’ordire delle operazioni della Divisione Hermann Göring
(vedi, p. 30 del papitolo III) conteneva istruzioni dettagliate per mantenere
Regalbuto che insieme a Centuripe formavano la linea più avanzata della
difesa di Adrano, posizione chiave nella linea dell’Etna. Regalbuto era, per la
Divisione (tedesca), l’estrema linea occidentale di difesa (che dalla costa si
estendeva fino ad Acireale). Il Generale-Maggiore della G.O.C., Paul Conrath,
considerava questo fianco, il fianco destro, il punto critico della sua linea di
difesa. E aveva ragione, poiché l’avanzata verso est del Generale-Maggiore
Simonds faceva di Regalbuto un ovvio obbiettivo delle forze canadesi; mentre
l’ingiunzione con l’ala sinistra della 15a Divisione Granatieri Panzer non era
affatto solida, mancavano ad ambo le formazioni forze necessarie per una
sicura difesa.
Pe rafforzare il fianco destro, Conrath ordinò al battaglione motorizzato
della Hermann Göring di prendere in mano la difesa di Regalbuto e di ritenere
o prendere sotto il suo comando uno squadrone di carrarmati e alcune unità di
artiglieria. Il Battaglione motorizzato,1 che in precedenza faceva parte di un
gruppo di battaglia della Divisione, era ora sotto il diretto comando di
Conrath. Per la prima volta da quando si erano scontrati a Grammichele, i
Canadesi avrebbero di nuovo affrontato il Battaglione Hermann Göerings.
Un ordine, emanato dal Battaglione motorizzato il 27 luglio, sottolineava
la necessità di mantenere la posizione di Regalbuto.2 Con orgoglio, l’autore
del documento ha ricordato al Battaglione che le azioni del nemico “non li
hanno finora costretti a ritirasi ad una nuova linea di difesa.” Benché
preparativi erano già stati fatti per la Divisione Hermann Göering di ritirarsi,
al momento giusto, “alla posizione (‘bridgehead’) inizialmente dell’Etna.” La
sola circostanza che potrebbe forzare tale ritirata sarebbe “il movimento della
15 Pz Gren Div”! Avendo dato istruzioni di rimuovere il trasporto nelle
retrovie, l’ordine concludeva enfaticamente:
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ANELO PRINCIPE
In tutti gli ordini, concerneti la posizione della nuova testa di ponte,
deve essere assolutamente chiaro che la presente posizione deve essere
mantenuta a qualsiasi costo. Le istruzioni per la ritirata sono solo
preparatorie. Non ci deve essere nessun dubbio su questo punto.
L’abbandono delle posizioni attuali e una ritirata combattiva alla nuova
testa di ponte sarà fatta solo dall’espresso ordine della divisione.3
Hitler stesso non poteva essere più determinato.
É da ricordare che nell’ordine di catturare Agira, il Generale Simonds
aveva assegnato alla 231a Brigata il compito di avanzare a est, verso
Rigalbuto, e impadronirsi del ponte sul quale l’autostrada 121 attraversa il
fiume Salso ad ovest di Adrano.4 Presto, il mattino del 29, la Brigata, dalla sua
posizione, mandò avanti due battaglioni a est e a sud di Agira. Come i
Canadesi, anche la truppa della Brigata Malta trovò che la campagna
attraversata dall’autostrada 121 offriva tutti i vantaggi ai difensori. C’era la
stessa successione di creste che attraversavano la strada ad angolo retto,
posizione ideale per una forte azione della retroguardia tedesca. In questo
terreno frastagliato e montagnoso, in gran parte coperto da fitti uliveti e
mandorli, era quasi impossibile, ai plotoni di ricognizione, riconoscere o
scoprire dove si trovasse il nemico e, frequentemente, un corpo avanzante
della consistenza di una compagnia o più piccolo si trovava improvvisamente
impegnato contro una difesa ben trincerata che dovrebbe essere affrontata da
un battaglione e col supporto dell’artiglieria.
Gli Hampshires incontrarono una situazione simile la notte del 29 luglio.
Assieme ai Dorsets, avevano aperto la strada alla Brigata nell’avanzata verso
est per circa nove k.m., cautamente sondando ogni rialzo del terreno, senza
incontrare seria opposizione. Quando cadde la notte, ricevettero l’ordine di
lanciare un attacco contro un lungo spartiacque che si allungava verso sud a
circa un miglio da Regalbuto (vedi ‘Sketch’ 2). Diversamente dagli altri
spartiacque nella zona, questo correva parallelo alla strada, dominandola per
tutta la sua lunghezza. Su questa altura rocciosa, le truppe della Hermann
Göring avevano piazzato le loro posizioni per prevenire o ritardare la caduta
di Regalbuto. Gli Hampshires si resero dispiacevolmente conto di questo,
quando una ricca scarica di nebelwerfer li raggiunsi mentre stavano per
inquadrarsi in linea di marcia. Praticamente un plotone venne annientato.
Malgrado questo inaspettato maleauspicio, il battaglione continuò
coraggiosamente avanti, sotto il tiro incrociato delle mitraglie. Dall’aumento
delle perdite, si resero conto della forza nemica e, pertanto, l’attacco venne
sospeso.5
La luce del giorno rivelò la forte posizione nemica. Dalla vetta, 700 metri
sul livello del mare, del monte Santa Lucia, il punto più alto del crinale
montuoso di Regalbuto, i tedeschi dominavano completamente sia l’entra est
che l’entrata sud del paese. Regalbuto si erge a più di 800 metri sopra il livello
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del mare, alla convergenza di tre imponenti promontori. A sud-ovest si
estende per quasi due chilometri lo schienale di Regalbuto; un altro schienale
meno ripido, chiamato monte Serione, si estende per quasi la stessa lunghezza
verso la valle del Salso; e verso est, separato da Santa Lucia da una profonda
scarpata che ammette la strada da Catenanuova, si impenna come un
precipizio, all’estremità della grande barriera di creste fino a Centuripe, la
torreggiante collina (“Tower Hill”).
L’autostrada 121 mena a Regalbuto ma fino che il nemico mantenne le
alture di Santa Lucia e di Serione, era impossibile entrare in paese. Il 30
luglio, il Generale Urquhart ordinò al II battaglione del Reggimento
Devonshire di prendere il crinale verso sud. Quella notte, in un ben pianificato
attacco fiancale, intrapreso con gran coraggio e maestria, il battaglione
britannico attaccò e conquistò lo schienale di Regalbuto. Durante l’attacco, i
Devons ebbero l’appoggio di 144 pezzi medi dell’artiglieria reggimentale da
campo.6 Ma alla luce del giorno, gli Hermann Görings, rinforzati da truppe del
III Reggimento Paracadutisti, si lanciarono in un contrattacco disperato. I
Devons mantennero saldamente le loro posizioni e respinsero il nemico, ma
subirono la perdita di otto ufficiali e 101 uomini.7
L’azione ricevette i complimenti di The Red Patch (Il rapporto rosso), un
volantino giornaliero di una pagina che Il Comando della Divisione canadese
aveva cominciato a pubblicare. Il giornaletto acclamò il combattimento della
231a Brigata lungo la cresta montuosa di Rigalbuto e il successo dei Devons
nel respingere i paracadutisti tedeschi e gli Hermann Görings e concluse
l’articolo con le seguenti parole:
In Tunisia solo quaranta uomini della Divisione Hermann Göring
contrattaccarono una posizione difesa da un battaglione con tanto
ottimo risultato che il battaglione venne sradicato. È principalmente
merito degli Devons che sconfissero con successo un così poderoso
attacco. Ben fatto Devons.8
Essendo la Brigata Malta già in possesso del crinale di Rigalbuto, il logico
passo successivo era attaccare l’autostrada; e, infatti, nel tardo pomeriggio del
31, i Dorset attaccarono lo sperone del monte Serione. Una compagnia catturò
la non ancora completata stazione ferroviaria (i lavori vennero sospesi nel
1940), terminale di una linea ferroviaria che si arrampicava dalla vallata del
Salso. Sul terreno sovrastante la stazione, un’altra compagnia combatté i
tedeschi che si erano trincerati dietro i muri di un cimitero. Verso il
pomeriggio, i Dorsets erano in possesso di tutto il lungo schienale Sirione fino
alla periferia di Regalbuto; e, da qui, dominavano le due strade che dal paese
menavano a nord e a nordovest. Prima che calasse la sera, essi ebbero il
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cambio dalle truppe del 48o Highlanders canadesi che, temporaneamente,
erano sotto il comando della Brigata Malta.9
I preparativi per l’assalto al paese di Regalbuto stesso erano già pronti; alle
4:30 del pomeriggio, il Generale Simonds spiegò ai comandanti delle Brigate,
le direttive generali dell’operazione. E spiegò loro che due delle tre alture che
dominavano il paese erano ora nelle nostre mani; ma il tentativo dei Devons di
occupare la “Collina Torre” – chiamata così per via di un osservatorio
piazzato sulla parte più alta, in cima alla roccia—venne fermato dal fuoco
incrociato di carri armati piazzati a sud, nella vallata. La 231a Brigata aveva il
compito di portate pezzi anticarro per fare i conti coi carri armati; e quella
notte stessa, intraprendere quella che sembrava fosse una “ricognizione di
forza” contro quella posizione vitale. Il R.C.R. (della I Brigata) doveva essere
pronto a sfruttare il successo o, se fosse necessario, lanciare un assalto con
l’appoggio dell’artiglieria divisionale. Anticipando la cattura del paese, veniva
ordinato alla II Brigata di mandare avanti pattuglie per esplorare il territorio
montuoso del nord-est, tra il fiume Salso e il suo tributario Troina.10
Dall’area di concentrazione tra le colline a est di Agira, i R.C.R. fecero, la
sera del 31 agosto, una marcia di avvicinamento di circa 18 chilometri.
Abbandonando l’autostrada, presero un viottolo di campagna che li condusse
a sud dello schienale montuoso di Rigalbuto, proprio tra le case periferiche del
paese, che è costruito come un ferro di cavallo attorno al profondo precipizio.
Dall’altra parte del burrone si ergeva, quasi verticalmente la collina, obiettivo
dei Canadesi, che sembrava una torre dalle ripide pareti e la strada da
Catenanuova le circondava la base. Il Ten.-Colonnello Powers, promosso
Maggiore proprio il 30 luglio, apprese che le ricognizioni della Compagnia
Dorset della Brigata Malta non erano riuscite a fare contatto col nemico e, per
indurre il nemico a scoprire la sua posizione, fece aprire il fuoco. Siccome non
c’era un obbiettivo specifico su cui dirigere il fuoco, il supporto
dell’artiglieria venne cancellato, e alle 2 a.m. le truppe del R.C.R. [Royal
Cnadian Regiment] terminarono il loro attacco. Lasciando una compagnia per
coprire l’avanzata, le altre tre cominciarono la difficile discesa lungo le pareti
cretose ovest che si sgretolavano sotto i loro piedi. L’ostacolo si rivelò
eccezionalmente profondo. Solo una compagnia, quella che avanzava al
centro, riuscì a completare la discesa e cominciare la scalata della scarpata est
prima che, la luce del giorno dirigesse su di loro il fuoco delle mitraglie e dei
carri armati del nemico nascosti nella parte sud e sud-est della periferia del
paese. Il battaglione anticarro non era ancora arrivato e plotoni scaglionati ai
fianchi con PIATs anticarro ebbero poco successo. Uno di questi plotoni,
avendo penetrato dentro Regalbuto, nel tantativo di sorprendere i tedeschi,
venne separato dalla sua compagnia dal fuoco nemico. E passò tutto il giorno
per trovare nella parte occidentale del paese la via per raggiungere ed
eventualmente riuscì a congiungersi al 48o Highlanders su monte Serione.11
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All’alba del I agosto, le tre compagnie del R.C.R. cercarono riparo dove
potettero, lungo i pendii scoscesi del lato ovest del burrone. Passarono, là, una
giornata terribile, soggetti continuamente al fuoco di armi leggere, di mortai e
cannoni del nemico, e soffrendo la fame e la sete, resa più intensa dal sole
cocente e dalla puzza dei cadaveri, non sotterati, intorno a loro. Nel
pomeriggio, il plotone anti-carro trascinò e mise in posizione uno dei sui pezzi
di sei “pounds”, alla periferia sud-ovest del paese per mirare alle posizioni
tedesche situate all’altro lato del burrone. Ma il nemico era allerta e mentre il
pezzo era quasi pronto per sparare, un carro armato tedesco sbucò da dietro un
palazzo e sparò tre colpi, uno dopo l’altro. Un proiettile colpì in pieno il pezzo
anticarro, uccise uno degli operatori e ferì gli altri. Quando si fece notte, il
quartiere generale della Brigata ordinava al Battaglione di ritirarsi coperto dal
buio.12
Nello stesso tempo, la 48a Brigata Highlanders era rimasta in contatto con
i difensori rilegati nell’angolo nord-ovest di Rebalbuto. L’azione da ambo le
parti era limitata al cecchinaggio e allo scambio di raffiche di mitraglia, gli
Highlanders subirono alcune perdite dal fuoco nemico. Le compagnie
fucilieri, come quelle del Reggimento Reale canadese, erano sprovviste delle
loro armi di supporto, perché non si era ancora riusciti a portarle attraverso i
tre km o più, dall’autostrada 121, lungo il viottolo di campagna molto
danneggiato dalle cannonate nemiche. Il 2 agosto, solo dopo aver consumato
il rancio, la I Compagnia campale R.C.E. [Royal Canadian Engineers] riuscì
(lavorando tutto il giorno precedente sotto il fuoco dei cannoni nemici poté
costruire un viotto di emergenza dalla strada principale fino a Monte Serione),
a fare avere agli Highlanders le armi di supporto e il tanto desiderato rancio.13
A causa dello stallo dopo gli sforzi della I Brigata, il comandante della
Divisione emanò, quel pomeriggio 1 agosto, un ordine. Si considerava che il
nemico, piazzato sulle alture a est di Rigalbuto, non si sarebbe ritirato “finché
non avesse ricevuto ordine specifici dal suo alto comando: è ben trincerato, ha
circa otto carri armati ed è, quindi, probabile che combatterà duramente per
mantenere la su posizione.”14 Poiché un attacco frontale non avrebbe avuto
esito positivo, ci riuscirebbe, probabilmente, un attacco a tenaglia. A questo
proposito, Simonds decise di impiegare la I Brigata sul fianco destro, con lo
scopo di attaccare, dal di dietro, lungo il lato est, la problematica Collina
torreggiante (Tower Hill). Sulla sinistra, la II Brigata avrebbe dovuto seguire i
suoi plotoni di ricognizione e occupare l’alto piano tra il Salso e il Troina. La
Brigata Malta aveva il compito di provvedere una solida base per queste
operazioni e, eventualmente, assistita dal 48o Highlanders, che era ancora
sotto il comando del Generale Urquhar, assicurare il paese di Regalbuto
stesso”.15
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Cadde su gli Hastings e i Prince Edwards il compito di mettere in atto il
piano della I Brigata. A circa un miglio da Regalbuto, la strada verso
Catenanuova si inerpicava fino a una pianura, una sella tra due colline, il
conico monte Tiglio ad ovest e il più massiccio monte San Giorgio ad est. La
scalata del Tiglio era l’obbiettivo iniziale dei Canadesi; e il tratto di strada tra
le due alture venne disegnato come la linea iniziale per l’attacco principale
alla vetta più alta, San Giorgio, ad est della Collina torreggiante. Gli Hastings
inziarono la scalata verso le 10:00 p.m. del 1 agosto, e per l’alba del giorno
seguente avevano occupato monte Tiglio, trovandolo abbandonato dai nemici.
Passarono delle ore prima che i preparativi per l’assalto finale fossero
completati. Gli uomini erano contenti del riposo, poiché come spesso
accadeva in Sicilia la marcia avveniva attraveso la campagna dove i veicoli
non potendo transitare, e il rancio, l’acqua, le munizioni, gli apparecchi
telegrafici, i mortai e tutti gli altri strumenti necessari venivano portati dagli
uomni lungo una mulattiera che, secondo il Comandante della Brigata, la via
“tra il salire e scendere,[era] il doppio della distanza percorsa”.16
Ma mentre la fanteria aspettava, gli uomini dei reparti addetti al trasporto
delle armi di supporto non perdevano tempo. Era ancora buio, quando i pezzi
di medio calibro del 7o Reggimento bombardavano l’autostrada a est di
Regalbuto, e all’alba il I Reggimento da Campo creò una linea fumogena nella
stessa area, bersaglio per i 25 Kittyhawks, da bombardare e mitragliare. La
Divisione aveva preparato un piano di bombardamento per l’artiglieria prima
che le tre compagnie canadesi dei regimenti da campo della I Brigata
attaccasero.17 Quando l’assalto della fanteria si sviluppò, tutto il supporto
aereo a disposizione venne concentrato contro il pesante traffico diretto verso
est, lungo la strada tra Rebalbuto e Adrano.
Problemi col mal funzionamento delle radio da campo e la difficoltà di
comunicare con altri mezzi, dato il terreno estremamente accidentato, ritardò i
preparativi per l’attacco finale. Ma prima dell’ora stabilita per l’attacco,
ch’era stato rimandato per le 4 p.m. del 2 agosto, la notizia, che quella mattina
un reparto della 48o Highlanders era penetrato in Regalbuto trovando il paese
deserto, venne recepita. Conseguentemente, il bombardamento venne
cancellato all’ultimo minuto, e al Maggiore Kennedy venne ordinato di
dirigere gli Hastings e i Prince Edwards verso l’obbiettivo finale.18
Gli Hastings attraversarono la strada per Catenanuova, trovando che a
Monte San Giorgio non c’erano nemici e, poi, virando verso nord
attraversarono la vallata che li separava dalla vasta scarpata torreggiante circa
800 metri nel cielo. Benché avessero abandonato il paese, i tedeschi non
volevano lasciare l’area di Regalbuto prima di un ultimo sforzo. E, infatti, una
retroguardia di paracadutisti, consistente di circa due compagnie, manteneva
ancora l’importante promontorio e da lì accolse le avanguardie degli Hastings
e dei Prince Edwards con una selvaggia scarica di mitraglie e colpi di mortaio.
I mortai pesanti di 3 inch, che i Canadesi avevano faticosamente trasportato
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lungo la campagna scabrosa, vennero rapidamente messi in opera con efficace
successo. Una compagnia si arrampicò su monte San Giorgio e sotto la
copertura del fuoco delle sue armi leggere, le altre tre compagnie
continuarono l’assalto. Le comunicazioni radio, riscattatosi dal mal
funzionamento, ora funzionavano bene, e il F.O.O. [Forward Observation
Officer] del II Reggimento Campale poté comunicare accuratamente le
posizioni del nemico. Con queste informazioni, la fanteria assaltò il crinale
dove erano le postazioni nemiche costringendo i tedeschi alla fuga. Per le otto
di sera, il battaglione era in possesso della postazione. E, così, era caduta
l’ultima resistenza nemica sulla via per Adrano.19
La ritirata del nemico da Regalbuto diede agli aerei degli Alleati
l’opportunità prevista dal Generale Simonds: nella giornata del 2 Agosto, le
forze aeree hanno riportato di aver colpito quaranta autoveicoli soppresi sulla
strada tra Regalbuto e Adrano, mentre otto bombardamenti leggeri vennero
effettuati su Adrano stesso, provocando un incendio. Verso nord, l’autostrada
parallela 120 offriva ugualmente buoni bersagli, poiché Troina era ora sotto
attacco dalla divisione degli Stati Uniti, e nel fluire del traffico tedesco,
scappando verso est, venne affermato che cinquanta veicoli furono distrutti a
Cesaro.20
Quando i Canadesi entrarono a Regalbuto, proprio dietro le truppe della
Brigata Malta che aveva occupato il paese, videro una scena di distruzione
molto più vasta di ogni altra vista in Sicilia prima. Il paese aveva ricevuto
un’abbondante dose di cannonate e di bombardamenti aerei e, quasi, nessuna
costruzione era rimasta intatta. Macerie bloccavano completamente la strada
principale; un passaggio venne aperto quando il genio con bulldozers aprì, in
una strada secondaria, un viottolo stretto che permetteva il passaggio di un
solo veicolo. Per la prima volta non c’era la folla applaudente a darci il
benvenuto, insieme alla usuale richiesta, a voce alta, di sigarette, cioccolate o
biscotti. Il paese era deserto; la maggior parte degli abitanti era scappata nelle
colline intorno o nei tunnel della ferrovia. E ora cominciavano a ritornare,
sporchi, laceri e apparentemente affamati, cercando pietosamente miseri
oggetti tra le macerie delle loro case distrutte.21
Il combattimentno a nord del Salso—Collina 736, 2-5 agosto
L’asse dell’avanzata dei Canadesi girava ora a nord dell’autostrada 121.
Poiché la Divisione entrava nell’ultima fase del suo ruolo nella Operazione
“Hardgate” che, come si ricorda, doveva essere la conquista di Adrano sul
fianco sinistro del 30o Corpo d’A., facendo da parallelo, lungo l’autostrada
121, all’assalto a Centuripe da parte della 78a Divisione. Come abbiamo visto
durante la lunga avanzata dalle spiagge di Pachino, i Canadesi hanno, di tanto
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in tanto, combattuto lungo percorsi così accidentati, attraverso i quali il
passaggio di una truppa sembrava impossibile; il terreno sul quale doveva ora
operare la II Brigata sorpassava per difficoltà ogni altro attraversato prima.
A circa un miglio da Regalbuto, il fiume Salso che fin qui, scendendo
dalle alture di Nicosia, si era scavato una gola stretta e profonda, scorreva
lungo una vallata più aperta e pianeggiante. Questo allargamento del letto del
fiume, dopo che il tributario Troina si immette nel Simeto, è già diventato una
fertile pianura larga tre chilometri. Dal lato nord della valle, il terreno si
innalza continuamente fino alla grande barriera montuosa che forma lo
schienale dell’Isola. L’autostrada 120, da Nicosia a Randazzo, è
sorprendentemente appiccicata al lato sud delle alture; ma tra queste e il Salso,
il groviglio di cime e crinali che si estendono verso est fino alla base
dell’Etna, non c’era virtualmente alcun sentiero. In questo terreno selvaggio
l’unico viottolo praticabile ai veicoli era uno stretto e sporco tratturo che
congiungeva il paese montano di Troina e Adrano, paese appiccicato lungo il
lato sinistro del fiume Troina che raggiungeva il Salso a valle. Il tarturo
girando verso est si univa all’autostrada 121. Ma il percorso di questa pista
sconnessa era quasi ad angolo retto con la direzione della avanzata dei
Canadesi; non c’era possibilità di transito tra est e ovest attraverso i rocciosi
speroni che arrivavano giù fino al Salso in ambo i lati del suo tributario
proveniente dal nord.
Tre cime montuose avrebbero avuto un ruolo importante nelle prossime
operazioni. A cinque miglia a nord-est di Regalbuto c’era una prominente
altura, la più ad est delle cime montuose dall’angolo formato dal Salso e dagli
argini del Troina, questa altura non ha un nome eccetto quello della sua
altezza in metri, Collina 736, due altre cime poco meno alte, monte Revisotto,
che si innalza dalle sponde est del fiume Troina, e monte Seggio sulla sponda
ovest del Simeto—che si innalza a più di 300 metri sopra il livello della
vallata del Salso. Queste tre colline dominavano tutta la valle a est da
Rigalbuto, e non c’era nessuna sicurezza che il passaggio delle truppe Alleate,
lungo il letto del fiume, fosse sicuro fin quando i nemici non fossero cacciati
dalla quelle alture.22
La difesa del settore nord dell’autostrada 121 era, come abbiamo già visto,
responsabilità della 15a Divisione Panzer Granatier. Durante la caduta di
Regalbuto e Centuripe, la parte maggiore della forza di combattimento di
questa Divisione era impegnata contro il II Corpo d’A. americano nella
disperata difesa di Troina. In seguito venne scoperto che il ruolo di proteggere
il lato sinistro della Divisione, tra l’autostrada 120 e il fiume Salso, era stato
assegnato al Reggimento Panzer Granatier,23 una formazione indipendente di
due battaglioni formata da truppe che avevano servito nel fronte Russo e da
veterani della 164a Divisione leggera africana.24 Dietro di loro c’erano il I e il
III battaglioni del III Reggimento paracadutisti, che, dalle posizioni di
Regalbuto, avevano ripiegato per difendere il fiume Simeto e l’approccio ad
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Adrano. Questa formazione aveva rinforzato le proprie file esaurite
assorbendo ufficiali e soldati del disonorato 923o battaglione Fortress.25
È da ricordare che il 31 luglio, mentre le operazioni contro Regalbuto
erano in progresso, il Generale Simonds impartì alla II Brigata canadese
l’ordine di mandare un plotone di esplorazione a nord del Salso e, nel giorno
successivo, diede ordine di occupare l’alto terreno a ovest del fiume Troina, la
Collina 736 e i suoi contraforti laterali. Il Generale Vokes assegnò tale
compito al Reggimento Edmonton. Un plotone di questo reggimento
raggiunse la base della Collina 736 durante la notte del 31 luglio, senza
incontrare alcun nemico, sparò verso la cima del colle diverse scariche da una
Gren gun ma non si ebbe nessuna reazione. Il mattino seguente, al ritorno,
riportò che quel terreno era sconnesso e faticoso, “i letti dei torrenti erano
aridi e rocciosi, ed era spossante percorrerli sia per gli uomini che per i
muli.”26
Nel pomeriggio del I Agosto, la compagnia fucilieri degli Edmonton si
radunò a metà strada tra Agira e Regalbuto, dove il fiume Salso scorre vicino
l’autostrada. Attesero l’arrivo dei muli che dovevano trasportare rancio e
munizioni, i mortai di tre inch del battaglione, e le mitragliatrici di media
portata di un plotone del gruppo di supporto della Brigata. L’impiego di muli
aprì una nuova pagina nella storia della fanteria leggera Saskatoon. Quei suoi
uomini, che mantenevano un diario, scrissero che “la Brigata è stata tutto il
giorno impegnata a portare i rifornimenti necessari per questa operazione.”
L’impiego dei muli ritardò la partenza, un messaggio dalla brigata al
Quartiere Generale della Divisione riportò che bardare i muli era una lavoro
lento.27 A mezzanotte il convoglio con l’approvvigionamento non era ancora
arrivato al punto stabilito (rendezvous). Quindi, il Lt.-Col. Jefferson decise di
mandare avanti solo la compagnia di fucilieri.
Gli Edmontons seguirono il corso serpeggiante del Salso per quasi quattro
miglia, e poi girarono bruscamente verso nord-est attraverso le colline. Il
terreno roccioso rallentò il loro procedere a un miglio all’ora, e fecero ritardo
anche perché aerei nemici sganciavano razzi luminosi forzandoli a
sparpagliarsi per evitare di essere visti. All’alba, la compagnia era ancora a un
miglio a ovest dalla loro meta, e l’area era attraversata dai proiettili (selfpropelled) della artiglieria nemica situata sul Salso, dal lato di Regalbuto.
Divenne apparente che il nemico aveva rioccupato la collina 736 e le vie di
accesso, con forze considerevoli dato che il fuoco pesante delle loro
mitragliatrici medie e dei mortai posizionati di fronte e sulla sinistra delle
trupppe canadesi, impediva alle avanguardie di consolidare le loro posizioni.
Erano costrette a cercare qualsiasi riparo possibile, dietro macigni o sotto
sporgenze del terreno. Nella impossibilità di scavare delle trincee dato il
terreno roccioso, le avanguardie degli Edmontons mantennero, sotto il fuoco
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ANELO PRINCIPE
nemico, le loro precarie posizioni tutto il giorno. Nel tardo pomeriggio si
ritirarono verso sud e si riorganizzarono sulle sponde del fiume.28
Il disappunto di non riuscire a conquistare Collina 736 venne irradiato da
una valorosa dimostrazione di coraggio di un membro di una delle compagnie
di riserva degli Edmontons. La compagnia “B” mentre stava per iniziare
l’attacco ebbe un numero di caduti e si fermò per riorganizzarsi. Pte. John
Low e un compagno della compagnia “D” erano tra coloro che si offrirono a
fare da portaferiti. I due soldati cominciarono a salire da masso a masso fino
al sentiero spazzato dal fuoco nemico, ma dopo aver avanzato per 150 metri il
compagno di Low venne ferito. In piena vista del nemico l’audace Edmonton
fasciò la ferita del suo compagno e poi lo trascinò dietro una roccia che dava
una certa protezione:
Per i suoi camerati, l’avanzare di questo soldato poteva finire solo con
la morte, ma rimasero meravigliati nel vederlo continuare verso i
soldati feriti. Il fuoco dei tedeschi sembrava che si concentrasse attorno
a lui. Si vedeva la polvere che i proiettili sollevavano lungo la linea
della sua direzione. Ma Pte. Low, rivelando intensa devozione al
dovere e molto coraggio, trascinandosi carponi per gli ultime 300 yards
raggiunse i feriti. All’aperto e sotto quel che al suo plotone sembrava
un fuoco assassino, egli fasciò le ferite dei tre uomini e a turno, uno
dopo l’altro, li portò al sicuro.29
Dopo aver finito il compito, Pte. Low ritornò alla sua compagnia e riprese il
suo lavoro di “first aid” (pronto soccorso). Per questa azione, gli è stata
concessa una ben meritata D.C.M. [Medaglia per condotta distinta].
Dopo il ritardo iniziale, i muli del reggimento Edmonton, seguendo piano
piano la fanteria, ebbero nuovi problemi dopo aver attraversato il fiume. Il
primo gruppo di ventinove bestie che trasportava le mitragliatrici dei reparti di
supporto venne terribilmente sparpagliato dal fuoco dell’artiglieria e dei
mortai, e tre mitragliatrici furono perse. Il resto del convoglio incontrò
difficoltà nel localizzare gli Edmontons, i quali per tutto il giorno non ebbero
contatto col Quartiere Generale della Brigata. Solo il terzo giorno, i muli
riuscirono a raggiungere le compagnie di fanteria e portare loro i mortai di 3inch, il pesante telefono (senza fili), e i necessarii rifornimenti d’acqua e
viveri.30
Per il pomeriggio del 3 agosto, Regalbuto era caduto e gli sforzi della
Divisione canadese erano ora concentrati lungo il suo fianco sinistro.
Nell’incontro giornaliero con i suoi subalterni, il generale Simonds discusse il
piano delle operazioni che avrebbero portato la seconda Brigata lungo il fiume
Simeto. Quella notte, il Reggimento Edmontons doveva lanciare un attacco
alla Collina 736 e catturare lo sperone, punto 344, a circa un miglio
dall’obiettivo principale, la vetta. Il resto della Brigata avrebbe avanzato
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G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
lungo la vallata del Salso, in tre stadi successivi per assicurare, durante le notti
seguenti, la linea di Troina, i fianchi del monte Revisotto e, in fine, il fiume
Simeto stesso. Durante queste operazioni il Generale Vokes doveva avere
l’appoggio di uno squadrone del Reggimento “Three Rivers”, di una batteria
howitzer di 3.7 inch, e dei quattro reggimenti della Divisione, poiché il 165o
Reggimento da campo R.A. [Artiglieria reale] era ancora sotto il comando
della I Divisione canadese.31
Un’ora prima di mezzanotte la compagnia “C” degli Edmontons attaccò
punto 344 e, malgrado la dura reazione, conquistò quella cima dopo cinque
ore di furioso comabattimento. Il resto di quella giornata venne adoperato per
perlustrare la vetta della collina 736, e il fiume Troina. Le altre compagnie del
battaglione non presero parte all’azione poiché esse si preparavano per la fase
successiva delle operazioni della Brigata, la cattura del monte Revisotto.32
Per l’avanzata principale della II Brigata, Vokes mise i Seaforth
Highlanders in testa, con l’odine di pulire, nel settore occupato dalla
divisione, il lato destro del fiume Troina. Il Battaglione auto-trasportato lasciò
il campo vicino Agira alle otto di sera del 3 agosto. Il percorso seguì un
sentiero molto sconnesso verso nord-est che, da Regalbuto, portava al ponte
della ferrovia che scavalcava il Salso. I soldati del Seaforth attraversarono il
fiume a piedi. I genieri della terza Compagnia da Campo si misero al lavoro e,
in quattro ore, riuscirono a spianare un passaggio a fianco alla linea ferroviaria
che permise ai veicoli cincolati di attraversare il fiume. A poche metri più in
giù, spianarono con i bulldozers il letto secco del fiume dai grossi macigni,
permettendo la circolazione dei veicoli.*[Il piano grafico del lavoro dei
genieri che attraversa il Salso e la fila di muli degli Edmontons sono
documentati nelle fotografie del Capitano W.A. Ogilvie, Artista canadese di
guerra, che in Sicilia servì con la V Divisione.] Questa strada alternativa
venne completata per il pomeriggio del giorno 4; ma già un plotone di genieri
(sappers) si era spostato prima, per cominciare a spianare, sotto il fuoco
nemico, un passaggio lungo sei chilometri attraverso il terreno irregolare
verso il fiume Troina.33
Approfittando del buio notturno, Lt.-Col Hoffmeister guidò la marcia delle
sue compagnie verso est, lungo il lato nord della valle del Salso,
mantenendosi sempre sull’alto argine nordico del letto sempre più largo del
fiume. Tutti i veicoli vennero per forza lasciati dietro sull’argine sud. Per
mantenersi in contatto col Comando di Brigata, si prestò, con considerevole
impegno, un plotone della compagnia fucilieri di riserva che trascinandolo
portò avanti, su un carretto a mano, un pesante apparecchio rice-trasmittente
senza fili 22. Un’ora prima dell’alba, le avanguardie fecero contatto con la
compagnia degli Edmontons in tempo per aiutarli nell’occupare Punto 344. E
quando l’alba spuntò, si trovarono ai piedi del loro obbiettivo, a metà strada
1300
ANELO PRINCIPE
tra il Troina e Collina 736 –“Una collina selvaggia sormontata sulla sinistra da
una cresta rocciosa che si impennava dritta fino alle nuvole.”34 Hoffmeister
ordinò alla Compagnia “A” di assaltare la posizione; e il Maggiore Bell-Irving
decise di attaccare dal fianco destro, ricordandosi, senza dubbio, del successo
che la sua compagnia aveva ottenuto, in una manovra simile, alla periferia di
Agira (vedi pagina 131 sopra). Il piano funzionò, e prima che il sole si
innalzasse nel cielo, la Compagnia “A”, dopo un duro combattimento con i
difensori della posizione, i Granatier Panzers reduci d’Africa, ottenne una
solida posizione nella punta sud del loro obbiettivo.35 La Compagnia “D”
sfruttò il successo con l’appoggio delle mitragliatrici della fanteria leggera
Saskatoon poiché, nel frattempo, molti dei muli che si erano sparpagliati erano
stati recuperati. Le postazioni dei franchi tiratori tedeschi e delle loro
mitraglie su i puntoni (“crags”) alti sul lato nord dello schienale vennero sotto
l’accurato tiro delle 75-millimetri dei due gruppi di carri armati Three Rivers
che avevano attraversato il ponte della ferrovia e, quindi, raggiunto la zona di
battaglia. Nella tarda mattinata, i Seaforth avevano completamente raggiunto
il loro obiettivo.36
Come il fiume nel quale si immetteva, il Troina a metà estate era un corso
arido fittamente coperto di rocce che i torrenti invernali avevano trascinato dai
loro argini. A circa un miglio dall’affluire nel Salso, il letto del fiume era poco
meno di duecento metri con argini profondi che si innalzavano fino ai campi
pietrosi di grano che si estendevano su tutta la pianura. In un punto, sulla
sponda sinistra, l’argine, alto circa tre metri, rivelava una mulattiera stretta
che, a circa tre chilometri ad est, saliva verso la strada Troina-Adrano. Il
Generale Vokes scelse questo punto per attraversare e, quindi, ordinò ai
Patrician di costruire una testa di ponte e aprire una strada oltre l’argine del
fiume. Il battaglione attraversò il Troina alle sette e mezza di sera senza
incontrare opposizione; questo perché nel tardo pomeriggio una compagnia
dei Seaforth, appoggiata dal fuoco dei carri armati, s’era scontrata col nemico
e con successo l’aveva sloggiato dal lungo sperone che segnava l’obbiettivo
del P.P.C.L.I. Prima che calasse il buio, la strada era fermamente sotto
controllo, e con questo, la prima fase dell’operazione della Brigata contro
Adrano era stata completata.37
L’avanzata da Troina verso est, 5 agosto
La conferenza divisionale tenuta il 3 agosto aveva deciso, come prossima
tappa nell’avanzare della II Brigata, di catturare Monte Revisotto; ma nel
pomeriggio del 4, sviluppi inaspettati, nell’ampio campo delle operazioni,
portarono ad una modifica del piano. La perdita di Agira, Regalbuto,
Catenanuova e Centuripe aveva costretto il nemico a ritirarsi dalla pianura di
Catania sulla sua ultima linea di difesa; e nella ritirata verso nord, lungo tutto
il fronte della 13o Corpo d’A., il nemico effettuò larghe demolizioni stradali e
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Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
fece saltare in aria depositi di munizioni, indicando la sua precipitosa ritirata
verso nord. Alla conferenza del 4, il Generale Montgomery diede al “30 Corps
d’A., il compito di penetrazione”;38 e nello stesso pomeriggio, il Generale
Leese discusse, con i comandanti della sua divisione, la necessità di accelerare
il corso delle operazioni. L’intenzione del Corpo d’A. era di catturare, appena
possibile, Adrano e, poi, spingersi a nord, verso Bronte. La 78a Divisione
dovrebbe, quella sera (4-5 agosto), assicurare una testa di ponte lungo il fiume
Salso a nord di Centuripe e, la notte seguente (5-6 agosto), attraversare il
fiume Simeto a nord della sua immissione nel Salso. La I Divisione canadese
doveva, la notte del 5-6 agosto, rendere sicuro monte Seggio e installare una
testa di ponte attraverso il Simeto. L’assalto finale ad Adrano doveva avvenire
la terza notte, per opera della 7a Divisione, e se questo attacco dovesse fallire,
un nuovo assalto dovrebbe essere intrapreso 24 ore dopo, insieme alla
Divisione canadese. Durante queste operazioni, la 51a Divisione Highlanders
avrebbe continuato a proteggere il lato destro del Corpo d’A. e avvrebbe
aiutato l’assalto finale ad Adrano, attaccando il vicino paese di Biancavilla.39
Poche ore prima della conferenza del 30o Corpo d’A., il G.O.C. [General
Office Commanding] della I Divisione canadese aveva scalato la ripida
collina Centuripe insieme ai Generali Leese ed Evelegh, e il comandante
dell’Artiglieria Reale, Generale A. B. Matthews.40 Da questa imponente
altezza, il Generale Simonds aveva studiato l’intera area dove le prossime
operazioni dovevano avvenire. La vasta pianura, ben coltivata formata,
dall’incontro del Salso e del Simeto si estendeva davanti ai suoi occhi come
un modello in miniatura di sabbia su un tavolo. Alla sua destra, mezza dozzina
di miglia verso il nord-est, si scorgevano le sbiancate tegole dei tetti di
Adrano, l’obbiettivo del Corpo d’A., e si stagliavano chiaramente, alla luce
del sole mattutino, contro il vasto sfondo dell’Etna. Davanti a lui, il terreno si
estendeva, salendo dalle sponde dell’Adrano lungo le ondulate colline, fino
alla sommità della Collina 736; i monti Revisotto e Seggio erano avamposti di
quella enorme e rampante altezza che copriva l’orizzonte verso nord. Ai suoi
piedi, lungo la vasta pianura, il letto secco e serpeggiante del Salso si snodava
in larghe curve verso il nord per incontrare il rapido fluire del fiume Simeto
che sbocca da dietro di un sperone del monte Seggio. Vicino al punto dove
questo sperone scivola nella pianura, si trova il piccolo borgo di Carcaci,
situato su un sollevamento del terreno tra le piantagioni irrigate di limoni e
aranceti. Un tempo, qui, a Carcaci, viveva una comunità fiorente di più di
mille abitanti, ora il paese si è ridotto, per via delle successive epidemie di
malaria, a circa un centinaio di persone e poche casupole. Attraveso questo
paese passa la strada di Troina per congiungersi con l’autostrada 121, a circa
un miglio verso il sud-est, proprio prima che l’autostrada, attraversando il
Simeto, inizia il suo lungo salire, a zig-zag, verso Adrano.
1302
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Al suo ritorno al Quartiere Generale, Simonds proseguì fino al comando
della II Brigata per discutere col Generale Vokes. Il suo piano era di lanciare
un attacco con la fanteria e i carri armati il mattino seguente e, attraversando il
Salso in quel punto dell’autostrada dove il ponte era stato demolito,
congiungersi con l’avamposto della 78a divisione a circa tre miglia
dell’incrocio per Troina-Salso. Per questa operazione, il G.O.C. mise sotto il
comando di Vokes i Three Rivers e lo squadrone “A” del VI reggimento
canadese di ricognizione.41
La sera del 4 agosto, in una lettera indirizzata a Vokes, Simonds ampliò il
suo piano. Egli scrisse che, quel pomeriggio, la 78a Divisione aveva
attraversato il Salso e intendeva spingere le forze di ricognizione verso monte
Seggio in modo da allentare la pressione sul fronte tenuto dai Canadesi:
Considero che le caratteristiche del Pt 332*[La collina occupata dai
P.P.C.L.I. quella sera.] in 6498 è nelle vostre mani e passi, per
attraversare il fiume Troina, sono a disposizione, quindi un attacco
veloce può essere vibrato nella campagna ondulata a nord del fiume
che vi porterà proprio sulla riva ovest del fiume Simeto.
Egli continuò a dirigere l’organizzazione di una forza d’attaco sotto il Lt.-Col.
E. L. Booth, Ufficiale Comandante del reggimento corazzato che
comprendeva, oltre ai carri armati e allo squadrone di ricognizione, un
battaglione di fanteria, una batteria di artiglieria mobile, e uno o due reparti
con pezzi anticarro. Questo attacco avrebbe sorpreso il nemico e
“probabilmente ci sarebbe stato un ottimo scontro in aperta campagna”, dove i
carri armati avrebbero la possibilità di manovrare bene. Il comando G.O.C.
prevedeva che le operazioni già programmate contro monte Revisotto e monte
Seggio, come parte dello sforzo delle forze motorizzate, venissero messi in
atto. E concludeva la lettera, scrivendo:
È lei che deve dare il giudizio finale se oggi la situazione locale
presenta o non presenta la possibilità del colpo che io prevedo, le
indicazioni di oggi sono tali che la resistenza del nemico si stia
sgretolando, e penso che possiamo permetterci di prendere rischi
(chances) maggiori di quelli che siamo stati capaci di prendere negli
ultimi giorni.42
La lettera originale del Generale Simonds è inclusa nel diario della II
Brigata. Una nota a matita, scritta dal Generale Vokes, riporta quanto segue:
Questa lettera arrivò dopo le 23:00 del 4 agosto 43. Un ordine quasi
identico era già stato emanato da me e i preparativi erano già in corso.
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Non furono necessari cambiamenti. L’attacco fu un successo. 5 agosto
43.
C. Vokes Brig.43
Il Comandante della Brigata scelse la fanteria dei Seaforth Highlanders
come componenti della forza mobile. Appena dopo la mezzanotte,
Hoffmeister incontrò Booth, e, “in una casa deserta di campagna alle ore
02:00”, prepararano i loro piani ed emanarono gli ordini, mentre “sporadici
bagliori di spari di mortaio”44 schiarivano momentaneamente la campagna e
rompevano il silenzio notturno. Carri armati e armi di supporto avrebbero
attraversato il Salso vicino il ponte della ferrovia, a nord-est di Regalbuto,
raggiungendo i Seaforth presso il fiume Troina, attraversandolo prima
dell’alba. Lungo questa prima linea, l’intera forza doveva attaccare alle 6:00
a.m. attraverso i vigneti e frutteti tra il fiume Salso e la strada per Troina e,
girando a nord di Carcaci, avrebbero occupato il rialzo di terreno sulla sponda
ovest del Simeto. La colonna avrebbe seguito lo Squadrone Principessa Luisa
ch’era in testa: venivano in ordine, la sezione genio (engineer), lo squadrone
“B” della Three Rivers che trasportava la compagnia “C”, e lo squadrone
corazzato “A” che portava la compagnia “A” dei Seaforth. Il resto delle forze,
cioé le riserve, avrebbe seguito. Il Lt.-Col. Booth avrebbe potuto chiamare in
supporto i pezzi semoventi dello 11o Artiglieria Reale a cavallo, i regimenti
canadesi 165o e il III campale, e il 7o Reggimento medio (il resto
dell’artiglieria divisionale stava cambiando posizione, per l’assalto finale ad
Adrano).45
Si fecero le otto prima che la “Booth Force iniziasse l’offensiva perché lo
squadrone di ricognizione aveva avuto difficoltà nello attraversare il ponte
ferroviario sul Salso. Grazie all’efficienza del genio nel ripulire il letto del
Troina dalle mine, i carri-cisterna, i camion e i carri armati raggiunsero la
sponda est senza incidente. Da lì, l’avanzata procedette come era pianificata.
Con i Principessa Luisa alla avanguardia, e gli uomini del Seaforth attaccati ai
Shermans che seguivano, la piccola forza si mise velocemente in marcia verso
Carcaci.
I tedeschi del III Reggimento paracadutisti nascosti dietro i massi di pietra
e le insenature del terreno, armati di mitraglie e mortai, aspettavano l’arrivo
dei canadesi. Prima di cominciare a fare fuoco attesero che il convoglio dei
trasporti fosse a 500 metri dai loro rifugi, in modo da permettere (come un
prigioniero tedesco rivelò dopo) alla fanteria di arrivare entro il raggio del
loro tiro. Ma le due compagnie dei Seaforth erano già smontati dai veicoli
assai prima, e ora i Shermans dello Squadrone “B” protetti dai mezzi corazzati
“avanzavano verso il loro obiettivo con la velocità massima dei carri armati”,
1304
ANELO PRINCIPE
li seguiva la compagnia “C” dei Seaforth col sostegno del secondo squadrone
di carri armati.46
Erano le 10:30 quando i tedeschi aprirono il fuoco ed ebbe inizio un
vivace combattimento. Dopo, c’é stato un comune giudizio tra i partecipanti e
gli osservatori—incluso il Generale Simonds, che insieme al Comandante
dell’Armata osservando dalla sommità di Centuripe, conclusero ch’è stato un
attacco combinato di vanteria e mezzi corazzati modello. Ognuna delle due
Armi diede eccellente appoggio all’altra. Benché il nemico avesse il vantaggio
della posizione, non aspettandosi un attacco con l’impiego di carri armati, era
sprovvisto di armi anti-carro. Secondo il diario dei Three Rivers, “venne
trovato che il modo migliore per sconfiggere i tedeschi (deal with them) era di
impiegare i carri-armati a esplorare il terreno intorno e ripulire gli angoli
sospetti con il 75mm. H.E. [High explosive] e con scariche di mitragliatrici.”
In alcune circostanze i carri armati furono capaci di scovare il nemico
incendiando l’erba secca e pulire con “tracer ammunition”; poi mentre i
tedeschi uscivano allo scoperto, venivano colpiti con le armi leggere. Durante
la mattinata il nemico tentò un contro-attacco, cercando di aprirsi un varco tra
i Canadesi e gli Irlandesi del II Battaglione del London Irish Rifles (della 78a
Divisione), che aveva occupato Carcaci. Il tentativo dei tedeschi fallí.
Susseguentemente, Forze Booth usarono con molto vantaggio il servizi di una
F.O.O. [Ufficiale osservatore avanzato] britannica che dal suo punto
vantaggioso di osservazione nel villaggio poteva dirigere il fuoco
dell’artiglieria.47
Per mezzogiorno la Compagnia “C” era in possesso di un punto solido
nell’angolo sud del loro obbiettivo e c’erano segnali che il nemico si ritirava
verso il nord-est, benché il fuoco della retroguardia, dislocata dietro le rocce,
continuava ad arrivare. Hoffmeister (che, durante l’azione, era con i carriarmati e poté mantenere il controllo) per sfruttare il suo primo successo,
mandò avanti la compagnia “A”, lungo l’estremo fianco destro. Una dopo
l’altra, le posizioni dei paracadutisti [tedeschi] furono metodicamente spazzate
via, e gli accaniti difensori resistevano, secondo un osservatore, “fino
all’ultimo uomo e all’ultima cartuccia”.48 Infatti, solo poco più di una dozzina
vennero fatti prigionieri, e un messaggio arrivato al comando del Generale
Vokes, nel pomeriggio, riportava che nella zona “erano stati trovati molti
tedeschi uccisi”.49 In paragone le perdite dei canadesi furono leggere: lo
squadrone di ricognizione non ebbe nessuna perdita, mentre il reggimento dei
carristi perse due uomini. Le perdite furono numerosi tra i Seaforth che ebbero
undici uomini uccisi e 32 feriti, le perdite più severe dall’inizio della battaglia
per Leonforte.
Le operazioni del Booth Force furono un completo successo. Una
ricognizione degli argini del Simeto a est dell’alto terreno appena conquistato,
intrapresa nel tardo pomeriggio, rivelò che il nemico “si era ritirato in gran
numero lungo la vallata e, apparentemente, con un certo disordine.”50 Per la
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“sicura determinazione” con la quale il Lt.-Col. Booth aveva espletato il suo
compito, gli venne conferita la D.S.O. [Companion of the Distinguished
Service Order]. (Dopo venne ucciso in Francia, a nord di Falaise, mentre era
al comando della IV Brigata corazzata canadese). Le falde di Adrano furono
liberate, comunque, con la collaborazione di tutte le armi, punto che il
Generale Simonds mise in chiaro in una susseguente intervista radio:
Questa pianura era il primo pezzo di terreno sul quale era possibile
impiegare carri armati con massimo effetto—e questo è stato possibile
grazie all’operato del Ventesimo Reggimento Corazzato Canadese che
fu capace di conquistare così rapidamente l’argine ovest del Simeto,
dopo aver attravesato il Troina. Ciò è stato possibile grazie all’ottimo
lavoro del genio nel costruire un passaggio attraverso il Salso fino al
Troina, permettendo ai carri armati di procedere - e questo passaggio
venne preparato mentre i genieri erano sotto il fuoco pesante
dell’artiglieria [nemica]. In più—i genieri non potevano attraversare
finché la fanteria, appoggiata dai cannoni, non avesse ottenuto un
avanposto, e l’intera operazione non poteva essere intrapresa fino che i
servizi e l’approvvigionamento avessero provveduto alle necessità.
Quello che voglio enfatizzare è che tutte queste operazioni ebbero
successo, perché ogni arma e i servizi hanno fatto bene la loro parte—
benché la parte spettacolare alcune volte cade su singole unità, e la
fanteria porta il peso maggiore del combattimento, il successo ultimo è
il risultato del contributo di tutti.51
Monte Revisotto e monte Seggio, 5-6 agosto
Dal compito assegnato alla Divisione canadese, la notte del 5 agosto rimaneva
solamente la cattura dei monti Revisotto e Seggio. Durante il pomeriggio, la
Collina 736 era in mano al Reggimento Edmonton. In mattinata, la compagnia
“C” aveva catturato un punto intermedio, a mezzo miglio dalla vetta ch’era
tenuta da una forza nemica, stimata dopo, di circa 100 soldati. Siccome gli
uomini della compagnia “C” erano quasi esausti dopo essere stati per quattro
giorni sotto il fuoco nemico, esposti a un sole ardente e, praticamente, senza
dormire, due plotoni della compagnia “D” furono portati avanti per assistere
nell’assalto finale. Attaccarono alle 4:30 p.m., appoggiati dalle armi del III
Reggimento da campo, da un distaccamento di mortai e due mitragliatrici che
erano state recuperate dallo sparpagliamento della carovana di muli. Malgrado
le difficoltà, per la mancanza di comunicazione tra la fanteria e l’artiglieria
poiché la radio senza fili N. 18 non funzionava‒venne improvvisata una
catena passa-voce con la quale, l’ordine di fare fuoco, passava dall’uno
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all’altro e all’altro‒il Reggimento da campo fece quello che gli venne
richiesto di fare. Il comandante della compagnia “C”, il Maggiore A. S.
Donald che vince un D.S.O. per il suo ruolo in quella battaglia, condusse la
sua piccola forza “su, attraverso e attorno alla zona spazzata dai proiettili fino
a raggiungere una posizione da dove la cima venne presa d’assalto e
conquistata.”52 Un aspetto incoraggiante dell’azione era, secondo un ufficiale
della Edmonton, “che quando un ufficiale veniva ucciso, un altro gravemente
ferito e i sergenti dei due plotoni uccisi, gli allievi N.C.O.[Non-commioned
Officer] continuarono l’attacco fino al successo finale.”53
L’ufficiale ferito era il Sottotenente J. A. Dougan, il quale aveva
dimostrato tanta destrezza la sera del 26 luglio (vedi p. 130) nel dirigere il suo
plotone attraverso il blocco stradale sulla via Agira-Nicosia. Per il coraggio
dimostrato sulla Collina 736, il Sottotenente Dougan venne decorato con la
Croce Militare e (alla Croce vi aggiunse anche una mostrina (bar to it) sullo
spartiacque di San Fortunato nel settembre del 1944). Mentre spronava il suo
plotone all’ultimo assalto, venne ferito da proiettili di mitragliatrice ad ambo
le braccia e le mani. Testimoni oculari dichiararono che “egli riusciva a
stringere il revolvero soltanto usando ambo le mani. Soffrendo intensi dolori,
Dougan guidò per 300 metri, in territorio aperto, il suo plotone nell’assalto
finale, conquistando il suo obiettivo.”54
Monte Revisotto e Monte Seggio vennero conquistati solo la mattina del 6
agosto. Le Compagnie “A” e “B” del Reggimento Edmontons incontrarono
dura opposizione durante il giorno 5 e venne deciso di rimandare l’assalto
finale finché si potesse ottenere l’appoggio dell’artiglieria.55 Più tardi, nella
stessa giornata, i Patricias ai quali il Generale Vokes aveva affidato il compito
di catturare monte Seggio, mandarono avanti, dal fiume Troina, due
compagnie per attaccare dalle posizioni già occupate dalla forza Booth. Poco
prima di mezzanotte, questi raggiunsero il Quartiere generale dei Seaforth,
ch’era stato stabilito in una stanza vecchia di una casa di campagna. Qui, i
comandanti della compagnia P.P.C.L.I. trovarono il Tenente Colonnello
Hoffmeister “seduto su una sedia di paglia dilapidata, masticare un pezzo di
galletta con della marmellata, e sembrava molto stanco.” Da lui appresero
della situazione esistente su monte Seggio e insieme discussero il piano di
attacco.56
Le forze P.P.C.L.I. si mossero su, verso l’area tenuta dalla compagnia
avanzata dei Seaforth, il loro procedere subì del ritardo poiché ottennero un
passaggio da uno squadrone di carri armati che, nel buio, smarrirrono subito la
strada. Poiché si credeva che Seggio fosse tenuto da una sostanziale forza
nemica, i Patricias decisero di rimandare il loro assalto fino al giorno seguente
quando potevano avere l’appoggio dell’artiglieria e dei mortai pesanti. Ma,
durante la notte, i tedeschi abandonarono la posizione. Quando la mattina del
6, i canadesi attaccarono non trovarono resistenza e monte Revisotto e monte
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Seggio vennero facilmente occupati.57 Il fianco sinistro del 30o Corpo d’A.,
lungo la linea del Salso, era ora assicurato.58
Il combattimento nella valle del Salso è stato l’ultima operazione
importante della Divisione canadese in Sicilia. Nei giorni dal 2 al 6 agosto, la
II Brigata perse, tra feriti e uccisi, 150 uomini. I più colpiti furono gli
Edmontons. Nei combattimenti per la collina 736 e per monte Revisotto,
persero 93 uomini, 26 dei quali uccisi.
Nel suo rapporto del 6 agosto a Berlino, Kesselring preoccupato come al
solito di riportare gentilmente cattive notizie, presentò come una possibilità
quello che era già accaduto: “Se non fosse possibile correggere la situazione
nel settore della 15a Divisione Panzer Granatier, il Comando del Corpo
d’armata ritira la Divisione per ridurre la posizione”.59 La Divisione
[canadese] ebbe pesantissimi compiti. Il settore in cui operavano la Divisione
Hermann Göring e il 29o Panzer Granatier aveva i canadese sul fianco sinistro
e sul fianco destro si allungava tra i limiti delle due Armate, inglese e
americana, e coprima l’importante autostrada 120. Il controllo di questa
importante via di transito era vitale per la ritirata a ovest dell’Etna delle forze
tedesche. Questa outostrada era anche l’asse centrale dell’avanzata della I
Divisione americana, e proprio lungo questa strada—la Divisione Hermann
Göring aveva il compito di fermare i canadesi a Regalbuto—la 15a Divisione
Panzer Granatier decise di fermare l’avanzata degli americani resistendo
fermamente a Troina.
La lotta per Troina è stata descritta come “la più contestata battaglia
combattuta dalla Settima Armata nella Campagna in Sicilia.”60 Per cinque
giorni il paese è stato cotinuamente sotto l’attacco dalla fanteria americana,
appoggiata dal fuoco di un battaglione e mezzo di artiglieria e col continuo
supporto di aerei da bombardamento di media portata e dagli aerei da
combattimento degli squadroni Mitchells e Baltimores. Durante quel periodo
il nemico, in uno sforzo determinato di mantenere aperta la linea-vitale
dell’autostrada 120, lanciò non meno di venti-cinque contro-attacchi. Per la
sera del 5 agosto, comunque, gli americani erano in comando del terreno
dominante Troina, e il paese stesso venne occupato il mattino seguente.61
Aerei di ricognizioni degli alleati, al ritorno, riportavano che nel pomeriggio
del 5 agosto il traffico del nemico diretto verso est, verso Cesareo, era
congestionato. Il giorno 6, era chiaro che la parte consistente delle forze
tedesche si era ritirata dal settore di Troina, lasciando piccoli gruppi di
retroguardia per ingaggiare gli Alleati con tederminazione lunga l’autostrada
minata.62 Nel settore canadese, l’accenno al disordine durante la ritirata dei
tedeschi venne appreso da tre paracadutisti tedeschi catturati il 6, i quali
dichiararono che il nemico si era sgretolato in gruppi di due o tre, con
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ANELO PRINCIPE
l’istruzione di raggiungere come meglio potessero la truppa lungo la strada
Adrano-Bronte.63
La fermata a Simeto
I colpi vibrati al nemico nelle posizioni occidentali hanno prodotto sul fianco
destro i risultati desiderati dagli Alleati. La notizia migliore venne all’Ottava
Armata il 5 agosto, quando il 13o Corpo d’A. riportò che quella mattina la 50a
Divisione aveva occupato Catania.64 Inoltre, nell’interno, le truppe britanniche
occuparono i paesi lungo la linea segnata dalle colline a sud di Enna. Alle
4:45 p.m., Montgomery segnalò la buona notizia ad Alexander:
Abbiamo catturato Catania, Misterbianco e Paterno...le truppe
avanzanti rimaste, il 30o Corpo d’A. è ora a 2000 metri da Biancavilla
e a poco meno di 1000 metri da Adrano. Mantengo il tempo delle
operazioni e quando Adrano viene assicurato avanziamo rapidamente
verso Bronte e Randazzo*.65 [l’ annuncio per quanto riguarda Paterno
sembra che fosse prematuro. Benché un Sitrip (situational report)
dell’Ottava Armata, emanato alle 4:00 p.m. del 5 agosto, riportava che
il paese era stato catturato, un’ora prima, dalla 13a Brigata (V
Divisione), secondo il diario di guerra della Brigata le truppe entrarono
a Paterno alle 10:15 a.m del 6. agosto…quando la Brigata divenne
parte del 13o Corps d’A”, W.Ds. H.Q. I, II e III Brig., 6-7 agosto 43.]
Nel fronte ridotto della Ottava Armata, l’asse lungo il quale avanzavano
parecchie divisioni convergeva e bisognava pertanto ridurre il numero delle
formazioni ingaggiate. Con la caduta imminente di Adrano la fine
dell’operazione “Hardgate” era in vista; da lì, la zona di operazione del 30o
Corpo d’A., ad ovest e a nord dell’Etna, sarebbe ridotta ad una divisione, la
78a. La partecipazione attiva della I Divisione canadese, nella campagna
siciliana, stava per essere rapidamente chiusa.
L’operazione finale, durante la notte del 5-6 agosto la III Brigata
attraversò il fiume Simeto senza spargimento di sangue. Dall’area di
concentramento presso Regalbuto, il 22o Reggimento Reale venne autotrasportato attraverso i fiumi Salso e Troina, su camion canadesi, i quali in
pochi giorni di attività avevano effettivamente giustificato la loro presenza.
Vicino Carcaci, le truppe scesero dai veicoli e per le sette del mattino avevano
assicurato, senza nessuna difficotà, una testa di ponte attraverso il Simeto.
Trovarono le postazioni nemiche per mitragliatrici abbandonate e si vedevano,
ovunque, tracce della partenza affrettata.66 Il Lt.-Col. Bernatchez, in gara con
la 78a Divisione per raggiungere Adrano, spedì immediatamente plotoni di
ricognizione verso il nord e verso est. Al Royal 22e vennero uniti le unità
rimaste della III Brigata, mentre i battaglioni avanzati della I Brigata che
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Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
originariamente avevano il compito di avanguardie per esplorare lungo il
Simeto si fermarono temporaneamente nell’area di Carcaci. Le unità della II
Brigata erano schierati sulla sinistra della Divisione—i Seaforth ritornarono
sull’argine est del Troina, mentre gli Edmontons e i Patricias, rimasero
rispettivamente sul monte Revisotto e monte Seggio, e continuarono, durante
il 6 e 7, la ricognizione tra le colline del nord e dell’est.67
Esonorata da responsabilità operative, la Divisione canadese si mosse, i
giorni 11-13 agosto, in un’area di concentrazione al limite meridionale della
pianura di Catania.68 La I e la II Brigata si trovarono sul terreno sopra
Militello, a non più di dieci miglia da Grammichele; dove, quattro settimane
prima, gli Hastings e i Prince Edwards avevano avuto il primo scontro con i
tedeschi. Il Comando divisionale e la III Brigata si alloggiarono a
Francofonte, a circa nove km. verso est. In riposo ben meritato, i canadesi, in
un lungo mese nell’interno della Sicilia, avevano percorso circa 200 km., gran
parte attraverso terreno sconnesso e montagnoso, esposti a condizioni severe
di polvere e caldo, e impegnati contro un nemico determinato e pieno di
risorse. La mancanza d’ombra e sotto i raggi del sole, nella loro nuova
posizione non significava molto; c’erano, invece, delle lamentele per il
flagello delle mosche, ma la sovente ventilazione portava un certo sollievo dal
caldo e l’altitudine proteggeva contro le zanzare portatrici di malaria (vedi p.
176, avanti).
Verso mezzogiorno del 10 agosto, il Generale Dempsey del 13o Corpo
d’A. prese il comando della Divisione canadese e, tre giorni dopo, si liberò
della responsabilità del comando al 30o Corpo d’A.69 Il Quartiere Generale di
Dempsey si ritirò per allestire il piano per l’invasione dell’Italia continentale.
Nello stesso tempo la V Divisione venne posta in riserva perché insieme alla
Divisione canadese erano state scelte a prendere parte nelle prossime
operazioni.
Il ruolo della Brigata Corazzata nella Campagna “Husky”
La storia delle operazioni canadesi in Sicilia non sarebbe completa senza un
breve resoconto delle attività della I Brigata corazzata. Di questa Brigata
abbiamo seguito la fortuna di una unità, il Reggimento Three Rivers; il quale
ebbe una parte importante nell’avanzata della I Divisione canadese dalla
spiaggia di Pachino fino al fiume Simeto. Questa Brigata consistente oltre al
Reggimento Three Rivers (del Quartiere generale del Brigadiere Wyman, dei
Reggimenti Ontario e Calgary e delle unità (medica, ordinanza e servizi)
s’era imbarcata per l’Italia nel secondo convoglio, come già riportato. La sera
del 13 luglio, L.S.Ts. del convoglio lento sbarcò i carri armati a Siracusa e, da
lì, si mossero a Cassibili, un’area portuale vicina, a nove miglia a sud-ovest
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ANELO PRINCIPE
dal porto. La nave Cameronia del convoglio veloce con i soldati approdò
quattro giorni dopo e la truppa marciò verso il campo quella sera stessa.70
La brigata (meno il Reggimento Three Rivers), essendo parte della riserva
della Ottava Armata, venne posta sotto il comando della 7a Divisione
corazzata, comandata dal Major-General G. W. E. J. Erskime; il quale era
arrivato da Tripoli il 14 luglio con un ristretto quartiere generale tattico per
raguagliare l’Ottava Armata come impiegare le forze corazzate.71 La
formazione canadese rimase per un mese nell’area di Cassibile, per
acclimatizzarsi ed adattarsi al nuovo ruolo. A causa delle incursioni aeree
nemiche su Siracusa, la sveglia era ogni mattina alle cinque, e tutte le unità
erano in allerta, i motori accessi e tutto era pronto per entrare, se fosse
necessario, istantaneamente in azione.”72
Nelle prime ore del mattino del 21 luglio, la brigata cominciò a mettersi in
posizione, a quattro miglia a nord-est di Scordia, nella contrada (regione)
Cucco, una zona lungo lo scarpamento meridionale dei piani di Catania, a sud
del fiume Gornalunga (vedi mappa 1). Aveva il compito di controllare un’area
di quindici chilometri, tra due Corpi dell’Ottava Armata, che, allora,
mantenevano una linea difensiva lungo il fiume Dittaino. Il 23, le unità
schierate nella loro nuova posizioni erano pronte (come viene confermato in
un ordine operativo della Brigata, datato 27 luglio) a distruggere “tutti i
tentativi nemici di attacco tra il fianco sinistro del 13o Corpo e il fianco destro
del 30o Corps d’A.” Avanti, i carri armati canadesi del reggimento di
ricognizione della V Divisione controllavano l’area tra il Gornalunga e il
fiume Simeto, e alla sua destra una barriera anticarro era mantenuta dai
cannoni della stessa divisione (la 105a), formando un forte schermo protettivo.
Il compito dei Canadesi era di appoggiare queste unità e “di essere pronti, se
si presentasse l’occasione, a ingaggiare i carri armati tedeschi”. Ma non ci fu
nessun attacco tedesco, e per la fine del mese, unità della brigata vennero
trasferite altrove per la fase finale della campagna.
Il 31 luglio, appena il 30o Corpo d’A. cominciò le operazioni preliminari
di “Hardgate”; al Reggimento Ontario, comandato dal Lt.-Col. M. P.
Johnston, venne assegnato il compito di appoggiare la 13a Brigata della V
Divisione; la Brigata aveva la responsabilità di difendere due passi lungo il
fiume Dittaino, a Stimpato e Sferro, sull’estremo fianco ovest del 13o Corpo
d’A. Il 28 luglio, la Brigata corazzata canadese venne posta sotto il comando
di questo Corpo d’A., quando il Quartiere Tattico della 7a Divisione corazzata
ritornò a Tripoli, dopo la breve permanenza in Sicilia.73 La Brigata, meno
l’11o e il 12o Reggimento, mantenne il ruolo difensivo presso Scordia,
prendendo temporaneamente sotto il suo comando il 98o Reggimento campale
(S.P.) R.A., uno squadrone del I Reggimento scorpione*[“Scorpione” vennero
modificati con General Grant tanks con un speciale dispositivo “whiplike”
atto a ripulire i campi minati.], e una batteria anti-aerea leggera britannica.
Mentre la 51a Divisione Highlander si spinse avanti sul fianco destro il 30o
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Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
Corpo d’A. Squadroni del Reggimento Ontario, attraversando il fiume
Dittaino, diedero supporto alle unità della 13a Brigata, durante la parallela
avanzata verso nord-est.74 L’aeroporto di Gerbini venne occupato il 4 agosto e
il 6, la 13a Brigata entrò a Paterno, senza incontrare opposizione (vedi p. 164,
sopra).
Mentre la ritirata generale del nemico continuava, la V Divisione, fianco
sinistro della formazione del 13o Corpo d.A., si trovò ad operare su un terreno
difficile, sulle colline a sud-est dell’Etna e sulle prime rampe del vulcano
stesso. Il terreno ripido, le spianate di roccia sconnessa, e gli ondulati ripidi
pendii di lava, fecero sì che, in alcuni posti, fu impossibile non uscire dalla
strada, costringendo la divisione ad avanzare con una singola brigata. I ponti
demoliti rendevano difficile il procedere dei carri armati che venivano
impiegati nel respingere i contrattacchi di piccoli ma vigorosi gruppi della
persistente retroguardia tedesca.75 Il 7 agosto vennero presi Belpasso e
Nicolosi sulla magnifica “autostrada” che s’innalza fino a metà dell’Etna. Il 9,
il Generale Montgomery decise che il 13o Corpo d’A. doveva adottare un
ruolo più aggressivo, da quello avuto finora: mantenere contatto col nemico
senza coinvolgersi in maggiori operazioni e subire grave perdite. E, quindi,
diede ordine che il Corpo d’A. avanzasse lungo lo stretto corridoio tra l’Etna e
il mare, in modo da tagliare la strada laterale a nord del vulcano che da
Fiumefreddo porta a Randazzo.76
Sulla sinistra la 13a Brigata guidava l’avanzata, verso nord, della V
Divisione, lungo la strada che a circa 700 metri di altezza attraversa il lato
collinoso est dell’Etna. Lo Squadrone Ontario appoggiato dalla II
“Cameronians” [arrivò] vicino al villagio Trecastagne il 9 agosto, e il giorno
seguente i suoi carri armati assistiti dalla fanteria si imposessarono di una
testa di ponte a nord di Etnea Zafferana, respingendo un contrattacco
nemico.77 Questa fu l’ultima azione della Brigata di carristi canadesi in Sicilia
e, infatti, di tutte le truppe canadesi su l’isola, poiché Montgomery aveva
deciso che la V Divisione doveva prepararsi per la prossima campagna sul
territorio dell’Italia continentale e, come abbiamo visto, la I Divisione era
stata posta in riserva il 6 agosto. A mezzanotte del 10-11 agosto, il
Reggimento Ontario ritornò sotto il comando della Brigata corazzata e si
incamminò verso sud, per raggiungere la forza della sua Divisione vicino
Scordia, nell’area che il Reggimento Calgary occupava dalla fine di luglio.78 Il
Reggimento Three Rivers era già arrivato dal suo turno di servizio con la I
Divisione, e per la prima volta da quando erano partiti dalla Scozia, tutti le
unità corazzate canadesi erano riunite. La lista delle perdite dei tre reggimenti
corazzati riflette il ruolo diverso che ognuno di loro venne chiamato a
ricoprire in Sicilia. Il Reggimento Galgary ha avuto otto feriti; il Reggimento
Ontario ha avuto un morto e 13 feriti; mentre il Reggimento Three Rivers,
1312
ANELO PRINCIPE
ch’era stato continuamente in azione per tutta la campagna, ebbe le perdite più
alte: 21 uccisi e 62 feriti.
La Brigata corazzata venne ora sotto il diretto comando della I Divisione,
come era desiderabile (si legge nel diario di guerra della brigata) “di
centralizzare il comando canadese in modo che vi fosse una politica uniforme
in tutto ciò che riguardava i problemi canadesi (“Canadian matters”).79 C’era
ora l’opportunità di valutare le attività precedenti e fare un esame critico dei
molti problemi amministrativi sorti dal fatto che i singoli reggimenti, o
l’intera Brigata stessa, protebbero essere distaccati e associati ad altre
formazioni; era possibile che situazioni simili si sarebbero ripetute nel futuro.
Il 12 agosto, in una conferenza il Generale Simons e il Brigadiere Wyman
annunciarono che la Brigata corazzata “verrebbe mantenuta come una
formazione a sé... pronta ad operare sotto il comando di qualsiasi altra
formazione, ma capace di stare su i suoi due piedi.”80 Le operazioni future
della Brigata in Italia dimostrano quanto accurata fosse questa previsione del
suo ruolo.
La ritirata tedesca dalla Sicilia
Quando la I Divisione canadese si fermò al Simeto, il combattimento in Sicilia
era quasi terminato, poiché con la rottura della linea di difesa principale del
nemico, cominciò lo stadio finale, la ritirata delle truppe tedesche verso il
continente. Secondo von Bonin, l’8 o il 9 agosto, il Comando del 14o Corpo
Panzer, influenzato dalla rapida perdita giornaliera delle posizioni della
Divisione e la critica mancanza di approvvigionamenti, decise che “X Day”,
cioè, l’abbandono della Sicilia, dovrebbe cominciare il 10 agosto, quel giorno,
a Berlino Kesselring disse: “l’evacuazione dalla Sicilia è cominciata secondo
il piano.”81
L’abbandono dell’isola era stato preparato dal Comando della 14o Corpo
Panzer con la usuale accuratezza germanica. Il giorno successivo alla
deposizione di Mussolini, Hitler, inchinandosi all’inevitabile, emanò al O.B.
Sud l’ordine “di allestire i preparativi per evacuare le truppe tedesche dalla
Sicilia, dalla Sardegna e dalla Corsica”82 e, come abbiamo visto, il Generale
Hube aveva preso le misure necessarie per assicurare la ritirata attraverso lo
Stretto di Messina. Dal suo Comando (Chief of Staff) apprendiamo che il
piano di evacuazione era basato sulla stima che occorrevano sei notti83 per
traghettare con le navi a disposizioni i circa 60,000*[Queste sono le figure
date dall’Armed Force Operations Staff il 18 agosto. Von Bonin, fidandosi
della memoria, riporta un totale di 50.000] militari tedeschi ch’erano
nell’isola. Il suo ordine di avvertimento del 26 luglio, dibatteva ancora se
continuare o no, la testa di ponte in Sicilia. Gli appunti di Hitler della
Conferenza navale fino alla sera dell’11 agosto (quando il piano di
evacuazione era gia in operazione da 24 ore) Hube designò cinque linee di
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Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
resistenza convergenti su Messina, da essere occupate, in notti successive, e
tenute per un giorno ciascuna. La prima di queste linee era la testa di ponte
più arretrata che andava dalla costa nord fino appena ad est di Sant’Agata,
attraversava Bronte e girando attorno alle colline sul monte Etna arrivava fino
ad Acireale. L’ultima linea era appena fuori Messina. Venne deciso che per
ogni evacuazione un totale da otto a dieci mila uomini sarebbero rilasciati
dalle tre divisioni, e messi in marcia verso Messina. La Divisione Hermann
Göring partirebbe per prima, da essere seguita in ordine dalla 15a e dalla 29a
Divisioni Panzer Granatier. L’ultima notte della evacuazione, dalla quinta
linea di resistenza, le truppe marcerebbero direttamente sulle navi. Verso la
fine di luglio, gli ufficiali operativi delle divisioni tedesche in Sicilia furono
trasportati in aereo a Roma, nel quartiere generale di Kesselring, per discutere
il piano di evacuazione (Operazione “Lehrgang Ia”), che sarebbe entrato in
operazione nel momento che verrebbe deciso dal Comandante della 14o Corpo
Panzer.”84
Questa azione del O.B. Sud avvenne mentre l’Alto Comando tedesco,
nonostante che l’Ammiraglio Donitz e il Maresciallo-da-Campo Rommel
sostenevano che abbandonare la Sicilia significherebbe liberare molte forze
Alleate per attaccare il sud d’Italia; la tesi opposta era sostenuta dal Generale
Jodl che faceva pressione per abbandonare l’isola, e concentrare le formazioni
tedesche contro lo sbarco, vicino Napoli. Hitler stesso non prese nessuna
“decisione definitva” ma chiese “di avere le varie soluzioni considerate come
possibili scelte.”85 Kesselring non venne ringraziato per aver presentato
all’Alto Comando un fait accompli. “Sono stato per molto tempo persona
ingrata”, scrisse nelle sue Memorie, “perché ho preso, da solo, la decisione di
evacuare la Sicilia.”86
Benché i comandi Alleati non conoscessero i dettagli del piano tedesco di
ritirata, avevano correttamente capito che il nemico avrebbe tentato di ritirarsi
lentamente verso Messina, combattendo, il tempo necessario, per traghettare il
massimo delle sue forze dalla Sicilia al continente. In questo, il nemico era
ancora una volta favorito dalla topografia dell’isola. La formazione affusolata
della penisola di Messina era ammirabilmente adatta al suo schema di ridurre
le forze in strette linee di resistenza, mentre il terreno montagnoso costringeva
le formazioni di inseguimento ad usare la sola strada esistente, e il loro
progresso poteva essere facilmente bloccato facendo saltare i ponti e con agili
azioni di retroguardia. Pertanto, gli Alleati non riuscirono a sconvolgere il
piano di Hube; infatti, mantenendo una delle sue linee di difesa intermedia più
a lungo di quello che aveva originariamente considerato, egli riuscì ad avere
un giorno ed una notte extra per evacuare le sue divisioni.87
La storia dell’inseguimento dei tedeschi da parte degli Alleati può essere
raccontata brevemente. Dopo la cattura di Adrano, la 78a Divisione
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ANELO PRINCIPE
dell’Ottava Armata si mosse verso nord, nel campo ristretto dove operava il
30o Corpo d’A., ad ovest del monte Etna. L’asse dell’avanzata seguiva la linea
che, dalle falde impraticabili del vulcano e dei burroni profondi del primo
corso del Simeto, si estendeva lungo un percorso che dava al nemico tutte le
opportunità di ritardare l’avanzata degli Alleati. Bronte cadde l’8 agosto, ma
da quel punto le truppe del generale Evelegh trovarono tale resistenza tedesca
che Maletto, a quattro miglia più a nord, lo catturarono solo il 12. Il giorno
seguente raggiunsero l’autostrada 120, e, assistiti dalla 9a Divisione
americana, che da Troina avanzava verso est, catturarono Randazzo, da tempo
bersaglio dell’aviazione degli Alleati, il giorno seguente.88
Anche lungo il fianco destro dell’Ottava Armata, il progresso era
ugualmente lento, dato che la stretta fascia costiera offriva al genieri
(engineers) della Hermann Göring l’opportunità di bloccare la strada con ogni
ostacolo concepibile. La 50a Divisione impiegò una settimana per percorrere
venti km. lungo l’autostrada costiera, da Catania a Riposto, dove entrò l’11
agosto. Lungo il fianco interno del 13o Corpo d’A., la V Divisione proseguiva,
con l’appoggio, fino al 10 agosto, dei carri-armati canadesi, avanzando
lentamente. Ebbene, il cambio con la 51a Divisione Highland il 12, quando,
come abbiamo già visto, il 30o Corpo d’A. del Generale Leese prese il
controllo delle tre divisioni rimaste in azione. Per il 14 agosto, il nemico s’era
ritirato lungo l’intero fronte e l’inseguimento era ora governato solo dalla
rapidità con cui il genio riusciva a ristabilire la viabilità lungo le strade
bloccate. Il 15 agosto, la 50a Divisione raggiunse Taormina e, fortunatamente
i suoi famosi ruderi greci rimasero intatti anche in questa ultima delle tante
guerre. Nella stessa giornata, le Divisioni, 51a e 78a, completarono il circuito
dell’Etna e le forze si riunirono a Linguaglossa.89
Nello stesso tempo, sul fianco nord (della Army Group), le forze del
Generale Patton erano entrate nella penisola di Messina incontrando
nell’avanzare, la stessa resistenza ritardataria. La 9a Divisione, parte del
secondo gruppo operante sul fianco sinistro, aveva dato il cambio alla I
Divisione ch’era spossata dalle molte battaglie: dopo la lotta per Troina, si era
spinta avanti lungo l’autostrada 120, inseguendo ai calcagni il nemico in
ritirata. Gli americani entrarono a Cesaro l’8 agosto e cinque giorni dopo,
come abbiamo già visto, catturarono Randazzo. Questo era l’ultimo caposaldo
tedesco della Settima Armata sud dell’Asse, e la sua caduta segnò la meta
dell’avanzata della 9a Divisione.
La III Divisione american guidava l’avanzata lungo la strada costale del
nord. Durante la prima settimana d’agosto incontrò “numerosi demolizioni,
mine e sporadico fuoco d’artiglieria” e, di tanto in tanto, una “forte,
determinata resistenza”.90 E l’8 agosto, intraprese con successo una
operazione anfibia contro la retroguardia nemica: un gruppo comprendente un
battaglione di fanteria, un plotone di carri armati e due batterie di artiglieria
sbarcarono a est di Sant’Agata e ruppero la forte resistenza nemica su Monte
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San Fratello. Tre notti dopo, la stessa forza ripeté lo stesso successo sbarcando
a due miglia est di Capo Orlando, vicino Brolo, attaccando i tedeschi di fianco
e sloggiandoli dall’importante bivio dell’autostrada costale con la strada
proveniente da Randazzo. Per il 15 agosto, come negli altri settori, il contatto
col nemico era virtualmente cessato. Infatti, l’inseguimento del nemico
divenne così veloce che una terza operazione anfibia, ch’era prevista per la
mattina presto del 16, a est di Milazzo, venne destinata sulla spiaggia di
Barcellona nel Golfo di Palli, poiché il punto originario di approdo era già
sorpassato dalle truppe avanzanti sul terreno.91
Messina cadde il 17 agosto—38 giorni dopo il primo sbarco degli Alleati
in Sicilia. La fanteria americana della III Divisione, tagliando attraverso la
punta della penisola, entrò nella città poco dopo le 6:00 del mattino (alcuni
reparti avevano raggiunto la periferia la sera prima), e quattro ore dopo i carri
armati britannici della IV Brigata corazzata e uomini del Comando N. 2,
ch’erano sbarcati la notte del 15-16 a dieci miglia lungo la costa, vicino
Scaletta, arrivarono dal sud.92 In mattinata il Generale Patton stesso entrò a
Messina, la sua presenza segnò il successo conclusivo di una avanzata che il
Generale Eisenhower, più tardi, descrisse come “un trionfo del genio, della
marina, e della azione valorosa della fanteria.”93 La prima armata da campo
Statunitense che, nella Seconda Guerra mondiale, combatté come unità a sé,
aveva meritatamente completato la missione assegnatale.
A Messina gli Alleati non trovarono tedeschi. Quella mattina presto, il
Generale Hube attraversò lo Stretto con la retroguardia della sua guarnigione
isolana. L’ufficiale navale responsabile di traghettare le truppe tedesche
dall’isola al continente ricevette grandi complimenti da Hube per non aver
lasciato al nemico “un solo soldato tedesco o arma o veicolo.” Von
Liebenstein, facendo la spola attraverso lo stretto con una varietà di mezzi
navali (sette [7] MarinefAheprAhme di 80 tonnellate, fornite di rampe, ognuna
capace di trasportare tre carri armati o cinque camion; dieci “L”-boats, mezzi
di sbarco che potevano trasportare due carri armati; e undici ferribots Siebel)
riuscì a traghettare la maggior parte della truppa e del materiale bellico. I
Siebel erano zattere con doppi-motori e, quindi, capaci di trasportare dieci
camion o 60 tonnelate di merci. Designate originariamente per l’invasione
dell’Inghilterra nel 1940, molti di queste imbarcazioni vennero smontate e
trasportate attraveso la Francia fino alle sponde del Mediterraneo all’inizio del
1943. La gran parte delle traversate vennero effettuate di giorno per l’enorme
paura dei bombardamente aerei notturni alla luce di razzi luminosi.94
Una considerevole parte del merito per il successo della evacuazione deve
andare al Colonnell Baade, un uomo pieno di risorse, che aveva la
responsabilità di difendere lo Stretto, l’area di transito dei mezzi navali, dalle
forze aeree e navali degli Alleati. Già il 3 agosto, il Generale Alexander aveva
1316
ANELO PRINCIPE
avvertito, l’Ammiraglio Cunningham e il Maresciallo dell’Aeronautica
Tedder, della possibilità che i tedeschi cominciassero la ritirata delle loro
forze verso il continente, prima di un totale collasso in Sicilia. “Dobbiamo
sfruttare il vantaggio che questa situazione ci offre usando tutto il peso della
marina e dell’aviazione,” segnalò il C.-in-C.95 Comunque, benché leggere
pattuglie costali della Marina inglese operavano nello stretto ogni notte, la
zona marina ristretta, protetta da circa 150 pezzi di 88-mm. tedeschi e
cannoncini mobili di 90-mm italiani, come supplemento dalle batterie fisse
lungo la costa continentale, impedirono agli alleati di intervenire con successo
durante il giorno96; un intenso tentativo degli aerei pesanti e medi degli Alleati
per impedire il fluire di uomini e materiale verso il continente venne
neutralizzato dall’ombrello di fuoco che Hube ben dispose lungo le coste del
continente. Dall’8 al 17 agosto, l’aviazione degli Alleati fece 1170 interventi
contro l’evacuazione del nemico in transito sulla spiaggia, ma le perdite
inflitte non furono pesanti. Nella opinione di alcuni piloti della R.A.F.97 la
difesa anti-aerea dello stretto superava quella del Ruhr. Alcuni critici
sostennero che le forze aeree e navali degli Alleati potrebbero essere state più
efficaci nell’impedire l’evacuazione dei tedeschi. Lo storico navale degli Stati
Uniti pensa che “Ai comandanti inglesi che erano stati nei Dardanelli, lo
Stretto gli sembrava uguale a quelli e anche agli americani che avevano
studiato la campagna di Gallipoli nei loro College militari (war Colleges).
Secondo il parere di Kesselring, la mancanza del nemico di sfruttare l’ultima
possibilità di ostacolare, con continui e ben coordinati attacchi dal mare e
dall’aria, alle forze tedesche di attraversare lo Stretto di Messina, si è
trasformato in un gran successo per il Comando tedesco quello che il 17
agosto potrebbe essere stato un grande fallimento.98
Tre giorni prima di lasciare la Sicilia, Hube mandò a Kesselring alcuni
“suggerimenti per il comunicato finale dopo che l’evacuazione fosse
terminata.” L’“idea maggiore” era di “descrivere la battaglia per la Sicilia
come un gran successo.” Questo “alza il morale e la confidenza nel paese e
crea orgoglio tra le formazioni che combatterono in Sicilia.” Ricordando che
“la catastrofe di materiale a Dunkirk venne presentata al pubblico britanncio
come un gran successo,” Hube continuò sostenendo che con la conclusione
favorevole dell’evacuazione... la fine della campagna siciliana é di fatto un
pieno successo. Dopo il fiasco iniziale, il combattimento, come la
preparazione ed esecuzione del piano di evacuazione con tutto il materiale di
servizio e gli uomini (inclusi i feriti) procedette come stabilito.99
Hube continuò lodando il lavoro delle unità anti-aeree ma espresse dure
obiezioni per “la possibile menzione che l’aeronautica abbia dato assistenza
alle truppe sul terreno” che “dovettero praticamente contare completamente su
loro stesse nella battaglia contro il nemico sul campo e nell’aria.” Egli
continuò sostenendo che elogi per le truppe italiane possono essere
“giustificate solo per l’artiglieria”, e concluse con la seguente osservazione:
1317
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
considero particolarmente negativo quando, come succede spesso,
sentire
comunicati che in nessun modo corrispondono alla
situazione reale... e appare ridicolo a quelli ch’erano là.
Kesselring prese l’antifona correttaemente, e il suo rapporto sulla
campagna era il contrario del rapporto inglese su Dunkirk, poiché “anche se a
Dankirk, la maggior parte del personale [britannico] venne portato in salvo
con successo, l’esercito perse l’intero armamento”, nella ritirata tedesca dalla
Sicilia, “tutto il materiale servibile e di valore venne traghettato compreso le
intere formazioni militari, che ora sono pronte a prendere immediatamente
servizio nell’Italia continentale.”100 Secondo le cifre preparate dal O.B. Sud
per essere presentate a Berlino, 39.569 truppe detesche (inclusi 4.444 feriti)
vennero traghettati dalla Sicilia durante i primi quindici giorni di agosto e,
inoltre, vennero trasferiti dall’isola al continente 9.605 veicoli, 47 carri armati,
94 cannoni e 17.000 tonnellate di munizioni, carburante ed equipaggiamento
vario.101
È molto difficile impugnare queste statistiche102; ma le cifre fornite
dall’Alto comando tedesco sono meno convincenti. Secondo Kesserling alle
quasi 40.000 truppe vengono aggiunti (13.500) feriti e altri che erano stati
trasferiti in Italia durante il mese di luglio e i gruppi relativamente piccoli che
attraversarono lo Stretto negli ultimi giorni dell’evacuazione. Ma anche con
queste aggiunte, appare che il personale dell’Armed Force Operation in
Berlino arrotondò le cifre riportate il 18 agosto, descrivendo “un successo la
ritirata di approssimativamente 60.000 truppe tedesche, con tutte le armi e i
veicoli”.103 Le statistiche degli Alleati mostrano che 6.663 tedeschi furono
catturati in Sicilia (3,163 di questi erano della Ottava Armata), e fu stimato
che 5.000 furono uccisi.104 Inotre, malgado la sua disciplinata ritirata, Hube fu
costretto ad abbandonare una enorme quantità di materiale e
approvvigionamenti; la campagna siciliana costò alla Germania la perdita di
equipaggiamento pari a 78 carri armati e mezzi blindati, 287 armi di vario tipo
e 3.500 veicoli.105 L’Alto Comando di Hitler ha forse usato questo espediente
per nascondere le statistiche dispiacevoli (unpalatable). Forse, il più azzeccato
commento alle cifre che riportò Kesselring (“le formazioni tedesche al
completo... a prendere servizio immediatamente”), appare nel rapporto sulle
condizioni del 14o Corpo d’A. Panzer, presentato alla fine di agosto. The
Herman Göring diede il suo grado di mobilità al cinquanta percento;106 e la
29a Divisione Granatieri Panzer raccontò una storia triste: le perdite degli
ultimi due mesi sono state molto alte: nel caso del 71o Reggimento Panzer le
perdite ammontarono a 35%.
La Divisione può essere impiegata in rapporto alle sue forze. Il potere
combattivo è al 50% del normale.107
1318
ANELO PRINCIPE
L’evacuazione delle truppe italiane dalla Sicilia è stata indipendente e
condotta dagli italiani stessi, poiché il piano di Hube non provvedeva alla
evacuazione degli italiani; i quali, secondo i circoli militari tedeschi, avevano
col fallimento del 10 luglio reso inevitabile la perdita della Sicilia. Secondo
von Bonin, Hube aveva detto al Generale Guzzoni di muovere le truppe dalla
Sicilia prima della ritirata dei tedeschi. Gli italiani non hanno inteso questo
suggerimento e, quindi, nella generale evacuazione dell’isola, gli italiani
potevano usare solamente i grandi ferribots a vapore Villa, due piccole navi e
quattro zattere a vapore operate dalla Marina italiana. Con questi mezzi,
vennero portati sul continente, tra il 3 e il 16 agosto, 59.000 truppe e 3.000
marinai.108 Un piccolo numero di quegli italiani, che continuarono a
combattere nel nord-est della Sicilia, vennero fatti prigionieri dagli Alleati
durante gli ultimi giorni della campagna, portando il numero totale dei
prigionieri italiani catturati dalla Settima Armata approssimativamente a
137.000.109 Venne anche stimato che il numero degli italiani uccisi fosse di
2.000 e 5.000 feriti.110
Paragonate a quelle dell’Asse, le perdite degli Alleati non furono
eccessive, benché abbastanza gravi per provare che la campagna è stata
condotta contro un nemico abile e cocciuto. Del gruppo della 15a Armata, il
numero dei morti, dei feriti e dei dispersi è stato più di 19.000; la Settima
Armata perse 7,402 soldati, e l’Ottava Armata altri 11.843:111 di queste
perdite, la I Divisione canadese ebbe la sua parte. Le perdite totali canadesi
per l’intera campagna furono 2310. Quaranta ufficiali e 522 della truppa
furono uccisi o morirono (inclusi i dispersi in mare); 124 ufficiali e 1540
uomini furono feriti;*[In queste cifre sono incluse dodici suore infermiere e
tre altre persone ferite che lavoravano nell’ospedale quando una granata antiaereo cadde sull’Ospedale Generale Canadese durante il bombardamento di
Catania del 2 settembre.] e otto ufficiali e 76 soldati vennero fatti
prigionieri.112
Ma il bilancio della campagna “Husky” è molto più del paragonare le
nostre perdite a quelle del nemico. Le perdite di ambo le parti devono essere
viste in base a ciò ch’é stato raggiunto. Sette mesi prima a Casablanca, gli
Alleati avevano deciso di intraprendere l’occupazione della Sicilia, in modo
da rendere sicura la navigazione nel Mediterraneo, sottrare parte delle forze
tedesche dal fronte russo, e intensificare la pressione su l’Italia.113 Tutti questi
obbiettivi e più furono raggiunti; l’operazione “Husky” aveva reso le
posizioni tedesche in Sardegna impossibili e in Corsica insicure, costringendo
Hitler a rafforzare le sue guarnigioni nel sud della Francia e nei paesi balcani,
e aveva inoltre segnato la morte dell’Asse, Roma-Berlino. La propaganda che
sosteneva la gloriosa Dunkirk siciliana non poteva nascondere il fatto che con
la perdita dell’isola il nemico aveva sofferto una seria sconfitta militare e
politica.
1319
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
Malgrado questo, la storia della battaglia per la Sicilia sarebbe incompleta
se, in quella campagna, non si includesse un tributo alle attività militari
tedesche. Benché sbilanciate dall’invasione e dalla mancanza di resistenza
effettiva dell’alleato italiano, le truppe di Kesselring si sono comportate bene.
Con poco meno di quattro divisioni, pochi aeroplani e praticamente senza
marina, i tedeschi si sono opposti, per cinque settimane e mezza, alla forza di
più di dodici divisioni Alleate che avevano anche superiorità assoluta nel mare
e nell’aria. Il nemico si ritirò dall’isola nel tempo da esso stabilito e con molto
del suo equipaggiamento, e si comportò con tale capacità che la pressione
degli Alleati non fu capace di accelerare la sua ritirata, né le attività
dell’aeronautica riuscirono a ritardare il progresso del nemico. Da ogni
aspetto, la ritirata detesca dalla Sicilia deve essere considerata tra le grandi
ritirate della storia militare.
La conquista della Sicilia in 38 giorni, da parte degli Alleati, iniziò con un
enorme assalto dal mare senza precedenti, nel modo come era stato pianificato
e messo in pratica, e l’avanzare delle forze terrestri su un territorio
difficilissimo e contro un nemico cocciuto che approfittava, utilizzando tutti i
vantaggi offertogli dal terreno aspro. Le operazioni di sbarco sono state un
modello di collaborazione tra l’esercito, la marina e l’areonautica; e il
poderoso appoggio dell’aviazione è continuato durante la campagna sul
territorio. L’artiglieria, le forze corazzate, il genio, e i vari servizi fecero tutti
la loro parte, contribuendo all’avanzata della fanteria, arma alla quale va, per
la sua risoluta resistenza e eccellenti doti combattive, il merito della vittoria.
Il Riposo dopo il Combattimento
Le truppe canadesi passarano la seconda metà di agosto nell’area di
concentrazione vicino Lentini, riposandosi dalla snervante campagna appena
terminata e preparandosi per la prossima. Le ricreazioni consistevano in gare
sportive, organizzate tra le unità della Brigata (un proiettile di 17 libre preso
dalle munizioni anti-carro era una utile improvvisazione delle gare di
sollevazione pesi), e dopo che le spiagge vennero pulite dalle mine, ci furono
delle popolari gare di nuoto nel Mediterraneo. Non c’erano altri svaghi,
poiché era proibito andare nei paesi e nei villaggi vicini (benché questi luoghi
siciliani non avessero molto da offrire), e né “ENSA” [Entertainment National
Service Association] o altri spettacoli militari si fecero vedere. Comunque, il
13o Corpo d’A. organizzò una serie di concerti con la Banda del Reggimento
“Royal Tank” per intrattenere le varie unità canadesi; inoltre l’orchestra
sinfonica di Lentini eseguì diversi concenti per il Quartiere generale della
Divisione e per la III Brigata di fanteria. I supervisori dei servizi ausiliari
organizzarono alcune orchestre tra i civili; queste cominciarono a suonare i
1320
ANELO PRINCIPE
motivi popolari correnti e, dopo il concerto serale, rimanevano nel campo fino
al pomeriggio del giorno successivo a tagliare i capelli, attaccare bottoni e
rammendare le uniformi delle truppe canadesi.114 La I Compagnia del Corpo
dentistico canadese arrivò dal nord Africa, e le sue cliniche mobili subito
offrivano cure dentali a tutte le unità canadesi in Sicilia. Tutte i militari e gli
uomini addetti ai servizi ripresero l’addestramento e, benché il ritorno alle
quotidiane instruzioni ed ai esercizi apparve strano alle truppe che avevano
già sperimentato i primi combattimenti, tutti avevano qualcosa da imparare
dalle esperienze vissute in cambattimento. Ci fu un ritorno alla disciplina
militare nelle uniformi, nel saluto e altre materie che durante la battaglia
tendono a diventare di secondaria importanza.
Misure precauzionali contro la malaria vennero messi in pratica più
rigidamente che in ogni altro periodo della campagna siciliana, anche se per
l’accampamento venne scelto una zona per quanto possible elevata, il
territorio attorno era altamente malarico. Quindi, tutti i ranghi ingoiavano le
pillole di “mepacrine”, si spalmavano la crema contro le zanzare e
mantenevano più assiduamente di prima le maniche delle camicie calate fino
ai polsi. Malgrado ciò, durante queste due settimane, il numero di casi di
malaria nella Divisione aumentò a proporzioni epidemiche;115 gli effetti delle
zanzare nelle valli del Dittaino e del Salso, alle quali la truppa e gli ufficiali
furono esposti negli ultimi giorni di luglio e i primi di agosto, apparivano ora.
Gli ufficiali in comando vennero invitati dall’Assistente direttore dei Servizi
Medici della Divisione “di pensare a quei giorni, e riflettere che, con la
mancanza della disciplina, le precauzioni contro la malaria non vennero
adottate.” Alla fine del mese divenne necessario per debellare la malattia
trattare col chinino ogni ufficiale e ogni soldato della Divisione.116
Per i Seaforth Highlanders del Canada il culmine di questo periodo di
riposo, lontano dal combattimento, avvenne senza dubbio il 25 agosto quando
ebbero una “riunione” con tre battaglioni (II, V e VI) dei Seaforth del Regno
Unito. È stata una occasione unica nella Seconda Guerra Mondiale, una
riunione simile ma in scala minore era avvenuta nel 1918 in Francia. La
cerimonia venne aperta al suono di una massa di zampogne e tamburi del IV
battaglione, marciando verso lo stadio di Catania per la spettacolare adunata.
Secondo un rapporto reggimentale, era “uno spettacolo da ricordare per
sempre, le falange indossavano i kilts e, marciando per le strade di Catania, la
popolazione sorpresa, rimaneva a bocca aperta.” Dopo ci furono “strette di
mani e inviti”: gruppi numerosi di ogni battaglione si recarono da
Misterbianco, una villa vicina dove c’erano le mense degli ufficiali e dei
sotto-ufficiali del VI battaglione. È documentato che nella etichetta delle
riunioni dei tre battaglioni canadesi che seguirono, il C.O. [l’ufficiale
comandante] fece un “appropriato discorso che toccò il cuore di tutti i
Seaforths presente.”117
1321
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
Durante questo periodo, i Canadesi ricevettero due distinti visitatori. Il
primo era il Generale Montgomery, il quale, il 20 agosto in un incontro
informale, come era sua abitudine, con la truppa intorno alla sua auto, lodò i
risultati della campagna: “Quando dico che avete fatto magnificamente bene,
intendo magnificamente”; e concluse facendo loro i più alti complimenti, “Io
vi considero ora una delle mie divisioni veterane.”118
Il giorno seguente il G.O.C.-in-C. [Generale comandante capo] della
Prima Armata Canadese arrivò al Quartiere del generale Simonds. Nel mese
di luglio, il Generale McNaughton era stato per due settimane (dal 6 al 20) nel
teatro di guerra africano, “con due obbiettivi in mente”:
(a) Osservare una operazione combinata in modo che la lezione impartita
potrebbe essere utile all’addestramento dell’esercito canadese in U.K.; e
(b) Assicurare che il contributo canadese all’operazione fosse in completo
accordo con i requisiti del G.O.C.-in-C. del 15o Corpo d’Armata, entro la
quale le formazioni canadesi erano in servizio.119
Lo scopo della missione del Comandante dell’esercito [canadese],
accompagnato da membri del suo personale, venne solo in parte raggiunto in
quella occasione. Egli conferì col Generale Eisenhower e col Generale
Alexander e ricevette da loro buoni rapporti reguardo l’attività della Divisione
canadese.120 Discusse anche col Maggiore-Generale H. M. Gale, Ufficiale
Capo dell’A.F.H.Q. [Allied Force Headquaters] e i suoi ufficiali subalterni, i
problemi riguardante il benessere generale delle truppe canadesi e il loro
contributo al successo della campagna “Husky”. Il D-Day, nella stanza di
guerra del Quartiere Generale del 15o Corpo d’Armata vicino Tunisi e, quattro
giorni dopo, nel Quartiere generale Tattico di Malta, McNnaughton aveva
seguito il progresso generale delle operazioni attraverso i rapporti in arrivo.
Questo è stato il più vicino contatto nella sua visita alle formazioni canadesi in
Sicilia.
L’Ufficio di Guerra chiese al Generale Eisenhower di ricevere i due
Generali canadesi al A,F.H.Q. (per discutere “l’organizzazione e preparazione
delle forze canadesi in Canada da impiegare, dopo, nella guerra contro il
Giappone, questa era la ragione avanzata dal Comando britannico”)121 ma
appare che nessun permesso per visitare le truppe canadesi nel Mediterraneo
venne rilasciato. Il 17 luglio, McNaughton apprese dal Generale Alexander
che Montgomery non si sentiva disposto, data la “mancanza dei mezzi di
trasporto”, di accogliere qualsiasi visitatore122 mentre era in corso
l’operazione “Husky”.123 Pertanto egli non poté visitare le truppe canadesi e
visitò le intallazioni della base in nord Africa. Poco dopo il suo ritorno nel
Regno Unito, egli ebbe occasione di conferire col Personale del Comando
generale imperiale, ed espresse la sua preoccupazione riguardo “il rispetto del
1322
ANELO PRINCIPE
principio che i rappresentati del Canada avevano il diritto di visitare, a loro
discrezione, le truppe canadesi.”124
In risposta ad un invito telegrafico del Generale Alexander,125 il Generale
McNaughton ritornò nel Mediterraneo un mese dopo, raggiungendo Algeri il
20 agosto. Dopo un pomeriggio e una serata impegnato a visitare le
intallazioni canadesi (Base N.1 Dipartimento rinforzi e Convalescenziario
canadese N.1) presso villa Philippelle, e il vicino Ospedale Generale n. 15, si
recò in Sicilia in aereo il mattino seguente, atterrando a Cassibile, nel
quartiere del Generale Alexander.126
Durante i sei giorni pieni di impegni in Sicilia, McNaughton visitò ogni
unità della I Divisione e aperse ufficialmente la riunione sportiva della Brigata
Corazzata; visitò in fretta il fronte tenuto dai soldati canadesi e ottenne
informazioni di prima mano riguardo le operazioni nelle quali la Divisione
venne impegnata; attese a parecchie conferenze tenute al quartiere del
Generale Simonds, durante le quali problemi amministrativi, che erano sorti
dalle recenti operazioni, vennero completamente esaminate e decisioni a
riguardo la politica futura vennero prese. McNaughton, prima di lasciare
l’isola, venne invitato dal Generale Montgomery al suo quartiere generale a
Taormina.127
Al suo ritorno a Londra, il Generale MaNaughton riportò al Quartiere
Nazionale della Difesa quello che aveva osservato in Sicilia:
Il morale della truppa è dovunque eccellente—i soldati sono in ottime
condizioni e fiduciosi. Il loro compito nella campagna appena
conclusa, come Lei sa, la truppa ha ottenuto i più alti elogi dai comandi
d’Armata e dai Comandanti dei Corpo d’Armata, tuti mi hanno
espresso i loro elogi generosi.128
Uno di questi elogi sul comportamento della Divisione canadese nella sua
prima campagna di guerra, può essere riprodotto come conclusione
appropriata a questa sezione. Tale elogio venne in una lettera personale
inviata al Generale Simonds dal G.O.C. [Comanding General Officer] del 30o
Corpo d’A.; la lettera venne scritta il giorno prima che i Canadesi cessassero
le operazioni attive sotto il comando del Generale Leese. Con parole gentili,
egli elenca il sommario dei successi canadesi:
Adesso che sta per lasciare il 30o Corpo d’A., desidero scriverLe per
congratularmi con Lei e la sua Divisione per il vostro manifico
comportamento durante i combattimetni in Sicilia.
Le operazioni di sbarco furono particolarmente perfette e, questo,
da molto credito al vostro piano di esercizi e di addestramento prima
che vi inbarcaste. Dopo lo sbarco, la Divisione marciò per parecchie
miglia nel territorio di Ragusa, combattendo lungo il percorso, sotto
1323
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
una temperatura estremamente calda alla quale i suoi uomini non erano
abituati. Per questo molto credito va alla fanteria che aveva appena
terminato un lungo viaggio per mare. Dopo la lunga marcia, Voi avete
da Vizzini preso la prima linea di battaglia della Corpo d’A. Per tre
settimane, con la Brigata Malta sotto il Suo comando, avete
combattutto, giorno e notte, contro la resistenza del cocciuto nemico
tedesco.
I vostri esercizi di battaglia resistettero bene alla grande prova nelle
costanti avanzate e attacchi. L’artiglieria ha appoggiato da vicino e
molto bene la fanteria e la concentrazione della Divisione prova
l’adequatezza del vostro addrestramento. I servizi del genio hanno
lavorato, con molta devozione, stabilendo sentieri strategici per fare
arrivare i rifornimenti. Infine, Voi avete forzato la vostra strada da
Regalbuto fino al fiume Salso, sotto difficili ed estreme condizioni
fisiche e vi siete uniti alla 78a Divisione in tempo per l’attacco di
quella notte. Io non ho parole per congratularmi con Lei e ringraziaLa
per tutte queste operazioni.
Voglio solo aggiungere una parola di ringraziameto personale a Lei
per il suo sicuro aiuto durante queste operazioni e per il mondo come
ha diretto la sua Divisione.
Tutto il mio personale mi dice del modo eccezionale di
comportamento dei loro colleghi della sua Divisione e il piacere che
hanno avuto nel lavorare con loro. La vostra cooperazione e il vostro
aiuto ha fatto il nostro lavoro migliore. Siamo tutti molto tristi ora che
state per lasciare il Corpo d’A.
Speriamo che presto ritorniate da noi, nel frattempo vi auguriamo
grandi successi e buona fortuna nella vostre prossime attività
venture.129
__________
NOTE
1
L’area di Regalbuto era tenuta dal Gruppo di battaglia von Carnap, vedi H.G.
Divisione Corazzata, Ordine N. 28/43, 27 luglio 43.
2
Battaglione Hermann Goring Ingegnieri Panzer. “Bn Ordine di Prepararsi per
Occupare la Posizione di Testadiponte”, 27 luglio 43.
3
Idem.
4
Istruzioni per le Operazioni della Prima divisione canadese, 24 luglio 43
5
W.D. H.Q. 231o Battaglione di Fanteria, 29-30 luglio 43. Gilchrist, Malta
Strikes Back, 97.
1324
ANELO PRINCIPE
6
Il I Reggimento Campale R.C.H.A., il II e III Reggimento da Campo
R.C.A.[Royal Canadian Artillery], il 165o Reggimento da Campo R.A., e il 7o, 64o e
70o Reggimenti, R.A.. H.Q. Prima Divisione canadese, Concentration Table and
Trace, 30-31 luglio 43.
7
W.Ds. R.C.A. 231o Battaglione di Fanteria e Secondo Battaglione del
Reggimento Devonshire, 30-31 luglio 43.
8
The Red Patch, Vol. 1, N. 4, 1 agosto 43.
9
W.Ds., H.Q. 231a Brigata di Fanteria e I Battaglione del Reggimento
Dorsetshire, 31 luglio 43.
10
Note dall’Ordine del G.O.C. Prima Divisione canadese, ora 16:30, 31 luglio
43.
11
Rapporto del Maggiore T.M. Powers, 18 agosto 43.
12
Ibid. W.D. R.C.R., 31 luglio e 1 agosto 43.
13
Rapporto Presentato all’Ufficiale Storico dal Magg. G.E.B. Renison, Maggiore
Brigadiere, Prima Brigata, 13 agosto 43.
14
Note dell’Ordine Impartito dal G.O.C. Prima Divisione canadese, alle 15:30, 1
agosto 43.
15
Ibid.
16
Vedi nota 13, sopra.
17
H.Q. R.C.A. I Divisione canadese Barrage and Concentration Trace, 1 agosto
43.
18
Messaggio della I Brigata, 2 Agosto 43. W. D. [war diary] Reggimenti Hastings
and Price Edward, 2 agosto 43.
19
Rapporto del Maggiore A. R. Campbell e Capitano N. R. Vaugh, 18 agosto 43.
20
Appunti Aerei del 39o Corpo, 2 agosto 43.
21
Rapporto del Capitano D. H. Cunningham, Ufficiale Trasporti, H.Q, III Brigata
di Fanteria C.M.H.Q, Cartella 24/Episodes/10.
22
Comando Supremo, Raporto sulla Situazione (da qui in Avanti Rss) 9-11 luglio
43 (C.R.S.—Italy. 99a).
23
“Il 382o Reggimento Granatieri Panzer, parte della 164a Divisione Leggera
Africana, venne virtualmente distrutta in Tunisia. La nuova formazione venne
organizzata in Sicilia prima dello sbarco degli Alleati. Vedi nota 22 sopra.
(Prigionieri di questo Reggimento dissero nell’interrogatorio che erano stati
areotrasportati dalla zona di Roma il 15 luglio come parte di una raggruppamento
in Sicilia). Alla fine di agosto il Reggimento venne disciolto e il suo personale
venne usato per rinforzare vari unità del 14o Corpo Panzers.” O.K.W./W.F.St.
Situazione report, 29 agosto 43.
24
O.K.H. Schematic Card File of Divisional Units (C.R.S.—Hi-123b). 30o
Corpo Sommario dell’Intelligence N. 10, 8 agosto 43.
25
I Divisione canadese, Sommario del Rapporto dell’Intelligence N. 10, 8 agosto
43.
26
W.D., Reggimento Edmonton, 1 agosto 43.
27
Registro Messaggi della II Brigata, 1 agosto 43.
1325
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
28
Ibid, 3 agosto 43.
Raccomandazione per D.C.M., Pte. J. Low.
30
Rapporto del Capitano F. N. Pope, 14 agosto 43 e Capitano E. H. Pritchard, 18
luglio 43.
31
Note della conferenza G.O.C., 3 agosto 43. Le indicazioni sulla mappa fanno
vedere le Fasi dell’attacco, Appendice 9 a W.D., H.Q. II Brigata di fanteria,
agosto 43.
32
Rapporto del Capitano E. H. Pritchard.
33
Genio della I Divisione canadese, Rapporto sulla situazione, 4 agosto 43.
34
W.D. Seaforth Highlanders del Canada, 4 agosto 43.
35
Rapporto presentato all’ufficiale storico dal Lt.-Col. B. M. Hoffmeister, 19
agosto 43.
36
Ibid.
37
Ibid. Rapporto del Mag. R. C. Coleman, Sec. in Comando del P.P.C.L.I.,
all’Ufficiale Storico, 17 agosto 43.
38
W. D. , G.S. Main H.Q. Ottava Armata, 4 agosto 43.
39
Conferenza del Comandante del Corpo d’A., 4 agosto 43, appendice “J” a
W.D., G.S., Main H.Q., Ottava Armata, 4 agosto 43.
40
W.D., G.S., H.Q. I Divisione canadese, 4 agosto 43.
41
Rapporto del Capitano F. N. Pope.
42
Appendice 11 al W.D., H.Q. II Brigata di fanteria, agosto 1943.
43
Ibid.
44
W.D. 12o Reggimento dell’Armata Corazzata, 5 agosto 43.
45
Ibid. 4-5 agosto 43. W.D. Seaforth Highlanders del Canada, 4 agosto 43,
Rapporto del Capitano F. N. Pope.
46
Vedi nota 35, sopra.
47
“Summary of ‘A’ Sqn 4 Cdn Recce Regt (4 PLDG) Operations of 5 Aug 43.”
Appendice 2 al W.D. IV Reggimento canadese di Ricognizione, agosto 43.
48
Rapporto del Capitano F. N. Pope.
49
Messaggio della II Brigata Log, 5 agosto 43.
50
Nota 47, sopra.
51
Intervista di Peter Stursberg al Generale Simonds, Canadian Broadcasting
Corporation (n.d.).
52
Raccomandazione per medaglia, D.S.O., al Maggiore A. S. Donald.
53
Rapporto del Capitano E. H. Pritchard.
54
Raccomandazione per medaglia, M.C., al Lieut. S.A. Dougan.
55
W.D. Reggimento Edmonton, 5 agosto 43.
56
“Avanzare fino a M. Seggio”, Rapporto del Mag. D. Brain, P.P.C.L.I.,
Appendice 12 alla Unit W.D., agosto 1943.
57
Dopo, il Comandante della Brigata espresse l’opinione che se i Patricias
avessero attaccato monte Seggio con la forza di un battaglione la notte del 5-6
29
1326
ANELO PRINCIPE
agosto avrebbero ottenuto il loro abbiettivo causando risultati disastrosi alla
ritirata del nemico. Promemoria del Generale di Brig. C. Vokes, 6 agosto 43.
58
Messaggi della II Brigata sulla situazione, 6 agosto 43.
59
O.B.S. Rss, 6 agosto 43.
60
The Army Air Forces in World War II, II, 469.
61
Ibid. Seventh Army Report of Operations, b.16, 17.
62
Seventh Army Report of Operations, b-18. Seventh Army G-2 Rapporto
Periodico, 6 agosto 43, ibid.
63
Nota 56, sopra.
64
Rapporto periodico dell’Ottava Armata, 5 agosto 43.
65
Appendice “Z” allo W.D., G.S., Main H.Q. dell’Ottava Armata, agosto 1943.
66
Rapporto dato all’Ufficiale storico dal Capitano R. D. Prince, I.O. III Brigata di
fanteria, 22 agosto 43
67
W.Ds., H.Q. I,II e III Brigate di fanteria,6-7 agosto 43.
68
La Divisione venne posta in riserva il 6 agosto, ma rimase sotto il commando
del 30 Corpo d’A. fino al 10 agosto, quando divenne parte del 13 Corpo d’A.,
vedi W.D., G.S. I Divisione canadese, 6 agosto 43. I Divione Canadese Registro
messaggi, serie 938, 9 agosto 43.
69
Army Commander’s Conference, 8 agosto 43.
70
W.Ds.11o e 14o Reggimenti Corazzati canadesi, 13 luglio 43, e H.Q. I Brigata
Corazzata, 17 luglio 43.
71
W.D., G.S., Main H.Q. Eighth Army, 14 luglio 43. A Short History of the 7th
Armoured Division (Germany 45), 2.
72
W.D., H.Q. I Army Tank Bde., 2 agosto 43.
73
W.D., G.S., Main H.Q. Eighth Army, 28 luglio 43.
74
W.D., 11o Reggimento Corazzato canadese, 28 luglio-6 agosto 43.
75
Rapporto del Lt.-Col. M.P. Johnston, C.O., al Ufficiale Storico, 11o
Reggimento Corazzato, 25 agosto 43.
76
W.D., G.S., Main H.Q. Eight Army, 9 agosto 43, 13o Corps Operation Order
N. 4, 9 agosto 43.
77
Vedi nota 76, sopra.
78
W.D., 11o Reggimento corazzato canadese, 10-11 agosto 43.
79
Vedi appunti dell’11 agosto 43.
80
W.D., H.Q. I Brigata Corazzata, 12 agosto 43.
81
Von Bonin, 18. O.B.S. Rapporto sulla situazione, 10 agosto 43.
82
O.K.W./W.F.St. Rapporto sulla situazione, 26 luglio 43. Enno von Rintelen,
Mussolini als Bundesgenosse (Tubingen, 1951), 224.
83
Il 29 luglio Kesselring report a Hitler che era possible evacuare la Sicilia in tre
notti; “La decisione di Hube che occorrevano sei notti riflette la completezza del
suo piano e suggerisce la sua intenzione di traghettare tutto il materiale
possibile”. O.K.W./W.F.St. Rapporto sulla situazione, 29 luglio 43.
1327
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
84
Von Bonin, 14-16. Seventh Army Report of Operations, G-2 Rapporto
Periodico N. 39, C-45. “Lehrgang Ia”, Appendice al 76o Pz. Corps W.D., 27
luglio 43 (C.R.S.—43005/2).
85
Fueher Conferences on Naval Affairs, 1943 (Brassey’s Naval Annual, 1948),
357-358.
86
The Memoirs of Field-Marshal Kesselring (London, 1953), 165. Westphal,
The German Army in the West, 144.
87
Von Bonin, 18.
88
Ottava Armata, Rapporto sulla situazione, 8-12 agosto 43.
89
Rapporto sulla situazione, Ottava Armata, 11-15 agosto 43. Alexander,
“Account of Operations—Fifteenth Army Group, 10 luglio-17 agosto 1943.”
90
Rapporto sulla situazione, Settima Armata, b-15, 16, 20.
91
Ibid. b-18, 22; United Kingdom records.
92
Seventh Army, Rapporto sulle operazioni. B-22. Eighth Army, Rapporto sulle
operazioni, 16-17 agosto 43.
93
Eisenhower, Crusade in Europe, 177.
94
“The Evacuation of Sicily”, narrativa scritta a Bremerhaven in 1948 dal Vice
Ammiraglio Ruge, Comandante della Marina Tedesca in Italia, maggio-agosto
1943.
95
Testo del messaggio dato in Canmilitry a D. Hist, 8 dicembre 53, H.Q.S. 145321-6, Vol. 3.
96
Records del Regno Unito, Visconte Cunnigham di Hyndhope, Ammiraglio
della Flotta, A Sailor’s Odyssey (London, 1951), 556.
97
“The Conquest of Sicily” (R.A.F. Mediterranean Review, No. 4), 39.
Macmillan, The Royal Air Force in the World War, III, 225.
98
Samuel Eliot Morison, Sicily-Salerno-Anzio (Boston, 1954), 220. The
Memoirs of Field-Marshal Kesselring, 165.
99
Commander 14o Pz Corps to Army High Command, through O.B. South, 14
agosto 43 (C.R.S.—H22/138).
100
Bericht über die Kampef in Sizilien.
101
O.B. South to O.K.W., Erfolgmeldung über die Kampfe in Sizilien, v.
10.7—17.8.43 (Rapporto sui combattimenti in Sicilia, 10 luglio-17 agosto 43)
(C.R.S.—75138/28).
102
“Queste cifre sono confermate in un rapporto del Vice Ammiraglio Friedrich
Ruge, Comandante della marina tedesca in Italia. Una voce nel Diario di guerra
del 76o Panzer Corps riporta che le notti 10-11 e 11-12 di agosto: ‘615 ufficiali,
19,924 N.C.Os. e 2185 veicoli, 34 carriarmati, 44 cannoni semoventi d’assalto,15
cannoni anticarro pesanti, 21 cannoni, 11 cannoni antiaereo’.” Vedi nota 95
sopra. 76o Pz. Cors W.D., 13 agosto 43 (C.R.S.—43005/1).
103
O.H.W./W.F/St. Rapporto sulla situazione, 18 agosto 43.
104
United Kingdom record.
1328
ANELO PRINCIPE
105
A.F.H.Q. Weekly Intelligence Summary, 21 agosto 43.
Zustandsbericht der Panzer Division Herman Göring, 1 settembre.43 (C.R.H.-O.K.H., H16/24).
107
76o Corpo Panzer W.D., 14 settembre 43 (C.R.S.—43005/2).
108
Von Bonin, 16-17. “Estratto dalla Relazione sull’Occupazione della Sicilia”,
narrata dall’Ammiraglio Pietro Barone, Comandante Navale in Sicilia, citato in
Morrison, Sicily-Salerno-Anzio, June 1943-june 1944, Cap.X.
109
Il numero di 137488 prigionieri italiani è riportato nella fonte bitannica citata
prima includendo 96,500 catturati dalla Settima Armata. Fonti americane portano
il numero dei prigionieri italiani fatti dalla Settima armata a 112,868. Vedi nota
105 sopra. Settima Armata Report of Operations, B-7.
110
A.F.H. Weekly Intelligence Summary, 21 agosto 43.
111
Vedi nota 105, sopra.
112
Statistiche fornite dal War Service Records, Ottawa, 21 aprile e 20 luglio 49.
113
“Symbol” Conference, C.C.S. 55/1, Memorandum by Combined Chiefs of
Staff. 19 gennaio 43.
114
Report on Auxiliary Services in the Sicilian Campaign by Capt. J.W. Devine,
Advance Auxiliary Sevice Officer H,Q. I Cdn. Div., 30 Aug 43, C.M.H.Q. file
24/AAI/1. Cf. also L. S. B. Shapiro, They Left the Back Door Open (Toronto,
1944), Chap. 6.
115
“Le ammissioni giornaliere di casi di malaria veri o sospettati riportati dalle
unità mediche della Divisione erano del 3.9% . Per l’intero periodo, 10 luglio 31
agosto, ci furono tra i canadesi approssimativamente 1,200 casi. Per dettagli sul
controllo della malaria in Sicilia vedi W. R. Feasby, Official History of the
Canadian Medical Services 1939-1945, Volume Two, Clinical Subjects
(Ottawa, 1953), 139-142. Rapporto della Sezione investigativa anti-malaria al
A.D.M.S. [Assistant Director of Medical Service], I Divisione canadese, 10
novembre 43, C.M.H.Q. [Canadian Military heaquarter, London] cartella
1/malaria/1/2.
116
“Instruction to all Comds I Cdn Div and Att Units”, 27 agosto 43, Appendix
62 tp W.D., A.D.M.S., I Cand. Div. A.D.M.S. Message to all units, 27 agosto 43,
Appendix 62 to W.D. , A.D.M.S., I Can. Divi. A.D. M.S. Message to all units, 27
agost 43, Appendice 61 to ibid.
117
Appendix 8 to W.D. Seaforths Highlanders of Cda., August 43. Bernard
McEvoy and Capt. A. H. Finlay, History of the 72nd Canadian Infantry
Battalion, Seaforth Highlanders of Canada (Vancouver, 1920), 94.
118
W.D. H.Q. II Inf. Bde., 20 agosto 43.
119
“Report of Visit to North Africa 6-20 Juy 43 by Lt-General A. G. L.
McNaughton”, 22 luglio 43, file P.A. 1-3-14-1.
120
Nella sua visita in Nord Africa, con McNaughton c’erano Lieut.-Gen. K.
Stuart (chiamato dal Canada per questo proposito), il Brigadiere C. Foulkes,
B.G.S., della Prima Armata Canadese, il Brigadiere J. E. Denet, Chief Signal
Officer, First Canadian Army, e Lt.-Col. D.C. Spry e Maj. T. Martin, Assistente
106
1329
G. W. L. NICHOLSON
Volume II
THE CANADIANS IN ITALY, 1943-45
personale di McNaughton e Stuart rispettiamente. Ibd. Tels. CGS 678, a
McNaughton da Stuart, 17 giugno 43, e GS 1433, a Stuart da McNaughton, 19
giugno 43.
121
Tel. N. 91277, War Office to A.F.H.Q., 19 luglio 43. War Office letter M.O.
2/2643, Simpson to McNaughton, 23 luglio 43, file P.A. 1-3-14-1.
122
Il Maj.-General Sir Francis de Guingand, capo del personale del Generale
Montgomery, ha indicato che da quando egli aveva assunto il comando della
Ottava Armata, the G.O.C.-in-C seguì una rigida pratica, rifiutandosi di ricevere
nel suo Quartiere Generale visitatori almeno che non li avessi invitati lui stesso.
De Guingand suggerì che nel negare a McNaughton l’ingresso in Sicilia,
Montgomery desiderava liberare il Generale Simonds di qualsiasi altro impegno
che tale visita, nel mezzo delle operazioni, potrebbe causare. Vedi de Guingard,
Operation Victory, 183-184.
123
“Memorandum of Conversation General McNaughton—General Alexander at
1745 hours, on 17 July 43”, Appendix “W” to file P.A. 1-3-14-1. Cf . also Capt.
Harry C, Butcher, My Three Years with Eisenhower (New York, 46), 366-368.
124
Tel. GS 1761, Murchie from McNaughton, 23 luglio 43, file P.A. 1-3-14.
125
Tel. MA/379, 15o Army Group to War Office, 9 agosto 43, file P.A. 1-3-14-2.
126
“Report of Visit to North Africa and Sicily, 18-28 agosto 1943 by LieutenantGeneral A.G. L. McNaughton”, 31 agosto 43, ibid.
127
“Visit to General Sir Bernard Montgomery—H.Q. Eight Army—24-25 Aug
43”, Appendix “S” to ibid.
128
Tel. GS 2118, Stuart from McNaughton, 29 agosto 43, Appendix “CC” to
ibid.
129
Lettera datata 6 agosto 43, Corrispondenza, G.O.C. I Divisione canadese, 14
luglio-8 agosto 43.
1330