2008—3 Informazioni ai Soci C l ub Vei C ol i Mi l i t ari S t ori Ci NOTIZIARIO WWW.CVMS.IT MAB MEZZI ARMI BATTAGLIE Lettera deL presidente Cari Amici, anche il 2008 si sta concludendo, e le nostre amate vetture giacciono ormai poco utilizzate nei loro garage aspettando il ritorno della bella stagione. E’ stato un anno intenso che ha visto un buon incremento di nuovi soci, ma soprattutto è notevolmente aumentato il numero dei partecipanti alle gite ed ai raduni proposti dal nostro Club che, peraltro, grazie all’esperienza ormai consolidata negli anni, risultano sempre più piacevoli e ben organizzati. Il nostro notiziario M.A.B. è ormai stampato in più di 500 copie e sappiano che molti appassionati, anche non del nostro Club, cercano di averne una copia. Il lavoro da parte dei Consiglieri è stato molto e costante, per poter dare a tutti voi un servizio sempre migliore. I soci iscritti sono aumentati notevolmente e raggiungono ormai quasi i 500 ed è un grande successo se si pensa che il prossimo hanno festeggeremo “solo” i nostri primi 10 anni, ma quello di cui sono veramente contento e che si parla molto bene del CVMS e dei soci che ne fanno parte. Un ringraziamento va sicuramente all’ASI, con cui abbiamo stretto un rapporto di grande collaborazione per migliorare, non soltanto nel nostro ambito, ma anche con gli altri club lo scambio di idee, di informazioni e sviluppare insieme i progetti più importanti che possono aumentare il piacere di collezionare e godersi le nostre amate “bambine”. Per l’anno prossimo abbiamo parecchie cose in programma: la Normandia che stiamo organizzando per la prima volta come Club, e le Dolomiti dall’amico Werner Crazzolara, tutti raduni molto belli a cui si aggiungeranno opportunità più vicine come Domodossola dall’incontenibile Ferruccio Francescoli, Dolzago sempre molto seguito ed impeccabilmente organizzato dal nostro Consigliere Diego Molteni e tanti altri incontri dove saremo ospiti di altri club, insomma, un altro anno “pesante” che ancora non siamo in grado quantificare nei dettagli, ma che sicuramente metterà a dura prova le nostre mogli ed i nostri figli al seguito, sempre sorridenti ma anche provati dalle lunghe “scorribande” sugli sterrati. Per il prossimo anno, in coincidenza dell’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali, nei primi mesi del 2009, stiamo organizzando una festa per celebrare il primo decennio di vita del CVMS e spero che tutti possiate partecipare e condividere la gioia di questo importante momento della vita del nostro Club. Rivolgo un ringraziamento in particolare delle persone che aiutano costantemente il nostro Club a crescere, e sono il nostro Presidente Onorario Cosimo Prototipo, che si occupa dell’impostazione del nostro giornale, e Danilo Giacomazzi, che segue lo sviluppo del nostro sito, e a tutti i soci, mogli e figli, che pur non avendo una carica ufficiale, dedicano tantissimo tempo nello sviluppo delle varie iniziative. Colgo l’occasione, unitamente ai Consiglieri del Club, di augurare a Voi ed alle Vostre famiglie un sereno Natale ed un fantastico 2009. Il Presidente Enrico Paggi CLUB VEICOLI MILITARI STORICI I nd I c e d e g l I a rg o me n t i ♣Lettera del Presidente ♣Indice degli argomenti ♣5 Luglio 2008—Caserma Ugo Mara ♣Manifestazioni 2009 ♣14 settembre 2008—Raduno di Dolzago ♣Caserma Ugo Mara—Marzio (VA) 2008 ♣Rinnovo quote associative ♣Cartoline dai Soci: Come eravamo ♣CVMS: Programma Normandia 2009 ♣Il fallito sbarco di Dieppe ♣Browning cal. 0,50” M2 ♣GAZ 69 detta “Kozlov” (capra) ♣I carri leggeri sovietici ♣La Corazzata Cavour ( una nave sfortunata) ♣La flotta Francese ad Orano ♣Le armi strane ♣Le armi strane ♣Le Bombe della Regia Areonautica ♣UAZ 469 ♣Walther P. 38 ♣Messerschmitt 109 E (Emil) ♣Ma che fine hanno fatto !!!!!! ♣Casasco Intelvi ♣Casasco Intelvi ♣2° Raduno Valli Ossolane ♣Cerco, Compro, Vendo ♣Foto di copertina: Pag. 1 Pag. 2 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 5 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 10 Pag. 11 Pag.12 Pag. 13 Pag. 14 Pag. 15-16 Pag. 17-18 Pag. 19-20 Pag. 21-22 Pag. 23 Pag. 24 Pag. 25-26 Pag. 27 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 30 Pag. 31 Pag. 32 Redattore: Cosimo Prototipo Articoli di carattere storico: Enrico Paggi, Cosimo Prototipo Resoconti delle manifestazioni: i Soci CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. 5 luglio 2008 - caserma ugo mara Sabato 5 luglio 2008 il nostro Club è stato invitato dal Generale Raffaele De Feo, comandante della Caserma UGO MARA di Solbiate Olona, sede del Comando HQ NATO RAPID DEPLOYABLE CORPS ITALY, per la festa dell’“INTERNATIONAL DAY 2008”. Alla manifestazione hanno preso parte alcuni gruppi di rievocazione storica, 30 veicoli di nostri soci, oltre a familiari ed amici accompagnatori. Alle 10,30 il nostro Club, per l’occasione rappresentato dai consiglieri Enrico Lamperti, Federico Dell’Orto e Cesare Spinardi, ha offerto, sotto il nostro ben piazzato gazebo, uno spuntino a base di salame e stuzzichini, molto gradito da parte di coloro, militari e non, che partecipavano alla manifestazione. Alle 12,30, preceduti da varie associazioni e gruppi storici, abbiamo sfilato con i nostri mezzi davanti al palco d’onore, dove avevano preso posto Ufficiali e Rappresentanze Diplomatiche delle varie Nazioni della Nato, presenti con i propri militari presso questo Comando. Terminata la sfilata e riposizionati i veicoli in esposizione, i nostri mezzi sono stati visionati e fotografati da un gran numero di presenti, che si sono complimentati per il perfetto stato di conservazione e restauro. Alla manifestazione hanno partecipato circa 5.000 persone. L’eccellente organizzazione militare ha offerto quindi un pranzo a buffet, dove ogni gazebo rappresentava una Nazione e dove, a scelta, si potevano gustare le singole specialità. Al centro era stato montato un tendone con palco, dove si sono esibiti con canti e balli i gruppi folcloristici dei paesi della Nato. Ringraziamo ancora il Comandante, Generale Raffaele De Feo ed il suo assistente, Maggiore Vincenzo Ciarraffa, con l’augurio di rivederci il prossimo anno. Cesare Spinardi CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. Manifestazioni 2009 Di seguito diamo indicazioni di massima. Per informazioni più dettagliate vi invitiamo a controllare la pagina Raduni 2009 o le News della pagina iniziale del nostro sito, www.cvms.it, in continuo aggiornamento, o contattare la sede del Club. Non mancheranno avvisi a mezzo posta in caso di particolare importanza dell’iniziativa in programma. E’ importante rammentare di comunicare sempre per tempo eventuali vostre iniziative, al fine di consentirci una programmazione degli eventi. Se siete intenzionati a partecipare ad un raduno è necessario comunicare il proprio nominativo, tipo di veicolo e numero di partecipanti almeno dieci giorni prima dell’evento alla sede del club o, se indicati, ai numeri di telefono degli organizzatori. Raduni cvms 2009 4—10 Giugno 2009 : Normandia—Francia Organizzazione e programma vedi pag. 9 Settembre 2009 : Val Badia—V° Raduno Internazionale Veicoli Militari Storici Organizzazione e programma: Werner Crazzolara Segnalazione di altre Manifestazioni Borse scamBio con stand cvms 30 /31 maggio 2009 Militaria — Novegro MI : CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. 14 settembre 2008 - raduno di dolzago Il 14 settembre 2008 si e svolto il 3° raduno di veicoli militari, inserito all’interno della manifestazione”Dolzago Sport e Spettacolo”. All’appuntamento si sono presentati 35 veicoli, tra i quali spiccavano il Volvo L3304 del signor Bonomelli ed i GMC di Marelli e Speroni. La giornata non era delle migliori visto il tempo che minacciava acqua (che puntualmente si è presentata), comunque la colonna si è avviata alla volta della prima sosta dove ci attendeva una degustazione di vini e salumi locali; ci siamo poi avviati per il percorso sulle colline della Brianza e abbiamo fatto sosta nel comune di Colle Brianza, dove è stato offerto un ricco aperitivo. Siamo poi ripartiti per il rientro a Dolzago, effettuando una variante sterrata in mezzo al bosco, ove abbiamo pranzato; nel primo pomeriggio ci siamo rimessi in marcia per il giro turistico che ci ha portato a Valbrona, dove ha iniziato a fare breccia un pallido sole, e di seguito giù fino al lago di Como, sul ramo Lecchese, per fare rientro a Dolzago, dove ci attendevano le autorità locali, rappresentate dall’Assessore Roberto Corti, al quale va il nostro ringraziamento per l’ospitalità riservataci, per il commiato. Nel darvi appuntamento alla prossima edizione ringraziamo i comuni di Dolzago, Colle Brianza e Valbrona per l’ospitalità. Diego Molteni CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. Caserma ugo mara Marzio (va) 2008: MoMenti CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. www.cvms.it E’ l’indirizzo del sito internet del nostro Club, curato e aggiornato dal “web master” Danilo Giacomazzi, socio del Club. Visitate le nostre pagine sul web. La pagina iniziale e quella dei Raduni dell’anno in corso, sono aggiornate, con appositi avvisi, appena possibile, con le date dei raduni, con le informazioni necessarie per la partecipazione, e con le foto dei raduni che nel frattempo si sono svolti. Rinnovo quote associative La quota associativa scade il 31 dicembre 2008. La quota associativa per l’anno 2009 è di: € 55,00. ♣Rinnovo entro il 31/01/2009: euro 55,00; ♣Rinnovo entro il 31/03/2009: euro 65,00; ♣Rinnovo dopo il 31/03/2009: euro 85,00; ♣I soci che non danno disdetta per iscritto, e non rinnovano per uno o più anni la quota, ad una successiva richiesta di rinnovo dell’iscrizione dovranno pagare euro 55,00 per ogni anno non regolarizzato; ♣Soci Familiari e Simpatizzanti: euro 20,00. L’iscrizione al Club contestuale all’ASI comporta la spesa complessiva di € 97,00. Si avvisa che, per motivi di organizzazione, le quote ASI saranno trasmesse dal CVMS all’ASI alla fine di ogni mese. Tariffe pratiche ASI (La Manovella del 06/2004): Iscrizione al Registro Storico ( Ex Attestato di Storicità): gratuito. Auto, Veicoli Militari e Commerciali: Certificato di Identità: € 105.00. Gratuito per veicoli ante 1918. Certificato sostitutivo delle caratteristiche tecniche: € 105,00. Gratuito per veicoli in possesso di omologazione o certificato di identità o se richiesto contestualmente al certificato di identità. Motociclette: Certificato di Identità: € 60,00. Gratuito per veicoli ante 1918. Certificato sostitutivo delle caratteristiche tecniche: € 60,00. Gratuito per veicoli in possesso di omologazione o certificato di identità o se richiesto contestualmente al certificato di identità. Il pagamento delle quote di iscrizione al Club e/o ASI può essere effettuato direttamente in sede, oppure con Assegno Bancario non trasferibile o con Vaglia Postale intestato al Club con indicazione della causale. Iscrizione all’MVPA I soci in ter essati all’iscrizione all’MVPA, devono versare 48 dollari annuali, pari a circa euro 33,00 e devono compilare il coupon di iscrizione che potrà essere richiesto in sede e che abbiamo già allegato al Notiziario precedente. Pertanto le quote per il 2009 sono le seguenti: E’ possibile iscriversi solo al CVMS, oppure contestualmente all’ASI e/o all’MVPA pagando entro il 31/01/2008, le seguenti quote: CVMS = CVMS + ASI = CVMS + MVPA = CVMS + ASI + MVPA = CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. € € € € 55,00 97,00 88,00 130,00 Cartoline dei soCi : Come eravamo Spazio Soci dedicato alle foto della …. …… “naia”. Foto che il socio Danilo Giacomazzi ci ha gentilmente concesso di pubblicare. Reduci del Don ???? CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. Programma normandia 2009 3 Willys colorazione americana Attuali partecipanti al programma Normandia 2009 CVMS Assolutamente un bel gruppo !!! Sulla base dei dati raccolti alla metà di ottobre abbiamo circa 40 iscritti, con circa 15 veicoli comprendenti: Camion Ford F60L canadese versione trasporto truppe Jeep Willys versione SAS fronte europeo 2 Jeep Willys versione inglese Dodge WC51 Moto Triumph inglese 350 cc Dodge Command Car Ford GPA 4 Ford GPW colorazione americana Chi volesse partecipare anche solo con la divisa d'epoca si affretti, perchè i posti non sono infiniti. Mi segnalano che esiste la possibilità di partecipare unitamente al proprietario di un fantastico DUCK dividendo le spese di trasporto del mezzo..... ma in fretta!!! Mi raccomando la tempestività. Un saluto a tutti. Il Presidente Enrico Paggi NORMANDIA 2009 in collaborazione con ASI e IMVCC Periodo stabilito: Giovedì 4 Giugno 2009 – Mercoledì 10 Giugno 2009 Giov. 4/6 Arrivo al Campo di Isigny s/Mer e sistemazione negli alloggi riservati. Ven. 5/6 Trasferimento e sfilata in Comune ancora da stabilire Sab. 6/6 Giornata libera Dom. 7/6 Sfilata a Bajeux Lun. 8/6 Sfilata ad Isigny s/Mer Mart. 9/6 Borsa scambio ad Isigny s/Mer Merc 10/6 Smontaggio campo e partenza Le date delle manifestazioni possono subire variazioni La nostra partecipazione sarà organizzata insieme alla FF. MVCG, nostra omologa francese, cosa che ci permetterà di evitare le difficoltà che i nuovi regolamenti istituiti dalle Autorità Francesi potrebbero creare a partecipanti stranieri; a fronte di questo sarà impegno dei nostri partecipanti il rispetto dei regolamenti emanati dalla FF. MVCG. http://www.normandiememoire.com/communication/doc/262008165828.pdf Attenzione: data ultima di adesione alla Manifestazione 31 Ottobre 2008 Dopo tale data alcuna domanda di partecipazione sarà presa in considerazione. I Partecipanti che desiderano una sistemazione in Mobil Home o Chalet (presenti sul Campo) Chambres d’Hotes nelle fattorie o camere in Hotel dovranno inviare alla nostra Segreteria al più presto e comunque entro e non oltre il 15 Novembre 2008, la richiesta unita ad una caparra di 200,00 Euro per struttura o camera. Le prenotazioni saranno effettuate rispettando l’ordine di ricezione In caso di impossibilità di prenotazione la caparra sarà integralmente restituita. Il costo delle Mobil Home è indicativamente : 2 camere x 4 persone 32,00 euro al giorno 3 camere x 6 persone 48,00 euro al giorno. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. Il fallIto sbarco dI dIeppe Era l’estate del 1942, le forze Alleate venivano battute su tutti i fronti. A tarda notte del 18 agosto, 252 navi alleate, tutte di piccolo tonnellaggio, prendono il mare da quattro porti della costa inglese della Manica. Su di esse sono imbarcati 6.086 uomini di sei reggimenti tra britannici e canadesi, oltre a 50 Rangers americani. Sono appoggiati da un battaglione di nuovi carri Churchill e da artiglieria leggera, oltre che dal fuoco di qualche cacciatorpediniere. L’obiettivo dell’operazione è quello di prendere terra a Dieppe, distruggere con azioni di “commando” le batterie pesanti tedesche che controllano le spiagge e occupare Dieppe, reimbarcasi nel pomeriggio, dopo aver compiuto i maggiori danni possibili e dopo avere raccolto tutti gli elementi necessari per organizzare i grandi sbarchi degli anni successivi. Il piano non è del tutto “folle”, almeno nelle prime fasi. Si calcola che le due divisioni tedesche presenti nell’area possano affluire sul posto non prima di dieci/dodici ore e sul posto i tedeschi dispongono esclusivamente della 302° divisione di fanteria di Arques-la-Bataille e di una buona quantità di carri. Gli Alleati ipotizzano che anche queste forze non possano essere impiegate prima di una decina di ore, permettendo, in stretta misura, di effettuare il blitz avendo come unico ostacolo gli elementi locali della difesa. Alla tre del mattino i mezzi da sbarco vengono calati in mare e la “mattanza” ha inizio. La confusione da parte alleata è immediata, alcuni mezzi da sbarco seguono il “pilota” sbagliato, altri capitano in mezzo ad una flottiglia di pescherecci tedeschi in servizio di allarme. I punti di sbarco, tranne che in un caso, non sono quelli previsti dal piano e la difesa è già in allarme molto tempo prima che le truppe prendano terra. Le perdite sono subito gravissime, i reggimenti della “Regina”, del “Saskatchewan”, di “Essex” e di “Mount Royal” perdono immediatamente quasi tutti i loro ufficiali. Solo 17 carri giungono sulla spiaggia, ma di essi solo sei sono in grado di muovere verso il Casinò di Dieppe, che però non vedranno mai perché le artiglierie tedesche li distruggeranno inesorabilmente. Dei 516 uomini e 27 ufficiali del “Royal Regiment of Canada” sbarcati a Le Puy, alle otto del mattino sopravvivono tre ufficiali e 57 uomini. Le munizioni scarseggiano ed i mezzi da sbarco giacciono sventrati sulla spiaggia. Alle 9.00 viene dato l’ordine di reimbarcare: inizia il panico e lo sconforto: una seconda Dunkerque. In Francia rimangono 494 ufficiali e 3.890 soldati. E’ chiaro a tutti che il piano è andato molto male, l’organizzazione è stata deficiente ed i presupposti erano errati. Lo Stato Maggiore britannico conosceva perfettamente la dislocazione delle batterie tedesche, dei batta- glioni carri e le capacità del servizio costiero di sorveglianza tedesco, ma volle effettuare un’azione di sbarco di viva forza nonostante l’esperienza diretta maturata a Creta ed a Dunkerque ed indiretta a Guadalcanal. In questa operazione vennero utilizzati i nuovissimi carri Churchill permettendo in questo modo ai tedeschi di poterli attentamente valutare al termine della battaglia. La logica britannica nell’effettuare operazioni militari non è mai stata molto comprensibile: durante la guerra le operazioni “impossibili” si sono susseguite portando alla morte o al ferimento migliaia di soldati, in particolare di quelli provenienti dalle colonie, che, come avvenne più tardi sul fronte italiano, si ribellarono al fatto di essere considerati la governo inglese “carne da cannone”. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. Browninig cal. 0,50” m2 Quando la forza di spedizione americana sbarcò in Francia nel 1917, i soldati USA dovettero interamente dipendere dai loro alleati europei per l’approvvigionamento di armi automatiche. A quell’epoca i Francesi e gli Inglesi avevano già capito l’importanza di questo tipo di armi al fronte ed il vantaggio che poteva dare sia come arma di attacco che di difesa. In particolare la mitragliatrice pesante che usava un calibro di munizione più elevato rispetto ai fucili aveva un effetto devastante sia sulla truppa che sui veicoli leggeri. All’epoca le mitragliatrici pesanti servivano a combattere i carri nemici che avevano ancora delle blindature che proteggevano a malapena l’equipaggio dalle salve di fucileria. Un’altra funzione era quella di abbattere i palloni di osservazione nemici in quanto i proiettili più pesanti potevano contenere una maggiore quantità di materiale incendiario. L’interesse fu tale che le poco numerose Browning Cal. 0,30” in possesso degli americani furono in parte convertite in calibro 11 mm. ma con scarso successo. Chiaramente un’arma che è stata studiata per funzionare per un calibro piccolo non poteva resistere a lungo nei meccanismi ad una munizione quasi doppia, inoltre la munizione da 11 mm. Utilizzata, di origine francese, non aveva delle grandi caratteristiche balistiche e mancava di capacità di penetrazione. La soluzione del problema fu demandata a John Browning che stava già studiando da tempo un’arma di calibro 0,50” raffreddata ad acqua che era un modello vagamente simile a quella attuale; rimaneva il problema di studiare il giusto munizionamento. Durante i combattimenti gli americani ebbero la fortuna di catturare degli esemplari del fucile controcarro Maser e delle munizioni dell’arma. Avevano trovato la munizione adatta alla loro nuova mitragliatrice. Il proiettile catturato aveva una velocità iniziale di 853 metri al secondo ed era così perfetta che gli americani si misero subito a produrla, ma era il 1918 e la guerra stava ormai finendo. L’unico utilizzo che ebbe l’arma con la nuova munizione fu per un uso antiaereo con una bella scelta di proiettili: traccianti, dirompenti ed incendiari. Nel 1933 venne prodotta una versione raffreddata ad aria che era stata prioritariamente costruita per essere impiegata su un affusto multiplo per uso antiaereo. Questa arma prese la denominazione di M2. L’arma funzionava solo in automatico e solo alcune furono dotate di un dispositivo per il colpo singolo. Il meccanismo di sparo e di rinculo era molto preciso e se le munizioni non erano perfette l’arma tendeva ad incepparsi ed alcune volte anche a danneggiarsi. L’arma complessivamente funzionava bene, ma tendeva a surriscaldarsi nel caso di lunghe raffiche di una quarantina di colpi. In questo caso bisognava fare una lunga pausa per raffreddare la canna, cosa inaccettabile durante i combattimenti. Per risolvere il problema la canna fu appesantita e venne prodotta la nuova versione con la sigla HB (Heavy Barrel). L’arma fu utilizzata con successo su tutti i fronti dalla Seconda guerra mondiale ad oggi e gli americani la installarono ovunque, dai mezzi da sbarco ai carri armati, ai camion su particolari supporti (O ring) che permettevano il brandeggio a 360°, sugli aerei ed in installazioni quadrinate antiaere che sviluppavano un terribile volume di fuoco. Tutti gli eserciti occidentali hanno o hanno avuto in dotazioni questa arma. Le armi che ancora si utilizzano sono tutte di questa versione. CARATTERISTICHE TECNICHE Lunghezza Peso Peso treppiede Calibro Funzionamento Alimentazione Cadenza di tiro Velocità iniziale Distanza utile CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. 1,651 mt. 38,11 Kg. 19,86 Kg. 0,50” (12,69mm.) a rinculo a nastro 500 colpi al minuto 894 m/s 2.378 mt. Gaz 69 “kozlov” (capra) Nel dopoguerra la Russia continuò a produrre una grande quantità di nuovi veicoli militari per contrastare lo sviluppo tecnologico americano: eravamo in piena guerra fredda. Nel 1952 la Gaz iniziò a costruire un nuovo veicolo leggero da trasporto e ricognizione con una cabina a due porte ed una capacità di carico di 500 Kg. che prese la denominazione di Gaz 69 e fu progettato dall’ing.Grigory Moiseevich Vasserman. Le versioni successive, che ebbero sempre la cabina aperta e la copertura in tela vennero dotate di quattro piccole porte con una capacità di trasporto di otto soldati. Alcune versioni furono dotate di rampe per il lancio di quattro missili anticarro AT – 1 Snapper filoguidati ed altre con un doppio serbatoio (47 litri sotto il pianale e 28 litri sotto il sedile di guida). La trazione come sulle Jeep poteva essere inserita anche sull’asse anteriore e le ridotte non potevano essere inserite senza la trazione integrale per evitare la possibile rottura dei semiassi posteriori. La produzione continuò fino agli anni settanta quando venne sostituita dalla UAZ 469B. E’ stata costruita anche su licenza dalla ARO in Romania ed è stata utilizzata da tutti i paesi del Patto di Var- savia. L’auto si presenta spartana al suo interno, le porte piccole non facilitano la salita di soldati equipaggiati ed in particolare il posto di guida è abbastanza sacrificato ed adatto a persone di medie dimensioni. I pedali non sono allineati al volante (ricorda le Land Rover) e la visibilità con la copertura di tela alzata è limitata soprattutto dai piccoli finestrini laterali. La strumentazione è essenziale. Insomma, pur essendo il 1952, i russi non si erano allontanati dalla vecchia cara Willys, che, peraltro, non ha mai sofferto di certi errori progettuali. Per contro è stato un veicolo ampiamente usato dall’Armata Rossa e dagli “amici” comportandosi sempre onorevolmente. CARATTERISTICHE TECNICHE Motore Pobieda GAZ M20 a quattro cilindri a valvole laterali Potenza 55 HP a 3.600 giri Cilindrata 2.112 cc. Compressione 6,2 – 6,5 Frizione a secco Lunghezza 3,85 mt. Larghezza 1,85 mt. Altezza 2,03 mt. Peso 1.525 Kg. Cambio 3 marce + riduttore Rapporti in 1° 3,115, in 2° 1,772, in 3° 1,000, retromarcia 3,738 Trazione integrale inseribile Velocità max. 90 Km/h Consumo 14 lt. per 100 Km. Produzione 634.256 veicoli CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. I carrI leggerI sovIetIcI Durante la seconda guerra mondiale i carri armati venivano definiti leggeri in base al loro peso ed ogni esercito usava dei propri parametri di riferimento. In genere veniva considerato leggero un carro di 10 tonnellate in ordine di combattimento (completo di equipaggio, carburante, munizioni, etc). L’utilizzo di questi carri era principalmente di supporto alla fanteria e di conse- guenza erano carri veloci e con una grande mobilità. La corazza era adeguata per resistere ad armi di piccolo calibro e l’armamento era al massimo composto da mitragliatrici pesanti o cannoncini. Con lo svolgersi della guerra e il miglioramento delle tecnologie i carri leggeri furono surclassati dai carri medi che univano le doti di agilità e velocità ad una più pesante corazzatura ed armamento. Verso il 1943 i maggiori eserciti relegarono il ruolo dei carri leggeri a quello di ricognizione, ritirandoli dalla prima linea ed utilizzando alcune volte gli scafi per allestire dei cannoni semoventi. L’Unione Sovietica nel 1939 possedeva ben 14.500 carri leggeri su un totale di 24.000. Il carro sovietico di maggior impiego fu il T.26 a cui fece seguito il T.40, molto diffuso, con capacità anfibie grazie a delle casse stagne che ne permettevano il galleggiamento, il movimento in acqua era dato da un’elica posteriore con due timoni direzionali. Il T.40 era armato da sole mitragliatrici leggere; la corazzatura di tipo saldato arrivava ad uno spessore di 14 mm.. Il T. 40 fu impiegato soprattutto nel settore Nord del fronte contro le truppe finlandesi. Venne poi costruito l’ottimo T.50 con un cannone da 45 mm., con un motore da 300 HP poteva raggiungere i 60 Km/h, che però venne prodotto in pochi esemplari a causa dell’elevato costo. Il T.50 pesava 14,5 tonnellate e venne prodotto dalle piccole industrie che non potevano assemblare i carri pesanti. Il carro aveva un cambio ad otto rapporti molto complesso ed utilizzava la trasmissione, lo scafo ed il motore del T.40. Successivamente il T.60 fu dotato di un cannoncino di tipo aeronautico da 20 mm. abbinato ad una mitragliatrice da 7,62 mm.. Questo carro venne prodotto contrariamente al solito non dall’industria specializzata dei carri armati ma dall’industria automobilistica. Il T. 60 aveva una corazzatura fino a 25 mm. che resisteva alle armi leggere e non era anfibio. L’ultimo carro della serie fu il T.70 costruito dalla fabbrica di automobili Gorki. Era dotato di due motori a otto cilindri da 110 HP ciascuno e pesava 9,2 tonnellate. I due motori GAZ-202 agivano indipendenti su ciascuna delle due ruote di trazione del carro creando seri problemi di mobilità e consumo delle parti meccaniche in quanto non erano minimamente sincronizzati tra loro. La versione T.70M vide la sostituzione dei due motori con uno singolo installato sulla parte destra del carro. La produzione cessò nel 1943 dopo l’allestimento di circa 8.000 esemplari. Quando la produzione venne interrotta gli scafi dei T.70 furono convertiti in caccia carri, una di queste trasformazioni fu il SU 76 con un cannone da 76/42 mm. che venne utilizzato fino alla fine della guerra e nel dopoguerra da alcuni eserciti del patto di Varsavia ed in Corea. Incredibilmente il SU76 utilizzò nuovamente la soluzione a due motori già abbandonata dal T.70 e i veicoli prodotti dovettero essere riconvertiti ad un motore. Il T.90 fu la versione antiaerea ed era basata sullo scafo di un T.60 con una torretta DShK dotata di due mitragliatrici da 12,7 mm. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. La corazzata cavour (una nave sfortunata) La costruzione fu impostata nel 1910 su un progetto del generale Edoardo Masdea che prevedeva il varo di una serie di navi della stessa categoria che avrebbero preso i seguenti nomi: Conte di Cavour, Giulio Cesare, Leonardo da Vinci. La particolarità di queste navi era dovuta all’armamento ed alla sua disposizione: cinque torri da 305 mm., delle quali due estreme (torri 1 e 5) e quella centrale tra i due fumaioli erano trinate, mentre le torri soprelevate (2 e 4) avevano due cannoni ciascuna. Iniziato il 24 agosto 1910 nel regio arsenale di La Spezia, il Cavour fu varato un anno dopo e l’allestimento venne completato il 1° aprile 1915. Nella guerra 1915 – 1918 il Cavour non ebbe modo di impegnarsi in azioni e il suo valore fu soltanto potenziale. Nel 1920 andò negli Stati Uniti e nel 1923 partecipò all’occupazione di Corfù. Fino al 1928 non fu più impiegato in azione ed effettuò solo normale attività di squadra, esercitazioni e visite ufficiali, per essere poi messo in disarmo come il Giulio Cesare che, insieme al Cavour, venivano ormai considerate unità superate e, forse, mal riuscite. Il generale Rotondi propose di rimodernarle con una trasformazione del 60% della costruzione originaria. Tra il 1933 ed il 1937 il Cavour fu praticamente rifatto nel cantiere San Marco di Trieste. Benché ringiovanito, il Cavour era una nave non nuova ed in particolare era inferiore come potenza di fuoco ai 381 inglesi, come venne messo ben in evidenza durante lo scontro a Punta Stilo il 9 luglio del 1940. Nell’ultimo riammodernamento era stato fatto l’errore di ricalibrare i cannoni da 305/46 in 320/44 per avere più potenza di fuoco, con lo svantaggio che il tiro diventò molto impreciso. Dopo un paio di altre missioni in cerca di navi nemiche, la corazzata fu colpita nel Mar Grande di Taranto da un siluro magnetico lanciato da un aerosilurante britannico la notte dell11 novembre 1940, che gli creò un grande squarcio sulla fiancata dello scafo ed un vasto allagamento. Per evitare l’affondamento la nave su fatta incagliare sui bassi fondali dove sprofondò fino alla coperta. Risollevata, fu condotta a Trieste alla fine del 1941 e messa in cantiere dal quale sarebbe dovuta uscire con ulteriori ammodernamenti. L’armistizio arrivò prima che i lavori fossero finiti ed essa fu catturata dai tedeschi. Il 20 febbraio 1945, durante un bombardamento, la nave fu colpita da due bombe che la fecero nuovamente affondare e capovolgere segnando la fine definitiva di questa nave. La nave fu messa all’asta dal Ministero della guerra e fu acquistata dall’imprenditore Armando Vasi di La Spezia Il recupero iniziò nel 1950, la nave fu riempita d’aria compressa dopo essere stata completamente sigillata ed alleggerita di circa 3.000 tonnellate di peso, tagliando le sovrastrutture. Il 29 marzo 1952, la nave, seppur capovolta, ricominciò a galleggiare e potè essere portata nel cantiere di demolizione. Il motto della nave era: A NESSUNO SECONDO CARATTERISTICHE (della versione della 2° G.M.) Dislocamento a pieno carico 29.032 ton. Lunghezza 186,4 mt. Larghezza 28,3 mt. Pescaggio 9,4 mt. Motore 2 gruppi di turbine turbine Belluzzo ali mentate da 8 caldaie Yarrow, potenza massima 93.433 cavalli Velocità 28 nodi Autonomia 8.880 Km a 18,5 Km/h Equipaggio 36 ufficiali e 1.200 uomini Armamento 13 cannoni da 320/44 mm. 18 da 120/50 mm. 8 da 100/47 AA, 8 mitragliere da 37/54 12 mitragliere da 20/65 2 idrovolanti con 2 catapulte (sbarcati nel 1938). CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. La fLotta francese ad orano (operazione catapuLt) Leggendo la storia si evidenziano le analogie esistenti sul modo di comandare e gestire le situazioni da parte degli ufficiali Francesi ed Italiani e la storia relativa al bombardamento della flotta francese ad Orano ricorda quanto è successo molte altre volte in Italia durante la Seconda guerra mondiale ed in particolare l’8 settembre 1943. Hood ra da oltre il forte di Mers-el-Kebir rimanendo defilata rispetto alla flotta francese che non riesce a vedere i bersagli. La prima salva colpisce il forte, la seconda centra la diga e le successive vanno a segno sull’imboccatura del porto e sulle navi alla fonda che tentano, disperatamente, di guadagnare il largo. L’obiettivo principale degli inglesi era di distruggere gli incrociatori da battaglia Dunkerque e Strasbourg, allestiti nel 1937 e nel 1938. Erano navi da 26.500 tonnellate con un armamento di otto cannoni da 330 mm. e sedici da 130 mm.. La flotta inglese era composta dalla Hood (la più moderna nave da battaglia a disposizione degli inglesi che fu affondata dalla Bismark durante l’inseguimento nel Mare del Nord), dalle corazzate Valiant e Resolution, dalla portaerei Ark Royal, da due incrociatori e da 11 cacciatorpediniere. Dunkerque Scambio di telegrammi tra le supreme autorità militari francesi e britanniche ed i rispettivi ammiragliati: “Forza navale inglese comprendente tre corazzate, una portaerei, incrociatori e siluranti, incrocia davanti ad Orano. Ultimatum: provvedete auto affondamento vostre unità o noi vi costringeremo per forza” Risposta: “Unità francesi risponderanno con forza ad atti di forza” (sembra un’affermazione di Badoglio!) Verso le 13,30 altro avvertimento lanciato dalla Hood:”Qualora accogliate le nostre proposte, issate bandiera quadrangolare su albero maestro. Caso contrario ore 14.00 apriremo il fuoco”. L’unica speranza che rimaneva ai francesi era di guadagnare tempo. L’ammiraglio Gensoul alle 13,45 risponde:”Nessuna intenzione flotta francese prendere il largo. Ho telegrafato mio governo ed attendo risposta. Non commettete azioni irreparabili”. L’ammiraglio Le Luc in Francia, capo di stato maggiore della marina, ordina a tutte le forze navali francesi presenti nel Mediterraneo occidentale (nei porti di Algeri e Biserta), di muovere in soccorso alla squadra ancorata a Mers-el-Kebir. Gensoul viene avvisato via radio esortandolo a resistere, ma il messaggio viene intercettato dagli inglesi che a questo punto rompono gli indugi. La situazione precipita e Gensoul scrive all’ammiragliato francese:”Aperte ostilità contro forza navale inglese”. L’ammiraglio inglese Sommerville telegrafa alla flotta:”Attaccare nemico”. I primi minuti di combattimento sono i più duri. La flotta inglese spa- La prima nave ad essere colpita fu la vecchia corazzata Bretagne che saltò in aria affondando con 977 uomini; la Dunkerque venne ripetutamente colpita nel locale caldaie e presso la centrale di tiro e messa fuori uso; la Provence riuscì ad allontanarsi dalla banchina ed a sparare tre salve contro la Hood prima di essere centrata presso la torre poppiera, con il rischio di esplosione della nave se l’equipaggio non avesse allagato la Santa Barbara. La vecchia corazzata venne fatta incagliare per evitare l’affondamento. La Strasbourg, approfittando del fumo e della confusione, riuscì ad uscire dal porto ed a guadagnare il largo. L’azione durò in tutto tredici minuti, fino a quando l’ammiraglio francese Gensoul chiese il cessate il fuoco subito accolto da Sommerville che voleva evitare la mattanza dell’ex alleato. Continua pag. 16 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b. La fLotta francese ad orano (operazione catapuLt) LA FLOTTA FRANCESE BOMBARDATA AD ORANO (operazione Catapult) Ark Royal L’Ark Royal diede la caccia fino al tramonto, senza successo, alla Strasbourg per poi ritornare all’attacco della Dunkerque, che apparentemente non aveva subito grossi danni. Gli aerei siluranti attaccarono la nave colpendo, però, una bettolina carica di esplosivo vicina alla nave da battaglia che provocò uno squarcio ingente nel fianco della nave e la morte di altri 150 uomini. La nave rimase in cantiere per oltre un anno per le riparazioni. Due giorni dopo l’eccidio perpetrato dagli inglesi il governo di Vichy rompe le relazioni diplomatiche con Londra. La marina francese diventa popolarissima ed il suo stato d’animo nei confronti degli inglesi non manca di influire su tutta l’opinione pubblica, già solidale con Petain che, firmando l’armistizio, ha evitato ai francesi l’assurdo di farsi ammazzare per la salvezza dell’Inghilterra. La marina fornirà molti quadri direttivi al regime di Vichy e l’ammiraglio Darlan piazzerà i suoi uomini di fiducia in tutti i dicasteri chiave, tanto che un ammiraglio verrà posto nella funzione di prefetto di polizia a Parigi. Questa operazione creò grossa indignazione tra i francesi e la maggior parte del personale della marina francese a cui fu proposto in seguito di unirsi alla marina inglese fu molto riluttante a schierarsi con la marina di Sua Maestà. Quando gli inglesi tentarono di sbarcare a Dakar furono accolti a cannonate dai francesi. Solo con l’intervento degli americani i francesi tornarono a collabo- rare con gli Alleati, ma guardarono sempre con sospetto gli “amici” inglesi. Quando Churchill chiese a De Gaulle di unire la flotta inglese con quella francese contro i tedeschi, Charles De Gaulle disse:”Il più grande piacere della marina della Francia libera sarebbe quello di bombardare i britannici”. L’attacco inglese provocò circa duemila morti tra i francesi e l’ammiraglio Gensoul, durante le esequie dei suoi marinai, immobile sull’attenti, gridò col viso rivolto alle bare allineate:”Avevate promesso ai vostri comandanti di obbedire a qualunque ordine fosse dato per l’onore della bandiera e per la grandezza delle armi francesi. Ebbene, se oggi c’è una macchia su una bandiera, non è certo sulla nostra”. Il massacro poteva evitarsi? Probabilmente sì, perché la flotta francese mantenendo gli impegni assunti nel giugno del 1940 affonderà le navi nel 1942 dopo lo sbarco americano in Marocco ed in Algeria per non permettere ai tedeschi di impossessarsi della flotta. Ark Royal sotto attacco di aerei italiani 9 luglio 1942 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.a.b.