2008—3
Informazioni ai Soci
C l ub Vei C ol i Mi l i t ari S t ori Ci
NOTIZIARIO
WWW.CVMS.IT
MAB
MEZZI ARMI BATTAGLIE
Lettera deL presidente
Cari Amici, anche il 2008 si sta concludendo, e le nostre
amate vetture giacciono ormai poco utilizzate nei loro garage aspettando il ritorno della bella stagione.
E’ stato un anno intenso che ha visto un buon incremento di
nuovi soci, ma soprattutto è notevolmente aumentato il
numero dei partecipanti alle gite ed ai raduni proposti dal
nostro Club che, peraltro, grazie all’esperienza ormai consolidata negli anni, risultano sempre più piacevoli e ben
organizzati.
Il nostro notiziario M.A.B. è ormai stampato in più di 500
copie e sappiano che molti appassionati, anche non del nostro Club, cercano di averne una copia.
Il lavoro da parte dei Consiglieri è stato molto e costante,
per poter dare a tutti voi un servizio sempre migliore.
I soci iscritti sono aumentati notevolmente e raggiungono
ormai quasi i 500 ed è un grande successo se si pensa che il
prossimo hanno festeggeremo “solo” i nostri primi 10 anni,
ma quello di cui sono veramente contento e che si parla
molto bene del CVMS e dei soci che ne fanno parte.
Un ringraziamento va sicuramente all’ASI, con cui abbiamo stretto un rapporto di grande collaborazione per migliorare, non soltanto nel nostro ambito, ma anche con gli altri
club lo scambio di idee, di informazioni e sviluppare insieme i progetti più importanti che possono aumentare il piacere di collezionare e godersi le nostre amate “bambine”.
Per l’anno prossimo abbiamo parecchie cose in programma:
la Normandia che stiamo organizzando per la prima volta
come Club, e le Dolomiti dall’amico Werner Crazzolara,
tutti raduni molto belli a cui si aggiungeranno opportunità
più vicine come Domodossola dall’incontenibile Ferruccio
Francescoli, Dolzago sempre molto seguito ed impeccabilmente organizzato dal nostro Consigliere Diego Molteni e
tanti altri incontri dove saremo ospiti di altri club, insomma, un altro anno “pesante” che ancora non siamo in grado
quantificare nei dettagli, ma che sicuramente metterà a dura
prova le nostre mogli ed i nostri figli al seguito, sempre
sorridenti ma anche provati dalle lunghe “scorribande” sugli sterrati.
Per il prossimo anno, in coincidenza dell’assemblea per il
rinnovo delle cariche sociali, nei primi mesi del 2009, stiamo organizzando una festa per celebrare il primo decennio
di vita del CVMS e spero che tutti possiate partecipare e
condividere la gioia di questo importante momento della
vita del nostro Club.
Rivolgo un ringraziamento in particolare delle persone che
aiutano costantemente il nostro Club a crescere, e sono il
nostro Presidente Onorario Cosimo Prototipo, che si occupa
dell’impostazione del nostro giornale, e Danilo Giacomazzi, che segue lo sviluppo del nostro sito, e a tutti i soci, mogli e figli, che pur non avendo una carica ufficiale, dedicano tantissimo tempo nello sviluppo delle varie iniziative.
Colgo l’occasione, unitamente ai Consiglieri del Club, di
augurare a Voi ed alle Vostre famiglie un sereno Natale ed
un fantastico 2009.
Il Presidente
Enrico Paggi
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
I nd I c e d e g l I a rg o me n t i
♣Lettera del Presidente
♣Indice degli argomenti
♣5 Luglio 2008—Caserma Ugo Mara
♣Manifestazioni 2009
♣14 settembre 2008—Raduno di Dolzago
♣Caserma Ugo Mara—Marzio (VA) 2008
♣Rinnovo quote associative
♣Cartoline dai Soci: Come eravamo
♣CVMS: Programma Normandia 2009
♣Il fallito sbarco di Dieppe
♣Browning cal. 0,50” M2
♣GAZ 69 detta “Kozlov” (capra)
♣I carri leggeri sovietici
♣La Corazzata Cavour ( una nave sfortunata)
♣La flotta Francese ad Orano
♣Le armi strane
♣Le armi strane
♣Le Bombe della Regia Areonautica
♣UAZ 469
♣Walther P. 38
♣Messerschmitt 109 E (Emil)
♣Ma che fine hanno fatto !!!!!!
♣Casasco Intelvi
♣Casasco Intelvi
♣2° Raduno Valli Ossolane
♣Cerco, Compro, Vendo
♣Foto di copertina:
Pag. 1
Pag. 2
Pag. 3
Pag. 4
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Pag. 6
Pag. 7
Pag. 8
Pag. 9
Pag. 10
Pag. 11
Pag.12
Pag. 13
Pag. 14
Pag. 15-16
Pag. 17-18
Pag. 19-20
Pag. 21-22
Pag. 23
Pag. 24
Pag. 25-26
Pag. 27
Pag. 28
Pag. 29
Pag. 30
Pag. 31
Pag. 32
Redattore: Cosimo Prototipo
Articoli di carattere storico: Enrico Paggi, Cosimo Prototipo
Resoconti delle manifestazioni: i Soci
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
5 luglio 2008 - caserma ugo mara
Sabato 5 luglio 2008 il nostro Club è stato invitato dal
Generale Raffaele De Feo, comandante della Caserma
UGO MARA di Solbiate Olona, sede del Comando
HQ NATO RAPID DEPLOYABLE CORPS ITALY,
per la festa dell’“INTERNATIONAL DAY 2008”.
Alla manifestazione hanno preso parte alcuni gruppi di
rievocazione storica, 30 veicoli di nostri soci, oltre a
familiari ed amici accompagnatori.
Alle 10,30 il nostro Club, per l’occasione rappresentato
dai consiglieri Enrico Lamperti, Federico Dell’Orto e
Cesare Spinardi, ha offerto, sotto il nostro ben piazzato
gazebo, uno spuntino a base di salame e stuzzichini,
molto gradito da parte di coloro, militari e non, che
partecipavano alla manifestazione.
Alle 12,30, preceduti da varie associazioni e gruppi
storici, abbiamo sfilato con i nostri mezzi davanti al
palco d’onore, dove avevano preso posto Ufficiali e
Rappresentanze Diplomatiche delle varie Nazioni della
Nato, presenti con i propri militari presso questo Comando.
Terminata la sfilata e riposizionati i veicoli in esposizione, i nostri mezzi sono stati visionati e fotografati
da un gran numero di presenti, che si sono complimentati per il perfetto stato di conservazione e restauro.
Alla manifestazione hanno partecipato circa 5.000 persone.
L’eccellente organizzazione militare ha offerto quindi
un pranzo a buffet, dove ogni gazebo rappresentava
una Nazione e dove, a scelta, si potevano gustare le
singole specialità.
Al centro era stato montato un tendone con palco, dove
si sono esibiti con canti e balli i gruppi folcloristici dei
paesi della Nato.
Ringraziamo ancora il Comandante, Generale Raffaele
De Feo ed il suo assistente, Maggiore Vincenzo Ciarraffa, con l’augurio di rivederci il prossimo anno.
Cesare Spinardi
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
Manifestazioni 2009
Di seguito diamo indicazioni di massima. Per informazioni più dettagliate vi invitiamo a controllare la pagina
Raduni 2009 o le News della pagina iniziale del nostro
sito, www.cvms.it, in continuo aggiornamento, o contattare la sede del Club. Non mancheranno avvisi a mezzo
posta in caso di particolare importanza dell’iniziativa in
programma.
E’ importante rammentare di comunicare sempre per
tempo eventuali vostre iniziative, al fine di consentirci
una programmazione degli eventi.
Se siete intenzionati a partecipare ad un raduno è necessario comunicare il proprio nominativo, tipo di veicolo e
numero di partecipanti almeno dieci giorni prima
dell’evento alla sede del club o, se indicati, ai numeri di
telefono degli organizzatori.
Raduni cvms 2009
4—10 Giugno 2009 :
Normandia—Francia
Organizzazione e programma vedi pag. 9
Settembre 2009 :
Val Badia—V° Raduno Internazionale Veicoli
Militari Storici
Organizzazione e programma:
Werner Crazzolara
Segnalazione di altre
Manifestazioni
Borse scamBio con stand cvms
30 /31 maggio 2009
Militaria — Novegro MI
:
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
14 settembre 2008 - raduno di dolzago
Il 14 settembre 2008 si e svolto il 3° raduno di veicoli
militari, inserito all’interno della manifestazione”Dolzago Sport e Spettacolo”. All’appuntamento si
sono presentati 35 veicoli, tra i quali spiccavano il Volvo L3304 del signor Bonomelli ed i GMC di Marelli e
Speroni.
La giornata non era delle migliori visto il tempo che
minacciava acqua (che puntualmente si è presentata),
comunque la colonna si è avviata alla volta della prima
sosta dove ci attendeva una degustazione di vini e salumi locali; ci siamo poi avviati per il percorso sulle colline della Brianza e abbiamo fatto sosta nel comune di
Colle Brianza, dove è stato offerto un ricco aperitivo.
Siamo poi ripartiti per il rientro a Dolzago, effettuando
una variante sterrata in mezzo al bosco, ove abbiamo
pranzato; nel primo pomeriggio ci siamo rimessi in
marcia per il giro turistico che ci ha portato a Valbrona,
dove ha iniziato a fare breccia un pallido sole, e di seguito giù fino al lago di Como, sul ramo Lecchese, per
fare rientro a Dolzago, dove ci attendevano le autorità
locali, rappresentate dall’Assessore Roberto Corti, al
quale va il nostro ringraziamento per l’ospitalità riservataci, per il commiato. Nel darvi appuntamento alla
prossima edizione ringraziamo i comuni di Dolzago,
Colle Brianza e Valbrona per l’ospitalità.
Diego Molteni
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
Caserma ugo mara
Marzio (va) 2008: MoMenti
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
www.cvms.it
E’ l’indirizzo del
sito internet del nostro Club, curato e
aggiornato dal “web master” Danilo
Giacomazzi, socio del Club.
Visitate le nostre pagine sul web. La
pagina iniziale e quella dei Raduni
dell’anno in corso, sono aggiornate, con
appositi avvisi, appena possibile, con le
date dei raduni, con le informazioni necessarie per la partecipazione, e con le
foto dei raduni che nel frattempo si sono
svolti.
Rinnovo quote associative
La quota associativa scade il 31 dicembre 2008.
La quota associativa per l’anno 2009 è di: € 55,00.
♣Rinnovo entro il 31/01/2009:
euro 55,00;
♣Rinnovo entro il 31/03/2009:
euro 65,00;
♣Rinnovo dopo il 31/03/2009:
euro 85,00;
♣I soci che non danno disdetta per iscritto, e non
rinnovano per uno o più anni la quota, ad una successiva richiesta di rinnovo dell’iscrizione dovranno
pagare euro 55,00 per ogni anno non regolarizzato;
♣Soci Familiari e Simpatizzanti:
euro 20,00.
L’iscrizione al Club contestuale all’ASI comporta la
spesa complessiva di € 97,00.
Si avvisa che, per motivi di organizzazione, le quote ASI
saranno trasmesse dal CVMS all’ASI alla fine di ogni
mese.
Tariffe pratiche ASI (La Manovella del 06/2004):
Iscrizione al Registro Storico ( Ex Attestato di Storicità):
gratuito.
Auto, Veicoli Militari e Commerciali:
Certificato di Identità: € 105.00.
Gratuito per veicoli ante 1918.
Certificato sostitutivo delle caratteristiche tecniche:
€ 105,00.
Gratuito per veicoli in possesso di omologazione o certificato di identità o se richiesto contestualmente al certificato di identità.
Motociclette: Certificato di Identità: € 60,00.
Gratuito per veicoli ante 1918.
Certificato sostitutivo delle caratteristiche tecniche:
€ 60,00.
Gratuito per veicoli in possesso di omologazione o certificato di identità o se richiesto contestualmente al certificato di identità.
Il pagamento delle quote di iscrizione al Club e/o ASI
può essere effettuato direttamente in sede, oppure con
Assegno Bancario non trasferibile o con Vaglia Postale intestato al Club con
indicazione della causale.
Iscrizione
all’MVPA
I soci in ter essati
all’iscrizione all’MVPA, devono versare 48 dollari
annuali, pari a circa euro 33,00 e devono compilare il coupon di iscrizione che potrà essere richiesto
in sede e che abbiamo già allegato al Notiziario
precedente.
Pertanto le quote per il 2009 sono le seguenti:
E’ possibile iscriversi solo al CVMS, oppure contestualmente all’ASI e/o all’MVPA pagando entro il 31/01/2008, le seguenti quote:
CVMS
=
CVMS + ASI
=
CVMS + MVPA =
CVMS + ASI + MVPA =
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
€
€
€
€
55,00
97,00
88,00
130,00
Cartoline dei soCi : Come eravamo
Spazio Soci dedicato alle foto della ….
…… “naia”.
Foto che il socio Danilo Giacomazzi ci ha
gentilmente concesso di pubblicare.
Reduci del Don ????
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
Programma normandia 2009
3 Willys colorazione americana
Attuali partecipanti al programma Normandia 2009 CVMS Assolutamente un bel gruppo !!!
Sulla base dei dati raccolti alla metà di ottobre abbiamo
circa 40 iscritti, con circa 15 veicoli comprendenti:
Camion Ford F60L canadese versione trasporto truppe
Jeep Willys versione SAS fronte europeo
2 Jeep Willys versione inglese
Dodge WC51
Moto Triumph inglese 350 cc
Dodge Command Car
Ford GPA
4 Ford GPW colorazione americana
Chi volesse partecipare anche solo con la divisa d'epoca si
affretti, perchè i posti non sono infiniti.
Mi segnalano che esiste la possibilità di partecipare unitamente al proprietario di un fantastico DUCK
dividendo le spese di trasporto del mezzo..... ma in fretta!!!
Mi raccomando la tempestività.
Un saluto a tutti.
Il Presidente Enrico Paggi
NORMANDIA 2009
in collaborazione con ASI e IMVCC
Periodo stabilito: Giovedì 4 Giugno 2009 – Mercoledì 10 Giugno 2009
Giov. 4/6
Arrivo al Campo di Isigny s/Mer e sistemazione negli
alloggi riservati.
Ven. 5/6
Trasferimento e sfilata in Comune ancora da stabilire
Sab. 6/6
Giornata libera
Dom. 7/6
Sfilata a Bajeux
Lun. 8/6
Sfilata ad Isigny s/Mer
Mart. 9/6
Borsa scambio ad Isigny s/Mer
Merc 10/6
Smontaggio campo e partenza
Le date delle manifestazioni possono subire variazioni
La nostra partecipazione sarà organizzata insieme alla FF. MVCG, nostra omologa francese, cosa che ci permetterà di evitare le difficoltà che i nuovi regolamenti istituiti dalle Autorità Francesi potrebbero creare a partecipanti stranieri;
a fronte di questo sarà impegno dei nostri partecipanti il rispetto dei regolamenti emanati dalla FF. MVCG.
http://www.normandiememoire.com/communication/doc/262008165828.pdf
Attenzione: data ultima di adesione alla Manifestazione 31 Ottobre 2008
Dopo tale data alcuna domanda di partecipazione sarà presa in considerazione.
I Partecipanti che desiderano una sistemazione in Mobil Home o Chalet
(presenti sul Campo) Chambres d’Hotes nelle fattorie o camere in Hotel dovranno inviare alla nostra Segreteria al più presto e comunque entro e non oltre il 15 Novembre 2008, la richiesta unita ad una caparra di 200,00 Euro per
struttura o camera.
Le prenotazioni saranno effettuate rispettando l’ordine di ricezione In caso di
impossibilità di prenotazione la caparra sarà integralmente restituita.
Il costo delle Mobil Home è indicativamente :
2 camere x 4 persone 32,00 euro al giorno
3 camere x 6 persone 48,00 euro al giorno.
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
Il fallIto sbarco dI dIeppe
Era l’estate del 1942, le forze Alleate venivano battute su
tutti i fronti.
A tarda notte del 18 agosto, 252 navi alleate, tutte di piccolo tonnellaggio, prendono il mare da quattro porti della
costa inglese della Manica. Su di esse sono imbarcati
6.086 uomini di sei reggimenti tra britannici e canadesi,
oltre a 50 Rangers americani. Sono appoggiati da un battaglione di nuovi carri Churchill e da artiglieria leggera,
oltre che dal fuoco di qualche cacciatorpediniere.
L’obiettivo dell’operazione è quello di prendere terra a
Dieppe, distruggere con azioni di “commando” le batterie
pesanti tedesche che controllano le spiagge e occupare
Dieppe, reimbarcasi nel pomeriggio, dopo aver compiuto
i maggiori danni
possibili e dopo
avere raccolto tutti
gli elementi necessari per organizzare i grandi sbarchi
degli anni successivi. Il piano non è
del tutto “folle”,
almeno nelle prime fasi. Si calcola
che le due divisioni tedesche presenti nell’area possano affluire sul posto non prima di dieci/dodici ore e sul posto i tedeschi
dispongono esclusivamente della 302° divisione di fanteria di Arques-la-Bataille e di una buona quantità di carri.
Gli Alleati ipotizzano che anche queste forze non possano
essere impiegate prima di una decina di ore, permettendo,
in stretta misura, di effettuare il blitz avendo come unico
ostacolo gli elementi locali della difesa.
Alla tre del mattino i mezzi da sbarco vengono calati in
mare e la “mattanza” ha inizio. La confusione da parte
alleata è immediata, alcuni mezzi da sbarco seguono il
“pilota” sbagliato, altri capitano in mezzo ad una flottiglia
di pescherecci tedeschi in servizio di allarme. I punti di
sbarco, tranne che in un caso, non sono quelli previsti dal
piano e la difesa è già in allarme molto tempo prima che
le truppe prendano terra. Le perdite sono subito gravissime, i reggimenti della “Regina”, del “Saskatchewan”, di
“Essex” e di “Mount Royal” perdono immediatamente
quasi tutti i loro ufficiali. Solo 17 carri giungono sulla
spiaggia, ma di essi solo sei sono in grado di muovere
verso il Casinò di Dieppe, che però non vedranno mai
perché le artiglierie tedesche li distruggeranno inesorabilmente. Dei 516 uomini e 27 ufficiali del “Royal Regiment of Canada” sbarcati a Le Puy, alle otto del mattino
sopravvivono tre ufficiali e 57 uomini. Le munizioni scarseggiano ed i mezzi da sbarco giacciono sventrati sulla
spiaggia. Alle 9.00 viene dato l’ordine di reimbarcare:
inizia il panico e lo sconforto: una seconda Dunkerque. In
Francia rimangono 494 ufficiali e 3.890 soldati.
E’ chiaro a tutti che il piano è andato molto male,
l’organizzazione è stata deficiente ed i presupposti erano
errati. Lo Stato Maggiore britannico conosceva perfettamente la dislocazione delle batterie tedesche, dei batta-
glioni carri e le capacità del servizio costiero di sorveglianza tedesco, ma volle effettuare un’azione di sbarco
di viva forza nonostante l’esperienza diretta maturata a
Creta ed a Dunkerque ed indiretta a Guadalcanal.
In questa operazione vennero utilizzati i nuovissimi carri
Churchill permettendo in questo modo ai tedeschi di poterli attentamente valutare al termine della battaglia. La
logica britannica nell’effettuare operazioni militari non è
mai stata molto comprensibile: durante la guerra le operazioni “impossibili” si sono susseguite portando alla morte
o al ferimento migliaia di soldati, in particolare di quelli
provenienti dalle colonie, che, come avvenne più tardi sul
fronte italiano, si ribellarono al fatto di essere considerati
la governo inglese “carne da cannone”.
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
Browninig cal. 0,50” m2
Quando la forza di spedizione americana sbarcò in Francia nel 1917, i soldati USA dovettero interamente dipendere dai loro alleati europei per l’approvvigionamento di
armi automatiche. A quell’epoca i Francesi e gli Inglesi
avevano già capito l’importanza di questo tipo di armi al
fronte
ed
il
vantaggio che
poteva
dare sia
come
arma di
attacco
che di difesa. In particolare la mitragliatrice pesante che
usava un calibro di munizione più elevato rispetto ai fucili
aveva un effetto devastante sia sulla truppa che sui veicoli
leggeri. All’epoca le mitragliatrici pesanti servivano a
combattere i carri nemici che avevano ancora delle blindature che proteggevano a malapena l’equipaggio dalle
salve di fucileria. Un’altra funzione era quella di abbattere
i palloni di osservazione nemici in quanto i proiettili più
pesanti potevano contenere una maggiore quantità di materiale incendiario. L’interesse fu tale che le poco numerose
Browning
Cal. 0,30” in
possesso
degli americani furono
in parte convertite
in
calibro 11
mm. ma con
scarso successo. Chiaramente un’arma che è stata studiata per funzionare per un calibro piccolo non poteva resistere a lungo nei meccanismi ad una munizione quasi doppia, inoltre
la munizione da 11 mm. Utilizzata, di origine francese,
non aveva delle grandi caratteristiche balistiche e mancava di capacità di penetrazione. La soluzione del problema
fu demandata a John Browning che stava già studiando da
tempo un’arma di calibro 0,50” raffreddata ad acqua che
era un modello vagamente simile a quella attuale; rimaneva il problema di studiare il giusto munizionamento. Durante i combattimenti gli americani ebbero la fortuna di
catturare degli esemplari del fucile controcarro Maser e
delle munizioni dell’arma. Avevano trovato la munizione
adatta alla loro nuova mitragliatrice. Il proiettile catturato
aveva una velocità iniziale di 853 metri al secondo ed era
così perfetta che gli americani si misero subito a produrla,
ma era il 1918 e la guerra stava ormai finendo. L’unico
utilizzo che ebbe l’arma con la nuova munizione fu per un
uso antiaereo con una bella scelta di proiettili: traccianti,
dirompenti ed incendiari. Nel 1933 venne prodotta una
versione
raffreddata
ad aria che
era
stata
prioritariamente costruita per
essere impiegata su
un affusto
multiplo per
uso antiaereo. Questa arma prese la denominazione di M2. L’arma
funzionava solo in automatico e solo alcune furono dotate
di un dispositivo per il colpo singolo. Il meccanismo di
sparo e di rinculo era molto preciso e se le munizioni non
erano perfette l’arma tendeva ad incepparsi ed alcune volte anche a danneggiarsi. L’arma complessivamente funzionava bene, ma tendeva a surriscaldarsi nel caso di lunghe raffiche di una quarantina di colpi. In questo caso
bisognava fare una lunga pausa per raffreddare la canna,
cosa inaccettabile durante i combattimenti. Per risolvere il
problema la canna fu appesantita e venne prodotta la nuova versione con la sigla HB (Heavy Barrel). L’arma fu
utilizzata con successo su tutti i fronti dalla Seconda guerra mondiale ad oggi e gli americani la installarono ovunque, dai
mezzi da sbarco ai carri armati,
ai camion su particolari supporti
(O ring) che permettevano il
brandeggio a 360°, sugli aerei
ed in installazioni quadrinate
antiaere che sviluppavano un
terribile volume di fuoco.
Tutti gli eserciti occidentali hanno o hanno avuto in dotazioni questa arma.
Le armi che ancora si utilizzano sono tutte di questa versione.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Lunghezza
Peso
Peso treppiede
Calibro
Funzionamento
Alimentazione
Cadenza di tiro
Velocità iniziale
Distanza utile
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
1,651 mt.
38,11 Kg.
19,86 Kg.
0,50” (12,69mm.)
a rinculo
a nastro
500 colpi al minuto
894 m/s
2.378 mt.
Gaz 69 “kozlov” (capra)
Nel dopoguerra la Russia continuò a produrre una
grande quantità di nuovi veicoli militari per contrastare
lo sviluppo tecnologico americano: eravamo in piena
guerra fredda.
Nel 1952 la Gaz iniziò a costruire un nuovo veicolo
leggero da trasporto e ricognizione con una cabina a
due porte ed una capacità di carico di 500 Kg. che prese la denominazione di Gaz 69 e fu progettato
dall’ing.Grigory Moiseevich Vasserman.
Le versioni successive, che ebbero sempre la cabina
aperta e la
copertura in
tela vennero
dotate di quattro
piccole
porte con una
capacità
di
trasporto
di
otto soldati.
Alcune versioni furono dotate di rampe
per il lancio di
quattro missili anticarro AT – 1 Snapper filoguidati ed
altre con un doppio serbatoio (47 litri sotto il pianale e
28 litri sotto il sedile di guida). La trazione come sulle
Jeep poteva essere inserita anche sull’asse anteriore e
le ridotte non potevano essere inserite senza la trazione
integrale per evitare la possibile rottura dei semiassi
posteriori. La produzione continuò fino agli anni settanta quando venne sostituita dalla UAZ 469B.
E’ stata costruita anche su licenza dalla ARO in Romania ed è stata utilizzata da tutti i paesi del Patto di Var-
savia.
L’auto si presenta spartana al suo interno, le porte piccole non facilitano la salita di soldati equipaggiati ed in
particolare il posto di guida è abbastanza sacrificato ed
adatto a persone di medie dimensioni. I pedali non
sono allineati al volante (ricorda le Land Rover) e la
visibilità con la copertura di tela alzata è limitata soprattutto dai piccoli finestrini laterali. La strumentazione è essenziale. Insomma, pur essendo il 1952, i russi
non si erano allontanati dalla vecchia cara Willys, che,
peraltro, non ha mai sofferto di certi errori progettuali.
Per contro è stato un veicolo ampiamente usato
dall’Armata Rossa e dagli “amici” comportandosi sempre onorevolmente.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Motore
Pobieda GAZ M20 a quattro cilindri a valvole laterali
Potenza
55 HP a 3.600 giri
Cilindrata
2.112 cc.
Compressione
6,2 – 6,5
Frizione
a secco
Lunghezza 3,85 mt.
Larghezza 1,85 mt.
Altezza
2,03 mt.
Peso
1.525 Kg.
Cambio
3 marce + riduttore
Rapporti
in 1° 3,115, in 2° 1,772, in 3° 1,000,
retromarcia 3,738
Trazione
integrale inseribile
Velocità max. 90 Km/h
Consumo
14 lt. per 100 Km.
Produzione 634.256 veicoli
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.a.b.
I carrI leggerI sovIetIcI
Durante la seconda guerra mondiale i carri armati venivano definiti leggeri in base al loro peso ed ogni esercito usava dei propri parametri di riferimento. In genere veniva considerato leggero un carro di 10 tonnellate
in ordine di combattimento (completo di equipaggio,
carburante, munizioni, etc). L’utilizzo di questi carri
era principalmente di supporto alla fanteria e di conse-
guenza erano carri veloci e con una grande mobilità.
La corazza era adeguata per resistere ad armi di piccolo calibro e l’armamento era al massimo composto da
mitragliatrici pesanti o cannoncini. Con lo svolgersi
della guerra e il miglioramento delle tecnologie i carri
leggeri furono surclassati dai carri medi che univano le
doti di agilità e velocità
ad una più
pesante corazzatura ed
armamento.
Verso
il
1943 i maggiori eserciti
relegarono il
ruolo
dei
carri leggeri
a quello di
ricognizione,
ritirandoli dalla prima linea ed utilizzando alcune volte
gli scafi per allestire dei cannoni semoventi. L’Unione
Sovietica nel 1939 possedeva ben 14.500 carri leggeri
su un totale di 24.000. Il carro sovietico di maggior
impiego fu il T.26 a cui fece seguito il T.40, molto
diffuso, con capacità anfibie grazie a delle casse stagne
che ne permettevano il galleggiamento, il movimento
in acqua era dato da un’elica posteriore con due timoni
direzionali. Il T.40 era armato da sole mitragliatrici
leggere; la corazzatura di tipo saldato arrivava ad uno
spessore di 14 mm.. Il T. 40 fu impiegato soprattutto
nel settore Nord del fronte contro le truppe finlandesi.
Venne poi costruito l’ottimo T.50 con un cannone da
45 mm., con un motore da 300 HP poteva raggiungere
i 60 Km/h, che però venne prodotto in pochi esemplari
a causa dell’elevato costo. Il T.50 pesava 14,5 tonnellate e venne prodotto dalle piccole industrie che non
potevano assemblare i carri pesanti. Il carro aveva un
cambio ad otto rapporti molto complesso ed utilizzava
la trasmissione, lo scafo ed il motore del T.40. Successivamente il T.60 fu dotato di un cannoncino di tipo
aeronautico da 20 mm. abbinato ad una mitragliatrice
da 7,62 mm.. Questo carro venne prodotto contrariamente al solito non dall’industria specializzata dei carri
armati ma dall’industria automobilistica. Il T. 60 aveva
una corazzatura fino a 25 mm. che resisteva alle armi
leggere e non era anfibio. L’ultimo carro della serie fu
il T.70 costruito dalla fabbrica di automobili Gorki.
Era dotato di due motori a otto cilindri da 110 HP ciascuno e pesava 9,2 tonnellate. I due motori GAZ-202
agivano indipendenti su ciascuna delle due ruote di
trazione del carro creando seri problemi di mobilità e
consumo delle parti meccaniche in quanto non erano
minimamente sincronizzati tra loro. La versione
T.70M vide la sostituzione dei due motori con uno
singolo installato sulla parte destra del carro. La produzione cessò nel 1943 dopo l’allestimento di circa 8.000
esemplari. Quando la produzione venne interrotta gli
scafi dei T.70 furono convertiti in caccia carri, una di
queste trasformazioni fu il SU 76 con un cannone da
76/42 mm. che venne utilizzato fino alla fine della
guerra e nel dopoguerra da alcuni eserciti del patto di
Varsavia ed in Corea. Incredibilmente il SU76 utilizzò
nuovamente la soluzione a due motori già abbandonata
dal T.70 e i veicoli prodotti dovettero essere riconvertiti ad un motore.
Il T.90 fu la versione antiaerea ed era basata sullo scafo di un T.60 con una torretta DShK dotata di due mitragliatrici da 12,7 mm.
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La corazzata cavour (una nave sfortunata)
La costruzione fu impostata nel 1910 su un progetto
del generale Edoardo Masdea che prevedeva il varo di
una serie di navi della stessa categoria che avrebbero
preso i seguenti nomi: Conte di Cavour, Giulio Cesare,
Leonardo da Vinci. La particolarità di queste navi era
dovuta
all’armamento ed
alla sua disposizione: cinque torri da
305 mm., delle quali due estreme (torri
1 e 5) e quella centrale tra i due fumaioli erano trinate,
mentre le torri soprelevate (2 e 4)
avevano due cannoni ciascuna. Iniziato
il 24 agosto 1910
nel regio arsenale di
La Spezia, il Cavour fu varato un anno dopo e
l’allestimento venne completato il 1° aprile 1915.
Nella guerra 1915 – 1918 il Cavour non ebbe modo di
impegnarsi in azioni e il suo valore fu soltanto potenziale. Nel 1920 andò negli Stati Uniti e nel 1923 partecipò all’occupazione di Corfù. Fino al 1928 non fu più
impiegato in azione ed effettuò solo normale attività di
squadra, esercitazioni e visite ufficiali, per essere poi
messo in disarmo come il Giulio Cesare che, insieme
al Cavour, venivano ormai considerate unità superate
e, forse, mal riuscite. Il generale Rotondi propose di
rimodernarle con una trasformazione del 60% della
costruzione originaria. Tra il 1933 ed il 1937 il Cavour
fu praticamente rifatto nel cantiere San Marco di Trieste.
Benché ringiovanito, il Cavour era una nave non nuova
ed in particolare era inferiore come potenza di fuoco ai
381 inglesi, come venne messo ben in evidenza durante lo scontro a Punta Stilo il 9 luglio del 1940.
Nell’ultimo riammodernamento era stato fatto l’errore
di ricalibrare i cannoni da 305/46 in 320/44 per avere
più potenza di fuoco, con lo svantaggio che il tiro diventò molto impreciso. Dopo un paio di altre missioni
in cerca di navi nemiche, la corazzata
fu colpita nel Mar
Grande di Taranto
da un siluro magnetico lanciato da un
aerosilurante britannico la notte dell11
novembre 1940, che
gli creò un grande
squarcio sulla fiancata dello scafo ed un vasto allagamento. Per evitare l’affondamento la nave su fatta incagliare sui bassi fondali dove sprofondò fino alla coperta. Risollevata, fu condotta a Trieste
alla fine del
1941 e messa
in cantiere dal
quale sarebbe
dovuta uscire
con
ulteriori
ammodernamenti.
L’armistizio
arrivò
prima
che i lavori
fossero finiti ed essa fu catturata dai tedeschi. Il 20
febbraio 1945, durante un bombardamento, la nave fu
colpita da due bombe che la fecero nuovamente affondare e capovolgere segnando la fine definitiva di questa nave. La nave fu messa all’asta dal Ministero della
guerra e fu acquistata dall’imprenditore Armando Vasi
di La Spezia Il recupero iniziò nel 1950, la nave fu
riempita d’aria compressa dopo essere stata completamente sigillata ed alleggerita di circa 3.000 tonnellate
di peso, tagliando le sovrastrutture. Il 29 marzo 1952,
la nave, seppur capovolta, ricominciò a galleggiare e
potè essere portata nel cantiere di demolizione.
Il motto della nave era: A NESSUNO SECONDO
CARATTERISTICHE (della versione della 2° G.M.)
Dislocamento a pieno carico
29.032 ton.
Lunghezza 186,4 mt.
Larghezza 28,3 mt.
Pescaggio
9,4 mt.
Motore
2 gruppi di turbine turbine Belluzzo ali
mentate da 8 caldaie Yarrow, potenza
massima 93.433 cavalli
Velocità
28 nodi
Autonomia 8.880 Km a 18,5 Km/h
Equipaggio 36 ufficiali e 1.200 uomini
Armamento 13 cannoni da 320/44 mm.
18 da 120/50 mm.
8 da 100/47 AA,
8 mitragliere da 37/54
12 mitragliere da 20/65
2 idrovolanti con 2 catapulte
(sbarcati nel 1938).
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La fLotta francese ad orano (operazione catapuLt)
Leggendo la storia si evidenziano le analogie esistenti
sul modo di comandare e gestire le situazioni da parte
degli ufficiali Francesi ed Italiani e la storia relativa al
bombardamento della flotta francese ad Orano ricorda
quanto è successo molte altre volte in Italia durante la
Seconda guerra mondiale ed in particolare l’8 settembre 1943.
Hood
ra da oltre il forte di Mers-el-Kebir rimanendo defilata
rispetto alla flotta francese che non riesce a vedere i
bersagli. La prima salva colpisce il forte, la seconda
centra la diga e le successive vanno a segno
sull’imboccatura del porto e sulle navi alla fonda che
tentano, disperatamente, di guadagnare il largo.
L’obiettivo principale degli inglesi era di distruggere
gli incrociatori da battaglia Dunkerque e Strasbourg,
allestiti nel 1937 e nel 1938. Erano navi da 26.500 tonnellate con un armamento di otto cannoni da 330 mm.
e sedici da 130 mm.. La flotta inglese era composta
dalla Hood (la più moderna nave da battaglia a disposizione degli inglesi che fu affondata dalla Bismark durante l’inseguimento nel Mare del Nord), dalle corazzate Valiant e Resolution, dalla portaerei Ark Royal,
da due incrociatori e da 11 cacciatorpediniere.
Dunkerque
Scambio di telegrammi tra le supreme autorità militari
francesi e britanniche ed i rispettivi ammiragliati:
“Forza navale inglese comprendente tre corazzate, una
portaerei, incrociatori e siluranti, incrocia davanti ad
Orano. Ultimatum: provvedete auto affondamento vostre unità o noi vi costringeremo per forza”
Risposta: “Unità francesi risponderanno con forza ad
atti di forza” (sembra un’affermazione di Badoglio!)
Verso le 13,30 altro avvertimento lanciato dalla Hood:”Qualora accogliate le nostre proposte, issate bandiera quadrangolare su albero maestro. Caso contrario
ore 14.00 apriremo il fuoco”. L’unica speranza che
rimaneva ai francesi era di guadagnare tempo.
L’ammiraglio Gensoul alle 13,45 risponde:”Nessuna
intenzione flotta francese prendere il largo. Ho telegrafato mio governo ed attendo risposta. Non commettete
azioni irreparabili”.
L’ammiraglio Le Luc in Francia, capo di stato maggiore della marina, ordina a tutte le forze navali francesi
presenti nel Mediterraneo occidentale (nei porti di Algeri e Biserta), di muovere in soccorso alla squadra
ancorata a Mers-el-Kebir. Gensoul viene avvisato via
radio esortandolo a resistere, ma il messaggio viene
intercettato dagli inglesi che a questo punto rompono
gli indugi. La situazione precipita e Gensoul scrive
all’ammiragliato francese:”Aperte ostilità contro forza
navale inglese”. L’ammiraglio inglese Sommerville
telegrafa alla flotta:”Attaccare nemico”. I primi minuti
di combattimento sono i più duri. La flotta inglese spa-
La prima nave ad essere colpita fu la vecchia corazzata
Bretagne che saltò in aria affondando con 977 uomini;
la Dunkerque venne ripetutamente colpita nel locale
caldaie e presso la centrale di tiro e messa fuori uso; la
Provence riuscì ad allontanarsi dalla banchina ed a
sparare tre salve contro la Hood prima di essere centrata presso la torre poppiera, con il rischio di esplosione
della nave se l’equipaggio non avesse allagato la Santa
Barbara. La vecchia corazzata venne fatta incagliare
per evitare l’affondamento. La Strasbourg, approfittando del fumo e della confusione, riuscì ad uscire dal
porto ed a guadagnare il largo. L’azione durò in tutto
tredici minuti, fino a quando l’ammiraglio francese
Gensoul chiese il cessate il fuoco subito accolto da
Sommerville che voleva evitare la mattanza dell’ex
alleato.
Continua pag. 16
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La fLotta francese ad orano (operazione catapuLt)
LA FLOTTA FRANCESE BOMBARDATA AD ORANO
(operazione Catapult)
Ark Royal
L’Ark Royal diede la
caccia fino al tramonto, senza successo,
alla Strasbourg per
poi
ritornare
all’attacco della Dunkerque, che apparentemente non aveva
subito grossi danni.
Gli aerei siluranti
attaccarono la nave
colpendo, però, una
bettolina carica di
esplosivo vicina alla
nave da battaglia che
provocò uno squarcio ingente nel fianco della nave e la
morte di altri 150 uomini. La nave rimase in cantiere per
oltre un anno per le riparazioni. Due giorni dopo l’eccidio
perpetrato dagli inglesi il governo di Vichy rompe le relazioni diplomatiche con Londra. La marina francese
diventa popolarissima ed il suo stato d’animo nei confronti degli inglesi non manca di influire su tutta
l’opinione pubblica, già solidale con Petain che, firmando l’armistizio, ha evitato ai francesi l’assurdo di farsi
ammazzare per la salvezza dell’Inghilterra. La marina
fornirà molti quadri direttivi al regime di Vichy e
l’ammiraglio Darlan piazzerà i suoi uomini di fiducia in
tutti i dicasteri chiave, tanto che un ammiraglio verrà
posto nella funzione di prefetto di polizia a Parigi.
Questa operazione creò grossa indignazione tra i francesi e la maggior parte del personale della marina francese a cui fu proposto in seguito di unirsi alla marina
inglese fu molto riluttante a schierarsi con la marina di
Sua Maestà. Quando gli inglesi tentarono di sbarcare a
Dakar furono accolti a cannonate dai francesi. Solo con
l’intervento degli americani i francesi tornarono a collabo-
rare con gli Alleati,
ma guardarono sempre con sospetto gli
“amici” inglesi.
Quando
Churchill
chiese a De Gaulle di
unire la flotta inglese
con quella francese contro i tedeschi, Charles De Gaulle
disse:”Il più grande piacere della marina della Francia libera sarebbe quello di bombardare i britannici”.
L’attacco inglese provocò circa duemila morti tra i francesi
e l’ammiraglio Gensoul, durante le esequie dei suoi marinai, immobile sull’attenti, gridò col viso rivolto alle bare
allineate:”Avevate promesso ai vostri comandanti di obbedire a qualunque ordine fosse dato per l’onore della bandiera e per la grandezza delle armi francesi. Ebbene, se oggi
c’è una macchia su una bandiera, non è certo sulla nostra”.
Il massacro poteva evitarsi? Probabilmente sì, perché la
flotta francese mantenendo gli impegni assunti nel giugno del
1940 affonderà le navi
nel 1942 dopo lo sbarco americano in Marocco ed in Algeria per
non permettere ai tedeschi di impossessarsi
della flotta.
Ark Royal sotto attacco di aerei italiani
9 luglio 1942
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