focus sulla ricerca USI - Facoltà di scienze della comunicazione Diversità e similarità: quando il marketing si fa creativo Come categorizziamo i prodotti, soprattutto quando si tratta di prodotti ibridi, innovativi, modificati per usi all’apparenza inconsueti? Più in generale, capire come l’uomo categorizza la realtà permette di elaborare strategie di marketing capaci di collocare nel miglior modo un prodotto e renderlo vincente. Il tema delle categorizzazioni è al centro di un progetto finanziato dal FNS e condotto dall’Istituto di marketing dell’Università della Svizzera italiana. Grafica: Meliciani Fabio - L’ideatorio © 2012 «Cos`è più simile: un sofà e un caffè di marca Starbucks o un energy drink e un caffè Starbucks? Nelle mie ricerche mostro prodotti nuovi a potenziali consumatori; manipolo tali prodotti e osservo la reazione delle persone.» 18 Prof. Michael Gibbert, IMCA, USI Facoltà di scienze della comunicazione - USI Istituto di Marketing e Comunicazione Aziendale (IMCA) L´IMCA svolge attività di ricerca e didattica sulle tematiche della comunicazione nell’ambito dell´organizzazione economica. Gli ambiti di studio spaziano dal marketing, alla comunicazione aziendale, dalla comunicazione organizzativa alla gestione del sapere e della conoscenza. Oltre ad assicurare la didattica nelle aree di competenza, l´Istituto coordina i programmi Master in Corporate Communication e Master in Marketing, assicurando il coordinamento del programma MScom - Executive Master of Science in Communications Management nonché la partecipazione dell´USI all’International Master in Management, Law and Humanities of Sport della FIFA. Direttore dell’istituto è il prof. Ivan Snehota. web: www.imca.com.usi.ch podcast: www.ideatorio.usi.ch “Se mostriamo a un bambino con meno di 6 anni – spiega Michael Gibbert, professore di Marketing presso l’USI - l’immagine di una donna che usa una caffettiera per innaffiare e gli chiediamo quale sia l’oggetto che la donna ha in mano, il piccolo probabilmente risponderebbe senza problemi che si tratta di un innaffiatoio; cosa ben diversa se lo chiedessimo a un adulto, probabilmente risponderebbe che la donna sta solo usando una caffettiera in modo improprio”. Facciamo fatica a toglierci dalla testa l’immagine che ci siamo costruiti di un oggetto e del suo uso, e questo limita di molto la nostra creatività nella ricerca di nuove destinazioni per prodotti già esistenti. Dietro a tutto ciò si nasconde un problema più generale: come classifichiamo i prodotti? Sulla base di quali caratteristiche? Capire in quale reparto esporre un semplice paio di scarpe da ginnastica non è complicato, più difficile se devo capire dove mettere un nuovo modello di scarpe da jogging con lettore mp3 incorporato: “Dove lo mettiamo? In un reparto sportivo – si chiede Gibbert – o nel reparto di elettronica, fra computer e Hi-Fi? Il problema è quello di capire come vediamo la similarità dietro l’apparente dissimilarità dei prodotti”. A questo tema è dedicato uno degli ultimi progetti di ricerca del prof. Gibbert, “When do different category formats influence mass customization decisions?”, un progetto biennale finanziato dal Fondo nazionale per la ricerca scientifica (FNSR), e condotto in collaborazione con il Center for Customer Insight dell’Università di San Gallo diretto dal prof. Andreas Herrmann. USI - Facoltà di scienze della comunicazione Classificazioni tematiche o tassonomiche: un mondo a misura dei consumatori Cos’hanno in comune una mela e un’arancia? Sono due frutti, pos- sono essere mangiati come dessert a fine pasto, ma se consideriamo altre proviamo a ragionarci su, il prodotto con un’estensione di marca molto dissimile ci sembra perdente”. La spiegazione sta nel modo cui noi categorizziamo un prodotto, soprattutto quando si tratta di un nuovo prodotto, frutto di un’estensione di marca o della sintesi fra prodotti tassonomicamente diversi, cioè appartenenti a categorie diverse. caratteristiche, la mela, per esempio, a differenza dell’arancia, può essere considerata anche uno snack, facile da mangiare in ogni momento della giornata, anche al volante dell’auto. L’esempio della mela e dell’arancia è uno dei tanti usati dal prof. Gibbert per spiegare in modo semplice e intuitivo la natura del problema della categorizzazione di ogni genere di prodotto, dagli snack ai servizi web: “consideriamo un altro esempio; stanchi dello spam via e-mail, negli ultimi anni gli utenti hanno cominciato a usare Facebook come mezzo di comunicazione a tutto campo, non solo come social network; addirittura la similarità con servizi di posta come quelli offerti da Google è diventata tale da rendere Facebook un rivale del celebre motore di ricerca; questa trasformazione, a sua volta, ha spinto Google ha offrire nuovi servizi, entrando nel mondo del social networking e occupando una nicchia di mercato che fino a poco tempo fa non gli apparteneva”. E’ uno dei tanti esempi di come il problema della categorizzazione e le scelte dei consumatori possano portare a una ricollocazione di un prodotto, determinandone l’evoluzione e il successo. A questo proposito è utile aver chiaro le due tipologie di classificazione che usiamo e che il prof. Gibbert spiega a partire da un ulteriore esempio: “Chiediamoci se esistono più similarità fra un cane e un osso o fra un cane e un gatto; chi risponde che sono più simili un cane e un gatto è portato a fare Prof. Michael Gibbert «Penso che il marketing sia una delle discipline più creative nell’ambito dell’economia aziendale.» classificazioni di tipo tassonomico - cane e gatto appartengono alla categoria ‘animali domestici’ - mentre chi risponde che ci sono più similarità fra un cane e un osso tende a usare classificazioni di tipo tematico”. “La cosa strana – continua Michael Gibbert – è che le persone si dividono a metà: per il 50% ci sono più similarità fra un cane e un gatto, mentre l’altro 50% tende a scegliere la coppia cane e osso. Questo ci dice molto su come si orientano le persone e al tempo stesso offre suggerimenti a chi si occupa di marketing: le persone che scelgono la coppia cane e osso apprezzeranno anche un’estensione di marca un po’ più strana, magari una poltrona con “Nella nostra attività sperimentale – continua Michael Gibbert – ci siamo posti anche il problema di come il pubblico tenda a reagire di fronte a una cosiddetta ‘estensione di marca’; partendo da marchi celebri come Starbucks, da tutti associato al caffè e al relax, ci siamo chiesti come un consumatore avrebbe reagito di fronte a una poltrona o un energy drink con il logo Starbucks, prodotti inconsueti per un tale marchio; abbiamo così chiesto a due campioni quale dei due prodotti avrebbero preferito e quale ritenevano avrebbe avuto maggior successo”. A differenza di quanto previsto dai ricercatori, la poltrona, il prodotto più dissimile da quelli venduti da Starbucks, risultava più apprezzata dell’energy drink, l’estensione più conservativa. Ma quando allo stesso campione si chiedeva quali fossero gli elementi in comune tra i due prodotti, e quale avrebbe avuto più successo, la maggioranza non rilevava nessuna caratteristica in comune fra la poltrona e i prodotti venduti da Starbucks, mentre riconosceva una continuità nel confronto con l’energy drink. “E’ un dato interessante – commenta Gibbert - perché mostra come intuitivamente riusciamo a cogliere il legame fra Star- marchio Starbucks, dove il legame è di tipo tematico”. Questo tipo di analisi permette inoltre di capire perché alcune strategie di marketing risultano vincenti: “La prima incarnazione dell’Iphone di fatto è stato l’Ipod touch – commenta il prof. Gibbert – un oggetto esternamente uguale a un Iphone, dal punto di vista tassonomico può essere classificato come lo stesso prodotto, con l’unica differenza che non permette di fare chiamate. Qui sta la cosa straordinaria: la Apple è riuscita a vendere un prodotto uguale all’Iphone ma con il quale non si possono fare chiamate. Se chiedo ai miei studenti se può esistere un telefono con il quale non si possono fare chiamate, tutti mi dicono che non esiste… eppure questo esempio ci mostra come togliendo o aggiungendo attributi sia possibile ricategorizzare un prodotto e aprirsi a un mercato completamente nuovo”. La mossa vincente è stata quella di inserire l’Iphone e l’Ipod touch in categorie diverse, uno fra gli smartphone e l’altro fra i lettore mp3.“Un capolavoro di marketing – conclude Gibbert - che ha permesso, conoscendo la dinamica delle categorizzazioni, di vendere alla stessa persona due Iphone, uno che fa chiamate e uno che non le fa”. bucks e la poltrona (il legame sta nel concetto di ‘relax’, ndr) ma non appena n. 18 - 2013 . 18 Referente: Michael Gibbert Professore ordinario, USI Facoltà di scienze della comunicazione Università della Svizzera italiana Grafica, immagini e testi sono a cura di [email protected] Traduzione a cura della prof.ssa Simona Cain Polli Le schede Focus sulla ricerca, immagini e podcast sono scaricabili dal sito www.ideatorio.usi.ch Tel: +41 (0)58 666 4727 [email protected]