Minuti Arte 335: minuti 317 22-05-2008 15:01 Pagina 9 9 Lo Zodiaco tra mito pagano e credo cristiano Depositato presso AIFA in data 29/11/2007 La storia di una “scienza” che in passato guidava il cammino dell’uomo e che, resistendo all’avversione del cristianesimo, ha favorito la conservazione e la trasmissione dell’iconografia mitologica classica cielo di eroi e miti che apL’osservazione del cielo, così partenevano al loro quoticome la sua raffigurazione diano, in seguito i greci inproviene da epoche lontane, trapresero un processo di adatl’astrologia nasce in Mesotamento di questo lavoro potamia intorno all’VIII alla propria cultura misecolo a.C. e, fino al I setologica stilando dei colo d.C., sostanzialveri e propri catalomente non si differenghi stellari e conforzia dall’astronomia; inmando alle loro trasieme all’alchimia e la dizioni i nomi degli magia, è considerata uno astri. Questa “mistrumento di conotologizzazione” del scenza che permette cielo era, almeno di comprendere le nel III secolo a.C., leggi che governano adottata anche dagli l’esistenza, dagli aniscienziati, ma nei mali, alle piante, suoi ulteriori sviai processi della disegno anatomico astrologico luppi si vengono mente umana, dalle verità del Londra, Wellcome Hisorical Medical Library a creare delle imreale al destino dei singoli: un’arte precisioni che crescendo nel tempo divinatoria che, mediante l’ana- danno inizio alla lenta e inesorabile lisi degli astri e delle loro con- separazione fra le conoscenze astrogiunzioni, mira a prevederne gli in- logiche e le ricerche scientifiche flussi sulla terra e sul futuro degli astronomiche. Scienza e mitologia uomini. Con la ricerca e l’osserva- hanno permesso quindi il consolizione si avvia anche un graduale darsi dell’astrologia come dottrina processo associativo tra corpi ce- distinta e autonoma che dà vita a lesti e divinità olimpiche sulla base un’iconografia che si ritrova sodi affinità e attinenze rilevabili, fino stanzialmente inalterata dalle più ad arrivare, al termine dell’era pa- antiche realizzazioni alla produgana, a una totale fusione fra astro- zione rinascimentale. Neanche il nomia e mitologia che modifica per- pensiero cristiano, infatti, riesce a fino lo stesso concetto religioso: i interrompere il perdurare del papianeti stessi diventano entità di- trimonio culturale pagano. L’avine col potere di influenzare la vita strologia è talmente diffusa e radisulla terra. I babilonesi e poi gli cata in tutte le scienze naturali che, egizi cominciarono a riempire il durante il Medioevo, il sapere non può negare almeno l’influenza che le stelle possono portare nella vita degli uomini, dal loro carattere al loro aspetto fisico, è perciò che è stato possibile conservare la tradizione iconografica degli Dei olimpici altrimenti condannati e avversati dalla nuova religione. Il cristianesimo, predicando la teoria del libero arbitrio, si contrappone nettamente all’ineluttabilità del concetto di predeterminazione: il destino umano dominato dagli astri. L’impasse è accortamente superata dalla Chiesa che lascia il corpo e le cose fisiche assoggettati agli influssi celesti e all’anima, invece, la completa libertà di scelta del proprio percorso. La teologia cristiana accetta il potere delle stelle solo all’interno del piano provvidenziale di Dio e l’astrologia è tollerata nei Febbraio, particolare del pavimento della Cattedrale di Otranto Minuti Arte 335: minuti 317 22-05-2008 15:01 Pagina 10 10 limiti legati ai cicli biologici delle creature terrestri. È così quindi che le immagini legate alla tradizione astrologica, quelle dello zodiaco e dei pianeti, entrano nelle chiese; esse simboleggiano il Tempo: la Chiesa traduce così l’immaginario pagano iniziando dalla figura di Cristo-Sole fissando la data della nascita di Gesù al 25 dicembre che corrisponde, nel calendario pagano, all’inizio di un nuovo anno solare. Un microcosmo che rispecchia un macrocosmo che lega tutti gli elementi rimandando all’ordine impartito dall’alto, da Dio; come sintesi di questa interpretazione l’uomo, sottoposto agli influssi astrali, diventa egli stesso una mappa astrologica e a ogni parte del suo corpo viene assegnato un segno zodiacale. L’arte, rispecchiando la compenetrazione del pensiero astrologico nella cultura occidentale, si esprime con una ricca produzione di immagini nelle chiese e nei palazzi civili; dal Medioevo al Rinascimento si produce, in Italia, una considerevole serie di cicli astrologici: da quelli strutturati a calendario, dove a ogni mese dell’anno corrisponde sopra Calendario - Oratorio di San Pellegrino a Bominaco (L’Aquila) a lato Salone del Palazzo della Ragione, Padova un segno zodiacale, alle rassegne degli influssi astrali, dalle mappe astrologiche alle narrazioni delle origini mitologiche delle costellazioni. Questo atteggiamento perdura fino al termine del Cinquecento, quando comincia ad attenuarsi l’interesse per l’astrologia che, da allora, ricompare sporadicamente e con valore strettamente decorativo. Il Medioevo è il periodo in cui si tenta di adattare la cultura astrologica al cristianesimo, la Chiesa comincia ad accogliere elementi pagani, come nei nomi dei giorni della settimana, e a creare corrispondenze tra la dottrina cristiana e i segni zodiacali, dai dodici apostoli agli altri personaggi biblici. Si osserva innanzi tutto, però, l’assimilazione degli elementi cosmogonici politeisti: a cominciare dall’associazione Cristo-Sole come “Signore del Tempo” (“Chronocrator”) e quella di Maria con la Luna. La cristianizzazione dello Zodiaco passa perciò attraverso diverse associazioni tra segni e simboli religiosi. I lavori dei Mesi costituiscono una delle iconografie maggiormente diffuse, qui ogni occupazione mensile è accostata a un segno zodiacale simbolo del tempo che avanza, tradotto e interpretato in senso cristiano. Le rappresentazioni di questi cicli nelle chiese seguono un proposito che fondamentalmente è etico e didascalico: nel pavimento di San Colombano a Bobbio o in quello della Cattedrale di Otranto queste sono, in sostanza, illustrazioni esplicative, desunte dal patrimonio letterario e scientifico, destinate a un pubblico più vasto e meno colto. Nell’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco, vicino a L’Aquila, si trova il primo esempio di ciclo zodiacale dipinto e calendario parietale dell’arte italiana: in questo si concretizza la fusione dei segni zodiacali con le personificazioni dei mesi e i giorni della settimana in combinazione con le segnalazioni delle festività e delle ricorrenze liturgiche. La combinazione Mesi-Zodiaco dagli ambienti religiosi presto si estende anche ai contesti civili, dai rilievi della Fontana Maggiore di Perugia completata da Nicola Pisano alla decorazione del Salone del Palazzo Minuti Arte 335: minuti 317 22-05-2008 15:01 Pagina 11 11 Giuliano d'Arrigo detto Pesello: Oroscopo di Cosimo il Vecchio Firenze, Sagrestia Vecchia di San Lorenzo della Ragione a Padova. Quest’ultimo in realtà è un rifacimento quattrocentesco dell’opera di Giotto andata distrutta in un incendio del 1420; l’affresco fedelmente riprodotto, costituito da 333 scomparti in 3 fasce sovrapposte, coniuga gli influssi dei Pianeti sugli uomini con la dottrina cristiana. In pratica si configura come una traduzione in immagini della teoria astrologica di Pietro d’Abano, filosofo e astrologo vissuto a Padova tra il XIII e il XIV secolo che, influenzato da Tolomeo, sostiene appunto l’influenza degli astri sulla vita quotidiana: il dio planetario che apporta agli uomini particolari caratteristiche fisiche e caratteriali. Il rapporto fra il sacro e il profano nella vita dell’uomo e questo tipo di esposizione didascalica si possono ritrovare anche nei rilievi eseguiti da Andrea Pisano su progetto giottesco per il Campanile di Santa Maria del Fiore a Firenze, ma questo tipo di impianto strutturale, con la suddivisione in sezioni illustrative sarà poi abbandonato nel corso del Quattrocento a vantaggio di un’immagine unitaria e meno didattica. La consuetudine di consultare il cielo prima di intraprendere una qualsiasi azione, sia diplomatica sia di guerra, si traduce in immagine nel Trecento; risale a questo periodo, infatti, la comparsa nei palazzi di corte di decorazioni astrologiche legate per lo più a fatti riguardanti il committente e la sua famiglia più che a esposizioni di carattere dottrinale e morale. Il primo esempio di questo nuovo corso si trova nella Rocca di Angera; poco è rimasto, ma nei frammenti residui appare una nuova caratteristica tratta dagli antichi manoscritti che avrà Giorgio Vasari: Cosimo I - Firenze, Palazzo Vecchio Sala di Leone X seguito anche nei cicli quattrocenteschi: si tratta della rappresentazione delle personificazioni dei pianeti sedute in trono o in trionfo sui carri. Da qui si arriva poi all’illustrazione di un vero e proprio oroscopo, cioè alla raffigurazione della particolare situazione del cielo in corrispondenza della nascita (genitura) o di importanti eventi relativi alla committenza: i potenti nel Rinascimento affermavano l’inevitabilità della propria gloria anche attraverso la predestinazione astrale. È Cosimo il Vecchio che fa eseguire quella che si può considerare la prima immagine dipinta di un oroscopo: nella Sagrestia Vecchia di San Lo- Minuti Arte 335: minuti 317 22-05-2008 15:01 Pagina 13 13 Francesco del Cossa: Marzo - Ferrara, Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia renzo egli fa affrescare la cupolina dell’altare con l’immagine del cielo che riproduce la posizione stellare a Firenze di un preciso giorno, il 4 luglio 1442, si tratta quindi di un oroscopo. È l’inizio di quella che diventerà una tradizione per la famiglia Medici e non solo. L’interesse mediceo per l’astrologia si avvarrà dell’opera di artisti come Luca della Robbia, Vasari e Bronzino, e con Lorenzo il Magnifico, si crea anche una curiosa tradizione: il suo segno zodiacale nonché quello dell’imperatore Augusto, il Capricorno, diventa sinonimo di potere e viene perciò identificato come costellazione della famiglia. Per esempio nell’intervento vasariano realizzato tra il 1555 e il 1562 nella Sala di Leone X in Palazzo Vecchio a Firenze, all’immagine di Cosimo I è abbinata proprio quella del Capricorno, anche se questo non è il suo segno natale. Altro monumentale esempio del credito conferito dai potenti all’astrologia è quello del ciclo ferrarese del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, eseguito in tempi rapidissimi per onorare la nomina ducale di Borso d’Este del 1471. Questi affreschi, suggeriti dall’astrologo di corte Pellegrino Prisciani, sono realizzati dalla cosiddetta “officina ferrarese” in cui operano Cosmé Tura, Ercole de Roberti e Francesco del Cossa e, grazie alle abituali collaborazioni tra artisti e studiosi, costituiscono un enorme apparato celebrativo e astrologico col quale il duca vuole dimostrare la capacità di mediare tra il piano terrestre e quello celeste. L’impianto è strutturato in dodici zone, secondo la sequenza codificata dallo studioso Manilio intorno al I secolo d.C., che assegna a ogni costellazione una divinità dell’Olimpo, e ogni settore a sua volta è composto da tre fasce: in quella più bassa è narrato il mondo reale con scene delle varie attività di corte, in quella mediana è esposto il cielo, con la rappresentazione delle figure astrologiche corrispondenti al Mese e nella terza fascia, la più alta, l’Olimpo, dove è rappresentato il Trionfo del dio protettore del Mese. Nell’ascesa simbolica anche la pittura cambia, dagli spazi architettonici di chiara ispirazione classicista che ricordano il Mantegna e l’Alberti per la parte terrena alle architetture che si rifanno alle visioni utopiche del Filarete per raccontare un mondo olimpico sede dei fantastici Trionfi. Tra i cicli astrologici quattrocenteschi di rilievo, c’è sicuramente quello realizzato da Pinturicchio nella Sala delle Sibille nell’Appartamento Borgia, dove, grazie alla particolare cultura ermetica dei Borgia, torna il tema del rapporto tra la sfera celeste e la terra con i Trionfi dei Pianeti e gli uomini intenti nelle attività determinate dagli influssi planetari. Simile è quello dipinto dal Perugino nella Sala delle Udienze del Collegio del Cambio a Perugia e da notare quello, sempre del Pinturicchio, in una sala del palazzo di Minuti Arte 335: minuti 317 22-05-2008 15:01 Pagina 14 14 questo atteggiamento cultuDomenico della Rovere a rale quando si esprime, per Roma: un ciclo che introduce esempio nella palladiana Villa un nuovo tipo di decorazione Maser affrescata da Paolo Veastrologica con il tema dei miti ronese, arriva però spesso a rirelativi alla nascita delle codurre l’astrologia a una mera stellazioni zodiacali, soggetto allegoria a sfondo religioso. che frequentemente verrà poi Con gli ultimi grandi cicli, ripreso nel Cinquecento. quello di Jacopo Zucchi nel Anche i papi si lasciano guiPalazzo Firenze a Roma, quello dare dalla cultura astrologica; di Villa Lante a Bagnaia presso a dare inizio a questo tipo di Viterbo o quello di Villa d’Eispirazione è Giulio II nel 1508, ste a Tivoli, sempre più esaquando incarica Raffaello di speratamente intellettuali, ci raffigurare, nella Stanza della si allontana gradualmente e Segnatura nei Palazzi Vaticani, definitivamente dall’attegla situazione del cielo di Roma giamento rivelazionistico e del 31 ottobre 1503, non a simbolico rinascimentale per caso, giorno della sua elezione convertirlo in un racconto fiaal soglio pontificio. Sempre a besco e fantastico. I cieli rafRoma e nello stesso periodo figurati non sono più una sorta anche uno tra i maggiori fiRaffaello: L'Astronomia di amuleto che mostra il ponanziatori di Giulio II, il poRoma, Palazzi Vaticani Stanza della Segnatura tere celeste dominante l’intente banchiere senese, Agotero agire umano, ma sono cieli stino Chigi, ricorre a questa perfettamente misurabili che particolare maniera di chielasciano intravedere un emerdere il favore del cielo; nella gente e maggiore interesse splendida Villa Farnesina sulle astronomico e scientifico fino rive del Tevere commissiona ad arrivare alla produzione di a Baldassarre Peruzzi, artista vere e proprie cartografie. Queappassionato di matematica e sta immagine del cielo diffuastrologia, la rappresentazione sasi nel Rinascimento produce del suo oroscopo natale raffidecorazioni di volte con mappe gurato con immagini mitolocelesti sempre più accurate, giche che illustrano la sua glocome per esempio quelle di ria stabilita dalle stelle. Nelle Giovanni Antonio da Varese raffigurazioni per la propria detto Vanosino, vero e proprio cappella funeraria, in Santa specialista nel settore. Le riMaria del Popolo a Roma, lo cerche copernicane e galileiane stesso potere è, invece sottorimettono tutto in discussione posto al volere divino: la volta interrompendo armonie rein mosaico realizzata da Luigi mote e i riferimenti parietali de’ Pace, su disegno di Rafalle stelle sono ormai solo semfaello, è divisa in otto scomparti dove si trovano i pianeti Giovanni Antonio da Varese detto Vanosino: Volta della sala plici decorazioni. L’ordine che del mappamondo (part.) - Caprarola, Palazzo Farnese per millenni aveva permesso di con i relativi segni zodiacali sormontati da figure di angeli che con- tema si configurano come colte rap- decifrare l’universo è ormai traducono alla chiave di volta dove su presentazioni che fondono il recu- montato. La magia è terminata, sopun fondo blu spicca dominante la pero delle fonti letterarie con rife- piantata definitivamente dalla marimenti a fatti relativi alla com- tematica. figura di Dio. francesca bardi Le decorazioni manieristiche sul mittenza o alla storia del luogo;