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Lo Zodiaco tra mito pagano
e credo cristiano
Depositato presso AIFA in data 29/11/2007
La storia di una “scienza” che in passato guidava il cammino dell’uomo e che, resistendo all’avversione del cristianesimo, ha favorito la
conservazione e la trasmissione dell’iconografia mitologica classica
cielo di eroi e miti che apL’osservazione del cielo, così
partenevano al loro quoticome la sua raffigurazione
diano, in seguito i greci inproviene da epoche lontane,
trapresero un processo di adatl’astrologia nasce in Mesotamento di questo lavoro
potamia intorno all’VIII
alla propria cultura misecolo a.C. e, fino al I setologica stilando dei
colo d.C., sostanzialveri e propri catalomente non si differenghi stellari e conforzia dall’astronomia; inmando alle loro trasieme all’alchimia e la
dizioni i nomi degli
magia, è considerata uno
astri. Questa “mistrumento di conotologizzazione” del
scenza che permette
cielo era, almeno
di comprendere le
nel III secolo a.C.,
leggi che governano
adottata anche dagli
l’esistenza, dagli aniscienziati, ma nei
mali, alle piante,
suoi ulteriori sviai processi della
disegno
anatomico
astrologico
luppi si vengono
mente umana,
dalle verità del Londra, Wellcome Hisorical Medical Library a creare delle imreale al destino dei singoli: un’arte precisioni che crescendo nel tempo
divinatoria che, mediante l’ana- danno inizio alla lenta e inesorabile
lisi degli astri e delle loro con- separazione fra le conoscenze astrogiunzioni, mira a prevederne gli in- logiche e le ricerche scientifiche
flussi sulla terra e sul futuro degli astronomiche. Scienza e mitologia
uomini. Con la ricerca e l’osserva- hanno permesso quindi il consolizione si avvia anche un graduale darsi dell’astrologia come dottrina
processo associativo tra corpi ce- distinta e autonoma che dà vita a
lesti e divinità olimpiche sulla base un’iconografia che si ritrova sodi affinità e attinenze rilevabili, fino stanzialmente inalterata dalle più
ad arrivare, al termine dell’era pa- antiche realizzazioni alla produgana, a una totale fusione fra astro- zione rinascimentale. Neanche il
nomia e mitologia che modifica per- pensiero cristiano, infatti, riesce a
fino lo stesso concetto religioso: i interrompere il perdurare del papianeti stessi diventano entità di- trimonio culturale pagano. L’avine col potere di influenzare la vita strologia è talmente diffusa e radisulla terra. I babilonesi e poi gli cata in tutte le scienze naturali che,
egizi cominciarono a riempire il durante il Medioevo, il sapere non
può negare almeno l’influenza che
le stelle possono portare nella vita
degli uomini, dal loro carattere al
loro aspetto fisico, è perciò che è
stato possibile conservare la tradizione iconografica degli Dei olimpici altrimenti condannati e avversati dalla nuova religione. Il cristianesimo, predicando la teoria del
libero arbitrio, si contrappone nettamente all’ineluttabilità del concetto di predeterminazione: il destino umano dominato dagli astri.
L’impasse è accortamente superata
dalla Chiesa che lascia il corpo e
le cose fisiche assoggettati agli influssi celesti e all’anima, invece,
la completa libertà di scelta del proprio percorso. La teologia cristiana
accetta il potere delle stelle solo all’interno del piano provvidenziale
di Dio e l’astrologia è tollerata nei
Febbraio, particolare del pavimento
della Cattedrale di Otranto
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limiti legati ai cicli biologici delle
creature terrestri. È così quindi che
le immagini legate alla tradizione
astrologica, quelle dello zodiaco e
dei pianeti, entrano nelle chiese;
esse simboleggiano il Tempo: la
Chiesa traduce così l’immaginario
pagano iniziando dalla figura di
Cristo-Sole fissando la data della
nascita di Gesù al 25 dicembre che
corrisponde, nel calendario pagano,
all’inizio di un nuovo anno solare.
Un microcosmo che rispecchia un
macrocosmo che lega tutti gli elementi rimandando all’ordine impartito dall’alto, da Dio; come sintesi di questa interpretazione l’uomo,
sottoposto agli influssi astrali, diventa egli stesso una mappa astrologica e a ogni parte del suo corpo
viene assegnato un segno zodiacale.
L’arte, rispecchiando la compenetrazione del pensiero astrologico
nella cultura occidentale, si esprime
con una ricca produzione di immagini nelle chiese e nei palazzi civili; dal Medioevo al Rinascimento
si produce, in Italia, una considerevole serie di cicli astrologici: da
quelli strutturati a calendario, dove
a ogni mese dell’anno corrisponde
sopra Calendario - Oratorio di San Pellegrino
a Bominaco (L’Aquila)
a lato Salone del Palazzo della Ragione, Padova
un segno zodiacale, alle rassegne
degli influssi astrali, dalle mappe
astrologiche alle narrazioni delle
origini mitologiche delle costellazioni. Questo atteggiamento perdura fino al termine del Cinquecento, quando comincia ad attenuarsi l’interesse per l’astrologia
che, da allora, ricompare sporadicamente e con valore strettamente
decorativo.
Il Medioevo è il periodo in cui si
tenta di adattare la cultura astrologica al cristianesimo, la Chiesa
comincia ad accogliere elementi pagani, come nei nomi dei giorni della
settimana, e a creare corrispondenze
tra la dottrina cristiana e i segni
zodiacali, dai dodici apostoli agli
altri personaggi biblici. Si osserva
innanzi tutto, però, l’assimilazione
degli elementi cosmogonici politeisti: a cominciare dall’associazione
Cristo-Sole come “Signore del
Tempo” (“Chronocrator”) e quella
di Maria con la Luna. La cristianizzazione dello Zodiaco passa perciò attraverso diverse associazioni
tra segni e simboli religiosi.
I lavori dei Mesi costituiscono una
delle iconografie maggiormente
diffuse, qui ogni occupazione mensile è accostata a un segno zodiacale
simbolo del tempo che avanza, tradotto e interpretato in senso cristiano. Le rappresentazioni di questi cicli nelle chiese seguono un proposito che fondamentalmente è etico
e didascalico: nel pavimento di San
Colombano a Bobbio o in quello
della Cattedrale di Otranto queste
sono, in sostanza, illustrazioni esplicative, desunte dal patrimonio letterario e scientifico, destinate a un
pubblico più vasto e meno colto.
Nell’Oratorio di San Pellegrino a
Bominaco, vicino a L’Aquila, si trova
il primo esempio di ciclo zodiacale
dipinto e calendario parietale dell’arte italiana: in questo si concretizza la fusione dei segni zodiacali
con le personificazioni dei mesi e
i giorni della settimana in combinazione con le segnalazioni delle
festività e delle ricorrenze liturgiche.
La combinazione Mesi-Zodiaco dagli ambienti religiosi presto si estende
anche ai contesti civili, dai rilievi
della Fontana Maggiore di Perugia
completata da Nicola Pisano alla
decorazione del Salone del Palazzo
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Giuliano d'Arrigo detto Pesello: Oroscopo di Cosimo il Vecchio
Firenze, Sagrestia Vecchia di San Lorenzo
della Ragione a Padova. Quest’ultimo in realtà è un rifacimento quattrocentesco dell’opera di Giotto andata distrutta in un incendio del
1420; l’affresco fedelmente riprodotto, costituito da 333 scomparti
in 3 fasce sovrapposte, coniuga
gli influssi dei Pianeti sugli uomini
con la dottrina cristiana. In pratica
si configura come una traduzione
in immagini della teoria astrologica di Pietro d’Abano, filosofo e
astrologo vissuto a Padova tra il
XIII e il XIV secolo che, influenzato da Tolomeo, sostiene appunto
l’influenza degli astri sulla vita quotidiana: il dio planetario che apporta agli uomini particolari caratteristiche fisiche e caratteriali.
Il rapporto fra il sacro e il profano
nella vita dell’uomo e questo tipo
di esposizione didascalica si possono ritrovare anche nei rilievi eseguiti da Andrea Pisano su progetto
giottesco per il Campanile di Santa
Maria del Fiore a Firenze, ma questo tipo di impianto strutturale,
con la suddivisione in sezioni illustrative sarà poi abbandonato nel
corso del Quattrocento a vantaggio
di un’immagine unitaria e meno
didattica.
La consuetudine di consultare il
cielo prima di intraprendere una
qualsiasi azione, sia diplomatica sia
di guerra, si traduce in immagine
nel Trecento; risale a questo periodo,
infatti, la comparsa nei palazzi di
corte di decorazioni astrologiche
legate per lo più a fatti riguardanti
il committente e la sua famiglia più
che a esposizioni di carattere dottrinale e morale. Il primo esempio di questo nuovo corso si trova
nella Rocca di Angera; poco è rimasto, ma nei frammenti residui
appare una nuova caratteristica tratta
dagli antichi manoscritti che avrà
Giorgio Vasari: Cosimo I - Firenze,
Palazzo Vecchio Sala di Leone X
seguito anche nei cicli quattrocenteschi: si tratta della rappresentazione delle personificazioni dei pianeti sedute in trono o in trionfo sui
carri. Da qui si arriva poi all’illustrazione di un vero e proprio oroscopo, cioè alla raffigurazione della
particolare situazione del cielo in
corrispondenza della nascita (genitura) o di importanti eventi relativi alla committenza: i potenti nel
Rinascimento affermavano l’inevitabilità della propria gloria anche
attraverso la predestinazione astrale.
È Cosimo il Vecchio che fa eseguire
quella che si può considerare la prima
immagine dipinta di un oroscopo:
nella Sagrestia Vecchia di San Lo-
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Francesco del Cossa: Marzo - Ferrara, Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia
renzo egli fa affrescare la cupolina
dell’altare con l’immagine del cielo
che riproduce la posizione stellare
a Firenze di un preciso giorno, il
4 luglio 1442, si tratta quindi di
un oroscopo. È l’inizio di quella che
diventerà una tradizione per la famiglia Medici e non solo. L’interesse mediceo per l’astrologia si avvarrà dell’opera di artisti come Luca
della Robbia, Vasari e Bronzino, e
con Lorenzo il Magnifico, si crea
anche una curiosa tradizione: il suo
segno zodiacale nonché quello dell’imperatore Augusto, il Capricorno,
diventa sinonimo di potere e viene
perciò identificato come costellazione della famiglia. Per esempio
nell’intervento vasariano realizzato
tra il 1555 e il 1562 nella Sala di
Leone X in Palazzo Vecchio a Firenze, all’immagine di Cosimo I è
abbinata proprio quella del Capricorno, anche se questo non è il suo
segno natale.
Altro monumentale esempio del
credito conferito dai potenti all’astrologia è quello del ciclo ferrarese
del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, eseguito in tempi rapidissimi per onorare la nomina ducale
di Borso d’Este del 1471. Questi
affreschi, suggeriti dall’astrologo
di corte Pellegrino Prisciani, sono
realizzati dalla cosiddetta “officina
ferrarese” in cui operano Cosmé
Tura, Ercole de Roberti e Francesco del Cossa e, grazie alle abituali collaborazioni tra artisti e studiosi, costituiscono un enorme apparato celebrativo e astrologico col
quale il duca vuole dimostrare la
capacità di mediare tra il piano terrestre e quello celeste. L’impianto
è strutturato in dodici zone, secondo
la sequenza codificata dallo studioso
Manilio intorno al I secolo d.C., che
assegna a ogni costellazione una divinità dell’Olimpo, e ogni settore
a sua volta è composto da tre fasce:
in quella più bassa è narrato il mondo
reale con scene delle varie attività
di corte, in quella mediana è esposto il cielo, con la rappresentazione
delle figure astrologiche corrispondenti al Mese e nella terza fascia, la più alta, l’Olimpo, dove è
rappresentato il Trionfo del dio protettore del Mese. Nell’ascesa simbolica anche la pittura cambia, dagli spazi architettonici di chiara
ispirazione classicista che ricordano
il Mantegna e l’Alberti per la parte
terrena alle architetture che si rifanno alle visioni utopiche del Filarete per raccontare un mondo olimpico sede dei fantastici Trionfi.
Tra i cicli astrologici quattrocenteschi di rilievo, c’è sicuramente
quello realizzato da Pinturicchio
nella Sala delle Sibille nell’Appartamento Borgia, dove, grazie alla
particolare cultura ermetica dei Borgia, torna il tema del rapporto tra
la sfera celeste e la terra con i Trionfi
dei Pianeti e gli uomini intenti nelle
attività determinate dagli influssi
planetari. Simile è quello dipinto
dal Perugino nella Sala delle Udienze
del Collegio del Cambio a Perugia
e da notare quello, sempre del Pinturicchio, in una sala del palazzo di
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questo atteggiamento cultuDomenico della Rovere a
rale quando si esprime, per
Roma: un ciclo che introduce
esempio nella palladiana Villa
un nuovo tipo di decorazione
Maser affrescata da Paolo Veastrologica con il tema dei miti
ronese, arriva però spesso a rirelativi alla nascita delle codurre l’astrologia a una mera
stellazioni zodiacali, soggetto
allegoria a sfondo religioso.
che frequentemente verrà poi
Con gli ultimi grandi cicli,
ripreso nel Cinquecento.
quello di Jacopo Zucchi nel
Anche i papi si lasciano guiPalazzo Firenze a Roma, quello
dare dalla cultura astrologica;
di Villa Lante a Bagnaia presso
a dare inizio a questo tipo di
Viterbo o quello di Villa d’Eispirazione è Giulio II nel 1508,
ste a Tivoli, sempre più esaquando incarica Raffaello di
speratamente intellettuali, ci
raffigurare, nella Stanza della
si allontana gradualmente e
Segnatura nei Palazzi Vaticani,
definitivamente dall’attegla situazione del cielo di Roma
giamento rivelazionistico e
del 31 ottobre 1503, non a
simbolico rinascimentale per
caso, giorno della sua elezione
convertirlo in un racconto fiaal soglio pontificio. Sempre a
besco e fantastico. I cieli rafRoma e nello stesso periodo
figurati non sono più una sorta
anche uno tra i maggiori fiRaffaello: L'Astronomia
di amuleto che mostra il ponanziatori di Giulio II, il poRoma, Palazzi Vaticani Stanza della Segnatura
tere celeste dominante l’intente banchiere senese, Agotero agire umano, ma sono cieli
stino Chigi, ricorre a questa
perfettamente misurabili che
particolare maniera di chielasciano intravedere un emerdere il favore del cielo; nella
gente e maggiore interesse
splendida Villa Farnesina sulle
astronomico e scientifico fino
rive del Tevere commissiona
ad arrivare alla produzione di
a Baldassarre Peruzzi, artista
vere e proprie cartografie. Queappassionato di matematica e
sta immagine del cielo diffuastrologia, la rappresentazione
sasi nel Rinascimento produce
del suo oroscopo natale raffidecorazioni di volte con mappe
gurato con immagini mitolocelesti sempre più accurate,
giche che illustrano la sua glocome per esempio quelle di
ria stabilita dalle stelle. Nelle
Giovanni Antonio da Varese
raffigurazioni per la propria
detto Vanosino, vero e proprio
cappella funeraria, in Santa
specialista nel settore. Le riMaria del Popolo a Roma, lo
cerche copernicane e galileiane
stesso potere è, invece sottorimettono tutto in discussione
posto al volere divino: la volta
interrompendo armonie rein mosaico realizzata da Luigi
mote e i riferimenti parietali
de’ Pace, su disegno di Rafalle stelle sono ormai solo semfaello, è divisa in otto scomparti dove si trovano i pianeti Giovanni Antonio da Varese detto Vanosino: Volta della sala plici decorazioni. L’ordine che
del mappamondo (part.) - Caprarola, Palazzo Farnese
per millenni aveva permesso di
con i relativi segni zodiacali sormontati da figure di angeli che con- tema si configurano come colte rap- decifrare l’universo è ormai traducono alla chiave di volta dove su presentazioni che fondono il recu- montato. La magia è terminata, sopun fondo blu spicca dominante la pero delle fonti letterarie con rife- piantata definitivamente dalla marimenti a fatti relativi alla com- tematica.
figura di Dio.
francesca bardi
Le decorazioni manieristiche sul mittenza o alla storia del luogo;