OMAGGIO A URANIA
André Barbault
(traduzione dal francese di Enzo Barillà)
Sono necessarie maggiori virtù
per sostenere la buona sorte
piuttosto che la cattiva.
(La Rochefoucault)
Quando, a inizio 2003, ho inaugurato il mio sito internet, nel quadro del generale benvenuto sul web
ho non di meno subito la critica di “ripetere la stessa solfa da più di vent’anni”… Poco importa, la
perdono, e chi oserà rinfacciarmelo? Non c’è d’altronde un solo modo di trattare la materia, e qui
mi si offre l’occasione di esprimerne uno tramite
La passione per la previsione astrologica
Poiché avevo inizialmente osservato lo storico avvento del marxismo sotto la congiunzione
Saturno-Nettuno del 1846, poi la fondazione del partito comunista russo sotto la seguente del 1881,
come pure l’avvento al potere sotto quella del 1917, non era forse necessario lasciare parlare la
successiva senza attendere la sorpresa di ciò che portava in grembo?
Si deve ritenere che l’anno 1953 sarà di capitale importanza per l’URSS. Il regime sovietico si
trova infatti alla fine di un ciclo e contemporaneamente a un rinnovamento ciclico. In qualità di
fine ciclo, ci si può aspettare un rimaneggiamento interno, forse un cambio della guardia al
Cremino. (L’Yonne républicaine, 1 gennaio 1953)
Primo salto di una quadruplice tappa che obbligava a seguirne di più belle, per rischiare un secondo
salto del medesimo ordine:
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Stalin muore sotto la congiunzione del 1953, e l’URSS è in piena metamorfosi: intraprende un
nuovo ciclo che la porterà alla scadenza capitale del 1989. (Défense et illustration de l’astrologie,
Grasset, 1955)
Ciò 34 anni prima del crollo del muro di Berlino, che comportò la sparizione dell’Unione Sovietica!
Il medesimo annuncio di tale svolta del comunismo sarebbe stata diffusa nelle mie opere, fino alle
ultime battute del numero 85 de l’astrologue del gennaio 1989 che veicolava la “bufera”
rivoluzionaria – da tutti imprevista fino all’ultimo momento – che si sarebbe abbattuta sull’Europa.
Gli svariati testi previsionali di questo secondo salto storico sono richiamati in Histoire d’une
prévision e si possono seguire le dozzine dei successivi aspetti del ciclo in Le cycle SaturneNeptune.
Quando l’astrologia è passione, è così che viene necessariamente vissuta: come un’avventura
portata all’estremo, nella convinzione di avere colto un frutto del sapere. E siamo d’altronde sicuri
che i figli delle stelle, quali noi siamo, diventino pienamente astrologi rinunciando a confrontarsi
con le nostre conoscenze? Certo, la gran dama Urania è tanto una madre generosa quanto una brava
figlia; non c’è alcuna necessità di fare previsioni, ed è meglio rinunciarvi piuttosto che inquinare
questo ingrato compito con ridicoli e disastrosi pronostici fallimentari. Ma, alla fine, non senza la
riserva mentale di un incarico non eseguito. Per quale motivo, dopo aver sbirciato il lucernario del
cielo, rifiutarne la preziosa ricompensa?
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Da parte mia, l’astrologia è una passione fredda. È noto che mi sono occupato assai presto e
approfonditamente di astrologia mondiale e che la salutare lezione dei fiaschi previsionali mi ha
reso un professionista esigente che sente il bisogno del confronto diretto con il reale; ce ne sono
troppi tra noi che si accontentano, senza saperlo, d’inseguire una chimera, il che è spiacevole a dirsi,
ma non è tuttavia meno vero.
Partiamo da zero, al di là dello spazio-tempo dell’Io individuale. Appelliamoci qui alla decifrazione
del linguaggio astrale, a caccia delle configurazioni in un viaggio di lungo corso in cui i cicli
planetari – questi soggetti fondamentali – presiedono al destino del mondo. Avremmo forse potuto
far di meglio che puntare subito sui punti di caduta delle grandi congiunzioni, scaglionati in grandi
tappe dove si origina l’essenziale del fenomeno storico? Circuito del divenire che avanza a scatti da
fine ciclo a fine ciclo: perimetro di un mondo compiuto e apertura di uno nuovo. Senza peraltro
trascurare il suo tragitto interno fatto di aspetti; in particolare, uno sdoppiamento nel cuore
dell’unità, l’opposizione che procede in senso inverso rispetto alla congiunzione iniziale, onde
permettere il superamento del periodo storico che va da una congiunzione a quella successiva. Si
estende così sotto i nostri occhi un albero astrale a tre rami che – eccezion fatta per l’intervento di
Giove e Plutone – abbraccia i due secoli scorsi e c’invita a comprendere in gran parte l’immensa
mutazione del percorso storico che abbiamo appena vissuto. In particolare, lo scenario del binomio
Urano-Nettuno che scandisce la dialettica “sinistra-destra” della società mondiale. Da una parte, le
tappe del comunismo e, di fronte, la successione di capitalismo-imperialismo-fascismo.
Del resto, l’esercizio previsionale non si limita solo alla semplice constatazione di una
concatenazione lineare: ha anche una portata euristica. Sul percorso incrociato del circuito
elicoidale del ciclo – traccia del percorso circolare del ritorno su di sé con spinta perpendicolare in
avanti – la similitudine della ripetitività si sposa con la diversità dell’unicità, con il sempre-uguale
dell’eterno ritorno che sfocia sull’infinito dei sempre nuovi paesaggi mondiali. Certo, qui si registra
solo l’iscrizione del divenire nell’ambito della circonferenza, ma la continuità della medesima
catena – legame temporale di stadi successivi – fornisce l’accesso a una comprensione della storia
datrice di senso, in quanto ritrova dietro le multiple espressioni transitorie dell’eterno archetipo
l’ordine di una struttura ripetitiva dell’evoluzione del mondo, e cattura così l’essenza delle
vicissitudini temporali. Il fatto di avere previsto la nascita del divenire dall’una all’altra delle tappe
del processo in corso consente un vantaggio di giudizio che sarebbe invidiato da ogni storico, il
quale si limita a recepire lo scorrere del calendario degli eventi in passiva ricezione di un dato già
acquisito.
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Inoltre, la percezione anticipata degli anelli della freccia del tempo dona suprema importanza al
pronostico, messaggio dove l’arte di Urania s’inscrive nel libro della natura; e, per di più, quale che
sia la distanza temporale che ci separa dalla configurazione esaminata!
Stabilito tutto ciò (stavolta tacitando qualsiasi nuova accusa di ripetere sempre la stessa solfa)
possiamo a questo punto salutarci senza dire nulla in merito alla prossima congiunzione SaturnoNettuno del 2026? Già non più così lontana: solo appena una piccola quindicina d’anni, infine così
poco… Perché, quindi, usufruendo dell’alimento eterodosso delle nostre risorse interpretative, non
tentare, qui ed ora, di carpire qualche scorcio, tanto più che sarebbe il terzo balzo previsionale della
medesima catena ciclica, che si presta a una lettura di eccezionale interesse.
La congiunzione non solo si situa a inizio Ariete, ideale punto zodiacale di rinnovamento, così
caratterizzata dal sigillo di un inedito ricominciamento storico. Configurazione di stampo
primaverile, è per di più prodigiosamente centrata sulla punta di un triangolo, incastonata dal
ventaglio dei sestili a un trigono Urano-Plutone, anch’essi cambiati di segno; tutto questo ci
consegna, senza esagerazione alcuna, la più felice configurazione del XXI secolo!
Con la missione di dare finalmente tutto il suo slancio alla nuova civiltà semi-millenaria del “micro
Grande Anno” che prese spunto dall’ultima doriforia del 1982: poi lanciata soprattutto con le svolte
delle triplici congiunzioni Saturno-Urano-Nettuno del 1988-1993 e di Giove-Urano-Nettuno del
1997. Fondamentale tornante decennale di una prodigiosa metamorfosi della società mondiale,
trascinata nel turbine della rivoluzione informatica: un tutto che simboleggia l’ascesa dell’individuo
al suo computer, culminata tramite internet, con l’ingresso nella mondializzazione!
Successivamente, è stato necessario passare per la caduta della prima grande crisi mondiale del
2010 e nel frattempo occorrerà ancora subire il secondo choc del tornante del 2020-2021: caduta a
precipizio di 132° dell’indice ciclico tra gli anni 2014 e 2017, che raggiungerà il livello più basso
del secolo (meno di 500°) alla fine del nostro decennio, mettendo alla prova in particolar modo una
Comunità europea “plutonizzata”. Toccando il fondo del declino dell’Occidente, qui ridotto a
un’esigua appendice territoriale del nostro continente, e sulle orme di una sovranità mondiale
detronizzata degli U.S.A. La congiunzione Giove-Saturno-Plutone (2020-2021) si trova in
semiquadratura a Nettuno e in quadratura a Urano, essendo questi in semiquadratura tra loro.
Congiuntura di un nuovo disordine generale, dall’impronta pestilenziale. Un clima di prove
diversificate, non esclusa una nuova pandemia, come pure grandi perturbazioni geofisiche ed
ecologiche. Si deve altresì paventare la tensione della semiquadratura Urano-Nettuno: acute crisi
sociali e politiche, conseguenza immaginabile di rivolte dei poveri contro lo scandalo di ricchezze
vertiginose. Proprio sotto la precedente semiquadratura evolutiva Urano-Nettuno (1846-1849) –
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accompagnata dalla congiunzione Saturno-Nettuno – apparve la lotta di classe tra il capitalismo
selvaggio e il miserabile proletariato operaio, oltre all’epidemia rivoluzionaria europea del febbraio
1848, nel clima del nascente Manifesto del partito comunista…
Tutto questo prima di arrivare alla terza grande tappa del nuovo secolo che questa volta si distingue
pienamente per via del formidabile ritorno di una salutare rimonta generale della società mondiale.
Trasportata dall’insieme di 9 cicli ascendenti nel 2026 – il record del secolo, subito dopo il picco
dei 10 cicli dell’anno 2000 quando, con il 4,6% di crescita economica mondiale generalizzata e
l’anno 1 della decodifica del nostro codice genetico, Internet vola a livello universale –, l’indice
ciclico sale vertiginosamente all’inizio del prossimo decennio fino a toccare il culmine nel 2029, la
più grande ascesa del secolo!
Per quanto attiene la configurazione a triangolo del quaternio planetario, il quadro è assai
promettente: la congiunzione Saturno-Nettuno si trova in posizione centrale e raccoglie quindi i
sestili di un trigono Urano-Plutone; per di più, tutti e quattro cambiano segno in un’eccezionale
assemblea di aspetti armonici! Questo triangolo isoscele richiama il grande triangolo equilatero
Urano-Nettuno-Plutone degli anni 1770 che, all’insegna del sapere de L’Enciclopedia, accompagnò
l’avvento capitale della civiltà moderna e che costituì l’inizio della rivoluzione industriale nel
mondo. Con questa già pienamente all’opera sotto la grande congiunzione Urano-Nettuno del 1821
(arrivo sconvolgente dell’elettricità e della termodinamica), indi in pieno sviluppo industriale del
capitalismo sotto la congiunzione Saturno-Urano (con Plutone) del 1851 quando si profila già un
Occidente prospero che include allora gli Stati Uniti!
Nel primo quarto di questo nostro secolo, torna a formarsi per l’ultima volta il sestile evolutivo
Nettuno-Plutone ed entra in scena il sestile evolutivo Urano-Nettuno, con Saturno che si trova
quindi anche in sestile (involutivo) al primo e in sestile evolutivo al secondo; Urano da parte sua
forma un pieno trigono evolutivo con Plutone! Inoltre, in quello stesso anno 2026, Giove sta alla
testa del corteo del quaternio dei pianeti lenti, raccogliendo i suoi generosi aspetti evolutivi. Si può
chiedere di più?
Rientra qui fortemente in ballo il genio prometeico, con la forza inventiva e creativa dell’uomo che
deve “sistemare le cose” con progressi prodigiosi: mutamento dell’umanità con scoperte che
risanano la società, prodezze tecnologiche e di altro tipo che arricchiscono ancora in modo sensibile
le condizioni di vita degli esseri umani sulla Terra!
Ma in questa marcia in avanti, poiché – profondità cavernose, dalle tonalità di uno scuro silenzio
notturno (affinità del duo astrale con il FC) – la congiunzione Saturno-Nettuno predomina in
posizione centrale, viene meno coinvolta l’esteriorità piuttosto che l’interiorità del vivente, sia
nell’immediato profondo esistenziale che nella sua manifestazione spettacolare. Mentre Urano
rappresenta un nucleo teso del Fuoco esplosivo, lo stato nettuniano – assimilabile al “brodo
primordiale” del momento originario dell’universo, come pure a un fondo di eternità – per
contrasto, con il suo viluppo nel quadro di un mistero senza fine, rientra nel campo dell’Umido,
diffusione del “largo”. Rammentiamo il mondo delle immagini, della fede che abbiamo dentro,
mistica, salvo deriva di regresso psicopatologico, fino al culto della Légende dorée. Mondo elusivo,
più o meno inafferrabile, con un orizzonte sfuggente, fuori portata; un clima sempre pronto a
svanire in un retroterra misterioso, fino a rischiare il dissolvimento interiore nell’aureola di qualcosa
che ci si offre solo rinunciando a se stessi. Certo, poteri soffusi sonnecchiano nelle profondità, e per
fiorire necessitano dell’assistenza del Sole o di Giove, ma l’inflazione psichica può vagare nel
vuoto come può anche dilatarsi come zucchero filato: prendete una zolletta e ne ricavate una spuma
spettacolare e vaporosa, purtuttavia alla fine inconsistente e scipita (astrologo nettuniano, drizza le
orecchie… mentre l’uraniano avventuriero deve a sua volta tener d’occhio la propria problematica).
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La verde vegetazione nettuniana può diventare una torbiera: fantasma, sofisma, aggeggio, cosa,
rumore, borboglio, buffoneria, bizzarria, utopia o banalità… Come può altrettanto contenere il suo
feticcio protettore, confezionare il suo elisir, spandere incenso che sa di soprannaturale, risvegliare
delle potenzialità magiche, ispirare uno stato visionario…
Poiché – contributo alla restaurazione dell’antica alleanza tra Uomo e Natura – l’obolo propiziatore
non si trova lontano. Non c’è niente di meglio del pensiero di Pierre Teilhard de Chardin
(congiunzione Sole-Saturno-Nettuno che sorge all’Oriente) secondo cui “oggetto e soggetto si
uniscono e si trasformano reciprocamente nell’atto del conoscere. Volente o nolente, l’uomo si
ritrova e si rispecchia in tutto ciò che vede.” (Il Fenomeno umano). Per via dell’ondata d’alta marea
dell’inconscio collettivo che dobbiamo aspettarci in arrivo, il ritorno del principio antropico, forse
particolarmente sottolineato dal punto di vista della fisica quantistica, è foriero di promesse di un
superamento della via dello spirito, poiché elargisce egualmente le risorse della generosità umana,
del dono di sé. Nel parto della grande positiva congiunzione di “saturnità”, fatta di minerale pieno
di promesse, e di “nettunità” fatta di sprazzi di fughe collettive, si realizza un accoppiamento che
tende a radicare l’ordine e la stabilità di una civiltà migliore.
L’idea di universalità dovrebbe essere più che mai all’ordine del giorno. Con Nettuno, l’Uomo
incarna l’intera umanità, una situazione che porta il potenziale del vangelo della solidarietà. Invece,
accoppiato nel 1846 a un Saturno frustrante, arrivò la prova della povertà, l’avvento della miseria
del popolo delle classi lavoratrici. Da quella stessa congiunzione nacque una speranza collettiva: la
generosa ideologia del socialismo, poi la “religiosità” o mistica materialista del comunismo (i
“dannati della terra” dell’Internazionale).
Ora, sostenuta come in effetti è, la nuova congiunzione fa pensare a un cambiamento in materia.
Infatti, non è impossibile che questa storica svolta costituisca il segnale di un neosocialismo che va
a imporsi, tenuto conto della convergenza di aspetti armonici su questo nuovo sinodo. Il mondo
politico che tende in linea generale a una nuova “sinistra”, che faccia primeggiare l’umano nei
confronti della pesantezza del denaro. Potrebbe forse darsi che in questa svolta soffi addirittura un
vento in cui l’Essere possa prevalere sull’avere? Altrimenti dovrebbe sostituirsi una naturale e
armoniosa equivalenza socio-economica. Potrebbe anche accompagnarsi a un progresso di saggezza
assistita da uno slancio di umanità di portata superiore. In tal caso sopraggiungerebbe quindi un
innalzamento del tenore di vita del cittadino, suprema vittoria sulla miseria, con il debellamento
della povertà nel mondo. E non è nemmeno escluso che la società mondiale, attualmente priva di
ideologie (oggi estinte in un Occidente ancora in lutto per la civiltà da poco scomparsa), abbia un
sussulto di religiosità e possa partorire un nuovo umanesimo o un sogno messianico che promuova
– albero rifiorente della vita – una felice condizione di esistenza sul pianeta. In breve, nel
complesso, dovremmo passare attraverso un’umanità migliore, nel quadro di una nuova crescita di
civiltà che possa assolvere meglio il compito del conseguimento di una prosperità universale!
Merita un commento particolare l’intreccio del sestile evolutivo Urano-Nettuno, dotato di ricche
risorse generate dal contrasto della loro complementarietà: a Parigi, per esempio, Urano sta alla
verticale e spettacolare Torre Eiffel come Nettuno all’orizzontale e silenziosa Notre-Dame… Sotto
il precedente trigono (involutivo) degli anni Quaranta, gli Stati in guerra si erano momentaneamente
uniti all’insegna del Patto germano-sovietico, poi dell’Intesa anglo-americano-sovietica; l’aspetto
aveva cambiato direzione per via dell’inversione mercuriale-venusiana dei segni zodiacali, essendo
passata da Toro-Vergine a Gemelli-Bilancia. E cioè – il sestile in questo caso è evolutivo – tali sono
le sorprese che possiamo aspettarci. Perché non sperare soprattutto il ritorno di una comunione
generale di valori di una società in cui si armonizzano allora il singolo e il collettivo, l’Uno e il
Tutto? Emanazione simile a nessun’altra: vi si percepisce subito un avvicinamento dello scienziato
con il filosofo, come pure della razionalità e con la spiritualità. Allargamento e approfondimento del
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pensiero scientifico in condizione di superare sé stesso nel quadro di un’apertura su una nuova
cultura universale.
E allora come non pensare alle sorti della stessa astrologia, ispirate da qualche buon evento
anticipatore? E così, ad esempio, all’epoca della recente congiunzione Urano-Nettuno, Didier
Castille, con le sue voluminose ricerche statistiche in Francia, non ha forse messo in luce il
fondamentale nesso solare che presiede alla vita umana? L’astro scandisce il medesimo doppio
ritmo di ripartizione degli appaiamenti e delle nascite: “solarità” che ravvicina a una comune
ricorrenza natale sia le coppie coniugali tra di loro che quelle dei genitori con i figli (cfr.
L’astrologie certifiée, Le Seuil). Ora, proprio in questo passaggio ciclico del sestile in arrivo,
quando il seme si fa pianta, la prospettiva del riconoscimento dell’Arte di Urania non merita forse
un po’ di considerazione? E inoltre, per quanto sia ancora messa male e malgrado il disastro delle
previsioni fallimentari fatte pubblicamente da incompetenti, l’astrologia mondiale – basata sulla
processione dei cicli planetari e sulla realizzazione di buoni risultati – non può infine che
contribuire al riconoscimento atteso. È mia ferma convinzione che questa terza analisi previsionale
delle successive congiunzioni Saturno-Nettuno non dovrebbe mancare di dare lustro all’aureola di
Urania.
Poiché siamo soggetti al tempo che scorre – e senza quindi che sia per me necessario attendere un
prolungamento di vecchiaia – credo che questa proiezione sul domani, per di più messaggera di
speranza, sia davvero adatta a celebrare questa gran Dama, grazie alla quale ci è concessa la
preziosa risorsa di poter lanciare lo sguardo verso il futuro. Un’occasione di comunicare con
l’odierno ambiente astrologico, a cui dedico questo compendio di astrologia mondiale applicata, in
fraterno omaggio.
Parigi, all’ingresso dell’Ariete 2012
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