SISTEMA DI
CABLAGGIO
STRUTTURATO
APP BTICINO CATALOGHI
Indice
Il cablaggio
strutturato
Introduzione e logiche del cablaggio strutturato
Struttura del cablaggio
Prestazioni del cablaggio: classi e categorie
14
14
17
Generalità
TIA/EIA (Stati Uniti)
CENELEC (Europa)
ISO/IEC, IEC (resto del mondo)
18
18
19
22
Mezzi di trasmissione:
rame
Il Cavo
I connettori per postazioni di lavoro
I pannelli di permutazione
Cordoni di permutazione
23
25
28
29
Mezzi di trasmissione:
fibra ottica
Il Cavo
I connettori ottici
Valigia per la connessione ottica
Accoppiatori ottici
Cassetti ottici
Cordoni di permutazione
Kit di breakout
29
30
31
32
32
32
32
Mezzi di trasmissione:
wireless
Standard per la trasmissione Wireless
Componenti del cablaggio Wireless
33
34
Le norme
1
Indice
Progetto cablaggio
di rete
Verifiche
dell’installazione
I servizi
Esempi progettuali
(+Wi-Fi e A/V)
56-93
Catalogo
2
Topologia e definizione delle specifiche
Elementi funzionali di una struttura di cablaggio
Sottosistemi di cablaggio
Regole di progettazione
Gli elementi principali del cablaggio strutturato
Considerazioni sul progetto di una rete Wireless
35
35
36
36
37
42
Generalità
Cablaggio in rame
Cablaggio in fibra ottica
43
44
46
Software BTNET PRO
Formazione
Assistenza e aggiornamenti
Garanzia
48
48
48
49
Soluzione per impianti Medio/Piccoli
Soluzione per impianti Medio/Grandi (rame e fibra ottica)
50
52
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
3
4
SISTEMA BTNET
L’ampia gamma di prodotti BTNET
consente la realizzazione di un
sistema completo di cablaggio
strutturato ad elevate performance
Dall’armadio di
permutazione
alla postazione
di lavoro
CATEGORIA
6A
SISTEMA COMPLETO
Il nuovo sistema di cablaggio
strutturato BTNET di BTicino,
rinnovato ed ampliato nella gamma
dei prodotti, è la soluzione ideale per
la gestione delle reti dati.
La gamma si arricchisce di soluzioni
per il cablaggio in rame in categoria
6A, 500 MHz – 10 Gbit/s.
La soluzione rame è disponibile
in categoria 6A (fino a 500 MHz),
categoria 6 (fino a 250 MHz) e
categoria 5E (fino a 100 MHz). Tutti
i sistemi sono stati progettati per
ottimizzare le prestazioni di sistema.
BTNET offre anche un’ampia gamma
di prodotti in fibra ottica e contenitori
per la gestione ottimizzata del
cablaggio.
INTEGRAZIONE
BTNET è stato studiato per essere
integrato con tutte le offerte proposte
da BTicino: INTERLINK OFFICE, serie
CIVILI, passerelle a filo Cablofil etc..
VERSO LA CONVERGENZA DI RETE
BTNET può supportare la
distribuzione di tutte le soluzioni
IP (telefonia, dati, video controllo,
controllo accessi etc.)
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
5
1
1 CONNETTORI RJ45
UFFICI
BTicino offre una gamma
completa di prodotti per il
cablaggio strutturato: soluzione
rame, fibra e soluzione armadi
per la completa gestione del
sistema di cablaggio.
6
2 PANNELLI DI PERMUTAZIONE
3 ARMADI
4
2
3
4 SOLUZIONI INTERLINK OFFICE
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
7
1
2
1 SOLUZIONE WI-FI POE
STRUTTURE SCOLASTICHE
Gli istituti scolastici sono sempre
più equipaggiati di soluzioni che
sfruttano nuove tecnologie come
wireless e telefonia IP. BTicino
fornisce tutta la connettività per
rispondere a queste esigenze.
8
2 QUADRI ED ARMADI IN DIVERSE UNITÀ E DIMENSIONI
3
3
4
3 CANALI PER POSTAZIONE DA LAVORO
4 TVCC
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
9
2
4
1 CONNETTORI AUDIO&VIDEO
ALBERGHI
Sempre più all’interno degli alberghi
è necessario fornire agli ospiti diversi
generi di connessione: telefono, internet,
e connessioni audio e video dedicate.
10
2 SOLUZIONE WI-FI POE
1
3
3 CONNETTORI ABBINATI ALLE SERIE CIVILI
4 UNITÀ RACK IN DIVERSE UNITÀ E DIMENSIONI
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
11
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
SISTEMA GARANTITO
Performance del sistema BTNET
Le misurazioni dei parametri
elettrici dei componenti e dei
link del sistema BTNET, validati
dai laboratori indipendenti 3P e
ETL, hanno sottolineato la triplice
perfomance:
1 PERFORMANCE NELLA
TRASMISSIONE IN CATEGORIA 6A
Garantite su 100 m del cablaggio
orizzontale e sulle dorsali.
Categoria 6A
Protocollo supportato dalla rete
Componenti (Categoria 6A, 6A)
Canale (Classe EA, EA)
STP
(Canale Classe EA, Categoria A)
500 MHz
250 MHz
500 MHz
250 MHz
10 Gbit/s
1 Gbit/s
10 Gbit/s
1 Gbit/s
BTNET
ISO/IEC (2) 11801
TIA/EIA-568-C.2
BTNET
ISO/IEC (2) 11801
TIA/EIA-568-C.2
0,13
0,45 min
0,45 max
17,05
14 min
14 min
0,06
0,32 max
0,32 max
26,59
20 min
20 min
35,4
42,1 max
49,3 max
16,4
8 min
6 min
24,1
28,9 max
33,9 max
22,1
10 min
8 min
Next (dB)
Resistenza alle
interferenze tra le
coppie(1)
BTNET
ISO/IEC (2) 11801
TIA/EIA-568-C.2
37,46
37 min
34 min
56,93
46 min
46 min
38,1
29,2 min
26,1 min
54
35,3 min
33,1 min
ACR-N (dB)
Resistenza
ai disturbi
BTNET
37,33
56,87
2,7
29,9
Attenuazione (dB)
Perdita di segnale
Return Loss (dB)
Perdita di ritorno
NOTA:
i valori di attenuazione, return loss e next sono stati ricavati seguendo la normativa ISO 11801 seconda edizione e emendamento:
(1) misure effettuate sulle coppie 3-6 e 4-5
(2) valori ricavati seguendo la normativa ISO IEC 11801 seconda edizione ed emendamento
ATTENZIONE:
“A” grande si riferisce alla norma TIA, “A” si riferisce alla ISO/IEC.
12
0
e2
11801 Edizion
ME ISO
NOR
10
30
40
NOTA:
50
1,2
3,6
4,5
7,8
60
70
80
100
300
200
Frequenza (MHz)
i valori di attenuazione, return loss e next sono stati
ricavati seguendo la normativa ISO 11801 seconda
edizione e emendamento:
(1) misure effettuate sulle coppie 3-6 e 4-5
(2) valori ricavati seguendo la normativa ISO 11801
seconda edizione ed emendamento
400
500
2 PERFORMANCE NELL’INSTALLAZIONE
I valori misurati superano ampiamente i requisiti
della norma ISO 11.801, 2° edizione, emendamento
2, garantendo così un ampio margine prestazionale,
rendendo più agevole l’installazione e certificazione.
3 PERFORMANCE NEL TEMPO
Le performance elevate e la qualità dei
componenti vengono garantiti nel tempo. Per
questo BTicino mette a disposizione un’estensione
della garanzia del sistema fino a 25 anni.
GA
RANZIA
PE
25
RF
CE
Return Loss (dB)
20
ORMAN
Componenti
Categoria 6
Protocollo supportato dalla rete
Canale
STP
FTP
UTP
Classe E
250 MHz
250 MHz
250 MHz
250 MHz
1 Gbit/s
1 Gbit/s
1 Gbit/s
1 Gbit/s
BTNET
ISO 11801
TIA/EIA-568-C.2 (2)
BTNET
ISO 11801
TIA/EIA-568-C.2 (2)
0,09
0,32 max
0,32 max
29,8
16 min
16 min
0,09
0,32 max
0,32 max
29,8
16 min
16 min
0,09
0,32 max
0,32 max
29,8
16 min
16 min
25,7
30,7 max
35,9 max
30,8
10 min
8 min
Next (dB)
Resistenza alle
interferenze tra le
coppie(1)
BTNET
ISO 11801
TIA/EIA-568-C.2 (2)
51,3
46 min
46 min
51,3
46 min
46 min
51,3
46 min
46 min
53,9
35,3 min
35,1 min
ACR-N (dB)
Resistenza
ai disturbi
BTNET
51,21
51,21
51,21
28,2
Attenuazione (dB)
Perdita di segnale
Return Loss (dB)
Perdita di ritorno
NOTA:
i valori di attenuazione, return loss e next sono stati ricavati seguendo la normativa ISO 11801 seconda edizione e emendamento:
(1) misure effettuate sulle coppie 3-6 e 4-5
(2) valori ricavati seguendo la normativa ISO 11801 seconda edizione ed emendamento
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
13
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
Capitolo 1 – Il cablaggio strutturato
1.1 – INTRODUZIONE E LOGICHE DEL CABLAGGIO
STRUTTURATO
Informatica e Telecomunicazioni sono il cuore di ogni attività
produttiva e richiedono strutture capaci di trasportare i diversi
segnali (fonia, dati ecc..) in modo flessibile, affidabile e veloce.
Il cablaggio strutturato è la risposta a tali esigenze: nasce
con il duplice scopo di unificare i sistemi di connessione
aziendali e di fornire una gestione flessibile degli impianti di
distribuzione dei servizi di comunicazione, tra cui telefonia
e dati, Un’installazione di cablaggio strutturato consente di
risparmiare sui costi di eventuali modifiche durante la vita
del sistema, consentendo una rapida riconfigurazione della
rete di trasmissione senza dover intervenire direttamente
sull’infrastruttura di supporto. È infatti possibile, mediante
semplici permutazioni in una zona preposta (centro-stella),
abilitare le postazioni di lavoro dislocate nei vari uffici o nei
diversi piani di un edificio senza modifiche strutturali.
Un impianto di cablaggio strutturato deve essere realizzato
in base alle necessità di connettività di un utilizzatore (ad
esempio all’interno di un’azienda) che richiede una copertura
degli ambienti sempre maggiore.
Condivisione delle risorse
Il cablaggio strutturato è in grado di mettere in
comunicazione tra loro risorse differenti (stampanti, fax,
internet...) per renderli disponibili agli utenti.
Investimento che si ripaga
L’ investimento iniziale si ripaga nel tempo per effetto dei
minori costi di gestione sostenuti negli anni della sua vita
utile.
Affidabilità
Questo tipo di cablaggio, opportunamente progettato
ed installato in tutti i suoi componenti, deve garantire
prestazioni ottimali e facili interventi per la risoluzione
dei guasti.
1.2 – STRUTTURA DEL CABLAGGIO
1.2.1 – TOPOLOGIA DI RETE
Con il termine di cablaggio si intende l’infrastruttura,
generalmente passiva, che realizza la rete, cioè che permette
il collegamento tra utenti e risorse. Può essere realizzato in
molteplici configurazioni (struttura ad anello, a bus, a stella,…)
ciascuna caratterizzata da vantaggi e svantaggi sia sul piano
tecnologico che realizzativo.
Per i sistemi di cablaggio strutturato si utilizza esclusivamente
la struttura di collegamento a stella gerarchica, che garantisce
grande flessibilità sia in fase di installazione che in fase di
ampliamento e/o modifica.
La struttura di collegamento fisica è quella seguita realmente
dai cavi che collegano i nodi, la struttura logica si riferisce
invece al metodo seguito dai nodi per comunicare tra di loro
ed è determinata dalle apparecchiature attive di rete e dai
protocolli utilizzati. La struttura fisica e quella logica possono
anche non coincidere.
Si parla di stella gerarchica perché il sistema di cablaggio,
a seconda della complessità, può comprendere più livelli di
interconnessione.
14
In generale i livelli sono tre e sono identificati come:
Cablaggio di Piano
Cablaggio di Edificio
Cablaggio di Campus
Il cablaggio di piano è spesso indicato anche come
Cablaggio Orizzontale
Il cablaggio orizzontale è il cablaggio che dalla “presa
utente”, dalla cosiddetta Work Area, raggiunge il primo centro
stella (Distributore di piano, FD) . È detto anche cablaggio
di piano perché, in un edificio a più piani, normalmente
“connette” tutti gli utenti di un singolo piano. Può tuttavia
capitare, ad esempio, di dover realizzare un cablaggio
orizzontale che serva utenti dislocati su più piani.
Esempio di struttura di un cablaggio
cavo dorsale di Campus
CD
Dorsale
BD
FD
BD
FD
BD
cavo dorsale di edificio
FD
FD
cavo orizzontale
TO
TO
TO
Cablaggio
orizzontale
TP
cavo orizzontale
TO
TO
Il cablaggio verticale, spesso definito anche cablaggio o
dorsale di edificio, è la struttura che connette (sempre
nella tipologia a stella) vari rami di cablaggio orizzontale.
Normalmente si sviluppa in verticale perché collega i
distributori di piano FD (centri stella) dei cablaggi di piano,
anche se, in alcuni casi, può avere tratti orizzontali o,
addirittura, svilupparsi interamente in orizzontale.
Il cablaggio di campus connette i sottosistemi di cablaggio
di più edifici. È presente solo in strutture molto grandi.
Il distributore di campus (CD) è connesso a stella con i
distributori di edificio (BD).
1.2.2 – LA PERMUTAZIONE
Ogni livello gerarchico del cablaggio è quindi un insieme
di cavi che converge verso un centro stella. Il cablaggio
orizzontale è l’insieme di cavi che dalle singole prese utente
raggiunge il distributore di piano, il cablaggio verticale
comprende i cavi che dai distributori di piano (FD) convergono
verso il distributore di edificio (BD), ecc. Ogni ramo del
cablaggio termina su un’apparecchiatura attiva che realizza il
collegamento in rete degli utenti stessi.
Vediamo ora come si realizza il collegamento dei cavi
con l’apparecchiatura e, per semplicità, prendiamo in
considerazione il primo centro stella dell’impianto, quello del
cablaggio orizzontale (FD). L’apparato di rete, che si tratti di uno
Switch, di un Router, Hub o altro, deve possedere un numero di
porte in ingresso almeno pari al numero di utenti della rete (o
della sottorete) che deve servire; più apparati possono essere
collegati tra di loro per ottenere il numero di porte sufficiente a
coprire il fabbisogno di quella particolare area.
È necessario che a livello di apparecchiature di rete ci sia la
più grande libertà nella possibilità di accoppiamento tra i cavi
e le porte degli apparati attivi. È solo in fase di attivazione,
che succede a quella di installazione, che viene decisa la
configurazione della rete: è qui che si stabilisce l’abbinamento
tra il singolo cavo e l’apparato, abbinamento che può poi
cambiare più volte nel tempo.
L’ampliamento e/o l’ammodernamento della rete, la
riconfigurazione della distribuzione delle aree, le variazioni
organizzative, la sostituzione degli apparati, ecc., sono tutte
modifiche che, in generale, richiedono lo spostamento delle
associazioni cavo (utente)/porta logica. Per rispondere a
questa esigenza si è introdotto il concetto di permutazione.
I cavi che provengono dall’impianto e che rappresentano le
postazioni fisiche dove è possibile l’accesso alla rete, non
vengono collegati direttamente all’apparato, ma vengono
terminati in modo ordinato e numerato su specifici pannelli
(detti “di permutazione”) montati, generalmente, sugli stessi
rack che contengono le apparecchiature attive. I pannelli
di permutazione presentano un certo numero di connettori
(porte). Ad ognuno di questi connettori è collegato, dalla parte
posteriore del pannello, un cavo utente. Il collegamento del
cavo al pannello è definitivo, non deve mai essere modificato,
e sul pannello stesso ogni porta deve essere etichettata in
modo da poter facilmente risalire a quale posto utente la porta
stessa è associata (cioè a quale piano, area, stanza, presa,
ecc.).
La terminazione dei cavi sui pannelli di permutazione è
un’operazione che può essere fatta in sede di installazione,
indipendentemente dalla conoscenza di come la rete sarà
attivata: prescinde, infatti, dalla scelta delle apparecchiature
e, soprattutto, dalle associazioni utente/porta logica che il
cliente finale della rete deciderà. Dopo aver installato anche
le apparecchiature attive, le associazioni di attivazione si
faranno collegando opportunamente le porte del pannello di
permutazione con le porte dell’apparato. Per realizzare questi
collegamenti si utilizzano cavi pre-assemblati detti “cordoni di
permutazione” o “patch cord”.
Il cordone di permutazione collega fisicamente un
determinato utente (rappresentato da una porta sul pannello
di permutazione) con la rete vera e propria (rappresentato da
una porta dell’apparato di rete) e permette alta flessibilità di
riconfigurazione. Se, ad esempio, si volesse spostare anche
un singolo utente dalla postazione di lavoro normalmente
occupata, si riuscirebbe a riportare tutti i servizi di rete nella
nuova postazione con estrema facilità.
Un struttura come quella appena descritta è anche detta
a permutazione semplice perché i cordoni collegano
direttamente il pannello di attestazione dei cavi con
l’apparecchiatura attiva. È possibile anche realizzare un
struttura leggermente più complessa, detta a permutazione
doppia, in cui anche l’apparato attivo viene collegato in modo
permanente alle porte di un pannello identico a quello che
termina i cavi che provengono dall’impianto. La configurazione
dei collegamenti della rete si fa, in questo caso, tra due
pannelli, cioè tra il pannello “lato cavi” ed il pannello “lato
apparati”. La scelta di questa struttura più complessa e più
costosa (richiede un numero doppio di pannelli) è legata
soprattutto alla necessità di proteggere gli apparati attivi;
frequenti spostamenti dei collegamenti di rete, infatti,
possono danneggiare i connettori coinvolti. Se il connettore
danneggiato fa parte di un pannello di permutazione il danno è
limitato e riparabile in tempi molto contenuti (si può sostituire
velocemente il singolo connettore). Se, viceversa, il connettore
danneggiato appartiene ad un apparato attivo è necessario
inviare l’intero apparato in centro assistenza con costi ed
impatti sul funzionamento della rete molto più gravosi.
Con la permutazione doppia, detta anche “Cross Connecting”,
le porte dell’apparato non sono più coinvolte direttamente nelle
manovre di permutazione.
Il concetto si applica a tutti i centri stella della struttura
(FD,BD,CD) e indipendentemente dalla tecnologia del cavo
(rame o fibra).
Metodo di
Interconnessione
Metodo di
Cross Connect
Apparato attivo
Cavo apparati
Cablaggio
orizzontale
Cablaggio
orizzontale
P.d.L.
P.d.L.
1.2.3 – AREA DI LAVORO
Da un punto di vista strutturale, la work area comprende
tutti gli elementi che permettono il collegamento
dell’apparecchiatura dell’utente al cablaggio orizzontale: in
funzione delle differenti architetture di impianto, la work area
può comprende le prese utente (TO), le prese multiutente
(MUTOA), il Consolidation Point (CP), il Transition Point (TP) e il
cordone di collegamento dell’apparecchiatura.
Tutti questi elementi aiutano a migliorare il cablaggio di
un’area generalmente difficile perché soggetta a molti vincoli
strutturali, ambientali, topologici, e potenzialmente soggetta
anche a mutamenti, spostamenti, riorganizzazioni degli
spazi, ecc.. Il cablaggio della WA deve avere gradi di libertà
per adeguarsi a situazioni diverse e mutevoli. Elementi come
la presa multiutente MUTOA ed il Consolidation Point sono
stati introdotti proprio per venire incontro a queste esigenze.
Un dispositivo MUTOA consente di concentrare in un unico
punto la presa telematica di più utenti. Questi utenti potranno
posizionarsi liberamente in un raggio relativamente grande
con la sola limitazione introdotta dal percorso del cordone
di apparato che può raggiungere una lunghezza massima di
22m. L’introduzione del CP (Consolidation Point) è un’altra
BTNET
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Cordone di
permutazione
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
15
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
tecnica per acquisire libertà di riconfigurazione dell’area.
Il cablaggio di piano è scomposto in due parti principali: il
cosiddetto cablaggio fisso (o permanente) che va dal vano
tecnico ad un punto predeterminato dell’area da servire e non
subisce modifiche nel tempo, ed una parte riconfigurabile
del CP che collega le prese utente (TO). In caso di modifiche
del layout di ufficio è sufficiente modificare quest’ultima
porzione del cablaggio senza intervenire sull’intera tratta, il
che comporterebbe un intervento certamente più complesso e
costoso.
NOTE: Si riportano di seguito alcune definizioni utilizzate nel
presente documento.
WA – Working Area (Area di lavoro). È lo spazio dove si svolge
l’attività lavorativa e dove l’utente interagisce con gli apparati
telematici, telefoni, computer, stampanti, fax, ecc.
TO – Telecommunications Outlet. È la presa telematica
presente in ogni WA dove l’utente può collegare le sue
apparecchiature per accedere ai servizi.
MUTOA – Multi User Telecommunications Outlet Assembly.
È una presa telematica multipla che può servire più utenti.
TR – Telecommunications Room (Stanza delle
Telecomunicazioni). È il vano tecnico che contiene gli armadi
con i pannelli e le apparecchiature relative al cablaggio di
piano.
FD – Floor Distributor (Distributore di Piano). È l’armadio di
piano collocato nel TR, il centro stella del cablaggio
orizzontale dove convergono tutti i cavi che provengono
dalle postazioni utente e da dove partono i collegamenti per il
cablaggio di dorsale.
ER – Equipment Room (Stanza delle Apparecchiature). È
il vano tecnico di edificio, dove risiedono le apparecchiature
di rete centrali e gli armadi relativi al cablaggio di edificio
(dorsale).
BD – Building Distributor (Distributore di edificio). È l’armadio
di edificio collocato nell’ER, il centro stella del cablaggio
verticale dove convergono tutti i cavi che provengono dai
vari FD (distributori di piano) e da dove partono, se esiste, i
collegamenti per il cablaggio di campus.
CD – Campus Distributor (Distributore di Campus). È
l’armadio di campus, collocato nell’ER pricincipale, il
centro
stella del cablaggio di campus dove
convergono tutti i cavi
che provengono dai vari
BD (distributori di edificio).
1.2.4 – CABLAGGIO ORIZZONTALE
Il cablaggio orizzontale comprende tutti i componenti che
servono per il trasporto dell’informazione dalle strutture
informatiche dell’utente al distributore di piano contenuto nella
TR relativa a quel ramo di cablaggio. Il cablaggio della WA è
parte del cablaggio orizzontale che comprende quindi:
Il cordone di apparato
La prese utente
Il cavo
L’eventuale CP (o il TP)
I sistemi di permutazione che costituiscono il distributore di
piano (FD)
I cordoni di permutazione
I cavetti di apparato
Il cablaggio orizzontale rappresenta la parte più critica
16
dell’intero sistema di cablaggio strutturato. Per prima cosa
è strutturalmente complesso ed è composto da una grande
quantità di cavi che devono raggiungere punti diversi distribuiti
più o meno uniformemente su aree piuttosto vaste. In secondo
luogo è la porzione di cablaggio più soggetta nel tempo a
modifiche e spostamenti. Le scelte tecnologiche e l’attenzione
dedicata al progetto delle infrastrutture di supporto a questa
porzione dell’impianto sono destinate ad avere grande
importanza nell’economia delle prestazioni e dei costi globali
del sistema.
1.2.5 – CABLAGGIO DI DORSALE
I cablaggi di dorsale rappresentano i livelli superiori di
quella struttura gerachica introdotta nel par. 1.2.1. Si parla
generalmente di Dorsale di Edificio per identificare il sistema,
che attraverso i vari piani, collega i Distributori di Piano
(FD) al distributore di edificio (BD). La Dorsale di Campus,
analogamente, collega tra di loro i vari BD al Campus
Distributor (CD) e, generalmente, comprende strutture che
permettono il trasporto di cavi tra edifici isolati all’interno
di comprensori anche molto vasti. Queste descrizioni si
riferiscono comunque a situazioni tipiche: nella realtà
dei singoli casi applicativi, infatti, si può differire anche
sensibilmente da questa schematizzazione.
I cablaggi di dorsale presentano problematiche di installazione
molto diverse rispetto al cablaggio orizzontale. La topologia
è più semplice, il cablaggio si sviluppa da e verso pochi punti;
è più facile prevedere nella struttura i cavedii attraverso cui
posare i cavi; il percorso non è influenzato dagli sviluppi della
rete e da eventuali aggioramenti, modifiche, estensioni, ecc..
Per contro l’installazione delle dorsali comporta l’applicazione
di tecniche particolari sia per i cavi in rame che per i cavi ottici
e sia che si tratti di dorsali in “verticale” interne che di dorsali
di campus che si sviluppano all’esterno degli edifici; inoltre,
l’affidabilità della realizzazione è particolarmente critica
perché ad ogni cavo non è associato un solo utente, bensì tutti
gli utenti di un piano, di un’ala dell’edificio, di tutto un edificio
o anche di un gruppo di edifici a seconda del livello gerarchico
della struttura di rete che stiamo considerando.
1.2.6 – I VANI TECNICI
I Telecommunications Room (TR) e gli Equipment Room (ER)
sono i vani tecnici, cioè quegli spazi destinati a contenere le
apparecchiature ed i dispositivi di distruzione del cablaggio.
La differenza tra TR ed ER è legata principalmente alla
posizione gerarchica nella struttura del cablaggio.
Una Telecommunications Room è il punto in cui convergono
tutti i cavi del cablaggio di piano e da cui partono i cavi
del cablaggio di dorsale. Contiene le strutture hardware
di permutazione (pannelli, patch cord, ecc.), il Floor
Distributor (FD) e le apparecchiature attive di rete e per le
telecomunicazioni.
Il vano tecnico ER è, al contrario, dedicato a servire un
intero edificio o un gruppo di edifici: è, quindi, il vano in cui
si realizzano le interconnessioni nello sviluppo gerarchico
delle dorsali. Contiene le strutture hardware di terminazione
e di permutazione (BD e CD) e le apparecchiature attive.
Considerando la posizione “gerarchica” del vano tecnico ER, la
complessità, i costi e le criticità di tutte le apparecchiature che
contiene, il progetto di un vano ER deve sottostare a requisiti e
regole molto severe.
1.3 - PRESTAZIONI DEL SISTEMA DI CABLAGGIO:
CLASSI E CATEGORIE
Affrontiamo ora il problema delle prestazioni, cioè della
conformità tecnologica con il compito che il cablaggio deve
espletare. Il compito affidato ad ogni struttura di cablaggio è di
trasportare dati codificati con un certo protocollo..
La necessità di scambi di dati a velocità sempre maggiori
comporta una conseguente evoluzione dei protocolli.
Limitandoci ai protocolli Ethernet (i più diffusi) si potrà
notare che dai primi sistemi di cablaggio in cui era richiesta
una velocità di trasmissione di 10 Mbit/s si è giunti oggi a
prestazioni di rete mille volte superiori, vale a dire 10 Gbit/s.
Nei paragrafi successivi descriveremo i parametri che giocano
un ruolo chiave nella definizione delle prestazioni.
Le prestazioni di un sistema di cablaggio possono essere
espresse secondo una classificazione in Classi (nelle norme
ISO/IEC, CENELEC e CEI) o in Categorie (norme TIA/EIA).
La categoria è un parametro che identifica le caratteristiche
del singolo componente del sistema di cablaggio.
La classe identifica, invece, le prestazioni che il sistema deve
avere una volta cablati tutti i componenti.
La verifica della classe si ottiene mediante test strumentali
che devono essere eseguiti:
Sul LINK: tratta orizzontale permanente del sistema di
cablaggio. La tratta parte dal pannello di permutazione fino al
connettore della postazione di lavoro.
Sul CHANNEL: tratta che comprende, oltre al LINK, anche
i cordoni di permutazione (tra pannelli di permutazione) e la
connessione alla periferica della postazione di lavoro.
1.3.1 - LARGHEZZA DI BANDA
Quando si parla di prestazioni di un sistema di cablaggio,
indipendentemente dalla tecnologia utilizzata per il mezzo
di trasporto, sia esso rame o sistema wireless, si fa sempre
riferimento alla sua larghezza di banda espressa in Hertz
(nei suoi multipli MHz e GHz). La larghezza di banda
rappresenta l’intervallo di frequenze in cui il sistema opera.
Una serie di parametri elettrici è definita all’interno di tale
intervallo, con dei limiti specifici riportati sugli standard di
riferimento (es. serie EN 50173).
Apparato attivo
Channel
Channel
CLASSIFICAZIONE DELLE RETI
Classe Categoria Bit Rate*
Banda
Applicazioni
A
100 KHz
non più usata
B
1
2
1 MHz
non più usata
3
10 MHz
non più usata
C
4
16 MHz
non più usata
D
5 e 5E
1 Gbps
100 MHz
dati
E
6
1 Gbps
250 MHz
dati a banda larga
EA
6A
10 Gbps
500 MHz
dati a banda larga
F
7
10 Gbps
600 MHz
dati a banda larga
FA
7A
10 Gbps
1000 MHz
dati a banda larga
≥ 10 Gbps
2 GHz
dati a banda larga
Ottica
Nota*: garantito sui 90 m
Link
Cablaggio
orizzontale
Link
Cablaggio
orizzontale
P.d.L.
P.d.L.
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
17
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
Capitolo 2 – Le norme:
2.1. – GENERALITÀ
Le norme di riferimento per il cablaggio strutturato
comprendono il progetto e l’installazione del sistema nel suo
complesso e le caratteristiche tecniche dei singoli componenti.
Le norme sono strutturate in modo differente a seconda degli
ambiti territoriali, ma coprono comunque tutti gli argomenti
rilevanti.
Le norme contengono requisiti di:
Prestazione
Sicurezza
Idoneità all’installazione.
Le principali norme di riferimento per il cablaggio contengono
in massima parte requisiti di prestazione e sono di seguito
riportate:
Stati Uniti: TIA/EIA 568- C
Europa: EN 50173 (progetto), EN 50174
(pianificazione e installazione)
Resto del mondo: ISO/IEC 11801 (progetto) e altre norme
tematiche (vedi 2.4)
TIA/EIA 568B
CEI EN 50173
ISO/IEC 11801
Emissione di fumi (LS) e sostanze irritanti e corrosive(ZH):
IEC 61304-1,2
CEI 20-38
Proprietà della guaina cavi in fibra ottica relativamente alla sua
installazione in:
interno (Tight, IEC 60974-2)
esterno(cavi Loose, IEC 60974-3).
2.2. – TIA/EIA (STATI UNITI)
Le norme statunitensi sono a rigore delle norme nazionali e
quindi applicabili in un area circoscritta. Nel campo specifico
del cablaggio strutturato costituiscono però l’avanguardia
e pertanto sono spesso l’unico riferimento esistente per le
soluzioni più innovative oppure vengono citate comunque per
memoria storica.
Le norme ISO/IEC ed EN molto spesso ne ereditano i contenuti
in un secondo tempo e non sempre c’è corrispondenza al 100%.
La serie TIA/EIA 568-C specifica i requisiti minimi del cablaggio
in edifici commerciali singoli o di un comprensorio. Specifica
i requisiti fisici, elettrici, trasmissivi, le lunghezze massime
ottenibili, le caratteristiche dei componenti. I sistemi di
cablaggio descritti coprono distanze massime di 3000 m,
coprono superfici di circa 1000000 m2 connettendo fino a 50.000
utenti.
La serie TIA/EIA 568-C annulla e sostituisce la storica serie
TIA/EIA 568-B, acquisendone ed integrandone i contenuti con
quelli della classe EA, che nel mondo statunitense viene riferita
come categoria 6 A (differente notazione : “A” grande e stessa
termine utilizzato per i requisiti di canne, link e componenti).
In particolare i requisiti relativi alla classe EA/categoria 6A non
sono completamente equivalenti, essendo quelli di TIA/EIA
meno restrittivi.
2.2.1. – NORME TIA/EIA SUL CABLAGGIO
STRUTTURATO IN GENERALE
1)
La Serie TIA/EIA 568-C annulla e sostituisce le precedenti serie
TIA-EIA 568-A e 568-B. Tuttavia i contenuti delle precedenti serie
vengono mantenuti ed integrati con nuovi requisiti. I riferimenti alle
precedenti serie A e B che si possono trovare nella letteratura tecnica,
per quanto non rigorosi, sono comunque da considerarsi ancora attuali.
Altre norme di interesse sono:
Sicurezza:
Stati Uniti : NEC – National Electrical Code.
Europa : Serie HD 60364
Resto del modo : serie IEC 60634
Italia CEI 64-8
Comportamento al fuoco (proprietà del materiale delle guaine
dei cavi):
IEC 60332-1,2 : propagazione della fiamma (cavo singolo)
IEC 60332-3: propagazione dell’incendio (fascio di cavi)
IEC 60331: integritàdi servizio in condizioni di incendio
(cavo singolo)
Si tratta di serie di norme con prove diversi livelli di severità e
specifiche per il tipo di cavo (rame, ottico…).
18
Progetto.
TIA/EIA 568-C.0: Cablaggio strutturato, principi generali.
TIA/EIA 568-C.1: Requisiti specifici del cablaggio in ambienti
commerciali e uffici.
TIA/EIA 570-B: Requisiti specifici per il cablaggio in ambiente
residenziale
TIA/EIA 942: Infrastructure requirements for Data Centre
TIA/EIA 1005: Infrastructure requirements for industrial
premises
TIA/EIA 1179: Cablaggio strutturato per ambienti ospedalieri.
Pianificazione e installazione
TIA/EIA 569-B: vie cavo.
TIA/EIA 606: Gestione ed amministrazione del cablaggio
TIA/EIA 607/B : Requisiti specifici per la messa a terra
2.2.2. - NORME TIA/EIA SUI COMPONENTI
DEL CABLAGGIO
TIA/EIA 568-C.2 : Componenti per il cablaggio in rame
TIA/EIA 568-C.3 : Componenti per il cablaggio in fibra ottica
2.3. – CENELEC (EUROPA)
2.3.1 – NORME CENELEC SUL CABLAGGIO
STRUTTURATO IN GENERALE.
Le norme Cenelec definiscono i requisiti di sistema del
cablaggio strutturato, in particolare:
Classe (D,Ex, Fx – rame; OF-l – ottico): requisiti di
trasmissione di un permanent link o channel
Categoria (5E, 6x, 7x –rame; Oxy – ottico): requisiti di
trasmissione dei componenti (cavi, connettori e cordoni).
Le norme definiscono delle “implementazioni di riferimento”
nelle quali c’è corrispondenza tra classe del channel e
categoria dei componenti. Ad esempio una implementazione di
riferimento di un channel di classe E può essere sicuramente
realizzato con componenti di categoria 6. Tuttavia sono possibili
altre realizzazioni dello stesso channel: utilizzando componenti
di categoria superiore, ma anche di categoria inferiore
(riducendo la lunghezza).
Le norme dedicate al cablaggio si dividono poi in norme di
progetto, installazione, planning e componenti come di seguito
specificato.
EN 50173
La serie EN 50173 definisce i requisiti di progetto dei sistemi
di cablaggio strutturato in rame ed in fibra ottica in diversi
ambienti installativi.
EN 50173-1: Definizioni e caratteristiche generali.
EN 50173-2: Requisiti specifici per uffici ed siti commerciali
EN 50173-3: Requisiti specifici per ambienti industriali
EN 50173-4: Requisiti specifici per ambienti residenziali
EN 50173-5: Requisiti specifici per data centre.
EN 50174
La serie EN 50174 contiene i requisiti per la realizzazione
pratica dei sistemi di cablaggio strutturato in rame ed in fibra
ottica, in particolare:
EN 50174-1: Pianificazione, amministrazione, manutenzione.
EN 50174-2: Installazione all’interno di edifici di tipo generico
ed indicazioni specifiche per edifici di tipo commerciale,
residenziale, industriale, data centre: dorsali e cablaggi
orizzontali.
EN 50174-3: Installazione all’esterno degli edifici.
EN 50310
La norma EN 50310 contiene i requisiti specifici per l’impianto
di terra di un sistema di cablaggio strutturato.
EN 50346
La norma EN 50346 contiene i requisiti metodologici e
strumentali per eseguire il collaudo del cablaggio strutturato
sia in rame che in fibra ottica.
2.3.2 NORME CENELEC SUI COMPONENTI DEL
CABLAGGIO
Le norme europee sui componenti del cablaggio sono
richiamate dalle norme di sistema (di cui al par. 2.3.1) e
definiscono i requisiti di trasmissione che il componente
singolo deve avere per poter comporre dei canali di
trasmissione ad esse conformi.
CAVI IN RAME PER CABLAGGIO ORIZZONTALE (PR = PROGETTO, NORMA FUTURA)
Classe cablaggio
Categoria cavo
D
D
E
E
EA
5E
5E
6
6
6A
Frequenza massima
(MHz)
100
100
250
250
500
EA
6A
500
F
FA
7
7A
700
1000
Norma
Tipo di cavo
EN 50288-2-1
EN 50288-3-1
EN 50288-5-1
EN 50288-6-1
(TIA/EIA 568-C.2);
prEN 50288-10-1
(TIA/EIA 568-C.2);
prEN 50288-11-1
EN 50288-4-1
prEN 50288-9-1
Schermato
Non schermato
Schermato
Non schermato
Schermato
Norma
Tipo di cavo
EN 50288-2-2
EN 50288-3-2
EN 50288-5-2
EN 50288-6-2
n.d.(TIA/EIA 568-C.2);
prEN 50288-10-2
n.d.(TIA/EIA 568-C.2);
prEN50288-11-2
EN 50288-4-2
prEN 50288-9-2
Schermato
Non schermato
Schermato
Non schermato
Schermato
Non schermato
Schermato*
Schermato*
* Categorie 7, 7A solo cavo schermato con coppie singolarmente schermate.
CORDONI IN RAME
Classe cablaggio
Categoria cavo
D
D
E
E
EA
5E
5E
6
6
6A
Frequenza massima
(MHz)
100
100
250
250
500
EA
6A
500
F
FA
7
7A
700
1000
Non schermato
Schermato*
Schermato*
* Categorie 7, 7A solo cavo schermato con coppie singolarmente schermate.
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
19
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
CAVI IN FIBRA OTTICA PER IL CABLAGGIO ORIZZONTALE : TIPO DI FIBRA + DESTINAZIONE CAVO (INTERNO O ESTERNO)
Classe channel
Modo/finestra (nm)
Tipo di fibra
(eq.categoria)
OP1
OP1; OP2
OP1;OP2
OH1
Norma di riferimento
EN 60793-2-40 (A4a.2)
EN 60793-2-40 (A4a.2; A4g)
EN 60793-2-40 (A4a.2; A4g)
EN 50793-2-30 (A3c)
EN 60793-2-10 (A1a) + EN 60794-2
OF-100
M/850; M/1300
OM1
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1b) + EN 60794-2
OF-100
M/850; M/1300
OM2
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a.2) + EN 60794-2
OF-100
M/850; M/1300
OM3
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a.3) + EN 60794-2
OF-100
M/850; M/1300
OM4
(interno), EN 60794-3 (esterno)
OF-200
M/650;M/850;M/1300
OP2
EN 60793-2-40 (A4f)
OF-200
M/850
OH1
EN 50793-2-30 (A3c)
EN 60793-2-10 (A1a) + EN 60794-2
OF-300
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM1
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1b) + EN 60794-2
OF-300
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM2
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a.2) + EN 60794-2
OF-300
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM3
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a.3) + EN 60794-2
OF-300
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM4
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 50793-2-50 (B1.3,B6.a) + EN
OF-300
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OS1
60794-2(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 50793-2-50 (B1.3,B6.a) + EN
OF-300
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OS2
60794-2(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a) + EN 60794-2
OF-2000
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM1
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1b) + EN 60794-2
OF-2000
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM2
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a.2) + EN 60794-2
OF-2000
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM3
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 60793-2-10 (A1a.3) + EN 60794-2
OF-2000
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OM4
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 50793-2-50 (B1.3,B6.a) + EN
OF-2000
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OS1
60794-2(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 50793-2-50 (B1.3,B.6a) + EN
OF-2000
M/850;M/1300;S/1310;S/1550
OS2
60794-2(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 50793-2-50 (B1.3) + EN 60794-2
OF-5000
S/1310;S/1550
OS2
(interno), EN 60794-3 (esterno)
EN 50793-2-50 (B1.3) + EN 60794-2
OF-10000
S/1310;S/1550
OS2
(interno), EN 60794-3 (esterno)
P: Plasitca; M:multimodale “All Silica”; S: Monomodale “All Silica”; H: Monomodale Ibrida (cladding plastico + core vetro).
OF-25
OF-50
OF-100
OF-100
M/650;
M/650;M/850;M/1300
M/650;M/850;M/1300
M/850
CORDONI IN FIBRA OTTICA:
- All Silica: Specifiche generali EN 60794-1-1 + EN 60794-1-2 + prescrizioni specifiche per il cavo + norme connettori utilizzati.
- Plastica: norme allo studio
- Ibrida: norme allo studio
20
CONNETTORI IN RAME:
Categoria
Norma
5e/ non schermati
5e/schermati
6/non schermati
6/schermati
6 A/ NON SCHERMATI
6 A/ SCHERMATI
7 (solo schermato)
7 A (solo schermato)
EN 60603-7-2
EN 60603-7-3
EN 60603-7-4
EN 60603-7-5
EN 6063-7-41
EN 60603-7-51
EN 60603-7-7; EN 61076-3-104
EN 60603-7-71; EN 61076-3-104
CONNETTORI IN FIBRA OTTICA:
Esistono diversi tipi di connettori per fibra ottica in funzione del
tipo di fibra (all silica, ibrida, plastica, step index, graded index
ecc…), dell’accoppiamento meccanico (a contatto, PC), angolare
(APC).
Tutti i tipi di connettore devono essere conformi ai:
- requisiti di sicurezza riportati in EN 60825-1
- Codici di colore riportati in EN 60794-2, per evitare
l’accoppiamento errato con cavi di modo differente.
Rispettare i requisiti fisici riassunti nella seguente tabella
(fonte EN 50173-1):
CARATTERISTICHE MECCANICHE E OTTICHE DEI CONNETTORI FIBRA OTTICA IN SILICE
N°
Caratteristica
a)
Caratteristiche di prestazioni ottica
Attenuazione
Connettori
massima
Giunzione
Perdita di ritorno
Multimodale
massima
Monomodale
Caratteristiche fisiche
Compatibilità della terminazione con il cavo
Diametro nominale del mantello (µm)
Diametro nominale della protezione
secondaria (µm)
Diametro esterno del cavo (µm)
Caratteristiche meccaniche
Resistenza all’usura (durata) cicli
Forza del meccanismo di accoppiamento
Trazione sul cavo
Trazione del lato del connettore
Prescrizioni ambientali di prestazione
Freddo
Caldo secco
Caldo umido
Impatto
Vibrazione
b)
C)
d)
Prova della variazione di temperatura
Prescrizione
Riferimento
0,5 dB per il 95% degli accoppiamenti
0,75 dB per il 100% degli accoppiamenti
0,3 dB
20 dB
35 dB
EN 61300-3-34
EN 61073-1
EN 61300-3-6
EN 61300-3-6
125
-
EN 60793-1-20
EN 60794-1-1
-
EN 60794-1-1
≥ 500 (vedere NOTA 1)
40 N 1 min (vedere NOTA 1)
50 N 1 min (vedere NOTA 2)
5 N 1 min (vedere NOTA 1)
EN 61300-2-2
EN 61300-2-6
EN 61300-2-4
EN 61300-2-42
- 10°C 96 h (vedere NOTA 1)
60°C 96 h (vedere NOTA 1)
40°C 93% RH. 96 h (vedere NOTA 1)
1,5 m 5 volte (vedere NOTA 3)
Da 10 Hz a 55 Hz 0,75 mm.
30 min in ognuna delle 3 direzioni
(vedere NOTA 1)
+60°C/-10°C velocità 1°C/min
30 min agli estremi 5 cicli
(vedere NOTA 1)
EN 61300-2-17
EN 61300-2-18
EN 61300-2-19
EN 61300-2-12
EN 61300-2-1
EN 61300-2-22
NOTA 1 Variazione massima durante la prova ‹ 0,2 dB, attenuazione iniziale e finale ‹ 0,75 dB
NOTA 2 Attenuazione iniziale e finale ‹ 0,75 dB
NOTA 3 Variazione massima durante la prova ‹ 0,5 dB, attenuazione iniziale e finale ‹ 0,75 dB
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
21
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
Le realizzazioni meccaniche più comuni sono:
LC
2.4. - ISO/IEC, IEC (RESTO DEL MONDO)
SC
Innesto a baionetta
Innesto a baionetta
SC Duplex
LC Duplex
2.4.1. - NORME ISO/IEC CABLAGGIO STRUTTURATO IN
GENERALE
11801: La norma internazionale ISO/IEC 11801 contiene i
requisiti specifici per il progetto di sistema di cablaggio
strutturato in ciascuno degli ambienti installativi considerati
nelle norme europee. In futuro si prevede di avere anche per
le norme internazionali una suddivisione analoga a quelle
europee.
ISO/IEC 14763-2: Attualmente non esistono norme di
installazione, pianificazione, amministrazione, manutenzione
a livello internazionale. E’ in corso di redazione la norma in
oggetto per coprire questi argomenti.
Futura ISO/IEC 14763-3: test.
2.4.2. - NORME IEC PER COMPONENTI DEL CABLAGGIO
Si hanno poi connettori con 12 o 24 fibre (MPO) per le applicazioni più
avanzate (10GbaseT e future 40GbaseT, 100GbaseT).
CAVI IN RAME PER CABLAGGIO ORIZZONTALE:
Classe cablaggio
Categoria cavo
Frequenza massima
(MHz)
Norma
Tipo di cavo
D
5e
100
IEC 61156-5
Schermato
D
5e
100
IEC 61156-5
Non schermato
E
E
EA
EA
F
FA
6
6
6A
6A
7
7A
250
250
500
500
700
1000
IEC 61156-5
IEC 61156-5
IEC 61156-5
IEC 61156-5
IEC 61156-5
IEC 61156-5
Schermato
Non schermato
Schermato
Non schermato
Schermato*
Schermato*
* Categorie 7, 7A solo cavo schermato con coppie singolarmente schermate.
CORDONI IN RAME:
Classe cablaggio
Categoria cavo
Frequenza massima
(MHz)
Norma
Tipo di cavo
D
E
E
EA
EA
F
FA
5e
6
6
6A
6A
7
7A
100
250
250
500
500
700
1000
IEC 61156-6
IEC 61156-6
IEC 61156-6
IEC 61156-6
IEC 61156-6
IEC 61156-6
IEC 61156-6
Schermato
Schermato
Non schermato
Schermato
Non schermato
Schermato*
Schermato*
* Categorie 7, 7A solo cavo schermato con coppie singolarmente schermate.
CAVI IN FIBRA OTTICA: COME EN
CORDONI IN FIBRA OTTICA: COME EN
CONNETTORI IN RAME: COME EN (SERIE IEC 60603 + IEC 61076-3-104)
CONNETTORI IN FIBRA OTTICA: COME EN
22
Capitolo 3 – Mezzi di trasmissione:
Rame
3.1. - IL CAVO
Il cavo è uno degli elementi più critici del cablaggio orizzontale
in relazione alle prestazioni dell’intero link, sia in termini
di qualità del prodotto, che in termini dicorrettezza
dell’installazione.
Errori nella posa del cavo compromettono pesantemente le
prestazioni dell’impianto.
Per i sistemi di cablaggio strutturato lo standard prevede
l’utilizzo di cavo a 4 coppie bilanciato e ritorto con
impedenza 100Ω in categoria 5E, 6 e 6A (rispettivamente
100 Mhz, 250 Mhz e500 Mhz) 1).
Questo cavo può essere di tipo:
non schermato U/UTP (Unshielded Twisted Pairs)
schermato F/UTP (Foiled Twisted Pairs)
doppia schermatura U/FTP, SF/UTP o S/FTP.
NOTA 1): ad oggi la categoria 7, seppure sia uno standard certificato e in grado di
offrire prestazioni elevate, è scarsamente diffusa e utilizzata per ragioni di fattore
di forma, costi e difficoltà installative.
LE SOLUZIONI DI CAVO BTICINO
CAT. 6A
F/UTP
100 Ω
CAT. 6
U/UTP
100 Ω
CAT. 6
F/UTP
100 Ω
CAT. 5E
U/UTP
100 Ω
Temperatura di
stoccaggio/installazione
Temperatura
d’utilizzo
Guaina
Marcatura
LSZH secondo NFC 32062 con
effetto ritardante di fiamma
secondo IEC 332-1 & NFC 32070
2.1 - Ø 7.8 mm - Colore giallo RAL
1018
LEGRAND 32778 4 pair 24 AWG
F/UTP 100 ohms
LSZH CAT. 6 A 500 MHz
- VERIFIED TO ISO 11801
IEC 332-1 EN 50173 - TIA/EIA 568B
- VPN/NVP .....% Batch no.
+ length in metres
0 to +50 °C
-20 to +60 °C
PVC o LSZH secondo NFC 32062
con effetto ritardante di fiamma
secondo IEC 332-1 & NFC 32070
2.1 - Ø 6.4 mm - Colore blu RAL
5015
LEGRAND (4 pair or 2x4 pair) 24
AWG UTP 100 ohms 250 Mhz
(PVC or LSZH) CAT. 6 250 MHz
- EC VERIFIED TO ISO 11801 IEC
332-1 EN 50173-1 TIA/EIA 568A
Batch no. + length in metres
0 to +50 °C
-20 to +60 °C
PVC o LSZH secondo NFC 32062
con effetto ritardante di fiamma
secondo IEC 332-1 & NFC 32070
nastro sintetico idrorepellente - Ø
7 mm - Colore blu RAL 5015
LEGRAND (4 pair or 2x4 pair) 24
AWG FTP 100 ohms 250 Mhz
(PVC or LSZH) CAT. 6 250 MHz
- EC VERIFIED TO ISO 11801 IEC
332-1 EN 50173-1 TIA/EIA 568A
Batch no. + length in metres
0 to +50 °C
-20 to +60 °C
PVC o LSZH secondo NFC 32062
con effetto ritardante di fiamma
secondo IEC 332-1 & NFC 32070
2.1 - Ø 5.2 mm - Colore grigio
chiaro RAL 7035
LEGRAND CAT.NO (4 pair or 2x4
pair) 24 AWG UTP 100 ohms
(PVC or LSZH) CAT. 5e EC
VERIFIED TO ISO 11801 IEC 332-1
EN 50173-1 TIA/EIA 568A Batch
no. + length in metres
-15 to +70 °C
+5 to +40 °C
NOTA: per altre tipologie di cavo contattare la rete commerciale BTicino
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
23
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
I cavi per la trasmissione dati sono costituiti da quattro
coppie disposte all’interno di una guaina con una particolare
geometria necessaria per ridurre i problemi di attenuazione e
diafonia. Questa geometria consiste nell’intreccio delle singole
coppie di conduttori identìcateda colori standardizzati. Le
coppie hanno un passo di twistatura differente una dall’altra e
sono a loro volta intrecciate all’interno della guaina esterna in
modo diverso. La dimensione del conduttore ammessa dagli
standard è compresa fra 22 e 26 AWG: la misura di 24 AWG è
comunque la più utilizzata e corrisponde a 0,5 mm di diametro.
La sigla AWG (American WireGauge) corrisponde all’unità di
misura utilizzata dagli standard americani per la misura delle
sezioni dei cavi. Trattandosi di un rapporto, ad AWG più alti
corrispondono sezioni inferiori. In funzione dell’ambiente in
cui viene posato il sistema di cablaggio, è necessario valutare
l’opportunità di utilizzare cavi con guaina differenti. Le guaine
di cavo più usate sono in PVC oppure con guaina LSZH (Low
SmokeZero Halogen).
Secondo le specifiche IEC e CEI, l’utilizzo dei cavi con guaina
LSZH deve essere effettuata:
In ambienti pubblici
In ambienti dove operano molte persone
Installazioni sottoposte a collaudo finale da enti governativi o
di sicurezza come le ASL e i Vigili del Fuoco. In caso di
incendio i cavi dotati di questo tipo di guaina sono
caratterizzati dal basso livello di fumi emessi e dalla
proprietà di non liberare nell’ambiente gas tossici.
Bianco/verde
Verde
Bianco/blu
Blu
Marrone
Bianco/marrone
Arancio
Bianco/arancio
Cavo UTP
TABELLA DI CONVERSIONE DEI CAVI AWG
24
Nuova
codifica
U/UTP
Vecchia
codifica
UTP
F/UTP
FTP
U/FTP
F/FTP
S/FTP
Descrizione
Cavo multicoppia intrecciato non schermato
Cavo multicoppia intrecciato
(schermatura esterna)
FTP PIMF Cavo multicoppia intrecciato schermato
(schermatura a coppie)
FFTP
Cavo multicoppia intrecciato schermato
(scherm. a coppie e scherm. est.)
SFTP
Cavo multicoppia intrecciato
(scherm. a coppie con treccia esterna)
X/XXX
Coppia simmetrica: TP = Coppia intrecciata
Schermatura delle coppie: U = Nessuna schermatura,
F = Schermatura a coppie
Schermatura esterna: U = Nessuna schermatura,
F = Schermatura guaina, S = Schermatura treccia
3.1.1. - CAVO MULTICOPPIA
I cavi multicoppia per Telecomunicazioni servono
principalmente per portare al posto di lavoro i servizi di fonia.
I cavi utilizzati sono in genere da 50 e 100 coppie; raramente
devono essere utilizzati cavi con un maggior numero di
coppie. Esistono anche cavi multicoppia in categoria 5,
solitamente da 25 e 50 coppie; tali cavi sono normalmente
utilizzati per soluzioni particolari che vengono stabilite dal
progettista durante la stesura del progetto. Le coppie
all’interno dei cavi multicoppia sono dotate di colorazioni
standard. Per l’installazione dei cavi a 25 coppie bisogna
procedere seguendo la specifica e codifica colori.
CODIFICA COLORI DEI CAVI MULTICOPPIA
AWG
Ø (mm)
Sezione (mm)
AWG
Ø (mm)
Sezione (mm)
1
7.250
42.400
16
1.290
1.3100
1
6
2
6.540
33.600
17
1.150
1.0400
2
7
3
5.190
21.200
18
1.024
0.8230
3
8
4
5.190
21.200
19
0.912
0.6530
5
4.620
16.800
20
0.812
0.5190
4
9
6
4.110
13.300
21
0.723
0.4120
5
10
7
3.670
10.600
22
0.644
0.3250
8
3.260
8.350
23
0.573
0.2590
11
16
21
9
2.910
6.620
24
0.511
0.2050
12
17
22
10
2.590
5.270
25
0.455
0.1630
13
18
23
11
2.300
4.150
26
0.405
0.1280
24
2.050
3.310
27
0.361
0.1020
14
19
12
13
1.830
2.630
28
0.321
0.0804
15
20
25
14
1.630
2.080
29
0.286
0.0646
15
1.450
1.650
30
0.255
0.0503
3.2. - I CONNETTORI PER POSTAZIONI DI LAVORO
3.2.1. - CONNESSIONE TOOLLESS IDC
I connettori IDC (ad incisione d’isolante) riportano i codici colore
definiti dagli Standards, seguendo i quali è possibile effettuare
l’installazione di un sistema di cablaggio strutturato. Tali colori
sono gli stessi che si trovano sui cavi a 4 coppie.
Un’installazione standard, che utilizza cavi in rame a 4 coppie,
deve sempre essere cablata con la stessa sequenza di codici
colore, indipendentemente dall’applicazione e dal tipo di
servizio cui sarà destinata (telefonia o trasmissione dati).
Il nuovo connettore TOOLLESS è il cuore delle performance del
sistema BTNET. È possibile ottenere una perfetta connessione
in pochi secondi garantendo le ottime performance del link, dal
pannello di permutazione alla postazione da lavoro.
BTicino propone due tipi di soluzione di connettori:
connettori tipo TOOLLESS IDC (non necessitano dell’attrezzo
di attestazione)
connettori tipo 110 IDC (necessitano dell’attrezzo di
attestazione)
I connettori sono disponibili in cat 5E UTP, 6 UTP e STP, 6A
STP, in tutte le serie civili.
1
Inserire il cavo
nel modulo
d’aggancio.
2
3
Agganciare il connettore al modulo.
Il connettore agevola l’aggancio
corretto in maniera univoca.
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Separare le coppie ed inserirle
nella sede corretta, rispettando
il codice colore.Il modulo
garantisce automaticamente
il rispetto dei 13 mm
dall’incisione al centro della
sbinatura delle coppie.
4
Ruotare la ghiera per completare
la connessione e tagliare il cavo in
eccesso con un tronchesino.
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
25
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
Il nuovo connettore TOOLLESS IDC a connessione rapida senza
attrezzi è disponibile in tutte le categorie per l’installazione sia
sui pannelli di permutazione che nella postazione di lavoro.
6A
Categoria 6A STP schermato 500 Mhz - 10 Gbit/s
x
I connettori TOOLLESS IDC sono colorati in modo da identificare
con facilità e sicurezza la categoria d’appartenenza:
giallo CAT 6A, blu CAT 6 , grigio CAT 5E.
6
Nuovo connettore TOOLLESS
IDC anche con attacco universale
KEYSTONE (per postazione di lavoro
e placche autoportanti)
Categoria 6 STP schermato 250 Mhz - 1 Gbit/s
6
5E
SENZA ATTREZZO
Categoria 6 UTP non schermato 250 Mhz - 1 Gbit/s
DUE TIPOLOGIE DI CONNETTORI
I connettori TOOLLESS sono differenti tra
pannello di permutazione e linea civile, la
ghiera d’attestazione sul connettore da
pannello è maggiorata per una migliore
ergonomia e installazioni ripetute. É invece
ridotta nel connettore da frutto per facilitare
l’installabilità in scatola da incasso. I due
connettori non sono intercambiabili.
26
Categoria 5E UTP non schermato
3.2.2.  CONNESSIONE 110 IDC
La soluzione 110 IDC ad incisione d’isolante mediante l’ausilio di
attrezzi, si rinnova con una nuova gamma di connettori.
6
Connettore 110IDC
da serie civile per
postazione di lavoro.
5E
Nelle categorie 6 STP e UTP e 5E UTP con mostrina per serie civile
Connessione
110 IDC con
attrezzo
CON ATTREZZO
3.2.3.  METODI DI CONNESSIONE
ASSEGNAZIONE DEI PIN T568A E T568B
T568A E T568BGli standards prevedono due tipi di connessione,
regolati rispettivamente dalle raccomandazioni:
TIA/EIA – T568ATIA/EIA – T568B.
Questi due metodi sono assolutamente equivalenti per quanto
riguarda le prestazioni e le applicazioni supportate; l’unica
differenza consiste nell’inversione della coppia 2 con la coppia 3.
È facile intuire che, a causa di questa inversione di coppia, i due
metodi non possono essere contemporaneamente presenti nello
stesso sistema di cablaggio. Le applicazioni di rete non
potrebbero funzionare correttamente. La tendenza dominante è
quella di realizzare impianti mediante la connessione T568B;
tuttavia è possibile imbattersi in impianti esistenti realizzati
secondo la metodologia T568A.
COLLEGAMENTO DEI PIN PER TIPO DI APPLICAZIONE
Applicazione RJ45
Numero Pin
1
2
3
4
5
6
Fonia (analogica digitale)
Q Q
ISDN
Q Q Q Q
Ethernet 10/100/1000Mps Q Q
Q
Q
Token Ring
Q Q Q Q
Ethernet
Q Q Q Q Q Q
7
8
Q
Q
coppia 3
v
coppia 2
coppia 1
b/v b/a bl
coppia 4
b/bl a
b/m m
b/a
a
b/v
bl
b/bl v
coppia 4
b/m m
12345678
12345678
v = verde
b/v = bianco/verde
a = arancione
b/a = bianco/arancione
bl = blu
b/bl = bianco/blu
m = marrone
b/m = marrone/bianco
T568A
coppia 3
coppia 1
coppia 2
T568B
NOTA: dalla tabella risulta evidente che i pin 7 e 8 non vengano
utilizzati, tuttavia vi sono applicazioni particolari che sfruttano anche
questi due pin.
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
27
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
3.3.  I PANNELLI DI PERMUTAZIONE
3.3.1.  METODI DI PERMUTAZIONE
I pannelli di permutazione permettono di rendere il cablaggio più
ordinato e riconfigurabile. BTicino propone due soluzioni
di pannelli:
Pannello di permutazione tipo Toolless IDC.
Pannello di permutazione tipo 110 IDC.
Per realizzare la permutazione negli armadi esistono due
metodi: il primo, detto di interconnessione, viene utilizzato per
impianti medio piccoli, in quanto dal pannello di permutazione si
raggiunge direttamente l’apparato attivo mediante il relativo
cavo. Il secondo metodo viene chiamato di cross connect.
In questo caso la permutazione non avviene direttamente
sull’apparato attivo ma tra i pannelli di permutazione. La scelta
della tipologia di permutazione deve essere fatta al momento del
progetto.
I pannelli devono essere scelti in funzione del numero di porte
distribuite ed è buona norma non saturarli completamente.
Lasciare una scorta pari ad almeno il 10% del totale dei punti
attestati per permettere eventuali ampliamenti.
I nuovi pannelli di permutazione sono stati progettati per
ottimizzare l’installabilità e la manutenzione: ogni connettore si
aggancia singolarmente ad installazione frontale. Inoltre, la
gestione dei cavi viene agevolata tramite guida cavo.
I pannelli sono disponibili nelle versioni complete nelle cat. 6A
STP, cat. 6 UTP e STP e cat. 5E UTP e componibili tramite blocchi
di 6 connettori RJ45.
Il nuovo sistema di fissaggio rapido QUICK-FIX riduce le
tempistiche installative eliminando l’utilizzo di viti.
Metodo di
Interconnessione
Metodo di
Cross Connect
Apparato attivo
Cavo apparati
ix
Q
uic k-F
Cordone di
permutazione
Cablaggio
orizzontale
Cablaggio
orizzontale
Pannelli di permutazione con attacco Quick-fix senza l’utilizzo di viti.
Piena interperabilità sul mercato.
P.d.L.
P.d.L.
3.3.2.  PANNELLI DI PERMUTAZIONE TIPO
TOOLLESS IDC
I pannelli di permutazione tipo TOOLLESS IDC, invece,
utilizzano lo stesso metodo di attestazione dei connettori tipo
TOOLLESS IDC. Infatti i connettori non necessitano di attrezzi per
l’attestazione del cavo.
Particolare della molla meccanica per
aggancio al montante, con stabilizzatore.
28
Per questa soluzione, BTicino propone una gamma completa di
pannelli di permutazione:
Pannelli di permutazione componibili da 24 porte
Pannelli di permutazione completi da 24 porte
Capitolo 4 – Mezzi di trasmissione:
Fibra Ottica
3.3.3.  PANNELLI DI PERMUTAZIONE TIPO 110 IDC
4.1.  IL CAVO
I pannelli di permutazione tipo 110 IDC, utilizzano lo stesso
metodo di attestazione del connettore 110 IDC. Infatti per cablare
i singoli connettori, è necessario utilizzare l’apposito attrezzo.
BTicino propone pannelli di permutazione completi da 24 porte.
La fibra ottica è un mezzo trasmissivo che rende disponibili
maggiori ampiezze di banda rispetto ai cavi in rame. I cavi in fibra
ottica basano la trasmissione sulla propagazione di impulsi
luminosi, generati da un LED o da una sorgente laser nella
banda infrarossa, lungo una fibra di materiale vetroso. All’interno
di una fibra ottica il segnale può propagarsi in modo rettilineo
oppure essere riflesso un numero molto elevato di volte. Il
modo di propagazione rettilineo si dice di ordine zero. Le fibre
monomodali consentono la propagazione di luce secondo un
solo modo hanno un diametro del core compreso tra 8 μm e 10
μm, quelle multimodali consentono la propagazione di più modi,
e hanno un diametro del core di 50 μm o 62.5 μm (in disuso).
Il cladding ha tipicamente un diametro di 125 μm. Le fibre
multimodali vengono utilizzate in installazioni interne e
permettono l’uso di dispositivi più economici, ma subiscono il
fenomeno della dispersione intermodale, per cui i diversi modi
si propagano a velocità leggermente diverse, e questo limita la
distanza massima a cui il segnale può essere ricevuto
correttamente.
Le fibre monomodali di contro hanno un prezzo molto più elevato
rispetto alle multimodali, vengono utilizzate in installazioni
esterne perchè riescono a coprire distanze e a raggiungere
velocità nettamente superiori.
Le fibre multimodali possono essere divise ulteriormente in fibre
step index e graded index.
3.3.4.  PANNELLI DI PERMUTAZIONE TELEFONICO
L’utilizzo di pannelli di permutazione può facilitare
l’interconnessione tra le diverse permutazioni ed è possibile
scegliere tra due tipi di pannelli di permutazione:
Pannello telefonico tipo 110 IDC
Pannello telefonico tipo TOOLLESS
Il pannello telefonico tipo 110 IDC è disponibile con 50 connettori
RJ45 cat. 3 in una unità rack. Come tutti i connettori 110 IDC,
anche i connettori telefonici necessitano dello strumento
di attestazione per il loro cablaggio. Il pannello telefonico tipo
TOOLLESS è disponibile con 48 connettori TOOLLESS RJ45 cat. 3
in una unità rack e con sistema Quick-Fix. Questo tipo di
soluzione non necessita dello strumento di attestazione per il
cablaggio dei connettori.
Le soluzioni di cavo in fibra ottica BTicino sono:
- cavi tipo multimodali 50/125μm da 6 a 12 fibre, disponibili in
bobine da 2000m.
- cavi tipo monomodali 9/125μm da 6 fibre, disponibili in bobine
da 2000m.
I vari tipi di cavo esistono poi con differenti tipi di rivestimento:
LSZH e/o ritardanti la fiamma
Armati
Armati antiroditore
Spaccato di un cavo multifibra a 6 monofibre.
3.4.  CORDONI DI PERMUTAZIONE
PATCH CORD O BRETELLA
I cordoni di permutazione devono essere di ottima qualità e deve
essere garantita la compatibilità elettrica e meccanica fra il
connettore maschio e quello femmina.
Per questo motivo devono essere rispettate le seguenti
raccomandazioni:
Usare solo cordoni di permutazione assemblati in fabbrica.
Non usare cavo orizzontale per autocostruire cordoni di
permutazione.
Non testare singolarmente i cordoni di permutazione per
verifi care le prestazioni, in quanto non è possibile con i normali
strumenti di campo.
I cordoni di permutazione BTicino sono disponibili in diverse
lunghezze, in categoria 5E UTP, 6 UTP e STP, 6A STP .
nucleo fibra
isolante
guaina
kevlar
guaina
rinforzo centrale
Fibra ottica multimodale
Diametro del nucleo: 50-62,5 µm
Diametro di placcatura: 125 µm
Fibra ottica monomodale
Diametro del nucleo: 8 a 10 µm
Diametro di placcatura: 125 µm
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
29
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
4.1.1.  VANTAGGI
4.1.3.  LE DORSALI OTTICHE
Rispetto ai cavi in rame le fibre ottiche presentano notevoli
vantaggi:
totale immunità da disturbi elettromagnetici;
alta capacità trasmissiva;
bassa attenuazione;
dimensioni molto ridotte.
Se l’applicazione è una rete Ethernet una scelta opportuna
è posare almeno un cavo a 6 fibre delle quali due saranno
impiegate per la trasmissione Ethernet, mentre le altre 4
saranno destinate ad usi futuri o a semplice back up. Si ricordi
inoltre che uno dei costi maggiori è la connettorizzazione che non
deve necessariamente essere fatta contestualmente alla posa
della fibra per tutti i conduttori ottici. E’ possibile posticipare
questa operazione mantenendo le fibre libere all’interno
dell’apposito contenitore. Analogamente le fibre montanti
dovranno essere interfacciate ad un centro stella attivo (hub o
switch) dotato di connessioni ottiche. All’interno degli
armadi l’attestazione delle fibre avviene in un cassetto ottico
dotato di bussole di accoppiamento (o coupler).
Sono necessari tanti accoppiatori quante sono le fibre.
Il cassetto ottico è normalmente dotato di adeguate protezioni e
accessori per garantire che la fibra attestata non sia soggetta ad
alcuna sollecitazione meccanica.
La connessione si realizza mediante tubetti di accoppiamento
detti “coupler”.
L’utilizzo della fibra ottica viene consigliato per la realizzazione
delle dorsali e in situazioni particolari è possibile portare la fibra
ottica fino alla postazione di lavoro (FTTD). La presenza
di fibra ottica implica l’impiego di apparati dotati di interfacce
ottiche.
Schema di un cavo monofibra.
epoxy
acrilato
silicone
kevlar
mantello (cladding)
nylon
nucleo (core)
4.1.4.  POSA DELLA FIBRA OTTICA
62,5 micron
PVC 2,4
125 micron
250 micron
900 micron
4.1.2.  CARATTERISTICHE
Da un punto di vista costruttivo la fibra ottica è formata da una
parte più interna che prende il nome di nucleo (core) e una parte
più esterna chiamata mantello (cladding). La differenza tra
gli indici di rifrazione dei materiali con cui vengono realizzati core
e cladding fanno si che una radiazione luminosa iniettata ad un
capo della fibra rimanga confinata fra i due strati di materiale e
venga guidata lungo il percorso della fibra.
Le fibre, meccanicamente molto delicate, vengono rivestite e
raccolte in cavi ottici delle più varie tipologie per rispondere ai
requisiti delle diverse applicazioni.
Le fibre vengono normalmente identificate con la sigla 50/125
μm (oppure 62,5/125 μm) indicando con questo che le dimensioni
del nucleo sono 50 μm e quelle del mantello sono 125 μm.
Esempi di taglio delle fibre ottiche
no
sì
no
30
La posa della fibra ottica cambia in funzione dell’ambiente in
cui si deve operare, dal tipo di fibra e dal grado di sicurezza
richiesto dall’Utente Finale. La Fibra Ottica deve passare
nelle infrastrutture di supporto. Essendo essa interessata
principalmente dalle applicazioni di dorsale, che è su due livelli,
possiamo individuare due connessioni principali.
Primo livello: fra gli edifici di un campus e quindi nelle
infrastrutture che collegano gli edifici.
Secondo livello: fra i piani di un edificio e quindi l’unica
infrastruttura può essere il cavedo. La trazione nelle
condotte deve essere esercitata utilizzando la strato di Kevlar
appositamente inserito. In impianti dove è necessario un elevato
grado di sicurezza, si consiglia di proteggere i cavi in fibra ottica
mediante tubazioni di acciaio.
4.2.  CONNETTORI OTTICI
La connettorizzazione della fibra ottica si realizza per
accoppiamento meccanico delle due fibre. Occorre accoppiare il
core delle due estremità della fibra per permettere un passaggio
efficiente di radiazione luminosa da una fibra all’altra.
Date le dimensioni delle superfici da accoppiare è evidente che
i dispositivi che dovranno garantire l’interconnessione dovranno
avere caratteristiche di qualità e precisione notevoli.
I connettori ottici sono costituiti da una parte denominata ferula e
un corpo di sostegno.
La ferula, abitualmente di materiale ceramico o composito, è
forata nella parte centrale e alloggia la parte terminale della
fibra. Tale parte terminale viene affrancata alla ferula con
tecnologie diverse (accoppiatori meccanici resine e possidiche
termiche, resine sensibili all’infrarosso, collanti bicomponenti,
ecc…). La testa della ferula, contenente la terminazione della
fibra, deve quindi essere lucidata opportunamente fino ad
ottenere una superficie perfettamente piana. I connettori
principalmente impiegati sono denominati ST (attacco rotondo
a baionetta) e SC (attacco quadrato a scatto). Esistono, inoltre,
nuove tipologie di connettori come ad esempio gli LC.
Questi sono connettori di ultima generazione cosidetti ad “alta
densità” per le dimensioni assai ridotte rispetto ai tradizionali SC.
I connettori ottici BTNET sono facili da connettere, affidabili e
robusti, possono essere riutilizzati fino a 5 volte. Un microswitch
consente l’aggancio meccanico per fissare la fibra all’interno del
connettore.Un indicatore luminoso è integrato nel connettore per
verificare eventuali errori di connessione alla fine del processo.
Questi connettori non richiedono alcun tipo di colla, pulizia o
attrezzo specifico.
Per l’installazione di connettori su cavi fibra tipo loose (250 μm)
utilizzare il Kit di breakout Art. C9250F12.
Valigia per connessione ottica
4.3.  VALIGIA PER LA CONN ESSIONE OTTICA
Il Kit art. C9905N2 consiste in un set di attrezzi da utilizzare per
l’operazione di attestazione di connettori SC, ST e LC.
Grazie a questo Kit il tempo medio per effettuare una
connessione e inferiore ai 3 minuti.
Per maggiori informazioni vedere video sul sito
www.professionisti.bticino.it
1
Togliere la guaina dalla fibra
2
3
Effettuare il taglio della fibra
4
Inserire la fibra nel connettore
Verificare che il taglio effettuato
sia corretto
5
6
Far scorrere il microswitch
sul connettore avviene così
la giunzione
Far scorrere il cappuccio
antipolvere nel connettore
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
31
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
4.4.  ACCOPPIATORI OTTICI BUSSOLE
4.5.1.  CONSIGLI INSTALLATIVI
Per la realizzazione delle connessioni ottiche direttamente
alla postazione di lavoro (collegamenti Fiber to the desk), sono
disponibili degli accoppiatori ottici duplex di tipo ST e SC e
connettori ottici di tipo LC per postazione di lavoro, in tutte le
serie civili BTicino.
Il cassetto ottico è dotato di accessori per la corretta gestione
della fibra ottica. Questo per evitare eccessive sollecitazioni
meccaniche. Il cassetto è fornito con accessorio opzionale per la
corretta gestione dei raggi di curvatura dei pigtail.
HD4268ST
HS4268SC
L4268LC
4.5.  CASSETTI OTTICI
Il cassetto ottico è l’equivalente del pannello di permutazione
per i cavi in rame; il suo compito è quello di alloggiare tutti i
connettori attestati al cavo in fibra ottica e, quindi, consentire la
connessione agli apparati attivi della rete.
Nella gamma BTNET sono disponibili:
Un cassetto ottico di permutazione per contenere 4 blocchi di
bussole accoppiamento ottico con bussole ST, SC o LC, per un
totale di 24 fibre.
Un cassetto ottico di permutazione per 6 fibre per installazione
su pannelli Art. C9024CTAQ
Le fibre attestate devono avere lo spazio e, talvolta, un supporto
che consente di mantenere la giusta curvatura con la quale
raggiungere la bussola di inserimento del connettore. Questa
soluzione componibile consente di soddisfare tutte le esigenze di
connessione senza compromettere le prestazioni
del sistema.
Cassetto ottico 19” - 24 FO
Elemento ottico
- 6 FO
4.6.  PATCH CORD CORDONI DI PERMUTAZIONE
Le patch cord in fibra ottica hanno la stessafunzione delle patch
cord in rame, servono entrambe per la connessione fra i cassetti
ottici, per le permutazioni tra apparato attivo e cassetto
ottico e le permutazioni alle postazioni di lavoro (Fiber To The
Desk) con terminali che posseggono ingressi per fibra ottica.
BTicino propone soluzioni di patch cord in fibra ottica sia
multimodali OM2 e OM3 da 50/125μmm che monomodali OS1 da
9/125μmm con combinazioni di connettori SC, ST ed LC.
Sono disponibili a catalogo cordoni di permutazione Pigtail.
Patch cord
multimodale OM2
50/125μmm
4.7.  KIT DI BREAKOUT
Blocchi di bussole - 6 FO
E’ indispensabile per l’attestazione di cavi loose con singole fibre
ricoperte da guaina di diametro 250 μmm su connettori.
Core+cladding
(125 µm)
Quadro di piano
fibra ottica
32
Buffer
(2500 µm)
Guaina
(900 µm)
Tubetto
Break out
Capitolo 5 – Mezzi di trasmissione:
Wireless
La rete Wireless è una rete dove la trasmissione del segnale
avviene tramite onde radio, non serve quindi nessun cavo di
collegamento.
Questo garantisce alla tecnologia Wireless:
grande flessibilità nel posizionamento delle stazioni
elevato grado di mobilità
connettibilità garantita e diffusa anche in ambienti dove manca
o non è possibile realizzare un’adeguata struttura di cablaggio.
Accedere senza fili ad una rete cablata è possibile grazie
all’utilizzo di un dispositivo chiamato Access Point che collegato
fisicamente all’infrastruttura di rete permette l’accesso di uno
o più dispositivi “client” che gravitano all’interno dell’area di
copertura del segnale radio creato dall’access point.
Per radiofrequenza si intende un segnale alternato ad alta
frequenza che viene trasportato lungo un cavo in rame e che può
essere emesso nello spazio tramite un antenna. Le onde radio si
propagano dall’antenna in linea retta e nello stesso istante anche
in tutte le direzioni.
5.1. STANDARD PER LA TRASMISSIONE WIRELESS
L’ente che si occupa della standardizzazione del LAN wireless è
IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) Working
Group for wireless LAN, chiamato IEEE 802.11.
Vediamo ora tutti gli standard sviluppati dal IEEE 802.11:
IEEE 802.11 - Lo standard originale 2 Mb/s, 2,4 GHz
IEEE 802.11a - 54 Mb/s, 5 GHz standard (1999, approvato
nel 2001)
IEEE 802.11b - Miglioramento del 802.11 col supporto di 5,5
e 11 Mb/s (1999)
IEEE 802.11e - Miglioramento: Gestione della qualità del servizio.
IEEE 802.11g - 54 Mb/s, 2,4 GHz standard (compatibile con il
802.11b) (2003)
IEEE 802.11i (ratificato il 24 giugno 2004) - Miglioramento della
sicurezza
IEEE 802.11n - Aumento della banda disponibile fino a 300 Mb/s
WIRELESS LAN
Wireless
Terminal
IEEE 802.11
Rete LAN Ethernet
Access Point
Wireless
Terminal
Wireless
Terminal
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
33
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
5.2.  COMPONENTI DEL CABLAGGIO WIRELESS
Access Point è il dispositivo che permette ad un utente mobile
di connettersi ad una rete Wireless. L’Access Point è collegato
ad una rete cablata, riceve o trasmette (può comunicare via
radio in una sola direzione) il segnale radio alle utenze grazie
ad antenne e apparati di ricetrasmissione. L’Access Point è il
dispositivo che comunica con i client, con altri Access Point ed
essendo collegato alla rete ha anche tutte le funzioni di
gestione, del controllo degli accessi, del roaming e anche della
sicurezza.
Controller di supervisione opzionale consente di installare
una rete Wi-Fi, con caratteristiche di filtraggio degli accessi e
traccabilità. E’ in grado di gestire gli accessi privati e pubblici
alle rete Wi-Fi, ed è possibile addebitare l’accesso alla rete
(funzione richiesta ad esempio negli alberghi). La funzione di
gestione consente all’amministratore di rete di gestire gli
Access Point Wi-Fi da remoto, mediente software di
configurazione in dotazione.
Dispositivi Power over ethernet – PoE sono dispositivi che
ricevono l’alimentazione elettrica attraverso il cablaggio
strutturato. L’energia elettrica di alimentazione sotto forma di
corrente continua viene fornita ad un Access Point
direttamente attraverso il cavo di rete che ha così la doppia
funzione di trasportare i dati e anche l’alimentazione. Questo è
molto utile quando l’Access Point è posizionato in un punto
molto distante da una sorgente di alimentazione o per evitare
l’alimentazione locale.
L’alimentazione può essere fornita dallo Switch di rete
oppure si può aggiungere l’alimentazione ad un cablaggio
interponendo un dispositivo PoE che fornisce la tensione sulle
coppie libere del cavo di rete.
Software di gestione centralizzata
Per la gestione centralizzata degli Access
Point Wi-Fi.
ALIMENTATORE PoE
Ciascun PoE gestisce fino a 4 Access Point Wi-Fi.
Installabile nel pannello di permutazione.
Access Point Wi-Fi posizionati nel
controsoffitto o a muro, gestiti da
remoto 802.11n
Consente di ampliare la rete fino a
600 m² di spazio libero. Installabile
nel controsoffitto o a muro, assicura
una velocità massima teorica di 300
Mbps. Il software di gestione consente
all’amministratore di rete di gestirla
da remoto. Sicurezza garantita da
adeguati metodi di cifratura come
WPA 2. Conforme agli standard
802.11a/b/g/n.
Connessioni
Nel controsoffitto per gli
Access Point Wi-Fi gestibili.
Da terra, per gli Access
Point a muro ed a filo e le
prese RJ 45.
Controller
Installabile nel pannello di permutazione per creare
una rete sicura. Gestisce gli Access Point Wi-Fi
da remoto, mediante un software di gestione e
controllo. Prevede una estensione di licenza per più
di 5 Access Point 5 Wi-Fi.
34
Access Point Wi-Fi
da incasso in serie
civile BTicino
802.11a/11b/g
Da installare in scatole
da incasso 4 moduli.
Il software consente
all’amministratore
di rete la gestione da
remoto. Portata 100 m2,
ideale per piccoli
ambienti di lavoro.
Connettori RJ 45
Per l’accesso al sistema di
distribuzione cablato. Disponibile
in cat. 6A, cat. 6 e cat. 5e.
L'offerta BTNET
(rame e fibra ottica)
Comprende:
Quadri e armadi VDI;
Dispositivi (permutazione e bobine…);
Prese Cat. 6A, cat. 6 e cat. 5e;
Cavi e cordoni U/UTP, F/UTP, SF/UTP.
Capitolo 6 – Progetto cablaggio
di rete
6.1.  TOPOLOGIA E DEFINIZIONE DELLE SPECIFICHE
Topologia del cablaggio strutturato
Un cablaggio strutturato viene realizzato in una rete LAN (Local
Area Network) utilizzando una topologia a stella, dove il centro
stella è rappresentato da uno o più quadri di permutazione.
Nella topologia a stella i cavi convergono verso un punto di
concentrazione principale che normalmente coincide con la
posizione dove è ubicato l’apparato al quale deve essere portato
il collegamento.
6.2.  ELEMENTI FUNZIONALI DI UNA STRUTTURA DI
CABLAGGIO
Il sistema di cablaggio generico è una struttura gerarchica a stella.
Gli elementi funzionali di un sistema di cablaggio generico sono:
distributore del Campus (CD)
cavo di dorsale del Campus
distributore dell’Edificio (BD)
cavo di dorsale dell’Edificio
distributore del piano (FD)
cavo orizzontale
punto di transizione (TP)
presa delle telecomunicazioni (TO)
ESEMPIO DI STRUTTURA DI UN CABLAGGIO
CD
cavo dorsale di Campus
Dorsale
BD
BD
BD
cavo dorsale di edificio
Centro stella
FD
FD
FD
FD
Postazione
di lavoro
cavo orizzontale
TO
TO
Definizione delle specifiche
Per una corretta progettazione è necessario definire delle
specifiche sia a livello di descrizione, schemi d’impianto,
richiesta d’offerta che di capitolato. Una tipica struttura di
cablaggio dovrebbe prevedere i seguenti punti:
introduzione (oggetto del documento, tempistiche, aspetti
contrattuali)
normative e standard di riferimento
descrizione funzionale (ambiente da cablare, esigenze
applicative e di integrazione tra impianti)
descrizione dell’architettura dell’impianto
descrizione delle prestazioni
specifiche tecniche
realizzazione
test e verifiche da effettuare
documentazione da allegare
TO
Cablaggio
orizzontale
TP
cavo orizzontale
TO
TO
Le interruzioni di funzionamento delle comunicazioni o la
scarsa qualità del servizio offerto, dovuto all’uso di componenti
inadeguati o ad una installazione non corretta possono portare
a gravi conseguenze. Il cablaggio definito dalla norma CEI EN
50173 si applica ad una vasta gamma di servizi inclusi fonia, dati,
immagini e video.
La norma specifica:
la struttura e la configurazione minima per il cablaggio generico
i requisiti di esecuzione
i requisiti di funzionamento per i singoli link e channel
i requisiti di conformità
le procedure di verifica
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
35
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
6.3. SOTTOSISTEMI DI CABLAGGIO
6.4. REGOLE DI PROGETTAZIONE
Il numero e il tipo di sottosistemi definiti per un sistema di
cablaggio dipende dalle caratteristiche geografiche, dalla
dimensione di un campus o di un edifi cio e dalle esigenze
dell’utente. Nel caso di un solo edificio il punto di distribuzione
principale è il vano tecnico di edificio e non c’è bisogno di un
sistema di cablaggio di dorsale del campus. Tuttavia un grande
edificio può essere trattato come campus usando un
sottosistema di cablaggio di dorsale del campus e diversi
vani tecnici di edificio. I cavi devono essere installati fra livelli
adiacenti nella struttura in modo da formare una stella
gerarchica che fornisce l’alto livello di flessibilità necessario per
eseguire le diverse applicazioni.
Il sistema di cablaggio strutturato è una infrastruttura che
deve essere considerata in fase di progettazione di un edificio.
Le normative (TIA/EIA 568, ISO/IEC - 11801 e CEI EN 50173)
propongono criteri di progetto e installazione estremamente
semplici la cui applicazione permette di progettare e realizzare
sistemi di cablaggio strutturato prescindendo dalle future
applicazioni. Fondamento di tali norme è la relazione tra
predisposizione dei servizi e spazio. Le connessioni sono funzione
delle superfi ci indipendentemente dall’impiego che nei diversi
momenti ne viene fatto. Una postazione di lavoro ogni 10 m2
permetterà di riconfigurare gli spazi senza dover ricorrere alla
società di installazione per realizzare nuove linee. L’impiego degli
open space ha largamente contribuito alla diffusione dei sistemi di
cablaggio strutturato, mettendo in evidenza i vantaggi di disporre
di predisposizioni sufficienti qualunque sia la destinazione d’uso
riservata alle aree cablate.
Il cablaggio generico contiene tre sottosistemi collegati insieme
tra loro:
Dorsale del Campus
Dorsale dell’Edificio
Cablaggio Orizzontale
FD
Cablaggio di dorsale
BD
C
Cavo
dorsale campus
Area
tecnica
CD
BD
LEGENDA
CD = vano tecnico
BD = vano tecnico di edificio
FD = vano tecnico di piano
36
Cablaggio
orizzontale
6.5.  GLI ELEMENTI PRINCIPALI DEL CABLAGGIO
STRUTTURATO
Un sistema di cablaggio strutturato si suddivide in sottosistemi
nei quali vengono collocati gli elementi attivi e passivi. I principali
sottosistemi che compongono il cablaggio strutturato sono:
A - Postazione di lavoro: comprende gli elementi che si trovano
fra la presa utente e l’apparecchiatura terminale. Ne fanno
parte il terminale dati (terminale PC, stampante, ...), il cavetto di
collegamento ed eventuali adattatori.
B - Cablaggio orizzontale: si estende dalla presa utente,
all’armadio di piano. Include il cavo orizzontale, la presa
telematica, la terminazione dei cavi e l’interconnessione o
permutazione.
C - Armadio di piano: l’armadio di piano è l’area dell’edificio dove
sono alloggiati le terminazioni e le permutazioni della dorsale e
del cablaggio orizzontale.
D - Dorsale d’edificio: fornisce il collegamento fra gli armadi
di piano, sala apparati/area d’ingresso. Comprende i cavi
montanti, i punti di permutazione primari e secondari e cavi tra
Sala Apparati e Area d’Ingresso nell’edificio.
E – Locale tecnico: è il locale dove sono concentrati gli
apparecchi di rete principali che fungono per il cablaggio.
Area d’ingresso: è lo spazio nell’edificio dove avviene la
connessione fra la parte di cablaggio esterna all’edificio e quella
interna (normalmente la dorsale).
(A) Postazione di lavoro
(B) Cablaggio
orizzontale
(D) Dorsale
di edificio
(F) Linea esterna di ingresso
(C) Armadio di piano
Sistema ottico
(E) Locale tecnico/area ingresso
Pannelli di permutazione
Apparati attivi
Alimentazione
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
37
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
6.5.1.  POSTAZIONE DI LAVORO
Presa utente
La presa utente serve a distribuire i diversi servizi alla postazione
di lavoro. La postazione di lavoro può essere composta da un
minimo di due punti di connessione (uno per la fonia ed uno per i
dati). Le prese utente devono essere posizionate in zone facilmente
accessibili e, una elevata densità di prese utente aumenta la
flessibilità del cablaggio. Per ogni area di lavoro di almeno
10m2 è consigliabile prevedere almeno due prese utenti collegate
ciascuna ad un cavo di connessione. Le prese devono essere
contrassegnate con un’etichetta permanente che sia visibile
all’utente. I dispositivi di adattamento come i balun e gli adattatori
d’impedenza, se usati, devono essere esterni alla presa.
Le prese utenti possono essere di due tipi:
In rame
Due connettori ad 8 pin per l’attestazione del cavo in rame
bilanciato da 100 ohm a quattro coppie.
Le soluzioni di connettori BTicino sono:
110IDC ad incisione d’isolante mediate Impact Tool o Tool kit
TOOLLESS che non necessita di strumento per l’attestazione
del cavo.
Tutti i connettori sono disponibili nelle diverse serie civili.
È possibile fornire i diversi servizi a due postazioni di lavoro
utilizzando placche autoportanti che possono contenere fi no a
quattro connettori RJ45. In questo caso si utilizzano connettori
sciolti senza mostrina di abbinamento alle serie civili BTicino.
In fibra ottica
Questo tipo di soluzione viene definito FTTD (Fiber to the desk) e
si utilizza in impianti dove la trasmissione dei dati viene realizzata
completamente in fibra ottica. Questo tipo di impianto deve
prevedere apparecchi per la conversione del segnale ottico. Alla
presa utente viene installato una bussola di accoppiamento
ottico per fibra 50/125μm o 9/125μm. Le soluzioni di bussole e
connettori di accoppiamento ottico BTicino sono:
Di tipo SC duplex
Di tipo ST duplex
Di tipo LC
Tutte le bussole e i connettori di accoppiamento sono disponibili
nelle diverse serie civili.
LUNGHEZZE MASSIME DEI COLLEGAMENTI
Lunghezza (m)
Tipo di connessione
90
Cablaggio orizzontale (tra FD e TO)
Cavo di collegamento (Patch cord) tra la presa
utente (TO) e l’apparecchiatura
Bretelle di collegamento all’interno del vano
tecnico di piano
5
5
Punto di transizione (consolitation point)
La normativa impone che non vi siano delle interruzioni o
giunzioni nelle linee che uniscono i distributori di piano alle prese
delle postazioni di lavoro. Tuttavia è ammessa l’installazione di un
punto di transizione tra il distributore di piano (FD) e la presa
utente (TO), questo avviene attraverso le scatole di zona. L’utilizzo
di un punto di transizione, per la realizzazione di un cablaggio
di zona, è utile in ambienti di tipo openspace dove è richiesta
flessibilità nella riconfigurazione delle aree di lavoro. È ammesso
solo un punto di transizione, e tale punto deve contenere solo
connessioni passive. Inoltre, bisogna tenere presente:
Il punto di transizione può servire un massimo di dodici aree di
lavoro
Il punto di transizione deve essere posto in un’area accessibile
dal personale
Un punto di transizione ha delle prescrizioni di etichettature e di
documentazione e deve essere compreso nel sistema di
gestione del cablaggio
Il punto di transizione può solo contenere hardware di
connessione passivo
Pannello di
permutazione
Punto di
transizione
Prese
utenti
6.5.2.  CABLAGGIO ORIZZONTALE
Il cablaggio orizzontale include i cavi orizzontali, le terminazioni
meccaniche dei cavi orizzontali, le prese utente e le connessioni
incrociate nel vano tecnico di piano.
Le principali regole da rispettare per la realizzazione del cablaggio
orizzontale sono:
i cavi orizzontali devono essere continui dal vano tecnico di piano
alla presa utente
se necessario utilizzare un punto di transizione fra un vano
tecnico di piano (FD) e una qualsiasi presa utente (TO)
rispettare le lunghezze massime di collegamento riportate in
tabella (secondo CEI EN 50173-1).
BD/CD
cavo dorsale di edificio
cavo dorsale di Campus
BD
FD
TO
38
TO
FD
TO
TO
TO
FD
TO
TO
TO
TO
Postazione
di lavoro
Cablaggio orizzontale
MAX 90m
(Link permanente)
Massima flessibilità d’utilizzo
grazie al fatto di poter installare
sia connettori in fibra ottica che
in rame nella medesima scatola.
Possibilità d’installazione
fino a 2 blocchi di 6
connettori RJ45 (per
un max di 12 prese) per
singola scatola.
Accessori per la gestione
delle fibre ottiche.
Patch cord 5, 8, 20 m
Linee di
riserva
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
39
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
6.5.3.  DORSALE DI EDIFICIO
Dorsale di edificio (da BD a FD)
Si estende dal vano tecnico dell’edificio al vano tecnico di piano.
Il sottosistema include i cavi di dorsale dell’edificio; la
terminazione meccanica alle due estremità dei cavi e le
connessioni incrociate nel vano tecnico di edificio. Le principali
regole da rispettare per la realizzazione di una dorsale di
Edificio sono:
i cavi di dorsale dell’edificio non devono contenere punti di
transizione
i cavi di dorsale di rame non devono contenere giunzioni
Dorsale del Campus (da CD a BD)
Si estende dal distributore del campus al distributore
dell’edificio solitamente localizzato in un edificio separato. Il
distributore di campus include i cavi di dorsale, la terminazione
meccanica dei cavi (sia del vano tecnico di campus che del vano
tecnico di edificio) e le connessioni incrociate nel vano tecnico
di campus. Le principali regole da rispettare per la
realizzazione di una dorsale di Campus sono:
non ci devono essere più di due livelli gerarchici di
permutazione nel cablaggio di dorsale per limitare la
degradazione del segnale per i sistemi passivi e per
semplificare la gestione dei cavi e delle connessioni
non si deve attraversare più di una permutazione per
raggiungere il vano tecnico di campus quando inizia da un
Distributore del piano (FD).
BD/CD
cavo dorsale di edificio
cavo dorsale di Campus
BD
FD
TO
TO
FD
TO
TO
TO
FD
TO
TO
TO
LEGENDA
CD = vano tecnico di Campus
BD = vano tecnico di edificio
FD = vano tecnico di piano
TO = presa utente
Non è possibile avere
più di 2 livelli gerarchici
di permutazione
40
TO
Dimensionamento vani tecnici
Per ogni 1000 m2 di spazio riservato agli uffici dovrebbe esserci
almeno un vano tecnico di piano. Se possibile ricavare un vano
tecnico di piano riservato ad ogni piano della struttura. Se un
piano è scarsamente popolato è possibile “servire” questo
piano a partire dal vano tecnico di piano localizzato su un piano
adiacente.
Distanze del cablaggio di dorsale
Per la realizzazione delle dorsali è possibile utilizzare:
cavi in fibra ottica multimodale (consigliata per la realizzazione
delle dorsali) 62,5/125μm o 50/125μm, in alternativa, cavi in
fibra ottica monomodale.
cavi in rame bilanciati multicoppia 100 ohm in cat. 5E o 6.
La distanza massima del cablaggio di dorsale fra il distributore
del campus (CD) e il distributore associato nell’armadio non
deve superare i limiti di distanza riportati di seguito. La distanza
massima di 2000 metri dal vano tecnico di campus al vano
tecnico di piano può essere estesa quando si usa un cablaggio
in fibra ottica monomodale. Mentre si riconosce che le capacità
della fibra monomodale possono consentire distanze fino a
60 km, le distanze fra il vano tecnico di campus e vano tecnico di
piano superiori a 3 km sono da considerare fuori dalla
Normativa Europea.
Armadi delle telecomunicazioni
Ogni armadio delle telecomunicazioni dovrebbe avere accesso
diretto alla dorsale. Durante la scelta del tipo di quadro o
armadio, occorre stabilire le dimensioni minime calcolando le
unità rack che sono occupate dalle apparecchiature passive e
attive già definite in fase di progetto.
Un secondo fattore di cui occorre tenere conto è la possibilità di
future espansioni.
LUNGHEZZE MASSIME DEI COLLEGAMENTI DI DORSALE SECONDO LA CEI EN 50173-1 (06/2003)
Lunghezze massime (m) Tipo di connessione
2000
Dorsale del Campus + dorsale di Edificio + cablaggio orizzontale
1500
Dorsale del Campus + dorsale di Edificio
500
Vano tecnico di edificio + vano tecnico di piano
20
Patch cord nei vani tecnici di Edificio e di Campus
MEZZI RACCOMANDATI PER IL CABLAGGIO DI DORSALE
Sottosistema
Tipo di mezzo
Cavi bilanciati
Dorsale del Campus
Fibra ottica
Utilizzo raccomandato
In base alle esigenze*
Si risolvono i problemi dovuti alle differenze di potenziale della
terra e altre fonti d’interferenza
Cavi bilanciati
Fonia e dati con velocità da bassa a media
Dorsale di edificio
Fibra ottica
Dati con velocità medio alta
* I cavi bilanciati possono essere usati nel sottosistema di cablaggio di dorsale del campus nei casi in cui l’ampiezza di banda delle fibre ottiche
non è richiesta, es. linee telefoniche.
6.5.4. LE DORSALI DATI
Mentre nel caso della telefonia, progetto e componentistica
impiegata nelle dorsali sono relativamente standardizzate, nel
caso di dorsali dati la dipendenza dalla tipologia di applicazione
è decisamente più evidente. Tale dipendenza non implica la
perdita di flessibilità dell’impianto: il cablaggio orizzontale, in
riferimento al quale viene fatta la qualifica dell’impianto, non
subisce alcuna conseguenza a seguito della realizzazione o
modifica della dorsale. Le connessioni possono sempre essere
impiegate al livello di prestazioni previste dalla categoria o classe
di riferimento. Va inoltre osservato che la modifica o sostituzione
di una dorsale non è generalmente una operazione disagevole
dal punto di vista installativo e la corrispondente migrazione delle
applicazioni richiede tempi di fermo rete limitati. Si consiglia di
prevedere (in fase di progettazione) ampliamenti futuri, sia in
termini di utenti che di velocità di banda per evitare troppe modifi
che di dorsale. La modifica o sostituzione di una dorsale non
implica la ricertificazione del sistema di cablaggio.
Le dorsali dati possono essere effettuate in 2 modi:
mediante l’utilizzo di fibra ottica multimodale (consigliata)
mediante l’utilizzo di cavo in rame a coppie twistate, impedenza
100 o in categoria 5E (applicazioni fino 100 MHz) o 6
(applicazioni fino a 250MHz) o 6A (fino a 500 MHz).
Le dorsali per applicazioni ethernet
Per la sola rete Ethernet si possono prevedere almeno quattro
tipi di dorsale, tutti ugualmente validi purché impiegati entro i
limiti previsti. Gli standard approvati sono:
standard IEEE 802.3 10BaseT (collegamento mediante cavo
UTP)
standard FOIRL o 10BaseFL (collegamento mediante fibra
ottica).
I primi 2 standard sono ormai in disuso. Le applicazioni,
ad oggi, fanno riferimento agli standard con collegamento
mediante cavo e fibra ottica. Per una corretta scelta dello
standard di riferimento per i collegamenti di dorsale si deve
tener conto delle distanzemassime percorribili e della velocità
massima ammessa, valutando costi e benefici delle singole
scelte.
Cablaggio di dorsale
BTNET
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
41
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
Componenti per l’installazione
Per l’attestazione all’interno dell’armadio principale si
utilizzano normalmente le strisce 110 IDC che permettono
di gestire le coppie singolarmente. Una striscia 110 IDC può
ospitare fi no a 100 coppie che, nel caso di telefoni analogici
tradizionali a due fi li, significa 100 linee telefoniche. La
capacità della sezione di attestazione deve essere almeno pari
al numero delle linee telefoniche interne, ma sarà opportuno
prevedere la possibilità di incrementare il numero di coppie
attestabili. Molte centrali
telefoniche sono infatti espandibili e tale possibilità deve essere
considerata in fase di progetto. E’ tuttavia possibile utilizzare
i pannelli RJ45 in sostituzione delle strisce 110 IDC. L’utilizzo
di pannelli di permutazione con RJ45 comporta un utilizzo
parziale delle coppie disponibili sul pannello RJ45. Per la
permutazione si dovranno usare patch cord 110-RJ45 per
portare il segnale alla distribuzione orizzontale (se questa è
stata effettuata con pannelli RJ45), patch cord 110-110 IDC se
anche il cablaggio orizzontale è realizzato con striscie 110 IDC,
oppure, patch cord RJ45-RJ45 se l’intero impianto è realizzato
con pannelli di permutazione RJ45. Dal lato centrale l’impiego
delle patch cord sarà il medesimo a seconda che l’attestazione
delle linee interne sia stata fatta su pannelli RJ45 o strisce
110 IDC. Spesso si utilizza il pannello RJ45 per la distribuzione
orizzontale e la striscia 110 IDC per l’attestazione delle linee
interne lato centrale e per i montanti.
C9048TELN
6.5.5.  LOCALI TECNICI
I locali tecnici costituiscono i punti di centro-stella
dell’infrastruttura cablata, sono quegli spazi dedicati dove
partono o terminano le dorsali di edificio o i collegamenti di
campus e i cavi di distribuzione orizzontale.
All’interno dei locali tecnici devono essere amministrati e
distribuiti i servizi dati, voce, multimediali, automazione, controllo
e sicurezza ai gruppi di utenti di un determinato edificio.
Esistono due differenti locali tecnici:
di piano
di edificio
Locali tecnici di piano TR (Telecominucations room)
I Locali Tecnici di piano costituiscono il punto di gestione che
interfaccia il cablaggio dorsale dell’edificio con la distribuzione
orizzontale, trasportando i servizi delle montanti principali
verso le aree di lavoro.
In ogni edificio dovrebbero essere presenti uno o più Locali
tecnici di piano e nel caso di infrastrutture condivise da più
organizzazioni e necessario evitare ogni coabitazione di
dispositivi e servizi destinati a proprietari diversi. Se non fosse
possibile avere un locale tecnico per ogni organizzazione e
indispensabile separare e identificare le aree i permutatori e gli
apparati di ciascun proprietario.
Nella fase di progettazione del TR è importante considerare
non solo le normali esigenze dei servizi tradizionali di fonia e
trasmissione dati, ma anche di tutti i servizi che potrebbero
essere utili in futuro nel caso di una espansione delle funzioni
dell’infrastruttura: TVCC IP, controllo accessi, automazione,
gestione energia, allarmi e sistemi di diffusione sonora.
E’ quindi di fondamentale importanza calcolare lo spazio
necessario da dedicare ai dispositivi di rete, agli altri apparati
attivi e a future espansioni negli armadi. Facendo così non si
avranno problemi di alloggiamenti nei rack o problemi di spazio
fisico nel Locale tecnico.
42
Il Locale Tecnico di piano deve contenere i seguenti apparati e
dispositivi: armadi rack composti da:
apparati attivi per le reti dati, permutatori di piano, terminazioni
delle dorsali, dispositivi per la gestione della fonia e per i servizi
di sicurezza controllo e automazione.
infrastrutture per la distribuzione orizzontale dei cavi
sistemi di climatizzazione dedicato per mantenere la
temperature tra i 18 e 24 °C e una umidità ambientale tra il 30
e 55 %.
sistemi antincendio e di sicurezza
sistemi di sicurezza elettrica ambientale, predisponendo un
corretto collegamento al sistema equipotenziale di tutti gli
elementi metallici appartenenti all’infrastruttura.
Locali tecnici di edificio ER (equipment room)
Il Locale tecnico di edificio è il luogo all’interno del quale
avviene la gestione di tutta l’infrastruttura e dove vengono
amministrate tutte le funzioni del sistema cablaggio
strutturato.
Negli edifici dove il numero delle aree di lavoro è inferiore a 100
il locale tecnico di edificio corrisponde con il locale tecnico di
piano, questo perché possono essere gestiti utilizzando un solo
centro-stella.
Negli edifici di grandi dimensioni, più di 100 aree di lavoro, dal
locale tecnico di edificio partono i collegamenti dorsali, primari
ed eventualmente secondari che raggiungono tutti i locali
tecnici di piano.
Il Locale tecnico di edificio deve essere progettato e posizionato
in modo da poter alloggiare: tutti gli apparati attivi e passivi per
la gestione operativa dei servizi e i sistemi per la gestione della
climatizzazione e dei gruppi di continuità.
All’interno del locale tecnico di edificio o nelle immediate
vicinanze devono essere collocati tutti i servizi informatici
presenti: la sala computer centrale EDP, i server e i dispositivi
dedicati all’immagazzinamento dei dati.
6.6  CONSIDERAZIONI SUL PROGETTO DI UNA RETE
WIRELESS
La rete Wireless impone delle regole e procedure di progetto e
implementazione molto particolari.
Per essere sicuri di creare una struttura corretta è necessario
conoscere le esigenze dell’utente che possono essere:
strutturali, di che tipo e quali sono le aree che devono essere
coperte (uffici chiusi o open space, saloni con o senza ostacoli,
spazi aperti, ecc.)
di prestazioni, definire la banda utile minima oer garantire la
copertura del segnale in ogni locale
di densità, quanti utilizzatori previsti in ogni area
di sicurezza
di mobilità, garantire la connessione anche in movimento
Una volta definite le esigenze dell’utente è possibile fare un
progetto e stabilire così quanti e il tipo di Access Point devono
essere installati (802.11a/b/g/n) in ogni ambiente.
La fase successiva è l’analisi visiva e strumentale degli ambienti
dove la rete Wireless deve essere installata. Grazie a questa
analisi è possibile venire a conoscenza delle caratteristiche di
base delle aree per valutare la presenza di ostacoli che possano
generare interferenze come porte tagliafuoco, armadi metallici,
Capitolo 7 – Verifiche
dell’installazione
muri, ecc.
Si deve analizzare anche la disponibilità e la disposizione dei
punti di alimentazione elettrica per il collegamento degli Access
Point e decidere se ricorrere all’alimentazione degli stessi
tramite cavo dati.
Vista la variabilità del mezzo trasmissivo in funzione
dell’ambiente installativo (persone, topologia, materiali,
compatibilità, etc.) è considerabile, prima dell’installazione un
Site Survet per verificare la corretta elaborazione del progetto.
Tenendo presente che il comportamento delle onde radio non
è prevedibile uno dei parametri più difficile da determinare è il
dimensionamento della cella di copertura di un Access Point,
ricordando inoltre che al crescere della distanza il segnale si
indebolisce e la comunicazione commuta alla velocità inferiore.
Gli Access Point devono così essere installati in modo da
garantire la massima prestazione in ogni punto dell’area
controllata. Una volta analizzate la struttura, l’area degli ambienti
e la dimensione delle celle è possibile ricavare il numero di
Access Point che devono essere installati.
Se con un solo Access Point non si possono ottenere prestazioni
sufficienti bisogna ricorrere alla co-location che è l’attivazione di
più Access Point nella stessa area di copertura.
Per evitare problemi di interferenze i dispositivi devono essere
programmati su canali diversi.
7.1  GENERALITÀ
La verifica di trasmissione è la fase in cui, terminata
l’installazione, si deve dimostrare la sua conformità alla
normativa sul cablaggio (serie EN 50173, ISO/IEC 11801, TIA/EIA
568C, vedi cap.2). Questa consiste in pratica nella misura di una
serie di parametri trasmissivi in una certa gamma di frequenze e
verificarne il rispetto dei valori limiti su tutta la banda di misura
(es. Classe Ea 1…500 MHz).
La selezione di componenti a norma è condizione necessaria, ma
non sufficiente per avere il rispetto delle prestazioni trasmissive
nominali anche nell’installazione reale.
L’installazione del cablaggio deve essere fatta a regola d’arte.
A questo scopo, seguire le indicazioni della norma specifica
(EN 50174-2, ISO/IEC 14763-2…vedi cap.2) è una buona prassi.
Queste due condizioni costituiscono la premessa per una verifica
positiva.
Tuttavia nel corso dei lavori possono essere stati commessi
alcuni errori. Il test finale permette di stabilire se sono stati fatti
degli errori che hanno compromesso la conformità. In caso
negativo si deve ricercare la causa e rimuoverla, operazione non
sempre agevole soprattutto in impianti di grandi dimensioni.
Ecco perché è importante procedere in modo rigoroso sin dalle
prime fasi.
In questa sezione si riportano delle linee guida utili ad operare in
questo senso.
La norma IEC 61935-1 specifica le modalità di prova di ogni
singolo parametro di trasmissione per cavi in rame ed i requisiti
dello strumento di misura.
La verifica dei sistemi di cablaggio strutturato è disciplinata dalla
norma EN 50346.
Questa indica come condurre il test, da i riferimenti ai metodi
di prova originali sia per il rame che per la fibra ottica ma non
da indicazioni su come risolvere eventuali problemi di non
conformità.
La normativa sul cablaggio strutturato è di carattere volontario e
non esistono disposizioni legislative che obblighino l’installatore
a rilasciare una dichiarazione di conformità, come accade per
l’impianto elettrico.
Il rapporto di verifica ha una valenza diversa rispetto alla
dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico.
Tuttavia è uso comune che il cliente richieda il rapporto di
verifica come evidenza della chiusura positiva dei lavori.
Riassumendo un rapporto di verifica permette agevolmente di:
Dimostrare che l’impianto rispetta le sue prestazioni nominali
Assolvere un vincolo contrattuale ( i committenti spesso
richiedono il test finale come condizione di accettazione del
lavoro)
Garantire l’impianto fornito nel tempo (secondo le condizioni
contrattuali di garanzia).
La verifica consiste in un processo che prevede i controlli:
visivo
elettrico statico
parametri di trasmissione
Queste fasi sono, in linea di principio, sequenziali. Una negatività
nel controllo elettrico statico, ad esempio, dovrebbe rendere privo
di significato procedere al controllo dei parametri di trasmissione
prima di aver rimosso la causa di tale negatività.
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
43
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
Questa però non è una regola fissa: in base al tipo di esito
di ciascuna delle fasi preliminari, si può decidere su come
proseguire. La verifica dei sistemi ottici presenta delle analogie
ed è descritta al par. 7.5 e prevede i controlli:
visivo
correttezza della connettività
parametri di trasmissione
7.2  CABLAGGIO IN RAME
7.2.1  CABLAGGIO IN RAME: CONTROLLO VISIVO
Questa fase per quanto semplice e immediata permette di:
controllare i riferimenti dei componenti installati
accertarsi dell’assenza di sollecitazioni meccaniche eccessive
sui cavi (es. individuazione di punti con raggi di curvatura
palesemente non corretti
verificare che le fascette non stringano eccessivamente i fasci;
che non ci siano evidenti deformazioni delle guaine
controllare il cablaggio di prese e pannelli di permutazione:
corretto collegamento di tutti i conduttori
accertarsi della presenza di tutte le connessioni a terra di tipo
funzionale (schermi dei cavi, connettori….)
verificare che i cordoni siano compatibili con la classe nominale
del link.
7.2.2.  CABLAGGIO IN RAME: CONTROLLO ELETTRICO
STATICO
Il controllo elettrico statico permette di verificare:
la connessione completa di ogni link: continuità elettrica
la corrispondenza con lo schema topologico
il rispetto della polarità, quando previsto
l’assenza di corti circuiti accidentali tra i singoli conduttori
gli isolamenti tra conduttori e verso terra
la corrispondenza tra lo schema di installazione e
l’installazione
reale.
La continuità dello schermo quando presente (FTP, STP,
S/FTP). Questa verifica può essere esclusa in alcuni modelli di
strumento certificatore.
Alcuni strumenti certificatori interrompono la procedura
di test nel caso di errori elettrici statici. Per altri modelli è
possibile forzare la continuazione del test. Potrebbe però non
essere significativo proseguire il test sui parametri trasmissivi.
L’eventualità deve essere valutata in base al tipo di errori rilevati
nel controllo elettrico statico.
Si riportano di seguito alcuni suggerimenti per le più comuni
cause di fallimento del controllo elettrico statico.
Errori di mappatura:
Open:
conduttori rotti per sollecitazione, tipicamente nei punti di
connessione.
Patch Panel
uno dei due connettori utilizzati nel test non è connesso (ne è
stato connesso erroneamente un altro).
connettore danneggiato
tagli o rotture all’interno del cavo
conduttori connessi a pin non corretti
cavi per applicazioni specifiche (Es. Ethernet, cablate solo i
conduttori 1-2, 3-6)
Short (Corto circuito):
terminazione non corretta
connettore danneggiato
presenza di sporcizia conduttiva tra i pin nei connettori (la
forma dell’RJ45 consente il deposito di polveri o trucioli).
cavi per applicazioni specifiche (Es. sistemi di automazione)
Coppie invertite: Conduttori connessi ai pin sbagliati in almeno
una delle due terminazioni.
Coppie incrociate:
conduttori connessi ai pin sbagliati in almeno una delle due
terminazioni
mix di connessioni secondo convenzioni 568 A e 568 B
cavi incrociati (le coppie 1-2 e 3-6 si incrociano)
Coppie divise: Conduttori connessi ai pin sbagliati in almeno una
delle due terminazioni.
7.2.3.  CABLAGGIO IN RAME : VERIFICA DEI PARAMETRI
DI TRASMISSIONE
La verifica dei parametri di trasmissione costituisce la fase
fondamentale dell’intero processo ed è quella che permette di
dichiarare la conformità dell’impianto.
I controlli visivo ed elettrico statico se svolti minuziosamente
permettono di predisporsi al meglio ad affrontare questa fase.
Lo strumento con cui operare la verifica, il certificatore, è
sostanzialmente costituito da una unità trasmittente ed una
ricevente che, collegate alle estremità del collegamento da
verificare, si scambiano segnali di test che permettono di
elaborare i valori di tutti i parametri trasmissivi che le norme
di sistema (EN 50173, ISO/IEC 11801, TIA/EIA 568C) chiedono
di verificare. Un software residente permette di lanciare una
routine automatica di misura, che va ad eseguire tutte le misure
necessarie nella gamma di frequenza di interessa (es. 1…500
MHz per classe EA) e a confrontarle con i corrispondenti limiti.
Lo strumento va impostato selezionando i limiti da applicare
che variano in base alla normativa (attualmente ci sono piccole
differenze tra EN, ISO/IEC e TIA/EIA) e tipo di misura da fare
(Channel o permanent link).
La differenza tra channel e permanent link consiste
nell’includere (channel) od omettere (permanent link) i cordoni di
connessione nella tratta da misurare.
Consolidation Point
Telecommunications Outlet
Permanent link adapters
Beginning of permanent link
44
Fig. xx: Schema di principio per la verifica dei parametri di trasmissione (fonte documentazione Fluke Networks)
End of permanent link
La lunghezza massima del permanent link è 90 m, quella del
channel 100 m (90 m link + 2 cordoni da 5 m) nel caso siano
presenti due sole prese fisse agli estremi. Nel caso siano inserite
delle permutazioni intermedie o punti di consolidamento, le
norme danno delle formule per ridurre proporzionalmente le
lunghezze massime. Indicativamente: 1 m / permutazione. Il
calcolo della lunghezza effettiva del link può venir fatto in modo
dettagliato considerando la formule riportate in EN 50173-1, ad
esempio per link classe EA:
B = 105 - 3 - F . X
Dove:
B: lunghezza effettiva del link
F: Numero di permutazioni
X: Rapporto tra l’attenuazione del cordone e l’attenuazione del
cavo espresse in dB/m
Prima di eseguire la certificazione è necessario impostare la
velocità di propagazione della luce nel cavo sotto test, secondo le
indicazioni del costruttore (NVP) e predisporre lo strumento per
la misura di channel o di permanent link, a seconda dei casi.
Le disposizioni relative alla corretta esecuzione della procedura
di test sono riportate nella norma EN 50346.
L’esito finale del test è una distribuzione in frequenza di una serie
di curve, il cui numero varia a seconda del parametro.
Tutte queste curve devono rispettare un limite normativo.
0
10
Return Loss (dB)
20
e2
11801 Edizion
ME ISO
NOR
30
Il software che gestisce le operazioni dei certificatori è in
costante evoluzione e segue gli andamenti delle norme.
E’ importante pertanto che l’installatore verifichi che la versione
attualmente in uso sia la più recente.
Le versioni di software possono differire per il tipo dei parametri
da misurare, per i valori limite, per una loro differente definizione
e/o algoritmo di calcolo.
I costruttori di strumenti di certificazione solitamente forniscono
gratuitamente gli aggiornamenti software direttamente dai loro
siti web.
Lo strumento deve essere sottoposto a calibrazione periodica,
presso un laboratorio specializzato o presso il costruttore stesso,
per verificare il mantenimento della propria precisione di misura.
Questa operazione non deve essere confusa con la
autocalibrazione, da eseguirsi ogni volta prima di effettuare le
misure che consiste in una procedura di compensazione dei
cordoni di misura avente lo scopo di dare l’esatto riferimento alle
misure che si vanno ad eseguire.
Se il test da esito positivo, l’impianto può essere dichiarato
conforme alla norma selezionata (EN50173, ISO/IEC 11801,
TIA/EIA 568) ed è possibile redigere il rapporto finale.
Se viceversa si ottiene un esito negativo, è necessario andare a
ricercare la causa di tale fallimento e rimuoverla.
Si riportano di seguito alcuni suggerimenti sulle cause degli
errori più comuni.
Errori di tipo generale:
E’ stata selezionata la corretta classe/categoria ?
Il software dello strumento certificatore è aggiornato?
E’ stato utilizzato la corretta testina di misura ?
Si sta testando un channel o un permanent link ?
E’ stato inserito il valore della velocità di propagazione adeguato
(NVP) ?
I valori di “pass” al limite possono essere accettati
temporaneamente, ma richiedono un’indagine supplementare,
a seconda dei parametri, come specificato di seguito.
40
50
1,2
3,6
4,5
7,8
60
70
80
100
300
200
Frequenza (MHz)
400
500
Fig. xx: Esempio di risultato di una verifica di un parametro trasmissivo
(NEXT, near end crosstalk).
In Fig. xx è riportato un esempio di verifica di NEXT (near end
crosstalk). La curva rossa rappresenta il limite normativo in
funzione della frequenza (es. 1…500 MHz, classe Ea). Le curve
di vari colori rappresentano la misura di attenuazione eseguita
iniettando un segnale di prova nella coppia AA terminata sulla sua
impedenza e misurato su una delle tre coppie adiacenti (terminate
da ambo i lati sull’impedenza caratteristica) nello stesso lato
dell’iniezione (near end). Permutando le misure su tutte e quattro
le coppie e per facendo la misura su ciascuna delle tre adiacenti,
eseguendo le misure su entrambi i lati del link, si ottengono:
3*4*2 = 24 curve. Per avere un esito positivo tutte queste curve
devono stare al di sotto del limite e il valore minimo della
differenza in dB tra la curva limite e tutti i punti delle curve rilevate
costituisce il margine di conformità. Analoghe considerazioni
possono essere fatte per tutti gli altri parametri: attenuazione,
return loss, PSNEXT, ACR, ANEXT, PSANEXT, AACR, PSAACR,
LCL, ritardo di propagazione, delay skew….
Errori sulla lunghezza del cablaggio:
Lunghezza misurata oltre i limiti consentiti:
Il cavo è effettivamente troppo lungo. Valutare la
possibilità di ridurre le ricchezze di cavo alle connessioni o di
seguire altri percorsi di posa.
Il valore della velocità di propagazione (NVP) non è stato
impostato correttamente.
Lunghezza misurata palesemente corta rispetto a quella
installata:
Rottura intermedia nel cavo
Una o più coppie risultano significativamente più corte:
Cavo danneggiato
Connessione errata
Ritardo di propagazione/delay skew (superiore ai limiti):
Cavo troppo lungo (ritardo di propagazione)
Il cavo utilizza materiali isolanti diversi per le coppie che lo
compongono (se confermato, deve essere sostituito)
Attenuazione:
Lunghezza eccessiva
Cordoni di bassa qualità
Alta impedenza nelle connessioni (serve poi una misura
dedicata)
Uso erroneo di componenti di categoria inferiore (es. cordone
5E in link classe E)
Esecuzione non corretta della routine di auto-calibrazione
dello strumento certificatore.
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
45
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
GUIDA TECNICA BTNET
NEXT e PSNEXT (“fail”):
L’intestazione dei connettori/prese è stata fatta non
rispettando le regole di “svolgimento” (poor twisting) delle
singole coppie
Adattamento di impedenza insufficiente tra connettori e prese
(più probabile mischiando componenti di costruttori differenti
per categoria 6 e superiori)
Uso di testina di misura non corretta nello strumento
certificatore
Cordoni, connettori, prese, cavi di bassa qualità
Fascette troppo strette nei fasci di cavi
Presenza di interferenti in prossimità del link
Vedi errori return loss: gli errori di NEXT possono esserne una
conseguenza, causa l’elevata ampiezza del segnale riflesso.
NEXT e PSNEXT (“pass” in condizione di errore – “fail”
nascosto,
che potrebbe presentarsi in futuro):
Un cavo di buona qualità può sopportare nodi o piegature di
modesta entità
Procedura di test erroneamente selezionata: un link di
classe E “scarsa” può superare il test di classe D
erroneamente impostato (controllare al volo gamma di
frequenza).
“fail” a basse frequenze e “pass” ad alta frequenza: il
problema riguarda in realtà tutta la gamma di frequenze e
può essere imputato ad una delle cause di cui sopra.
Return loss (“fail”):
Impedenza caratteristica dei cordoni non corretta (diversa da
100 Ω )
Cordoni danneggiati hanno perso il valore dell’impedenza
caratteristica
Perdita del passo di “twistatura” durante l’installazione
Eccesso di cavi ammassati nelle scatole contenenti le prese
terminali
Connettori/prese di scarsa qualità
Bassa qualità del cavo : impedenza caratteristica non
uniforme per tutta la lunghezza
Adattamento di impedenza insufficiente tra connettori e prese
(più probabile mischiando componenti di costruttori diversi
per categoria 6 e superiori).
Uso erroneo di cavo con impedenza caratteristica 120 Ω
(componenti di vecchia generazione)
Eccessiva scorta di cavo negli armadi
Auto-calibrazione dello strumento eseguita in modo
non corretto e/o selezione di cavi e testine di misura non
appropriati.
Return loss (“pass” in condizione di errore – “fail” nascosto, che
potrebbe presentarsi in futuro):
Un cavo di buona qualità può sopportare nodi o piegature di
modesta entità
Selezione erronea di limiti più bassi
“fail” a basse frequenze e “pass” ad alta frequenza: il
problema riguarda in realtà tutta la gamma di
frequenze e
può essere imputato ad una delle
cause di cui sopra.
ELFEXT e PSELFEXT:
Vedi NEXT
Cavo in eccesso (ricchezza di cavo) avvolto in spire troppo
strette
46
Resistenza:
Eccessiva lunghezza del cavo
Contatti ossidati
Conduttori collegati male nei connettori o prese
Cavo con spessore di conduttori erroneamente sottile
(controllare il valore nominale di AWG) o Cordone di scarsa
qualità.
7.3.  CABLAGGIO IN FIBRA OTTICA
7.3.1.  CABLAGGIO IN FIBRA OTTICA : CONTROLLO
VISIVO
Questa fase per quanto semplice e immediata permette di:
controllare i riferimenti dei componenti installati
accertarsi dell’assenza di sollecitazioni meccaniche eccessive
sui cavi (es. individuazione di punti con raggi di curvatura
palesemente non corretti.
verificare che le fascette non stringano eccessivamente i fasci;
che non ci siano evidenti deformazioni delle guaine.
controllare il cablaggio di prese e pannelli di permutazione:
corretto collegamento di tutti i conduttori.
verificare la pulizia delle superfici di interfaccia dei componenti.
verificare che i cordoni siano compatibili con il tipo della fibra
ottica del link (es. 50/125µm).
Sono disponibili commercialmente degli apparecchi di ausilio al
controllo visivo e di pulizia delle superfici dei connettori.
Esempi di microscopio per controllo visivo delle superfici dei connettori e
kit di pulizia degli stessi.
7.3.2. CONTROLLO CONNETTIVITÀ
Analogamente a quanto avviene per il cablaggio in rame, questa
fase consente di stabilire se le connessioni sono state fatte in
modo corretto.
Mediante un dispositivo detto “Visual fault locator” è possibile
iniettare della luce visibile in una terminazione di un link e
verificarne l’uscita dall’altro capo. Con questo sistema si
individuano anche rotture, pieghe eccessive, errori macroscopici
di intestazione dei connettori. Errori di questo tipo di minore
entità possono sfuggire al controllo di connettività ma possono
essere individuati con il più preciso test rifletto metrico di cui al
paragrafo 7.7.
Test riflettometrici: si basano sulla misura del tempo necessario
ad un impulso di luce a percorrere la distanza del link in avanti e
all’indietro (dopo riflessione). Si utilizza uno specifico strumento
chiamato OTDR.
I segnali riflessi sono di due tipi : “forti” e “deboli”. I primi,
generati dalla riflessione di Fresnel, indicano la presenza di
micro-fratture nella fibra. Le riflessioni deboli sono causate
dalla retro-diffusione della luce e permettono di misurare
l’attenuazione.
Esempio di apparecchi “visual fault locator” disponibili
commercialmente.
dB
0
7.3.3.  VERIFICA DEI PARAMETRI TRASMISSIVI
I parametri trasmissivi da verificare nel caso di link ottici sono:
Attenuazione (dB)
Polarità
Lunghezza (m)
Perdita di ritorno (return loss, dB)
Tempo di propagazione (ns), opzionale.
La verifica dei parametri trasmissivi per il cablaggio in fibra
ottica avviene con metodi:
Fotometrici
Riflettometrici.
Test fotometrici: sono basati sulla misura dell’attenuazione
di un impulso luminoso, di lunghezza d’onda nominale per il
tipo di link, applicato tra le due estremità da uno strumento
certificatore.
I valori di lunghezza d’onda che gli strumenti certificatori devono
avere (secondo EN 50346):
Fibre multimodali:
850nm ± 30 nm
1300 nm ± 20 nm
-5
A
-10
B
-15
0
1
2
3 C
4 km
Esempio di misura riflettometrica: l’andamento decrescente permette
di misurare l’attenuazione (AB). I picchi localizzano situazioni di
riflessione di Fresnel, localizzate in punti particolari in cui sono presenti
discontinuità all’interno della fibra dovute a connessioni.
In C l’attenuazione dopo il picco cade a - ∞, segno evidente di una rottura.
Fibre monomodali:
1310 nm ± 10 nm
1550 nm ± 20 nm
Analogamente a quanto accade per i test su cavo in rame, lo
strumento certificatore è costituito da una unità trasmittente
ed una ricevente che si scambiano i segnali. La misura di
attenuazione ottica del segnale è sufficiente a certificare un link.
Tuttavia in caso di problemi, è necessario effettuare delle misure
supplementari di tipo riflettometrico per poter ricercare le cause
dei fallimenti.
Esempio di strumento certificatore fotometrico.
Esempio di OTDR.
Le misure riflettometriche devono essere eseguite utilizzando la
cosiddetta “fibra di lancio”, ossia un tratto di cavo aggiuntivo al
link da verificare che permette di eliminare la “zona morta” dello
strumento ed analizzare così il link in tutta la sua lunghezza.
I primi metri di cavo non sarebbero visibili senza la fibra di lancio.
Mettendo insieme le informazioni di cui sopra, si può sintetizzare
il metodo più efficace per la verifica dei cablaggi in fibra ottica in
cinque punti:
1) Controllo visivo del cavo in bobina: verifica preliminare del tipo
di cavo, assenza di danni macroscopici
2) Misura riflettometrica della fibra nuda prima della posa:
verifica dell’assenza di micro-danni al cavo
3) Misura rifletto metrica della fibra nuda dopo la posa: verifica di
micro danni al cavo subentrati in fase di posa
4) Controllo visivo + pulizia di connettori
5) Test finale su fibra installata e connetto rizzata: con metodo
fotometrico e/o riflettometrico.
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
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IL CABLAGGIO STRUTTURATO
49
SOLUZIONE PER IMPIANTI
SOLUZIONE PER IMPIANTI
MEDIO/PICCOLI
L’esempio mostra un edificio su un piano
di circa 175m2, suddiviso internamente
con pareti mobili di tipo open space che
delimitano gli uffici.
Vengono previste 30 postazioni di Lavoro
(1 ogni 6 m2 circa anziché 1 ogni 10m2
consigliato normativamente) costituite
ciascuna da 2 connettori RJ45 (una
porta dati e una porta telefonica).
La distribuzione delle linee avviene
partendo da un armadio da 24 unità
posizionato nel corridoio contenente:
pannelli di permutazione dati, passacavi,
mensole per apparati attivi, blocchi di
alimentazione, iniettori PoE per alimentare
i dispositivi Wi-Fi. Questo tipo di impianto
prevede solo una soluzione di cablaggio
orizzontale con pannelli di permutazione
e connettori di tipo toolless evitando così
una doppia permutazione tra dati e fonia
(vengono usate le porte del pannello
dati differenziando le porte foniche con
apposita etichetta).
Durante la progettazione bisogna ricordarsi
di mantenere sempre un margine di porte
RJ45 libere per ampliamenti futuri.
Un sistema di canalizzazione INTERLINK
OFFICE porta le varie linee alle scrivanie
ognuna delle quali è attrezzata con una
minicolonna monofacciale per le linee di
telefonia / dati ed energia. Il sistema di
distribuzione a soffitto INTERLINK OFFICE
mediante canali a campana, permette di
distribuire l’illuminazione negli uffici, come
implemento alla rete cablata si realizza
una rete Wi-Fi con access point da incasso
su linea civile
Access point Wi-Fi
Armadio da
pavimento da
24 unità
50
Minicolonna
Monofacciale
INTERLINK
OFFICE
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’IMPIANTO
175 m2
Superficie
N° di postazioni di lavoro
30
N° di prese informatiche
30
N° di prese telefoniche
30
N° Access Point Wi-Fi
2
Distribuzione a parete e a soffitto
INTERLINK OFFICE
TOTALE PRESE
60
ARTICOLI DA ORDINARE PER LA REALIZZAZIONE DELL’ARMADIO DI PIANO
Articolo
Descrizione
Quantità
Unità rack
C9024C6TAQ
Pannelli di permutazione completi con 24 connettori
RJ45 CAT. 6 UTP toolless. Fissaggio senza viti Quick Fix
2
2
C9024CSTAQ
Pannello di permutazione componibile per connettori toolless Fis1
saggio senza viti Quick Fix
1
C9079PC6
Blocco di 6 connettori toolless RJ45 per pannello di permutazione
2
componibile ad installazione frontale, categoria 6 UTP
0
L9490
Access Point PoE. 4 moduli serie LIVING.
2
0
C9480N
Alimentatore PoE 4 porte
1
0
Da inserire nel pannello di
permutazione componibile
C9079PC6
Blocco di 6 connettori toolless RJ45 per pannello di permutazione
1
componibile ad installazione frontale,categoria 6 UTP
0
Cablaggio orizzontale per
gli Access Point
C9111P6
Mensola di supporto in lamiera fissaggio senza viti Quick Fix
2
4
C9101U1Q
Pannello per l'organizzazione orizzontale dei cordoni di permuta4
zione. Fissaggio senza viti Quick Fix. 1 unità rack.
4
C9152LC
Blocco di alimentazione 6 prese con interruttore e cavo. 1,5 unità
rack.
1
1,5
C9215U/6
Patch cord 1 CAT. 6 UTP 1,5 m
64
0
C9100U1Q
Pannello cieco in lamiera. Fissaggio senza viti Quick Fix. 1 unità
4
rack.
4
C9122L6
Gruppo di ventilazione precablato con 2 ventole
0
-
TOTALE UNITA’ RACK
Cablaggio orizzontale per 60
prese RJ45 (30 dati, 30 fonia)
Per 60 prese RJ45;
2 Access Point; 2 PoE
16,5
C9324D66
Armadio rack da pavimento 24 unità.
1
24
L4279C6
Connettore RJ45 toolless CAT.6 U/UTP LIVING
60
0
L4285C
Caricatore USB
30
0
BTNET
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NOTE
Opzionale in caso di placche a
tre moduli per postazione
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
51
SOLUZIONE PER IMPIANTI
SOLUZIONE PER IMPIANTI
MEDIO/GRANDI (RAME E FIBRA OTTICA)
Edificio adibito ad uffici e suddiviso su 3 piani
di circa 140m2 per piano.
Sistema di distribuzione utilizzando un armadio
come gestore dei servizi per il piano terra e con
le partenze delle dorsali in fibra ottica per il
collegamento degli armadi di piano.
Si prevedono 20 postazioni di lavoro (per
piano - 1 ogni 7m2 circa anziché 1 ogni
10m2 consigliato normativamente) costituite
ciascuna da 2 connettori RJ45.
Il cablaggio orizzontale viene realizzato in
CAT. 6 UTP, le dorsali in fibra ottica.
La distribuzione delle linee avviene partendo
da un armadio da 42 unità rack (posizionato al
piano terra) contenente:
pannelli di permutazione, passacavi, le
mensole per gli apparati attivi ed i blocchi di
alimentazione per la gestione del cablaggio
orizzontale dei piani
cassetti ottici per la distribuzione in fibra
ottica delle dorsali dati
pannelli telefonici per la distribuzione della
dorsale fonica.
Durante la progettazione bisogna ricordarsi di
mantenere sempre un margine di porte RJ45
libere per ampliamenti futuri. Il sistema di
canalizzazione INTERLINK OFFICE porta i vari
servizi alle postazioni di lavoro e mediante la
canalizzazione a soffitto è possibile distribuire
il sistema di illuminazione.
Verrà realizzata una rete Wi-Fi evoluta con
differenziazione del traffico.
Dorsale
realizzata
in fibra ottica
Access Point
Wi-Fi
Minicolonna
Monofacciale
INTERLINK
OFFICE
Armadio da
pavimento
da 42 unità
52
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’IMPIANTO
175 m2 (per piano)
Superficie
N° di postazioni di lavoro
60
N° di prese informatiche
60
N° di prese telefoniche
60
N° Access Point Wi-Fi
1
Distribuzione a parete e a soffitto
INTERLINK OFFICE
TOTALE PRESE
120
ARTICOLI DA ORDINARE PER LA REALIZZAZIONE DEL CENTRO STELLA DEL PIANO TERRA (40 PUNTI RETE PIÙ DORSALI)
Articolo
Descrizione
Quantità
Unità rack
NOTE
C9024C6TAQ
Pannelli di permutazione completi con 24 connettori
RJ45 CAT. 6 UTP toolless. Fissaggio senza viti Quick Fix
2
2
Cablaggio orizzontale dei
40 punti rete
C9120N
Cassetto ottico 24 fibre
1
1
C9120SCN
Blocco di bussole ottiche a 6 FO MM SC per cassetto ottico
2
0
C9130SC50N
Connettore ottico singolo per cavo in fibra ottica multimodale
50/125µm. Connessione tipo SC
12
0
C9079PB
Falso polo per cassetti ottici 6 posizioni
2
0
C9048TELNQ
Pannello di permutazione precaricato tipo Toolless completo
con 48 connettori RJ45 CAT.3.
3
3
7
7
3
6
C9101U1Q
C9112P8
Pannello passacavi in lamiera. Fissaggio senza viti Quick Fix.
1 unità rack.
Mensola di supporto estraibile P 800 mm in lamiera fissaggio
senza viti Quick Fix
C9152LC
Blocco di alimentazione. 1,5 unità rack.
2
3
C9122L8
Piastra di ventilazione forzata 3 ventole
1
0
C9490S
Access Point Wi-Fi da controsoffitto a larga banda
1
0
C9024CSTAQ
Pannello di permutazione componibile per connettori toolless
Fissaggio senza viti Quick Fix
1
1
C9480N
Alimentatore PoE 4 porte
1
0
33525
Controller supervisione Wi-Fi
1
0
C9215U/6
Patch cord 1 CAT. 6 UTP 1,5 m
162
0
C9302SCSC
Patch cord ottica tipo duplex SC-SC
4
0
TOTALE UNITA’ RACK
C9342D88
Armadio rack da pavimento 42 unità.
Dorsale telefonica di edificio
(120 linee telefoniche coposte
da 40 linee per piano)
Da inserire nel pannello di
permutazione componibile
Per 40 prese RJ45 cablaggio di
piano; 120 dorsale telefonica;
1 PoE; 1 Wi-Fi
Solo per fibre attive e backup
piano 1° e piano 2°
23
1
42
BTNET
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Dorsale di edificio ( 12 fibre
composte da 6 piano 1°,
6 piano 2°)
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
53
SOLUZIONE PER IMPIANTI
SOLUZIONE PER IMPIANTI
MEDIO/GRANDI (RAME E FIBRA OTTICA)
ARTICOLI DA ORDINARE PER LA REALIZZAZIONE DEL QUADRO DI PIANO 1° (40 PUNTI RETE = 20 DATI, 20 FONIA)
Articolo
Descrizione
Quantità
Unità rack
NOTE
C9024C6TAQ
Pannelli di permutazione completi con 24 connettori
RJ45 CAT. 6 UTP toolless. Fissaggio senza viti Quick Fix
2
2
Cablaggio orizzontale dei
40 punti rete
C9024CSTAQ
Pannello di permutazione componibile per connettori toolless
Fissaggio senza viti Quick Fix
1
1
C9125N
Mini cassetto ottico 6 FO da pannello di permnutazione
1
0
C9120SCN
Blocco di bussole ottiche a 6 FO MM SC per cassetto ottico
1
0
C9130SC50N
Connettore ottico singolo per cavo in fibra ottica multimodale
50/125µm. Connessione tipo SC
6
0
C9450FR2
Convertitore rame-ottico 10/100 base T - FX
1
0
C9048TELNQ
Pannello di permutazione precaricato tipo Toolless completo
con 48 connettori RJ45 CAT.3.
1
1
C9101U1Q
Pannello passacavi in lamiera. Fissaggio senza viti Quick Fix.
1 unità rack.
4
4
C9110P4
Mensola di supporto a sbalzo in lamiera fissaggio
senza viti Quick Fix
1
2
C9152LC
Blocco di alimentazione. 1,5 unità rack.
1
1,5
C9146
Ventola modulare da quadro
1
0
C9490S
Access Point Wi-Fi da controsoffitto a larga banda
1
0
C9480N
Alimentatore PoE 4 porte
1
0
Da inserire nel pannello di
permutazione componibile
C9215U/6
Patch cord 1 CAT. 6 UTP 1,5 m
62
0
Per 40 prese RJ45; 20 dorsale
telefonica; 1 PoE; 1 Wi-Fi
C9302SCSC
Patch cord ottica tipo duplex SC-SC
2
0
Solo per fibre attive e backup
TOTALE UNITA’ RACK
C9316P6
54
Quadro da parete 16 unità profondo 600 mm
11,5
1
16
Dorsale di piano (2 fibre attive,
2 backup, 2 per espansione)
Dorsale telefonica
(20 punti attivi)
ARTICOLI DA ORDINARE PER LA REALIZZAZIONE DEL QUADRO DI PIANO 2° (40 PUNTI RETE = 20 DATI, 20 FONIA)
Articolo
Descrizione
Quantità
Unità rack
NOTE
C9024C6TAQ
Pannelli di permutazione completi con 24 connettori
RJ45 CAT. 6 UTP toolless. Fissaggio senza viti Quick Fix
2
2
Cablaggio orizzontale dei 40
punti rete
C9024CSTAQ
Pannello di permutazione componibile per connettori toolless
Fissaggio senza viti Quick Fix
1
1
C9125N
Mini cassetto ottico 6 FO da pannello di permnutazione
1
0
C9120SCN
Blocco di bussole ottiche a 6 FO MM SC per cassetto ottico
1
0
C9130SC50N
Connettore ottico singolo per cavo in fibra ottica multimodale
50/125µm. Connessione tipo SC
6
0
C9450FR2
Convertitore rame-ottico 10/100 base T - FX
1
0
C9048TELNQ
Pannello di permutazione precaricato tipo Toolless completo con
48 connettori RJ45 CAT.3.
1
1
C9101U1Q
Pannello passacavi in lamiera. Fissaggio senza viti Quick Fix.
1 unità rack.
4
4
C9110P4
Mensola di supporto a sbalzo in lamiera fissaggio senza viti Quick
Fix
1
2
C9152LC
Blocco di alimentazione. 1,5 unità rack.
1
1,5
C9146
Ventola modulare da quadro
1
0
C9490S
Access Point Wi-Fi da controsoffitto a larga banda
1
0
C9480N
Alimentatore PoE 4 porte
1
0
Da inserire nel pannello di
permutazione componibile
C9215U/6
Patch cord 1 CAT. 6 UTP 1,5 m
62
0
Per 40 prese RJ45; 20 dorsale
telefonica; 1 PoE; 1 Wi-Fi
C9302SCSC
Patch cord ottica tipo duplex SC-SC
2
0
Solo per fibre attive e backup
TOTALE UNITA’ RACK
C9316P6
Quadro da parete 16 unità profondo 600 mm
Dorsale di piano (2 fibre attive,
2 backup, 2 per espansione)
Dorsale telefonica
(20 punti attivi)
11,5
1
16
PUNTI DI LAVORO
L4279C6
Connettore RJ45 toolless CAT.6 U/UTP LIVING
120
-
L4285C
Caricatore USB
60
-
BTNET
WWW.PROFESSIONISTI.BTCINO.IT
Opzionale in caso di placche a
tre moduli per postazione
IL CABLAGGIO STRUTTURATO
55