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COLLEZIONISMO
HASSELBLAD 2000
ome è noto i primi due modelli della
fotocamera svedese Hasselblad possedevano l’otturatore a tendina e solo
successivamente nel 1957 questo fu incorporato nelle ottiche Zeiss della serie CF come
otturatore centrale.
Tuttavia nel 1977 la società si decise a introdurre una nuova fotocamera, dotata nuovamente di otturatore a tendina al titanio e
con una serie di nuove caratteristiche, denominata 2000FC (Focal Plane e Compur), appunto dal tempo massimo di otturazione possibile con la nuova fotocamera. Seguita dalla
FC/M, e dalla FC/W del 1984, dotata d’innesto del winder, la serie continuò con la
2003/W del 1988, la cui produzione si concluse nel 1990.
La caratteristica principale del sistema Hasselblad è sempre stata la perfetta continuità e
intercambiabilità degli elementi del sistema,
e, infatti, anche le ottiche CF (posizionate sulla posa B), i magazzini e i mirini potevano essere montati sulle nuove fotocamere, che solo
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APRILE 2010 FOTOGRAFIA REFLEX
di Pierpaolo Ghisetti
a prima vista potevano essere considerate un
ritorno al passato, ovvero all’otturatore a tendina, ma che in realtà presentavano tutta una
serie d’innovazioni e un funzionamento sicuro ed affidabile, che in realtà i primi modelli
non potevano certo esibire.
Il cuore del nuovo sistema è rappresentato
da un otturatore elettronico composto da una
sottilissima tendina al titanio di appena
0,015mm, che permette un tempo sincro di
L’otturatore
elettronico a
tendina fino a
1/2000 sec entra nel
sistema svedese
1/90 di secondo e di raggiungere il notevole
tempo di otturazione di 1/2000 di secondo,
ben due valori in più del classico 1/500 di secondo permesso dagli otturatori inseriti nelle
ottiche. La ghiera dei tempi è posta proprio a
ridosso del bocchettone porta ottiche, e comandata da una levetta leggermente sporgente. Inoltre sono possibili anche i tempi di posa intermedi, mentre una piccola levetta a L,
posta lateralmente, provvede al blocco della
ghiera dei tempi, se richiesto. Questa meraviglia tecnologica è naturalmente alimentata da
una batteria PX28 da 6 volt, posta sul fianco
della fotocamera. A questo otturatore è abbinato il ritorno automatico dello specchio, una
vera innovazione rispetto alla classica serie
500C. Inoltre, poiché lo specchio si trova posizionato molto più vicino rispetto alla lente
posteriore dell’obiettivo, a parità di superficie dello specchio, viene evitato l’effetto di
vignettatura.
Dalle prove pratiche si evince che il nuovo
otturatore Hasselblad è molto preciso sino al
CARL ZEISS PLANAR 110mm f/2 F
Particolare ravvicinato del lato sinistro: si
nota la levetta di blocco della ghiera dei
tempi e il vano porta batteria.
In apertura, Hasselblad 2000 FC/W con
obiettivo Carl Zeiss Planar 110mm f/2.
A destra, foto scattata
a Larzonei, nella zona del passo Falzarego,
provincia di Belluno, con Carl Zeiss
Planar 110mm f/2.
1/1000 di secondo e solo il tempo massimo
di 1/2000 arriva in realtà ad 1/1500 di secondo, con una leggera sovraesposizione di
mezzo stop.
Nel modello FC/M un sensore provvede
ad aprire l’otturatore non appena si toglie il
magazzino, per evitare possibili danni alla
Hasselblad FC/W con pozzetto aperto ed ottica smontata.
tendina, difetto che era stato lamentato dagli
utenti con il primo modello, privo di questo
importante dispositivo di sicurezza.
Complessivamente una FC/M è composta
da 580 pezzi, molti di più di una 500C, a
causa dell’elaborato sistema dell’otturatore e
del sofisticato ammortamento dello specchio. All’interno della nuova manovella di
avanzamento sono segnate tre posizioni diverse per il comando dello specchio (ritorno
automatico, ritorno a comando, sollevato).
Altre innovazioni sono la guarnizione interna in teflon del bocchettone porta ottiche,
il rivestimento in palpas dell’ultimo modello, 2003/W, dotato anche di schermo luminoso di messa a fuoco tipo Acute Matte.
In realtà la presenza di un otturatore a tendina presenta reali vantaggi nella costruzio-
Questo obiettivo, introdotto nel 1977 e in produzione sino al 1990, con un totale stimato di
5000 pezzi, potrebbe giustificare da solo l’esistenza della serie 2000. Con una minima distanza di messa a fuoco di soli 0,8cm (come il Makro Planar 120mm) e composto da 7 lenti in 6 gruppi, nel classico schema Planar, pesa 750g. Il barilotto esibisce una grafica naturalmente diversa rispetto alla linea CF, ma è presente il classico pulsante di accoppiamento
dei tempi e dei diaframmi, in base ai valore luce. La visione nel mirino, grazie alla combinazione del luminoso schermo di messa a fuoco e all’apertura relativa da primato dell’ottica
(la più luminosa del sistema Hasselblad in assoluto), è straordinaria, e permette veramente
una resa selettiva del soggetto ripreso.
Questo obiettivo sfrutta l’esperienza Zeiss nelle ottiche cinematografiche luminose, che sono concepite per lavorare costantemente alla massima apertura del diaframma: il rendimento ottico, per incisione e uniformità ai bordi è semplicemente stupefacente già a tutta
apertura, mentre la distorsione si attesta, come in tutte le ottiche luminose, su quasi il due
per cento; la vignettatura è abbastanza visibile a tutta apertura. Il trasferimento di contrasto rende i soggetti ripresi tridimensionali, con colori saturi ma separati.
Non meraviglia pertanto che una rivista americana abbia posizionato questo obiettivo tra i
dieci migliori di ogni tempo, e secondo chi scrive, con perfetta legittimità. Un capolavoro che
risolve egregiamente l’eterna, difficile equazione tra luminosità ed alta resa ottica.
ne delle ottiche, sia per quanto la luminosità
massima che nella minima distanza di messa
a fuoco, in quanto l’otturatore centrale disposto nell’ottica, oltre a rappresentare un
costo, con la sua strozzatura limita in modo
definitivo i suddetti parametri. Da queste
considerazioni è nata la nuova linea di ottiche F, dotate mediamente di uno stop in più
di luminosità rispetto ai ‘confratelli’ CF, tra
cui segnaliamo il 50mm f/2,8, il 350mm f/4,
il 150mm f/2,8 e soprattutto il formidabile
110/2 di cui parliamo a parte. Inoltre tutte le
ottiche F possiedono distanze minime di
messa a fuoco nettamente inferiori a quelle
del sistema CF.
Tutto questo veniva a costare, nel 1982,
ben 3.350.000 lire, ovvero ben un milione in
più della classica 500CM, e ottocentomila lire in più della super elettronica Rollei SLX.
La Pentax 6x7 costava solo 1.300.000, e que-
sta scala di valori indica chiaramente come
la 2000 FC si ponesse al vertice del mercato.
In conclusione l’esistenza della serie 2000
viene giustificata non tanto dalle tante sofisticate novità tecnologiche incorporate, ma
trova la sua reale funzione nell’ampliamento
del parco ottiche del sistema Hasselblad,
senza tradire minimamente i canoni costruttivi e di integrazione dei singoli elementi, caratteristica che ha segnato il successo e la peculiarità del sistema svedese.
Su Hasselblad abbiamo pubblicato:
DATA CAMERA LUNARE
MARZO 2000
SWC
GENNAIO 2001
1000 F
FEBBRAIO 2003
DISTAGON 60mm
FEBBRAIO 2004
IL CUBO DI VICTOR
OTTOBRE 2007
DISTAGON 50
APRILE 2009
FOTOGRAFIA REFLEX APRILE 2010
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