Acquariforum L'acquario marino e il metodo berlinese Inviato da Webgandalf Una volta gli acquari marini erano adatti solo a contenere i pesci . Il livello degli inquinanti in acqua era talmente elevato da non consentire la vita degli invertebrati. Dove si cercavano soluzioni alternative il rischio era troppo elevato . Vediamo gli allestimenti che si usavano all’epoca e quali sono i loro principali difetti. Filtro biologico e Sottosabbia Allestimento in voga fino a ad una ventina di anni fa. L’ arredo era composto da rocce morte quindi solo un fattore estetico senza le preziose caratteristiche proprie di quelle vive. Veniva inserita una griglia sul fondo della vasca cui era collegata una pompa. Questa pompa aspirava acqua obbligandola quindi a passare attraverso la sabbia del fondo che si trasformava in, né più né meno , un filtro biologico ossidante. Quali problemi poteva portare? Semplice, alla fine le feritoie del filtro sottosabbia s'intasavano bloccando il passaggio dell’acqua rendendo così inutile il filtro. Naturalmente in una vasca allestita con rocce, sabbia, pesci etc etc, l’unica soluzione per sbloccarlo consisteva nello smontare tutta la vasca, togliere la griglia, sturarla e rimetterla. Oltre a questo un altro problema che si poteva ravvisare era l’accumulo di sostanze inquinanti (NO3) che rendeva impossibile la vita ai coralli. Filtro biologico e Denitratore Per ovviare al problema dei nitrati fece la sua comparsa una particolare tipo di filtro , il denitratore appunto. Questo filtro ha un passaggio dell’acqua LENTISSIMO al suo interno (si parla di meno di un lt/ora). Nel momento dell’ ingresso dell’ acqua l’ ossigeno andrà piano piano a consumarsi nel suo percorso fino ad arrivare al punto in cui i batteri da aerobici diverranno solo più anaerobici. Questi batteri per vivere saranno costretti (non trovando ossigeno libero) ad iniziare a scinderlo dall’ NO3. Sembra la soluzione ideale, vero? Purtroppo però non è così. Il denitratore necessita per funzionare nel modo corretto di regolazioni frequenti, di un determinato Redox, di essere alimentato. I rischi connessi all’ uso di un tale strumento sono tutt’altro che sottovalutabili se il Redox si alzava troppo il denitratore non funzionava, se si abbassava troppo c’era il rischio di un rilascio di anidride solforosa. In questo consistette l’ evoluzione che portò al metodo che ora è il più usato. In cosa differisce il berlinese dagli altri? Semplice. Negli altri si tentava di correggere un problema dopo che questo si era presentato, nel berlinese invece si evita direttamente il problema limitando il più possibile le fonti di inquinamento ed utilizzando supporti naturali per consumare gli inquinanti già presenti. Ovviamente se elimino il problema alla radice tutto funzionerà senza problemi. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum Vediamo quindi come si struttura e come funziona il metodo berlinese. Prima di tutto le Regolette d’oro del moderno acquario di barriera che ogni reefer deve tenere in considerazione quando va ad allestire una vasca. 1 ) Le rocce vive: 1 Kg ogni 4/5 litri di acqua 2 ) Movimento: almeno 20 volte il volume totale della vasca 3 ) Niente sabbia 4 ) Illuminazione adeguata alle esigenze degli ospiti 5 ) Forte schiumazione Queste sono le regole del nostro acquario marino . Una premessa prima di iniziare. Il berlinese non è l’ unico modo di gestire l’ acquario marino ma il più diffuso. Esistono molti metodi, alcuni sensati altri no, per la gestione di un acquario. Esistono alcuni negozianti ( e clienti ) che ancora propugnano il vecchio sistema di gestione dell’ acquario marino con uno, due, tre filtri biologici . Personalmente non capisco 2 cose … la prima: Dov’è la differenza tra un Ram e un Ocellaris in termini di scarti biologici prodotti? Spiego meglio. Hanno paura che un Ocellaris defechi come un elefante visto che di solito non si accontentano mai di mettere un filtro normale … , no bisogna mettere il più grosso possibile ed immaginabile … La seconda: Perché mettere un biologico se già ci sono le rocce vive? Vedremo insieme quali sono i pregi di una simile tecnica e quali sono i punti che di solito creano le maggiori discussioni tentando di venirne a capo. ROCCE VIVE http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum A cosa servono ? Le rocce vive hanno diversi scopi: - Filtraggio: Sono loro il principale ( unico ) filtro secondo il metodo berlinese. In superficie provvederanno a iniziare il ciclo dell’ azoto trasformando gli inquinanti in nitrati. Fin qui è cosa accadrebbe in un normale filtro ossidante. Il punto di forza delle rocce è che all’ interno della roccia stessa si ottiene una forte riduzione dei nitrati grazie alla zona anaerobica presente all’ interno della roccia stessa. In pratica una semplice roccia riesce a chiudere il ciclo dell’ azoto. - Biodiversità: Queste rocce non sono solo considerate vive per i batteri al loro interno ma anche per tutta la vita che portano in dote. Piccoli spirografi, anfipodi, stelle marine, lumachine, granchietti, alghe ed a volte coralli. Non tutti questi intrusi sono ben accetti in una vasca di barriera ( ad esempio granchi o anemoni infestanti – aiptasie , maiano ) ma la maggior parte di loro si. Svolgendo il ruolo di detrivori si cibano degli scarti degli altri abitanti contribuendo all’ equilibrio della vasca. Svolgendo il ruolo di alghivori ci danno una mano a tenerle sottocontrollo. Semplicemente vivendo danno una mano all’ acquariofilo nel mantenimento di pesci particolarmente difficili a delicati. Uno su tutti per fare un esempio: Synchiropus Splendidus. Questo splendido e coloratissimo pesciolino di nutre dei crostacei che popolano le rocce vive. Solo in un simile ambiente ( oltretutto maturo , si parla di più di un anno prima di poterlo inserire ) potrà trovare cibo a sufficienza per vivere. - Arredo e rifugio: Con i gli anfratti naturalmente presenti in esse e quelli che creerà l’acquariofilo le rocce vive ricreeranno l’ aspetto dell’ ambiente naturale dei pesci. Capiterà di vedere una bavosa nascondersi dentro un anfratto ed iniziare con calma a brucare le alghette presenti. In che quantità ? La regoletta dice : 1 kg ogni 4/5 litri di acqua. Potrà sembrare una quantità eccessiva ma tale quantità è giustificata. - Primo: Solitamente l’acquariofilo tenderà a sovrappopolare la vasca con forte produzione di -inquinanti. Una quantità di rocce elevata potrà contenere i rischi derivanti da questa situazione . - Secondo: In qualunque caso i nitrati in un acquario Reef dovranno essere tenuti a livelli estremamente bassi quindi, più rocce, più consumo di NO3 appunto - Terzo: Maggior numero di rocce maggiore biodiversità di specie. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum Tipi diversi di rocce vive Come non esiste una sola barriera corallina non esiste un solo tipo di rocce vive. Vediamo assieme le principali caratteristiche riscontrabili: - Ex Heliopora Coerulea : Si tratta di un vero e proprio corallo morto ( l’Heliopora appunto ). Questo non deve stupire particolarmente. Tutte le barriere coralline crescono sugli scheletri dei coralli che li hanno preceduti . Infatti le sclerattine sono anche chiamate "I fondatori di Barriera". Nello specifico queste rocce sono molto porose, piene di anfratti, leggerissime. Tutte caratteristiche positive. Secondo alcuni si tratta delle migliori rocce vive utilizzabili in acquario. Il tratto che le distingue al volo è evidente anche ad un occhio inesperto. Se si spezza un angolo di queste rocce l’ interno sarà blu appunto dal colore dello scheletro del corallo. - Fiji: Troppo belle per essere vere. Più leggere delle Heliopora, più porose e maggiormente ricche di vita e di capacità filtrante. Il meglio del meglio. Il problema è uno solo. In Italia con denominazione Fiji si intendono le heliopora pescate in quell’ area non le Vere Fiji. Purtroppo queste sono quasi solo destinate al mercato americano. - Mar Rosso: Anche qua una denominazione commerciale per indicare a grandi linee il luogo di provenienza di queste rocce. Sono decisamente più pesanti (quindi ne serviranno più kg e si spenderà di più) per fare una bella rocciata alta, il potere filtrante è minore rispetto alle 2 citate in precedenza - Indonesia: Di nuovo denominazione commerciale per identificarle. Buone rocce porose e leggere. - Coltivate: Per far fronte al movimento acquariofilo che non vuole depredare le barriere coralline per i proprio acquari le grosse ditte hanno iniziato a produrle artificialment . Per quanto siano un prodotto valido hanno un grosso difetto rispetto a quelle citate finora. Visto che devono essere lasciate a maturare in mare (appunto per diventare vive) devono avere necessariamente un peso molto elevato per evitare che si disperdano (con grosso danno economico per il produttore). L’ efficienza è pari a quella delle altre ed alcuni le mischiano con le normali (specialmente gli americani). Una curiosità: Dovete sapere che alcune di queste rocce sono messe a maturare nelle acque della Florida, una zona sottoposta a fortissimi vincoli – divieto assoluto di prelievo – quindi, un acquariofilo che vuole qualche esemplare di quelle zone sarà costretto a sperare che nelle rocce acquistate (e coltivate appunto lungo le coste della Florida) ne sia rimasta traccia . http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum MOVIMENTO IN ACQUARIO Perché ? Il movimento in un acquario di barriera ha molteplici scopi: Ossigenazione Simulazione Coadiuvazione Nutrizione Desedimentazione e pulizia - Ossigenazione: In un acquario marino non sono ovviamente presenti piante che possano fornire un adeguato apporto di ossigeno ai nostri ospiti (dai coralli ai pesci , tutti hanno bisogno in egual misura di respirare). Le pompe di movimento con la movimentazione superficiale che creano garantiscono appunto questo scambio gassoso alla vasca disperdendo la CO2 in eccesso ed arricchendo l’ acqua di ossigeno. - Simulazione: In mare sono presenti correnti, onde e quant’altro possa muovere l’ acqua. Le nostre pompe appunto serviranno per dare questo effetto e creare un ambiente (anche da questo punto) familiare per i pesci ed i coralli che andremo ad ospitare . In molti casi si è visto che con un movimento superiore si stimola maggiormente la crescita di alcuni tipi di coralli duri. - Coadiuvazione: Il movimento aiuta le rocce vive a svolgere al meglio il proprio lavoro facendo passare l’ acqua in mezzo evitando (pericolose) stagnazioni ed agevolando il compito filtrante delle rocce. - Nutrizione : Un corallo non può muoversi ed ovviamente deve anche lui cibarsi . Non potendo muoversi e non potendo quindi cacciare come farà? Estenderà i propri polipi e aspetterà ( Avete presente il famoso: Se la Maometto non va alla montagna … ). Le pompe di movimento facendo circolare l’acqua attorno ai coralli apporteranno cibo, puliranno il corallo dalle mute, assicureranno un adeguato scambio gassoso. - Desedimentazione e pulizia: L’acqua in movimento può arrivare in luoghi dove un sifone non potrebbe mai accedere. Mantenendo sempre in movimento i sedimenti farà si che questi non si accumulino e raggiungano lo skimmer dove saranno estratti dall’ acqua. Come creare questo movimento in acquario ? Si usano delle pompe sommerse . Queste pompe andranno puntate in modo da non dirigere il flusso direttamente sugli invertebrati ma facendo si che questo arrivi sugli animali di riflesso. In questo modo si creerà una corrente a fascio largo che abbraccerà tutto l’ acquario. Esistono diversi tipi di pompe sommerse, esaminiamone i modelli più diffusi in modo rendere più chiaro il tutto . - Pompe sommerse normali: Le classiche pompe presenti in tutti gli acquari. Il carico dell’ acqua di solito è di solito sotto un coperchio forato da cui può passare l’ acqua ma non gli ospiti delle nostre vasche. L’ uscita dell’ acqua è molto concentrata (infatti in alcuni casi arrivano a far passare 2700 L/h di acqua in un tubo da 12 mm). Il consumo su questi modelli è elevato e conseguenzialmente è elevato il calore prodotto (e che l’ acquariofilo dovrà necessariamente dissipare). http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum - Powerhead: Simili alle pompe sommerse ma … L’uscita è di solito direzionabile , molte sono dotate di aspiratore Venturi. Le caratteristiche sono simili a quelle di una pompa sommersa normale. - Stream: Le Ferrari del movimento nell’ acquario marino. Queste pompe (la denominazione tecnica è propria della Tunze ma ormai con quel nome si intendono tutta una serie di prodotti che rispecchiano con più o meno successo le caratteristiche della caposcuola) hanno una caratteristica che le distingue da tutte le altre : Hanno una bocca d’uscita enorme. Cosa comporta? Semplicissimo, facciamo un esempio . Immaginate di dover far uscire da un foro 3000 L/h di acqua. Se il foro ha un diametro di 12 mm l’acqua uscirà con una forza impressionante rischiando di danneggiare gravemente i corallo. Se invece il foro ha un diametro di 40 mm (4 cm) i 3000 l/h avranno l’aspetto di una brezza leggera che faranno ondeggiare i coralli nel nostro acquario senza però provocare danni. Oltre a ciò la particolare costruzione fa si che siano pompe dai consumi estremamente ridotti e con loro il calore prodotto). Per fare un esempio pratico una pompa normale da 2800 L/h consumerà 45W mentre una stream 5 – 6 W. Considerato anche il costo della corrente elettrica anche questo è un vantaggio da non sottovalutare. Oltre a ciò i modelli di fascia alta possono essere collegate a particolari controller che permettono la simulazione della quiete notturna , le maree, le onde etc etc. - Altro : Esistono anche altri giocattoli tecnologici particolarmente interessanti quali simulatori di onde, di maree etc etc. Visto il costo elevato sono un po’ relegati al livello di “ Giocattoli per miliardari “ ciò non toglie la loro utilità nel avvicinare la simulazione domestica alla realtà dei luoghi di origine dei nostri ospiti. Quanto movimento è necessario? Da 20 volte in su il litraggio della vasca. Quindi si prende il volume in litri dell’ acquario, lo si moltiplica per 20 e si ha la portata necessaria che dovremo applicare (un esempio per chiarire il concetto: Vasca da 200 litri : 200x20 = 4000 L/h questo sarà il movimento totale che dovremo essere in grado di produrre quindi ci affideremo a 2 pompe da circa 2000 litri ora) Naturalmente ospiti diversi hanno esigenze diverse. Alcuni ospiti (per fare un esempio i Discosoma) apprezzeranno un movimento minimo e se esposti ad una forte corrente tenderanno a non prosperare ma ad usare le proprie energie per stare ancorati al loro pezzetto di roccia. Altri invece vorranno correnti veramente forti (pensiamo alle Acropore), In natura alcuni si trovano in zone in cui si infrangono le onde quindi apprezzeranno una bella corrente sostenuta. Come impostarle? Di solito ci si affida ad una semplice riproduzione del flusso delle maree . Quindi, affidandoci a dei timer, le faremo accendere in modo alternato 6 ore caduna (es : pompa di DX accesa dalle 00.00 alle 6.00 , dalle 12.00 alle 18.00. Pompa di Sx accesa dalle 6.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 24.00) Questo è il metodo più diffuso ma ne esistono anche altri (sempre accese, alternate ogni 10 secondi o meno etc etc). Molto sarà nelle mani dell’ acquariofilo che dovrà comprendere quale sia il modo che dia i migliori risultati per la sua vasca. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum Il troppo stroppia ? In alcune vasche si vedono pompe in grado di superare abbondantemente le 30-40 volte il volume della vasca. E’ troppo? Anche qua dipende tutto dagli ospiti che avremo in acquario. Alcuni coralli cresceranno meglio con un movimento fortissimo altri con un movimento minimo. L’ importante è che il movimento sia il quanto più possibile distribuito uniformemente nella vasca in modo che non ci siano zone di corrente fortissima e zone “ferme”. In queste zone ferme si andrebbero ad accumulare i sedimenti ed alla lunga si potrebbe avere formazione di cianobatteri. SABBIA Quanta per fare il fondo ? La filosofia berlinese dice che è meglio non avere nessun fondo o al massimo 1 cm. Perché? Prendiamo l’ acquario, ogni pezzo presente in acquario è una superfice su cui si possono insediare i batteri. Ora come già detto in un acquario reef si fa il possibile per limitare questo. Immaginiamo il classico strato di sabbia da 4-5 cm. Ok, tutta quella superficie diverrà residenza per batteri aerobici. Avremo quindi lo stesso problema che si presenterebbe nell’ utilizzo di un comune filtro. Una marea di nitrati e nessuno in grado di smaltirli del tutto. Nel berlinese la sabbia è limitata al minimo proprio per evitare questo inconveniente. Metterne uno strato minimo non eliminerà il problema ma l’ apporto di nitrati di un bicchiere di sabbia non sarà certo pari a quello di diversi kg. Da fare però una piccola precisazione. Esistono 2 sistemi (che non affronteremo se non in modo molto di massima) che si basano invece su uno spessore elevato del fondo. Si tratta dell’ americano DSB (Deep Sand Bed), in pratica un letto sabbioso molto alto composto di sabbia finissima. Nella prima parte si avrà una riduzione degli inquinanti in nitrati mentre, più sul fondo, si avrà la formazione di zona anaerobiche con conseguente riduzione dei nitrati. Oppure abbiamo lo Jaubert che si differenzia dal DSB per la presenza di un Plenum (un area sotto la sabbia dove l’ acqua si raccoglie). Entrambi questi sistemi sembra diano ottimi risultati ma, non avendoli – ancora – sperimentati personalmente preferisco non andare oltre. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum ILLUMINAZIONE IN ACQUARIO : Quale ? In un acquario di barriera più ancora che in un plantacquario è la luce l’elemento principe che consente tutte le reazioni chimiche che presiedono la crescita ed il sostentamento della vita per questo la scelta dovrà essere fatta a ragion veduta. Una precisazione importante a questo punto . In questo articolo ho intenzione di trattare un acquario marino medio quindi non entrerò nello specifico di alcune illuminazioni particolari utilizzabili. Esaminiamo ora i vari tipi di illuminazione disponibili sul mercato acquariofilo dei nostri giorni. Senza dare dati troppo tecnici tenterò di fare una tabellina chiara che illustri pregi e difetti dei principali tipi di luce: - Neon T8: I classici neon in dotazione al 90 % degli acquari industriali. Purtroppo sono la fonte luminosa più inadatta possibile alle nostre vasch . Quantità di Lumen: Bassa, a paragone delle più moderne fonti luminose i neon classici hanno un potere illuminante estremamente basso Potere di penetrazione: Basso, il minore della categoria Spettro luminoso: Medio basso, anche nei modelli maggiormente performanti non avremo mai uno spettro simile al naturale come avremmo con altri tipi di lampade Costo: Buono, unico lato positivo di queste lampade è il costo decisamente minore ( sia a livello di impianto , sia a livello di lampade ) rispetto alle altre . Consumi: Elevati, per raggiungere una buona illuminazione saremo costretti ad aggiungerne molti raggiungendo così un consumo pari ad altri tipi di lampade ma senza la stessa efficienza. Reperibilità: Elevata, ovunque si trovano i T8 quindi la reperibilità è l’ ultimo dei nostri problemi Calore prodotto: Medio. - Neon T5: L’ evoluzione dei neon T8. Più piccoli come diametro e di potenza maggiore. Quantità lumen: Media, considerato lo pari spazio impiegabile un T5 fornirà una quantità di lumen di molto superiore allo stesso neon T8 Potere di penetrazione: Medio alto, estremamente superiore ai T8 garantiscono una buona illuminazione anche sul fondo http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum della vasca Spettro Luminoso: Medio, decisamente più completo di un Neon T8 . Costo: Alto, più costose delle T8 e delle Hqi ( a parità di wattaggio ) Consumi: Medi, si tratta di neon per così dire di nuova generazione e a basso consumo energetico coadiuvate in questo anche dagli alimentatori elettronici necessari al loro funzionamento. Reperibilità: Media. reperibili con semplicità in tutte le grandi città. Difficili da trovare nelle province. Calore Prodotto: Elevato, scaldano molto di più delle T8 . - PL: Sono praticamente dei T5 piegati. In uno spazio minore (soprattutto in lunghezza) riusciranno a produrre molti più lumen e Watt. Purtroppo è difficile trovare dei riflettori efficienti per questo tipo di lampade. Quantità Lumen: Alta Potere di penetrazione: Medio alto Spettro luminoso: Medio Costo: Alto. Consumi: Medi Reperibilità: Medio-bassa, purtroppo i modelli adatti al Reef sono di difficile reperibilità specialmente nelle temperature di colore più elevate . Calore Prodotto: Elevato - HQI: Lampade a scarica evoluzione delle Hql e delle alogene. Il massimo in fatto di illuminazione e la scelta consigliata come luce principale in un acquario marino. Quantità lumen: Elevata, la più alta della categoria. Potere di Penetrazione: Elevato . 50 cm di acqua ad una lampada da 400W fanno un baffo. Spettro luminoso: Medio – alto, più completo di tutti gli altri tipi visti finora Costo: Elevato, purtroppo le plafoniere HQI sono quelle dal costo più elevato. Con il fai da te comunque si possono risparmiare un bel po’ di soldi. Consumi: Alti, ovviamente in funzione del wattaggio della lampada. Reperibilità: Medio bassa, purtroppo i modelli adatti al Reef sono di difficile reperibilità specialmente nelle temperature di colore più elevate. Calore Prodotto: Elevato, il maggiore della categoria. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum Quali temperature di colore ? In un acquario marino si tende sempre a dirigersi verso una luce il più fredda possibile. I Motivi sono: Ambiente Estetica Reazione degli ospiti Capacità di penetrazione Ambiente: Nell’ ambiente naturale reef già a poco più di un metro di profondità domina il colore azzurro. La luce sott’acqua assume questo colore perché viene filtrata appunto dall’ acqua stessa. Se in superficie proietteremo una luce bianca a 6500 K ad un metro avremo comunque un illuminazione azzurrina. Basti sapere che l’ acqua, già nei primi metri, blocca le lunghezze d’onda del rosso lasciando passare solo la componente verde e blu. Mano a mano che si scende in profondità verrà anche filtrata la componente verde lasciando solo più passare il colore blu. Per questo in un acquario marino si privilegiano temperature di colore da 10.000°K in su. Estetica: Oltre a legarsi all’ argomento precedente il motivo per cui si preferiscono temperature di colore elevate è legato alla rifrazione dell’ acqua salata. Se noi illumineremo un acquario con una luce da 6500°K il risultato sarà un'acqua giallissima qualunque cosa si faccia. Esteticamente è davvero una cosa da evitare e fa sembrare l’ acqua “sporca”, poco curata. Sappiamo tutti che non è così ma anche l’ occhi vuole la sua parte. Reazione degli ospiti: Ebbene si, anche gli ospiti reagiscono in modo diverso alle diverse temperature di colori. Per fare un esempio su tutti si pensi che nelle grosse coral farm statunitensi si agisce in questo modo con le talee. Prima le si fa crescere in fretta con le 6500 °K poi , una volta raggiunta una dimensione … diciamo così … commerciale, vengono piazzate sotto bulbi da 20.000°K per stimolarne la colorazione. Capacità di penetrazione: Semplice, Usando una fonte luminosa ad alto numero di °K (quindi blu) la componente cromatica filtrata sarà minima quindi la luce raggiungerà il fondo con più forza. Verrebbe a questo punto da chiudere il discorso dicendo: Ok, vado a comprare una lampada da 20.000 °K , la piazzo su ed ho risolto tutti i miei problemi. Purtroppo non è così semplice. Mano a mano che si sale come gradazione cromatica cala il potere illuminante della lampadina. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum Facciamo un esempio pratico Abbiamo 2 lampadine di pari wattaggio marca etc etc, la prima è una 10.000 K con 100 lumen a disposizione, la seconda sarà una 20.000°K con solo più 30 lumen. Questo è normale proprio per la costruzione stessa del bulbo. Mentre un bulbo bianco avrà un bruciatore (passatemi il termine) puro un bulbo blu avrà delle impurità all’ interno che serviranno proprio per dare questa colorazione alla luce emessa dalla lampada. UV E’ bene ricordare (per la sicurezza anche e soprattutto degli acquariofili) che le lampade HQI emettono raggi UV (e questo lo dico per gli amanti del fai da te) !!! Sarà sempre bene porre tra lampada e vasca un vetro di protezione UV stop (in genere un temperato da 5 mm) per evitare problemi anche seri . Riflettore Un altro aspetto solitamente sottovalutato nella scelta di una plafoniera sono i riflettori. Ci si pensa poco ma molto dipende dalla forma e dalla tecnica costruttiva di questo accessorio. Uno ad ali di gabbiano ad esempio riuscirà a riflettere, anche tutto quello che la lampada emette verso di lui dirigendolo nel modo corretto verso lo specchio dell’ acqua. Uno invece ad U semplice tenderà a rimandare una parte della luce verso la sorgente luminosa. Questa luce ovviamente per noi sarà luce persa. Un riflettore martellato diffonderà la luce miscelando eventualmente diversi tipi di lampade (ad esempio una 10.000 e 2 da 20.000° K) Un riflettore liscio invece proietterà, senza miscelarla, la luce. Avremo si maggiore luce ma a prezzo di una cattiva miscelazione. Di nuovo starà all’acquariofilo decidere quale sia l’ optimum per la propria vasca e per propri animali. In natura Non tutti i coralli vivono sulla cresta della barriera corallina quindi non tutti saranno illuminati allo stesso modo o con la stessa intensità. Nel momento in cui si sceglierà l’illuminazione per la nostra vasca sarà indispensabile decidere quale ambiente vorremo simulare. Se , ad esempio , avremo una vasca 80x50x50 potremmo fare un simile calcolo: 400 W: Luce che si può trovare sulla cresta di una barriera in giornate di pieno sole. Una simile luce sarà adatta per i coralli duri a polipo piccolo http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum 250 W: Luce che si può trovare sulla barriera corallina durante la media dell’ anno (considerando quindi anche nella media giornate di pioggia etc etc) Sarà adatta a Coralli duri SPS (opportunamente messi in cima alla rocciata), a LPS (sul fondo ) , a Tridacne (sul fondo) e coralli molli (sempre sul fondo) 150W: Luce che si può trovare ad una decina di mt di altezza. Quindi una tale vasca sarà indirizzata all’ allevamento dei coralli molli. LO SCHIUMATOIO Lo schiumatolo è forse il sistema di filtrazione più particolare tra tutti quelli presenti in acquariofilia. Non sarebbe neanche corretto chiamarlo filtro in quanto funziona su un principio diametralmente opposto. Nel filtro avvengono tutta una serie di reazioni chimiche mentre nello schiumatolo avviene solo una reazione meccanica. Le bolle d’aria si caricano a livello elettrostatico ed attraggono verso di se le molecole proteiche. Queste molecole vengono quindi estratte dall’ acqua. Ovviamente, non essendo più in acqua, non potranno entrare a fare parte del famoso ciclo dell’ azoto e non potranno così creare inquinamento in acquario. Modelli e principi di funzionamento - Porosa: Forse il più vecchio, efficiente e semplice sistema per far funzionare uno schiumatolo. Vi sarà il corpo dello skimmer con inserita all’ interno una porosa in tiglio (si usano le porose di legno proprio per la loro caratteristica di fare bolle molto più fini delle porose classiche). Esternamente sarà collegato un areatore (o un compressore nei modelli più grandi) che manderà aria attraverso la posora facendo appunto funzionare tutto il sistema. Questi modelli potranno essere appesi (con una pompa deputata all’invio dell’acqua da trattare) o interni. Sicuramente il modello più efficace dei due è quello con la pompa separata. Si potrà trattare acqua in funzione dell’aria e delle reali dimensioni della vasca e del suo inquinamento organico. La turbolenza interna sarà minima e consentirà così alle particelle organiche di legarsi alle bollicine senza disturbarle in alcun modo. Il grosso difetto di questo tipo di schiumatolo è legato appunto alla porosa di tiglio. Visto che un legno immesso in acqua tenderà a marcire lo stesso problema si avrà anche con il tiglio. Piano piano le bolle diventeranno sempre meno fini e l’uscita sempre meno regolare. In genere si consiglia di sostituire la porosa ogni 20-30 gg proprio per limitare il più possibile questo inconveniente. - Downcraft o Spray: In questo caso lo skimmer sarà diviso in 3 sezioni. Un tubo in cui avviene il carico dell’ acqua, un corpo dello schiumatolo ed una colonna di contatto. L’ acqua verrà sparata con forza nel primo tubo (di solito riempito di bioball). Impattando l’ acqua miscelerà l’ aria naturalmente presente. La miscela aria acqua passerà nel corpo dello schiumatolo e risalirà lungo la colonna di contatto. Questo è un sistema molto adoperato negli USA e poco in un Europa a causa di un suo grande difetto. Per farlo http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum funzionare nel modo corretto sarà necessario utilizzare pompe di portata e prelevanza elevatissime quindi dai consumi notevoli. Vista la differenza di costi tra la corrente elettrica in Italia e negli USA questo sistema è sconsigliabile in un acquario casalingo. - Venturi: Ed eccoci finalmente a parlare dello skimmer più usato in Italia. Basandosi sul principio di Bernulli la pompa aspirando acqua e facendola passare attraverso una strozzatura tirerà dietro a se anche aria. Il venturi può essere pre o post pompa in funzione del tipo di progettazione. In un sistema con il venturi PRE pompa l’ aria verrà catturà prima della pompa e la miscelazione inizierà già nella camera della girante della pompa. In questo caso alcune ditte preferiscono montare una girante a spazzola. Questa girante è dotata di due grandi vantaggi. Rende molto più silenzioso l’intero sistema e riesce a frazionare le bolle d’aria in modo molto più minuscolo di una girante a pale tradizionale. In un sistema POSTpompa la miscela aria ed acqua verrà sparata direttamente dentro la camera di contatto. Il grosso vantaggio è il rumore praticamente assente di questo sistema, lo svantaggio sta nel fatto che richiede pompe di una potenza di molto superiore. Anche questo modello potrà essere interno alla vasca, interno alla sump o esterno a entrambi in funzione del tipo di progettazione e realizzazione. A pompa multipla: Una menzione speciale è meritata dai modelli pluripompa. Per "Doppia pompa", "tripla Pompa" e via discorrendo si intendono schiumatoi con una pompa adibita al carico dell’acqua ed una o più deputate alla sola produzione di aria. In questo caso saremo di fronte a prodotti in grado di trattare all’ora una quantità di acqua definita dall’ utilizzatore. Forse è la soluzione più efficiente tra quelli non a porosa. Come sceglierlo ? Questa è la domanda del secolo :) Diciamo che in linea di massima i parametri per giudicare uno skimmer sono : - Turbolenza interna: Minore sarà la turbolenza interna maggioro sarà l’ efficienza delo schiumatolo. Le bolle potranno salire con tutta calma ed andare a legarsi con le sostanze che vogliamo rimuovere nel modo migliore possibile. Una forte turbolenza invece potrebbe ottenere l’ effetto opposto. Le proteine potrebbero non riuscire a legarsi alle bolle in modo perfetto. - Tempo di contatto: Maggiore sarà il tempo che l’acqua dovrà stare nella colonna di contatto maggiore sarà l’opera di pulizia che sarà effettuata. D’altro canto è semplice la motivazione. Immaginiamo di poter contare le bollicine prodotte dallo skimmer. Sempre per assurdo poniamo caso che lo skimmer produca 100 bolle d’aria al secondo e che la superficie totale di 100 bolle sia di 0,1 mt2. Ora se un litro d’acqua impiega un secondo per attraversare lo schiumatolo la superficie utile alle proteine per incollarsi (ed essere quindi estratte) sarà appunto quella di quelle 100 bollicine (quindi 0,1 mt2). Supponiamo ora che lo stesso litro d’acqua impieghi 10 secondi per compiere il suo percorso. Sarà attraversato da 1000 bollicine per una superficie di 1 mt2. Se invece aumentiamo ancora il tempo di contatto portandolo a 100 secondi l’acqua in questione sarà attraversata da 10.000 bolle per una superficie utile di 10 mt2. Logico che 0,1 mt2 porteranno via meno inquinanti che 10 mt2. - Dimensione delle bolle: Più sarà piccola la bolla creata, più sarà efficiente il nostro schiumatoio. Proprio per questo motivo hanno preso piede la famose giranti a spazzola. A prezzo di una portata leggermente minore hanno il vantaggio di frantumare la bolla d’aria in bollicine molto più piccole di quanto potrebbe fare una girante normale. http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49 Acquariforum Altri vantaggi Uno schiumatoio porta allo stremo lo scambio gassoso tra acqua e aria. In questo si riesce ridurre drasticamente la quantità di CO2 presente in vasca prima che porti difficoltà ai pesci o ai coralli. Oligoelementi Si sente spesso dire che lo schiumatoio ha il principale difetto di portar via sostanze importanti dall’ acquario, gli oligoelementi appunto. Onestamente non ho mai avuto problemi con gli oligoelementi nonostante io usi uno schiumatoio decisamente sovradimensionato. Un regime di cambi pari al 10% alla settimana con un buon sale apporta tutte le sostanze necessarie al nostro acquario di barriera (calcio e magnesio a parte). CAMBI D’ ACQUA Ammetto che questo non ha molto a che fare con il metodo Berlinese in senso stretto ma merita un paio di righe. In molti luoghi si sente dire che i cambi d’acqua in un acquario marino possono essere ridotti in maniera drastica vista la sua diversa chimica. Ci tengo a sottolineare quali sono i pregi di un regime di cambi d’acqua elevato. Noi acquariofili non siamo in grado, nonostante test sempre più precisi, di monitorare con precisione tutti e 70 i minerali disciolti in acqua marina (e se anche potessimo sarei curioso di scoprire quanti hanno mai fatto il test sul Mobidleno disciolto in acqua ed il suo consumo settimanale). Con un regime di cambi d’acqua normale (ca 10% settimanale) avremo la ragionevole sicurezza di aver reintegrato tutti gli oligoelementi e di averlo fatto in modo il più bilanciato possibile. Oltre a ciò toglieremo sicuramente un gran numero di inquinanti. Come vedete un cambio d’acqua apporta notevoli vantaggi, troppi per dovergli rinunciare. Di Mauro (Webgandalf) http://www.acquarionline.it/acquari Realizzata con Joomla! Generata: 16 March, 2017, 15:49