Relazione Indagine Materica

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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA
SISTEMA DEI LABORATORI
L.A.M.A.
LABORATORIO DI ANALISI DEI MATERIALI ANTICHI
PONTE DI RIALTO: Indagini minero-petrografiche e
chimico-fisiche sui materiali lapidei e litoidi, e su loro
prodotti di deterioramento
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PREMESSA
Su incarico del Comune di Venezia (Rep. Speciale n. 17510 del 13/05/2014) e
nell'ambito di una convenzione stipulata tra detto comune e Università IUAV di
Venezia, è stata condotta una prima campionatura e serie di analisi sui materiali lapidei
e litoidi costituenti il Ponte di Rialto di Venezia.
La campionatura è stata concordata ed eseguita il giorno 5 marzo 2014 con gli
architetti Chinellato e Codato del Comune di Venezia, che vi hanno presenziato, e il
personale scientifico del LAMA. I criteri seguiti sono stati quello della minore
invasività possibile e della massima rappresentatività dei materiali lapidei e litoidi in
opera, e delle loro macromorfologie di degrado. Le finalità che hanno guidato la
campionatura stessa, erano una caratterizzazione minero-petrografica e chimico-fisica
dei materiali stessi, la determinazione della loro provenienza (tecnologie di manifattura
per mattoni e malte) e delle micromorfologie, cause e meccanismi del degrado, in modo
da poter fornire informazioni utili al futuro restauro del monumento.
Sono stati così prelevati una ventina di campioni come segue (circa l’esatta
localizzazione dei prelievi, si veda la mappatura allegata).
Campionatura
Campione R1: frammento arenaria dal 5 gradino dal 1° pianerottolo lato SE.
Campione R2: frammento di arenaria da gradino lato est del Ponte di Rialto.
Campione R3: frammento di arenaria dal 1° gradino davanti al palazzo Camerlengo.
Campione R3bis: intonaco antico di colore rosato (cocciopesto) e intonaco grigio,
sovrastante a circa 2,50 mt dal piano lato nord.
Campione R4: frammento di molassa dal 1° gradino a partire 2° pianerottolo, scalinata
centrale lato S. Giacometto.
Campione R5: frammento molassa colore marrone dal gradino del 4° pianerottolo.
Campione R6: frammento di pietra d’Istria con crosta nera in superficie da sott’arco
lato sud parete ovest,.
Campione R7: frammento di mattone originale, dal muro lato destro salendo da S.
Bartolomeo, a circa 1 mt dalla base.
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Campione R8: frammento di malta di allettamento tra due mattoni originali, dal muro
lato destro salendo da lato S.Bartolomeo, stessa altezza.
Campione n. R9: lato sud 4° gradino, alzata in pietra di Prun.
Campione R10: a livello del 7° gradino lato sud, dalla 1° parasta, scagliette di pietra
d’Istria parzialmente staccate alterata (imbiancata e solfatata).
Campione R10bis: stessa parasta, parte in basso pietra coperta da crosta nera.
Campione R11: frammento di pietra d’Istria con croste nere, da sotto la balaustra
lato sud.
Campione R11b: crosta nera grattata per xrd e sali.
Campione R12: efflorescenza/incrostrazione in evidenza sopra un giunto tra due conci
in pietra d’Istria, sott’arco scalinata verso Fontego dei Tedeschi.
Campione R13: da cornice di restauro con evidente Imbianchimento (patina) bianca
già staccata, in deposito negli uffici comunali.
Campione R14: frammento di scaglia con crosta nera da blocchetto di pietra d’Istria
già staccato dalla base dell’arco, lato O, e conservato negli uffici
comunali,
Campione R15: frammento come sopra al campione 14, coperto da crosta nera più
sottile.
Campione R16: polvere e materiale polverulento, poco coerente sulle superfici Interne
di rottura del pezzo stesso (blocchetto camp. 15).
Campione R17: scaglie di molassa già staccate dal 9° gradino scalinata verso il
Fontego dei Tedeschi.
Campione R18: frammento di carota C6 interessante una porzione di muratura
(mattoni e malta di allettamento) delle sostruzioni del Ponte.
Campione R19: come per R18, ma da frammento di carota C7.
Campione R20: frammento di molassa inglobata in carota C6.
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Ubicazione dei punti di campionamento
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Al fine di arrivare a una determinazione della zone/cave di provenienza dell’arenaria
costituente la pavimentazione attuale del Ponte, determinazione indispensabile per
possibili forniture ex novo di materiale per eventuali sostituzioni di parti fortemente
deteriorate della pavimentazione stessa, sono state eseguite delle ricerche di letteratura,
consultate carte geologiche ed effettuati sopralluoghi di campagna nelle seguenti
località ove sono presenti cave abbandonate o attive di arenarie macroscopicamente
simili a quella rialtina:
- Cave dette “Del Caglieron” presso Vittorio Veneto: si tratta di un’area estrattiva
antica piuttosto ampia, parte in galleria e parte a cielo aperto, ora trasformata in
parco naturalistico protetto, risalente almeno al periodo tardo medievale, ma
sfruttata soprattutto dal Rinascimento in poi per ricavarne materiale da
costruzione per la città di Serravalle (Ceneda) (prelevati tre campioni)
- Cave di Cambai, presso Fregona (Treviso): in questa località sono presenti
piccole cave abbandonate, alcune trasformate in discariche, che in passato
(periodo imprecisabile, ma forse a partire dal Settecento) sono state sfruttate per
l’edilizia locale (prelevati tre campioni)
- Cave di Recine di Muggia (Trieste), risalenti almeno all’inizio del secolo scorso,
ma tuttora attive : l’arenaria è stata largamente usata a Trieste e in altre città della
Venezia Giulia/Slovenia (prelevati tre campioni)
- Cave di S. Giovanni, site a NE, immediata periferia, di Trieste, sono le cave
storiche più importanti della città (prelevato un campione)
METODOLOGIE DI STUDIO
I campioni, dei materiali lapidei e litoidi, e dei loro prodotti di alterazione sono stati
studiati con metodologie di indagine minero-petrografiche e chimico-fisiche standard.
In particolare sono state applicate le seguenti tecniche analitiche:
- Stereomicroscopia sui campioni “tal quali”: è utile per individuare gli
orientamenti stratigrafici preventivi all’inglobamento in resina degli stessi per
l'esecuzione di sezioni stratigrafiche lucide e/o sottili.
- Microscopia ottica su sezioni lucide stratigrafiche e non (da studiare in luce
riflessa a vari ingrandimenti) per la determinazione dei componenti mineralogici
opachi e dell'eventuale natura di strati di alterazione, colore, patine, ecc.
- Microscopia ottica in luce polarizzata trasmessa su sezione sottile per la
determinazione della struttura/tessitura, identificazione dei minerali principali,
secondari e accessori; classificazione petrografica di massima dei materiali lapidei
e litoidi (malte, intonaci). Per le malte si è seguita la raccomandazione Normal
12/83.
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Nel caso in studio, la preparazione delle sezioni lucide e/o sottili è stata eseguita
previo inglobamento del campione in resina poliestere per evitare disgregazioni e
distacchi. Inoltre, per evitare la dissoluzione del gesso ( e di altri componenti
solubili in acqua, eventualmente presente) la levigatura e lucidatura sono state
eseguite con fluidi speciali
- Diffrazione dei raggi X (radiazione Cu K/Ni a 40 Kv e 40 mA) sulle polveri
dei campioni ottenute mediante macinazione con mortaio di agata
- Analisi topografica dell’immagine al microscopio elettronico a scansione
(SEM) completata quando necessario da analisi chimica qualitativa e/o
semiquantitativa mediante microsonda in dispersione di energia (EDS)
- Spettrometria all’ infrarosso con trasformata di Fourier (Ft/Ir) completa
di preparazione del campione mediante pastigliatura con KBr
- Cromatografia ionica in fase liquida per la ricerca dei seguenti anioni (quando
presenti): fluoruri, cloruri, nitriti, nitrati, bromuri, fosfati, solfati (secondo
raccomandazioni Normal 13/83)
- Porosimetria mediante intrusione di mercurio (MI) per la determinazione della
porosità integrale aperia e della distribuzione del raggio dei pori) (secondo la
raccomandazione Normal).
RISULTATI OTTENUTI
I risultati ottenuti dalle indagini di laboratorio vengono di seguito riportati in forma
riassuntiva per ogni singolo campione, o raggruppati per campioni simili.
Campione R1: frammento arenaria dal 5 gradino dal 1° pianerottolo lato SE;
Campione R3: frammento di arenaria dal 1° gradino davanti al palazzo Camerlengo;
Campione R17: scaglie di molassa già staccate dal 9° gradino scalinata verso il
Fontego dei Tedeschi.
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Punto di prelievo del campione 17
I tre campioni presentano caratteri strutturali e composizionali del tutto simili tra loro e
possono dunque essere ricondotti alla medesima formazione geologica d’origine. Si
tratta di Arenarie mature, a grana fina (Fig. 1) o medio-fina (#R3), cemento carbonatico,
talora carbonatico-argilloso (#R3), scarsa matrice silicatica (< 10%) e clasti da
mediamente a poco (#R3) classati. In base ai criteri classificativi proposti da Folk
(1974), Pettijohn (1975) e Pettijhohn, Potter & Siever (1987), lo scheletro sabbioso
(ossatura) delle rocce si compone di Quarzo (Q), Feldspati (F: includenti plagioclasio +
feldspato alcalino + frammenti di rocce granitoidi) e Frammenti di Rocce (FR:
includenti singoli cristalli diversi da quarzo e feldspati, selce e rocce di ogni litologia ad
eccezione di granitoidi e gneiss).
Q: costituisce all’incirca il 55-60% dell’intera ossatura delle areniti in esame e si
presenta in granuli mono- e policristallini, spesso di origine metamorfica, a sfericità
generalmente media e aventi contorni subangolosi o, talora, angolosi. (Fig. 2).
F: rappresenta all’incirca il 10% dello scheletro sabbioso. Tra i cristalli singoli si
riconoscono individui di plagioclasio, ortoclasio, microclino e probabili pertiti; a questi
si accompagnano clasti di rocce granitoidi composte da quarzo + K-feldispato +
plagioclasio ± muscovite e più rara biotite. (Figg. 2-3).
FR: costituisce circa il 30% dell’ossatura e si compone di abbondanti granuli di selce,
talora ricca di ossidi di ferro, clasti di rocce carbonatiche di tipo sparitico – biosparitico
(talora a miliolidi; #R17), di metamorfiti-cloritoscisti (talora a clinozoisite) (Figg. 2-3),
di vulcaniti a chimismo acido con pasta di fondo vetrosa e rari fenocristalli di quarzo, e
di più rare quarzo-areniti e siltiti (#R17). A ciò si aggiunge una presenza significativa di
individui cristallini di mica potassica, biotite, clorite, ossidi di ferro, titanite e,
occasionalmente, glauconite, anfibolo ed epidoto.
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Sulla base degli schemi classificativi proposti da Folk (1974), Pettijohn (1975) e
Pettijhohn, Potter & Siever (1987), le rocce qui raggruppate possono considerarsi delle
Arenarie litiche (litareniti).
Le caratteristiche mineralogico-petrografiche sopra descritte non sono molto dissimili
da quelle che contraddistinguono l’arenaria estratta in località “San Giovanni di Trieste”
di cui è stata osservata una sezione sottile ricavata da un campione prelevato ad hoc per
confronti con il materiale lapideo impiegato nel Ponte di Rialto. Le principali
caratteristiche di quest’ultima sono riassunte di seguito (Figg. 4-6).
Campione di Arenaria di San Giovanni di Trieste
Arenarie matura, a grana fina, con cemento carbonatico poco abbondante e più scarsa
matrice silicatica. L’ossatura della roccia è costituita da clasti e granuli mediamente
classati distribuiti come segue:
Q: costituisce oltre il 50% dell’intero scheletro sabbioso (Fig. 4) e si presenta in granuli
mono- e policristallini, spesso di origine metamorfica, a sfericità generalmente media e
aventi contorni da angolosi a subangolosi.
F: rappresenta all’incirca il 10-12% dell’ossatura. Tra i cristalli singoli si riconoscono
individui di plagioclasio, ortoclasio e microclino a cui si associano abbondanti clasti di
rocce granitoidi composte da quarzo + K-feldispato + plagioclasio ± muscovite ±
biotite.
FR: costituisce circa il 30-35% dell’ossatura e si compone di abbondanti clasti di
metamorfiti (in particolare micascisti, cloritoscisti e quarziti; Fig. 5), di frammenti di
rocce carbonatiche (principalmente di tipo sparitico – biosparitico; Fig. 6), di granuli di
selce e di più rari clasti di vulcaniti a chimismo acido e quarzo-areniti. A ciò si associa
una abbondante presenza di individui cristallini di muscovite, biotite, clorite, ossidi di
ferro e glauconite.
Sulla base degli schemi classificativi di cui sopra, la roccia può essere definita una
Litarenite.
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Fig. 1 – Micrografia di una sezione sottile del campione R1. Mostra la struttura della
roccia composta da clasti aventi le dimensioni della sabbia fina legati tra loro da
scarso cemento carbonatico. Luce trasmessa, N+; lato lungo 2,55mm.
Fig. 2 – Micrografia di una sezione sottile del campione R1. Mostra l’abbondante
presenza di granuli di quarzo mono- e policristallino, associati a granuli di selce e
clasti di rocce carbonatiche e cloritoscisti (di colore verdognolo nella immagine).
Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
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Fig. 3 - Micrografia di una sezione sottile del campione R17 mostrante clasti di
metamorfiti (cloritoscisto) e rocce granitoidi associati a granuli di quarzo e feldspato
alcalino. Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
Fig. 4- Micrografia di una sezione sottile di un campione di arenaria prelevato dalla
cava di San Giovanni di Trieste. Mostra l’ossatura generale della litarenite composta
da clasti (aventi le dimensioni della sabbia fina) cementati da carbonato di calcio.
Luce trasmessa, N+; lato lungo 2,55mm.
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Fig. 5 - Come sopra, ma a più alto ingrandimento per mostrare la presenza di clasti
di metamorfiti (micascisti, quarziti, cloritoscisti) associati a granuli di quarzo monoe policristallino. Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
Fig. 6 - Come sopra, ma in altra area della sezione, per mostrare la presenza di clasti
di rocce carbonatiche di tipo biosparitico associati a quarzo e metamorfiti. Risulta
ben visibile la presenza intergranulare di un cemento carbonatico. Luce trasmessa,
N//; lato lungo 1,03 mm.
Una parte dei tre campioni è stata ridotta in polvere finissima e quindi tutti
analizzati mediante diffrazione dei RX. I diffrattogrammi ottenuti
mostrano riflessi perfettamente sovrapponibili (vedi diffratogramma
somma sotto allegato).
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Difrattogrammi dei campioni R1, R3, R17.
Campione R2: frammento di arenaria da gradino lato est del Ponte di Rialto
Il campione mostra caratteri composizionali e strutturali molto diversi da quelli che
contraddistinguono i campioni del gruppo precedente. Si tratta infatti di una calcarenite
(Zuffa, 1980) a grana fine (dimensioni dei clasti mediamente ≤ 0,25 mm), ben classata,
poco cementata da calcite spatica (porosità intergranulare elevata) e con scarsa matrice,
anch’essa carbonatica (Fig. 7).
Fig. 7 - Micrografia di una sezione sottile del campione R2. Mostra una calcarenite a
grana fine ben classata e poco cementata la cui "ossatura" è costituita per oltre il
90% da clasti subarrotondati di rocce carbonatiche a cui si affianca un numero assai
modesto di granuli di quarzo e di frammenti di rocce silicatiche. Luce trasmessa,
N+; lato lungo 2,55 mm.
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I grani carbonatici, generalmente subsferici e subarrotondati, rappresentano circa il 9095% dell’intera ossatura della roccia (cfr. Fig. 7) e sono composti da clasti di spariti,
pseudospariti, probabili dolosparitie micriti, per lo più sterili, frammisti a più rari
bioclasti di bivalvi ed echinidi.
La restante frazione silicoclastica (Fig. 8) si compone di granuli di quarzo
monocristallino, policristallino e microcristallino (selce), di quantità minori di clasti di
metamorfiti (tra cui micascisti e cloritoscisti) e tracce di vulcaniti a chimismo acido,
talora ricche di ossidi di ferro, quarzoareniti, glauconite e singoli individui cristallini di
feldspati alcalini, miche e pirosseno (Fig. 9).
In alcune aree della sezione sottile studiata i clasti carbonatici risultano rivestiti lungo i
bordi da un sottile film ematitico di colore rossiccio. La roccia, essendo costituita in
prevalenza da granuli di rocce calcare si può classificare come litocalcarenite.
Fig. 8 – come sopra, ma a più alto ingrandimento per mostrare la natura dei clasti
componenti la frazione silicoclastica: quarzo metamorfico/policristallino, rocce
granitoidi e metamorfiti. Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
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Fig. 9 – come sopra, ma in altra area della sezione per mostrare la presenza (al
centro) di un individuo cristallino di pirosseno nella componente silicoclastica.
Le caratteristiche sopra descritte sono in buon accordo con quelle osservate nel caso
della calcarenite a grana fine coltivata in località “Caglieron” (Vittorio Veneto,
provincia di Treviso). Di quest’ultima roccia sono state studiate tre sezioni sottili
ottenute da due differenti campioni prelevati nell’area di cava per confronti con il
materiale lapideo impiegato nel Ponte di Rialto. Essa è strutturalmente e
composizionalmente compatibile con la pietra del Ponte (Fig. 10) sebbene, rispetto al
campione R2, i due campioni di cava analizzati risultino leggermente più ricchi di
granuli di selce (Fig. 11), più poveri di clasti di metamorfiti e presentino clasti
carbonatici meno arrotondati.
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Fig. 10- Micrografia di una sezione sottile di un campione di calcarenite prelevato
dalla cava del “Caglieron”. Si noti la sua discreta compatibilità composizionale e
strutturale con la roccia del campione R2 (cfr. Fig. 7). Luce trasmessa, N+; lato
lungo 2,55mm.
Fig. 11 – Come sopra, ma a più alto ingrandimento per mostrare la presenza di
granuli di selce e quarzo. Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
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Sulle polveri del Campione R2 e dei campioni della cava del Caglieron sono stati
eseguiti delle diffrazioni dei RX. I diffrattogrammi sono poi stati confrontati e sotto
allegati, risulta evidente che sono molto simili, nei campioni prelevati nelle cave del
Caglieron, manca però la componente mineralogica della dolomite invece molto
abbondante nel campione R2.
Diffrattogrammi combinati dei campioni R2 e quelli prelevati in cava.
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Campione R3b: intonaco a circa 2,50 mt dal piano lato nord-ovest
Parte del campione ridotto in polvere in mortaio d’agata è stato analizzato mediante
diffrazione dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e allegato mostra riflessi prevalenti della
calcite, del quarzo, di ematite, pirosseni e plagioclasi.
Diffrattogramma delle polveri del campione R3b, mostra riflessi appartenenti alla calcite (+++),
al quarzo ( ++), e tracce di K-feldspato, pirosseno, ematite .
Da un ulteriore frammento del campione di intonaco, dopo inglobamento in resina
poliestere, è stata ricavata una sezione sottile che studiata al microscopio mineropetrografico ha fornito i seguenti risultati (riportatti nella scheda di analisi sec. Normal
12/83) (figg. 12, 13, 14, 15):
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RAPPORTO DI ANALISI
EDIFICIO: Ponte di Rialto
CAMPIONE: R3b
STRATI: strato unico di arriccio
ASPETTO: arenaceo a microconglomeratico
UBICAZIONE: vedi mappa prelievi
PRELEVATO DA: LAMA
COLORE: di insieme, rosato
COESIONE: mediamente tenace
AGGREGATO (CLASTI)
Addensamento: ≈ 20 – 30 %
Classazione: ben classato
Molto Abbondante
Granulometria: arenacea fine a prevalenza
microconglomeratica
Distribuzione: omogenea
Orientamento: nessuno
Composizione e morfologia dei Clasti:
Frammenti di cocciopesto con ARF, e scheletro
sabbioso composto da clasti di metamorfite, quarzo
angoloso e metamorfico, kfeldspato, in matrice rossa
da semi-isotropa a polarizzazione di aggregato
+++
Quarzo in granuli singoli e policristallino di origine
+
Selce
Arrotondamento
Sfericità
Da angoloso ad
arrotondati
da bassa ad alta
da angoloso a
subarrotondato
subarrotondata
da bassa a media
media
±
Calcite spatica
±
subangoloso
bassa
LEGANTE (matrice)
Composizione: cementizia (o mista carbonatica –
Cementizia
Aspetto microscopico: da micritico a microsparitica
Origine: da matrice e fessurazione
Porosità: bassa (± 10- 20%)
Note:
Pellicola pittorica: assente
Fasi secondarie: assenti
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Fig. 12 – micrografia della sezione sottile del campione R3b, in evidenza un clasto
di cocciopesto con piccoli ARF, immerso in una matrice micritica. N+ 66x
Fig. 13 – idem come sopra, ma a mostrare un ARF di maggiori dimensioni all’interno
del clasto di coccio pesto, assieme a individui di K-feldspato e quarzo angoloso, N+ 66x
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Fig. 14 – idem come sopra, ma in altro punto, per mostrare una porosità per frattura
dovuta a ritiro. N+ 33x
Fig. 15 – idem come sopra per mostrare aree porose per bollosità all’interno della
struttura micritica/sparitica del legante. N+ 33x
Campione R4: non è stato analizzato essendosi disgregato durante la manipolazione di
laboratorio
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Campione R5: frammento molassa colore marrone dal gradino del 4° pianerottolo
Il campione mostra caratteri composizionali e strutturali diversi da quelli che
contraddistinguono i campioni #R1, R3 e R17 e solo in piccola parte assimilabili a
quelli osservati in #R2 da cui si distingue per una maggiore cementazione e conseguente
minore porosità, e per la marcata presenza della componente silicoclastica (Fig. 16).
Fig. 16 - Micrografia di una sezione sottile del campione R5. Mostra una litoarenite
a grana media, con scarsa matrice silicatica e clasti, poco classati, legati da
abbondante cemento sparitico. Si nota la presenza di una abbondante componente
silicoclastica. Luce trasmessa, N+; lato lungo 2,55mm.
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Osservata in sezione sottile al microscopio polarizzatore, la roccia presenta grana
media, scarsa matrice silicatica, maturità medio-elevata e clasti poco classati legati da
abbondante cemento carbonatico di tipo sparitico. La sua ossatura si compone per il
60% circa di frammenti litici derivanti da rocce carbonatiche quali micriti, biomicriti (a
alghe e/o bivalvi ± ostracodi), pelmicriti, pelspariti e spariti (Fig. 17) a cui si
accompagnano bioclasti soprattutto di echinidi e, in minor quantità, di alghe calcaree. Il
restante 40% circa dello scheletro sabbioso è composto da: abbondante quarzo mono- e
policristallino sia di origine magmatica (a anse di riassorbimento) che metamorfica, in
granuli a sfericità da bassa a media e contorni generalmente subangolosi; singoli
individui cristallini di feldspato potassico (ortoclasio e microclino) e plagioclasio
(variamente caolinitizzati), di biotite, muscovite e clorite; selce incolore o variamente
colorata da ossidi/idrossidi di ferro; frammenti di rocce granitoidi, talora a muscovite;
clasti di micascisti, cloritoscisti e quarziti scistose contenenti mica potassica; più rari
frammenti di areniti a cemento carbonatico, granuli di glauconite e clasti di vulcaniti
presumibilmente a chimismo acido e/o andesitico, talora a massa di fondo fluidale (Fig.
17). Spalmature e masserelle di ossidi e idrossidi di ferro pervadono la massa calciticosparitica del cemento.
Per le caratteristiche sopra descritte la roccia può classificarsi come una litoarenite
prossima ad una calcarenite.
Fig. 16 – Come sopra, ma a più alto ingrandimento per mostrare la natura dei clasti
tra cui figurano micriti, pelspariti, bioclasti (di echinidi), calcite spatica e quarzo.
Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
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Fig. 17 - Come sopra, ma in altra area della sezione per mostrare la presenza di
clasti di calcari, selce, quarzo metamorfico, lave e glauconite. Luce trasmessa, N+;
lato lungo 1,03 mm.
Anche di questo campione una piccola parte è stata macinata in mulino d’agata e ridotta
il polvere finissima successivamente analizzata mediante diffrazione dei RX. Il
diffrattogramma ottenuto sotto allegato mostra i componenti principali di una
calcarenite.
Diffrattogramma delle polveri del campione R5, mostra riflessi del quarzo, della calcite e plagioclasi.
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Campione R6: frammento di pietra d’Istria con crosta nera superficiale da sott’arco
lato sud parete ovest del ponte.
Dal campione è stata preparata una sezione lucida stratigrafica il cui studio in luce
riflessa al microscopio polarizzatore ha consentito di osservare che:
-il substrato lapideo è effettivamente costituito da pietra d’ Istria mostrante micro
fessure sia parallele alla superficie ( a circa 2-5 mm dalla stessa), sia perpendicolari (fig.
18). Esso mostra un sottile strato bianco di solfatazione (costituito da gesso) sottostante
la
- sottile (spessore medio 30-40 µm) crosta nera che riempie anche alcuni piccoli golfi di
corrosione. Tale crosta appare in alcuni punti staccata dalla sottostante pietra, ed è
composta da abbondanti particelle nere, sia di forma irregolare che globulare, particelle
rosse ferrose disperse in una matrice giallina di gesso(fig. 19)
24
Fig. 18 – Micrografia della sezione lucida del campione R6, mostra la crosta nera
sulla pietra solcata da una fessurazione latente perpendicolare alla superficie
esterna, 66x
Fig. 19 – idem come sopra, ma con in evidenza la discontinuità(distacco) tra pietra e
crosta. 66x
25
Campione R7: frammento di mattone originale, dal muro lato destro salendo da S.
Bartolomeo, a circa 1 mt dalla base
Lo studio microscopico della sezione sottile ha consentito di rilevare che il mattone è
caratterizzato da:
- una matrice con aspetto microscopico variabile: mostra infatti plaghe con
polarizzazione di aggregato e plaghe semi-isotrope. È illitica e molto ricca di
inclusi (meglio identificati in inglese come ARF= Argillaceous Rock Fragments )
di colore rosso notevolmente compatti e sinterizzati contenenti abbondante illite
in aghetti casualmente orientati, e poco scheletro sabbioso formato da quarzo
angoloso di piccole dimensioni (fig. 20 e 21). La porosità è piuttosto elevata, e
formata da pori di forma globulare o allungata.
- uno scheletro sabbioso a granulometria iatale, più precisamente bimodale, con la
frazione più piccola formata essenzialmente da quarzo angoloso K-feldspato, e
raro pirosseno (probabilmente di neoformazione). Quella più grande (MGS =
0,04 mm) costituita da (in ordine decrescente di abbondanza):
- quarzo angoloso/sub angoloso, anche policristallino, metamorfico e raramente
calcedonioso;
- selce, in individui sub angolosi;
- calcite, sotto forma di clasti micritici parzialmente decomposti, o addirittura di
fantasmi (fig. 20);
- clasti di metamorfite (probabilmente un micascisto a quarzo, biotite e sericite) sub
angolosi;
- K-feldspato in individui subangoloso;
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- ematite in masserelle rosse di aspetto caramelloso;
- Singoli individui di biotite e muscovite variamente alterate.
Fig. 20 - Micrografia di una sezione sottile del campione R7. Mostra un ARF di notevoli
dimensioni con evidenti aghetti illitici immerso in una matrice illitica a polarizzazione
di aggregato. Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
Fig. 21 - Come sopra, ma in altra area della sezione per mostrare la presenza di fantasmi
di calcite, selce, quarzo angoloso circondati da matrice con abbondanti aghetti illitici.
Luce trasmessa, N+; lato lungo 1,03 mm.
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Un frammento del campione è stato ridotto in polvere e quindi sottoposto ad analisi
diffrattometrica dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e sotto riportato mostra riflessi
appartenenti al quarzo, alla calcite e a feldspati.
Diffrattogramma delle polveri del campione R8
Dalla superficie del campione è stata asportata la patina bianca e quest’ ultima
analizzata mediante diffrazione dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e sotto allegato
mostra riflessi prevalenti del gesso, quarzo e calcite e tracce di feldspati.
Diffrattogramma della patina superficiale del campione R7
Sempre sulla patina è stata eseguita la ricerca dei sali solubili mediante cromatografia
ionica il cromatogramma ottenuto e allegato mostra una presenza significativa di solfati,
nitrati, cloruri e presenza di fluoruri.
28
Sample Name:
Vial Number:
Sample Type:
Control Program:
Quantif. Method:
Recording Time:
Run Time (min):
No.
1
2
3
4
Total:
Ret.Time
min
3.00
4.53
7.40
15.92
Rialto 7 patina
6
standard
AS9HC 4 mm CO3 - 9 mM
standard
3/12/2014 14:23
20.00
Peak Name
fluoruri
cloruri
nitrati
solfati
Height
µS
0.888
13.169
13.384
20.248
47.688
Injection Volume:
Area
Rel.Area Amount
µS*min
%
mg\L
0.136
1.02
2.859
1.697
12.78
21.405
2.570
19.36
46.604
8.876
66.84 136.461
13.279
100.00 207.328
25.0
% peso
0.156
1.173
2.555
7.481
11.365
Peso campione = 456 mg su 250 CC di H2O
Cromatogramma della patina campione R7
29
Campione R8: frammento di malta di allettamento tra due mattoni originali,
dal muro lato destro salendo da lato S.Bartolomeo
Del campione è stata preparata una sezione sottile poi studiata a vari ingrandimenti al
microscopio polarizzatore. I risultati ottenuti sono stati riassunti nella scheda
sottostante, e documentati nelle figure 22 e 23.
Parte di questo campione è stato ridotto in polvere e quindi sottoposto ad analisi
diffrattometrica dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e sotto riportato mostra riflessi
appartenenti a al quarzo, alla calcite e presenza di minerali argillosi.
Successivamente la stessa polvere è stata utilizzata per l’analisi cromatografica in fase
liquida per evidenziare la presenza di sali solubili. Il cromatogramma ottenuto e
allegato, mostra una significativa presenza di solfati e nitrati e in subordine di cloruri.
Diffrattogramma delle polveri del campione R8
30
RAPPORTO DI ANALISI
EDIFICIO: Ponte di Rialto
CAMPIONE: R8
STRATI: strato unico di malta di allettamento
ASPETTO: arenaceo; stesura uniforme e omogenea
UBICAZIONE: vedi mappa prelievi
PRELEVATO DA: LAMA
COLORE: di insieme, grigio chiaro/beige
COESIONE: mediamente tenace
AGGREGATO (CLASTI)
Molto Abbondante
Granulometria: arenacea da molto fine a fine, con netta
prevalenza dell’arenacea fine (Ømedio: 0,20mm)
Distribuzione: omogenea
Orientamento: nessuno
Composizione e morfologia dei Clasti:
Frammenti di calcite spatica, rari bioclasti di
bivalvi e echinidi e clasti di rocce carbonatiche
azoiche. Queste ultime, nettamente prevalenti,
sono riferibili soprattutto a grainstone, ovvero
rocce grano-sostenute corrispondenti a spariti ±
dolospariti a cui si aggiungono quantità minori di
calcari micritici fango-sostenuti (mudstone).
Ossidi e idrossidi di ferro pervadono talora la
massa carbonatica
+++
Quarzo monocristallino e policristallino di origine
metamorfica, raramente associato a muscovite
+/++
Selce, anche contenente calcedonio, talora
pigmentata di bruno da ossidi di ferro dispersi
++
Metamorfiti, prevalentemente quarziti (talora
con muscovite e clorite) e più rari micascisti
+
Rocce granitoidi (quarzo ± k-feldspato), talora con
biotite e muscovite
+
Singoli cristalli di feldspato alcalino (variamente
caolinitizzato) e di raro plagioclasio
±/+
Vulcaniti a chimismo acido, composte da quarzo,
± feldspato alcalino ± ossidi di ferro rossicci
±
Quarzoarenite con scarsa muscovite e clorite
±
Addensamento: ≈ 40%
Classazione: ben classato
Arrotondamento
Sfericità
subarrotondato,
talora subangoloso
da subangoloso a
subarrotondato
da subangoloso a
subarrotondato
media, talora
bassa (bioclasti)
subangoloso
da subangoloso a
subarrotondato
da subangoloso a
angoloso
da subangoloso a
subarrotondato
subarrotondato
bassa
da bassa a media
bassa, talora
media
bassa
media
bassa
media
LEGANTE (matrice)
Composizione: calcareo-carbonatica
Aspetto microscopico: struttura e tessitura omogenee, aspetto micritico
Porosità: bassa (≤ 20%)
Origine: da matrice
Forme dei pori: fessurazione
Note: l’aggregato, ben classato, è stato setacciato.
Sono presenti evidenti bordi di reazione tra clasti silicatici, soprattutto selce, e legante della malta.
Pellicola pittorica: assente
Fasi secondarie: assenti
31
Fig. 22 - Micrografia di una sezione sottile del campione R8. Mostra la matrice
Calcarea con presenza di clasti di quarzo, selce, calcite spatica e metamofiti.
Luce trasmessa, N+; lato lungo 2,55mm.
Fig. 23 - Come sopra, ma in altra area della sezione per mostrare la presenza
di clasti di quarzo policristallino, metamorfico e di selce. Luce trasmessa, N+;
lato lungo 1,03 mm.
32
Sample Name:
Vial Number:
Sample Type:
Control Program:
Quantif. Method:
Recording Time:
Run Time (min):
Rialto 8
7
standard
AS9HC 4 mm CO3 - 9 mM
standard
3/12/2014 14:43
20.00
No.
Ret.Time
Peak Name
min
1
4.53 cloruri
2
7.39 nitrati
3
15.94 solfati
Total:
Height
µS
14.313
12.808
15.608
42.729
Injection Volume:
Area
Rel.Area Amount
µS*min
%
mg\L
1.847
16.60
23.059
2.465
22.16
44.906
6.812
61.24 108.457
11.124
100.00 176.422
25.0
% peso
0.749
1.459
3.525
5.733
Peso campione = 769 mg su 250 CC di H2O
Cromatogramma del contenuto salino del campione R8
33
Campione R9: lato sud 4° gradino, alzata in pietra di Prun
Lo studio di una sezione sottile ha evidenziato che la pietra presenta una tessitura
bioclastica e una struttura isotropa.
La composizione dei bioclasti, abbondantissimi, è data da micro foraminiferi
planctonici, in larga prevalenza Globotruncana sp.,subordinatamente Globigerina sp.,
con rari foraminiferi (uniseriati non identificati) e clasti di gusci di echinidi. Sono
presenti rari aghetti di sericite/illite e più abbondanti particelle e passerelle terrose di
ossidi/idrossidi di ferro di colore bruni–nero (sono responsabili del colore rosato della
pietra), il tutto immerso in una matrice micritica poco porosa (porosità stimatabile a
5%.
La roccia si classifica petrograficamente come una biomicrite a microforaminiferi: il
suo aspetto macroscopico, unitamente alle sue caratteristiche microscopiche sono in
accordo con la “ Pietra della Lessinia”, detta anche “Pietra di Prun” (figg. 24 e 25).
34
Fig. 24 – micrografia della sezione sottile del campione R9, mostra la struttura
bioclastica con in evidenza micro foraminiferi e frammenti di gusci di echinidi.
N+ 33x
Fig. 25 – idem come sopra, ma a 66x e altro punto.
35
Campione R10: a livello del 7° gradino lato sud, dalla 1° parasta, scagliette di pietra
d’Istria parzialmente staccate alterata (imbiancata e solfatata)
Di questo campione è stata analizzata topograficamente al SEM+EDS la superficie di
distacco tal quale al fine di determinare le cause del distacco stesso. E’ stato così
possibile rilevare sulla superficie la presenza di singoli individui (fig.26) e aggregati
(fig.27) di sale marino (NaCl) sottoforma di cristalli euedrali cubici aggregati tra loro
(fig.28), che spesso formano delle tipiche rosette (fig.29). La composizione chimica del
sale è stata confermata con l’analisi in EDS (fig.30).
Fig. 26 - micrografia al SEM mostrante singoli cristalli di NaCl
36
Fig. 27 - micrografia al SEM mostrante aggregati di cristalli di NaCl.
Fig. 28 - micrografia al SEM mostrante aggregati cubici, talora a rosetta,
di cristalli di NaCl.
37
Fig. 29: - micrografia al SEM mostrante il particolare di una "rosetta" di NaCl.
Fig.30: spettro EDS relativo a un cristallo con i picchi maggiori del NaCl.
38
Su parte del campione, ridotto in polvere, è stata eseguita l’analisi diffrattometrica dei
RX. Il diffrattogramma ottenuto e allegato mostra riflessi appartenenti alla sola calcite
(CaCO3).
Sulle stesse polveri è stata eseguita l’estrazione dei sali solubili mediante agitazione con
ultrasuoni delle polveri in 250 ml di acqua distillata la soluzione ottenuta è stata
analizzata mediante cromatografo ionico in fase liquida; il risultato ottenuto è mostrato
nel cromatogramma allegato.
Diffrattogramma del campione R10
39
Sample Name:
Vial Number:
Sample Type:
Control Program:
Quantif. Method:
Recording Time:
Run Time (min):
No.
Rialto 10
8
standard
AS9HC 4 mm CO3 - 9 mM
standard
3:06 PM
20.00
Ret.Time
Peak Name
min
1
4.51 cloruri
2
7.37 nitrati
3
16.03 solfati
Total:
Height
µS
3.821
2.310
2.823
8.954
Injection Volume:
Area
µS*min
0.511
0.461
1.229
2.201
25.0
Rel.Area Amount % in peso
%
mg\L
23.23
6.881
0,288
20.95
8.680
0,364
55.82
21.128
0,886
100.00
36.689
1,538
Peso campione: 596 mg su 250 cc H2O
Cromatogramma del contenuto salino del campione R10
40
Campione R11: frammento di pietra d’Istria con crosta nera, da sotto la balaustra
lato sud
Lo studio a vari ingrandimenti al SEM+EDS della crosta nera superficiale tal quale ha
evidenziato l’usuale aspetto da micro-rosa del deserto di gesso ben cristallizzato in
geminati a ferro di lancia (fig.30) con, a livello intercristallino, abbondanti particolato di
gesso microcristallino, particelle carboniose (quelle che conferiscono il colore nero alla
crosta), granuletti di minerali silico-alluminiferi di Magnesio (probabilmente argillosi),
e rare di ruggine (ossidi-idrati di Ferro) che sono stati rilevati all’analisi EDS (fig.31).
Fig. 30 - micrografia al SEM mostrante una "micro-rosa del deserto" di gesso.
41
Fig. 31 - spettro EDS di un singolo geminato cristallino di gesso.
Da questo campione è stata prelevata la crosta esterna nera la quale ridotta in polvere è
stata analizzata mediante diffrazione dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e sotto
riportato mostra riflessi prevalenti del gesso e della calcite proveniente dal substrato.
Diffrattogramma delle polveri del campione R11
42
Campione R12: incrostazioni prelevate tra interconnessione tra due conci
di pietra d’ Istria
La polvere ricavata dalle incrostrazioni è stata analizzata mediante diffrazione dei RX.
Il diffrattogramma ottenuto e allegato mostra riflessi della sola calcite con tracce di
quarzo.
Successivamente essa è stata analizzata mediante cromatografia ionica per individuare
la presenza di sali solubili, il cromatogramma ottenuto e allegato, mostra una presenza
preponderante di nitrati e piccole quantità di fluoruri, cloruri e solfati.
Diffrattogramma delle polveri del campione R12
43
Sample Name:
Vial Number:
Sample Type:
Control Program:
Quantif. Method:
Recording Time:
Run Time (min):
No.
1
2
3
4
Ret.Time
min
3.38
3.97
5.45
9.30
Rialto 12
17
standard
AS9HC 4 mm CO3 - 9 mM
standard
6/5/2014 19:01
20.00
Peak Name
fluoruri
cloruri
nitrati
solfati
Total:
Height
µS
0.139
0.290
3.171
0.347
3.947
Injection Volume:
25.0
Area
Rel.Area Amount % in peso
µS*min
%
mg\L
0.038
5.82
0.466
0,026
0.043
6.64
0.207
0,011
0.479
74.34
9.051
0,523
0.085
13.20
0.251
0,014
0.645
100.00
9.974
0,574
Peso canpione = 432 mg su 250 cc H2O
Cromatogramma del contenuto salino del campione R12
44
Campione R13: da cornice di restauro già staccata, con evidente imbianchimento
(patina bianca). In deposito negli uffici comunali.
Anche per questo campione è stata eseguita un’indagine topografica e microchimica al
SEM+EDS come per i due campioni precedenti. Essa ha consentito di riscontrare una
diffusa solfatazione superficiale caratterizzata, diversamente dal campione R11, da
microcristalli anedrali di gesso con rare particelle di solfato di bario (fig. 32, 33),
probabilmente da schizzi di pittura, ambedue confermati all’analisi microchimica
(fig.34). Sono pure risultate presenti ancor più rare particelle globulari carboniose di
aspetto spugnoso, con cristallini di gesso superficiali (fig.35) di dimensioni variabili dai
10 ai 30 micrometri.
Fig. 32- micrografia al SEM mostrante la superficie diffusamente solfatata con
presenza di Gesso microcristallino.
45
Fig. 33 - micrografia al SEM mostrante un particolare della superficie precedente
con particelle (bianche nella foto) di solfato di bario.
Fig. 34 - micrografia al SEM mostrante la composizione delle particelle bianche
46
Fig. 35 - micrografia al SEM mostrante una particella globulare di aspetto spugnoso
di carbone con cristallini di gesso aderenti alla sua superficie.
Parte della polvere superficiale prelevata durante la campionatura è stata analizzata
mediante diffrazione dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e allegato mostra riflessi
prevalenti del gesso prodotto dalla solfatazione e del carbonato di calcio componente
principale della pietra. Lo stesso campione è stato poi utilizzato per la ricerca dei sali
solubili mediante cromatografia ionica,il cromatogramma ottenuto mostra una elevata
percentuale di ioni solfato come prevedibile dalla diffrazione e una piccola percentuale
di cloruri e fluoruri.
Diffrattogramma del campione R11
47
Sample Name:
Vial Number:
Sample Type:
Control Program:
Quantif. Method:
Recording Time:
Run Time (min):
Rialto 11 b
10
standard
AS9HC 4 mm CO3 - 9 mM
standard
3/12/2014 16:10
20.00
No.
Ret.Time
Peak Name
min
1
2.93 fluoruri
2
4.52 cloruri
3
15.88 solfati
Total:
Height
µS
0.493
0.450
27.514
28.457
Injection Volume:
Area
Rel.Area Amount
µS*min
%
mg\L
0.069
0.56
1.244
0.060
0.48
0.458
12.181
98.96 177.978
12.309
100.00 179.680
25.0
% peso
0.277
0.102
39.727
40.106
Peso campione = 112 mg su 250 CC di H2O
Cromatogramma del contenuto salino del campione R12
48
Campione R14: frammento di scaglia con crosta nera da blocchetto di pietra d’Istria
già staccato dalla base dell’arco, lato O, e conservato negli uffici comunali,
Di questo campione è stato eseguito prima uno studio topografico e microchimico della
superficie tal quale al SEM+EDS e poi un’analisi stratigrafica, sempre al SEM+EDS, di
una sua sezione trasversale lucida. Il primo ha consentito di rilevare un duplice aspetto
della superficie: aree che mostrano una morfologia e composizione anomale della crosta
nera, e aree corrispondenti a una crosta carbonatica microfratturata. Le prime risultano
costituite da una notevole quantità di particelle argillose e, subordinatamente
carboniose, occupanti lo spazio intermedio tra abbondanti fibre formate da Carbonio
(probabilmente vegetali e animali) (fig. 36). L’analisi microchimica globale della
superficie fotografata indica una presenza prevalente di carbonato di calcio, una di poco
subordinata di minerali argillosi (silico-alluminati di Magnesio), una presenza
importante di Fosforo, forse legato a sostanza organica, e tracce di gesso, di cloruri di
Sodio e Potassio, e di Ferro probabilmente sottoforma di ossidi/idrossidi, e forse
pertinenti a particelle di ruggine (fig. 37, 38).
Le seconde aree mostrano a basso ingrandimento una crosta ora piana, ora rugosa e
fratturata (fig.39, 40), essenzialmente formata da calcite microgranulare e argilla
(fig.41), come confermato dall’analisi microchimica, con percentuale elevata di minerali
silicatici, includenti quarzo e minerali argillosi magnesiaci, discreta di Fosforo (da
probabile fosfato di calcio?), tracce di gesso, cloruro di Sodio, e ossidi di Ferro (fig.42).
Lo studio della sezione stratigrafica in elettroni retrodiffusi ha evidenziato la presenza di
uno strato di deterioramento spesso circa 300 micrometri a tratti separato dal substrato
di pietra d’Istria da una o più microfessure parallele alla superficie, con sopra uno
straterello di circa 70-80 micrometri composto da elementi leggermente più pesanti del
precedente (appare di un grigio più chiaro di quello dello strato precedente (fig.43). Un
ingrandimento che comprende questi due strati (fig.44), mostra la struttura
notevolemnete porosa dello strato sottostante che ingloba fibre vegetali/animali, qui
sezionate, e una struttura più compatta e laminata in superficie dello straterello.
49
L’analisi microchimica in EDS di questi strati consente di definire, con riferimento alla
figura i:
- il substrato (A di fig. 45), corrispondente alla Pietra d’Istria, composto da calcite
e da tracce di Si e Mg attribuibili a “impurezze” argillose (fig.46)
- uno strato (zona B e D di fig.45) essenzialmente costituito da fosfato di calcio
(con piccolissime quantità di silicati, sale marino e gesso) (fig. 46, 47)
probabilmente dovuto a reazione del substrato con acido fosforico derivante da
fermentazione di sostanza organica
- uno strato di poco soprastante il precedente (area C di fig.48), sempre con fosfato
di calcio, ma con maggior quantità di silicati, sostanza organica, ossidi di ferro e
gesso (fig.49)
- uno straterello superficiale (zone E, F di fig.50) di fosfato di calcio, ossidi di
ferro e pochi silicati (fig. 50, 51).
Fig. 36 - micrografia al SEM mostrante un intreccio di fibre carboniose con calcite e argilla.
50
Fig. 37: spettro EDS del particellato fine presente tra le fibre carboniose.
Fig. 38 - micrografia al SEM mostrante un dettaglio del particellato di cui sopra:
le particelle bianche sono di ruggine (ossidi-idrati/carbonati di ferro).
51
Fig. 39 : spettro EDS con gli esiti dell'analisi riferita all'area di cui alla fig.38.
Fig. 40 - micrografia al SEM mostrante una crosta calcitica fratturata presente
su parte della superficie del campione esaminato.
52
Fig. 41 - micrografia al SEM mostrante la diffusa microfratturazione e la calcite granulare.
Fig. 42 - spettro EDS evidenziante la composizione carbonatico-argillosa della crosta.
53
Fig. 43 - micrografia al SEM mostrante la parte superficiale di una sezione stratigrafica
lucida del camp., con evidente microfratturazione perpendicolare e // alla superficie stessa.
Fig.44 - micrografia al SEM mostrante un ingrandimento degli straterelli più superficiali.
54
Fig.45 - micrografia al Sem mostrante le aree sottoposte all’indagine chimica.
Fig.46 - analisi chimica EDS della zona A
55
Fig.47 - idem come sopra, ma zona B
Fig.48- idem come sopra, ma zona C
Fig.49 - idem come sopra, ma zona D
56
Fig.50- idem come sopra, ma zona E
Fig.51 - idem come sopra, ma zona F
57
Campione R16: polvere e materiale polverulento, poco coerente sulle superfici
Interne di rottura del pezzo stesso (blocchetto camp. 15)
Questo campione è stato ulteriormente polverizzato in mortaio d’ agata e quindi
analizzato mediante diffrazione dei RX. Il diffrattogramma ottenuto e allegato mostra
riflessi prevalenti della calcite, costituente principale della pietra e presenza di gesso
(CaSO4●2H2O).
Successivamente sul campione è stato analizzato mediante cromatografia ionica per la
ricerca qualitativa e quantitativa dei sali solubili. Il cromatogramma ottenuto e allegato
mostra una elevata presenza di solfati e piccole percentuali di cloruri e nitrati.
Diffrattogramma delle polveri del campione R16
58
Sample Name:
Vial Number:
Sample Type:
Control Program:
Quantif. Method:
Recording Time:
Run Time (min):
Rialto 16
15
standard
AS9HC 4 mm CO3 - 9 mM
standard
3/19/2014 14:34
20.00
No.
Ret.Time
Peak Name
min
1
4.52 cloruri
2
7.41 nitrati
3
15.65 solfati
Total:
Height
µS
0.857
1.328
73.077
75.262
Injection Volume:
Area
Rel.Area Amount
µS*min
%
mg\L
0.114
0.32
1.268
0.268
0.75
4.689
35.439
98.93 405.190
35.821
100.00 411.148
25.0
% peso
0.026
0.099
8.602
8.727
Peso campione = 471 mg su 100 CC di H2O
Cromatogramma del contenuto salino del campione R16
59
Campione R 17: scaglie di molassa già staccate dal 9° gradino della scalinata verso
il Fontego dei Tedeschi.
Per una descrizione petrografica di questo campione, vedi sopra ai campioni 1 e 3.
Sulla scaglia più grossa, e meglio conservata, è stata effettuata una misura di porosità
totale aperta e di distribuzione del raggio dei pori mediante porosimetro a mercurio.
La prima ha dato un valore di 4,23 %, la seconda una distribuzione di pori da fini
(prevalentemente compresi tra 1 e 0,1 micrometri) a finissimi (fin sotto 0,005
micrometri) (fig. 52), oltremodo sfavorevole per una buona resistenza al gelo-disgelo e
alla cristallizzazione salina della pietra. Queste caratteristiche porosimetriche spiegano
bene il forte deterioramento subito nel tempo dalla lastra di molassa qui esaminata.
Campione
R18: frammento di carota C6 interessante una porzione di muratura
(mattoni e malta di allettamento) delle sostruzioni del Ponte.
Il frammento di carota è stato sezionato longitudinalmente mediante disco diamantato
E successivamente levigato finemente per metterne meglio in risalto le caratteristiche
macroscopiche dei materiali componenti. Si è potuto così subito rilevare l'ottima
consistenza della malta di allettamento composta da calce molto compatta, nonostante
l'abbondante presenza di calcinelli di forma globulare e di dimensioni ragguardevoli
da millimetriche a centimetriche (fig. 53), e il diverso aspetto dei frammenti di
mattone che fanno supporre una diversità di produzione dei laterizi utilizzati per le
sostruzioni del ponte.
Fig.53: sezione della carota C6, 20-30 cm.
60
Dalla porzione sezionata della carota si è quindi ritagliato un
frammento includente sia la malta che i frammenti di due mattoni tra loro diversi da
cui è stata preparata una sezione sottile poi studiata al microscopio polarizzatore.
L'analisi della malta è riportata nella scheda sottostante.
INTONACI E MALTE
EDIFICIO: Ponte di Rialto
CAMPIONE: Carota C6, malta di allettamento, mattoni
STRATO: Interlaterizio
ASPETTO DIMEN: arenaceo-microconglomeratico
UBICAZIONE: Fondazioni
PRELEVATO DA: LAMA
COLORE: bianco-grigetto
COESIONE: Ottima
AGGREGATO (CLASTI)
Molto Abb.: X
Granulometria: Arenacea
Distribuzione: Omogenea
Orientamento: Non evidente
Med. Abb.:
Poco abb.:
Classazione: Ben classata
Addensamento: 40%
Composizione dei Clasti:
Calcare micritico - microsparitico
Quarzo, anche policristallino
Metamofite (quarzo – muscovite)
Muscovite in singoli individui
Chert
Pirosseno in singoli individui
Bioclasti di bivalvi
Arrotondamento
Angoloso-subangoloso
Angoloso-subangoloso
Angolosa
Angolosa
Angolosa
Angolosa
Angoloso-subarrotondato
Sfericità
Bassa - media
Bassa - media
Bassa
Bassa
Bassa
Bassa
Legante (matrice)
Composizione: Carbonatica
Aspetto microscopico: Micritico
Porosità: 20-30 %
Origine: Da essicazione Forme dei pori: Globulare
Note: L’aggregato è stato probabilmente setacciato e ricavato da una sabbia calcarea.
Abbondante presenza di Calcinelli dalle dimensioni da millimetriche a centimetri che.
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Fig.54: micrografia di una sezione sottile della malta mostrante la granulometria fine e
uniforme dell'aggregato formato da clasti di micrite e (pochi) di quarzo angoloso, N+,
lato lungo = 2,55 mm.
Fig.55: micrografia di un particolare della sezione sottile di cui sopra mostrante un
bioclasto di foraminifero fossile e la matrice micritica del legante, N+, lato lungo =
1,03 mm.
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L'esito dello studio microscopico dei due frammenti di laterizi si può così
riassumere:
- frammento di laterizio di colore rosso intenso: presenta una granulometria
iatale. La matrice mostra una polarizzazione di aggregato, con abbondanti ARF di
piccole dimensioni; è decisamente illitica e ha una abbondante dispersione di
masserelle di ematite. Lo scheletro sabbioso della frazione fine è composto da:
- quarzo angoloso, anche policristallino e metamorfico (con aghetti di sericite)
- chert / calcedonio il clasti sub angolosi
- K-feldspato debolmente opacizzato per caolinizzazione
- raro pirosseno in individui piccoli di forma globulare
La frazione grossolana dello scheletro è poco abbondante e costituita da:
- frammenti di una roccia granitoide a quarzo, biotite, K-feldspato caolinizzato,
plagioclasio alterato (sericitizzato) (probabilmente un granito vero e proprio)
- quarzo policristallino sub angoloso
- chert, con giusci di radiolari e cristallini di ematite dispersi
- clasti di un calcare micritico
- clasti di una metamorfite tipo micascisto a biotite e muscovite
Questo mattone è stato prodotto da una argilla illitico-calcarea probabilmente estratta
nell'immediato entroterra veneziano, e poi smagrata con sabbia di fiume.
Fig.56: micrografia di una sezione sottile del mattone rosso (ferriolo) mostrante la
polarizzazione di aggregato della matrice, la bi modalità dello scheletro con in
evidenza clasti di granito e di quarzo, N+, lato lungo = 2,55 mm.
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-- frammento di laterizio di colore rosato: la granulometria è iatale; la matrice è da
semi-isotropa a polarizzazione di aggregato, illitica, con ARF mediamente più grandi
che nel mattone precedente, e quasi privi di scheletro sabbioso interno. Si notano
abbondanti plaghe di calcite micritica parzialmente decomposte
Lo scheletro sabbioso sia fine che grossolano è molto simile composizionalmente a
quello del mattone di cui sopra, salvo che per la minore abbondanza di scheletro
grossolano e assenza di clasti granitoidi. L'argilla di partenza utilizzata per la
manifattura di questo mattone era probabilmente leggermente diversa da quella
impiegata per il precedente, più marnosa (ricca di calcite), e meno smagrata.
Fig.57: micrografia di una sezione sottile del mattone rosato, mostrante la matrice ricca
di calcite granulare diffusa con scheletro sabbioso costituito da quarzo e al centro un
ARF a matrice vetrosa, N+, lato lungo = 2,55 mm.
Campione R19: come per R18, ma da frammento di carota C7.
I risultati sia dello studio macroscopico, sia di quello microscopico di una sezione
sottile includente come per il precedente campione sia la malta che frammenti di
mattoni sono stati del tutto identici a quelli ottenuti per R 18, per cui non vengono
qui ripetuti.
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Campione R20: frammento di molassa inglobata in carota C6.
La molassa del campione R20 corrisponde a un’arenarie matura, a grana
prevalentemente fina (Fig. 1) con abbondante cemento carbonatico (perlopiù spariticopseudosparitico), scarsa matrice silicatica (< 10%) e clasti mediamente classati. In base
ai criteri classificativi proposti da Folk (1974), Pettijohn (1975) e Pettijhohn, Potter &
Siever (1987), lo scheletro sabbioso (ossatura) delle rocce si compone di Quarzo (Q),
Feldspati (F: includenti plagioclasio + feldspato alcalino + frammenti di rocce granitoidi
e gneiss) e Frammenti di Rocce (FR: includenti singoli cristalli diversi da quarzo e
feldspati, selce e rocce di ogni litologia ad eccezione delle due incluse in F).
Q: costituisce circa il 65-70% dell’intera ossatura della roccia e si presenta in granuli
mono- e policristallini, talora di origine metamorfica, a sfericità da media a bassa, e
aventi contorni da subarrotondati a subangolosi. (Fig. 2).
F: rappresenta all’incirca il 10% dello scheletro sabbioso. Si compone essenzialmente di
cristalli singoli di plagioclasio, ortoclasio, microclino e pertiti (Fig. 3); a questi si
accompagnano rari clasti di rocce granitoidi composte da quarzo (+) muscovite (±)
feldspato (±).
FR: costituisce circa il 25-30% dell’ossatura e si compone di abbondanti granuli di selce
(essi rappresentano circa la metà dell’intera frazione) variamente calcedoniosa e talora
ricca di ossidi di ferro, di clasti di metamorfiti-cloritoscisti (talora a clinozoisite) (Fig.
3), e di più rare rocce carbonati che e bioclasi (miliolidi; cfr. Fig. 2), quarzo-areniti,
vulcaniti a chimismo acido (con pasta di fondo vetrosa e pochi fenocristalli di quarzo;
Fig. 5) e siltiti. La composizione della frazione FR è completata dalla presenza
significativa di individui cristallini di mica potassica, biotite, clorite, ossidi di ferro e più
raro epidoto.
Sulla base degli schemi classificativi proposti da Folk (1974), Pettijohn (1975) e
Pettijhohn, Potter & Siever (1987), la roccia esaminata si classifica come una Arenaria
litica (litareniti) non lontana dal limite con le Subareniti litiche.
Le caratteristiche mineralogico-petrografiche sopra descritte sono del tutto simili a
quelle precedentemente descritte per il campione #R17 e, in minor misura paragonabili
a quelle riscontrate nei campioni della Arenaria di San Giovanni di Trieste.
Venezia, 22 luglio 2014
Il Direttore del LAMA
Prof. Lorenzo Lazzarini
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