studio geogiacimentologico e caratteristiche mi eralogico

RENDICONTr Sacie/ll /t.. li...... di Miner"l09ia e PetrolOlli". J9 (I): pp. lJ9-251
STUDIO GEOGIACIMENTOLOGICO E
CARATTERISTICHE MI ERALOGICO-PETROGRAFICHE
DEL CAOLINO DELL'AREA DI TRESNURAGHES
(SARDEG A CENTRO-OCCIDENTALE)
BRUNO CARBONI
Ingegnere Minerario, via Einstein, Cagliari
CARLO GARBARINO, GIORGIO PADALlNO,
Ivo
URAS
Istituto di Giacimenti MinerarL Fae. di Inj.tej.tneria dell'UniversitÀ. pia2'Za d'Armi, 09100 Cagliari
MARCELLA PALOMBA
Centro Studi Geominerari e Mineralurgici del C.N.R.,
c/o Isl. di Giacimenti Minerari, Fae. di Ingegneria dell'Università. pil7.za d'Armi, 09100 Cagliari
RIASSU!'o'TO. - Questa ricercll ha per oggettO bi
prospez:ione geomineraria di alcuni adUnamenli di
caolino situati in area di Tresnuraghes (Sardegna
cenlro-occidentale). A lale scopo ~ stalO effettualo
un rilevamento geologico alla scala l: '.000, una
ampiona.tura sislematica a maglia quadrata dell'area
prospettata e una campionatura di dettaglio in una
cava di caolino, scelta come area mineralizzata camo
pione, sita in loc::a.litii. Pa.lalu.
Tutti i campimti 5000 stati soltoposti ad analisi
spelltomeuica per f1llOR'SCeOZl X, analisi microscopica, diffrauOrJIeuica e termodiffeTenriale.
Sulla base dei dati ouenuti ~ Slato possibik:
- classificare: le rocce vulcaniche acide e distino
guerle in due facies: rioliti e rioliti anaultitichc
(lardive dspeno alle prime);
- stabilire la variazione dei tenori in caolinite
normativa dci campioni di caolino prelevati in
cava Patalza;
- individuare le correlazioni tra vu1canismo acido
e mineralizzazioni nonchè delle guide per la
prospezione degli adunamenli caolinici insooiati
in rocce di analoga origine e composizione;
- costruire un modello genetico dci giacimenti di
(aolino nell'area investigata.
ABSTUCT. - lbc main purpose of this study is
lne prospe<ting of some bolin deposits in Tresnu·
raghes area (middle-llIestem Sardinia). A detail~
geological surveying (scale 1:',(00), I sy5tematic
sampling by a. square grid cf t!le prospe<lcd lrea
aod I dellilcd sampling in a. quarry of klOlin in
Patalu area, has been earricd OUt.
Ali samples have been analyscd by XRF
microscope, difltlttometer aod DTA.
'
This research allows IO achiC"e tne fol.lowing
results:
_
_
-
-
lO c1aS5 pre-miocenic voleanic rocks and IO
dislinguish them in !WO facies: rh}'Oliles .00
anauxite·rhyoliles ;
IO define t!le variations of pem:ntage in not·
mative kaolinite of kaolin samples laken in
Pa.talza qUlrry;
lO idenlify lhe corrd.tions belV.-ecn volcanism
and miOC'ra1izalions and some guides for
prospecling of kaolin deposits plac:cd in lhe
same types of rocks;
lO dal a. genetic model for lhe kaolin deposits
of tbc seard'Ccl area.
I. Introduzione
II presente lavoro rientra nel quadro di
una ricerca che ha per oggetto la prospezione
geomineraria degli adunamenti di caolino
della zona di Patalza in area di Tresnuraghes
(Sardegna centro·occidentale). Essi sono già
noti in letteratura per alcuni lavori scientifici, a prevalente carattere minero-petrogra·
fico, che li hanno interessati (DERIU, 1953).
2. Geologia della regione
2.1. S/TotigTOftO
È stato ~guito un rilevamenlo geologico
e fotogeologico dell'area a Sud di Tresnuraghes (fig. l). Le formazioni rilevate sono
costituite, dal basso verso l'alto, da vulatniti
acide premioceniche (RossErrl. 1951) con
a.
CARBONI, C. GARBAR1NO, G. PADALlNO, I. URAS, M. PALOMBA
\
6
D
..
D
'
2
~
7
••
~
3
8
D
•
4
[J
.'
9
/"
.~
5
~
/
/
10
/
/
,"
11 l,I
Fig. I. - Schema geologico. Legenda. l) RlOlm, 2) Brecce associate al vulcanismo riolitico; 3) Rioliti anauxitiche; 4) Caolino; 5) Miocene In faclcs prevalentemente arenacea; 6) /\-Eocene In facles cal
careo-marnosa; 7) Brecce pre·basalti; 8) Basalti .,lio-quaternari; 9} Principali direzioni di frauure e taglie;
IO) Faglie e fratture probabili; Il) Probabili centri di emissione delle vukaniti acide.
STUDIO GEOGIACIMENTOLOGICO E CARATTERISTICHE ETC.
brecce assodate e da sedimenti marini del
Langhiano-Elveziano (POME5ANO, 1970) in
due diverse facies: nella prima, l'infer!ore,
prevale [a facies conglomeratica poligcnica
a cemento carbonatico e resti fossili, per lo
più, di grosse ostree. Nella seconda, str,nigraficamente più alta, si ha alla base la prevalenza di arenarie e marne arenacee che sfumano, verso l'alto, a calcari organogeni grigi
a IitOtamni, echinidi e molluschi.
Un nuovo dclo plio-pleistocenico di manifestazioni vulcaniche segue le formazioni :;::lrbonatiche.
Il preludio a questa ripresa del vulcanismo
(come è visibile all'incrocio tra [a strada comunale S. Marco e la consorziale Mararala
d'Olgiame) è datO dalla presenza di brecce
per lo più costituite da elementi riolitid grossolani inglobati in una matrice tufacea, poco
coerente.
La serie si chiude dunque con i bdsalti
plio-quaternari, che costituiscono gli «alti »
stratigrafici e morfologici della regione.
2.2. Tellonica
La situazione strutturale della zona, sia
dalle osservazioni di campagna che da quelle
dedotte da uno studio fotOgeologico, è risultata piuttosto tormentata. Si riscontra tutta
una serie di faglie e fratture che, interessando i terreni cenozoici, sono da riferire alla
tettonica distensiva terziaria e, probabilmente, anche plio-quaternaria.
Alle faglie è imputabile il sollevamento
relativo, a modesti rigetti, e il basculamento
dei blocchi vulcanici, gli uni rispetto agli
altri. Sembra inoltre di riconoscere, fondamentalmente sulla base dello studio fotogeologico, strutture che potrebbero essere
riferite ad un antico centro di emissione
del raggio di circa 700 m, con manif~sta­
zioni periferiche di tipo breccioide (fig. 1).
Un altro probabile centro di emissione è
stato individuato a SE dell'area in studio,
in località Funtana Piriddu, dove si possono
osservare una serie di faglie ad andamento
radiale, talora accompagnate da brecce di
esplosione.
È probabile che l'attività tettonica abbia
anche influito sull'impostazione del retkolo
idrografico, poichè alcuni dei corsi d'acqua
scorrono su linee di faglia e/o di frattura.
Le direzioni di deflusso principali sono
241
WNW·ESE (Rio Giunis, Riu Suelzu, Canale
S'Umbra) e NE-SW (Rio Mulineddu).
3. Caratteristiche delle vuleaniti e loro
inquadramento I)etrografico
Sulla base delle caratteristiche macroscopiche, è stato possibile suddividere in due
membri la serie vulcanica acida terziaria;
successivi studi microscopici hanno poi confermatO l'esattezza di queste osservazioni e
fornito ulteriori elementi utili per la caratterizzazione delle due facies. Il membro inferiore è costituito da rocce per [o più rosa
con evidenti listature più chiare, tendenti
al bianco, a causa della più spinta alterazione
caolinica. Esse sono raramente sane, perchè
interessate da numerose fratture e da fenomeni di alterazione. Spesso si riscontrano
vacuoli di varie dimensioni dovuti, probabilmente, sia all'alterazione meccanica con
asporto di alcuni frammenti, sia a quella
chimica dci minerali feldspatici.
Talora si nota la presenza di evidenti fenocristalli, altre volte la roccia risulta essere di
tipo granulare microcristallino.
Questa facies è quasi sempre interessata
da fenomeni di cao[inizzazione che vanno
da alterazioni puramente superficiali fino a
vere e proprie aree più intensamente caolinizzate, con fenomeni che si spingono in
profondità, come è avvenuto in località Patalza. AI microscopio sono caratterizzate da
una tessitura pseudo-fluidale con matrice
sempre più o meno caolinizzata. La rasta
di fondo, in alcuni campioni, è risultata
essere vetrosa; sono spesso osservabili, inoltre, evidenti fenomeni di devetrificazione che
la interessano. I plagioclasi sono tra i pochi
fenocristalli riconoscibili e quasi sempre sono
geminati albite; rari sono i geminati albitecarlsbad. La loro composizione varia da
Ab 7o An:lo a AbooAn~o; si tratta quindi, praticamente, di andesina.
Il membro superiore della serie vulcanica
terziaria è risultato essere, all'analisi microscopica, prevalentemente di tipo anauxitico.
Macroscopicamente si presenta di colore per
lo più da grigio a verde chiaro, anche se non
mancano zone in cui la roccia è rosa-biancastra. Nella matrice si notano spesso i piromeridi di anauxite, peraltro già segnalati
da ROSSETTI (1951) e DERIU (19.53) per la
stessa area.
242
B. CARBONI, C. GARBARINO, G. PADALlNO, l. URAS, M. PALOMBA
degli elementi maggiori, utilizzando lo schema proposlo da DE LA ROCHE (1980) e riportando sul diagramma la media composizionale per ogni famiglia di rocce. La maggior parte delle vulcaniti è compresa nel
campo delle rioliti ma alcuni campioni compaiono in quello delle daci ti. Le rocce basai.
tiche plio-quaternarie ricadono nel campo
degli andesit-basalti (6g. 2).
_.
Fig. 2. - Diagramma RrR. (DE
1980) ~r 1(' rom: dfush'<'.
LA
ROOif': et alii,
Concordemente a quanto sostenuto dal
(op. ciI.) per le Stesse rocce, in
sezione sonile esse mostrano una serie di
sferule la cui formazione è «streuamente
legata ai valori del !>Ovraraffreddamento della
massa fusa ».
Secondo lo stesso Autore« l'acrrescimenlO
dei piromeridi è radiale, capillare attorno ad
un nucleo germinale, di feldspato, di silice
cristallizzata nella fase tridimite o femico.
Le sferuliti hanno dimensioni medie di 2 mm
anche se, in casi ~ezionali, superano i .5 mm.
t anche ben osservabile il nucleo centrale
singolo o plurimo, spesso idiomorfo, circondato da una sostanza che, isotropa verso il
centro, presenta centrifuga mente polarizza·
zione d'aggregato. La Struttura raggi:lIa del
piromeride dà, in luce parallela a nicois incrociati, una croce nera, molto evidente verso la periferia. L'estinzione è parallela all'allungamento degli clementi filiformi che costituiscono gli infiniti raggi dello sferoide».
La natura degli sferuliti è cristobaliticoanauxitica, come affermato sempre dal RosSETTI (op. ciI.) per studi su altre zone vi·
cinali.
I sedimenti marini miocenJci che ncoprono le lavc acide sopraddescriue ed i basalti plio-quaternari non vengono qui !Jresi
in considerazione dal punto di vista di una
descrizione strutturale e tessiturale, in quanto queste rocce sono risultate essere inin·
fluenti per le manifestazioni caolinifere che
costituiscono l'interesse ultimo di quesra ricerca.
La classificazione delle rocce vulcaniche è
stata faua, sulla base delle analisi chimiche
ROSSETTI
4. La mineralizzazione
Le manifestazioni caoliniche più evidenti
interessano prevalentemente le rioliti inferiori (che di seguito chiameremo semplicemente c tioliti »), anche se fenomeni di minore importanza sono Stati localizzati nelle
rioliti anauxitiche (Auct.). II passaggio dalle
vulcaniti fresche alla roccia caolinizzata è
sfumato, tanto che nella zona di transizione
sono ancora individuabili i relitti di tessitura
ascrivibili alle rioliti.
Quasi sempre il caolino ha un aspetto
terroso, ruvido, colore da bianco a rosato,
a seconda delle impurezze, frattura concoide.
Queste osservazioni sembrano confermate
sia se riferite alla cava di Patalza che a
quella di Salamura, immediatamente ad
Ovest della zona prospettata.
Il fatto che esista una correlazione più
stretta in senso genetico tra le manifestazioni
caoliniche e le rioliti rispetto alle rioliti
anauxitiche, sembra doversi imputare alla
differente struttura e tessitura di queste due
rocce. Le prime mostrano, infatti, una maggiore porosità, tessitura pseudo-f1uidale ed
una maggior quantità di vetro nella pa~ta di
fondo, e risultano dunque più aggredibili da
eventuali agenti di alterazione. Questi ultimi
potrebbero essere costituiti da convogli
idrotermali o da acque superficiali. Tra le
due ipotesi sembra più verosimile la prima,
tenuto conto del fatto che esiste una precisa
correlazione tra le fratture e gli adunamenti
principali. Inoltre sono tinvenibili, sulla su·
perficie delle vulcaniti, croste silicee ma non
paleosuoli elo orizzonti clastici, che provino
l'esistenza di un'altcrazione esogena.
l campioni di caolino, sia quelli provenienti dalla cava di Patalza che altri provenienti
dalla campionatura dell'aretl, sono stati SIUdiati in sezione sottile al microscopio. Da
queste analisi è riconoscibile quasi sempre la
24J
STUDIO GEOGIACIMENTOlOGiCO E CARATTERISTICHE ETC.
strultura pseudo-fluidale della rocccia originaria che si oblitera nei campioni ad aspetto
terroso, dove la caolinizzazione è molto spinla. Sono presenti, talora, relitJi di plagiodasi, pressochè totalmente caolinizzati e solo
molto raramente qualche cristallo di quarzo.
TABELLA l
Caolinite della cava di Patalza a confronto
con la Caolinite JCPDS (5-0143)
""
5. Campionatura
È stata fatta una campionatura sistematica
al fine di definire la disltibuzione della mineralizzazione caolinica nell'area studiata.
Sono stati prelevati una serie di campioni
di roccia in postO del peso intorno ad 1-2 kg,
secondo un reticolo regolare a maglia qua·
drata su tutta l'area e rettangolare nella cava
di caolino di Patalza. Il lato della maglia
quadrara è stato fissato in 250 m, cui corrisponde una densità di campionarura di 25
campioni per km 2 , menlte per quella in cava
i rettangoli della maglia hanno dimensioni
di 6 m per il lato maggiore e 3 m per altezza.
Sul fronte cava la maglia è stata infittita
prelevando i campioni ogni 3 m per meglio
conoscere le vanaZlOlli minero-petrografichè
del caolino di Patalza.
Nelle zone pedogeneticamente alterate,
ove non è possibile raggiungere la raccia in
posto, il campione non è stato prelevato.
.
dI.
dA AS'l'M
campione
(5-0143)
00'
7.15
0>0
4.45
lio
lli
4.35
...
7.143
'00
H
'"
",.
4.175
4.17
lii
4.12
4.049~
OH
3.84
3.60
OH
3.13
3.741
00'
].57
3.576
'"
ni
J.J7
3.380
3.14
3.14]~
Iii
3.09
O"
2.15
2.752
130,201.130
2.55
2.565
lll.lh
2.52
2.534
131,200.112
2.466
2.49t
00'
2.314
2.36'
20i.131
liLlll
lli.o'o
lOl.1ii.2io
2.331
,
2.H9
2.243
2.246
'"
2.169
..
023.0'1
2.121
023.2ii
2.05,
"
"
"a
",.
X
2.295
203.132
1.985
2:n,lJ2
1.935
1.9J4~
Tutti i campioni sono stati sottoposti 3d
una serie di analisi strumentali, in particolare quella diffrattometrica, termodifferenziale e spettrometrica a fluorescenza X.
Le prime due sono state utilizzate preva·
lememente per caratterizzare le fasi minera·
logiche dei campioni di caolino, mentre il
terzo tipo di analisi è servito come base per
lo studio geochimico di tutti i campioni ;'Ire·
levati in cava e nell'area.
U3,133
1.892
L 692~
La composizione mineralogica dei campioni di caolino proveniemi dalla cava di
Patalza è stata determinata mediante diffrattometro 'leol ]SDX-IOO S4 impiegando la
radiazione K. 1.2 di un tubo a Cu operante
a30KVe30mA.
Lo studio dei diffranogrammi (tab. 1, 2
e 3) ha messo in evidenza nei campioni prelevati in cava la presenza di caolinite e cristobollite con subordinati quarzo, feldspati e
..
2.123~
6, Dati 8perimentali
6.1. Analisi diDrattometrica
"
"
,
,
1.993
o.,
1.865
1.675~
133.202,223
1.835
1.635
IH.2E
1.805
00'
l.116
2i2
l.704
1.190
w
,
ISO,Hi.lll.
3ii,222
L 682
1.691
l.659
1.661
2'iO,20i,lSl.
lh
x
a
= riflesso coincidenle con la Cristobalite Alfa.
montmorillonite. L'identificazione di tali fasi mineralogiche è stata effettuata per confronto con schede TCPDS. La caolinite presente nei campioni 'è risultata essere del tipo
« ordinata ». E importante sottolineare, inolne, che dall'analisi dei diffrattogrammi eseguiti su alcuni campioni di vulcaniti acide,
risulta che la silice libera è presente sempre
come cristobalite e solo sporadicamente compare il quarzo.
244
B. CARBONI, C. GARBARINO, G. PADALlNO, I. URAS, M. PALOMBA
TABELLA 2
Cristobalite Alfa dello cava di Pataha a
confronto con la Cristobalite Alfo-}CPD5
(11-695)
~.
TABELLA
(1)-135)
•
•
~Mm
~Mm
IlI-inl
IU-IUI
",
4.05
"O
l.5l
'"
",
""
l.115
'"
2.340
>U
2.1.18
'"
'"
m
2.0U
1.870
1.875
m
1. 757
l. 71100
'"
".
'"
".
~,
JC
,
4.049
'"
l.14l
2.141
2.485
2. '65
1.929
I. 730
l.69'0
,
,
,
,
5
1
,
l.Ui
l.nz
3
Montmorillonile della cava di Paloha o
confronlo con la Afontmorillonite jCPDS
,
2.026
~
._"
00.
J.77
W
,_"
>o
,-~
,-~
>o
J .02
~
00.
z.so)
u
u
~
Z.561
"
"
x
x
I. 7)2
l.'"
1
,
LUI
5
'"
5.01
'"
1l0.OZO
2. S8)
2.12J
1.9J4
1$.0
1.U6
= riflesso coincidente con la Caolinile.
6.2. Analisi termoJiUerenz.iale
Quesla analisi è stata applicata solo ad
alcuni campioni di caolino, sempre provenienti dalla cava di Palalza, scelti in modo
da teslare il fronte di cava, anche $e a
maglia larga.
Le curve termodifferenziali mettono in
evidenza la presenza di caolinite, caratterizzata da picchi endmcrmici intorno ai 600 P C
e da picchi esotermici che compaiono intorno ai l OOOP C. Le caratteristiche delle curve
(picchi endotermici intorno ai 600 0 C, leggera risalita nell'intervallo tra il picco endo·
termico e quello esotermico) confermano che
si tratta di caolinite ben cristallizzala (fig. 3)
eseguila l'analisi per fluorescenza X per gli
elementi maggiori e per alcuni elementi minori. La perdita di peso è stata determinata
per calcinazione. Il metodo impiegato per
valutare gli effetti di matrice sugli elementi
determinati è Slato quello degli «alpha
factors .. , dedotti dal programma NRLXRF
(CRISS, 1977), su campioni reali di riferimento e successivamente raffinati medi:l.nte
aggiunta di campioni teorici. l risultati delle
analisi chimiche per i soli elementi maggiori,
sono stati riportati nelle tab. 4 e 5 che sì
..-
..
~===--
(MAC KEI\'ZIE, 1972).
.
l
6.3. Analisi spettrometrica
AI fine di determinare la composizione
chimiCll di lutti i campioni raccolti, è -"tala
Fig. 3. - Analisi le:rmodiffe:renziale di un C2tJlpione: • lipo .. di aolino, prelevatO in cava Palalza.
,
,0'0
U'i
'O'l
"'0
[0'0
'0'0
n'o
'0'0
U'O
'l'O
"'0
"'0
<0'0
00'0
(",
00'0
' I .•
U',
U'O
~·o
tO'O
U',
~(".
~·O
U'O
U'O
«'0
61'0
'0'0
(.'
u"
...
n"
~
W"
ç('~
" .,
"'.,
'"'0
O,·"
uo
00' ..
to·o
'O·"
'<1'1
~·O
n·~.
00'0
... "
(<1'1
'40
'0'0
U·l
IL'O
61'0
W·O
'0'0
"'0
or'U
te·o
u'"
n'o
"'0
... 0
'0'0
U'O
IO'"
040
«.
U'O
w·o
,0'0
U'O
n'u
n'u
LO'O
,0'0
.,' ,
~·o
,o'0
I~'"
• .0
[0'0
H'O
n'o
... 0
Il'0
'0'0
H'O
",."
11·0
"."
u:>
,~.,
U'O
roo
'0'0
.i·O
'1 .~,
10·0
j,()'.,
N:I
"'0
"·0
00'0
CO'O
'0'0
"'IL
U,)
U'o
,0'0
1"0
LO'O
~~.~,
I~:>
"'0\
LO'O
LI'"
l..,
'~J
u"
u"
,0'0
"
. E '0
H'O
,0'0
,.'0)
H'O
'c~
lO'O
"'l
,0'0
.O·~
n"
10'0
."..
'0'0
10'0
.0'0
,0'0
".
..'"
ti· ..
~O',
."
"'0
H'O
"'0
'"
'0'0
U'O
,"0
"O
00"0
n"
H'O
,0)'0
'O' l
l" (
'0'0
~l"
(0'0
"
o,·t(
~O·O
" .,
00'0
10'0
~~
(t·u
te·O
n·O
'C'"
00'0
,~·O
~L'"
LO'O
0('"
'~J
"·0
,0'0
IO',
\t'U
10'0
U'H
j,()J
"'0
" '0
'0'0
" '0
.,·u
'0'0
"'H
re:>
U'o
~·O
'0'0
~·O
"'U
te·o
u"
'0:>
n'
"'0
tI·O
'0'0
61'0
n' ..
LO'O
't'H
f<U
w
"'0
LO'O
'0'0
"'0
n·"
u· ..
Il'0
CO'«
In
'0'0
,,·tE
,n
li'U
00'0
n'"
... ,
..".
t L· •
.....
".
., '0
"
'0
"
u"
w·o
IO' •
t, '0
~·O
'0'0
,~·O
W.
lO'O
H'O
"'0
l"O
U'O
'0'0
"'.
to'o
tL .<
n'o
'l',
U'O
.1'0
,0'0
WO
l' .,.
"'0
0(''''
·r·
~Ol~
o'.
O'~
~
'"'
'O'.~
(Ol, ...
'o,...
lOTI
".,
"·l
roo
ro·O
U'l
to'O
-
ro·O
ro·O
n'o
"'0
'0'0
~·O
10'0
0,'0
"'0
m
W·O
10'0
(.'0
,,'0
,,'0
"'0
00'0
'1'0
,n
U'
__ ,~
U'CX
.....
\t'0
O"Q(
.t·O
(l'"
",.
Ii'll
"'0
'l·tE
"""
ur
u·,
W·O
il'O
,,'0
<t·O
,.'0
lO'O
U',
'1'"
...
'0'0
(1'0
(t·0
n'o
lO'O
00"
10'0
U'O,
to'O
(('0
<'·0
H'O
ro·O
~·O
. . ·tI
01'0
,t·"
U'
'Ci
n'o
n'o
"'"
.,·u
\t'0
lO"
tO'O
U'I
n"
~·o
Il'0
,0'0
lO',
,,'(1
10'0
""l
,~,
'
lO'O
LI"
it" ,
1,'0
40'0
'0'0
tE·O
"'(1
,o'0
H·"
l.(l'
"
".
n"
" .,
'0'0
.,·t
"'0
'0'0
,0'0
"'0
,,'U
.0'0
U·"
tel
,t' t
U'O
n'o
.0'0
U',
[i'U
fI'"
'0'
tO'O
61'0
~O·O
Il'0
'0'0
."0
LO'O
U'u
n'o
.'·~l
Ch
(1'0
~·O
'0'0
U'O
U'O
'I·~'
tO'O
H'O
'1'0
LI'O
'0'0
U'O
...0
"'1
ro,
t,·O
,0'0
"'0
H'"
"'0
(O'"
U~
[0'0
H"
"',
"'0
LI'O
t""
tI~
"'L
'"
'0'0
H'O
Ln
.0'0
I~"
ro'
lO'O
0.'0
00"
.
~.,
''" .
.".
,,
'0·0
'0'0
"
",
Il',
..
U'O
m
'0'0
~,·O
<tu
.. '0
L~"l
H·O
'0'0
'0'0
~.,
ti ..
Il'0
""'IL
. . '0
w·o
LI·O
'0'0
"'0
'1'0
U·"
"'0
"'0
"',
00"
H
~,
u·o
"."
nu
tI·o
n'o
",.",
n'n
LO'O
'O·"
0"0
'0'0
"',
n',
il'O
U'O
,,'0
"'0
ro·o
'(',
'0'0
00'0
(i'0
U'o
"'0
'0'0
'L'O
~(·O
~·o
0,'0
,0'0
H'O
u·t
U'o
U'o
10'0
~
'"'
"
tO'O
lI'l
~·O
"
o. '1
10'0
U',
u·,
"'0
....
H"
10'0
'1'0
..·t
00'0
U'~
~O'~
o'.
O'~
....
'O·"
". "
-
..."
il'"
t ..
'h
,n
,n
,n
loOY
LO\/
iO\/
to'U
10'0
U'~L
IO'<
~.,
U·tI
te·o
n'u
,0\/
'or...
lO'",
lO''''
lOTl-'~
DZ[D,Dd DflDJ u~ ~'Ofl~[ilJd OU!/ODJ ~p
!UO!dWDJ !ns ~'DnnilUd '!JO(S'JDW !'U~UliI[d !['8D ~fl!'P[iJJ 'ilqJ!W!qJ !S![DUV
V ,,.,,.38V.L
ltZ
':)~"3
3H:)USI1:l3.llVHV:) "3
O:)I~10~N3W':)VI~3~
OIan~s
246
B. CARBONI, C. GARBARINO, G. PAOAl.INO, I. URAS, M. PAl.OMSA
TABEl.l.A 5
Analisi ch;miche, relat;ve agli elementi magg;od, eBellulJle sui clJmpioni
di dolili e di rio/ili anaux;,;che, pTtleVlJli sull'area rilevlJla
...
I "lal
n."
0.00
I H
H.1l
0.1J
l''
11.7'
I i2
o.H
0.01
O.H
o."
l.n
S.U
0.01
'.11
0.01
0.11
LM
L~
'.n
0.01
o."
1>."
n.u
n.n
'.M
O.M
0.11
1.1i
l.U
'.01
0.13
1)."
2.n
0.01
0.41
•"
H."
'.M
0.01
12.91
1."
0.01
LM
S.21
0.01
n
n.l'
O.U
13.n
1.tl
O.Ol
o.H
o.H
o.n
o.n
....
0.01
n.9I
O."
l .••
.. "
0.0'
I
• fO
n."
0.11
13.81
,.~
0.01
0.$1
O.,,
1"
n.il
0.11
H.o'
2.11
o.Ol
0.'1
o.M
LM
110
n.1O
0.11
11.'1
0.01
0.21
O...
'.M
1.02
11.1'
0.01
n.OI
'.M
1.Sl
O.Ol
o.m
0.&1
1"1
l'. n
0.00
Il.U
'.M
o.~
0.02
In.
7$.U
0.00
".91
'.M
0.0'
Ini
1$."
0.0$
12.7$
,.~
0.01
IU2
7'."
0.01
12.11
• •'0
0.01
0.11
O.il
I U
O.H
14.11
O.M
o.n
o.n
o.n
o.n
o.n
U.iO
l.n
l.n
0.01
O."
Il.''
l. ,.
0.01
1.1
n.n
n.n
?I.n
n.ll
Il.H
O,~
O.n
0.1'
12.12
0.11
".Il
'.M
I Il
•. M
0.01
O.lO
0.11
l''
n.n
0.12
1).1)
•• M
0.01
O...
l.n
111<
13.11
0.12
n.Si
I.U
0.01
O.n
O."
o.n
n.n
'.M
1117
0.11
1).H
'.M
0.01
0.1'
0.12
l.]]
.'S,
71."
0.00
'l.01
1.,.
0.01
o.n
0.17
l''
I n
llUol
(R);: Rioliti.
(RA) == Rioliti anauxidche.
riferiscono, rispettivamente, ai campioni di
caolino e alle vulcaniti acide.
Nelle tab. 6, 7 e 8 compaiono le composizioni chimiche medie (anche per alcuni t'lementi minori) delle due facies vulcaniche e
dei caolini prelevati in cava Patalza.
•
'.
, ,
) '
"
.. ",
..
•
Go . . . . . .
11/ ....... _
1lI-_
Qo,._ ... _
..._
Fiji;. 4. - Diagamma ~.Or+Ab+An-Ka delle
vulcanili acide e dei caolini. • == campioni di
caolino. L'area traneggiata rappresenla il campo
delle
p.f •
••0
l"Ot'CC
effusive acide.
l. H
'.11
0.01
0.01
....
' . JS
0.01
0.01
1.11
l."
'.H
0.00
1.11
0.11
2.16
S.n
0.01
•• 17
0.24
O.ll
'.M
0.01
•• Sl
o."
O.~
0.01
1.l)
0.01
0.12
l."
s.n
s.n
o.n
4.n
O.Ol
1."
o.lS
LM
5.01
0.01
.. "
l."
1.17
4.10
o.M
'.li
0.01
1.61
O."
....
'.il
1.01
l.ol
"
......
....
"
0.01
1.n
0.01
O...
0.01
1.1.
0.0\
1.11
0.01
1.10
7. Inteq)reta2ione dei dati analitici
7.1. Le analis; chimiche
Sulla base dei risultati ottenuti dalle analisi chimiche è stato possibile ottenere una
precisa collocazione petrogra6C01 delle vulcaniti e, inoltre, seguire le variazioni degli
elementi particolarmente utili per caratterizzare sia i depositi di caolino, sia le rocce
in via di alterazione caolinica onde avere una
possibile guida litologica nella prospez!one
di questo tipo di giacimenti.
I dati delle composizioni chimiche medie
riferiti ai campioni di caolino di cava Patalza ed al membro inferiore della serie vulcanica acida, poichè esso è quello prevalentemente interessato dai fenomeni di caoliniz.
zazione, sono stati elaborati secondo il metOOO proposto da Gol.DlCH (1938). Si ottengono in tal modo i guadagni e le perdite relative agli ossidi degli elementi maggiori della
roccia alterata rispetto a quella sana (lab. 9).
Confrontando i valori della colonna «X »
con le percentuali della roccia originaria
si ha per ogni ossido la misura del guadagno
247
STUDIO GEOGIACIMENTOLOGICO E CARATTERISTICHE ETC.
SCMElIA ASSCUO"EUICO "ELLA CAVA
III 'AOllIO 1M LOCAllU" PAlALZA
,
\
,,
,
\
ç ••.
):
~--_"'-"""
fZJ
"'" . .
~
_ _ Jol
---
_ _ UlOeuJol
•
Fig. S. - Scherm: assonometrico della OI\lJ1 di Paalla. Sono rapprncmali lo scherna di OImpionalura
ed i tenori mcdi in caolinite normaliVll.
o della perdita relativamente alla AI::O~.
Dalla tab. 9 si evince:
una diminuzione della sii ice nel caolino
a causa del dilavamento nella roccia e
una contemporanea perdita dei metalli
alcalini ed alcalino-terrosi;
un leggero arricchimento in AbO·l nei
caolini, con aumento del tapporto AbO:d
SiO~ nelle rocce lisciviate;
gli ossidi di Fe e Ti sono in percentuali
minori nel caolino rispetto alle rocce non
alterare.
Dal confronto delle tab. 6 e 8 è possibile,
invece, fare le seguenti considerazioni ~r
alcuni elementi minori:
il Rb, affine al K, segue la sua stessa
sorte e risulta fortemente dilavato nelle
rocce molto caoljnizzate;
lo Sr, affine al Ca, rimane costante;
il Pb si riduce di circa 1/2 nei caolini;
lo Zn si riduce in proporzioni maggiori
del Pb, essendo più mobile.
7.2. J Ilolori normolilli
Una stima della percentuale di caolinite
nei campioni è stata ottenuta mediante l'ela·
borazione delle analisi chimiche, calcolando
i minerali ncrmativi prima e la variante caolinica successivamente.
Dai dati ottenuti, risulta che tutte le vulcaniti acide presentano un eccesso di Ab03
rispetto al contenuto delle basi presenti
(Cao, Na~O, K::O), da imputarsi probabilmente ad una incipiente Iisciviazione di queste ultime, visto che le rocce di tipo riolidco
non rientrano nel campo di quelle iperalluminose. Inoltre il contenuto di A1:zÙ3 è leggermente più e1evaro e con dispersione mago
giare nei campioni di caolino, mentre le basi
2-l8
B. CARBONI,
c.
GARflARINO, G. PADALlNO, I. URAS, M. PAl.OMBA
TABELLA 6
Analisi chimica media, relaliva agli eleme'lli
maggiori (%) ed a quelli in tracce (ppm) ,
delle riolili
xIII
810
2
"1'10
73.94
o
..
0.10
e-In~ll
c.v.
1.~1
2.00
0.0'
'0.00
2
"1 1°)
1) •• 0
0.74
~. 52
FelO)
l.aa
0.52
27.65
0.0)
0.01
H.))
"".
e-.
0.'0
0.16
40.00
0.70
0.10
42.85
N"ZO
2.72
0.54
19.a5
",O
4.8.
0.67
13.84
l'nO
P 0
2 5
p.L
0.02
0.01
50.00
1.95
0.6'
12.82
X(ppoo)
,.
,.
••
.,"
~
~
"
"
m"
"
'"
"
"
>00
..
•
c-"ln_ll
T ABEl.l.A 7
Analisi chimica media, relativa agli elementi
maggiori (%) ed a quelli in Iracce (ppm),
delle rioliti allauxitiche
X(I)
Si0
2S .16
20.16
26.6J
138. ?2
26.32
10.1'
28.la
51.n
lO.47
H.IS
'S.4<
lS .06
13.90
•. 98
Il . Bl
x=
7).31
1).67
relo)
2.05
~.
".
e-.
N"2 0
O" In-li
c.v .
1.16
1.5S
0.03
25.00
..
0.12
2
A1 O)
2
~
3.66
0.3a
18 .54
0.01
0.02
66 .66
0.41
0.09
21.95
0.91
0.12
12.90
,,O
l.U
0.19
6.05
'.35
0.18
LI)
P10S
0.02
0.02
100.00
p.L
1.86
1.11
S1.n
c.v.
e.46
2
1'1°
•
i: (ppro)
••e••
~
"
"
~
"
'0"
'"
.0.
..
'"
'"
"
•
o-"(n_ll
c.v .
6.07
16.28
1.29
1.09
l5.87
S.76
5.76
11.18
)6.61
l7 .56
32.22
25.86
6.1'
1.H
17.01
00.11
media; n = numero dei campioni analizzati;
0'"(0." = deviazione standard;
c.v. = coefficiente di
varianza.
x=
hanno un contenuto medio più basso e con
dispersione più elevata negli stessi campioni.
Lo stesso dicasi per l'acqua, che nei campioni
di cava mostra tendenza ad elevarsi con gran·
de dispersione. Tali dispersioni si po~sono
evincere anche dal diagramma triangolare
dei minerali normativi (fig. 4) che mostra
variazioni notevoli di caolinite rispetto ad
albite + ortoclasio + anortite e solo una leggera variazione nel contenuto in quarzo normativo.
La stessa figura mostra inoltre che non
tutti i campioni sono ben caolinizzati, poichè
taluni presentano una percentuale di caoli.
nite cosi bassa da differenziarsi assai poco
dalle rocce sane. Inoltre utilizzando [o stesso
diagramma triangolare, i campioni di vulcanite prelevati nell'area mostrano caratteristiche mineralogico.petrografiche costanti,
proprie di un'unica famiglia di rocce.
La fig. 5 tappresenta l'andamento della va·
riazione del tenore in caolinite, secondo una
taffigurazione assonometrica della cava di
Patalza.
media; n = numero dei campioni analizzati;
= deviazione standard; cv. = coefficiente di
varianza.
(l"to_li
8. Conclullioni
Sulla base delle osservazioni di campagna,
delle analisi chimiche e minero-petrogra6che
e della successiva elaborazione dei dati chimici e geochimici, si è tentatO di trarre delle
conclusioni generali sulla genesi degli adunamenti caoliniferi della zona di Tresnuraghes
e sulle possibili guide nella prospezione di
giacimenti di questo tipo.
Come già osservato, le manifestazioni caOlinifere principali di quest'area sono legate
preferenzialmente alle rioliti piuttosto che
alle rioliti anauxi[iche. Questo fatto è avvaloratO anche dalle osservazioni effettuate in
aree limitrofe a quella prospettata, in accordo a quanto già detto, a causa della diffe-
249
STUOlO GEOG1ACIMENTOLOGlCO E CARATTERISTICIIE ETC.
TABELLA 8
Analisi chimica media, relaliva agli elementi
maggiori (%) ed a quelli in Irocce (ppm),
dei caolil1i di covo Palalza
icu
51°2
T10
2
AlZO]
....
....
"2°]
H.H
0.11
..
le.5]
O.H
0.02
100.00
o.n
n.H
o.oz
0.01
~.oo
'.5l
I.n
SO.H
"
"
"
'"
'"»
"
'"
~
"
"
~
~
i= media;
U.U
n.05
,.»
.. ..
..
~
O.H
2.7J
ic-,
111 •• 11
..
0.19
",.
~
l."
45.45
2.lI
LM
~
2.73
0.05
o.n
0.02
0"'(n_1I
."
•
•
•
n.57
n.ll
•
•
..,•• •
c ....
5.il
l,.7,
51.93
n.n
Il.n
n.n
".Il
l.n
1S.1l
n.09
•
•
"
Fig. 6. - DiaW'llmma di correlarione del Ba con
Or + Ab + An normali\'i.
O. = ortoclasio;
AB = a1bile; AN = anortite.
n= numero <ki campioni analizzati;
c.v. = coefficiente di
= deviazione $Iandard;
.
."""
\'ariD.nZll.
OD
rente struttura e IcssilUra delle due facics
vulcaniche.
La trasformazione delle vulcani ti in caolino si esplica sopnlltutlo attraverso un dila.
vamento di Ca", Na', K' cd una sostitu·
zione degli stessi con acqua. Gli agenti alte·
ranti, che agiscono sia sui fenocristalli feld.
spatici sia sulla pasta di fondo, potrebbero
essere costituiti, come già eletto, da convogli
idrotermali veri e propri e/o eia acque su·
perficiali.
La già evidenziata correlazione tra fratture
e adunamenti principali farebbe propendere
per una ipotesi idrotermale, piuttosto che per
un'alterazione superficiale. La prima di queste
ipotesi sembra essere anche suffragata dlilla
presenza di esili croste silicee rinvenibili sulla
superficie delle vulcaniti, senza che peraltro
si sia potuta constatare l'esistenza di altera·
zione esogena che si sarebbe dovuta manife·
stare con il ritrovamento di paleosuoli e/o
••
.'
41.1'
ll.il
•
•••
ILH
U.S7
102. n
~
c.v.
~
o.n
"2°5
p.t.
~(n-lI
n ..,
~
',.
..
"
.
.,"'"
••
..
~
oo.UCI
.....'.
"
•
OD
""
•
•
•
.'•
••
•
•
.'
•
•
•
'"
,
•
•
•• •
••
~
••
<
.'"
Fig. 7. - Diagnmma di correlazione: dci Ba ron
Ka normativa. . K... = QOlinitt.
250
B. CARBONI, C. GARBARINO, G. PADAlINO, I. URAS, M. PALOMBA
TABELLA 9
Analisi comparate delle rioliti e dei caolini,
secondo il metodo di GOl.DICH (1938\
_o.
~dlo
'"
~"
x(ll
eooli""
'"
G~odo!lnO111
.g<
a ...
6>' 77
-11.11
0.10
O.li
O.Og
- 0.01
~I,O)
11.00
15.89
11.00
0.00
U,O)
I .aa
o.ao
o.H
- 1. l i
"'"
,.0
0.<0
o.lg
0.16
- O.,.
o.m
o.le
O.U
- O.SS
'.7l
1.09
0.91
• l.81
',0
<.80
, .11
'.10
,. so
p. f.
I.H
o. sl
1.8'
l.a'
510,
fiO,
~o,O
1)
x(1)
=
% ALO. roccia originaria
% ALO. rocçia altenta
. % ossido roccia alterata =
= g di ogni costituente presente in 84,27 g
(13,40/15,89·100) di materiale lisciviato derivante da
102 g di rocda sana, considerando l'AI.o. costante.
(2)
variazione in g di ogni costituente (se·
gno = perdita; segno + = guadagno).
di orizzonti clastici comprovanti lo smantellamento delle formazioni sedimentarie po'itvulcaniche.
Un secondo argomento favorevole all'ipotesi di una genesi idrotermale è fornito dall'analisi del comportamentO del Ba. Questo
elemento ha tendenza ad impoverirsi al Crtscere della percentuale di caolinite nella roc·
cia (figg. 6 e 7) e questo potrebbe essere
spiegato con il fatto che esso è legato al
K-feldspato e quindi viene spostato insieme
alle basi metalliche di quest'ultimo. Poichè,
come noto, il Ba si mobilizza in ambienti
bicarbonato-dorurati, tali soluzioni possono
ritenersi di origine sia idrotermale che sup~r­
6ciale, ma l'imponenza del fenomeno di lisciviazione rende la seconda ipotesi piuttosto improbabile.
Inoltre, se si fosse 'trattato di acque ma-
rine, sarebbe difficile spiegare la limitatezza
dei fenomeni di caolinizzazione a certe zone
legate a fratture e non all'intera superficie a
contatto con le acque. Mentre un fenomeno
di questo tipo, come già rimarcato, è Stato
osservato nel caso delle croste silicee. Oltre
al fatto che, in tali ambienti, le rocce argillose formatesi avrebbero avuto una diversa
composizione mineralogica.
La prima ipotesi, cioè che si sia trattato
di soluzioni idrotermali risalenti dal basso
secondo vie preferenziali, sembra spiegare
bene sia la solubilizzazione del Ba, sia la limitatezza dell'alterazione caolinica manifestatasi con l'esiguità dei corpi caolinizzati e
con l'ubicazione degli stessi lungo fralture.
Inoltre, questa fenomenologia potrebbe spiegare la presenza delle piccole çtoste silicee
che si sarebbero formate alJ'interfaccia vulcani ti-acque m3rine.
Il tipo di maglia di campionatura e la
limitatezza dell'area considerata in questO
studio non permettono, per il momento, una
generalizzazione del modello genetico pro·
posto per l'area studiata, così come non consentono di estrapolare l'andamento in dettaglio del fenomeno caolinizzante c, di conseguenza, le variazioni delle caratteristiche della roccia caolinica. Per una migliore definizione del secondo aspetto sarebbe necessario
infittire la maglia di campionatura sulle rioliti anauxitiche che, seppur meno favorevoli
per motivi strutturali e tessiturali a dare
adunamenti caolinici, hanno tuttavia una composizione chimica favorevole a questo tipo
di mineralizzazione. L'infittimento delJa maglia dovrebbe avvenire soprattutto lungo le
direttrici strutturali prevalenti della regione,
dato che è stato stabilito lo stretto rapporto
tra mineralizzazioni e geologia strutturale.
Per il primo aspetto, ossia la generalizzazione del modello genetico, occorrerebbe invece prendere in esame zone più vaste o addirittura zone multiple.
Lavoro eseguito nell'ambito dell'lstin.l!o di Giacimenti Minerari, Geofisica e Scienze Geologiche
della Facoltà di Ingegneria di Cagliari, e del Centro
Studi Geominerari e Mineralurgici del C.N.R. presso
la Facoltà di Ingegneria, con supporto finanziario
del CN.R. e M,P.I. (60 %).
STUDIO GEOGIACIMENTOLOGICO E CARATTERISTICHE ETC.
251
BIBLIOGRAFIA
V.T. (1928)
Anlluxite lrom Ihe Ione
Formation 01 California. Amer. Miner., 13, 145.
BECCALUVA L., DERlU M., MACCIOTTA G. (1980) .
Rifle1Sioni sul significato del vulcanismo oligo·
miocenico della SarJegna nell'ambito dell'n'olu,<ione geodinamica del Mediterraneo occidenlale.
AUEN
Val. ded. a S. Venzo, STEP ed., Parma.
BURRI C. (1964) . Petrochemical calculation. PubI.
by the Israe1 Prosram far sciemific translation.
CARCANGlU G. (1982} . Prospe<ionc geofisica di
giacimenti di caolino nell'area di Tresnuraghes
(Sardegna cenlra-occidentale). Tesi inedita, ISliIUta di Giacimemi Minerari, Fac. di Ingegneria,
Cagliari.
CoRDERA G. (197.3) . La roccia caolinica del Sa1So
(Cerveleri . Roma). Re(Xlrl of Soc. Naz. del
Caolino, Milano.
CRISS j.W. (\977) . NRLXRF, A Fortran Program
lor X·ray fluorescence analysis. Naval Research
Laboratory, Washington D.C.
DE LA ROCllE H., LATERRIER }., GRANCLAUDE P.,
MARCHAL M. (1980) - A classification 01 volcanic
and piulonic rocks using R,..R, diagram and
ma;or·element analyses . fu refationship wilh
current nomenclature. Chemical Geology, VoI. 29,
London, lune 1980.
DBRIU M. (1951) - Sulla giacitura dei basalti anal·
cilici del Monliferro e brevi notizie preliminari
sul rilevamenlo geo-petrografico della Sardegna
centro- e nord-occidenlale. Rend. Soc. Min. h.,
Anno VII, Pavia.
DERIU M. (1953) - Il caolino Ji P.ta Salamura
(Tresnuraghes, Sardegna centro-occidentale) e le
rocce cbe lo accompagnano. Per. di Min., Anno
XXII, n. l.
DEIUV M. (1955) . Le rocce vulcaniche dI'ifa regione di Bosa. Per. di Min., Anno XXIV, n. l.
DUIlJ M. (1959) - Le andesili di Capo Marargiu
(Sardegna centro-occidenlale). Boli. Serv. Geo!.
d'h., Val. LXXX.
FOSHAG W., ROSSE S. (1909) - Anauxite, (1 minerai
species, based on materilll from Bi/in, Cukoslo·
vakia. Amer. Min., 13, 153.
GoLOfCH S.S. (1938) - A sludy in rock-weathcring.
}our. Geol., VoI. 46, pp. 17·58.
GRlM R.E. (1953) - Clay mineralogy. Mc Graw
Hill, New York.
Densilies and structural
relationsbip 01 kaolinileS and anauxites. Amer.
GRUNER }.W. (1937) .
Miner., 22, 855.
KELLE/l W.D., GALAN E., MATTIAS P. (1977) .
Scan electron micrographs 01 days Irom ficld.
Irips localities 01 tbe ViII lnternaliona{ Kaolin
Symposium, Spain and ltaly, 1977. Prac. 8th lnt.
Kaol. Symp. and Meeting on Alunite, lO p.
LAURO
DERIU M. (1957) - 11 vulcanismo cena-
c.,
'laico in Sardegna: le manifestazioni oligoceniche.
Congresso Geologico Internacional, Mexico, pp.
469·486.
LOMBARDI G., SHEPPARD S.M.F. (1975)
Petro-
graphic al/d isotopic studies 01 (be altered acid
volcanics alIbI' Tolfa.Cerite area, Ilaly: the
genesis o/ Ihe clays. Clay Mineralogy, 12,
147·162.
loMBARDI G., MATTIAs P. (1979) . Petrology and
mineralogy of tbe kaolin and alunite mineralizalÌons 01 Latium. Geo\. Rom., 18, 157·214.
MATTIAS P. (1977) . Kaolin in ltaly. Deposits and
genesis. Prac. 8th 1m. Kaol. Symp. and Meel.
on Alunile, 24 p.
MATTIAS P., CANEVA C. (1979) - Mineralogia del
giacimento di caolino di M.te Sughereto • Salila
Severa· Roma. Rend. Soc. h. Miner. Petr., 35,
721-753.
McKEN7:IE
R. C. (1972) . DiDerential thermal
analysis. Academic Press London and New York.
POMBSA1'o"O CHERcm A. (1970) - Microfaune planctoniche di alcune serie mioceniche del Logudoro
(Sardegna). Proceed. of the Planktonic Cong.,
Roma.
ROSSETTI V. (1951) - Riolite anauxilica di Sala-
mura (Tresnuraghes, Sardegna centro-occidenlale).
Per. di Miner.. Anno XX, n. 1·2.
$TRUNZ H. (1941) - Mineralogische Tabellen,
Leipzig.
URAS L (1971) - Giacimenli di caolino in Sardegna. Atti dci l Q Congresso Naz. A.LP.E.A.,
Venezia·Faenza, 16-19 maggio 1971.
URAS L (1974) - Nolizie sui caolini e le argille
della Sardegna. Riv. «La Ceramica ».
VINCI C. (1982) . Sulla prospezione di giacimenti
di caolino. Applica,<ione di melodi geofisici ma·
gnetico ed elettromagnetico a V.LF. Tesi inedita,
1st. di Giacimenti Minerari, EIC. di Ingegneria,
Cagliari.